lunedì 22 aprile 2013

A casa di Scajola dossier dei servizi. Agli avversari disse: “Vi ho in pugno”.

Claudio Scajola


La perquisizione era scattata nell'ambito di un'altra inchiesta che riguarda il presunto prezzo di favore che l'ex ministro - accusato di finanziamento illecito - avrebbe ottenuto per i lavori nella sua villa. Dovrà adesso rispondere di ricettazione in un procedimento parallelo. Trovate anche carte del '98 sul consumo di cocaina del rivale Minasso.

Claudio Scajola custodiva in un cassetto “documenti riservati” del 1998 con cui i carabinieri informavano la procura imperiese che Eugenio Minasso, ex leader provinciale di Alleanza Nazionale e oggi vicecoordinatore in Liguria del Popolo della libertà e nemico giurato dello stesso Scajola, era un assiduo consumatore di cocaina. E’ soltanto uno dei segreti svelati dai dossier che i poliziotti della Postale hanno trovato nello studio e nella villa dell’ex ministro. I carteggi – come spiega Il Secolo XIX – riguardano infatti inchieste della procura romana su Berlusconi e documenti dei servizi segreti su nomine al comune d’Imperia.
Documenti che gettano una nuova luce sullo sfogo dell’ex ministro durante il coordinamento regionale ligure del Pdl lo scorso 1 dicembre in cui si rivolse a Michele ScandroglioMinasso  - entrambi coordinatori regionali – e al senatore Luigi Grillo. Motivo della non velata minaccia di Scajola agli ex fedelissimi e della richiesta di immediate dimissioni? La mancata solidarietà riguardo ai suoi guai giudiziari. “So tutto di voi per gli incarichi istituzionali che rivestivo [nel 2006 era presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza Copaco, ovvero il Copasir dopo la riforma, ndr], conosco i vostri segreti, anche se non ho mai utilizzato le vicende delicate che vi riguardano contro di voi”, aveva detto loro.
La perquisizione, però, era scattata nell’ambito di un’altra inchiesta condotta dai pm imperiesi, che riguarda il presunto prezzo di favore che Scajola – accusato di finanziamento illecito – avrebbe ottenuto per i lavori nella sua villa. Ma, alla luce dei documenti trovati dai poliziotti della Postale, l’ex ministro dovrà adesso rispondere di ricettazione in un procedimento parallelo. Nel decreto di convalida il pm Alessandro Bogliolo spiega che sono stati sequestrati “un’annotazione di polizia giudiziaria della stazione dei carabinieri di Imperia”, “un appunto con stralci di intercettazione telefoniche riferibili al fascicolo penale aperto dalla Procura di Roma” e “atti di un procedimento penale avviato da un privato contro l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi“. E ancora documenti classificati come “riservati” dal Ministero dell’Interno, note dei servizi segreti e documentazione riferibile riferibile a “una pratica del comune di Imperia”.
Si tratta, come spiega il quotidiano di Genova, di “carte pesantissime” che riguardano in particolare gli equilibri della politica ligure. Nell’informativa del 1998 su Minasso firmata da dal maresciallo Mauro Bosticco si parlava di “personaggi assuntori” di cocaina. Al quarto posto dell’elenco inserito compariva proprio l’allora presidente provinciale di Alleanza Nazionale. Raggiunto dal Secolo XIX Minasso spiega: “E’ una vicenda molto vecchia nata quando una persona di cui ero affettivamente molto amico venne fermata con un po’ di droga e raccontò cose non attendibili agli inquirenti, forse per cercare di salvare se stesso. Però tutto si fermò lì”.

Raganella dagli occhi rossi.



La raganella dagli occhi rossi è un anfibio-notturno carnivoro che vive in climi tropicali, è molto comune in Costa Rica ed è garanzia di natura incontaminata.
Nonostante la sua colorazione, non è velenosa.

TeleQuirinale, Maltese: ''Finiti dirigenti Pd, non la sinistra'' - La Repubblica.








Betrtrand Russell

domenica 21 aprile 2013

Funeral party. - Marco Travaglio.

Editoriale al vetriolo del vice direttore del Fatto quotidiano sul nuovo mandato al Capo dello Stato

