Progetti importanti e costosi. Affidati all’ex consigliere regionale e comunale di Napoli, che nel 2010 fece la campagna elettorale per le regionali a braccetto col ministro Mara Carfagna, ottenendo circa 28.000 preferenze. Prima che riemergesse dall’oblio una sentenza di condanna passata in giudicato per fatti relativi ai disordini delle elezioni comunali del 2001 nel seggio di Pianura. Una notizia accompagnata dalla cancellazione delle liste elettorali di Minturno (Latina), il suo comune di residenza. In seguito a questo provvedimento, Diodato è ‘decaduto’ dal consiglio regionale su delibera della giunta per le elezioni e successiva presa d’atto dell’aula. Una decisione che l’esponente del Pdl, ex An, ritiene ingiusta, infondata, e che ha impugnato in tutte le sedi. Secondo Diodato, la sospensione condizionale della pena di cui ha goduto in sentenza si estenderebbe alle sanzioni accessorie della condanna, e quindi anche alla sospensione dei diritti elettorali che gli è costata la dichiarazione di ineleggibilità e la conseguente decadenza. In questi mesi di ‘pausa’, Diodato ha fondato e animato l’associazione NapoliViva, alla quale hanno aderito diversi pezzi da 90 del centrodestra della città di Napoli. Nelle scorse settimane Diodato ha emanato un comunicato stampa in cui annunciava l’accoglimento di un ricorso e l’imminente reintegro nell’assemblea legislativa campana. Che finora non è avvenuto e non è detto che avverrà, perché la battaglia legale è ancora lunga e complicata. Ma ora c’è l’Astir da guidare. Il consiglio regionale può attendere.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 1 aprile 2011
Diodato, condannato e cacciato dalla Regione Oggi guida una Spa pubblica regionale.
Progetti importanti e costosi. Affidati all’ex consigliere regionale e comunale di Napoli, che nel 2010 fece la campagna elettorale per le regionali a braccetto col ministro Mara Carfagna, ottenendo circa 28.000 preferenze. Prima che riemergesse dall’oblio una sentenza di condanna passata in giudicato per fatti relativi ai disordini delle elezioni comunali del 2001 nel seggio di Pianura. Una notizia accompagnata dalla cancellazione delle liste elettorali di Minturno (Latina), il suo comune di residenza. In seguito a questo provvedimento, Diodato è ‘decaduto’ dal consiglio regionale su delibera della giunta per le elezioni e successiva presa d’atto dell’aula. Una decisione che l’esponente del Pdl, ex An, ritiene ingiusta, infondata, e che ha impugnato in tutte le sedi. Secondo Diodato, la sospensione condizionale della pena di cui ha goduto in sentenza si estenderebbe alle sanzioni accessorie della condanna, e quindi anche alla sospensione dei diritti elettorali che gli è costata la dichiarazione di ineleggibilità e la conseguente decadenza. In questi mesi di ‘pausa’, Diodato ha fondato e animato l’associazione NapoliViva, alla quale hanno aderito diversi pezzi da 90 del centrodestra della città di Napoli. Nelle scorse settimane Diodato ha emanato un comunicato stampa in cui annunciava l’accoglimento di un ricorso e l’imminente reintegro nell’assemblea legislativa campana. Che finora non è avvenuto e non è detto che avverrà, perché la battaglia legale è ancora lunga e complicata. Ma ora c’è l’Astir da guidare. Il consiglio regionale può attendere.
Ferma la banda nucleare che affossa le rinnovabili!
Ferma la banda nucleare che affo
Ferma la banda nucleare che affossa le rinnovabili!
LA BUONA - STEFANIA PRESTIGIACOMO
"È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate"
La “buona” vuol mollare l’atomo. Per questioni di salvaguardia ambientale e sanitaria? Ma no... per questioni elettorali!
IL BRUTTO - GIULIO TREMONTI
"C'è il debito pubblico, c'è il debito privato, ma c'è anche il debito atomico"
Il brutto (non ce ne voglia!) ha scoperto a 64 anni, e dopo lunga militanza pro-nuke, che lo smantellamento delle centrali costa caro: 300 milioni di euro l’anno sulle bollette degli italiani.
