sabato 29 agosto 2009

De Magistris: Donne rompete il tetto di cristallo - di Luigi De Magistris

da liberacittadinanza.it

Rompere il "tetto di cristallo", come sostiene il movimento femminile e femminista, per guardare il cielo senza filtri opprimenti: il cammino delle donne è un percorso che parte dagli anni '70 e che dura tutt’ora.
Scandito da molte vittorie che hanno permesso il progresso non solo delle donne ma dell’intero Paese: dalla liberazione sessuale al diritto ad una maternità consapevole, dal divorzio fino alla battaglia per l’accesso paritario all’istruzione e al lavoro.
Le conquiste sono state faticose, nella dimensione pubblica come in quella privata. Il percorso è stato lastricato di ostacoli: una Chiesa resistente e un potere fortemente patriarcale hanno spesso creato un muro di gomma, con il mondo maschile che, altrettanto spesso, si è dimostrato silenzioso spettatore, incapace in alcuni frangenti di capire veramente la portata del cambiamento.
Eppure questo cammino, che ancora cerca di arrivare a distruggere completamente il “tetto di cristallo”, è oggi minacciato da una rivoluzione culturale regressiva: quella dell’ “utilizzatore finale”, delle veline in Parlamento, dei soli corpi in tv, del “papi” pubblico-istituzionale e dei tanti “papi” privati che il primo giustifica e alimenta come modello.
Se la politica si è macchiata trasversalmente dell’incapacità di rispondere alle domande che provenivano e provengono dal mondo femminile, con l’epoca Berlusconi l’incapacità è diventata imponente e spudorata. Oggi per le donne trovare risposta alle proprie rivendicazioni è ancora più difficile nella (in)cultura berlusconiana. Ridotte a solo corpo, possibilmente bello e appariscente; convinte che esso sia la garanzia di successo (anche politico) e per questo indotte a venderlo; di fatto considerate merce tra le merci nell’epoca in cui tutto si vende perché tutto si può comprare.
Mai come in questi mesi la cronaca del potere ha confermato che è forse nella “nuova” concezione della donna che meglio si ravvisano i segni della distorsione prodotta dal berlusconismo. Si oscilla tra “l’angelo del focolare” e “l’oggetto impudico”. Il primo ispira leggi e scelte sempre più restrittive da parte del governo (fecondazione assistita, assalto alla 194, incapacità di lottare contro la discriminazione salariale, assenza di welfare), il secondo, imposto per mezzo delle tv, alimenta invece il mercato e possibilmente allieta anche i circoli del potere (maschile). In entrambi i casi, comunque, oggetto passivo del volere dell’uomo: da santificare o da usare, ma sempre da gestire, perché mai considerato nella sua capacità di scegliere liberamente.
Così nella cultura e nell’epoca di “papi”, le ragazze possono e devono anche studiare o impegnarsi, consapevoli però che il successo, in ogni ambito, passa per l’auto-promozione e l’auto-svendita del proprio corpo come strada più rapida per l’ascesa.
Per le donne la sfida è allora doppia. Contrastare la tradizionale discriminazione e continuare ad estendere la frontiera della loro libertà, ma anche respingere un modello, quello di “papi”, che rischia di diventare un ostacolo al loro cammino. Sono convinto che la sfida non potranno che vincerla loro.

http://temi.repubblica.it/micromega-online/de-magistris-donne-rompete-il-tetto-di-cristallo/

Dai Silvio, vieni in tribunale - di Giuseppe Giulietti.

