venerdì 2 marzo 2012

La finanza sale sul traliccio Arrivano i banchieri no global. - di Alessandro Sallusti



Mussari, presidente dell'Abi, con il ministro Passera
Mussari, presidente dell'Abi, con il ministro Passera e la Marcegaglia.


Pure i banchieri salgono sul tralic­cio della protesta. Per non sciupa­re l’abito lo fanno a modo loro, di­mettendosi in blocco dai vertici dell’Abi, l’associazione di categoria. Non accettano che il governo abbia tolto alcu­ne commissioni ai servizi che le banche ero­gano. Come dei no global qual­siasi non ci stanno e minacciano: se non si tor­na indietro diamo un altro giro di vite all’ero­gazione dei crediti a famiglie e imprese.


 Banchieri "no global": barricate contro Monti.


Pure i banchieri salgono sul traliccio della protesta. Per non sciupare l’abito lo fanno a modo loro, dimettendosi in blocco dai vertici dell’Abi, l’associazione di categoria.
Motivo: non accettano che il governo abbia tolto alcune commissioni ai servizi che le banche erogano, quegli odiosi balzelli che si aggiungono al costo del conto e che, sommati a fine anno, fanno una cifra. Come dei no global qualsiasi non ci stanno e minacciano: se non si torna indietro diamo un altro giro di vite all’erogazione dei crediti a famiglie e imprese.
Strano questo Paese in cui in contemporanea i facinorosi bloccano autostrade e stazioni e il gotha della finanza blocca il credito.
Nel primo caso serve la polizia, nel secondo serve solo che il governo tenga duro, perché sono sicuro che tutti noi possiamo tranquillamente vivere senza l’Abi, anzi, se chiudesse per sempre il sistema bancario risparmierebbe pure un mucchio di soldi tra affitti, convegni, personale con stipendi che immagino non di second’ordine. Insomma, l’umore dei banchieri è meno importante di quello dei tassisti e dei farmacisti, anche perché è difficile immaginare che ci assistano meno di quanto stiano già facendo negli ultimi anni. La rivolta dei banchieri non è solo ridicola per principio (la classe dirigente del Paese, per di più miliardaria, non scende in piazza e non ricatta sulla pelle dei poveri cristi), ma è sfacciata nei fatti.
Il sistema bancario italiano ha infatti appena incassato dall’Europa oltre 250 miliardi che pagherà a tassi dell’uno per cento. Soldi destinati a noi e che invece sono finiti altrove, cioè in operazioni finanziarie più redditizie e sicure che il credito ad aziende e privati. Senza contare che piangere miseria è incompatibile con lo staccare assegni di liquidazione ai manager da decine di milioni di euro (caso Profumo-Unicredit), o pagare compensi astronomici (leggere la dichiarazione patrimoniale del ministro Passera, ex ad di Banca Intesa). Un sistema, quello bancario, che sta vivendo di incentivi pubblici (i soldi dall’Europa), come ogni tanto avviene per l’auto, non può fare il matto per un presunto, piccolo sgarbo.
Da banchieri ed ex banchieri prestati alla politica si pretende almeno un altro stile, perché tanto, nella sostanza, già lo sappiamo come andrà a finire: su questo traliccio nessuno dei due si farà male.

‘Ndrangheta in Piemonte, confische per dieci milioni. “Riciclaggio in Olimpiadi e Tav”. - di Elena Ciccarello



La Dia mette i sigilli a una serie di immobili, anche in Lombardia e in Calabria, per riciclaggio dei profitti del narcotraffico. Il gruppo riconducibile a Ilario D'Agostino e Francesco Cardillo ha ottenuto commesse nelle grandi opere, dall'Alta velocità in Val Susa ai Giochi invernali del 2006, al porto di Imperia.


Sorveglianza speciale e confisca milionaria per la ‘ndrangheta imprenditrice in Piemonte, Lombardia e Calabria. La Direzione investigativa antimafia di Torino ha posto questa mattina i sigilli su terreni, ville, abitazioni, locali adibiti ad esercizi commerciali, fabbricati in provincia di Torino, Cuneo, Asti, Milano (Legnano) e in Calabria (Caulonia e Riace) e contanti (un tesoretto di 150 mila euro) per un valore superiore ai 10 milioni di euro. I beni confiscati sono riconducibili a Ilario D’Agostino e Francesco Cardillo, secondo gli inquirenti esponenti della ‘ndrangheta incaricati di riciclare negli appalti e nel settore immobiliare i soldi sporchi del narcotrafficante calabrese Antonio Spagnolo, boss di Ciminà. Nell’ottobre 2009, alla data del loro arresto nell’ambito dell’operazione Pioneer, in cui è stata sequestrata la società Ediltava, “cassaforte” del gruppo, il Procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli ha parlato della “più importante operazione antiriciclaggio mai realizzata in Piemonte”.

