mercoledì 12 maggio 2010

Una casa pagata da Anemone per l'uomo delle Infrastrutture - Fiorenza Sarzanini


Da Zampolini mezzo milione di euro a Ercole Incalza

PERUGIA — Oltre mezzo milione di euro per comprare un appartamento a Ercole Incalza, potente funzionario del dicastero delle Infrastrutture. È questa la nuova operazione immobiliare gestita nel 2004 dall’architetto Angelo Zampolini per conto di Diego Anemone. Dopo le case acquistate per il ministro Claudio Scajola e per il generale dei servizi segreti Francesco Pittorru, l’indagine condotta dai magistrati di Perugia rivela che anche l’attuale capo della «Struttura tecnica di missione», uno dei collaboratori più stretti del ministro Altero Matteoli, ha goduto dei favori del costruttore ora indagato per corruzione. E l’ha fatto sei anni fa, quando era consulente di Pietro Lunardi, che all’epoca occupava la stessa poltrona.

L’affare per il genero
L’operazione sospetta segnalata dalla Banca d’Italia porta la data del 7 luglio 2004. Per il professionista deve essere stato un periodo di lavoro intenso, visto che neanche 24 ore prima ha chiuso la compravendita per Scajola. Quel giorno, così come risulta dai documenti contabili, Zampolini versa sul proprio conto presso l’agenzia Deutsche Bank 520.000 euro in contanti messi a disposizione da Anemone e preleva subito dopo 52 assegni circolari da 10.000 euro l’uno intestati a Maurizio De Carolis. L’uomo viene rintracciato qualche settimana fa e racconta di aver venduto un appartamento al centro di Roma ad un certo Alberto Donati, per 390.000 euro. Il rogito è stato stipulato di fronte al solito notaio, quel Gianluca Napoleone che si è occupato anche delle altre compravendite chiuse con la stessa procedura. E pure in questo caso la cifra appare davvero troppo bassa per una dimora lussuosa che si trova al centro di Roma — in via Emanuele Gianturco 5 — ed è composta da cinque camere e servizi. E infatti il prezzo finale, tenendo conto della cifra versata «in nero» da Zampolini, supera i 900.000 euro. Manca però il tassello successivo e cioè verificare come mai Anemone abbia deciso di mettere a disposizione il denaro. La risposta la fornisce lo stesso Donati: «Ho fatto l’affare grazie a mio suocero Ercole Incalza. Fu lui a dirmi di mettermi in contatto con Zampolini che mi avrebbe aiutato per l’acquisto dell’appartamento». Per chi indaga quello di Incalza è un nome noto visto che nel febbraio 1998, quando era amministratore delegato della Tav, fu arrestato proprio dai magistrati di Perugia. L’inchiesta era quella sugli appalti delle Ferrovie che portò in carcere anche l’allora presidente Lorenzo Necci e il finanziere Francesco Pacini Battaglia. L’identità del beneficiario viene comunicata ai pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, titolari dell’indagine, che adesso dovranno decidere la data di convocazione per l’interrogatorio. Incalza dovrà infatti chiarire come mai Anemone decise di elargire in suo favore una somma tanto ingente mentre lui era consigliere del ministro delle Infrastrutture Lunardi. Spiegare che rapporti aveva il costruttore con il dicastero, quali appalti ottenne in quel periodo. Il resto lo sta facendo Zampolini che — come hanno confermato i magistrati perugini davanti al tribunale del Riesame — «sta ricostruendo i flussi finanziari che arrivavano dall’imprenditore». Una collaborazione preziosa per l’indagine perché consente di ricostruire il percorso dei soldi, e dunque il nome di chi ne ha beneficiato, che gli ha evitato la richiesta di arresto.

