martedì 1 novembre 2011

Dall’Isola dei Famosi al manifesto politico di Renzi: il nuovo reality di Giorgio Gori.



A scoprire chi c'è dietro i 100 punti del documento griffato dal sindaco di Firenze è stato Gianluca Morganti, che smanettando sul file Pdf ha visto comparire il nome del noto imprenditore televisivo.



Giorgio Gori, fondatore della casa di produzione Magnolia
Chi ha scritto i 100 punti del manifesto politico diMatteo Renzi? Chi ha inventato il reality L’isola dei famosi in Italia? La stessa persona: Giorgio Gori. Già la sua presenza alla convention del sindaco di Firenze alla Leopolda aveva fatto scalpore, ma ora si scopre la summa politica di Renzi è stata scritta dal computer di Gori, l’enfant prodige della televisione berlusconiana degli anni Ottanta.

A scoprirlo è stato tale Gianluca Morganti, che ‘smanettando’ sul file Pdf del manifesto, andando sulle ‘proprietà’ non poteva credere ai propri occhi quando sulla finestra ‘autore’ è comparso il nome di Gori. Lo scoop di questa scoperta casuale è arrivata lunedì dal sito web Termometro politico. Subito è arrivata la risposta via Facebook di Gori: “Che il mio Mac sia servito ieri sera per impaginare i testi delle proposte emerse nei tre giorni della Leopolda non mi pare una gran notizia! Ovviamente – ha scritto l’imprenditore televisivo – (come sa chiunque ci sia stato) le proposte sono invece venute da molte fonti diverse, e sono on line sul sito di Big bang perché chiunque le possa commentare e integrare. Ciao!”.

Giorgio Gori, marito della anchor woman del Tg5 Cristina Parodi, dal 1989 al 2001 è stato uno dei massimi dirigenti del Biscione (è stato a capo di Italia 1, Canale 5). Gori, dopo aver iniziato nella Rete 4 dei Mondadori, con l’acquisizione dell’emittente da parte del Cavaliere, diventa responsabile dei più grandi successi televisivi negli anni del boom della tv privata. Poi, nel 1994 è direttore di Canale 5 al momento della discesa in campo e della nascita di Forza Italia. Nel 2001 il 40enne Gori fonda la casa di produzione televisiva Magnolia, che tra i suoi successi maggiori ha avuto l’Isola dei famosi. Del resto, che gli piacessero i reality lo si era capito già nel 2000, quando, da direttore di Canale 5 aveva portato in Italia il format del Grande Fratello.  Ora arriva la possibile discesa in campo con il rottamatore Renzi. Di certo, oggi un reality sul Pd e le sue lotte interne, farebbe successo. Ve lo immaginate il confessionale?

Mondadori querela report: la risposta di milena gabanelli - 31 10 11



Berlusconi aiutato da tremonti si fa un'altra leggina per sfruttare l'enorme fatturato dei giochi on line che sarebbe servito per buona parte a finanziare la ricostruzione dell'abruzzo. napolitano dove sei?

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=270822336289305&set=a.143072752397598.15452.139696202735253&type=1&theater

lunedì 31 ottobre 2011

"Rivendico il diritto ad esprimermi per difendere la Costituzione". - di Giuseppe Pipitone

Dopo gli attacchi di Cicchitto e Gasparri, le censure del segretario dell'Anm e addirittura gl'inviti a smettere la toga da parte del consigliere laico del Csm Bartolomeo Romano,  il procuratore aggiunto della Dda di Palermo difende il suo diritto all'espressione e alla difesa della Costituzione. Diritto condiviso dal collega Di Matteo:"Ingroia ha ragione, abbiamo il diritto - dovere di difendere la Costituzione".

Nelle ultime dodici ore è stato travolto da una pletora di attacchi di ogni tipo. Un polemico fuoco incrociato  orchestrato da esponenti politici del centro destra e membri laici del Csm, fino a rapide censure del segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati.

Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Dda di Palermo, è finito sotto accusa per essersi definito un "partigiano della Costituzione" al congresso nazionale del Pdci di Oliviero Diliberto. I colonnelli del Pdl si sono attivati immediatamente. A partire dal presidente dei senatori del partito di maggioranza , Maurizio Gasparri che ha definito le parole di Ingroia addirittura come "gravi e inquietanti". A ruota si sono uniti subito Fabrizio Cicchitto - che è arrivato a teorizzare un'improbabile violazione della Costituzione dello stesso Ingroia - e il direttore de Il GiornaleAlessandro Sallustisecondo il quale le dichiarazioni del giudice palermitano permettono addirittura "di rileggere, e riscrivere, la recente storia dei rapporti tra politica e giustizia". Al leit motiv si sono subito aggiunti i membri non togati del Csm come Bartolomeo Romano che ha subito alzato il tiro proponendo che "se un magistrato vuole fare politica, si tolga la toga, magari per sempre".

Una vera e propria "sparatoria mediatica" a cui il procuratore aggiunto era però preparato. "Immaginavo che si sarebbe scatenato tutto questo. Sapevo che intervenendo al congresso di Diliberto per difendere la Costituzione suonava come una provocazione, ma io rivendico nonostante tutto il mio legittimo diritto all'espressione".

Dottore Ingroia, negli anni 70 e 80 capitava spesso che i magistrati intervenissero a convegni di partito - come quelli della Democrazia Cristiana per esempio - senza che scoppiasse alcuna polemica. Oggi succede che  esponenti politici siano presenti alle inaugurazioni dell'anno giudiziario e nessuno ha niente da ridire. Perchè invece appena lei interviene e congressi o manifestazioni e osa parlare di Costituzione scoppia un putiferio?

"Immagino che derivi tutto dall'imbarbarimento dello scontro politico. Un arretramento del dibattito complessivo che blocca il diritto ad esprimersi su temi assolutamenti normali per un magistrato, come d'altra parte è il rispetto della Costituzione. Sapevo che sarebbe successo, ma io ho giurato sulla Costituzione democratica, la difendo e sempre la difenderò anche a costo di essere investito dalle polemiche”.

Sapeva che sarebbe successo questo putiferio. Perchè lo ha provocato?

"Appunto per rivendicare il mio diritto ad esprimermi su temi politici che devono essere cari a tutti noi. E' con questo spirito che sono intervenuto, e con questo spirito che interverrò. E' un diritto legittimo quello che rivendico:quello didifendere la Costituzione, il che equivale a difendere la legalità."

Anche a costo da essere investito da questa sequela di polemiche?
"Si, certo che si. Continuerò a rivendicare il mio diritto all'espressione, il mio diritto e dovere ad onorare la Costituzione,  augurandomi che si sviluppi in futuro un dibattito politico legittimo e serio."

Andrebbe a parlare di Costituzione ad un congresso del Pdl?

"Certo che ci andrei, solo che loro non mi hanno mai invitato. Ed è un errore pensare che io vada ai convegni di una sola parte politica. Sono stato anche ospite di  Futuro e Libertà per ben due volte, parlando degli stessi argomenti di ieri - Fabio Granata lo ricordava in un suo comunicato - senza che nessuno avesse niente da ridire".



http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=703

Marina Berlusconi: Italia la peggiore d’Europa. - di Guido Scorza



Nel 2010 “il ritmo della crescita è andato rallentando nel corso dell’anno, attestandosi al +0,1% nel quarto trimestre (il Pil era aumentato dello 0,3% e dello 0,5% nei trimestri precedenti), al di sotto del risultato medio registrato nell’area Euro (0,3%).”.

Nel complesso la produzione industriale è tornata a salire in confronto all’anno precedente, anche se con minor vigore rispetto alle altre economie dell’area.”