Secondo le ricostruzioni della Dia, il gruppo è riuscito a riciclare milioni di euro anche in importanti commesse pubbliche inserite tra le opere realizzate per le Olimpiadi invernali di Torino 2006, laTav e il porto di Imperia. La “lavatrice” era azionata attraverso il lavoro nero e un sistema di false fatturazioni: gli operai, per la stragrande maggioranza calabresi legati alle famiglie della ‘ndrangheta, venivano prima assunti regolarmente e poi licenziati perché continuassero a lavorare in nero, mentre le fatture “gonfiate” venivano emesse all’interno di un reticolo che metteva in relazione le società paravento del gruppo con altre società satellite. Un modello complesso che richiedeva la consulenza di un colletto bianco, il commercialista Giuseppe Pontoriero, che imputato con Cardillo e D’Agostino nel processo Pioneer, per i fatti relativi alla confisca odierna, ha scelto la via del patteggiamento.

I beni confiscati sono riconducibili alle società Ediltava srl, Italia costruzioni srl e Domus Immobiliare srl, tutte facenti capo a Ilario D’agostino e al nipote, Cardillo, considerato una “consapevole” spalla degli affari imprenditoriali e immobiliari dello zio. Ma chi è l’imprenditore D’agostino, capace in Piemonte di penetrare gli appalti “blindati” delle Olimpiadi invernali?

Ilario D’agostino, attualmente in carcere con l’accusa di associazione mafiosa in seguito a Minotauro, la maxi operazione contro la ‘ndrangheta del giugno scorso, già arrestato (e assolto) nel 1988 in Calabria per sequestro di persona, violenza privata, lesioni personali e detenzione illegale di armi, indagato dalla Procura di Torino per narcotraffico nel 1994 (poi archiviato), ha intrattenuto comprovati rapporti con il boss calabrese Rocco Lopresti, deus ex machina dell’edilizia in Val di Susa e all’origine dello scioglimento del Comune di Bardonecchia nel 1995 per condizionamento mafioso.

Condannato nel 2002 dalla Corte d’Appello di Torino alla pena di tre anni e 4 mesi di reclusione per l’importazione di 250 chilogrammi di hashish dalla Spagna, è stato rinviato a giudizio per riciclaggio, aggravato dal favoreggiamento alla ‘ndrangheta, insieme al nipote Francesco Cardillo e al commercialista Pontoriero.

Secondo gli inquirenti D’Agostino coltiva numerosi legami con esponenti dalla ‘ndrangheta, a partire da Antonio Spagnolo, boss di Ciminà, di cui secondo le ricostruzioni degli inquirenti è incaricato di riciclare il denaro. Ma anche con Bruno PolitoPietro GuarnieriNicola Polito,Pasqualino MarandoCosimo SalernoPeppe Aquino e soprattutto Cosimo Barranca, uno dei capi riconosciuti della ‘ndrangheta milanese.
Secondo il pentito Rocco Varacalli «è il contabile di Antonio Spagnolo, è affiliato alla ’ndrangheta di Ciminà ed è un imprenditore edile». Le sue imprese servirebbero «per far girare e riciclare i soldi di Spagnolo e coprirne il lavoro sporco».
“Questa confisca arriva dopo un lungo dibattimento – spiega il procuratore aggiunto Alberto Perduca – dimostrazione che le misure di prevenzione hanno oggi valore ed efficacia come strumento per colpire i patrimoni di origine sospetta, posseduti da persone socialmente pericolose e fortemente sospettate di appartenere a sodalizi criminali. La Procura di Torino si è attrezzata con un pool apposito. Nel 2011″, continua Perduca, “sono state presentate 25 proposte di prevenzione, di cui la metà per misure patrimoniali, con un sostanziale incremento rispetto al passato. Destinato ad aumentare ulteriormente”.

