Secondo gli investigatori per accelerare le pratiche per le concessioni di sale giochi i prestanome dei boss offrivano ad alcuni funzionari vacanze, escort, cene e anche somme di denaro. Uno dei dipendenti arrestati,Polizzi, in meno di un anno avrebbe intascato 40 mila euro. I soldi sarebbero stati accreditati su conti segreti tramite bonifici. La corruzione funzionava anche per conoscere in anticipo i controlli che i Monopoli avevano intenzione di fare.
Tra i corruttori l'imprenditore Michele Spina, titolare della Primal, una società catanese aggiudicataria di 24 sale giochi e 71 punti Snai. Dietro Spina ci sarebbe Sebastiano Scuto, proprietario di una serie di supermercati e condannato per associazione mafiosa. Ai domiciliari, invece, è finito Francesco Casarubea, ex amministratore della sala bingo Las Vegas, a Palermo, confiscata dagli inquirenti in un'indagine sul riciclaggio di denaro da parte della mafia. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e dal pmSergio De Montis.