domenica 9 settembre 2012

Se il siciliano Vincenzo Nibali vince il giro della Padania. - Ignazio Coppola


Vincenzo Nibali, messinese, ciclista dell’estremo Sud soprannominato “lo squalo dello Stretto” ha vinto la II edizione del giro della ‘Padania’, corsa in cinque tappe dal Piemonte al Veneto passando per l’Emilia, gara organizzata, promossa e fortemente voluta dalla Lega Nord. La notizia dal punto di vista sportivo non fa una grinza, ma la fa dal punto di vista del paradosso per il fatto che un siciliano ‘doc’ vinca appunto il giro della Padania leghista.
Ora che un siciliano, razza inferiore del profondo Sud – di quel Sud che è la palla al piede allo sviluppo del Paese e che vive alle spalle dei settentrionali – abbia vinto il giro della Padania è un schiaffo morale e sportivo ed uno smacco insopportabile che ha fatto diventare schiumanti e “verdi” di rabbia più delle loro camicie, delle loro cravatte e dei loro fazzoletti i dirigenti leghisti alla Borghezio,
Salvini, Calderoni e la famiglia Bossi in testa hanno avuto la brillante idea di promuovere questo giro della Padania. E uno dei maggiori artefici, prima di cadere in disgrazia, pare sia stato lo stesso Renzo Bossi, meglio noto come il Trota, con delega nel partito allo sport, avendo promosso oltre che la nazionale della Padania, lo stesso giro della Padania. (sopra, a sinistra, Vincenzo Nibali, foto tratta da cyclingnews.com)
Mal gli è ne incolse, dopo gli altri danni per le note vicende procurate al suo partito, se alla fine a vincere il giro è stato il meridionalissimo e siculissimo Vincenzo Nibali. Il quale pare abbia dichiarato alla fine della corsa, in maniera molto riservata, per non dispiacere i leghisti esterrefatti, sconcertati e schiumanti di rabbia per il suo successo, che ci teneva, per il fatto di essere siciliano e meridionale, a vincere il giro della Padania ancor più che l’’Olimpiade e lo stesso campionato Mondiale che si correrà nei prossimi giorni a Limburg in Olanda
Pare che dopo questo incidente di percorso della inattesa vittoria di Vincenzo Nibali ci sia stata a Pontida un urgente riunione del dipartimento dello sport della Lega Nord, assente il Trota destinato ad altri incarichi, dove per correre ai ripari si è deciso irrevocabilmente per i giri della Padania nei prossimi anni di non invitare più meridionali e ancor che siciliani. Così l’onore sportivo della Padania sarà salvo prima che il destino possa giocare ulteriori brutti scherzi come quelli di quest’anno. (a destra, foto tratta da spaziociclismo.it)
“Nibali l’imprevisto” a tal proposito così titolava ieri la Gazzetta dello sport e poi così proseguiva : “Il destino gioca brutti scherzi vincenti. Il Padania non poteva premiare due corridori meno padani di chi ha vinto la quinta ed ultima tappa, Carlos Bentancur , e di chi ha vinto il giro Vincenzo Nibali. Se non altro per le distanze geografiche: Bentancur è nato dall’altra parte del mondo in Colombia a Ciud Bolivar e Vincenzo Nibali è lo ‘squalo dello Stretto’, quello di Scilla e Cariddi , cioè di Messina”.
Grazie Vincenzo per avere dato a noi siciliani e ai meridionali questa significativa , pregnante ed eloquente soddisfazione e auguri per il tuo prossimo campionato mondiale. Una maglia iridata conquistata da un siciliano ad un campionato del mondo val bene mille maglie verdi con rune celtiche conquistate al giro della Padania.
Del resto a ben pensare la Padania non esiste e non è mai esistita, la rifiuta e la disconosce persino la memoria del computer che sottolinea in rosso quando appunto proviamo a scrivere la parola Padania, è solo un escremento geografico presente nelle menti bacate di quelle camice verdi che promuovono giri ciclistici per certificarne l’esistenza.

