domenica 23 ottobre 2011

Davanti a migliaia di fedeli a Fatima il Papa ha detto: "i problemi dell'umanità sono i gay, le unioni di fatto, l'aborto...".




Ed io che pensavo fossero guerre, inquinamento, mancanza di risorse, malattie, fame e povertà. Forse è colpa mia che non ho studiato teologia.


https://www.facebook.com/notes/il-mio-mondole-mie-regole/davanti-a-migliaia-di-fedeli-a-fatima-il-papa-ha-detto-i-problemi-dellumanit%C3%A0-so/263765890326155

Berlino, nessun bilaterale con Berlusconi Il premier: "Pronto a riformare le pensioni".





Fonti governative tedesche smentiscono il colloquio tra il Cavaliere e la Merkel. Il presidente del Consiglio in un vicolo cieco: "Posso agire sulla previdenzo solo se lo chiede l'Europa, altrimenti Bossi..."


dal nostro inviato FRANCESCO BEI.

BRUXELLES - Per Berlusconi è la riforma delle pensioni l'ultima spiaggia. Il Consiglio europeo che si apre oggi, ufficialmente dedicato al fondo Efsf, avrà infatti un altro grande tema sul tavolo. Ovvero la malattia italiana. Ieri, alla vigilia dell'incontro, lo ha scritto impietosamente ilSuddeutsche Zeitung, quotidiano bavarese - "il vero tema del vertice è l'Italia" - chiedendosi come potrà Roma e soprattutto il governo Berlusconi, che finora "in modo quasi criminale" non ha fatto nulla per la crescita, "resistere alla prossima ondata della speculazione". Sul banco degli imputati per la sua inazione, terrorizzato per un attacco speculativo all'Italia di portata devastante, il premier è dunque deciso a uno scatto improvviso, andando a recuperare l'unico vero dossier che potrebbe rassicurare le cancellerie europee e i mercati sulla buona volontà dell'Italia: la riforma previdenziale. "Solo se ce lo chiede l'Europa possiamo farla. Altrimenti la Lega - ha spiegato il premier prima di partire per Bruxelles - su due piedi è capace di mettere in crisi il governo".

E' proprio questo, a quanto si apprende, l'asso nella manica che il premier intende giocarsi al tavolo del vertice. L'avrebbe voluto fare già ieri sera veramente, in un colloquio cercato a tutti i costi con la Merkel al castello di Meise, a margine della cena per i leader del Ppe. Ma nonostante i tentativi di approccio del Cavaliere, la Cancelliera si è ben guardata dal concedere udienza. Con i giornalisti italiani il premier si è vantato di averci parlato 1 addirittura "a lungo", mentre fonti di Berlino ci tengono a precisare che "non c'è stato alcun colloquio bilaterale, solo un incontro collegiale". Purtroppo per il capo del governo italiano ancora pesa l'eco di quelle indiscrezioni di stampa su quegli apprezzamenti infelici che il nostro avrebbe (avrebbe) rivolto alla Cancelliera in una presunta telefonata intercettata.

Tuttavia Berlusconi non demorde. La speranza, l'ultimo appiglio per il Cavaliere, è infatti l'Europa. Il premier lo disse apertamente a un attonito presidente Van Rompuy a metà settembre, invocando un "vincolo esterno" europeo per costringere i governi nazionali a fare quello che non avrebbero mai da soli la forza di portare a termine. L'idea è sempre quella, resa oggi impellente dallo stallo totale in cui si è nel frattempo avvitata la maggioranza. Sul decreto sviluppo infatti, al di là della propaganda sulle "100 agevolazioni", non c'è ancora nulla. Nulla di decisivo s'intende. A parte il piano EuroSud, annunciato da Tremonti mettendo il cappello sul lavoro di Raffaele Fitto. Ma si tratta dei vecchi fondi Fas. "Sembra che tutto dipenda da noi!", è sbottato il Cavaliere di fronte all'ennesima rampogna di Confindustria. Insomma, per trovare risorse da destinare alla crescita restano davanti al governo soltanto due strade. Quella del condono fiscale (ribattezzato "concordato" per renderlo più sexy), che però non sarebbe accettata dall'Europa in quanto misura una tantum.

