I folli sprechi di una compagnia che non riesce a trovare il modo di tornare a galla - Maxi liquidazione per il manager che ha quadruplicato le perdite - Attesa per le mosse di Air France-Klm (sempre che Alitalia sia ancora un affare...)
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - L'a.d. Andrea Ragnetti si è dimesso dopo un anno dalla guida di Alitalia, lasciando una compagnia con perdite per 280 milioni nel 2012, quattro volte peggiori rispetto ai 69 milioni dell'anno prima. Ragnetti incasserà una buonuscita, a quanto si apprende, che dovrebbe essere di poco inferiore al milione di euro, la metà rispetto alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi.
Sui conti pesa la crisi economica (in uno «degli anni peggiori che il settore del traffico aereo europeo ricordi») e pesano gli investimenti nel rinnovamento della flotta, sottolinea la compagnia, al termine di una lunga riunione del consiglio di amministrazione che ha approvato il progetto di bilancio ed ha accettato le dimissioni dell'amministratore delegato di Alitalia e di Air One, e direttore generale di Alitalia, attribuendo ad interim le deleghe al presidente Roberto Colaninno. Che, con i vicepresidenti Elio Catania e Salvatore Mancuso, «curerà il processo di ricerca» di un nuovo capoazienda per il gruppo.
È prevalsa così la linea di quei soci, condivisa soprattutto tra alcuni dei piccoli azionisti, che di fronte alla necessità di rifinanziare l'azienda in crisi di liquidità con un prestito `convertibile-convertendo´ fino ad un massimo di 150 milioni (come approvato venerdì scorso a maggioranza in assemblea), hanno chiesto discontinuità nella governance, una nuova gestione e nuove strategie. Chiamando in causa anche Roberto Colaninno. Un pressing al quale si sono affiancati i sindacati che hanno chiesto un nuovo progetto industriale avvertendo che «prestiti o il cambio della governance aziendale da soli non salvano Alitalia». Mentre resta alta l'attenzione sulle prospettive di un nuovo assetto azionario, con gli occhi sempre puntati sulle possibili mosse di Air France-Klm.
La liquidità disponibile a fine 2012 si è ridotta a circa 75 milioni dai 326 di un anno prima. Emergenza tamponata con la sottoscrizione pro-quota del prestito dei soci che, dal via libera venerdì, ha raggiunto la soglia minima di 95 milioni.
Sulle perdite del 2012 pesano 91 milioni di svalutazioni e spese per la manutenzione ed il rinnovamento della flotta, concluso a fine anno con 140 aerei dall'età media scesa a 6,5 anni dai 9,3 di gennaio 2009. In aumento i ricavi, a quota 3,594 miliardi, +3,3% rispetto all'anno prima. Ma peggiora nettamente anche il risultato operativo, negativo per 119 milioni dai -6 milioni del 2011. Mentre l'indebitamento netto al 31 dicembre è salito di 175 milioni rispetto ad un anno prima, sfondando quota un miliardo (1.028 milioni).
In un quadro difficile, la compagnia trova segnali di fiducia nei risultati del quarto trimestre che, con un pareggio a livello di risultato operativo, resta in perdita ma conferma «l'inversione di tendenza nella seconda parte dell'anno rispetto ai primi sei mesi del 2012», nei quali si concentra la gran parte delle perdite dell'anno.
Nel corso del 2012 il gruppo Alitalia ha trasportato poco più di 24 milioni e 275mila passeggeri. Dato in calo rispetto ai 25 milioni del 2011 dopo una riduzione dell'offerta del 2,6%, per ottimizzarla rispetto alla domanda in calo per la crisi. Migliora il tasso di riempimento degli aerei, al 74,6%, +1,8%. E migliorano regolarità (compagnia «prima in Europa» lo scorso anno) e puntualità dei voli (con l'86,9% di voli atterrati entro 15 minuti dall'orario previsto, +1,4%). La quota di mercato del gruppo, sull'insieme dei segmenti intercontinentale, internazionale e domestico, «rimane stabile a circa il 22,6%.(ANSA).