Tanto rigore per nulla e alla fine Draghi tira fuori il bazooka. Ma l’austerità non è finita.


Da 537 (24 luglio) a 370 punti (ieri, 6 settembre) con la possibilità concreta di ulteriori ribassi: tanto è sceso lo spread tra Buoni del Tesoro italiani e titoli di stato tedeschi al solo annuncio di “acquisti illimitati” dei titoli dei paesi periferici da parte della banca centrale. A Mario Draghi non è servito, per ora, neppure muovere un dito per tenere a bada i “mercati” (o per essere più precisi la speculazione). E’ quello che molti hanno definito il “bazooka” della BCE, contro il quale nessuno speculatore può confrontarsi. Secondo la Bundesbank, che ha votato contro, la BCE sta violando i trattati. Ma questo davvero ora non importa a nessuno.
Qualche riflessione, quindi, è d’obbligo. La prima è che tutto ciò che è stato raccontato sull’attenzione dei mercati alle politiche fiscali (restrittive) dei paesi, sulla “credibilità”, sulla “fiducia”, era poco più che propaganda. I mercati hanno tranquillamente ignorato il fiscal compact, la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, la riforma dell’art.18, il taglio alle pensioni (e le migliaia di esodati). Tutte queste politiche non hanno e non potevano avere un’influenza positiva sullo spread. Ma l’hanno avuta e l’avranno ancora, di segno negativo, sull’economia reale.
La seconda riflessione consegue dalla prima: se tutto quanto si è fatto finora è stato pressoché inutile (a parte le manovre della BCE), allora si potevano adottare le misure annunciate ieri da Draghi già all’inizio della crisi dei debiti sovrani, risparmiando all’Europa tre anni di pena. Ovviamente non vi erano le condizioni politiche per farlo, ma ciò non toglie nulla all’obiezione. Se Draghi non sta violando i trattati oggi, non li avrebbe violati neppure ieri.
La terza riflessione riguarda il futuro. Il presidente della BCE ha ribadito più volte che gli acquisti saranno “condizionati” al rispetto di impegni da parte dei governi e al coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale. Pur senza entrare nei dettagli, è chiaro di cosa Draghi stava parlando: austerità di bilancio, riduzione dei salari (in ogni rapporto la BCE insiste su questo punto), ridimensionamento del welfare.
Ma chi sta già attuando politiche di questo genere non sta affatto migliorando le sue performance economiche. Al contrario.
In Portogallo, altro paese “aiutato”, l’economia si sta contraendo (-3,3%) più delle già pessime aspettativementre le entrate fiscali diminuiscono a causa della recessione. Una strategia quindi che non solo distrugge l’economia reale, ma anche nel breve termine compromette le stesse finanze pubbliche. Certo, lo spread di questi paesi è sceso, ma è una ben magra consolazione di fronte ad una economia in caduta libera.
In Grecia la situazione è ormai oltre il limite della civiltà. La Spagna è ad un passo dalla richiesta di aiuti per le sue disastrose finanze.
Per quel che riguarda l’Italia le previsioni peggiorano: ieri l’OCSE ha annunciato un crollo del 2,4% del PIL nel 2012, contro l’1,7% delle previsioni precedenti. E il Financial Times sembra non avere dubbi: anche l’Italia chiederà gli “aiuti” europei entro l’anno, delegando le politiche economiche alla trojka BCE-UE-FMI.
L’ultima riflessione riguarda l’efficacia delle mosse annunciate dalla BCE. Lo scenario migliore sarebbe quello in cui la banca centrale non fosse costretta ad attivare concretamente i programmi di acquisto. C’è da sperare cioè che i mercati percepiscano la minaccia del bazooka come insuperabile, così che la speculazione sui titoli dei paesi periferici si fermi senza nessun atto concreto della Banca centrale. Se invece così non fosse, l’ulteriore rigore dei bilanci pubblici al quale gli acquisti verrebbero subordinati procurerebbe danni forse peggiori che lo spread stesso, come spiegato in precedenza.
