Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 21 novembre 2025
Garofani ha servito ai melones un bell’assist per il premierato.
giovedì 20 novembre 2025
Il Primo Ministro, Robert Fico, ha annunciato di voler intentare una causa contro l’Unione Europea che ha deciso di bloccare le importazioni di gas naturale dalla Russia verso l’UE.
La notizia che arriva dalla Slovacchia è dirompente e importantissima. Il Primo Ministro, Robert Fico, ha annunciato di voler intentare una causa contro l’Unione Europea dopo che la stessa ha deciso di bloccare le importazioni di gas naturale dalla Russia verso l’UE. Leggete con attenzione le sue parole, coraggiose:
“Vorrei informarvi, signore e signori, che ho incaricato il vice primo ministro della Repubblica slovacca, il ministro degli Affari esteri e il ministro della Giustizia, di presentare un documento alla prossima riunione del governo, in cui analizzeremo la possibilità di intentare una causa contro l’Unione europea per interrompere la fornitura di gas russo alla Slovacchia. Questa decisione ci sta causando un danno enorme”.
Bisogna dire a Giorgia Meloni di prendere appunti: questa si chiama sovranità, questo è patriottismo. Questo significa difendere i propri interessi nazionali e tutelare i propri cittadini.
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SE LEGGENDO NON VI INCAZZATE, NON STATE CAPENDO. - Il Fatto Quotidiano Da Themis & Metis
Avvertite Miranda Priestly, il più elegante dei personaggi interpretati da Maryl Streep: il Diavolo veste ministero delle Riforme istituzionali.
E scrive pure con una ricca dotazione di penne ministeriali, non prima di essersi spalmato le mani con la miglior crema fornita dalla Farnesina.
È ora di capirci qualcosa: da quando si è insediato, il governo Meloni ha investito oltre 3 milioni di euro in gadget di vario tipo da distribuire a fiere ed eventi per promuovere il proprio lavoro. O il proprio brand, in pieno stile Open to Meraviglia. Questa ricca produzione riguarda gli articoli più svariati, dalle penne alle magliette fino alle borse e i cappellini.
Tralasciando l’oggettistica a uso interno e considerando solo i gadget da distribuire, nel 2025 i ministeri hanno finora investito oltre mezzo milione.
Il #Fatto aveva già raccontato le avventure del ministero delle Riforme di Elisabetta Casellati, che ha iniziato con le shopper e ha finito con mille t-shirt personalizzate con scritta e logo del dipartimento.
Quasi 16 mila euro di gadget.
Ma un po’ tutti vogliono la propria parte. La Farnesina, per esempio, ha destinato 9 mila euro per l’acquisto di “gadget celebrativi per il 60esimo anniversario delle relazioni diplomatiche Italia-Singapore”.
Altri 4 mila euro sono serviti per “50 kit vino, 500 quaderni, 100 borse di tela e 50 zaini” da distribuire a un evento, mentre per la Festa della Repubblica il ministero di Antonio Tajani ha pensato a “1.002 creme da mani” da regalare agli ospiti della cerimonia.
Costo: 12 mila euro.
È il fascino dei gadget.
Che colpisce pure il ministero della Cultura, che in solo affidamento ha acquistato 22 mila euro di articoli, il ministero dell’Istruzione (per “prodotti e gadget con il logo del ministero”, 67 mila euro) e persino l’austero Mef di Giancarlo Giorgetti, che si è lasciato andare a un’infornata da 64 mila euro.
Penne, Magliette, borse e quant’altro.
Andando al 2024 il conto per i gadget è ancora più alto, intorno al milione di euro. E qui la voce grossa la fanno in due: il ministero dell’Agricoltura di Francesco Lollobrigida, che si è dato da fare con un affidamento da 77 mila euro per promuovere il suo dicastero; e il vicepremier Matteo Salvini, 119 mila euro per prodotti brandizzati.
Se si aggiungono i quasi 900 mila euro del 2023 e gli scampoli di 2022, si arriva ai 3 milioni di cui sopra nell’arco dei tre anni di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Oltre ai ministeri già citati,
il Viminale non fa mancare oggettistica della Polizia di Stato. Per esempio, nel 2023 ha distribuito ben 40 mila “agendine scolastiche personalizzate”, al costo di 90 mila euro.