Per una volta ci sentiamo di elogiare in pubblico Berlusconi e i suoi avvocati, infatti hanno deciso di denunciare il quotidiano Repubblica per le 10 domande che continua a rivolgere, per altro invano, al presidente medesimo.
Adesso, tuttavia, debbono davvero farci sognare e non fermarsi qui.
Dal servizio d’ordine berlusconiano ci attendiamo in rapida successione denunce a pioggia contro la stampa estera, querele a catinelle contro la stampa cattolica che ha osato sollevare la questione morale, il ritiro delle concessioni a quelle poche emittenti che hanno dato le notizie contestate, lo stralcio delle interrogazioni parlamentari già presentate, l’immediata cacciata, per altro già programmata, dei direttori di Rai Tre e del Tg3 che non hanno ancora riunciato spontaneamente al libero esercizio del diritto di cronaca, contro il quale per altro è già pronta la legge cappuccio sulle intercettazioni.
Da re Silvio ci aspettiamo tutto questo, aiutato magari da Bossi che ci ha fatto sapere che il vecchio amico è forse vittima di un complotto ordito dalla mafia, subito dopo si è chiuso in bagno e si è fatto una pantagruelica... risata.
Un solo dubbio ci tormenta: il presidente accetterà di presentarsi in tribunale e di rispondere almeno alle domande del giudice? Magari vorrà farne qualcuna più di dieci, magari convocherà in aula il signor Letizia, grande protagonista dimenticato di questa storia, oppure vorrà sentire la signora Veronica che ha dato inizio alla vicenda e che non ha mai voluto ritrattare alcunché.
Accetterà il vecchio leone di presentarsi nelle aule oppure non concederà facoltà di prova, oppure rifiuterà ogni contraddittorio magari nascondendosi dietro il dolo Alfano?
Vogliamo sperare di sì, forse non ha voluto rispondere a Repubblica solo perchè gli stanno sulle scatole, forse ha riservato il suo pubblico pentimento alla processione della Perdonanza e al processo contro il quotidiano diretto da Ezio Mauro, forse in quell’aula ci stupirà tutti con effetti speciali e rassegnerà le dimissioni, smentendo tutte le nostre cattiverie di questi anni.
Se fossimo in un paese semi normale, da domani tutti i giornali, anche i più distanti da Repubblica, dovrebbero impegnarsi a ripubblicare le 10 domande, tanto per far capire che a nessuno può essere concesso scherzare con l’articolo 21 della Costituzione.
Probabilmente non accadrà, allora ciascuno di noi le rimetta sul suo sito, sul suo blog, dove cavolo può e vuole, persino sulla tovaglia di carta della pizzeria, ma facciamogli capire che non riuscirà mai a comperare tutto e tutti.
Giuseppe Giulietti

http://temi.repubblica.it/micromega-online/ora-silvio-vieni-in-tribunale/

venerdì 28 agosto 2009

I venditori di cammelli - di Peter Gomez

Tra tutti i supporter di Silvio Berlusconi quello che non delude mai è Renato "Betulla" Farina.

L'ex (?) fonte a pagamento dei servizi segreti militari in questi giorni sta dando il meglio di sé per convincere i suoi lettori (de "Il Giornale) ed elettori (del Pdl) che la visita del premier in Libia, per celebrazioni del colpo di Stato del dittatore Muammar Gheddafi, è una buona cosa.
La vicenda è nota.
La scorsa settimana il colonnello Gheddafi ha accolto come un eroe Abdelbaset al-Megrahi, lo 007 libico condannato in Scozia per la strage di Lockerbie.
Le immagini delle manifestazioni di giubilo riservate in patria a un terrorista responsabile di 270 morti hanno suscitato imbarazzo in tutto il mondo. In Gran Bretagna, dove pure si discute di un possibile accordo commerciale segreto che starebbe dietro la decisione scozzese di liberare per motivi di salute al-Megrahi, il premier Gordon Brown si è detto «infuriato e disgustato» per l'accoglienza ricevuta dalla spia e il principe Andrea ha annullato una visita ufficiale a Tripoli. Negli Stati Uniti verrà impedito a Gheddafi di impiantare la propria tenda a Central Park. In Italia l'opposizione è insorta e anche nel centro-destra vi sono parecchi mal di pancia.

Per giustificare il viaggio di Berlusconi, la Farnesina e il governo ricorrono così alla realpolitik: spiegano che il petrolio e il gas sono importanti; che la Libia è essenziale per arginare le ondate di migranti; che l'elenco delle attività economiche libiche in Italia e di quelle italiane in Libia è particolarmente corposo.

Fin qui tutto normale. Ciascuno di questi argomenti può essere condiviso o respinto a seconda dei punti di vista. Certo, si potrebbe ricordare che proprio Berlusconi il 5 dicembre del 2003, in un'intervista al New York Times, aveva teorizzato l'uso della della forza per convincere i dittatori a venire a più miti consigli. E ci si potrebbe persino rallegrare del fatto che oggi abbia abbandonato l'idea di fare la guerra per «esportare la democrazia», anche se tra un premier guerrafondaio e un premier zerbino esiste senz'altro una via di mezzo.

Meno normali sono invece gli argomenti messi sul tavolo da Farina. Betulla, a chi protesta dicendo che non si fanno accordi con i paesi che non rispettano i diritti umani, risponde per iscritto sostenendo che in fondo «nella partita dell'orrore» Italia e Libia sono alla pari. Infatti: «La Libia considera l’aborto un crimine e non lo legalizza. L’Italia invece lo consente. Autorizza una strage, nega i diritti umani di un bambino nascituro».