Infine è ancora da chiarire come la BCE “sterilizzerà” l’acquisto dei titoli dei paesi periferici per non incrementare l’offerta di moneta e quindi (nella sua visione) alimentare l’inflazione.
Intanto l’Europa rimane ancora per qualche giorno con il fiato sospeso: il 12 settembre la Corte costituzionale tedesca deciderà se l’ESM è conforme alla legge fondamentale.
Concludiamo con una nota positiva. Il quotidiano tedesco Welt ieri ha titolato nell’edizione on line: “I mercati finanziari festeggiano la morte della Bundesbank”. E questa sarebbe davvero una bella notizia.

Monti&Co, nove mesi di annunci. Ma per i giornali diventano riforme. - Marco Travaglio


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Le frasi dei ministri, amplificate dai grandi quotidiani, danno l'impressione di un Paese che ha cambiato marcia. Compiendo riforme epocali. Ma la realtà è diversa.

“Ci siamo dati la consegna del silenzio”, rispondevano i nuovi ministri tecnici nei primi giorni del sobrio governo Monti. Poi Monti andò a Porta a Porta e si aprirono le cateratte. Una cascata di esternazioni, annunci, promesse, proclami, boutade, intimazioni, giuramenti, ultimatum, penultimatum, scadenze, slogan, parole d’ordine ma soprattutto in libertà. Intendiamoci. La politica delle chiacchiere non è una novità: i partiti ci campano da almeno trent’anni.
Faremo, bisogna fare, è urgente fare… Ma l’informazione li ha sempre presi col beneficio di inventario: c’era sempre, nella politica e nei media, una maggioranza che li rilanciava e un’opposizione li respingeva al mittente. Ora invece, nell’èra dei tecnici, l’opposizione è talmente esigua (soprattutto sui media) che gli annunci del governo diventano titoli di giornale e di telegiornale e, siccome sono pochissimi a rintuzzarli, assumono un carattere di ufficialità e neutralità (tecnica, appunto) che ne fa quasi dei dogmi di fede. Ipse dixit. Infatti, nei titoli della stampa e dei tg, tendono a scomparire le virgolette che li attribuiscono al ministro tizio o caio. Così l’annuncio diventa un fatto assodato, già avvenuto, una notizia in sé.
In questi nove mesi il premier Monti, anzi “SuperMario”, e i suoi ministri (compreso il “superministro” Passera che ha sei dicasteri) sono stati enfaticamente dipinti da titolisti entusiasti come tante reincarnazioni di Cincinnato: disinteressati al potere e al gioco politico, chini sulle carte, curvi sui dossier, sempre tesi al bene comune, virili, atletici, scattanti come gazzelle, pancia in dentro e petto in fuori, espertissimi nelle materie di cui sono stati chiamati a occuparsi, intenti notte e giorno ad aprire “tavoli”, “cantieri”, “laboratori”, “summit”, “vertici”, “commissioni” di “esperti” ancor più esperti di loro, a stipulare “patti”, a elaborare “piani”, “mosse” e “cabine di regia”, a escogitare “rivoluzioni”, “pacchetti”, “manovre”, “riforme epocali” in questo o quel settore dell’economia e della società, armati ora di “forbice” (o “cesoie”) ora di “scure” ora di “mannaia” per i decisivi “tagli”, “strette”, “giri di vite” e “tetti” alle spese e agli sprechi (pardon, “spending review”), ad approntare “scudi” anti-questo e anti-quello, a tracciare “road map”, a reclutare “task force” per lanciare “blitz” e “sprint”, dettare “agende”, “memorandum” e “priorità”, a intimare “alt”, “altolà”, “stop”, “No”, anche con “rabbia”, con “gelo” e con “ira” se del caso, a nominare “commissari” anzi “super-commissari”, a tracciare “assi” internazionali ora con Sarkozy ora con Hollande ora con la Merkel, ora con Cameron, ora con Rajoy, ora con Obama, ora con Draghi (l’altro “Super-Mario”), ora con tutti i “grandi” insieme, a scandire “start up”, “cronoprogrammi” e soprattutto a inaugurare la fatidica “fase 2”, quella della “crescita” e dello “sviluppo”.
