mercoledì 20 gennaio 2010

Le prme immagini del terremoto ad Haiti.

Istigazione a delinquere

di Giorgio Bongiovanni - 19 gennaio 2010

Questo editoriale, di cui mi assumo la piena responsabilità, non intende assolutamente offendere l'uomo Giorgio Napolitano, ne le intenzioni con cui, in probabile buona fede, ha indirizzato la sua lettera ad Anna Craxi, la vedova del segretario del PSI Bettino Craxi.

Il mio giudizio è asetticamente nel merito del suo significato istituzionale.

La mia fede cristiana mi impone di non giudicare la persona, ma bensì un atto che considero di particolare gravità.

Leggendo questa lettera non ho potuto fare a meno di provare la sensazione che le parole del Capo dello Stato possano risuonare alle orecchie di tutti i cittadini italiani e soprattutto di quei giovani che si affacciano ora al mondo della politica come una pericolosa istigazione a delinquere. Secondo la più alta carica dello Stato infatti dovrebbero sentirsi autorizzati a commettere ogni sorta di ruberia, di ladrocinio, di saccheggio ai danni dei propri concittadini, nella certezza che alla fine tutto, o in parte, sarà loro perdonato.

Non solo.

Che sarà addirittura esaltato il loro talento, se sapranno essere “grandi statisti” come lo è stato Craxi.

E non importa se ha truffato, se ha attuato una politica nefasta, “la sua figura complessiva – come ha detto Napolitano – non può venir sacrificata”.

Di fronte a queste vergognose parole un Parlamento sano dovrebbe chiedere l'impeachment. L'immediato allontanamento di quel Presidente della Repubblica che calpestando gli stessi principi della Costituzione che è stato chiamato a proteggere e garantire istiga i futuri giovani ledears politici a delinquere.

Ciò che voglio credere è che questa istigazione sia incosciente. Che sia fatta, per quanto possibile, in buona fede. Perché solo una totale incoscienza può giustificare una simile ipocrisia e può aver spinto la mano di Napolitano a scrivere questa famigerata missiva.

Intanto però al Presidente dico che italiano non mi sento più. Che voglio essere esule di una patria che non mi appartiene. Anche se amo l'Italia, anche se amo la mia terra, la Sicilia, ma non mi sento rappresentato dal vertice delle nostre istituzioni.

L'anno scorso noi di ANTIMAFIADuemila abbiamo chiesto udienza al Presidente della Repubblica per condividere con lui i nostri progetti futuri, seppur modesti, a favore della legalità nella lotta contro tutte le mafie.

La segreteria personale ci aveva risposto, chiedendoci di attendere ed assicurandoci che Napolitano era solidale con i nostri progetti.

Dopo questa assurda lettera ritiriamo ufficialmente la nostra richiesta.

Non vogliamo incontrare un Presidente che riabilita “la figura complessiva di Bettino Craxi”. Uno dei più grandi ladri e delinquenti che l'Italia abbia mai avuto.

Certo è che guardando allo sconfortante scenario mondiale comprendo che questo vertice si allinea perfettamente al potere che domina il mondo. E che passa attraverso la grande finanza, la grande economia così come è puntualmente spiegato nell'articolo scritto dal nostro amico Giulietto Chiesa, che appare qui in anteprima e che sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista ANTIMAFIADuemila.

A leggere di questi temi viene certamente la pelle d'oca.

Perché è chiaro che l'istinto a delinquere, a truffare, a rubare è nel Dna di tutti coloro che hanno nelle mani il mondo.

E che hanno fatto dell'illegalità un valore e della legalità un disvalore.
Noi però ci sentiamo diversi.

Noi apparteniamo a quella schiera di “poveri illusi”, e non sono pochi, che vivono ancora di “concetti superati”.

Che vorrebbero l'uguaglianza per tutti, i diritti per tutti, che non accettano le ingiustizie di un mondo in cui ogni 3 secondi un bambino muore di fame.
Un mondo che andrà verso l'autodistruzione se non si ritornerà, il più in fretta possibile, a una nuova questione morale.

Senza se e senza ma.