Poi, a voce, aggiunge al suo ragionamento un carico da 90. Anzi un'inquietante rivelazione. Quando su Skynews gli chiedono se sarebbe egualmente favorevole ai buoni rapporti con Gheddafi se i libici oltre ad aver ammazzato quasi 300 persone in Scozia, avessero fatto altrettanto in Italia, lui spiega che la questione non si pone visto che per Lockerbie, Gheddafi è senz'altro innocente. Dice Farina: «In molte cancellerie occidentali si sa che quella strage è di responsabilità dell'Iran». Il fatto che al-Megrahi sia stato condannato per lui non conta. E non conta nemmeno che la Libia abbia risarcito con centinaia di milioni di dollari le famiglie delle vittime, ammettendo così di fatto la propria responsabilità. Risponde Farina: «Tripoli era sotto ricatto (cioè temeva rappresaglie ndr)».

Ovviamente Betulla, da vero venditore di cammelli, non cita nemmeno un dato o un elemento di fatto che possa corroborare le sue tesi. E così la sua uscita lascia spalancata la porta a un interrogativo, questo sì, decisamente inquietante: ma se nel Sismi c'era qualcuno (il vecchio vertice scelto da Berlusconi) disposto a pagare le informazioni ricevute da una fonte del genere, siamo davvero sicuri che i gli 007 nostrani siano ancora in grado di garantire la sicurezza del Paese?

Tratto da:
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

Tipi da spiaggia crescono. - di Marco Travaglio.

da "A" (penultimo numero in edicola)
Dal villaggio globale al villaggio turistico: tre categorie di italiani in vacanza che si ispirano ai (peggiori) format di politica e televisione.
Osservando i tipi da spiaggia in un villaggio turistico italiano all’estero, interamente popolato da nostri connazionali, non si riesce a sciogliere il dilemma: sono gli italiani “normali” a imitare i cosiddetti vip delle cronache politico-mondane, o viceversa? Quest’estate, sbirciando disteso sotto l’ombrellone attraverso gli occhiali da sole la varia umanità che zampettava sul bagnasciuga, sono rimasto molto colpito da alcune tipologie di italiani in vacanza: gli emblemi della classe dirigente italiota di oggi e di domani. Una visione comunque incoraggiante, che induce all’ottimismo.

Il Supercafonal. Tizio di mezza età, capello brizzolato ma ben curato, bermuda rosa, maglietta bianca con enorme patacca firmata sul petto e colletto rialzato sulla nuca, ciabatta infradito, mani in tasca, pancia in fuori, camminata da ganassa con piedi piatti, suoneria del cellulare a manetta. Segni particolari: timbro della voce a prova di sordomuto. Quando saluta un amico, lo fa con urla lancinanti da distanze chilometriche (“carissimoooooooo!”), affinchè chi riposa si svegli, chi legge sia costretto a smettere, chi chiacchiera debba interrompere il discorso a metà, e tutti si concentrino sulla sua persona e si interroghino sui suoi educatori, cioè verosimilmente il canaro e Vanna Marchi. I decibel si moltiplicano vieppiù quando il raffinato figuro parla al telefono: trovandosi lontano dall’interlocutore rimasto in Italia, tenta di coprire la ragguardevole distanza con la voce, per sopperire a eventuali carenze di “campo” telefonico. Tutti i presenti nel raggio di alcune migliaia di chilometri devono sentire che sta bene, che si sta divertendo un mondo e che non sanno che cosa si perdono a non trascorrere le ferie in sua compagnia. Ha un futuro assicurato in politica, o in televisione, o in tutt’e due le attività.

Il Papi. Individuo di sesso maschile, ormai prossimo alla settantina, statura inferiore al metro e sessanta, cuoio capelluto frontale devastato da vani tentativi di trapianto pilifero, chioma canuta e rada sul davanti ma lunga e fluente sulle spalle, collanine variopinte e giovanilistiche a impreziosire il petto villoso e grinzoso lasciato in bella mostra da camicie di lino rosso spalancate fino all’ombelico, si accompagna con due o tre ragazze slave con cui comunica a rutti e gesti e che potrebbero essere le sue figlie o, più probabilmente, le sue nipoti. Sempre attentissimo a non farsi sorprendere con libri o giornali sotto il braccio, ritiene La Settimana Enigmistica e il tressette pericolosi sintomi di intellettualità, dunque passa le sue giornate a non fare una beneamata mazza bighellonando su e giù e lanciando occhiatacce a chi estraesse dalla sacca un qualunque oggetto cartaceo, foss’anche una copia di Topolino o un mazzo di napoletane. Incrocio perfettamente riuscito fra il presidente del Consiglio e Briatore, dev’essere per forza impegnato in politica o in televisione, o in entrambe le attività.

Veline & Velini. I nove decimi delle ragazze e dei ragazzi presenti nel villaggio si aggirano ciabattando con sguardo tra l’annoiato e il depresso, espressione da condannato a morte consenziente o rassegnato. Il taglio di capelli è fisso, d’ordinanza: per i maschi quello del calciatore medio o dell’inquilino della casa del Grande Fratello (capelli sparati qua e là da forti scosse dell’alta tensione), per le femmine quello della velina media o dell’inquilina della casa del Grande Fratello (capelli lunghi lisci con frangia da una parte). Si capisce benissimo che faranno politica e/o televisione, ma non subito: sono ancora troppo freschi di studi

Da http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

Lo spazio dell'umorismo.