Era, ed è, tutto un susseguirsi di militaresche “settimane decisive”, “appuntamenti storici”, “cacce” , “guerre”, “battaglie”, “svolte”, “lotte dure”, “trincee”, con il tal ministro che “incalza” e il talaltro che “accelera”, uno che “dà il via libera” e l’altro che “rompe gli indugi”, quello che “rilancia” e questo che “strappa”, o magari momentaneamente “frena”, ma sempre in vista dell’“uscita dal tunnel”. Il tutto accompagnato da paroline magiche come “salvare”, “Italia”, “subito”, “pronto”, “ecco”, “tocca”, “tutto”, “super”, “mega”, “maxi”, “baratro”, “euro”, “anti-spread”, “anti-crisi”, meglio se accompagnate da frasi di sicuro effetto tipo “così cambierà…” o, in caso di cetrioli volanti, “ce lo chiede l’Europa” .
Quando poi un ministro lancia la pietra ma nasconde la mano, lanciando un ballon d’essai tramite la stampa amica per vedere l’effetto che fa, il verbo da usare è “spunta”: come per i funghi. Molto utile anche sparare cifre a casaccio, possibilmente precise al dettaglio, coi decimali dopo la virgola, così da sembrare frutto di calcoli complicatissimi: tanto la gente manco sa cos’è lo spread, figurarsi se può controllare a quanto sta. Ogni tanto può servire inventarsi “elogi” (telefonici o comunque in privato, purché senza testimoni ) al governo italiano da parte di un leader straniero o di un’organizzazione internazionale o dei “mercati” che, bontà loro, “promuovono l’Italia” che ora “può farcela da sola”. Tanto nessuno può controllare.
Oggi, dopo nove mesi di trionfi, a giudicare dai titoli dei giornali l’Italia dovrebbe essere un Paese ricco sfondato, che naviga nell’oro, rivoluzionato da riforme palingenetiche, senza più l’ombra di un problema. La realtà, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti. E non, si badi bene, soltanto per colpa del governo, che in così poco tempo ha fatto quel che ha potuto (anche se forse era lecito attendersi qualcosa di più). Ma, a furia di gridare al miracolo tecnico, è ovvio che si siano seminate illusioni spropositate, a cui ora cominciano a corrispondere delusioni altrettanto smisurate. Per colpa, ancora una volta, dell’“informazione” più conformista e servile del mondo, che ha seguitato a tradire la sua missione di informare i cittadini e di controllare il potere e a fungere da megafono, trombetta, cassa di risonanza del potere, a rilanciare le parole d’ordine del governo senz’alcun filtro critico. In forme e con linguaggi nuovi rispetto a quelli sperimentati ventennio berlusconiano. Ma altrettanto antitetici ai più elementari codici del giornalismo. Vediamo, in quest’antologia ragionata degli orrori di stampa, com’è stato possibile.
NB. Le citazioni, tutte testuali, sono tratte dai titoli dei principali quotidiani italiani (legenda per le abbreviazioni: Cor sta per Corriere della SeraRep per la RepubblicaSt per La Stampa).
ABUSO D’UFFICIO - “Severino: ‘Abuso d’ufficio, più severità’” (Cor 30-12). Risultato: nessuna norma sull’abuso d’ufficio.
ANTICORRUZIONE - “Corruzione, il governo crea una commissione ad hoc” (Rep 28-12). “Severino: ‘Subito una legge anticorruzione’” (Cor, 30-12). “Severino: la nuova legge contro le tangenti, ‘dateci 15 giorni’” (Cor 17-2). “Severino: pene più pesanti contro la corruzione” (Cor 20-2). “Patroni Griffi: ‘Anticorruzione, avanti a tutti i costi: anche con la fiducia’” (Cor 27-8). “Patroni Griffi: ‘Subito l’anticorruzione’” (St 29-8). Risultato: nessuna legge anticorruzione.
ARTICOLO 18 - “Fornero: ‘L’articolo 18 non è un totem’” (Cor 18-12). “Fornero: ‘Non avevo e non ho in mente nulla che riguardi in modo particolare l’art. 18. Sono stata ingenua, i giornalisti sono bravissimi a tendere trappole. Vogliamo lasciarlo stare questo art.18? Io son pronta a dire che neanche lo conosco, non l’ho mai visto’” (tutti i quotidiani 24-12). “Monti: ‘Niente va considerato un tabù. In questo senso il ministro Fornero ha citato l’art. 18’” (Cor 8-1). “Fornero: ‘L’art. 18 non è preminente, ma non de-v’essere un tabù’” (Rep 31-1). “Monti: ‘Finito il posto fisso, è pure monotono. Articolo 18 pernicioso’” (Rep 2-2). “Monti rilancia sull’art. 18: ‘Scoraggia gli investimenti, ora meno tutele a chi ne ha troppe’” (Rep 4-2). “Il premier: ritocchi possibili, ma non sull’articolo 18” (Cor 22-3). “Monti: ‘La riforma è chiusa, niente trattative sul testo’” (Rep 25-3). “Fornero: ‘O passa la riforma dell’articolo 18 o il governo va a casa’” (Cor 15-4). “Passera: ‘La riforma andrà in porto ma accettiamo miglioramenti’” (Rep 16-4). “Duello Passera-Fornero, poi il bacio” (Cor 17-4). “Lavoro, riforma con modifiche” (Cor 24-3). “Monti: ‘Sulla riforma non accetto incursioni’” (Cor 25-3). “Fornero: ‘Possibili modifiche in Parlamento’” (Rep 26-3). “Monti: ‘Le aziende non assumono perché non possono licenziare’” (Rep 29-3). “Fornero: ‘Sull’art. 18 non spaccheremo il Paese’” (Rep 31-3).
ASSE - “Monti mediatore tra Merkel e Sarkozy sul ruolo della Bce” (Rep 25-11). “Merkel-Sarkozy, fiducia in Monti” (St 25-11). “Monti mediatore prova a ricucire tra Londra e Bruxelles” (St 30-1). “Obama: Usa e Italia mai così vicini” (Cor 10-2). “Monti-Obama: patto per la crescita” (Rep 10-2). “Crescita, l’asse Monti-Hollande” (Rep 15-6). “L’asse Monti-Merkel: ‘Pronti a tutto per l’euro’” (St 30-7). “Roma-Parigi, asse per l’euro” (St 1-8). “Torna l’asse Monti-Hollande: ‘Pronti a tutto per salvare Atene’” (Rep 19-8). “Conti pubblici, Monti cerca la sponda Ue” (Cor 29-8). “Consultazioni mensili ‘a tre’: verso l’asse Roma-Parigi-Berlino” (Cor 5-9).
BANDA LARGA - “Via libera alla ‘banda larghissima’” (Rep 12-1). “La svolta digitale. Internet per tutti, scuola e sanità. Ecco il piano per l’Italia on line” (Rep 6-2). Risultato: niente banda larghissima, e nemmeno larga. Cantiere. “Passera apre il ‘Cantiere Italia’ e invita i privati” (Cor 19-11).
CARCERI - “Severino: il decreto svuota-carceri salva le prigioni” (Rep 10-2). “Pronto il piano ‘svuotacarceri’: in 3300 dalle celle ai domiciliari” (Cor 14-12). A marzo, primo mese dopo l’entrata in vigore della “svuotacarceri”, il numero dei detenuti nelle carceri italiane è aumentato di 63 unità rispetto a febbraio e nei mesi successivi è arrivato a sfiorare quota 70mila.
CONFLITTO D’INTERESSI - “Severino: ‘Ragionare sul conflitto d’interessi’” (Rep 20-2). Risultato: nessuna legge sul conflitto d’interessi.
CASTA - “Indennità, 5mila euro in meno. Tra i parlamentari scatta la rivolta” (Rep 10-12). “Monti ordina tagli a convegni e auto blu” (Rep 31-12). “Dai manager alle auto blu, via ai tagli” (Cor 9-1). “Mannaia di Monti sulle auto blu” (St 14-1). “Tagli alle auto blu: ‘Usate il bus’” (Cor 14-1). “Auto blu. Un esercito di 61mila macchine. Il governo: via il 50%” (Rep 14-8). A maggio il governo tenta di acquistare 400 nuove autoblu, poi fa retromarcia quando la notizia esce sui giornali.
COSÌ CAMBIA - “Fornero: ‘Così cambierà il lavoro’” (Cor 18-12). “Fisco, casa, pensioni: così si cambia” (Cor 23-12). “Catricalà: ‘Canone e governance. Così può cambiare la Rai’” (Cor 10-1). “Famiglie e professioni, la vita cambia così” (Cor 21-1). “Monti a Obama: ‘Dovremo cambiare il nostro stile di vita’” (Cor 10-2). “Statali e sanità, così cambia l’Italia” (St 7-7). “Così cambiano le professioni” (Cor 4-8). “Così cambiano i tribunali” (Cor 11-8). “Severino: ‘Nuove regole per gli avvocati, sì a una laurea specifica’” (Cor 12-8).
CRESCITA & SVILUPPO - “Crescita e semplificazione. La nuova agenda di Monti” (Cor 28-12). “Monti, tre mosse per la crescita ” (St 30-12). “Monti: ‘Conti a posto, ora la crescita’” (Cor 30-12). “Passera: crescita, abbiamo un piano” (Cor 8-1). “Monti: ‘Così l’Italia tornerà a crescere’” (St 21-1). “Passera : ‘Ora il piano crescita e lavoro’” (Rep 22-1). “‘Crescita e lavoro, ecco il piano’. Intervista a Passera” (Rep 22-1). “Monti e Obama: ‘La crescita imperativo comune’” (St 10-2). “Monti a Obama: ‘La crescita imperativo comune’” (St 10-2). “Il premier: non vi prometto la crescita nel 2012” (Rep25-3). “Passera, dov’è lo sviluppo? ‘Ecco la mia road map’” (Rep Affari 2-4). “Monti: adesso la crescita” (Cor 7-5). “Palazzo Chigi ora vede la svolta: ‘Il vento d’Europa fa largo alla crescita’” (Rep14-5). “Monti rompe gli indugi: ‘Ora misure per la crescita’” (St 23-5). “‘Si sta per stringere’. Napolitano ottimista sul decreto sviluppo” (Cor 12-6). “Monti: ‘Parte l’operazione crescita, beni pubblici in vendita’” (Rep 14-6). “Piano di Monti per le cessioni” (Cor 14-6). “Crescita, l’asse Monti-Hollande” (Rep 15-6). “Monti-Hollande: uniti per la crescita” (Cor 15-6). “Monti: ‘Basta sacrifici , preparo l’Italia alla crescita’” (Rep 27-7). “Crescita, il premier dà i compiti ai ministri. Chiesti ‘dossier’ sulla sfida d’autunno” (Cor 11-8). “Monti ai ministri: subito la crescita” (Rep 11-8). “Crescita, ecco il piano Monti” (St 12-8). “Monti: così faremo crescere l’Italia” (Rep 25-8). “Tutte le misure per la crescita” (Cor 25-8).
