sabato 26 luglio 2014

Come l’Italia contribuisce ai raid israeliani. - Manlio Dinucci

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Mentre Washington dichiara che «Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi lanciati da una organizzazione terroristica di Gaza», assicurando però di lavorare sia con i palestinesi che con gli israeliani per descalare il conflitto, Bruxelles esprime «ferma condanna» per il lancio di razzi da Gaza su Israele e «deplorazione» per le vittime civili palestinesi provocate dai raid aerei effettuati «per ritorsione» da Israele. Stessa posizione di Roma, che insiste sulla necessità di «riprendere il filo del processo di pace». Per farlo, occorre però spezzare il filo del processo di guerra, in cui gli Stati uniti e le maggiori potenze europee svolgono un ruolo di primo piano.
I cacciabombardieri che martellano Gaza sono F-16 e F-15 forniti dagli Usa a Israele (oltre 300, più altri aerei ed elicotteri da guerra), insieme a migliaia di missili e bombe a guida satellitare e laser. Come documenta il Servizio di ricerca del Congresso Usa (11 aprile 2014), Washington si è impegnato a fornire a Israele, nel 2009-2018, un aiuto militare di 30 miliardi di dollari, cui l’amministrazione Obama ha aggiunto nel 2014 oltre mezzo miliardo per lo sviluppo di sistemi anti-razzi e anti-missili. Israele dispone a Washington di una sorta di cassa continua per l’acquisto di armi statunitensi, tra cui sono previsti 19 F-35 del costo di 2,7 miliardi. Può inoltre usare, in caso di necessità, le potenti armi stoccate nel «Deposito Usa di emergenza in Israele». Al confronto, l’armamento palestinese equivale a quello di chi, inquadrato da un tiratore scelto nel mirino telescopico di un fucile di precisione, cerca di difendersi lanciandogli il razzo di un fuoco artificiale.
Un consistente aiuto militare a Israele viene anche dalle maggiori potenze europee. La Germania gli ha fornito 5 sottomarini Dolphin (di cui due regalati) e tra poco ne consegnerà un sesto. I sottomarini sono stati modificati per lanciare missili da crociera nucleari a lungo raggio, i Popeye Turboderivati da quelli Usa, che possono colpire un obiettivo a 1500 km. L’Italia sta fornendo a Israele i primi dei 30 velivoli M-346 da addestramento avanzato, costruiti da Alenia Aermacchi (Finmeccanica), che possono essere usati anche come caccia per l’attacco al suolo in operazioni belliche reali.
La fornitura dei caccia M-346 costituisce solo una piccola parte della cooperazione militare italo-israeliana, istituzionalizzata dalla Legge n. 94 del 17 maggio 2005. Essa coinvolge le forze armate e l’industria militare del nostro paese in attività di cui nessuno (neppure in parlamento) viene messo a conoscenza. La legge stabilisce infatti che tali attività sono «soggette all’accordo sulla sicurezza» e quindi segrete. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane possono essere segretamente utilizzate per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. Possono essere anche usate per rendere ancora più letali le armi «convenzionali» usate dalla forze armate israeliane contro i palestinesi.
La cooperazione militare italo-israeliana si è intensificata quando il 2 dicembre 2008, tre settimane prima dell’operazione israeliana «Piombo fuso» a Gaza, la Nato ha ratificato il «Programma di cooperazione individuale» con Israele. Esso comprende: scambio di informazioni tra i servizi di intelligence, connessione di Israele al sistema elettronico Nato, cooperazione nel settore degli armamenti, aumento delle esercitazioni militari congiunte.
In tale quadro rientra la «Blue Flag», la più grande esercitazione di guerra aerea mai svoltasi in Israele, cui hanno partecipato nel novembre 2013 Stati uniti, Italia e Grecia. La «Blue Flag» è servita a integrare nella Nato le forze aeree israeliane, che avevano prima effettuato esercitazioni congiunte solo con singoli paesi dell’Alleanza, come quelle a Decimomannu con l’aeronautica italiana. Le forze aeree israeliane, sottolinea il generale Amikam Norkin, stanno sperimentando nuove procedure per potenziare la propria capacità, «accrescendo di dieci volte il numero di obiettivi che vengono individuati e distrutti». Ciò che sta facendo in questo momento a Gaza, grazie anche al contributo italiano.

http://www.voltairenet.org/article184728.html

Stop norma anatocismo e sblocco risorse Ilva: sì del Senato a fiducia su ddl competitività.