Un provvedimento impresentabile politicamente e non strutturale, soprattutto perché monco di quella riforma fiscale che sola potrebbe, al limite, giustificarlo. L'altra strada, l'unica possibile a questo punto, è la riforma delle pensioni. Per farla digerire a Bossi, Berlusconi ha studiato un piano. L'operazione prevede che il Consiglio europeo di domani, o al limite quello di mercoledì, si concluda con una dichiarazione che contenga una forte sollecitazione agli Stati membri a "uniformare i criteri della spesa sociale". "Uniformare", verbo apparentemente neutro, ma che in italiano verrebbe tradotto come abolizione delle pensioni d'anzianità. Di un intervento del genere, del resto, già si discusse in gran segreto a metà agosto al ministero dell'Economia. L'idea era quella di inserirlo nel decretone, ma alla fine l'opposizione invalicabile di Bossi fece saltare tutto. Il progetto, allora, era di intervenire sul meccanismo delle quote, per arrivare entro il 2015 a un vero e proprio blocco dei ritiri anticipati, con l'allineamento dell'età ai 65 anni necessari per la vecchiaia. E risparmi calcolati in poco meno di 2 miliardi di euro all'anno.

Saverio Romano, ricevuto ieri mattina a palazzo Grazioli per discutere della possibile vendita di terre demaniali agli agricoltori (6 i miliardi che si potrebbero incassare), ricorda che "quando Prodi approvò l'aumento delle pensioni per le donne non ci furono proteste. Perché ormai l'italiano è preparato all'idea di dover lavorare più a lungo". Ultima grana per il Cavaliere, Bini Smaghi che non si dimette dal board della Bce: "Spero capisca - dice Berlusconi sconsolato - e che si dimetta", come Parigi vuole.  



http://www.repubblica.it/economia/2011/10/23/news/berlino_nessun_bilaterale_con_berlusconi_il_premier_pronto_a_rifomare_le_pensioni-23698799/

Bruxelles: domanda su Berlusconi. E in sala stampa ridono tutti.




"Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?". A questa domanda, la reazione ilare di Merkel, Sarkozy e di tutta la stampa presente. Poi la risposta del presidente francese: "Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell'insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche"
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Comprano i deputati e nessuno fiata. - di Antonio Padellaro.






La vera novità è che della compravendita dei parlamentari non gliene frega niente a nessuno. Certo, lo sanno tutti che a tenere in piedi il governo Berlusconi sono quei due o tre voti di maggioranza acquistati grazie al mercatino controllato dal presidente del Consiglio. Ma se non uno, ma tre deputati di Fli (gli onorevoli Di Biagio, Muro e Conte) interpellati dalla nostra Sandra Amurri denunciano di essere stati avvicinati dall’addetto alla bisogna Verdini che offriva “cinque cose” in cambio del loro voto, ci si aspetterebbe una qualche reazione da parte della magistratura e delle supreme istituzioni della Repubblica. E invece niente, silenzio di tomba.

Bruno Tinti ci ha spiegato che se alcuni parlamentari passano dall’opposizione alla maggioranza, perché gli sono stati promessi soldi o cariche pubbliche, “non ci piove, si tratta di corruzione, prigione da 2 a 5 anni”. Visto che i diretti interessati hanno già testimoniato sul Fatto e con dovizia di particolari la ripetuta tentata corruzione, la domanda è: cosa aspetta la Procura di Roma a convocare gli onorevoli Di Biagio, Muro, Conte e, naturalmente, l’uomo dei cinque desideri per accertare l’esistenza di un reato gravissimo come la corruzione di pubblici ufficiali (i parlamentari lo sono). Ma a piazzale Clodio tutto tace. Quegli uffici un tempo erano chiamati il porto delle nebbie per la frequenza con cui i fascicoli più scottanti misteriosamente venivano insabbiati. Adesso se ne dimenticano e basta, come è successo alla denuncia presentata da Di Pietro dopo il voto di fiducia del 14 dicembre (quello di Scilipoti, per intenderci).

Quanto alle più alte istituzioni, l’unico fremito registrato è il sorriso del presidente della CameraFini nell’assistere lo scorso 19 ottobre all’aggressione verbale di Verdini che sotto i suoi occhi ha dato del “pezzo di merda” al collega Di Biagio colpevole di non aver mantenuto un silenzio omertoso sul mercatino. Per il resto, dai più alti colli di Roma nessun monito, calma piatta. Strano, non ci risulta che comprare i deputati sia previsto dalla Costituzione.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/23/la-vera-novita-e-che-della-compravendita-dei/165814/comment-page-6/#comment-2549780

Crisi, ultimatum europeo all’Italia e al premier: “Aspettiamo risposte entro 3 giorni”.