Per chi volesse cambiare genere, c’è poi il Dipartimento Casa Italia di Palazzo Chigi, più frugale ma fantasioso.
La scorsa estate, all’interno di un affidamento da 5 mila euro, ha commissionato vari articoli tra cui “shopper in cotone 140 grammi con manici lunghi e soffietto”, “portachiavi a forma di casa”, “salvadanaio in forma di casa, in plastica”,
“mouse pad per sublimazione con superficie in poliestere e gomma sul fondo”.
Messa tutta insieme, ce n’è per mettere su una multinazionale:
dal tessile alla cancelleria. Testimonial, i ministri.
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CROSETTO DOUBLE FACE - Marco Travaglio
Non so se avete letto attentamente quel che dice il ministro Crosetto nel rapporto presentato lunedì al Consiglio Supremo di Difesa: l’Italia e l’Ue devono continuare a prosciugare le proprie casse e i propri arsenali per Kiev come se non ci fosse un domani, ma si sa che è tutto inutile, anzi ogni giorno che passa è un vantaggio per la Russia e un danno per l’Ucraina. Dopo 45 mesi di guerra, centinaia di migliaia di morti, 300 miliardi buttati e vari negoziati sabotati da Nato&C., Crosetto scopre che la “resistenza si traduce principalmente in una capacità di ‘guadagnare tempo’, senza riuscire verosimilmente a generare le condizioni per riconquistare i territori occupati o invertire in modo significativo l’andamento del conflitto”.
lunedì 17 novembre 2025
SE LO DICE UN EX GENERALE DELLA NATO … “MAI DISCUTERE CON UN IMBECILLE: PRIMA TI TRASCINA AL SUO LIVELLO E POI TI FREGA CON L’ESPERIENZA”.
MA MI FACCIA IL PIACERE di Marco Travaglio.
Tatuiamoci e partite.
“Ci sono battaglie che segnano epoche e cambiano il corso della storia. La guerra in Ucraina e quello che stanno facendo gli ucraini per la loro e per la nostra libertà è una di quelle.
Per questo ho deciso di tatuarmi il tryzub, ovvero il tridente simbolo del principato di Kyiv che preesiste a quello di Mosca.
Non pensavo di scatenare tutte queste reazioni, ma se la Russia ha paura di un tatuaggio (Carlo Calenda, leader Azione, Rai3, 10.11).
Ultim’ora: accanto al tridente, Calenda si tatua un water d’oro.
Non avrai altro pirla.
“Pensavo di essere l’ultimo pirla che si era fidato di Renzi, non ero l’ultimo e questo mi rassicura” (Calenda, 31.7.24).
“Caro Marco Travaglio, sempre apprezzando la signorilità del giornale che dirigi, ti rispondo affettuosamente meglio Pirla che Putiniano” (Calenda, X, 12.11.25).
L’unico pirla che può dare del pirla a Calenda è Calenda.
L’insaputo.
“Il più grande sconto ai ‘ricchi’ l’ha fatto Draghi. Giorgetti:
‘E massacrano noi…’” (Verità, 10.11).
Lui nel governo Draghi era solo il ministro dello Sviluppo Economico.
La parola all’esperto.
“Le tangenti in Ucraina? I corrotti ci stanno sempre in tutto il mondo” (Antonio Tajani, vicepremier FI, 14.11).
Sennò lui non avrebbe un partito.
The Fox.
“L’Ucraina è incorruttibile”.
“Ville in Svizzera e milioni all’estero: ecco la Tangentopoli che assedia Zelensky. Due ministri costretti alle dimissioni, fedelissimi in fuga: il presidente ora teme l’effetto valanga”
(Anna Zafesova, Stampa, 13.5 e 13.11).
Ammazza che volpe.
Ha stato Putin.
“Una giornata da dimenticare per Richetti, capogruppo di Azione, vittima di un doppio furto durante il rientro in treno da Brescia a Roma. ‘Stavamo rientrando da Brescia, con Calenda e Rosato… E a Calenda gli è scappata pure la battuta:
Matteo, forse coi russi stiamo esagerando…’” (Adnkronos, 13.11).
