giovedì 23 luglio 2020

Lo Stato vende, ma l’affare è dei privati. I Benetton fanno il colpo immobiliare. - Nicola Borzi

Lo Stato vende, ma l’affare è dei privati. I Benetton fanno il colpo immobiliare

Nel centro di Roma - La famiglia veneta acquista i Palazzi ceduti dal Fip a prezzi non proprio alti.
A quasi 16 anni di distanza, la maxi cartolarizzazione di fine 2004 di immobili pubblici per 3 miliardi realizzata dal governo Berlusconi si rivela per ciò che è: un grande affare. Non per lo Stato, però: per molti grandi investitori privati che hanno comprato edifici di pregio dal Fondo immobili pubblici (Fip) a sconto e li hanno rivenduti e riaffittati a valori di mercato, grazie a preziose consulenze di ex dirigenti del Fip stesso.
Gli ultimi due esempi si concentrano nel cuore di Roma, in piazza Augusto Imperatore. L’edificio da 22mila metri quadrati tra la piazza, via della Frezza, via di Ripetta, via del Corea e via Soderini non è stato l’unico acquisto recente di Edizione Property. L’immobiliare della famiglia Benetton l’11 dicembre 2018 ha comprato per 150 milioni il palazzo dal Fip gestito da Investire Sgr, la società controllata da Banca Finnat della quale Regia Srl dei Benetton è socia con l’11,6%. Il 5 marzo scorso sempre i Benetton hanno finalizzato l’acquisto di 15mila metri quadrati nell’altro palazzo tra piazza Augusto Imperatore, via dei Pontefici, via del Corso e largo dei Lombardi. Atlantica Properties, società della famiglia Rovati, eredi della società farmaceutica RottaPharm, lo aveva comprato dal Fip il 28 settembre 2016 per 94,5 milioni più tasse e oneri per altri 2,9: dopo un anno di trattativa, lo ha venduto ai Benetton per 122.
Chi ha fatto l’affare? Di certo non l’Inps, che aveva ceduto gli immobili al Fip per un valore che il Fondo non vuol rendere noto. Per il primo edificio il valore di mercato a fine 2018 era di 180 milioni circa, per il secondo il prezzo è in linea con le quotazioni di fine 2019. Edizione Property ha affittato il primo palazzo alla catena di hotel Bulgari per 150 milioni in 10 anni e per il secondo risponde che “non commenta i valori economici. Il progetto non è ancora stato definito ma rispetterà tutte le norme e i vincoli”. Con la riqualificazione della piazza e del mausoleo pagata con 8 milioni da Fondazione Tim, tutta l’area sarà comunque valorizzata.
Il secondo edificio fu messo in vendita a maggio 2016 con una gara. Su 150 investitori istituzionali contattati, arrivarono quattro offerte tra 70 milioni e 95 milioni: la maggiore era di Atlantica Properties per 94,5 milioni corrispondente, secondo il Fip, a “un rendimento netto di circa l’1,6%”. Non un gran ritorno per il Fondo. Invece dopo appena tre anni e mezzo Atlantica Properties, vendendo ai Benetton, ha ottenuto una plusvalenza lorda di 24,6 milioni: il 25%.
Il merito è di Atlantica Real Estate, Srl (Are) che sin dalla fondazione nel 2015 è consulente immobiliare della società dei Rovati. Are per il 94% è di Clemente Di Paola, manager che nel 2000 ha fondato con Banca Finnat proprio Investire Immobiliare Sgr della quale, oltre che azionista, è stato direttore generale fino al 2008 gestendo il Fip. Da Investire ad Are con di Paola sono passate anche Stefania Macchia ed Eva Miceli. Grazie a Di Paola Atlantica Properties ha realizzato molte operazioni immobiliari e per i buoni consigli ricevuti dal 2015 al 2019 ha pagato ad Are commissioni per 15,9 milioni. Ma i legami non si fermano qui. In Are dal 2015 sino a maggio era vicepresidente il principe e finanziere Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini che dal 2015 sino a maggio scorso è stato anche consigliere della Fidim, la holding dei Rovati. Are ha sede nel palazzo romano dei Pallavicini in via 24 maggio al 43 dove c’è anche Athena Investments, società della quale il principe è vicepresidente. Contattate, né Atlantica Properties, né Are né Athena Investmens hanno commentato.
Molti affittuari non accettano lo sfratto da piazza Augusto Imperatore: fioccano le cause contro i nuovi proprietari che non hanno riconosciuto la prelazione, come quelle dei ristoranti Gusto e Alfredo l’originale. Non ci stanno pure i quaranta giornalisti che dal 2014 lavorano nella Sala stampa italiana, ristrutturata a spese loro con un affitto che scade tra due anni. C’è poi chi lì ci vive in affitto, come Jas Gawronski. Insieme ad altri inquilini l’ex corrispondente Rai, portavoce di Berlusconi, senatore ed eurodeputato ha fatto ricorso al Tar per ottenere il diritto di comprarsi l’attico con terrazzo dove da 18 anni ammira il mausoleo di Augusto.

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