IL CATTIVO - PAOLO ROMANI
"Bisogna interrompere un meccanismo (gli incentivi alle rinnovabili)che è costato agli italiani 20 miliardi tra il 2009 e il 2010"
Il cattivo, con un decreto scellerato, ha affossato l’intero settore delle rinnovabili, mettendo a rischio 140.000 posti di lavoro. È per giunta un gran bugiardo: gli incentivi, tra 2009 e 2010, assommano a 6,3 miliardi di euro (dati AEEG), non a 20. Neppure il costo di un solo reattore EPR!
ssa le rinnovabili!
LA BUONA - STEFANIA PRESTIGIACOMO | ||
IL BRUTTO - GIULIO TREMONTI | ||
IL CATTIVO - PAOLO ROMANI |
Curiosare tra la natura a caccia delle erbe selvatiche ricche di gusto e salute.
Inchiesta G8: Piscicelli tenta suicidio, era libero.
E' l'imprenditore che avrebbe riso pensando a affari post-sisma.
ROMA - Ha tentato il suicidio Francesco Maria De Vito Piscicelli, imputato per corruzione nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta sugli appalti per il G8: e' l'imprenditore campano balzato alle cronache anche per una intercettazione in cui avrebbe riso (ma lui ha smentito) la notte del terremoto in Abruzzo pensando ai ghiotti appalti per la ricostruzione post sisma.
La notte scorsa Piscicelli ha ingerito diversi barbiturici mentre si trovava nel suo appartamento romano. Ora, secondo quanto si e' appreso, e' fuori pericolo. Secondo il suo avvocato, l'avvocato Marcello Melandri, l'inchiesta sui Grandi eventi ha segnato molto le condizioni psicologiche dell'imprenditore: ''Lo psicologo del carcere di Pisa gia' aveva segnalato questo rischio, per la detenzione e per lo stress a cui era sottoposto con l'inchiesta. Non e' un caso se non ha mai voluto partecipare alle udienze''.
Piscicelli venne arrestato la notte fra il 4 e il 5 marzo del 2010; il 3 maggio gli vennero concessi i domiciliari. Il 20 dicembre 2011 e' tornato libero. L'imprenditore adesso e' a processo a Roma per corruzione, per il filone dell'inchiesta sull'appalto per la costruzione della scuola marescialli dei carabinieri, a Firenze. Con lui sono imputati l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci; l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis; e il manager Riccardo Fusi. Nell'ordinanza dell'inchiesta sulla Scuola dei marescialli a Firenze, Piscicelli viene indicato come ''l'intermediario che non solo mette in contatto le parti dell'accordo corruttivo, ma rimane sulla scena fino alla fine cercando, senza risultato, di lucrare''.
Sempre lui avrebbe ''cercato di influenzare i pubblici funzionari in vista degli appalti del 150/o anniversario dell'Unita' d'Italia''. Inoltre, prosegue il giudice, ''lungi dall'essere un millantatore, ha effettivamente agganci in alto e quando ne ha bisogno non si trattiene dal chiedere favori in cambi di benefit''. Secondo il gip, infine, la personalita' di Piscicelli ''quale traspare dalle indagini e' alquanto negativa, avendo piu' volte dimostrato di essere cinico e senza scrupoli''. Emblematica a questo proposito sarebbe la telefonata con il cognato ''in cui i due come sciacalli programmano di buttarsi sugli appalti della ricostruzione post terremoto dell'Abruzzo''.
E' proprio il 6 aprile (la notte c'era stato il sisma) quando Piscicelli riceve la telefonata di Pierfrancesco Gagliardi.
PISCICELLI: si'
GAGLIARDI:...oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perche' qui bisogna partire in quarta subito...non e' che c'e' un terremoto al giorno
P:..no...lo so (ride)
G:...cosi' per dire per carita'...poveracci
P:..va buo' ciao
G:...o no?
P:...eh certo...io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto (il riferimento e' all'ora del sisma, ndr).
G:...io pure...va buo'...ciao.
Successivamente, l'imprenditore ha smentito di essere lui quello che rideva, sottolineando che si trattava invece del cognato, definito la ''metastasi della mia vita'' ed ha inviato comunque una lettera di scuse per ''quella frase scioccante''.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/03/31/visualizza_new.html_1528499055.html
Giappone: a Fukushima terreno contaminato da plutonio .