Le bugie del generale
Lo aveva già fatto nei casi che riguardano Scajola e Pittorru. La scorsa settimana il generale è stato interrogato dai pm. Ha ammesso di aver ricevuto da Anemone, sempre tramite Zampolini, 800.000 euro per l’acquisto di due case. «Ma era un prestito — ha cercato di giustificarsi —sono pronto a fornirvi le prove. I documenti sono conservati in Sardegna e ve li consegnerò entro una settimana». Una versione ritenuta non credibile dagli inquirenti che hanno comunque concesso all’alto ufficiale indagato per corruzione la possibilità di mantenere il suo impegno. Ma dopo sette giorni Pittorru ha fatto sapere che quelle carte gli erano state rubate e dunque non sarebbe stato in grado di dimostrare quanto aveva sostenuto. Anche al commercialista Stefano Gazzani e al commissario per i mondiali di nuoto Claudio Rinaldi viene contestato di aver fornito versioni false rispetto ai propri rapporti con Anemone. E per questo Sottani e Tavernesi hanno ribadito la necessità che entrambi vengano arrestati. «La competenza è della Procura di Perugia, qui deve rimanere l’inchiesta», hanno dichiarato di fronte al tribunale che deve pronunciarsi sulla decisione del gip secondo il quale il fascicolo dovrebbe essere trasmesso a Roma e sulla richiesta degli avvocati difensori Bruno Assummma e Titta Madia che sostengono la completa estraneità dei propri assistiti alle attività illecite della «cricca».

http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_12/una-casa-pagata-da-anemone-per-l-uomo-delle-nfrastrutture-fiorenza-sarzanini_c50c416c-5d88-11df-8e28-00144f02aabe.shtml


Scudo fiscale per tutti!

Dopo aver visto "report", e quello che succede ai poveri cittadini che cadono nella rete dell"'Ufficio delle entrate" e delle società affidatarie per la riscossione dei contenziosi, ho sentito il dovere ed il bisogno di lanciare un'iniziativa su facebook, con la speranza che in molti vi aderiscano.
L'iniziativa è questa:


"Lanciamo l'iniziativa di estendere a tutti i cittadini che hanno un contenzioso con l'ufficio delle entrate l'applicazione dello "scudo fiscale" concesso, attualmente, solo ai grandi evasori.Noi cittadini "normali", in quanto cittadini impossibilitati ad ottemperare ai propri doveri, causa la crisi economica, vogliamo usufruire a pieno diritto dell'agevolazione concessa ai grandi evasori in virtù dell'art. 3 della Costituzione che recita:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

Se siete d'accordo, aderite e divulgate.


In Italia gli stipendi più bassi d'Europa.


Bertolaso lascia e scappa col malloppo verso altre comode poltrone. Scajola lascia e si tiene la casa al Colosseo cercando di capire chi gliel'ha pagata e poi s'è pure permesso di ristrutturargiela, a sua insaputa.

Berlusconi resta, ma... 'passa' alla ex-moglie alimenti che farebbero la fortuna di qualsiasi 'lavoratore' salariato.

D'Alema si 'irrita' perchè qualcuno gli ricorda di aver avuto la casa popolare usufruendo di una corsia preferenziale che gli permise di scavalcare in graduatoria chi era prima di lui e chi ne aveva più diritto.

Bossi piazza nella 'pappatoja romana' - che tanto 'schifa' - il suo degno erede, il figlio.

E quelli dell'opposizione? Aspettano che arrivi... il loro turno!

La politica è una delle più importanti attività del Paese. Non soffre la crisi, i suoi addetti aumentano ogni anno. I loro stipendi crescono e non temono licenziamenti. La politica è il primo settore improduttivo, ma il meglio retribuito!

