lunedì 11 aprile 2011

Passaparola. I 400.000 ladroni - Marco Travaglio


L’uomo che balla sul Titanic. - di Maria Novella Oppo



Ogni giorno tutti i tg, compreso il Tg3, sono costretti a ospitare un siparietto di Berlusconi che fa le mossette, dice volgarità e attacca magistratura e Costituzione.

Casualmente (o forse no) l’altro giorno lo psichiatra Giovanni Battista Cassano, ospite di Augias su Raitre, descriveva l’esaltazione e il delirio di onnipotenza di certe personalità patologiche.

Era un ritratto perfetto di Berlusconi e del suo male, denunciato al Paese dalla ex moglie, alla quale dobbiamo l’allerta sul quadro clinico del sultano.

Ma ormai è un Titanic vivente: mentre cola a picco nei sondaggi, balla e canta, incapace di contenersi.

E, come disse sempre la signora Veronica, nessuno di quelli che gli stanno vicino fa niente per salvarlo da se stesso: sono tutti troppo impegnati ad approfittare delle ultime opportunità.

Chissà quanto ci avrà messo il Titanic a colare a picco.

Diciamo molte ore, o forse addirittura un giorno intero, mentre l’affondamento di Berlusconi dura da anni e ha creato un gorgo tale che rischia di trascinare a fondo anche quelli che lo contrastano.



Soldi e pm, gli incubi che tormentano Silvio.



Oltre ai processi:
tensioni su Veronica,
Lodo Mondadori e Pdl

MICHELE BRAMBILLA

È probabile che stamattina Berlusconi sia presente a uno dei tanti processi contro di lui: quello sui diritti tv di Mediaset. È altrettanto probabile che, come due settimane fa, la sua comparsata sia accompagnata da un paio di manifestazioni: una di oppositori e una di sostenitori. L’opinione diffusa è infatti che sia qui, sul terreno giudiziario, che si gioca la partita decisiva sul futuro del Cavaliere.

Ma è davvero così? Chi è vicino al premier è convinto che i suoi crucci siano ben altri. Dal punto di vista giudiziario, infatti, il premier non rischia granché. Al processo di oggi è accusato di una modesta frode fiscale che, anche se fosse accertata, dovrebbe comportare poco più di una multa. Gli altri processi aperti sono tre: quello per la corruzione dell’avvocato Mills, che finirà quasi certamente prescritto; quello detto “Mediatrade”, che dovrebbe anch’esso finire in nulla; e quello innescato dai festini di Arcore, che s’è aperto la scorsa settimana per essere subito rinviato a fine maggio, e che potrebbe essere stoppato dalla Corte Costituzionale subendo un nuovo rinvio, questa volta alle calende greche.

Insomma tutti questi processi, spasmodicamente invocati e attesi da quella parte del Paese che spera in una “soluzione giudiziaria” del caso-Berlusconi, potrebbero procurare al massimo un danno di immagine. E sappiamo che sarebbe un danno molto limitato, visto che – perlomeno in Italia – l’opinione pubblica è ormai talmente arrugginita che chi detesta Berlusconi non avrebbe un solo argomento in più rispetto a quelli che ha già tuttora, e chi lo ama continuerebbe a ritenerlo la vittima di una persecuzione. In poche parole, non dovrebbero essere i processi in corso a cambiare il destino politico del premier. Il quale ha invece, piuttosto, altri grattacapi. Sono sostanzialmente due.

Il primo scenario è economico. Entro il 4 maggio la Corte d’appello civile di Milano dovrà stabilire la cifra che la Fininvest deve versare alla Cir di Carlo De Benedetti per la celeberrima, o famigerata, vicenda del «lodo Mondadori». Due anni fa il tribunale ha fissato quel risarcimento in 750 milioni di euro. Il pagamento fu sospeso, ma dopo la sentenza d’appello del prossimo 4 maggio la sentenza civile diventerà immediatamente esecutiva. Il che vuol dire che la Fininvest dovrebbe presto sborsare 750 milioni, o forse qualcosa di meno se la Corte d’appello opterà per una riduzione, ma in ogni caso una cifra enorme. Per quanto sterminato sia il patrimonio di Berlusconi, e per quanti utili possano produrre le sue aziende, una simile perdita di contanti comporterebbe contraccolpi pesantissimi. La preoccupazione è tale che l’altro ieri il premier ha attaccato i giudici con toni persino più duri di quelli da lui riservati alle «toghe rosse» della Procura, e ha parlato di «rapina a mano armata».

Ma non è questo l’unico guaio economico. C’è anche la causa di separazione da Veronica Lario, che come sappiamo ha chiesto alimenti da legge finanziaria. Certo anche quelle cifre non basterebbero, da sole, a ridurre Berlusconi a chiedere l’elemosina, come auspicato da D’Alema qualche anno fa. Ma insomma, se la sentenza sul lodo Mondadori rischia di infliggere un duro colpo ai conti aziendali, quella sulla causa di divorzio rischia di colpire i conti personali. Non dimentichiamo che è in gioco anche la spartizione del patrimonio tra i figli di primo e secondo letto.