      
C   A   O   S  = Patto del Nazareno

Primo via libera al decreto legge competitività, che ha ottenuto il l'ok del Senato passa ora alla Camera per la seconda lettura. Il governo ha posto la fiducia sul provvedimento che ha ottenuto 159 voti favorevoli e un voto contrario.
Tra le novità più importanti introdotte nel primo passaggio parlamentare ci sono la cancellazione delle norme sull'anatocismo, lo sblocco delle risorse necessarie all'Ilva, l'introduzione della doppia soglia Opa.

ANATOCISMO: Salta la norma che reintroduceva l'applicazione degli interessi sugli interessi, applicata dalle banche sui clienti che vanno in rosso. L'articolo 31 è stato cancellato dal provvedimento.


ILVA: Il decreto legge approvato dal Cdm lo scorso 11 luglio, con il pacchetto di interventi ambientali per l'Ilva, viene inserito nel dl competitività. Arriva inoltre il subcommissario per il piano di risanamento ambientale dell'Ilva, e vengono sbloccate le risorse sequestrate alla famiglia Riva (che dovranno essere utilizzate per l'azienda).

OPA: E' introdotta la doppia soglia, per l'offerta pubblica di acquisto. Per le società quotate, escluse le pmi, viene fissato il tetto del 25% che si aggiunge a quello già esistente, del 30%. L'opa dovrà essere lanciata nel caso in cui, acquisendo il 25% delle azioni della società, si diventi socio di maggioranza.


RIFIUTI LAZIO: poteri speciali, per affrontare l'emergenza rifiuti, al presidente della regione Lazio e ai sindaci. La norma prevede la possibilità di ''adottare ordinanze contingibili e urgenti'', con le quali il presidente della regione e i sindaci dei comuni ''possono disporre forme, anche speciali, di gestione dei rifiuti''.

INCENTIVI FOTOVOLTAICO: Via libera alla modifiche della norma, contenute nel decreto legge competitività, che introduce incentivi per gli impianti fotovoltaici. La nuova formulazione prevede diverse opzioni per poter usufruire dei bonus, che potranno essere scelte dalle aziende.



POSTE: Arrivano 535 milioni di euro per Poste, nel 2014; le risorse vengono stanziate per ''dare attuazione alla sentenza del tribunale dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato''.

SISTRI: La gestione del Sistri, affidata a Selex, viene prorogata fino al 31 dicembre 2015. Dall'anno successivo partirà in nuovo progetto e il nuovo gestore, che sarà stabilito attraverso la procedura di gara che partirà il 30 giugno 2015.

TETTO MANAGER: Vengono esclusi dall'applicazione del tetto agli stipendi i manager delle ''società quotate e quelle emittenti strumenti finanziari quotati o che rilasciano titoli scambiati nei mercati regolamentati".

CDP: La Cassa depositi e prestiti viene equiparata alle banche, nel trattamento fiscale. Sarà quindi applicata l'addizionale Ires dell'8,5%.

BUSTE PLASTICA: Multe in arrivo, dalla fine di agosto, per chi commercializza sacchetti di plastica non biodegradabili. La sanzione pecuniaria varia da 2.500 a 25.000 euro (e si moltiplica in caso di quantità ingenti).

PEDAGGIO TRENI: i costi derivanti dalla cancellazione della tariffa energetica agevolata, per le società che utilizzano la rete ferroviaria, potranno essere 'scaricati' sui pedaggi (escluso il universale) in modo graduale. L'adeguamento dei pedaggi dovrà avvenire in tre anni.

CONDHOTEL: Il 'condhotel' arriva in Italia, abitazioni in condominio dove sarà possibile usufruire dei servizi tipici dell'hotel. Prima però dovranno essere definite le condizioni di esercizio. ''Al fine di favorire investimento volti a favorire la riqualificazione degli esercizi alberghieri esistenti'', si legge nella proposta di modifica, lo Stato insieme agli enti locali ''dovranno definire le condizioni di esercizio del 'condhotel'''.

DEBITI PA: Viene prorogato al 31 ottobre di quest'anno il termine entro cui le imprese potranno presentare le domande di cessione dei crediti, vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, per ottenere la garanzia dal parte dello Stato. Il termine viene fatto slittare di circa 2 mesi.

SUPER-ACE: Anche le società quotate in ''sistemi laterali di negoziazione'' potranno accedere alla super-Ace (l'attestato di certificazione energetica).

SGR IMMOBILIARI: Le sgr immobiliari potranno prorogare, per massimo due anni, il termine di durata dei fondi immobiliari quotati che gestiscono.

NUOVA SABATINI: Accelerano le modalità di accesso alla 'nuova Sabatini', che prevede lo stanziamento di incentivi per le pmi che ammodernano l'apparato produttivo.

GARE GAS: Arrivano nuove regole per le gare del gas naturale, che puntano a dare maggiore chiarezza e certezza. In particolare vengono fissate le modalità per stabilire la data di validità degli accordi e il valore dei rimborsi dovuti, da parte degli enti locali, al gestore uscente.

Sformato di riso e melanzane: Ricetta Palermitana. - Viola Dante

sformato melanzane

Siete in vena di un primo piatto sfizioso e diverso dalla solita pasta?
Provate questo sformato di riso e melanzane. E' una sorta di parmigiana.
Il sapore è delizioso. 
Gli ingredienti per 4 persone sono: 
350 grammi di riso arborio;
1,5 kg pomodoro per salsa;
quattro melanzane del tipo nostrale;
un ciuffo di prezzemolo;
qualche foglia di basilico;
due cipolle;
caciocavallo semistagionato grattugiato q.b.;
olio extravergine d’oliva;
poco burro;
sale e pepe q.b.;
1,5 litri di brodo vegetale;
vino bianco per sfumare il riso; 
Procedura da seguire. 
Iniziate con il pulire le cipolle. Prendetene una e trituratela. Quindi soffriggetela in olio caldo e poi aggiungete alla cottura del prezzemolo tritato finemente e delle foglie di basilico fatte a pezzi con le mani.
Successivamente aggiungete il pomodoro ed aggiustate il sapore con un po' di sale, pepe e zucchero. Fate cuocere tanto quanto basti ad allontanare molta dell'acqua di vegetazione e poi passate il tutto nel passa pomodoro.
(Mi raccomando) la salsa che ne risulterà dovrà essere piuttosto liquida. 
Ora è la volta di dedicarsi alle melanzane.
Fatele a fette lunghe (proprio come fareste per la parmigiana) e friggetele in abbondante olio. Poi mettete su carta assorbente. 
Nel frattempo preparate il brodo vegetale, mettendo una cipolla triturata nel tegame e facendola soffriggere con un po' di olio di oliva e del burro. Successivamente fate rosolare all'interno del tegame il riso per qualche minuto.
Sfumate con del vino bianco e aggiungete qualche mestolo di brodo vegetale bollente.
Aggiungetene poco alla volta fino alla cottura del riso. 
Quando il riso sarà pronto, ungete con dell'olio il fondo ed i bordi di una pirofila.
Sul fondo componete uno strato di melanzane fritte.
Poi coprite con uno strato di riso e ricoprite con la salsa di pomodoro.
In fine spolverate con del caciocavallo grattugiato.
Continuate così, formando vari strati. In tutti i casi ricordatevi di terminare con uno strato di melanzane. 
Una volta fatto mettete in forno pre-riscaldato a 180 gradi per circa 20 minuti.

venerdì 25 luglio 2014

Andrea Scanzi - P.U.C.



Devo confessarlo: la violenza antidemocratica del Puc, il Partito Unico Carnivoro, mi terrorizza. 
E mi terrorizza persino più del ventennio berlusconiano, sia perché la classe dirigente renziana è perfino peggiore di quella berlusconiana (una Boschi vale sì e no un quinto della Carfagna, una Picierno vale sì e no un decimo della Biancofiore) e sia perché i media sono quasi tutti impegnati a celebrare il renzismo. 
Se Berlusconi - che c'è anche adesso e detta la linea, ma non è ufficialmente al governo - avesse provato a fare anche solo la metà di quello che sta facendo Renzi, sventrando Costituzione e giustizia, l'informazione "de sinistra" si sarebbe sgolata gridando alla deriva autoritaria. 
Invece adesso son quasi tutti lì, chini e proni, a santificare questa mandria rancorosa e querula di ex paninari impreparati, finto-buonisti e arroganti. 

E gli unici che dissentono, a partire da quei rompicoglioni del Fatto, sono "gufi e rosiconi" (persino il lessico utilizzato dai renziani è desolante, infantile e intellettualmente stimolante come un reading di Moccia dentro un ascensore)

Non sono stupito, perché conosco Renzi e renzismo, ma sapere che stai per schiantarti non rende meno doloroso lo schianto. 
E' una situazione oggettivamente tremenda e l'opposizione, oltre che isolata, è pure osteggiata da quasi tutti: chi difende la Costituzione è tratteggiato come eversivo e chi fa scempio di qualsiasi regola minima democratica è dipinto come "espressione del cambiamento" buono e giusto. 
E' tutto capovolto. 
Siamo messi male, anzi malissimo. 
Oltretutto Renzi sa bene che, se le riforme saltano, lui va subito alle elezioni (la sua vera mira), sbanca superando il 40% - l'Italia è questa e questo vuole - e a quel punto fa definitivamente il gran cazzo che gli pare. Persino più di adesso. Inutile nasconderlo: ci si sente impotenti e interamente alla mercé di questi efferati dilettanti al potere. 
Copritevi bene: il peggio deve ancora venire (semi-cit). 
E, se ce la fate, non mollate: è esattamente quello che vogliono.



https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=921445811205081&id=226105204072482

Palermo - Giardini della Zisa, inaugurata la "Casa del Gusto".

Un momento dell'inaugurazione della "Casa del Sapori"
Giardini della Zisa, inaugurata la "Casa del Gusto"
Un momento dell'inaugurazione della "Casa del Sapori"


Giardini della Zisa, inaugurata la "Casa del Gusto"
E' stata inaugurata ai Giardini della Zisa la prima “Casa dei Sapori”, frutto della collaborazione tra Acli Terra Sicilia e Comune di Palermo
Si tratta del primo dei nove punti vendita previsti in tutte le province siciliane, dove sarà possibile acquistare i prodotti di aziende agroalimentari della regione, selezionate da Acli Terra Sicilia. Una saletta multimediale, offre anche la possibilità di degustazioni e momenti informativi per rendere più efficace l’incontro tra le famiglie e le imprese agroalimentari siciliane.                              
All'inaugurazione, tra gli altri, era presente il sindaco Leoluca Orlando, oltre a Nicola Perricone, vicepresidente nazionale vicario e presidente regionale di Acli Terra, Michele Zannini, presidente nazionale di Acli Terra, Santino Scirè, vicepresidente nazionale e presidente regionale delle Acli, e Ignazio Beninati, presidente delle Acli di Palermo.
“Questa nuova realtà può anche essere un consiglio per gli acquisti per chi vive in città - ha detto Orlando -, un ulteriore modo di avvicinare l’agricoltura al centro urbano, così come sono gli orti urbani e come saranno gli spazi urbani confiscati che affideremo a fini agricoli. A conferma della dimensione internazionale che può avere la nostra produzione agricola di qualità nella dieta mediterranea, non è un caso che la sede della Casa dei Sapori si trovi proprio accanto a quella che abbiamo assegnata alla Casa dei Popoli, frequentata da bambini che vengono da alcune delle 140 nazionalità che vivono a Palermo".
Leoluca Orlando, anche come presidente di Anci Sicilia, ha concluso  confermando che è stato “Organizzato un Comitato per presentarci ad Expo 2015 con l’agroalimentare siciliano, includendo Acli Terra Sicilia nel tavolo nazionale”.
“Il progetto nasce con l’obiettivo di avvicinare l’agricoltura alla città” - ha affermato Nicola Perricone -. La Casa dei Sapori non rimane solo un punto vendita ma diventa anche un luogo culturale che avrà alla base i prodotti di qualità della Dieta mediterranea”.
Tutti i prodotti presenti all’interno del punto vendita hanno infatti il “bollino d’oro” dell’Associazione produttori multifiliera di Acli Terra Sicilia, che ne assicura la provenienza siciliana e la qualità della materia prima e del processo di produzione e trasformazione. “È un primo tassello per prepararci alla Prima fiera internazionale della Dieta mediterranea che realizzeremo a Palermo prima di Expo 2015”, ha concluso il vicepresidente nazionale vicario e presidente regionale di Acli Terra.


http://www.palermotoday.it/cronaca/giardini-zisa-casa-dei-sapori.html

Berlusconi: ‘Non m’importa del Senato, accordo con Renzi è su Italicum e giustizia’. - Fabrizio d'Esposito

La fidanzata, il boss e la politica badante

L'ex Cavaliere parla a cena con i suoi in un ristorante nel centro di Roma e conferma che nel patto segreto del Nazareno c'è la riforma del sistema giudiziario sulla quale sta lavorando il "tavolo Ghedini". Altro punto è l'accordo sul prossimo presidente della Repubblica.
Incipit: “Ma cosa volete che m’importi del Senato, quella è una cosa di Renzi, io il patto del Nazareno l’ho fatto per la giustizia e la legge elettorale. Se non c’è l’Italicum con i nominati io come vi riporto alla Camera?”. Risata generale di sollievo, anche un po’ ruffiana. Così parlò Silvio Berlusconi a tavola, l’altra sera in un ristorante nel centro di Roma. Dal Condannato l’ennesima conferma che nel patto segreto del Nazareno c’è anche la riforma della giustizia da fare insieme al Pd di Matteo Renzi. È il terzo decisivo step previsto da un testo scritto e firmato dai due contraenti, lo Spregiudicato “Matteo” e il Pregiudicato “Silvio”.

          

Sceneggiata al ristorante contro le “maldicenze”. 

Da buona napoletana del popolo, di Fuorigrotta per la precisione, il quartiere dello stadio San Paolo, Francesca Pascale ha organizzato mercoledì sera una sceneggiata in piena regola per smentire le tante e vere voci sui suoi continui litigi con il “fidanzato” malato di satiriasi. Un classico della tradizione del sud. L’ostentazione in pubblico per sopire e troncare le “maldicenze”. A dare l’ ultima scossa al traballante rapporto di coppia, dopo le anticipazioni del Fatto, è stata una trasmissione radiofonica di Radio24, La Zanzara, che ha riferito di una “rottura certa”. Di qui l’esigenza di mettere in moto la propaganda del nuovo pink tank berlusconiano (in origine fu Alfonso Signorini) con a capo la stessa Pascale e la Badante Mariarosaria Rossi, sua corregionale. Le due, di solito, s’improvvisano pure detective, modello Sherlock Holmes & dottor Watson, per individuare e cacciare la talpa.

“Che volete m’importi di Palazzo Madama”. 
Stavolta a finire nella lista nera, per le ultime indiscrezioni, è il medico personale di B., il professore Alberto Zangrillo, altra vittima illustre del cerchio magico che circonda il Condannato e che conta, oltre le due detective, il barboncino Dudù e il consigliere pacioccone Giovanni Toti. A tavola i due “fidanzatini” e la Badante non erano soli. Con loro un piccolo corteo formato da: l’ex ministra Mariastella Gelmini, l’ex deputata Melania Rizzoli, i senatori Maria Rizzotti e Andrea Mandelli, il già citato Toti. E proprio quest’ultimo ha dato la stura a un lungo monologo del Condannato che via via è diventato una vera apologia del renzismo. Ha obiettato Toti: “Presidente così Renzi non lo fermiamo più. Sta occupando tutto, mettendo i suoi in ogni posto…”. B. lo ha stoppato e ha iniziato questa analisi che il Fatto riporta in maniera testuale: Renzi è un fuoriclasse, un grande comunicatore , è determinato, è cattivo. Con me ha preso degli impegni precisi. A me del Senato non importa nulla, lui si è impegnato con me sull’Italicum e sulla giustizia. E a me questo interessa. Sulla giustizia faremo insieme quello che io da solo non sono riuscito a fare. In ogni caso lo staneremo in autunno, sull’economia. Renzi non ha alternative a una manovra complessiva da trenta miliardi euro, Dove li prende i soldi? Deve mettere per forza le mani nelle tasche degli italiani, vedrete ci sarà il prelievo forzoso sui conti correnti”.
    
