venerdì 22 febbraio 2013

Elezioni, inchiesta a Cremona: presunte firme false per le liste Albertini e Monti.


Mario Monti e Gabriele Albertini


I pm hanno aperto un fascicolo per falso su una trentina di nomi: secondo un rapporto della Digos ci sarebbero "doppie firme" poi disconosciute. Sequestrati gli elenchi, c'è un indagato. L'ex sindaco di Milano: "Sono sbigottito".

La Procura di Cremona ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di falso in atto pubblico materiale e ideologico in relazione a una trentina di presunte firme false raccolte a sostegno della Lista Albertini e della Lista Monti in vista delle prossime elezioni regionali. La notizia, anticipata dal sito Cremona oggi è stata confermata da fonti investigative. In Procura è arrivato nei giorni scorsi un rapporto firmato dalla Digos di Cremona dal quale emergerebbero “doppie firme” per la Lista Monti e la Lista Albertini, poi disconosciute davanti agli inquirenti dagli stessi firmatari.In sostanza le firme sarebbero state “copiate” da una lista all’altra.
Gli elenchi contenenti le presunte firme fasulle sono stati sequestrati. Sarebbero cittadini che hanno apposto la firma per la presentazione della Lista Monti e poi si sarebbero trovati anche tra i firmatari di quella di Albertini, candidato al Pirellone. Al momento c’è un solo indagato anche se non è escluso che, nelle prossime ore, l’indagine si allarghi.
Albertini si dice “sinceramente sbigottito”. L’ex sindaco di Milano ha chiarito che “la vicenda riguarderebbe irregolarità su 30 firme su un totale di 641 raccolte nella Provincia di Cremona”, non mancando di esprimere la propria “fiducia sugli accertamenti che Digos e Magistratura stanno compiendo: qualora dovessero ravvisarsi responsabilità di ogni tipo – ha aggiunto – saremo inflessibili con tutti coloro che dovessero essere coinvolti in questa vicenda”.

Berlusconi, condono ad personam: azzererebbe condanna per frode fiscale. - Gianni Barbacetto


Silvio Berlusconi


La promessa buttata lì negli ultimi giorni di campagna elettorale gli potrebbe tornare utile. Il Cavaliere è stato condannato in primo grado a 4 anni al processo Mediaset, con l'interdizione dai pubblici uffici e 10 milioni di euro da risarcire. Se scritto "bene", il provvedimento lo salverebbe.

E se il “condono tombale” di cui parla il candidato Silvio Berlusconi fosse (anche) un favore all’imputato Silvio Berlusconi? Da giorni semina i suoi interventi di proposte choc sulle tasse. “Sono assolutamente d’accordo a fare il condono tombale, io l’ho sempre detto. La sinistra è sempre stata contraria, ma se ora ci daranno la maggioranza penso dovremmo farlo”. Così aveva detto il 4 febbraio a La 7, nel programma L’aria che tira di Myrta Merlino. “Equitalia è un rullo compressore che ha distrutto il sistema con cui Giulio Tremonti l’ha fatta nascere”. È vero che nei giorni successivi ha fatto un po’ di marcia indietro e a Rainews ha precisato: “Il condono tombale si potrà fare solo dopo una profonda riforma del sistema fiscale”. Ma gli effetti mediatici degli annunci resistono alle puntualizzazioni: i suoi elettori da riconquistare sono accarezzati da proposte che sono miele per chi le tasse non le paga e proprio non le vuole pagare, e magari ha anche contenziosi con il fisco e con Equitalia.
Quelle promesse elettorali hanno però una conseguenza che nessuno finora ha rilevato: potrebbero risolvere con un tratto di penna anche i problemi – fiscali e giudiziari – di Berlusconi. Sì, il candidato del centrodestra ha sul groppone una condanna a 4 anni in primo grado per frode fiscale, con in più pene accessorie che vanno dall’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, all’interdizione per 3 anni dagli uffici direttivi delle imprese. Con i suoi coimputati, inoltre, Berlusconi dovrà risarcire 10 milioni di euro all’Agenzia delle entrate. Sono gli effetti del processo Mediaset, andato a sentenza a Milano il 26 ottobre 2012. Intanto a Roma è ancora aperto un altro procedimento per frode fiscale, il processo Mediatrade: la Cassazione sta decidendo se chiudere o no la partita.
Ebbene: un condono tombale potrebbe mettere la parola fine anche alle vicende giudiziarie Mediatrade e Mediaset, azzerando la condanna e le pene accessorie già incassate in primo grado. Intendiamoci: non sarebbe una scelta facile e indolore. I condoni sono contrari alle raccomandazioni dell’Unione europea, ci mettono in rotta di collisione con l’Europa. Alcuni dei condoni varati in passato, poi, non hanno avuto le conseguenze che qui si ipotizzano: ne potevano beneficiare soltanto coloro nei cui confronti non erano ancora state iniziate ispezioni e verifiche fiscali. Eppure il condono può essere accoppiato con l’amnistia per i reati d’infedeltà fiscale (è già successo). E il condono tombale del 2002, per dire, era invece tombale davvero: copriva di tutto e di più, le irregolarità non solo sulle dichiarazioni dei redditi, ma anche sulle verifiche e sulle ispezioni, sugli accertamenti, sulle cartelle e perfino su tutto il contenzioso non ancora arrivato in Cassazione.
Ecco dunque che il provvedimento di legge che vara un condono può essere scritto in modo da far rientrare anche l’azzeramento delle sentenze su Berlusconi. E non sarebbe comunque la prima legge ad personam varata in questo Paese. Nel programma di Berlusconi, del resto, qualcosa è già scritto chiaro: lo Stato dovrà rinunciare a incassare sanzioni e interessi da chi non ha pagato le tasse in passato. Un aiuto agli imprenditori in difficoltà? No, semmai un premio a chi ha evaso e un insulto a chi invece ha pagato le tasse, magari facendo fatica e rateizzando i versamenti .
Un altro punto del programma berlusconiano è l’abolizione, per chi fa un ricorso fiscale o apre una contestazione davanti al giudice, dell’obbligo di pagare comunque subito almeno un terzo di quanto richiesto dal fisco. È una misura introdotta per evitare liti temerarie. Cancellare questa norma significa incentivare i contenziosi: chiunque sarebbe tentato di aprire un ricorso, per sospendere tutti i pagamenti in attesa degli eventi. Dunque non è così fuori dal mondo l’ipotesi di un condono salva-Silvio. Gli effetti cancella-condanne fiscali sono complicati da raggiungere, ma non impossibili.
Dipende da come la legge viene scritta. Anche i passi indietro dei giorni scorsi potrebbero essere superati d’un balzo, nel caso Berlusconi vedesse la possibilità concreta di risolvere i suoi problemi: carcere, interdizioni, risarcimenti. Naturalmente dovrebbe vincere le elezioni: ma questa è un’altra storia.