Plutonio nel terreno. il reattore tre è alimentato da una miscela chiamata "mox", un misto tra uranio e plutonio ricavata dal combustibile esaurito, che viene per così dire riciclato. Del plutonio restano tracce nel terreno in modo pressochè permanente, la zona afflitta dalla contaminazione, resta inagibile per migliaia di anni. E' inoltre una delle sostanze più pericolose del mondo, altamenta radioattiva e cancerogena. I tecnici dellaTepco, società sempre più nella bufera, hanno dichiarato di aver trovato quantità di plutonio "non pericolose per la salute umana"in cinque punti della centrale di Fukushima Daichi. Una tale situazione indicherebbe, secondo gli esperti nucleari giapponesi, un possibile danno alla vasca di contenimento del reattore numero tre.
Non più a tenuta stagna. L'ipotesi più grave verte sostanzialmente sulla possibilità di una falla nell'ultima camera di contenimento del reattore alimentato a plutonio. Le strutture di protezione in acciaio speciale, secondo le fonti Tepco, sono due, ma l'emergenza al reattore tre di qualche giorno fa aveva fatto pensare alla fusione delle barre di combustibile causata dai guasti all'impianto di raffreddamento, a loro volta dovuti alla devastazione portata da terremoto e tsunami. La fusione delle barre avrebbe causato lo scioglimento dell'acciaio di una delle due camere e il materiale radioattivo sarebbe "precipitato" nella seconda vasca di contenimento, l'ultima barriera tra il reattore e l'ambiente. Le tracce di plutonio rinvenute nel suolo a Fukushima fanno però pensare all'esistenza di una falla anche nella seconda camera di contenimento. In sostanza, il reattore tre, quello più pericoloso, potrebbe non essere più isolato rispetto all'ambiente esterno. Un'ipotesi gravissima; una fuoriuscita del mox contenente plutonio in dosi importanti potrebbe rendere la zona inabitabile e inavvicinabile per migliaia di anni.
Mucche fantasma per latte reale.
Per giustificare la produzione annua comunicata alla Ue si truccano i dati: così le vacche "vivono" 83 anni invece degli otto medi normali. I Carabinieri del Nac individuano una gigantesca truffa e indicano i principali protagonisti: un ente governativo e un'agenzia ministeriale
I Carabinieri, in un rapporto consegnato a settembre, che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, descrivono “un quadro di sorprendente e diffusa mancanza di rispetto e non ottemperanza alle normative di settore che attraverso condotte omissive e dolose” ha portato “all’alterazione di un intero settore dell’economia nazionale, con ripercussioni anche a livello Comunitario”. In pratica ogni anno nel nostro Paese finiscono sul mercato 12 milioni di quintali di latte di provenienza sconosciuta ma spacciato come prodotto da mucche tricolore.
Chi sarebbe riuscito nell’intento, truffando per anni in un colpo solo Stato, Ue, produttori e consumatori? Secondo le indagini i responsabili sono, principalmente, un ente governativo (Agea) e un’agenzia ministeriale (Izs di Teramo). Uomini dello Stato. Un ruolo chiave, riferiscono i Nac, lo svolge il capo gabinetto del ministero dell’Agricoltura. Una casella occupata da Giuseppe Ambrosio. Fino a mercoledì scorso. Quando Romano ha nominato un suo uomo di fiducia:Antonello Colosimo. Un 62enne napoletano, da trenta anni nei Palazzi, consigliere della Corte dei Conti ma più noto per essere stato uno dei beneficiari delle ristrutturazioni dono dell’imprenditore Diego Anemone. Colosimo non risulta indagato nell’inchiesta sulla cricca ma nelle carte ci sono paginate di intercettazioni che rivelano il suo interessamento per gli amici.
Anche il suo predecessore è più volte finito sotto la lente degli investigatori. A partire dal 1998 è stato segnalato per reati contro la pubblica amministrazione, tra cui truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Molto vicino a Gianni Alemanno, che l’ha portato al ministero dell’Agricoltura, è finito nell’inchiesta sulla parentopoli romana del sindaco e ha una richiesta di rinvio a giudizio per reati che vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione, per irregolarità in un concorso del 2005 per sei posti da dirigente al ministero delle Politiche agricole vinto, tra gli altri, da moglie e segretaria di Ambrosio. I Carabinieri, ricostruendo il suo curriculum, si stupiscono: “Non può essere sottaciuto quanto emerso dalla banca dati delle forze di Polizia” considerati “gli incarichi di assoluto rilievo e responsabilità” ricoperti. Del resto Agea gestisce il fiume di miliardi che dalla Ue arriva in Italia per sostenere l’agricoltura. E il capo gabinetto ha il compito di dettare la linea strategica del Sian, il sistema agricolo nazionale, braccio di Agea.