Intanto "la gente perbene" affonda, destinazione Grecia. Stipendi e pensioni falcidiati dall'euro, prezzi al consumo triplicati, evasione ed elusione ai massimi storici e quei pochi risparmi - messi da parte con tanti sacrifici - mangiati dalle banche!
Il peso di tasse e contributi sui salari, il cosiddetto cuneo fiscale che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore, è in Italia al 46,5%. Lo rileva l'Ocse nel rapporto 'Taxing Wages 2009'. Nella classifica dei maggiori trenta Paesi, aggiornata al 2009, l'Italia è al sesto posto per peso fiscale sugli stipendi, dopo Belgio (55,2%), Ungheria (53,4%), Germania (50,9%), Francia (49,2%), Austria (47,9%). Il peso di tasse e contributi sui salari in Italia è rimasto stabile dal 2008 al 2009, registrando solo un lieve (-0,03%). L'Italia occupa infatti nella classifica Ocse la stessa posizione, la sesta, rispetto all'anno precedente. In Italia, precisa ancora l'Ocse, hanno un impatto rilevante sulla differenza tra salario lordo e netto anche i cosiddetti 'pagamenti obbligatori non fiscali', rappresentati dal tfr, che aumentano la pressione di un ulteriore 3%. "Aggiungendo questa variabile - spiega un economista dell' Ocse in un incontro con la stampa - il prelievo obbligatorio sui salari in Italia sale oltre il 49%, portando il Paese a superare la Francia in termini di quota di imposizione". I 'pagamenti obbligatori non fiscali', secondo la definizione dell'Ocse, sono pagamenti che il lavoratore o il datore di lavoro devono versare per legge, ma non al governo, come i contributi in fondi pensione privati o pagamenti per polizze assicurative. Il loro impatto sui redditi delle famiglie, e sul costo del lavoro, è differente da quello delle imposte tradizionali, dato che spesso si tratta di contribuzioni nominali, che il lavoratore riottiene quando lascia il posto o va in pensione (come, appunto, nel caso del Tfr).
CUNEO FISCALE PIU' FAVOREVOLE A FAMIGLIE (35,7%) - Il carico di tasse e contributi sui salari italiani è meno pesante se il lavoratore ha famiglia: il cuneo fiscale per un lavoratore, unico percettore di reddito, con a carico coniuge e due figli, è del 35,7%. E' quanto risulta dal rapporto Ocse 'Taxing Wages'. L'Italia si colloca al nono posto della classifica dei 30 Paesi. Al primo posto Ungheria, Grecia e Francia, mentre i Paesi in cui la fiscalità é più generosa con le famiglie risultano Nuova Zelanda, Islanda e Lussemburgo. Dal 2008 al 2009 "la preferenza fiscale per le famiglie è cresciuta in quindici Paesi Ocse" tra i quali figura l'Italia.
SALARI: ITALIA FERMA AL 23° POSTO, -16,5% MEDIA - Salari italiani tra i più bassi nella classifica dei Paesi Ocse. L'Italia si colloca per gli stipendi al 23/o posto, con guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media dei trenta Paesi che fanno parte dell'organizzazione di Parigi. I dati sono riferiti al 2009 e l'Italia si colloca nella stessa posizione dell'anno precedente. E' quanto risulta dal Rapporto 'Taxing Wages' dell'Ocse.
Il salario annuale netto del lavoratore medio è in Italia di 22.027 dollari, contro i 26.395 della media Ocse, i 28.454 della Ue a 15 e i 25.253 della Ue-19. La classifica riguarda il salario netto annuale medio di un lavoratore single senza carichi di famiglia. E' calcolato in dollari e a parità di potere d'acquisto. Se si guarda alla classifica del guadagno medio di un lavoratore con famiglia, unico percettore di reddito con a carico coniuge e due figli, il reddito netto degli italiani sale a 26.470 euro ma resta inchiodato, anche in questo caso, al 23/o posto della classifica Ocse. E' quanto risulta dal Rapporto 'Taxing Wages' diffuso oggi dall'organizzazione di Parigi.
REDDITI: ITALIA -1,1% - Nel 2009, l'anno della crisi economica internazionale, i redditi reali, prima di tasse e contributi, sono diminuiti in dieci Paesi su trenta. Tra questi figura l'Italia dove il calo è stato dell'1,1%. Lo evidenzia l'Ocse nel rapporto 'Taxing Wages'. Il calo maggiore dei salari reali, prima cioé della tassazione, si è verificato in Islanda (-7,5%), mentre gli aumenti maggiori sono stati registrati in Grecia (+3,8%).
DISOCCUPAZIONE: ITALIA 8,6% NEL PRIMO TRIMESTRE 2010 - Nel primo trimestre 2010 il tasso di disoccupazione in Italia è salito all'8,6%, con un aumento dell'1,2% rispetto allo stesso periodo del 2009. Lo ha rilevato l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).