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/24124/78/

Le Monde: “La memoria corta degli italiani”



Craxi, o la memoria corta degli italiani”: si intitola così una “lettera dall’Italia” del corrispondente da Roma del quotidiano francese, Le Monde, pubblicata ieri.
“A 420 euro, trasporto e notti di albergo comprese, i tre aerei partiti venerdì 15 gennaio da Milano, Roma e Palermo, destinazione Hammamet sono stati subito riempiti”, esordisce Philippe Ridet, aggiungendo che a “fe d e l i ” e “nostalgici” di “colui che ha incarnato la corruzione della classe politica alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta, si sono aggiunti quest’anno tre ministri.

Avendo fatto i loro primi passi al fianco di Bettino Craxi, Franco Frattini (Esteri), Renato Brunetta (Funzione pubblica) e Maurizio Sacconi (Sanità) hanno scelto stavolta di esprimere la loro fedeltà alla luce del sole”.

A 10 anni dalla morte, se “Berlusconi, che Craxi aiutò molto a costruire il suo impero mediatico
grazie a leggi su misura” ritiene Craxi soltanto un “perseguitato”, i “nemici di ieri, soprattutto
gli ex comunisti”, “si dicono anche loro pronti a fargli un posto nel pantheon della sinistra”.

Da: "Il Fatto Quotidiano del 19 gennaio 2010.


martedì 19 gennaio 2010

Puglia, la Procura smentisce: Nichi Vendola non è indagato, oppure si?


BARI - A quanto pare, la melma delle regionali pugliesi, diventa ancora più liquamosa e densa.

A colpi di smentite, frasi ambigue e battutine, la regione meridionale si dimostra quella più piena di serpi pronte a mordere chi non permette loro di strisciare adeguatamente. Il "caso Vendola" era stato scatenato da un articolo comparso sul Corriere del Mezzogiorno di Bari e firmato da Angela Balenzano e Francesco Strippoli ""Nichi Vendola- si legge testualmente sul quodiano pugliese del Corriere - iscritto nel registro degli indagati, per concussione, per aver sponsorizzato un luminare delle Neuroscienze in un concorso da primario"

Vendola reagisce in maniera serena, parlando di "Solite notiziole che circolano da un po' per insidiare la mia vita" e rispondendo con una video lettere (
clicca qui per vederlo).

A questo punto scatta automaticamente e logicamente l'ipotesi di grossolana castroneria dei due colleghi del Corriere. Un'operazione magari pilotata da uno dei numerosissimi scontenti del Pd o, ancora, da qualche esponente del Pdl e dell'Udc.

Peccato che, dopo la smentita ufficiale che nega l'ipotesi che il governatore uscente sia indagato, la procura di Bari, attraverso
Laudati, precisi che "Non ci sono iscrizioni suscettibili di comunicazioni". Cosa significa "suscettibili di comunicazioni"? Che Vendola è iscritto in qualche altro registro ma che non si tratta di nulla di grave? Anche l'affermazione successiva che parla di "possibili strumentalizzazioni delle indagini" guardandosi bene di precisare ad opera di chi appare piuttosto ambigua.

Per il riassunto della "puntata precedente" vi rimandiamo
all'articolo
di Antonio Rispoli pubblicato questa mattina. Per le conclusioni, beh...ci affidiamo alla vostra capacità d'analisi critica.


http://www.julienews.it/notizia/politica/puglia-la-procura-smentisce-nichi-vendola-non-e-indagato-oppure-si/40060_politica_0.html


Aggressione Berlusconi, Tartaglia trasferito in ospedale. Pm dispone perizia su premier

ultimo aggiornamento: 19 gennaio, ore 21:36
Milano - (Adnkronos/Ign) - La consulenza medico-legale per accertare l'entità dell'aggressione avvenuta lo scorso 13 dicembre in piazza Duomo. Tartaglia da San Vittore al reparto psichiatrico del San Carlo di Milano. Per i medici del carcere "era forte il rischio di autolesionismo".

Milano, 19 gen. - (Adnkronos/Ign) - Il procuratore aggiunto Armando Spataro ha disposto una consulenza medico-legale per accertare la prognosi di Silvio Berlusconi dopo l'aggressione da parte di Massimo Tartaglia, l'uomo che aggredì il premier lo scorso 13 dicembre in piazza Duomo dopo un comizio.