I Nac ricostruiscono il ruolo di ciascuna pedina. Partendo da una scoperta: le mucche fantasma. Agea e Izs di Teramo, istituto che gestisce l’anagrafe bovina e deve verificare la correttezza dei dati sui capi forniti dagli allevatori per il conferimento dei premi Pac (fondi europei), “si organizzano” nel “tentativo, riuscito, di addivenire a un numero di capi tale da poter giustificare il livello produttivo nazionale” dichiarato. Come? Alzando l’età massima dei bovini, portandola da 120 a 999 mesi. Fino cioè a 83 anni. Lo spostamento “consente di aumentare il numero di capi di circa 300 mila unità, pari a oltre il 20% dell’intera popolazione bovina a indirizzo lattifero”. I Carabinieri intercettano uno scambio di mail tra i due enti piuttosto eloquente. L’Agea scrive a Izs: “Vorremo togliere il limite superiore di età che attualmente è impostato a 120. Come preferisci procedere? Per farla molto semplice impostiamo il dato a 999?”. La risposta arriva pochi giorni dopo: “Non ci sono problemi”.
Ecco le mucche fantasma. Che però, producono latte. Perché il latte c’è. 110 milioni di quintali. Di cui “oltre il 10%” di provenienza sconosciuta. Ma spacciato per italiano. È latte in polvere? Da dove arriva? E come entra nel circuito nazionale? Secondo i Nac le vacche fantasma servirebbero proprio a questo: a coprire un mercato parallelo. Gli uomini dell’Arma oltre a prendere in considerazione la vita media effettiva di un bovino in lattazione decidono di verificare tutti i dati dell’anagrafe e scoprono che il numero reale è “circa la metà del numero dei capi indicati da Agea”. Per il 2008/2009, scrivono i Carabinieri, “ad Agea risultano 2.905.228 capi presenti, mentre il complessivo è pari a 1.668.156”. E concludono: “Una differenza talmente significativa che si tradurrebbe in una minore produttività di latte pari a 12 milioni di quintali”.
Un surplus fra l’altro dannoso da dichiarare perché comporta lo sforamento alla produzione concessa dalla Ue all’Italia e costringe il Governo a vedersi trattenere gli incentivi agricoli e a dover anticipare le sanzioni che poi vengono recuperate con le multe per le quote latte agli allevatori. Multe che ammontano complessivamente a 4 miliardi di euro. I Carabinieri nell’informativa ipotizzano “che alcuni soggetti – persone fisiche o giuridiche (produttore, associazione sindacale ovvero funzionari Agea) – abbiano potuto percepire indebitamentefinanziamenti comunitari”. E citano una relazione del 2003: “Sono state verificate ed appurate condotte irregolari da parte di determinati soggetti della filiera – ben individuati e individuabili – tese a conseguire illegittimi vantaggi economici sia diretti, in termini di elusione delle sanzioni connesse all’esubero rispetto alle quote assegnate, sia indiretti, in termini di evasione fiscale connessa alla mancata fatturazione”.
Relazione caduta nel vuoto. Ripescata grazie all’intervento di Luca Zaia quando, nel giugno 2009 da ministro dell’agricoltura, insedia una commissione per capire come mai l’Italia ogni anno si ritrova a dover pagare le multe per aver sforato la produzione di latte. E’ l’Agea che comunica i dati alla Ue. E per il 2009 le sanzioni non arrivano: perché non c’è nessuno sforamento. Ma gli uomini del Nac ormai sono al lavoro. E nel 2010 scoprono “una differenza produttiva media, rispetto a quella dichiarata, da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato”. Inviano l’informativa a 70 procure e 32 chiedono un supplemento di indagini. Consegnato lo scorso settembre ai magistrato. Con le 300 mila vacche che, seppur vecchie o fantasma, valgono miliardi. Della questione ora dovrà occuparsi Romano insieme al suo capo gabinetto, l’amico di Anemone, Colosimo.