Ancor più gravida di conseguenze sul piano economico, poi, potrebbe risultare la recente defenestrazione di Cesare Geronzi dalle Generali. Geronzi era, nel mondo dell’alta finanza, l’unico alleato di Berlusconi. L’unico che, in quegli ambienti, non lo considerava come un intruso, o peggio come un parvenu. Il fatto che Geronzi sia uscito di scena (e uscito, quel che è peggio per il premier, con piena soddisfazione di Tremonti, almeno così dicono) non è una buona notizia per Berlusconi.
E veniamo al secondo fronte: il Pdl. Per dire in quale caos sia piombato il partito, basti tenere presente che ieri sul Giornale Giuliano Ferrara ha scritto un editoriale intitolato «Avviso ai naviganti: il Cav può mollare». Quella di Ferrara è una provocazione, certo. Ma che il Pdl si stia disfacendo per conflittualità interna, è un fatto. Gli ex di Forza Italia contro gli ex An. Scajola che minaccia una scissione. Le ministre una contro l’altra. C’è perfino chi ipotizza che qualcuno possa far saltare il processo breve per aprire a un «governissimo» senza Silvio. Insomma un tutti contro tutti che potrebbe far fare al Pdl la stessa fine che fece (Iddio ci perdoni l’irriverente paragone) l’Impero asburgico, che crollò per implosione, senza che un solo colpo di cannone venisse sparato all’interno dei suoi confini.

Non è detto che questa situazione a Berlusconi dispiaccia del tutto. Alla struttura-partito il Cavaliere non ha mai creduto, credendo solo nel rapporto diretto fra sé e il popolo. Paradossalmente: più il partito si divide e si indebolisce, più si rinforza il suo capo. Per dire: un Pdl come quello di oggi, frantumato com’è, non sarebbe mai in grado di mettere in piedi un 25 luglio. Ma guai a dimenticarsi che siamo fatti di carne, e che la carne è debole: chi accetta per molti, troppi anni di stare all’ombra di un grande capo carismatico, finisce quasi sempre con lo stancarsi. Reclama un posto al sole, chiede finalmente un po’ di autonomia, magari si convince di essere ormai pronto per la successione. E’ in quei momenti che escono allo scoperto i Bruto. Magari non riescono a prendere il potere, ma a far danni sì. Ecco perché anche il Pdl, di questi tempi, è diventato per il Cavaliere una preoccupazione peggiore della Boccassini.


http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/397371/



Dove stiamo andando?


Con il processo breve che il parlamento approverà a breve, molte cause verranno cancellate.


Molte di queste riguardano migliaia di persone che attendono una risposta che non arriverà più.


Una grave ingiustizia sarà posta in essere per salvare un unico individuo che la maggior parte della popolazione non stima e rifiuta di avere come figura rappresentativa del paese.


Non è giusto, è esecrabile, ma in una dittatura, come quella che è in atto in Italia, è possibile.


Prepariamoci a vederci privati di altri diritti, perchè questo governo, conscio della nostra inerzia e della propria forza, ci condurrà piano piano verso una dittatura più cruenta.


E le risonanze già si avvertono: una tra tutte gli eserciti regionali che ricordano tanto le ronde fasciste.


E' triste tutto ciò, ma è quello che si sta verificando.


Siamo soggetti deboli guidati da gente servile ed avida di potere.



Pink Floyd - Hey You




Hey tu! Là fuori al freddo,
sei solo, stai invecchiando
riesci a sentirmi?
hey tu! Che stai nel passaggio
con i piedi stanchi e un sorriso che si spegne,
riesci a sentirmi?
hey tu! Non aiutarli a sotterrare la luce,
non arrenderti senza lottare
hey tu! Là fuori da solo,
seduto nudo vicino al telefono
vorresti toccarmi?
hey tu! Con le orecchie al muro
aspetti che qualcuno chiami
vorresti toccarmi?
hey tu! Mi aiuteresti a portare questo masso?
apri il tuo cuore, sto tornando a casa
ma era solo fantasia
il muro era troppo altro, come puoi vedere
non ha importanza quanto ci avesse provato,
non è riuscito a liberarsi
e i vermi rosicchiavano la sua mente.
hey tu! Là fuori nella strada,
che fai sempre quello che ti viene detto,
puoi aiutarmi?
hey tu! Là fuori dietro il muro
che rompi bottiglie nel vicolo,
puoi aiutarmi?
hey tu! Non dirmi che non c’è più alcuna speranza,
insieme resisteremo, divisi cadremo.


domenica 10 aprile 2011

Non siamo tutti idioti!


In Parlamento 314 deputati, con soli 12 voti di scarto, hanno dichiarato di credere che Berlusconi, quando ha telefonato alla questura di Milano per farla rilasciare dopo l'arresto per furto, fosse convinto che Ruby fosse veramente la nipote di Mubarak.

