Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 8 luglio 2025
Lavrov spiega come la NATO minaccia la Russia.
In una lunga intervista al quotidiano ungherese Magyar Nemzet, il ministro degli esteri russo Lavrov ha accusato la NATO di aver trasformato l'Ucraina "in avamposto anti-russo, minaccia diretta alla nostra sicurezza". Il tentativo della NATO, sotto leadership statunitense, di fare dell’Ucraina una "base militare avanzata" per contenere la Russia, ha precisato, rappresenta una "minaccia diretta alla sicurezza nazionale" del Paese.
Ripercorrendo le motivazioni alla base dell’operazione militare speciale avviata nel 2022, Lavrov ha ribadito che l’espansione dell’Alleanza Atlantica verso i confini russi, unita alla "persecuzione della popolazione russofona in Ucraina", ha reso inevitabile l’intervento militare. "La NATO ha da tempo abbandonato il suo carattere difensivo", ha affermato, citando le missioni in Jugoslavia, Iraq e Libia.
"Da chi si difendevano? Chi li minacciava?". Nel dicembre 2021, prosegue Lavrov, Mosca aveva chiesto garanzie formali sul non allineamento dell’Ucraina e il ritiro delle infrastrutture NATO dai suoi confini. "L’Occidente ha rifiutato ogni dialogo, continuando ad armare Kiev per una soluzione militare in Donbass e Crimea. Non ci hanno lasciato altra scelta", ha spiegato.
Sulle annessioni territoriali, Lavrov ha invocato il diritto internazionale: "Nei referendum, svolti con alta partecipazione, la maggioranza ha scelto la riunificazione con la Russia". Un principio, ha aggiunto, "sancito dalla Carta ONU ma ignorato dall’Occidente quando conviene", denunciando "doppi standard".
"Persecuzione etnica e ucrainizzazione forzata". Lavrov ha chiarito nel corso dell'intervista come: "Dal colpo di Stato del 2014, oltre 10.000 russofoni sono stati uccisi nel Donbass". Le minoranze, ha sostenuto, subiscono "discriminazione sistematica" e "pressioni per abbandonare lingua e cultura". "Come può Kiev rivendicare l’integrità territoriale mentre tratta i cittadini russi come stranieri?".
Il ministro russo ha poi elencato le condizioni irrinunciabili per un accordo da parte russa: Blocco permanente dell’ingresso ucraino nella NATO; Riconoscimento delle "nuove realtà territoriali" (Crimea e regioni annesse); Smilitarizzazione e "denazificazione" dell’Ucraina; Revoca delle sanzioni e restituzione dei beni russi confiscati.
"Solo affrontando queste cause profonde si potrà costruire una pace stabile", ha chiosato, respingendo l’idea di un’aggressione russa all’Europa: "Non abbiamo intenzione di invadere nessuno".
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lavrov_spiega_come_la_nato_minaccia_la_russia/45289_61813/
lunedì 7 luglio 2025
Un esercito invisibile contro il cancro: la rivoluzione dei nanobot sudcoreani! - Nastase Adrian
Immagina un futuro in cui il cancro non è più una sentenza, ma un nemico che possiamo sconfiggere con precisione chirurgica, senza danneggiare il resto del corpo. In un laboratorio all’avanguardia a Busan, in Corea del Sud, un team di scienziati visionari ha trasformato questo sogno in realtà, creando uno sciame di nanobot capaci di penetrare nei tumori e dissolverli dall’interno. Questi minuscoli guerrieri, più piccoli di una cellula, non sono semplici portatori di farmaci: sono la cura stessa, un’arma intelligente che potrebbe cambiare per sempre la lotta contro il cancro.
Ogni nanobot è una meraviglia dell’ingegneria: un nucleo di ossido di ferro avvolto in un guscio polimerico “intelligente” che risponde ai segnali del corpo. Iniettati nel flusso sanguigno, questi microscopici alleati vengono guidati verso il tumore da campi magnetici controllati con precisione millimetrica. Una volta raggiunto il bersaglio, i nanobot riconoscono il microambiente acido tipico delle cellule cancerose – un segno distintivo che li distingue dai tessuti sani. Qui entra in gioco la loro genialità: si uniscono in catene, perforano la membrana tumorale e rilasciano un calore mirato attraverso la risonanza magnetica. Questo calore non brucia: agisce come un bisturi molecolare, denaturando le proteine delle cellule cancerose e inducendo l’apoptosi, il processo naturale di morte cellulare programmata, lasciando intatte le cellule sane vicine. Una volta completata la missione, i nanobot si dissolvono in innocui ioni di ferro, facilmente assorbiti dal corpo senza lasciare traccia.
I risultati sono strabilianti. Nei test sui roditori, condotti nel 2024, i tumori si sono ridotti del 90% in soli cinque giorni, senza gli effetti collaterali devastanti tipici della chemioterapia, come nausea o perdita di capelli. A differenza dei trattamenti tradizionali, che si basano sulla diffusione di farmaci attraverso il corpo, questi nanobot agiscono come un esercito di precisione, colpendo solo il tumore con un’efficacia chirurgica. Ma il potenziale non si ferma qui: i ricercatori stanno già sviluppando versioni avanzate di questi nanobot, capaci di trasportare coloranti per l’imaging medico, permettendo una diagnosi in tempo reale, o molecole di RNA per spegnere i geni che alimentano la crescita del tumore. Immagina un dispositivo che non solo cura, ma individua e distrugge il cancro cellula per cellula, riducendo il rischio di recidive.
Questa scoperta non è solo una vittoria della scienza, ma una speranza per milioni di persone. È la prova che l’innovazione umana può superare anche le sfide più grandi. Ogni passo avanti in questa ricerca è un passo verso un mondo in cui il cancro non fa più paura.
sabato 5 luglio 2025
Resting Reef - About Us
venerdì 4 luglio 2025
USA e Russia dialogano... ma... - Giuseppe Salamone
mercoledì 2 luglio 2025
Il pozzo sacro di Santa Cristina - Sardegna.
Le prime “graffette chirurgiche” della storia.
Le prime “graffette chirurgiche” della storia non erano di metallo, ma teste di formiche ancora attaccate alla pelle!
Per quanto possa sembrare sorprendente, oltre 2.000 anni fa, diverse civiltà dell’India, dell’Africa e del Sud America utilizzavano formiche vive come un’ingegnosa alternativa medica per chiudere le ferite.
Guaritori e guerrieri impiegavano specie come le formiche soldato, lasciando che le loro potenti mandibole serrassero i lembi della ferita; una volta che si aggrappavano saldamente alla pelle, veniva strappato il corpo della formica, lasciando la testa incastrata, funzionando come una graffetta naturale.
Questa tecnica, documentata in testi medici antichi come il Sushruta Samhita, veniva usata in contesti d’emergenza, come sul campo di battaglia. Sebbene non fosse priva di rischi — come infezioni o dolore — rappresentava una soluzione efficace e adattata alle condizioni dell’epoca.
Ancora oggi, questa pratica ancestrale continua ad affascinare la medicina e la scienza, come chiaro esempio di come il sapere tradizionale e l’osservazione della natura abbiano dato origine a soluzioni pratiche e ingegnose.
https://www.facebook.com/photo?fbid=713495134882077&set=a.138608255704104

