martedì 29 maggio 2018

Popolo, democrazia, queste parole ormai svuotate, desuete, private di ogni fascino.

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Noi siamo il popolo, quello sovrano, lo sancisce la Costituzione nel primo articolo che recita: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." "La democrazia (dal greco antico: δῆμος, démos, "popolo" e κράτος, krátos, "potere") etimologicamente significa "governo del popolo", ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato con l'insieme dei cittadini che ricorrono ad una votazione." (wikipedia) Ciò che è successo in questi giorni in Italia è estremamente grave perché poche persone si sono arrogate il diritto di decidere, in base a chissà quali criteri, ciò che ritengono sia necessario fare per il popolo che dovrebbe essere, invece, sovrano e, quindi, decidere da chi essere governato, come essere governato e che cosa ritiene sia necessario che venga messo in pratica per la propria sopravvivenza. Chi governa, in altri termini, dovrebbe tradurre in realtà ciò che il popolo vuole. Ma in Italia, da un po' di tempo a questa parte, la parola democrazia viene liberamente interpretata e trasformata in una forma poco soft di "governo oligarchico, tecnocratico", sono in pochi, infatti, a decidere, a torto o a ragione, che cosa sia giusto fare, caricando, oltretutto, sulle spalle del popolo tutti gli oneri derivati dalla loro libera interpretazione sfociata in errori macroscopici dagli effetti devastanti. Stare o meno in Europa, in ogni caso, è una decisione che avremmo dovuto prendere noi, ma l'hanno presa loro; uscire o restare in Europa è una decisione che dovremmo prendere noi, è un nostro diritto sancito dalla Costituzione che ci definisce popolo sovrano. Ma una piccola parte delle Istituzioni, pressata da chissà chi o che cosa, ha deciso, con arroganza inaudita, che non è una nostra prerogativa scegliere un ministro a noi gradito perché di parere opposto a quello degli oligarchi di turno, ed ha invalidato il nostro sacrosanto diritto esercitato legalmente alle urne. Quello che è successo in questi giorni è gravissimo, inammissibile ed inaccettabile. Ieri ci hanno espropriato del nostro unico potere, hanno reso nullo l'ultimo diritto rimastoci: quello del voto alle urne. By Cetta

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