martedì 11 maggio 2010

Chernobyl

VOGHERA 11/05/2010: Niente rimborsi per i Consiglieri a 5 Stelle Rubiconto e Marfi




VOGHERA - I consiglieri comunali del movimento Voghera Cinque Stelle, Antonio Marfi e Francesco Rubiconto, rinunciano volontariamente a qualsiasi pagamento o rimborso per l’impegno di consigliere comunale. I due consiglieri “grillini” hanno comunicato la loro intenzione al sindaco e al resto del consiglio con una lettera che qui riproduciamo.(...)


“Egregio Sindaco,

nei giorni scorsi abbiamo ricevuto dagli uffici del comune di Voghera i modelli nei quali indicare le nostre coordinate bancarie affinché l’amministrazione contabile potesse versare sul nostro conto gli emolumenti o le indennità di funzioni particolari svolte dai consiglieri del Movimento Voghera Cinque Stelle.

Quando abbiamo deciso di candidarci alle ultime elezioni comunali abbiamo affermato in tutti gli incontri pubblici che la politica è un servizio reso ai cittadini e non un investimento per arricchirsi o per far carriera all’interno di una casta politica (destra, sinistra e centro) che è attenta esclusivamente a definire prioritariamente i propri privilegi ritenuti ormai dai cittadini insopportabili da accettare.

Nel pieno di una crisi economica devastante che vede ogni giorno aziende chiudere, operai in cassa integrazione, quando sono fortunati, imprenditori seri suicidarsi per la vergogna di non poter pagare i propri dipendenti, famiglie in difficoltà economiche gravissime e attività commerciali anche storiche che sono costrette ad chiudere i battenti, assistiamo all’applicazione del “federalismo fiscale” leghista che consente di pagare ai Dirigenti locali aumenti che per i Dirigenti Statali sono bloccati da anni. Quando il federalismo troverà piena applicazione le spese che i contribuenti dovranno pagare saranno quadruplicate anche perché ci saranno da retribuire i costi della politica non solo romana, ma anche e soprattutto locale (con la Lega Nord in cerca di poltrone nelle banche fin d’ora).

Pertanto, in ragione di queste considerazioni e in coerenza con i nostri principi, comunichiamo la nostra rinuncia a percepire qualsiasi retribuzione (gettoni di presenza ai consigli comunali e alle commissioni consiliari, ecc.) e la invitiamo a costituire un fondo di solidarietà nel quale saranno versate tutte le nostre spettanze che, a conclusione di ogni anno, saranno restituite ai cittadini vogheresi in difficoltà secondo le indicazioni che noi daremo di volta in volta.

Per quanto riguarda le indennità di trasferta spettanti al Consigliere comunale Dott. Francesco Rubiconto, che non risiede in Voghera, si precisa che lo stesso rinuncia anche a queste ultime poiché i costi di “una scelta personale d’amore” nei confronti della città di Voghera non debbano ricadere sui contribuenti.

Noi siamo onorati della fiducia che i cittadini vogheresi hanno voluto esprimerci, e ci basta lottare con loro e per loro, senza guadagnarci niente, cercando solo di migliorare questa nostra stupenda città e sperando di essere d’esempio alle nuove generazioni di giovani”.



GENETICAMENTE MODIFICATO


DI LAYLA ANWAR
arabwomanblues.blogspot.com

Qualche anno fa, ho conosciuto una donna occidentale... Lei non era esattamente una mia amica, era più una conoscente, amica di miei buoni amici. Comunque, questa donna che io chiamerò Marion, era sposata da poco e con suo marito avevano intenzione di avere dei figli.