mercoledì 20 febbraio 2013

Il ritorno di Massimo Ciancimino. - Giorgio Bongiovanni

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Il figlio di don Vito riesce a far rinviare la distruzione delle intercettazioni Napolitano-Mancino.

Non possiamo che accogliere con soddisfazione la decisione del Gip di Palermo Riccardo Ricciardi che ha rinviato la distruzione delle intercettazioni tra l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino e il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. 
Una decisione presa, in “zona Cesarini”, grazie al coraggio di uno degli imputati al processo sulla trattativa Stato-mafia, Massimo Ciancimino. I suoi legali, Roberto D'Agostino e Francesca Russo, hanno presentato ricorso in Cassazione contro la negazione della loro richiesta di ascoltare le 4 telefonate, nelle quali ci potrebbero essere elementi difensivi rilevanti per il loro assistito. Un atto che ha colto nel segno il giudice palermitano che è tornato sui propri passi decidendo di attendere il pronunciamento della Suprema Corte. Una scelta opportuna dopo che la sentenza della Corte Costituzionale e la prima decisione del giudice Ricciardi, rappresentavano un atto illegale ed anticostituzionale.
Di Massimo Ciancimino tutto si può dire meno che non abbia la volontà di lottare per portare avanti la propria verità. Di tutti gli imputati solo Ciancimino ha deciso di opporsi alla distruzione delle telefonate. Forse che il contenuto delle stesse possa complicare ulteriormente la posizione di alcuni? Staremo a vedere come si concluderà questa vicenda. Quel che è certo è che, nonostante le polemiche suscitate dal Ciancimino per la sua collaborazione con la giustizia, in cui non sono mancate contraddizioni dello stesso, se oggi si sta celebrando un'udienza preliminare sulla trattativa è anche grazie alle rivelazioni del figlio di don Vito. Infatti è stato Massimo Ciancimino a far “recuperare la memoria” ai tanti smemorati dello Stato. E' stato sempre Ciancimino a dimostrare, portando documenti la cui attendibilità è stata riscontrata dai pm di Palermo, l'esistenza della trattativa tra Stato e mafia. Trattativa della quale il pentito Giovanni Brusca ne aveva rivelato l'esistenza al compianto pm Gabriele Chelazzi nel 1998 al processo di Firenze sulle stragi del 1993. Durante il proprio percorso di testimonianza con la giustizia Ciancimino ha fatto anche degli errori che gli sono costati l'arresto per calunnia aggravata, richiesto e ottenuto dai pm di Palermo. Ma resta agli atti della storia che se ancora c'è una speranza che il popolo italiano un giorno possa ascoltare le telefonate tra Mancino e Napolitano, ciò si deve al  coraggio del figlio di un mafioso e dei suoi avvoccati difensori che hanno esercitato il diritto alla difesa, mentre lo “Stato-mafia”, ancora una volta ha risposto con il silenzio dell'omertà.

Cos'è il Pdl?



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Imu/ Ingroia: Domani denunciamo Berlusconi per lettera.