I calciatori della nazionale sono in visita guidata presso un parco botanico di Hannover, quando improvvisamente si accorgono che all'appello per ritornare sul pullman manca Totti.

Cominciano affannose ricerche e dopo un po' viene trovato tra i rami di un albero.

I compagni di squadra:

- France', è da un sacco di tempo che ti stiamo cercando! Ma che ci fai su quest'albero?!?

Francesco ingenuamente:

- E che ne so? C'era scritto "Salice"!!!

giovedì 27 agosto 2009

Brlusconi si confessa.

Berlusconi: 'Signor parroco, mi vorrei confessare.
'Parroco: 'Certo figliolo, qual è il tuo nome?
'Berlusconi: 'Silvio Berlusconi, padre.
'Parroco: 'Ah! Ah! Il presidente del Consiglio!?
'Berlusconi: 'Si, padre.'
Parroco: 'Ascolta, figliolo, credo che il tuo caso richieda unacompetenza superiore. E' meglio che tu ti rechi dal Vescovo.
'Così Berlusconi si presenta dal Vescovo, chiedendogli se può confessarlo.
Vescovo: 'Certo, come ti chiami?'
Berlusconi: 'Silvio Berlusconi'Vescovo:
'Il presidente del Consiglio? No, caro mio, non ti possoconfessare: il tuo è un caso difficile. E' meglio che tu vada in Vaticano.
'Berlusconi va' dal Papa.
Berlusconi: 'Sua Santità, voglio confessarmi.
'Papa: 'Caro figlio mio, come ti chiami?
'Berlusconi: 'Silvio Berlusconi'
Papa: 'Ahi! Ahi! Ahi! Figliolo! Il tuo caso è molto difficile per me.Guarda qui, sul lato del Vaticano c'è una cappella. Al suo internotroverai una croce. Il Signore ti potrà ascoltare.
'Berlusconi, giunto nella cappella, si rivolge alla Croce:
'Signore,voglio confessarmi.
'Gesù: 'Certo, figlio mio, come ti chiami?
'Berlusconi: 'Silvio Berlusconi.'
Gesù: 'Ma chi? Il Presidente del Consiglio?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'L'ex amico di Craxi ?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'L'inventore dello scudo fiscale per far rientrare dalle isoleCayman e da Montecarlo tutti i soldi che i tuoi amici hanno sottratto alfisco?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'L'amico dei Neo-Fascisti e Neo-Nazisti, particolare che si èdimenticato di riferire al Congresso americano?
'Berlusconi: 'Ehm... si, Signore.
'Gesù: 'Quello che ha abbassato dell'1% le tasse dirette e costrettocomuni/province/regioni ad aumentare le tasse locali del 45% pertenere aperti asili, trasporti, servizi sociali essenziali ?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha ricandidato 13 persone già condannate con sentenzapassata in giudicato?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha modificato la legge elettorale in modo che siano lesegreterie di partito a scegliere gli eletti e non più I cittadini?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha abolito la tassa di successione per i patrimonimiliardari e subito dopo ha cointestato le sue aziende ai figli?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha quadruplicato il suo patrimonio personale e salvatole sue aziende dalla bancarotta da quando è al governo eche dice che è entrato in politica gratis per il bene degli italiani?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha epurato dalla RAI I personaggi che non gradiva?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha fatto la Ex-Cirielli, la Cirami e la salva-Previti?'Berlusconi: 'Si, signore.'Gesù: 'Quello che ha fatto una voragine nei conti dello stato e ha cambiato 3 volte ministro del tesoro?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha dato, a spese degli italiani, il contributo per il decoder digitale per permettere al fratello di fare soldi con una società che li produceva ?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha depenalizzato il falso in bilancio e ha introdotto lagalera per chi masterizza I DVD ?
'Berlusconi: 'Si, signore.
'Gesù: 'Quello che ha permesso alla Francia di saccheggiare la BNL e siè fatto prendere a pesci in faccia quando ENEL ha tentato diacquisire una società francese ?
'Berlusconi: 'Ehm... sono sempre io, Signore.
'Gesù: 'Figlio mio, non hai bisogno di confessare. Tu devi solamenteringraziare.
'Berlusconi: 'Ringraziare???? E chi, Signore?
'Gesù: 'Gli antichi Romani, per avermi inchiodato qui. Altrimenti sareisceso e t'avrei fatto un CULO COSI'!!!

mercoledì 26 agosto 2009