Marco Travaglio: alta voracità - puntata 15 - Servizio Pubblico



Marco Travaglio ripercorre la storia della ferrovia Torino-Lione e illustra le conseguenze del progetto TAV. Il TAV è dannoso: lo è per le casse dello Stato e per le tonnellate di rifiuti (tra cui l'amianto) che verranno prodotti durante i lavori di costruzione. 

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla.



Lucio Dalla - Balla Balla Ballerino (1980)
(Dalla,L) 


Balla balla ballerino 
tutta la notte e al mattino 
non fermarti. 
Balla su una tavola tra due montagne 
e se balli sulle onde dei mare io ti vengo a guardare. 
Prendi il cielo con le mani 
vola in alto più degli aeroplani 
non fermarti. 
Sono pochi gli anni forse sono solo giorni 
e stan finendo tutti in fretta e in fila 
non ce n'è uno che ritorni. 
Balla non aver paura 
se la notte è fredda e scura 
non pensare 
alla pistola che hai puntato contro. 
Balla alla luce di mille sigarette e di una luna 
che ti illumina a giorno. 
Balla il mistero di questo mondo che brucia in fretta 
quello che ieri era vero, dammi retta, non sarà vero domani. 
Ferma con quelle tue mani il treno Palermo-Francoforte, 
per la mia commozione 
c'è un ragazzo al finestrino, 
gli occhi verdi che sembrano di vetro 
corri e ferma quel treno 
fallo tornare indietro. 
Balla anche per tutti i violenti 
veloci di mano e coi coltelli, 
accidenti. 
Se capissero vedendoti ballare 
di essere morti da sempre 
anche se possono respirare. 
Vola e balla sul cuore malato 
illuso, sconfitto, poi abbandonato 
senza amore 
dell'uomo che confonde la luna con il sole 
senza avere coltelli in mano 
ma nel suo povero cuore. 
Allora vieni angelo benedetto 
prova a mettere i piedi sul suo petto 
e stancarti 
a ballare al ritmo del motore 
e alle grandi parole di una canzone, canzone d'amore. 
Ecco il mistero, 
sotto un cielo di ferro e di gesso 
l'uomo riesce ad amare lo stesso 
e ama davvero 
nessuna certezza 
che commozione, che tenerezza



Pensieri.





E' morto Lucio Dalla stroncato da un infarto.
E' ingiusto, ma che c'è di giusto in questo mondo in cui chi merita di morire vive, chi merita di vivere muore?


Lui vivrà sempre nelle sue canzoni. Non lo vedremo più dal vivo, ma nessuno ci impedisce di vederlo ed ascoltarlo nei suoi videoclip.


Libero e puro, come le sua canzoni. 
E' stato fra i primi ad ammettere pubblicamente di essere un "diverso", ma che diverso! 
Un animo gentile, un fiore sempre in boccio con una fragranza straordinaria.




E’ morto Lucio Dalla.



E’ morto in Svizzera per un attacco di cuore. Il cantante è stato trovato cadavere nel suo letto in un albergo di Montreaux, durante una pausa dal suo ultimo tour musicale europeo. Bolognese, classe 1943, domenica prossima avrebbe compiuto 69 anni. 


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/01/morto-lucio-dalla/194810/

mercoledì 29 febbraio 2012

Roma, rise del terremoto: calci e pugni a Piscicelli, aggredito a Parioli



Roma - (Adnkronos) - l'imprenditore era finito al centro dell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi e divenuto noto al grade pubblico per l'intercettazione in cui rideva alla notizia del terremoto che aveva appena devastato L'Aquila e i comuni della provincia, parlando degli 'affari' che si sarebbero potuti fare in Abruzzo con la ricostruzione.
Roma, 29 feb. - (Adnkronos) - Aggredito in strada a Roma l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, finito al centro dell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi e divenuto noto al grade pubblico per l'intercettazione in cui rideva alla notizia del terremoto che aveva appena devastato L'Aquila e i comuni della provincia, parlando degli 'affari' che si sarebbero potuti fare in Abruzzo con la ricostruzione. Due uomini lo avrebbero avvicinato e poi preso a calci e pugni. L'aggressione e' avvenuta a piazza Cuba, ai Parioli.


http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lazio/Roma-rise-del-terremoto-calci-e-pugni-a-Piscicelli-aggredito-a-Parioli_313034601061.html