VICENZA - Antonio Ingroia ha annunciato che domattina uno dei candidati di Rivoluzione civile, il blogger Gianfranco Mascia, presenterà alla Procura di Roma una denuncia nei confronti del leader del Pdl Silvio Berlusconi per la lettera inviata agli italiani con le istruzioni per la restituzione dell'Imu.
Lo ha sottolineato il magistrato leader di Rivoluzione civile nel corso di un incontro elettorale a Vicenza. "Berlusconi ha commesso un reato, anzi due previsti dagli articoli 96 e 97 della legge elettorale 1957" aveva scritto Ingroia sul suo sito.

AVVISO IMPORTANTE. - Claudia Petrazzuolo



Modalita’ pratiche per non farsi prendere in giro.
Premessa:
a)       Il debito pubblico italiano ammonta ad oltre 2.000.000.000.000 (duemilamiliardidieuro) pari a circa 40.000.000.000.000 (quarantamilamiliardidilire).
b)       Abolire l’IMU vuol dire privare le casse dello stato di circa 4.000.000.000 (quattromiliardidieuro) e restituire quella pagata ad altri quattro miliardi provocando così un aggravio ulteriore e complessivo al debito di 8.000.000.000 (ottomilamilionidieuro).
c)       Questo aggravio del debito pubblico in qualche modo dovrà essere sanato nel brevissimo tempo e quindi occorrerà agire, in attesa che gli accordi internazionali, i risparmi e le altre favole si realizzino, LI’ DOVE I SOLDI SI TROVANO DI SICURO e cioè nei tagli ai servizi, nelle buste paga, su ulteriori accise o balzelli e scappatoie degli enti loccali.
d)       Calcoli fatti portano alla conclusione che la restituzione dell’IMU, fatta passare per un favore reso ai ceti più deboli, qualora questi si vedessero restituire (OH MIRACOLO!) il pagato è in realtà un favore ai ceti più alti in ragione del fatto del maggiore esborso da questi pagato
e)       I ceti più alti non hanno buste paga su cui agire, possono fare a meno dei servizi essenziali essendo autosufficienti, non si preoccupano delle accise, eludono e se ne ridono dei bisogni degli enti locali.
f)        Lo stato ha una montagna di debiti verso l’impresa privata che non riesce a pagare per mancanza di liuidità, questo è un fatto ammesso da ogni candidato premier, e se non riesce a pagare i debiti preesistenti come potrà soddisfare i nuovi che si verranno a creare?.
Tutto ciò premesso il tribunale del popolo assiso in sessioni riunite il prossimo 23 e 24 febbraio 2013, sentite le argomentazioni dei pagliacci, vagliate         le stornellate dei cantastorie, assorbite le stronzate dei colpevoli dello sfacelo imperante, guardato negli occhi i colpevoli della rapina di stato, eseguita a mano armata equitalia e con destrezza organizzata nelle sale buie del potere costituito prenda atto e, previa analisi approfondita del bisogno di ogni singola persona, delle condizioni economiche di ogni singolo nucleo familiare, della fame morale di un futuro inesistente e di quella fisica oramai dilagante a spasso sul cammino disperato che va dagli occhi agli stomaci dei figli,
                                                               ADOTTI
ogni e tutte quelle precauzioni necessarie a che questa vergogna nazionale racchiusa nello SFOTTO’ SISTEMATICO ordito a danno delle classi più deboli e miserevoli, nell’ IMPOVERIMENTO PROGRESSIVO del ceto medio, nel TARTASSAMENTO della piccola e media impresa, nel SOFFOCAMENTO  di ogni bisogno essenziale, nella ROTTURA DI SCATOLE derivante dall’ascoltare questo cumulo di assassini morali induttori di suicidi e disperazioni definitive
                                                        DECIDENDO  COSI’
una buona volta e per sempre di tagliare quel cordone ombelicale che sin qui ha mantenuto in vita quella pletora di sanguisughe infette e virulente che nella continuazione della propria esistenza soddisfanno solo e soltanto un egoismo di casta ed un arricchimento personale e personalizzato coprendo, senza alcuna vergogna o resipiscenza, di ridicolo e di me..lma le loro stesse vittime sin qui, SIN QUI!, inermi ed indifese.
                                                             SI FA OBBLIGO
quindi, ad ogni singolo elettore di presentarsi alle urne avendo ben chiare le modalità di voto necessarie a che:
1)       Non ci siano motivi validi a che una scelta ragionata e tesa al cambiamento venga annullata
2)       Non si possano ad urne chiuse accampare finti successi e nessuna sconfitta
3)       Si evitino possibili maggioranze bulgare tali da rendere qualcuno padrone del destino di tutti glia altri
4)       ci si esprima in maniera chiara, precisa, definitiva mettendo una croce su quei simboli che in nessun modo possono essere consecutivi o conseguenze di questa tragedia nazionale.
                                                               SI AVVISA
qualora così non fosse, che ogni ulteriore successiva lamentela protesta ed accusa alla VECCHIA CASTA POLITICA di nuovo rieletta dopo il 24 febbraio sarà, di per sé, causa e soggetto di persecuzione ad personam con fustigazione immediata nella pubblica piazza e conseguenti sfondamenti deretanici da parte di quelli che potranno affermare, avendone approvazione corale:
                                                    IO VE LO AVEVO DETTO!.