Che lui sia un babbeo, infatti solo un idiota può affermare di credere alle parole di una ragazzotta che non nasconde la sua natura alquanto "disponibile e compiacente", niente da dire, ne prendiamo atto e pazienza!

Ma che lo siano anche 314 nostri rappresentati al governo, tra cui alcuni ministri, non possiamo accettarlo.

Questi 314 nostri rappresentanti, il cui compito è governare il paese nell'interesse del paese, hanno deciso di credere che la "panzana" del premier rispondesse a verità.

E solo per compiacerlo e salvargli le chiappe, quelle di un ambiguo, vecchio e flaccido con "il vizietto del sesso a pagamento".

Ma questi stessi indegni signori si sono mai chiesti come mai, il loro premier, pur essendo convinto che Ruby fosse la nipotina di Mubarak, la invitava a cena a casa sua e si intratteneva con lei anche nel dopo cena? E per giunta in presenza di altre donne di non meglio identificata professione?

Si sono mai chiesti perchè fosse così generoso con questa ragazzotta prosperosa e compiacente elargendole cospicue somme di danaro?

Chiunque al posto di B., se fosse stato un essere responsabile e, quindi, un buon padre di famiglia, avrebbe chiamato l'amico Mubarak per segnalargli il comportamento ambiguo e non conforme alle regole di buona condotta morale della "nipotina".

Ma non lo ha fatto. Perchè? Questo non se lo chiedono i 314 irresponsabili?

Come non si sono mai chiesti quale "incidente diplomatico" si sarebbe potuto verificare se Ruby fosse stata davvero la nipote di Mubarak e quest'ultimo avesse saputo che il suo amico, vecchio ultrasettantenne, usava intrattenersi con sua nipote?

La panzana non regge, è chiaramente una invenzione studiata a tavolino e senza alcuna logica, da qualunque lato la si voglia analizzare.

Inoltre, se ha telefonato in Questura in qualità di premier, come sostengono di credere i 314 privi di coerenza e dignità, ha commesso ugualmente un reato, quello di abuso d'ufficio: il reato di furto, infatti, va condannato, chiunque sia a commetterlo!

Provo, pertanto, profonda vergogna per il servilismo dimostrato dai 314 individui che si sono resi complici dei reati commessi da un essere indegno, irrispettoso delle leggi, qual'è il nostro presidente del consiglio.

Qui i nomi dei 314 deputati babbei e complici del premier:


REFERENDUM 12-13 giugno 2011



COMUNICATO STAMPA

a) referendum popolare n. 1 - Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione;

b) referendum popolare n. 2 - Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;

c) referendum popolare n. 3 - Nuove centrali per la produzione di energia nucleare.
Abrogazione parziale di norme;

d) referendum popolare n. 4 - Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

I cittadini italiani residenti all'estero e alcune categorie di connazionali temporaneamente all'estero, come meglio specificato oltre, possono votare per i referendum abrogativi del 12 e 13 giugno prossimo.

II voto per i referendum dei cittadini residenti ed iscritti all'AIRE si esprime esclusivamente per corrispondenza negli Stati con i quali il Governo italiano ha concluso apposite intese il cui elenco verrà pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri.

Negli Stati dove tali intese non sono state concluse gli elettori residenti ed scritti all'AIRE non potranno esercitare il voto per corrispondenza e pertanto, per votare, dovranno recarsi in Italia avendo diritto al rimborso del 75% del biglietto di viaggio presentando la relativa documentazione al Consolato di competenza.

Anche i cittadini italiani temporaneamente all'estero come militari o appartenenti a forze di polizia in missione internazionale, come dipendenti di amministrazioni pubbliche per motivi di servizio ovvero come professori universitari ed i loro familiari conviventi potranno esprimere il voto per corrispondenza.

La possibilità di recarsi a votare in Italia usufruendo del rimborso non riguarda questa tipologia di elettori in quanto tali categorie potranno votare anche negli Stati con i quali il Governo italiano non ha concluso apposite intese.

Gli elettori temporaneamente all'estero appartenenti alle categorie sopraindicate ed i loro familiari conviventi, per poter esprimere il voto, dovranno sottoscrivere una dichiarazione ai fini elettorali entro P8 maggio 2011.

Gli elettori residenti e temporanei all'estero riceveranno a domicilio, da parte del Consolato di riferimento, il plico elettorale contenente le schede e le istruzioni sulle modalità di voto.

Chi non ricevesse il plico elettorale entro il 29 maggio, potrà recarsi di persona all'Ufficio consolare di riferimento per verificare la sua posizione elettorale.

E ricordate che se:

6 - I cittadini, non andranno a votare il referendum.

7 - Berlusconi sarà contento, farà arricchire i suoi amici, si arricchirà, resterà al suo posto.

8 - I cittadini, continueranno a prenderla nel ".................".
...
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Passaparola!

Pubblicizziamo questi argormenti, signori miei!!!!

Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum.

E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone.

Per altre notizie, per saperne di più: