giovedì 28 febbraio 2013

Corruzione, Berlusconi indagato: diede tre milioni a senatore De Gregorio.


Corruzione, Berlusconi indagato: diede tre milioni a senatore De Gregorio


A quanto si è appreso, l’indagine dell'inchiesta di Napoli riguarda l'erogazione di somme di denaro, quantificate in tre milioni di euro, al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio al Pdl. L'inchiesta sul leader del Pdl è condotta da un pool di magistrati di due sezioni, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia.

Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. A quanto si è appreso, l’indagine riguarda l’erogazione di somme di denaro, quantificate in tre milioni di euro, al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio al Pdl nel 2006. De Gregorio, accusa di truffa per 23 milioni nell’inchiesta sui finanziamenti al giornale L’Avanti di Valter Lavitola, era stato salvato dall’arresto dal Senato grazie al voto segreto. Su di lui pendeva un ordine di cattura e il gip aveva disposto gli arresti domiciliari. 
Era stato Valter Lavitola, l’ex direttore dell’Avanti coinvolto proprio nell’incheista sul finanziamento al suo giornale, a raccontare agli inquirenti partenopei l’anno scorso ad aprile che De Gregorio “negoziò con Berlusconi l’incarico di presidente della commissione Difesa del Senato”. Ai pm di Napoli Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, Lavitola collocò l’episodio nei giorni immediatamente successivi all’elezione di De Gregorio al Senato nella lista dell’Italia dei Valori. A presidente della Commissione Difesa, aveva affermato il giornalista, “era stata candidata dalla sinistra una senatrice, notoriamente pacifista, di cui non ricordo il nome, ed era uscito anche sui giornali che gran parte, diciamo così, delle Forze Armate erano contrarie a questa cosa”. De Gregorio “che è uno intraprendente, che mica aspettava me per fare le cose, si era già messo in contatto con alcuni del gruppo di Forza Italia dell’epoca, e precisamente, non perché ora è morto, pace all’anima sua, e quindi non può dirlo, con il senatore Comincioli, Romano Comincioli, se non sbaglio, il quale era uno dei fedelissimi del presidente Berlusconi, e andò a negoziarsi la nomina a presidente della commissione Difesa… De Gregorio votò con il centro destra e fu eletto presidente alla Commissione Difesa, ed in quel caso sicuramente io, ma ritengo anche il senatore Comincioli, gli creammo un link con il presidente Berlusconi, link che poi fu determinante per il suo passaggio a Forza Italia”.
De Gregorio, aveva spiegato Lavitola, votò dunque con il centro destra. Ma cosa ottenne in cambio il senatore? Lavitola: “De Gregorio disse a Berlusconi che lui non intendeva entrare in Forza Italia ma intendeva fare un suo movimento politico soprattutto all’estero, per fare…, eccetera, eccetera, e che aveva ovviamente necessità di sostegno; il presidente gli disse: non ti preoccupare, non ci sono problemi; ma non si entrò nei dettagli”. Il 9 maggio Lavitola parlò chiaramente di un milione di euro pagati dal Cavaliere per comprare De Gregorio. 
L’inchiesta su Silvio Berlusconi è condotta da un pool di magistrati di due sezioni della Procura del capoluogo campano, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia. Sulla vicenda indagano i pm VincenzoPiscitelli e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta che nello scorso anno portò al coinvolgimento del senatore De Gregorio, nonché i pm della Dda Francesco Curcio, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. In mattinata sono stati notificati avvisi agli indagati.
Nel novembre scorso a De Gregorio erano state sequestrate due case del valore di circa 9 milioni di euro emesso dal gip di Napoli il 10 luglio scorso, per le somme percepite dal 1997 al 2009 dalla società International Press che editava il giornale socialista diretto da Lavitola. De Gregorio aveva però beneficiato della sospensione della misura di sequestro nei suoi confronti, in attesa di una pronuncia del Senato. Che poi aveva ha deliberato l’autorizzazione. Tra i beni sequestrati al senatore, eletto nel 2006 in Idv e rieletto nel 2008 nel Pdl dopo aver favorito la caduta di Romano Prodi, figuravano due case, una a Napoli e una in provincia di Caserta, riconducibili a De Gregorio e alla moglie.

mercoledì 27 febbraio 2013

Bersani, morto che parla.

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Bersani è uno stalker politico. Da giorni sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. E' riuscito persino a perdere vincendo. Ha superato la buonanima di Waterloo Veltroni. Bersani ha passato gli ultimi mesi a formulare giudizi squisitamente politici, ricordiamoli:
"Fascisti del web, venite qui a dirci zombie"
"Con Grillo finiamo come in Grecia"
"Lenin a Grillo gli fa un baffo"
"Sei un autocrate da strapazzo"
"Grillo porta gente fuori dalla democrazia"
"Grillo porta al disastro"
"Grillo vuol governare sulle macerie"
"Grillo prende in giro la gente"
"Nei 5 Stelle poca democrazia
"Grillo fa promesse come Berlusconi"
"Grillo dice cose sconosciute a tutte le democrazie"
"Grillo? Può portarci fuori da Europa"
Basta con l’uomo solo al comando, guardiamoci ad altezza occhi, la Rete non basta"
"Se vince Grillo il Paese sarà nei guai"
"Siamo di gran lunga il primo partito e questo vuol dire che siamo compresi. Perché a differenza di quello lì che urla, noi ci guardiamo in faccia, noi facciamo le primarie, stiamo tra la gente"
"Indecente, maschilista come Berlusconi"
"Da Grillo populismo che può diventare pericoloso"
Ora questo smacchiatore fallito ha l'arroganza di chiedere il nostro sostegno: "So che fin qui hanno detto 'tutti a casa' ora ci sono anche loro, o vanno a casa anche loro o dicono che cosa vogliono fare per questo paese loro e dei loro figli".
Negli ultimi venti anni il Pd ha governato per ben 10 anni e nell'ultimo anno e mezzo ha fatto addirittura il governissimo con il pdl votando qualunque porcata di Rigor Montis. Strette di mano e abbracci quotidiani tra Alfano e Bersani alla Camera, do you remember?
Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (nè ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle. Se Bersani vorrà proporre l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro che gli spettano), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione.


http://www.beppegrillo.it/

Elezioni: ecco il bivio di fronte al Movimento 5 Stelle. - Fabrizio Tringali


Il primo commento al voto che mi viene in mente è il seguente: il Movimento 5 Stelle si trova già di fronte al primo bivio di importanza vitale. I numeri al Senato sono chiari, non c’è una maggioranza che possa sostenere un governo Bersani-Monti (che era il vero obiettivo di entrambi già da prima delle elezioni).
Quindi cercheranno di imbarcare il M5S. Non tutto, ovviamente, ma proveranno a spaccarlo e a tirar dentro 20 senatori a sostegno di un governo pro-euro supino di fronte ai diktat di Bruxelles e Francoforte.
Lo stesso faranno coi senatori del centrodestra. La campagna acquisti sarà condotta direttamente dal Quirinale, e appoggiata dalla UE.
Se riescono a far fare il salto della quaglia a qualche eletto del M5S, quel movimento nasce morto. Se non ce la fanno, allora inizierà ad essere davvero possibile discutere di come organizzare nel Paese l’opposizione al ceto politico che ci sta devastando. Le contraddizioni interne alle coalizioni scoppierebbero in tutta la loro evidenza, e probabilmente si tornerebbe presto al voto.
Io spero di sbagliarmi, ma temo che gli emissari di Bersani, Monti e Napolitano possano riuscire nell’intento, dato che il M5S non implementa meccanismi interni di piena democrazia diretta, e quindi finisce, anch’esso, per selezionare arrivisti. Offriranno loro mari e monti. Le pressioni saranno fortissime. E nella condizione attuale del M5S anche una piccola percentuale di arrivisti può togliere credibilità e sbriciolare l’intero movimento.
Possiamo aggiungere, poi, che questo voto sancisce la rinascita di Berlusconi, cosa che in questo blog era stata ampiamente prevista, e la fine della cosiddetta “sinistra radical-istituzionale” e dell’IDV, il che, sinceramente, è un gran bene. Speriamo di non sentire mai più parlare di Ferrero, Diliberto, Di Pietro, cespugli verdi, etc..
Su SEL non vale la pena di spendere troppe parole: è ormai chiaro che Vendola non rappresenta altro che una minuscola fetta di elettorato piddino che ancora spera di “spostare a sinistra” l’asse di governi che hanno come primo obiettivo la distruzione delle condizioni di vita e di lavoro dei ceti sociali più deboli. Il suo misero 3% servirà a dare un po’ di poltrone all’entourage del presidente della giunta pugliese, nulla più.
Quanto a Monti e alla sua coalizione, possiamo dire che presto ne vedremo delle belle. La percentuale ottenuta dalla sua lista non è malvagia (purtroppo), ma i suoi amichetti Fini e Casini non accetteranno in silenzio un risultato elettorale da “prefisso telefonico”.
La partita è aperta, vedremo gli sviluppi.

Fatti, non parole.



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C’è una cosa che mi vede d’accordo con Grillo, anche perchè l’avevo proposta io a quelli del centrosinistra, ed è quella di non frequentare i talk show della politica.


Slasch16 per Informare per resistere. Politica.
Fonte:Avevo ancora il blog su Splinder quando ho scritto un post che invitava l’opposizione a non frequentare i pollai dei talk show cominciando da quello di Vespa, Ballarò, Annozero e quelli di Mediaset che non ho mai visto e quindi non mi ricordo i nomi.
A parte che fanno un casino tale che non si capisce niente, il tempo per esporre un’idea è così poco che viene travisata o monca, in più c’è la strategia della destra inuaugurata da Schifani negli anni 90 di parlare sopra l’avversario politico per non far capire niente alla gente.
Poi vennero le vajasse di forza Italia prima e del Pdl dopo, addestrate come le foche ad interrompere, parlare sopra, far perdere il filo del ragionamento a chiunque criticasse il bandito.
Una strategia che è degenerata toccando un po’ tutti ed infatti dopo qualche minuto di trasmissione non ci si capisce più una mazza.
Bastano due parole in fila e ti sembra intelligente persino Brunetta o la Gelmini. Cota no, perchè ha una faccia da ebete che ricorda sempre che l’intelligenza non l’ha mai frequentato.
Ancora più patetici sono i manichini, non ho ancora capito se sono vere persone, che sono seduti dietro le file degli schieramenti e che ad ogni cazzata che dicono quelli in prima fila fanno si con la testa, come i cagnolini che negli anni 70 mettevano nei lunotti delle auto.
O le manine che salutavano per via delle vibrazioni.
Ieri sera ho girato per una decina di secondi su Ballarò, non so perchè ma Floris mi sta sulle palle e non lo guardo mai, e stava parlando niente meno che Sallusti.
Ebbene dietro di lui c’era uno che ad ogni provocazione, perchè Sallusti non discute provoca, annuiva con la testa cercando pure di farsi inquadrare per far vedere quanto è imbecille.
Per non parlare degli applausi forzati di qui o di là, perchè ormai è diventato un male comune.
Io non conosco Ambrosoli ma l’ho votato sulla fiducia e quando si è visto in collegamento da Milano ho capito che il mio istinto ancora non sbaglia, ho fatto centro.
Faccio una premessa. A tutti noi capita di giudicare una persona a prima vista, appena conosciuta ed arrivare in pochi secondi a considerarlo un pirla oppure una persona di valore e spesso il nostro istinto ci prende, quasi sempre.
Un po’ quello che succede nell’amore, quando scatta quella cosa che ti fa aprire ed a renderti disponibile all’altra persona. Quando non scatta c’è chi si affida alla poesia, al corteggiamento sfiancante che quasi sempre finisce nel nulla.
Sto andando fuori tema. Mi rimetto in riga.
Ambrosoli ha commentato la sua sconfitta in un modo così educato ed intelligente da rendere inoffensivi anche i piranha in studio, come Sallusti e le remore degli squali come Alfano. Adesso non chiedetemi chi è lo squalo.
Non avevano domande da fare e nemmeno provocazioni perchè il loro istinto di belve ha capito che Ambrosoli non avrebbe abboccato.
Un grande. Ancora più grande quando Floris con il suo sorriso da ebete, non capisco cosa cazzo abbia da ridere da vent’anni a questa parte, gli ha detto: se può restare con noi dopo ci collegheremo ancora con Milano, dopo la pubblicità o una cosa del genere.
Insomma l’ha invitato a restare a disposizione.
Ora il 99,99% dei politici avrebbe accettato qualsiasi cosa pur di apparire qualche minuto in più in televisione, anche durante l’intervallo ed al posto delle pecore, e non alludo solo a quelli di destra ma a tutti dalla Finocchiaro, per dirne una, a Gasparri o Scilipoti.
Ambrosoli ha risposto: guardi io ho un figlio piccolo e preferisco andare a casa da lui.
Ambrosoli è una persona educata, fossi stato al suo posto avrei detto di non avere tempo da perdere per ascoltare le stronzate di destra o di sinistra specialmente se sono espresse in quel modo che rende impossibile capire dove sia la destra e chi sia la sinistra.
Un grande. Non ha perso niente nè in visibilità e men che meno nello spessore della persona.
Questo modo di fare informazione politica è il primo responsabile del rincoglionimento generale del telespettatore. Fa apparire un gigante anche un cretino, che si atteggia ad essere pensante, come Alfano che per non sbagliare si limita ad incensare il suo burattinaio qualsiasi cosa faccia o dica. Come Mavalà.
Sono vent’anni che va in televisione a raccontare che il piduista è un fenomeno ed ancora più pirla di lui sono quelli che dietro fanno di si con la testa che devono essere procarioti. Monocellulari. (non telefonini, è un’altra cosa) . I più astuti, quelli che hanno una cellula in più, li riconosci dal fatto che quando parla qualcuno che non sia pro piduista fanno di no con la testa.
Quelli sono i più evoluti, infatti nella lega non ce n’è nemmeno uno.
Purtroppo ci sono anche dalla mia parte politica quelli che fanno si con la testa grazie alle vibrazioni dello studio e non alla sostanza di quello che si dice.
Non ne faccio una questione maschilista come Grillo che individuato il punto G della sua candidata nell’apparire in televisione anche perchè sarebbe un punto G piuttosto anomalo dato che è molto, ma molto, comune anche tra i maschi di destra, di centro o di sinistra.
Spero che questa fobia da televisione, dell’apparire sempre e comunque, vada scemando sempre di più grazie anche allo tsunami del M5S ed al fatto che, secondo me, ha veramente stancato.
Quando ero nel Pci, e ci sono stato parecchio, noi andavamo nei mercati ad incontrare la gente, ascoltarla e farci ascoltare. Organizzavamo incontri con i cittadini sui vari temi locali e nazionali nelle biblioteche di quartiere, nei circoli che sono una cosa diversa dai bar o dai pub come si chiamano adesso.
Facevamo anche riunioni condominiali ospiti di qualche condomino che invitava i suoi coinquilini per parlare di politica, discutere dei nostri problemi.
Insomma facevamo politica, in televisione ci andava Berlinguer e così eravamo certi che non avrebbe detto cazzate come fanno da vent’anni quasi tutti gli esponenti del Pd.
Che senso ha, mi chiedevo molto prima di Grillo, andare da Vespa, Ballarò e compagnia bella per sembrare tutti uguali?
Oppure per dar modo alle vajasse, mascili e femminili, della destra di sfogare ed esibire la loro maleducazione.
Per chiudere, dato che abbiamo la memoria corta, ricordo ancora una volta che ad inventare l’interruzione sistematica del”avversario, parlarci sopra per non far capire quello che dice, ecc.ecc. E’ stato inventato da Schifani quando ancora aveva il riporto.
Così la penso io, si viene notati di più se non si va nei pollai.
Andate in strada a fare politica, è faticoso ma rende di più e la gente vi capisce. Ancora più importante è che in questo modo anche voi capirete quali sono i problemi della gente comune.
Siete diventati tutti come nella scenetta nei bassi di Napoli che la Smorfia, il trio dell’immenso Massimo Troisi, fecero negli anni 70.
C’era un poveraccio che viveva nei bassi, Troisi, che si lamentava delle sue condizioni di vita e l’esperto, Lello Arena, lo interrompeva continuamente. Ma se non mi fate parlare come fate conoscere i miei problemi, disse il poveraccio Troisi, e l’esperto gli rispose: cosa ne sai tu dei tuoi problemi quando ci siamo noi che li studiamo da anni?
Ecco, i politici di centrosinistra mi sembrano tutti come l’esperto Lello Arena. Non solo del cenrosinistra.

Fatti, non pugnette.



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Telecinesi.


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