Rizzoli,                                                          Rizzotto,                                                       Gelmini
Il “tavolo Ghedini” e le trattativa globale. 
Sulla giustizia, il patto del Nazareno avrebbe da tempo insediato un tavolo “riservato” in merito. Dentro Forza Italia lo chiamano “il tavolo Ghedini”, dal nome del legale di Berlusconi che ha storicamente in mano i dossier più sensibili in materia. Ed è da questo tavolo che è nata un mese fa la voce di un tandem Ghedini-Violante per la Consulta, di nomina parlamentare e bipartisan. L’ipotesi è tramontata e adesso il nome su cui puntano gli azzurri è quello di Donato Bruno, senatore di origine previtiana. Un altro punto del patto prevede infine la condivisione del prossimo presidente della Repubblica: nel 2015 quando probabilmente Napolitano lascerà, alla fine del semestre europeo a guida italiana.Un berlusconiano “nazareno” la mette così: “L’accordo è su una donna. Il diritto di scelta è di Renzi poi toccherà a Berlusconi rispondere”. Di qui le voci circolate negli ultimi tempi su Roberta Pinotti, ministro della Difesa di matrice diessina ma diventata renziana di strettissima osservanza.
     
Ghedini,                                                  Bruno,                                                           Pinotta
La minaccia del voto. Gli sms di Renzi a Romani. 
Sul caos del Senato, nonostante le drammatiche evoluzioni, Berlusconi a tavola non si è dato molto pensiero: “Vedrete che la riforma passerà perché nessuno vuole andare alle elezioni anticipate”. In realtà, qualche preoccupazione in Forza Italia c’è. Ieri Denis Verdini, ultrà renzusconiano e custode del patto, ha messo in giro una voce per drammatizzare i toni: “Matteo quando è andato al Quirinale aveva la lettera di dimissioni in tasca”. E lo stesso premier ha reiterato le minacce con un sms duro a Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama: “O ci appoggiate o andiamo al voto”. Riuscirà il patto a circumnavigare l’abolizione di Palazza Madama? Un anti-renziano come Renato Brunetta traduce l’ira del premier come un azzardo: “L’arma del voto è spuntata perché Napolitano non scioglierà mai le Camere adesso”. La verità è che la “ciccia” per gli azzurri sta nella tenuta prossima dell’Italicum. È lì che la partita rischia di complicarsi.
      
Verdini,                                                          Romani,                                                 Brunetta
Il divieto di espatrio: no a Provenza (e Sardegna). 
Per il Condannato sarà un’estate lungo l’asse Roma-Milano-Cesano Boscone. Con i servizi sociali da svolgere, all’ex Cavaliere è stato rinnovato il divieto di espatrio (voleva andare in Provenza da una figlia). No anche a un soggiorno nella reggia di Villa La Certosa, in Sardegna, altra storica location del bunga bunga. Berlusconi si dividerà tra Palazzo Grazioli e Arcore, blindato e ingabbiato dal cerchio magico. Quanto durerà? L’unico motivo di sollievo è il patto con Renzi, più forte dopo l’assoluzione per Ruby. Ieri si è concesso finanche un colloquio con Raffaele Fitto, a capo dell’opposizione interna di FI. Gli ha detto no su tutto: primarie e organizzazione del partito. Ma se non altro i due si sono parlati dopo tanto tempo. C’è chi si accontenta di poco.
  
Servizi sociali,                                                 villa Certosa,                                                    Fitto


giovedì 24 luglio 2014

QUELLO CHE PUTIN SA...- Mike Whitney

putin

Putin lo sa cosa è successo al volo MH17, ma non lo dice … per il momento.

"Abbiamo ripetutamente invitato tutte le parti a fermare immediatamente lo spargimento di sangue, e a sedere al tavolo dei negoziati. Crediamo fortemente che questa tragedia non sarebbe avvenuta se il 28 Giugno non fossero ricominciate le attività militari nell'Ucraina Orientale. Nessuno, tuttavia, ha il diritto di usare questa tragedia per perseguire i suoi fini politici. Eventi di questo tipo devono unire – e non dividere – le persone".

Dichiarazione ufficiale del Presidente russo Vladimir Putin sul volo Malaysia Airlines 17.

"Cerchiamo di essere chiari, sia la Russia che gli Stati Uniti sanno benissimo quello che è successo. Lo sanno senz’altro. Le loro Intelligences ed i loro sistemi orbitali hanno visto tutto ....".
Omen 4, commenti on line su Zero Hedge

Quando il volo “Malaysia Airlines 17” è stato abbattuto da un missile terra-aria lanciato dall'Ucraina Orientale, il piano di Washington denominato "pivot asiatico” (più conosciuto come “Pacific Pivot”. Per un’idea di massima si può consultare questo sito: http://en.wikipedia.org/wiki/East_Asian_foreign_policy_of_the_Barack_Obama_administration, ndt), che prevede, fra le altre cose, una testa di ponte in Ucraina per sabotare le relazioni commerciali tra Europa e Russia, è entrato in una nuova fase.

