I Responsabili, formazione cui appartiene il neo ministro dell'Agricoltura, ne rivendicano almeno cinque, 4 da sottosegretario e una da viceministro. Ma nel risiko del rimpasto, presto ci saranno altri posti a disposizione. Berlusconi, infatti, intende procedere attraverso un ddl per ampliare il numero della squadra di governo
I neo ministri Galan e Romano
Dieci giorni, due settimane al massimo, e i “desiderata” dei Responsabili saranno soddisfatti. Almeno stando alle garanzie offerte dallo stesso
Silvio Berlusconi ai deputati del gruppo guidato da
Luciano Sardelli. Dopo la nomina all’Agricoltura di
Saverio Romano, il premier ha ancora diverse poltrone da assegnare: i Responsabili ne rivendicano almeno cinque, 4 da sottosegretario e una da viceministro. Ma nel risiko del rimpasto, presto ci saranno altri posti a disposizione. Berlusconi, infatti, intende procedere attraverso un ddl che avrà corsia preferenziale, alla modifica della legge Bassanini per ampliare il numero della squadra di governo.
Ma l’iter parlamentare del provvedimento comporterebbe comunque tempi più lunghi, e i Responsabili non vogliono attendere ulteriormente quel riconoscimento di “salvatori della patria” che ritengono di meritarsi, dopo il voto di fiducia al governo. Il premier, quindi, deve risolvere quanto prima il grattacapo della seconda tranche del “rimpastino” e sbrogliare la matassa delle restanti caselle vuote al governo, e placare così i malumori di Ir, che rischiano di deflagrare e portare a una implosione del gruppo stesso. Diversi esponenti Ir, infatti, soprattutto del sud, dopo la ‘promozione’ di Romano chiedono un eguale riconoscimento, accusando il neo ministro di aver guardato più al proprio interesse che a quello dell’intera componente.
Berlusconi ieri sera a cena ha tentato di tranquillizzare i Responsabili in subbuglio, promettendo tempi brevi, 10-15 giorni al massimo, per la nomina dei quattro sottosegretari e del viceministro. Ad ambire a quei posti, peroò, sono in troppi: si fanno i nomi di
Calearo,
Polidori,
Pionati,
Misiti,
Belcastro,
Cesario. Il premier, spiegano fonti Pdl, sa bene che non può rinviare ulteriormente l’assegnazione dei posti restanti, anche perché in ballo c’è la compattezza della maggioranza alla Camera, in vista di voti decisivi per la tenuta del governo, quello sul conflitto di attribuzione in primis, ma anche sui provvedimenti in materia di giustizia che presto approderanno in aula, e sui quali l’opposizione ha già promesso battaglia.
“Sull’allargamento Berlusconi seguirà la via che gli ha indicato Napolitano: prima integrerà i posti poi con un ddl con corsia preferenziale in Parlamento darà luogo all’ampliamento del numero dei sottosegretari per arrivare a una maggiore funzionalità del governo”, spiegava al termine della cena di ieri Romano. “Ma le ambizioni sono molte e la pazienza è agli sgoccioli”, afferma uno dei papabili neo sottosegretari. C’è poi l’insoddisfazione di chi è passato nella maggioranza, si aspettava un “riconoscimento” e ora vede sfumare una possibile promozione: a rivendicare più rappresentanza è
Francesco Pionati (anche se il suo nome è dato per certo tra i sottosegretari): “Noi vogliamo un terzo dei sottosegretari”. Per poi in serata precisare: “I responsabili non vogliono né chiedono nulla. Ho detto e ripeto che non abbiamo mai costituito un problema e che i posti disponibili sono ampiamente al di sopra di quelli ai quali possiamo aspirare”.
Ma è lo stesso Romano a sottolineare il ruolo decisivo dei Responsabili: “Anche oggi, su una vicenda delicata come quella della Libia, abbiamo dimostrato di essere la terza gamba della maggioranza”. Dunque, “i posti vanno assegnati a chi non ha ancora una rappresentanza”, il che tradotto significa a Ir. Ma le richieste dei Responsabili mettono in allarme il Pdl, che a sua volta rivendica una maggiore rappresentanza all’interno dell’esecutivo e un riequilibrio rispetto agli ex An dopo la fuoriuscita dei finiani. C’è poi anche il “caso”
Scajola da risolvere: l’ex ministro ha chiesto a Berlusconi di tornare sulla scena a pieno titolo, con un ruolo di rilievo nel partito (c’è chi dice che ambirebbe a prendere il posto di coordinatore di Bondi). Ma nella maggioranza c’è chi non esclude che alla fine a Scajola potrebbe essere offerta la poltrona che fu di Ronchi alle Politiche comunitarie. Soluzione che, viene spiegato, non sarebbe gradita dall’ex ministro.