Sarkozy freddo verso Berlusconi: "Fiducia in lui? Nelle istituzioni italiane". E mette sullo stesso piano Roma e Atene. Merkel: "Abbiamo fatto presente che serve senso di responsabilità sulle misure di debito e crescita".
”Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere”: lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy durante la conferenza stampa al termine del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles. E le risposte da parte dell’Italia devono arrivare “entro mercoledì”, ha puntualizzato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.

Sarkozy, insieme alla cancelliera Angela Merkel, ha illustrato i lavori svolti e i risultati raggiunti. I due hanno sottolineato come la Spagna sia “uscita dalla prima linea”, mentre per la prima volta l’Italia è stata messa sullo stesso piano della Grecia.

“All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita”, ha detto Merkel sostenendo di essere fiduciosa al termine dell’incontro con il Cavaliere. Di altro avviso è apparso Sarkozy. Alla domanda se si sente rassicurato da Berlusconi, il presidente francese ha volto lo sguardo ad Angela Merkel poi, dopo un profondo respiro, ha risposto ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane. Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese”.

Insomma l’Italia è stata bocciata. E addirittura messa sul medesimo piano della Grecia. Eppure Berlusconi stamani si era detto più che sereno. “Ma che domande mi fate?”, aveva ribattuto quasi scandalizzato a chi gli chiedeva un pronostico sull’esame che l’Ue si accingeva a fare all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo – dice ai cronisti – io non sono mai stato bocciato in vita mia“.


Usa, Bon Jovi filantropo: apre ristorante per poveri.



I prezzi non sono riportati nel menu. Non si tratta di una mensa ma di un ristorante per la comunità: chi può paga, altrimenti aiuta in sala, oppure in cucina. E' Soul Kitchen il locale aperto dal frontman dei Bon Jovi a Red Bank, vicino alla sua città di origine, Sayreville (New Jersey). Il 'community restaurant' per i meno abbienti, dove lavorano solo volontari, è gestito dalla rockstar insieme alla moglie, in nome del buon cibo alla portata di tutti.


http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/usa-bon-jovi-filantropo-apre-ristorante-per-poveri/78958/77348?ref=HREV-2

Motogp: è morto Marco Simoncelli (il video) “Era il cuore della Romagna da corsa”




Cade in pista in Malesia e viene investito dalle moto di Edwards e del suo grande amico Valentino Rossi: un'ora di black out, poi l'annuncio della morte
E’ morto a 24 anni su una pista, quella della Malesia, che lo aveva incoronato ufficialmente campione. Marco Simoncelli se n’è andato mentre correva il suo gran premio, è morto da bandiera della Romagna da corsa, la terra che lo ha visto crescere e lo ha accompagnato fino al podio. Alcuni bar di Cattolica, paese di origine del pilota, dove stavano trasmettendo il gran premio, hanno preferito chiudere, abbassare la saracinesca in segno di lutto, anche per pochi minuti. Uno choc, la morte di Simoncelli, dicono. “Era la nostra bandiera, e non è giusto morire così a 24 anni”, dicono gli amici. “Diranno che le persone muoiono di lavoro, muoiono di fame, di guerre e drammi. Lo sappiamo che diranno tutto questo. Ed è tutto vero. Ma lui era uno sportivo, riusciva a farci sognare, questa era il suo mestiere. Ci regalava emozioni”.

Il pilota italiano della Honda è stato letteralmente investito da Colin Edwards e daValentino Rossi, che non è caduto. Nel fortissimo impatto Simoncelli ha perso il casco ed è rimasto a terra immobile riverso in pista. Probabilmente è morto sul colpo.

Il pilota 24enne è stato immediatamente portato al centro medico della pista. ma la notizia della morte è stata comunicata in maniera ufficiale soltanto dopo un’ora.

Non è ancora ben chiara la dinamica dell’incidente: dalle immagini si vede Simoncelli tagliare una curva in modo innaturale, probabilmente dopo aver perso aderenza. Cadendo il pilota italiano ha perso il casco, mentre due moto che lo seguivano gli sono passate sopra. Una era quella di Edwards, l’altra quella di Rossi, che ora ai box è molto scosso. Il pluri-iridato era un grande amico di Simoncelli.

