Roma - (Adnkronos) - La crisi cambia le abitudini anche al Monte dei Pegni. Ieri si impegnavano preziosi per andare in vacanza, oggi per fare fronte alle spese quotidiane e alle tasse. Qui si incontra quella parte della città che non riesce ad arrivare alla fine del mese. Difficile tracciare un identikit delle persone che si trovano allo sportello, ma il denominatore comune è sempre lo stesso, i soldi che non bastano. Il direttore Unicredit della sede storica della capitale all'Adnkronos: "Il lavoro non manca, un giorno ho dovuto chiudere in anticipo perché c'era troppa gente"
Roma, 11 giu. (Adnkronos) - La crisi cambia le abitudini, anche al Monte dei Pegni. Ieri si impegnavano gioielli e pellicce per andare in vacanza, oggi per fare fronte alle spese quotidiane, a partire da bollette e tasse. Lo dicono soprattutto le testimonianze raccolte a piazza Monte della Pietà, nella sede storica di Roma. Massimo Satta, direttore Unicredit di Monte della Pietà a Roma, sintetizza con l'Adnkronos: "La struttura è depotenziata, potremmo fare di meglio, diciamo che potremmo assorbire altro personale''. Come dire, il lavoro non manca. ''Un giorno ho dovuto chiudere in anticipo perché c'era troppa gente- continua Satta - ma non è un fatto di crisi, questo è sempre stato un mondo a sè stante''. Secondo il direttore del Monte dei Pegni è difficile tracciare un profilo della clientela. ''Se anche il ricco imprenditore non è più ricco noi non lo sappiamo, per noi non è verificabile se i nuovi poveri siano in aumento''. In sostanza, non si vuole avallare la tesi che sia la crisi a far aumentare i carichi di lavoro. Ma il flusso di gente comunque è costante e continuo. ''Solo in quest'agenzia- spiega- si aprono circa centocinquanta polizze in una giornata, ma durante il periodo estivo o natalizio registriamo un aumento e il numero arriva anche a raddoppiare''. L'attività del vecchio palazzo, insiste Satta, non ha subito un particolare incremento con l'intensificarsi della crisi economica. ''Una credenza diffusa- dice- che non corrisponde alla verità, anche perché chi è veramente in difficoltà, non ha più oro da impegnare''.
Al Monte dei pegni si possono impegnare oro, argento e diamanti. Il metallo giallo, quotato giornalmente in borsa, è spesso considerato un bene di rifugio. Il prezzo di vendita dell'oro si aggira attorno ai quaranta euro al grammo e allo sportello della Unicredit gli estimatori lo valutano un quarto del valore rispetto a quello di mercato. Il finanziamento minimo è di sessanta euro e non c'è valutazione massima. ''Con le dovute autorizzazioni possiamo arrivare a rilasciare qualsiasi cifra'', sottolinea Satta. ''Con le leggi antiriciclaggio il problema è ciò che la persona farà con quel contante e, anche se la normativa non lo impone, è buon senso del tecnico informarsi sulla provenienza''. Il contratto normalmente ha una durata di tre mesi e può essere rinnovato fino ad un massimo di tre anni, ma l'oggetto può essere riscattato anche il giorno successivo. La banca trattiene il 10,4% di interesse annuo, troppo alto secondo alcuni. ''Sono strozzini- si sfoga una signora venuta a farsi valutare un orologio a carica d'oro- considerano solo il peso e non il valore. Mi volevano dare 13,50 euro al grammo. E' poco, anzi niente. Quand'è così te lo tieni. Gli interessi sono altissimi, forse è meglio andare dal gioielliere ma bisogna vedere, perché pure quelli? Non sai mai bene a chi ti affidi''.