Quando Marion rimase incinta, dopo un'attenta pianificazione, dato che agli occidentali piace pianificare qualsiasi cosa fino all'ultimo centesimo, lei ebbe tutte le cure di cui aveva bisogno. Test, ultrasuoni eccetera eccetera... e durante questi primi quattro mesi di gravidanza fece anche l'esame per disgnosticare possibili malformazioni al feto (amniocentesi).

Marion fu distrutta dalla notizia che le diede il suo medico: il suo bambino soffriva di una qualche malformazione genetica e lei avrebbe dovuto sottoporsi ad un aborto terapeutico. Marion subito dopo cadde in un periodo di profonda depressione anche se il medicò le assicurò che in futuro avrebbe comunque potuto avere altri figli; lei era nel panico al solo pensiero di poter restare ancora incinta e il suo matrimonio naufragò, concludendosi con un divorzio...

Durante questo difficile periodo, famiglia e amici le diedero tutto il supporto morale possibile... Tutti le dimostravano solidarietà, a lei che aveva perso il feto di quattro mesi, empaticamente imprevedibile, era diventata capricciosa, viziata e interminabili sedute con psichiatri specializzati cercavano di aiutarla al meglio a superare il suo dolore...

Certo è una scommessa... una grande scommessa... Ma - tutti si chiederanno - come può il caso della natura giocare un così brutto scherzo a Marion... e io ho visto le teste accennare al diniego di questa crudeltà... e ho ascoltato esclamazioni di terrificata indignazione per una gravidanza finita male.

Io credo, che sì, è una cosa triste ma non è la fine del mondo. Lei è stata fortunata a poterlo scoprire a metà gravidanza e non al momento del parto, è una ragazza giovane ed in buona salute, ha la possibilità di usufruire del servizio sanitario, vive in un ambiente salutare, segue una alimentazione corretta, ha chi la aiuta e può restare ancora incinta... Secondo il mio punto di vista questo è stato un problema sopravvalutato... ma gli occidentali hanno molto a cuore la vita e la salute dei propri figli e hanno il diritto di avere tutto nelle migliori condizioni possibili...

Passano gli anni e io non so cosa sia successo alla povera Marion, forse è rimasta di nuovo incinta oppure non ha ancora superato il fatto di aver dovuto abortire a causa di errore della natura... ma, d'altra parte, quello che so io è che centinaia di madri irachene è stato chiesto di non avere figli in nessun caso...

L'ultima notizia che ho ricevuto, non ufficiale, è che a Basra i dottori consigliano le donne di non restare incinta per i prossimi 25 anni. Basra è stata un'enclave del governo shiita, nessuno oserebbe dare pubblicamente questa notizia che è cricolata in segreto tra le giovani spose...

A Falluja invece è ufficiale - le donne sono pubblicamente avvertite di non restare incinte e il numero di anni non è nemmeno indicato - ma, certo, si parla di un lungo, lungo periodo...

La ragione di questa dissuasione di gravidanze riguarda il fatto che l'Occidente, che ha tanto a cuore i propri figlioletti, non ha assolutamente nessuno scrupolo a riversare tonnellate di prodotti chimici letali sottoforma di armi di distruzione di massa sulle popolazioni di Basra e Falluja - per dirne una, armi chimiche come l'uranio impoverito o il fosforo causano l'aumento di cancro tra i bambini e producono le più mostruose malformazioni - prodotti geneticamente modificati dalla "Libertà e democrazia"...



Le madri di Falluja e Basra non hanno certo il lusso di una qualsiasi Marion... e i loro piccoli Frankenstin non sono il prodotto di sfortunati eventi naturali, no. I loro figli sono stati programmati e concepiti a Whasington DC e al 10 di Downing street. Sono il frutto dell'occidente, del loro sforzo e dei nostri spasimi.

Nessuno copre di attenzioni le madri irachene e neppure da loro un aiuto dorato o il proprio conforto come a Marion, possono solo sdraiarsi nelle sale parto, sempre che ce ne siano e partorire un mostro dopo l'altro, made in USA o UK.