CRONOPROGRAMMA - “Patroni Griffi: per le riforme useremo un cronoprogramma” (Cor 27-8). “Riforme, via al ‘cronoprogramma’” (Cor 29-8).
DEBITO - “Un fondo per ridurre il debito” (Cor 28-12). “La strategia d’attacco al debito” (Cor 30-12). “Una società per ridurre il debito” (Cor 23-1). “Monti prepara un piano taglia-debito” (Rep 9-8). “Spunta il commissario taglia-debito” (Cor 12-8). “Monti: ora un piano anti-debito” (St 9-8).
EQUITÀ - “Monti al Senato: ‘Sacrifici equi’” (Rep 18-11). “Monti: ‘Pagherà chi ha dato di meno’” (St19-11).
ESODATI - “Il governo: ‘Gli esodati sono solo 65mila’. Per l’Inps sono 130.000, per i sindacati 350.000” (Rep, 13-4). “Il governo ammette: esodati più di 65mila” (Cor 14-4). “Esodati, per l’Inps sono 390mila. L’ira di Fornero” (St 12-6). “Scontro sugli esodati. L’Inps: sono 390mila” (Rep 12-6). “‘Gli esodati sono 390mila’. L’ira di Fornero” (Cor 12-6). “Fornero contro l’Inps: ‘Vertici da cacciare’” (St 13-6).
EVASIONE - “Nuovo redditometro anti-evasione” (Rep, 1-2). “Monti: lotta dura all’evasione” (St 9-1). “Monti: ‘Evasione, è stato di guerra’” (Rep 17-8).
FALSO IN BILANCIO - “Severino: ‘Falso in bilancio da rivedere’” (Rep 20-2). Risultato: nessuna legge sul falso in bilancio.
FARCELA/SALVARSI DA SOLI - “Fiducia record a Monti: ce la faremo” (Rep 19-11). “Il Professore vuole tirare diritto: ‘Se mi fermo salta tutto il Paese’” (Rep 2-12). “Monti: ‘Stiamo rischiando il baratro. L’Italia si salva solo con questa manovra’” (Rep 6-12). “Monti in aula: l’Italia non fallirà” (Rep 6-12). “Monti debutta nel salotto tv: ‘O così o stipendi a rischio’” (Cor 7-12). “Monti: l’Italia si salverà e io non sono disperato” (Cor 17-12). “Ecco perché l’Italia è tornata a sorridere” (Rep 23-12). “Passera: attenti, l’Italia resta in ‘zona mortale’” (Rep 22-1). “Monti: più vicini alla soluzione della crisi” (St 5-2). “Monti: fuori dalla zona d’ombra” (Cor 16-2). “Monti: ‘Sto qui per salvare il Paese’” (Rep 14-4). “Monti: ‘La crisi è quasi finita, c’è solo una piccola componente psicologica, siamo sollevati’” (Sole 24 Ore 1-4). “Grilli: ‘La fase acuta della crisi è superata’” (Rep 22-4). “Passera: ‘Possiamo farcela alla grande, meglio di altri’” (Panorama, 2-5). “Monti: ‘L’Italia non avrà bisogno di aiuti’” (Cor 13-6). “Monti strappa lo scudo anti-spread: ‘Ma non lo useremo’” (Rep 30-6). “Monti incassa lo scudo anti-spread: ‘In futuro potrebbe servire all’Italia’” (Cor 11-7). “Palazzo Chigi rinforza gli argini. Consulto lampo con Quirinale e Bce: ‘Preoccupati ma ce la faremo da soli’” (Rep 21-7). “Monti: potrà servirci lo scudo” (Cor 2-8). “Monti: ‘L’Italia non ha bisogno di aiuti. Abbiamo grazie al cielo uno dei bilanci più solidi d’Europa’” (Cor 3-8). “Monti: ’Salverò l’Italia dalla rovina’” (Rep 6-8). “Grilli: così usciremo dalla crisi. ‘E non chiediamo aiuti alla Bce’” (Rep 12-8). “Passera: ‘L’Italia ce la farà, ma non siamo fuori pericolo’” (Cor 17-8). “Fornero: ‘Abbiamo salvato l’Italia’” (St19-8). “Monti: ‘Vicini all’uscita della crisi’” (Cor 20-8). “Passera: ‘Anch’io vedo l’uscita dalla crisi. La luce in fondo al tunnel’” (Cor 22-8). “Parla Bersani: ‘Monti cambi passo o l’Italia non si salverà dalla crisi’” (Rep 24-8). “L’Italia può farcela da sola. Ora anche Berlino ci crede” (Cor 30-8). “Merkel: ‘Ce la farete senza bisogno di aiuti’” (Rep 30-8).