È la vendetta di Putin per il tatuaggio.
Lavoratoriiii!
“Gasparri: ‘Ma che lavoro ha fatto Fico finora?’” (Libero, 10.11).
Ha parlato il metalmeccanico.
Cattivi bidelli.
“Sofia Ventura è stata allieva di Angelo Panebianco”
(Stefano Folli, Robinson-Repubblica, 9.11).
Ah, quindi non è tutta colpa sua.
Lollo in ammollo.
“Se Gratteri indaga come cita, peggio mi sento” (Francesco Lollobrigida, ministro FdI dell’Agricoltura, Foglio, 14.11).
A proposito: com’era la citazione evangelica sulla moltiplicazione dei vini?
L’ideona.
“Ancora lame, ancora violenza, il ministro Piantedosi venga subito in aula a rispondere, se hanno una idea, una strategia su questa piaga.
Abbiamo una proposta di legge sui coltelli, discutiamola con urgenza” (Nomfup, alias Filippo Sensi, deputato Pd, 3.11).
Giusto: aboliamo i coltelli, così i tagliagole passano alle forchette.
Nuovi testimonial.
“Pierluigi Battista promuove il Sì”, “Marco Rizzo: io ex comunista voterò Sì” (Giornale, 10.11).
“Tarfusser spariglia il fronte del No” (Dubbio, 12.11).
“Lamberto Dini: ‘La riforma Nordio va sostenuta’” (Riformista, 14.11). “Pina Picierno: ‘Separare giudici e pm non è eversione’” (Dubbio, 14.11). “Michele Vietti: ‘Questa riforma va difesa’” (Giornale, 15.11). “Tiziana Maiolo: ‘La dura vita dei sostenitori del No’” (Dubbio, 15.11).
Ma allora ditelo che volete far vincere il Sì.
Fuori chi.
“Comitato per il Sì in campo. Di Pietro: ‘Fuori i partiti’” (Messaggero, 13.11).
Al suo fianco, i forzisti Costa e Cangini annuiscono giulivi.
L’ultimo giapponese.
“Basta balle, l’Iraq ci dice che la guerra di Bush era giusta e che ‘nation building’ ed esportazione di democrazia e benessere non sono bestemmie” (Giuliano Ferrara, Foglio, 15.112).
Altre cazzate?
Il miracolato.
“Sotto un governo di sinistra – quello di Enrico Letta – il sottoscritto venne arrestato, secondo caso nella storia repubblicana dopo quello di Guareschi” (Alessandro Sallusti, Giornale, 10.11).
No, fu il 13° caso.
Però fu il primo di un giornalista arrestato e salvato dalla grazia di un presidente di sinistra: Napolitano.
Senti chi parla.
“Iervolino, i guai sul tax credit del produttore che finanzia il nuovo giornale di Casalino” (Repubblica, 13.11).
Non tutti hanno la fortuna di avere un editore indagato per frode fiscale e truffa allo Stato che chiede i lavori socialmente utili e restituisce al fisco 183 milioni di tasse evase.
Il titolo della settimana/1.
“La difesa di Zelensky: controlli a tappeto sugli appalti pubblici” (Repubblica, 14.11).
Casomai ne fosse rimasto qualcuno regolare.
Il titolo della settimana/2.
“Il giusto no del Corriere a Lavrov. Le interviste senza contraddittorio sono propaganda (e non vale solo con i russi)” (Foglio, 14.11).
Vale anche per il Foglio con Calenda e Renzi?
Il titolo della settimana/3.
“Confondere la libertà di espressione con il diritto di menzogna” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 13.11).
Tipo inventare una sentenza di Cassazione che assolve Berlusconi da morto sui rapporti con la mafia per cui non l’avevano mai processato da vivo.
Il titolo della settimana/4.
“Giustizia, una terza via per il referendum”
(Folli, Repubblica, 13.11).
Il Ni.
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domenica 16 novembre 2025
Separazione delle carriere, Zagrebelsky: “Questa riforma ha come scopo intimidire i pm”. -
Folla per il dibattito con il giurista e Travaglio.