E’ questo il giudizio sull’economia italiana nel 2010 che Marina Berlusconi è costretta a mettere nero su bianco nella relazione al Bilancio Mondadori (cfr. pag. 44, “L’economia italiana”).

Nessuna novità o scoperta sensazionale e, anzi, solo la conferma di una situazione sfortunatamente ormai sotto gli occhi di tutti, ma leggere certe prese d’atto da parte della figlia prediletta del premier che per mesi ha continuato a ripetere che la situazione italiana non era peggiore di quella degli altri grandi d’Europa, fa un certo effetto.

Ma non basta.

Lady B. non nutre grandi speranze neppure per i prossimi anni, nei quali l’economia del Paese è, a suo giudizio – e purtroppo non solo suo – destinata a crescere meno che nel resto d’Europa.

Si legge, infatti, nella stessa relazione al Bilancio della Mondadori, a firma di Marina Berlusconi che “in termini prospettici è atteso il mantenimento di un ritmo di crescita contenuto attorno all’1% per il 2011 e il 2012, al di sotto dei valori medi Ue.”.

Se persino la figlia più vicina al Cavaliere ha ormai perso ogni speranza nella possibilità che il padre realizzi i miracoli dei quali continua a parlare ed è costretta ad ammettere che resteremo la cenerentola nell’economia europea, evidentemente la situazione è davvero disperata.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/31/lady-berlusconi-l%E2%80%99italia-peggio-che-il-resto-deuropa/167526/

Magistrato indaga sul Pdl, il senatore Berselli lo combatte a colpi di interpellanze.




Oggetto della terza interrogazione parlamentare al ministro della giustizia Nitto Palma è l'incompatibilità del procuratore capo Laguardia, reo di avere una figlia avvocato che esercita la libera professione al foro di Parma.

Il senatore Filippo Berselli, coordinatore regionale del Pdl, continua la sua crociata personale contro la giustizia parmigiana, colpevole, a suo dire, di aprire inchieste solo sui politici vicini al centrodestra. La prima volta, Berselli ha chiesto che venisse effettuata un’ispezione dagli uomini del ministero della giustizia in Procura di Parma, dato che il procuratore capo Gerardo Laguardia se la prendeva solo con gli esponenti del Pdl con le inchieste Easy Money e Green Money, che hanno portato all’arresto di 15 persone in 3 mesi per corruzione e concussione.

La seconda volta, sempre attraverso un’interrogazione parlamentare, ha chiesto di nuovo l’invio di ispettori, in quanto non riteneva trasparente la questione parmigiana. Ora, attraverso la terza interrogazione presentata al ministro di grazia e giustizia, Francesco Nitto Palma, Berselli afferma addirittura che il ruolo di Laguardia sarebbe incompatibile per legge, dato che nel foro di Parma sua figlia esercita la professione di avvocato, secondo il senatore addirittura in modo mascherato, dato che è iscritta all’ordine degli avvocati di Piacenza.

La sede parmigiana per Laguardia sarebbe quindi incompatibile per conflitto di interesse. Una circostanza che violerebbe l’articolo 18 dell’ordinamento giudiziario, che dispone l’incompatibilità dei magistrati che hanno rapporti di parentela o affinità con chi esercita la professione forense. Berselli, presidente della commissione giustizia al Senato, nella sua interrogazione spiega: “L’articolo prevede che i magistrati giudicanti e requirenti delle Corti di appello e dei tribunali non possano appartenere a uffici giudiziari nelle sedi nelle quali i loro parenti fino al secondo grado, gli affini in primo grado, il coniuge o il convivente, esercitano la professione di avvocato”.