La consulenza, come ha pubblicato oggi 'il Fatto Quotidiano', dovrà accertare la durata della malattia e i tempi di guarigione del presidente del Consiglio oltre alla sussistenza di eventuali postumi. Due esperti medico-legali visiteranno dunque Berlusconi. La perizia, si apprende in serata in ambienti giudiziari, è necessaria ai fini di una corretta imputazione, oltre ad eventuali aggravanti, a carico di Tartaglia, che oggi è stato trasferito nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Carlo di Milano.

Il trasferimento di Tartaglia è stato deciso dal gip Cristina Di Censo con il parere favorevole del pm Armando Spataro. A determinarlo le perizie periodiche inviate dai medici del Centro clinico del carcere di San Vittore dove era detenuto Tartaglia.

Secondo i medici, infatti, per Tartaglia, era forte il rischio di gesti di autolesionismo. Fin dai primi giorni di gennaio, a quanto risulta, Tartaglia sembrava essersi chiuso in se stesso e rifiutava qualsiasi colloquio e contatti con l'esterno. La modifica delle sue condizioni psichiche, a questo punto, ha convinto il gip a spostare Tartaglia in un centro dove può essere maggiormente seguito.



ferie d'agosto













L'isola caraibica colpita da quattro scosse tremende, fino a 7,3 gradi Richter
Crollate migliaia di case e anche i nuovi palazzi dell'Onu, del governo, ospedali

Haiti devastata da un terremoto
"Una catastrofe, migliaia di morti"


PORT AU PRINCE - Una notte da incubo per Haiti dopo il terribile terremoto che ha devstato l'isola caraibica poche ore fa. Squassata da quattro scosse tremende - la prima, più forte, di 7,0-7,3 gradi Richter - nel pomeriggio di ieri (poco prima della mezzanotte italiana), la capitale di Haiti Port-Au-Prince, due milioni di abitanti, si è trasformata in un attimo in una distesa di rovine, un'enorme nube grigia di polvere con migliaia di persone inghiottite sotto le macerie. Con il calare della notte, mentre i soccorritori hanno cominciato a reagire in ordine sparso, la città è diventata una macchia di oscurità totale, popolata di spettri accasciati sulle strade senza sapere dove andare.

Le scosse.
L'ipocentro delle quattro scosse è stato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km. a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta. "Tutto ha ballato, la gente urla, le case hanno cominciato a crollare. Il caos è totale" ha detto un giornalista della Reuters sul posto.

La catastrofe.
Con il passare delle ore le dimensioni del disastro, subito definito da fonti americane "un'enorme catastrofe", assumono contorni sempre più tragici: i morti e dispersi nella sola Port-Au-Prince si conterebbero già a migliaia. Nulla si sa per ora del resto del paese: comunicazioni telefoniche interrotte, nessun straccio di notizia arriva dalle fonti ufficiali.

Nuovi palazzi crollati.
A seminare la morte gli edifici più alti e più, in teoria, moderni: crollati come cartapesta ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso nel paese più povero delle Americhe, edifici per uomini d'affari, grandi magazzini. Anche il Quartier generale della missione militare e civile dell'Onu, che nel paese disloca ben 9.000 uomini - 7.000 militari e 2.000 poliziotti - è stato quasi raso al suolo. "


Gli aiuti. Il presidente Barack Obama e la segretaria di stato Hillary Clinton hanno promesso aiuti immediati. Anche l'Italia si è mobilitata. E la Banca mondiale ha promesso l'invio di una missione di esperti per valutare i danni e stilare piani per la ricostruzione del paese.

Gli italiani. La Farnesina sta verificando le condizioni dei circa 70 italiani che vivono ad Haiti. Non si sa al momento che cosa sia loro accaduto. Tra i 70 ci sono un certo numero di dipendenti della Ghella costruzioni di Roma. Secondo fonti diplomatiche si trovano nel nord del paese, in un'area lontana dall'epicentro del terribile sisma.
(13 gennaio 2010)