"La scena supera la più allucinata fantasia dei maestri dell'horror, roba da far impallidire Stephen King e Dario Argento. 
Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall'interno per non far uscire la puzza e i vermi. 
Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. 
E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza: un presidente coetaneo di Mugabe, voltagabbana (fino all'altroieri giurava che mai si sarebbe ricandidato) e potenzialmente ricattabile (le telefonate con Mancino, anche quando verranno distrutte, saranno comunque note a poliziotti, magistrati, tecnici e soprattutto a Mancino), che da sempre lavora per l'inciucio (prima con Craxi, poi con B.) e finalmente l'ha ottenuto.
E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese)
Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori "mai al governo con B." va al governo con B., ufficializzando l'inciucio che dura sottobanco da vent'anni. 
Per non darla vinta ai 5Stelle, s'infila nelle fauci del Caimano e si condanna all'estinzione, regalando proprio a Grillo l'esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tanti saluti ai "rottamatori" più decrepiti di chi volevano rottamare). 
La cosa potrebbe non essere un dramma, se non fosse che trasforma la Repubblica italiana in una monarchia assoluta e la consegna a un governo di mummie, con i dieci saggi promossi ministri e il loro programma Ancien Régime a completare la Restaurazione. 
Viene in mente il ritorno dei codini nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, con la differenza che qui non c'è stata rivoluzione né s'è visto un Napoleone. 
Ma il richiamo storico più appropriato è Weimar, con i vecchi partiti di centrosinistra che nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler. Qui per fortuna non c'è alcun Hitler all'orizzonte. 
Però c'è B., che fino all'altroieri tremava dinanzi al Parlamento più antiberlusconiano del ventennio e ora si prepara a stravincere le prossime elezioni e salire al Colle appena Re Giorgio abdicherà. 
A meno che non resti abbarbicato al trono fino a 95 anni, imbalsamato e impagliato come certi autocrati, dagli iberici Salazar e Franco ai sovietici Andropov e Cernenko, tenuti in vita artificialmente con raffinate tecniche di ibernazione e ostesi in pubblico con marchingegni alle braccia per simulare un qualche stato motorio. 
Ieri, dall'unione dei necrofili di sinistra e del pedofilo di destra, è nato un regime ancor più plumbeo di quello berlusconiano e più blindato di quello montiano, perché è l'ultima trincea della banda larga che comanda e saccheggia l'Italia da decenni, prima della Caporetto finale. Prepariamoci al pensiero unico di stampa e tv, alla canzone mononota a reti ed edicole unificate. 
Ne abbiamo avuto i primi assaggi nelle dirette tv, con la staffetta dei signorini grandi firme che magnificavano l'estremo sacrificio dell'Uomo della Provvidenza e del Salvatore della Patria, con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi. 
Le famose pompe funebri. 
Ps. Da oggi Grillo ha una responsabilità infinitamente superiore a quella di ieri. Non è più solo il leader del suo movimento, ma il punto di riferimento di quei milioni di cittadini (di centrosinistra, ma non solo) che non si rassegnano al ritorno dei morti morenti e rappresentano un quarto del Parlamento. A costo di far violenza a se stesso, dovrà parlare a tutti con un linguaggio nuovo. Senza rinunciare a chiamare le cose col loro nome. Ma senza prestare il fianco alle provocazioni di un regime fondato sulla disperazione, quindi capace di tutto." 

Editoriale da Il Fatto Quotidiano di oggi 21 aprile 2013

Andrea Scanzi

Foto: Grazie Pd(l).

Ha detto più cose di sinistra Beppe Grillo a Roma stamattina, nel suo discorso, che Bersani (e derivati) in tutta la sua vita. 
Come ha scritto oggi Travaglio: 
"Da oggi Grillo ha una responsabilità infinitamente superiore a quella di ieri. 
Non è più solo il leader del suo movimento, ma il punto di riferimento di quei milioni di cittadini (di centrosinistra, ma non solo) che non si rassegnano al ritorno dei morti morenti e rappresentano un quarto del Parlamento. 
A costo di far violenza a se stesso, dovrà parlare a tutti con un linguaggio nuovo. Senza rinunciare a chiamare le cose col loro nome. 
Ma senza prestare il fianco alle provocazioni di un regime fondato sulla disperazione, quindi capace di tutto". L'intervento e la conferenza stampa paiono andare in questa direzione. 
L'unica buona notizia di questi giorni terribili - terribili - per la democrazia italiana è la morte del Pd (che di per sé è nato morto). 
Ora si frantumerà tra bolliti (lettiani, franceschiniani, giovani vecchi turchi), renziani (i berlusconiani di quasi-sinistra, molto meno forti di quattro mesi fa) e Barca-Vendola-Civati-Marino eccetera (possibilmente con esiti migliori della tragicomica Rivoluzione Civile). 
Il bipolarismo reale, al momento, è Berlusconi versus Movimento 5 Stelle. 
Buona fortuna.

https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482

Siamo formiche.




Grillo è un fomentatore....dicono i mass-media.
Quali sono gli episodi che portano i mass-media ad affermare questa cosa?
Ho cercato nella memoria, ho cercato nella rete...nulla.
E' aggressivo a parole? E chi non lo sarebbe oggi con ciò a cui ci sottopongono?
Ma poi, è solo lui l'aggressivo? Ogni giorno ci tocca leggere o ascoltare affermazioni di inaudita violenza pronunciate da personaggi che "stallano" in politica da tempo immemorabile, ma nessuno ci fa caso, fino a farci pensare: vabbè, lo ha detto Tizio, lo ha detto Caio, li conosciamo...
Mai una parola di sdegno da parte dei giornali, dei tg, del Capo dello Stato.
Ma stanno attenti a tutto ciò che esce dalla bocca di Grillo, con l'autorizzazione ad utilizzare la "funzione della libera interpretazione".
Esecrabile.
La realtà, quella che vediamo noi che abbiamo aperto gli occhi, è che siamo entrati nell'era della peggiore dittatura e ce ne sentiamo imprigionati: impotenti, messi all'angolo, emarginati.
Il nostro parere, ciò che ci "permettono di esprimere" secondo una loro interpretazione di democrazia, non vale nulla e non c'è nulla di peggio che gridare senza essere ascoltati.
Quando non vengono riconosciuti i diritti ma solo i doveri non si può parlare di democrazia.
Quando ci "impongono" di esercitare un nostro diritto, quello del voto, e poi non ne tengono conto, non hanno fatto altro che annullarci, annichilirci, distruggerci psicologicamente.
Se non avessero bisogno di noi che produciamo ricchezza, probabilmente, ci ucciderebbero tutti.

Siamo formiche se non riusciamo a ribellarci e riprenderci la nostra dignità.


Cetta.