Si era capito subito, che sui stava consumando un dramma, anche se tutti ai box cercavano di negare l’evidenza e di restare aggrappati alla speranza. “Simoncelli è arrivato già in arresto cardiocircolatorio, e ha un vistoso segno di una ruota sul collo. Stiamo cercando di rianimarlo ma è molto difficile”, aveva detto il dottor Giuseppe Russo, uno dei componenti dello staff medico del Motomondiale. Parole che lasciavano ben poche speranze per la vita del pilota di Cattolica.
”E’ una bruttissima giornata per tutti noi, Marco l’ho visto cadere, con la sua moto che andava verso l’interno e le altre che lo colpivano”. Cosi’ il pilota della Ducati Nick Hayden commenta la morte di Simoncelli. ”All’uscita di una curva gli è scappato il treno posteriore – dice ancora un Hayden visibilmente scosso – e probabilmente ha cercato di controbilanciare la moto e non ce l’ha fatta. Quando si è uno sopra l’altro c’è poco da fare”. ”Sento un dolore molto forte – sottolinea l’americano, ex campione del mondo -: in pista siamo tutti fratelli e facciamo parte della stessa famiglia. Marco ci mancherà tantissimo, era un ragazzo molto simpatico ed ora non so cos’altro dire, solo che possa riposare in pace. Sono vicino alla sua famiglia: in momento come questo bisogna esser forti”.

Marco Simoncelli comincia a correre a 7 anni sulla pista delle minimoto a Cattolica; a 12 anni è proclamato campione italiano, così come nel 2000, anno nel quale gareggia per il titolo europeo conquistando la 2° posizione. A 14 anni prende parte al Trofeo Honda NR (sale in 2 occasioni sul podio) e al campionato italiano 125 GP.

Nel 2002 è campione europeo classe 125cc e lo stesso anno, dopo un buon apprendistato a livello nazionale ed europeo, debutta nel Motomondiale 125cc come wild card e conquista la 13° posizione all’Estoril.

Il 2003 lo vede impegnato per la prima stagione completa del Campionato del Mondo e conclude 6 gare in zona punti, tra le quali spicca la 4° posizione ottenuta a Valencia in una gara molto combattuta.

Il 2004 è per lui un’annata difficile e gli riserva sensazioni contrastanti. La sua capacità di gestire al meglio la moto sul bagnato gli permette di trionfare a Jerez – dove firma pole e vittoria nonostante l’insidioso tracciato, letteralmente inondato dalla pioggia – e di confermarsi specialista sul bagnato a Brno, dove guadagna la pole in una sessione di qualificazione accompagnata da condizioni critiche. Ma è un’annata segnata anche da cadute e inconvenienti, che non gli permettono di superare l’11° posizione della classifica generale.

Il team NoCable.it Race lo ingaggia per il 2005, sperando di vederlo sempre tra i primi della classe.(motogp.com). Vince un altro gran premio a Jerez, il suo circuito preferito, e sale in tutto sei volte sul podio, ma pur lottando sempre per le posizioni di vertice, esce dalla lotta per il mondiale già a metà stagione, poiché ormai fatica ad adattarsi alla sua Aprilia 125 visto la notevole altezza (è uno dei piloti più alti di sempre nelle moto e pesa 72 kg), ma chiude comunque al quinto posto. La stagione successiva passa in 250, alla guida della Gilera.

Nel 2008, Marco Simoncelli in sella alla Gilera del Team Metis si è laureato Campione del Mondo della classe 250 al termine di una gara resa durissima dal caldo torrido con il terzo posto sulcircuito malese di Sepang. Lo stesso circuito dove è morto poche ore fa.

Proprio la settimana scorsa, in Australia, il suo migliore risultato, 2°, con la speranza di migliorarsi ancora, forte anche della rinnovata fiducia che la Honda gli accorda per il 2012, quando aveva strappato un contratto da ufficiale, sempre con il team Gresini. Aperto, sorridente, gioviale, un pilota disponibilissimo con tutti, Marco lascia il papà Paolo, che lo seguiva sulle piste, la mammaRossella, l’adorata sorellina Martina, la fidanzata Kate e un grande vuoto. Ma lascia un grande vuoto nel cuore di tutta la Romagna veloce, quello che da tempo lo aveva nominato l’erede di Valentino Rossi. Quello che avrebbe fatto sognare gli appassionati di motomondiale.