Ma, vedete, forse c'è un'altra cosa che vi sfugge, questi bambini-mostro, questi bambini deformati - non dalla natura ma dalla vostra "civiltà"- sono solo il riflesso delle vostre mostruosità, in se stessi quei bambini sono belli mentre voi siete solo pieni di odio.

Layla Anwar
Fonte: http://arabwomanblues.blogspot.com/
Link: http://arabwomanblues.blogspot.com/2010/05/genetically-modified.html
6.05.2010

Traduzione a cura di RAFFAELLA COLOMBI

In aggiunta leggere:http://www.uruknet.info/?p=m65674&hd=&size=1&l=e


La Protezione civile non paga: 136 operai senza stipendio - Ivana Gherbaz


11 maggio 2010
Terremoto, un'impresa edile trentina ha costruito due lotti a L'Aquila: aspettano 14 milioni di euro

La Protezione civile non paga e a rischiare il posto di lavoro sono i dipendenti della
Cosbau di Mezzocorona a Trento. La Cosbau è una delle sedici imprese edili che si sono aggiudicate la gara d'appalto per la ricostruzione in Abruzzo. Il famoso piano C.a.s.e., approvato in tempo record dal governo e affidato alle mani sapienti della Protezione civile. Assieme alla Damiani Legnami di Bressanone e la Perini di Trento, la Cosbau ha realizzato due dei trenta lotti previsti dalla gara, per un costo totale di 25,65 milioni di euro. Dodici edifici di tre piani che fanno 288 appartamenti consegnati in pochi mesi. Le tempistiche imposte dalla gara d'appalto erano a dir poco impegnative: 80 giorni per ogni appartamento con un ritmo di 1,5 appartamenti al giorno.

Così il presidente del Consiglio si è fatto la sua bella figura il 29 settembre, il giorno del suo compleanno, quando si è presentato in Abruzzo per consegnare le prime case. Una pessima figura l'ha fatta però la Protezione civile, perché la
Cosbau dei 25,65 milioni di euro ne ha visti solo 12. Ora quel buco di quasi 14 milioni di euro sta mettendo in seria difficoltà l'impresa che non riesce a pagare gli stipendi dei suoi dipendenti, ma nemmeno tutti gli altri fornitori coinvolti nel progetto. E mentre i 136 dipendenti sono senza stipendio, i sindacati si sono messi in moto per cercare di risolvere la questione. Un incontro con i responsabili della Cosbau è già fissato per la prossima settimana. Antonio Formolo della Cgil aspetta di avere delle risposte concrete, anche se sembra che qualcosa si muova.

"Il socio austriaco della
Cosbau – dice Formolo – si è reso disponibile a mettere i soldi per far fronte al problema. Ma alcuni cantieri sono chiusi, altri lavorano a singhiozzo. Stiamo anche valutando se chiedere di intervenire con gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione". Intanto dieci contratti non sono stati rinnovati e ci sono altre 90 persone a rischio con i contratti in scadenza. Bisogna poi fare i conti con l'indotto: quelle quattro imprese di carpentieri e falegnami altoatesini che hanno lavorato in subappalto. Insomma, la situazione è grave e se i ritardi nei pagamenti dovessero continuare potrebbe coinvolgere molte più persone. Sembra però che pagare in ritardo per la Protezione civile sia una prassi. Ad essere coinvolta nei ritardi dei pagamenti non è solo la Cosbau, una delle tante imprese che ha lavorato per la ricostruzione.

A denunciare la faccenda il parlamentare abruzzese del
Pd Giovanni Lolli che ha chiesto spiegazioni al governo sui ritardi nei pagamenti alle imprese che hanno costruito in Abruzzo. Mentre la sezione abruzzese dell'Associazione nazionale costruttori annuncia per questa settimana una conferenza stampa per cercare di risolvere questo problema che coinvolge anche tante realtà locali. E se Draquila, il film di Sabina Guzzanti sulla ricostruzione de L'Aquila, per qualcuno offende l'Italia, l'amara verità è che a fare ancora una brutta figura è la Protezione civile che sta mettendo a rischio tanti posti di lavoro.

Da
il Fatto Quotidiano dell'11 maggio