FASE 2 - “Monti avvia la fase 2, domani il Cdm” (Rep, 27-12). “Monti ai ministri: la fase due del governo” (St 29-12).
FREQUENZE TV - “Tv. Così si smonta il Beauty Contest e si crea il mercato” (Rep Affari 12-12). “Frequenze tv, l’esecutivo promette l’asta” (Cor 17-12). “Frequenze tv, la mossa del governo. Assegnazione gratuita verso il congelamento. Passera: valorizzare le risorse” (19-1). “Frequenze, via il Beauty Contest, arriva l’asta ma sarà ‘low cost’” (Rep Affari 2-4). Risultato: ancora nessun’asta per le frequenze tv, mancano persino i regolamenti.
GIUSTIZIA CIVILE - “Severino: ‘Processo civile in 3 anni’” (Cor 20-12). “Severino: ‘In 5 anni potremmo azzerare le code’” (St 26-8). “Severino: ‘Giustizia civile per la crescita’” (St 26-8). Risultato: nessuna riforma in materia di giustizia civile.
GIUSTIZIA PENALE - “Severino: per la giustizia è riforma epocale” (Rep 7-7). Risultato: nessuna riforma in materia di giustizia penale.
GUERRA - “Catania: ‘Guerra totale ai furbetti del cibo’” (Rep, 9-1). “E Monti torna in trincea” (Rep11-4). “Bruxelles, vigilia di battaglia vera. Il piano d’attacco di Monti per il vertice Ue” (Foglio 27-6). “Monti: ‘Percorso di guerra per l’Italia’” (St 12-7). “Il premier e la crisi: per l’Italia un percorso di guerra” (Cor 12-7). “Speculazione, unità di crisi della Ue. Monti e Grilli alla battaglia d’agosto” (Rep15-7). “Monti: ‘Evasione, è stato di guerra’” (Rep 18-8). “Scuola, la battaglia del super-concorso” (Rep 30-8).
ICI ALLA CHIESA - “Monti: sì all’Ici per la Chiesa” (Rep 15-2). “Ici, svolta sui beni della Chiesa” (St16-2). “Chiesa e Ici, nuove regole” (Cor 16-2). “Ici, dalla Chiesa 600 milioni. Ecco la stretta sugli immobili” (Rep 17-2). “Arriva l’Ici sui beni della Chiesa” (Cor 24-2). Risultato: nessuna norma attuati-va all’annuncio di tassare i beni immobili religiosi con finalità commerciale.
LABORATORIO - “Monti vuole creare il Laboratorio Italia” (Cor 5-4).
MAXI/MEGA/SUPER-STIPENDI - “Svolta contro le doppie indennità. Stop ai cumuli per magistrati e avvocati distaccati negli uffici di governo” (Cor 14-12). “Patroni Griffi: ’Superstipendi pubblici, il tetto è pronto’” (Cor 10-1). “Manager pubblici, tetto agli stipendi senza deroghe. Retribuzioni non oltre i 310mila euro” (Rep 31-1). “Maxi stipendi dei manager, tetto solo sui contratti futuri” (Cor 29-2). “Il tetto ai manager che non arriva mai” (Cor 16-7).
da Il Fatto Quotidiano dell’8 settembre 2012