Secondo alcune notizie lette sui giornali, però, nel foro di Parma eserciterebbe la propria professione la figlia del procuratore della Repubblica, l’avvocato Maria Anna Laguardia: “La figlia del Procuratore però per aggirare l’ostacolo dell’art. 18 dell’ordinamento giudiziario si è iscritta all’Ordine degli avvocati di Piacenza con studio in via Vigoleno n. 2, indirizzo però dove non figura apposta la targa professionale. Un’iscrizione evidentemente di comodo, visto che il predetto avvocato esercita effettivamente la sua attività in Parma con studio, adeguatamente pubblicizzato con tanto di targa di ottone all’esterno, in borgo Salmitrara n. 8. Chiedo quindi al ministro Nitto Palma se non ritenga indispensabile e urgente, come peraltro richiesto nelle precedenti interrogazioni, disporre un’indagine ispettiva all’esito della quale promuovere un procedimento disciplinare presso il Consiglio Superiore della Magistratura affinché venga accertata l’incompatibilità di sede per il Procuratore della Repubblica di Parma Gerardo Laguardia”.

Laguardia, da sempre uomo molto discreto che misura ogni parola rilasciata ai media, questa volta ha voluto replicare direttamente al senatore Berselli: “Mia figlia esercita la professione di avvocato esclusivamente nel ramo civile dal 2006 a Piacenza, dove è iscritta, e anche a Parma. Di tale circostanza ho dato comunicazione al Csm ex articolo 18 dell’Ordinamento giudiziario. Con deliberazione del 10 marzo 2008 il Csm ha archiviato la pratica non avendo rilevato alcuna situazione di incompatibilità. Ulteriore comunicazione ho dato al Cdm in data 3 marzo 2011 avendo mia figlia stabilito un proprio recapito a Parma. Il senatore Berselli cita in modo strumentale solo parzialmente l’art. 18 dell’ordinamento giudiziario omettendo le parole ‘salvo valutazione caso per caso per i tribunali ordinari organizzati con una pluralità di sezioni per ciascun settore di attività civile e penale’. La circolare 25 maggio 2007 del Csm precisa inoltre che in relazione ai magistrati preposti agli uffici requirenti, attesa la materia penalistica trattata, l’incompatibilità può essere esclusa nel caso in cui il parente svolga esclusiva attività nel settore civile o del lavoro”.

Insomma, la parola “strumentale” starebbe forse meglio agli attacchi subiti dal procuratore Laguardia in questi giorni caldi. Proprio per questo motivo stanno fioccando le lettere e le dimostrazioni di solidarietà da parte dei movimenti civici e dei sindacati cittadini, che si vogliono tenere lontani dal gioco di intimidazioni che il centrodestra sta costruendo in città.

(c.z.)

REPORT 30 10 2011 - EFFETTO VALANGA 1/9.



di Michele Buono 
Trader, default, spread, orsi e tori: termini che ormai sono entrati nei nostri discorsi quotidiani: è il linguaggio ai tempi della crisi. Ma come stanno effettivamente le cose? Qual è lo stato reale dell'economia?
C'è la crisi ma per chi? I valori dei prodotti delle operazioni finanziarie, per esempio, sono stati otto volte superiori a quelli che producono tutti insieme settori vitali della nostra economia come l'agricoltura, le industrie e i servizi. Come al solito c'è chi prende tanto, chi sempre di meno e chi rimane a bocca asciutta. Ma quanto potrà continuare questo meccanismo. Dipende solo da quanto sarà capace, chi ha interesse a non spartire la torta in parti uguali, a raccontare che il tesoro non c'è più. E soprattutto da quanto sarà bravo nel convincerci che la nostra qualità di vita dipende esclusivamente da come funzionano, giorno dopo giorno, i mercati finanziari. Così il nostro futuro , e quello degli Stati è legato ai complessi giochi della speculazione in Borsa e alle decisioni di Banche Centrali e enti sovra-nazionali. Report, in un'inchiesta di Michele Buono , è andata a vedere come stanno realmente le cose e chi sono le agenzie di Rating che con un semplice voto decidono la nostra sopravvivenza o disperazione.



http://www.youtube.com/watch?v=YC4iMKAH0gE