Da quel giorno i media occidentali e i membri di spicco dell'establishment politico degli Stati Uniti hanno usato l'incidente per lanciare pesanti attacchi contro la Russia ed il Presidente russo Vladimir Putin, ritenuto personalmente responsabile della morte dei 295 passeggeri.
Domenica scorsa, l'Amministrazione Obama ha lanciato quello che, a tutt’oggi, è il suo più imponente blitz propagandistico: la presenza pianificata del Segretario di Stato americano, John Kerry, su tutti e cinque i talk shows della Domenica mattina, dove ha dichiarato, senza alcun fondamento, che lo MH17 è stato abbattuto dai ribelli dell’Ucraina Orientale, sostenuti dalla Russia.
Secondo Kerry, la Russia non solo ha "sostenuto, armato e addestrato" i separatisti, ma ha anche fornito loro il sistema missilistico (BUK) che è stato utilizzato per abbattere il jet di linea. Sul programma della CBS "Face the Nation", Kerry ha dichiarato:

"Sappiamo per certo che i separatisti hanno queste capacità, sono stati addestrati dai russi sull’utilizzo dei sofisticati sistemi SA-11. C'è un'enorme quantità di prove, molte più prove di quelle che ho appena documentato, che portano al coinvolgimento della Russia sia nella fornitura di questi sistemi, che nell’addestramento del personale necessario" - (“Kerry Says Russia Trained Separatists to Use Antiaircraft Missiles”, New York Times).

Sorprendentemente, le affermazioni di Kerry non quadrano con quelle del suo capo, il Presidente Barack Obama, che aveva ammesso, il Venerdì precedente, di non sapere chi aveva abbattuto lo MH17, e nemmeno perché.

Il Presidente, in effetti, aveva detto che: "Penso che sia troppo presto per sapere quali siano le intenzioni di coloro che hanno lanciato il missile terra-aria ... L’identificazione dell’individuo o del gruppo che ha compiuto l’attentato, e le modalità su come è stato messo in atto, sono questioni che saranno oggetto di ulteriori informazioni".
Il fatto che né il contenuto delle scatole nere né le registrazioni della cabina di guida fossero ancora state rivelate, non ha impedito a Kerry di muovere delle accuse, cercando d’influenzare l'inchiesta. Kerry non ha nemmeno accennato alla possibilità che i militari ucraini, dotati anch’essi di sistemi missilistici BUK schierati nella zona, possano aver erroneamente abbattuto quell'aereo.

Nessuno dei cinque conduttori (dei talk shows) ha contestato a Kerry una qualsiasi delle sue affermazioni. Egli ha potuto esprimere il suo punto di vista senza alcun dibattito, proprio come nelle dittature.

Ma Kerry non si è fermato. Ha continuato sostenendo che Mosca, alcune settimane fa, aveva inviato “un convoglio di circa 150 unità – composto da veicoli corazzati per il trasporto-truppe, lanciarazzi multipli, carri armati ed artiglieria – nella parte orientale dell'Ucraina, destinato ai separatisti".
Inutile dire che nessuno dei principali media, o delle rispettive agenzie d’Intelligence (che seguono da vicino le attività sul confine), hanno detto una sola parola sul convoglio-fantasma di Kerry.

Senza immagini satellitari, o una qualche altra prova, si deve presumere che l'affermazione di Kerry sia affidabile quanto il suo fasullo "Libro Bianco", che aveva attribuito l'uso del gas “sarin” al ​​governo siriano, per aumentare il coinvolgimento degli Stati Uniti (in quella guerra), e per "stimolare il presidente Obama a decidere l’immediato bombardamento di obiettivi siriani", come ha sostenuto il giornalista Robert Parry.

E’ interessante notare, fra le altre cose, che il co-autore dell’articolo su Kerry, comparso sul “New York Times” di Domenica scorsa, non era altri che Michael R. Gordon. Nel 2002 Gordon, insieme a Judith Miller, aveva scritto un pezzo sui certi “tubi di alluminio” presenti in Iraq, per spaventare i lettori "attraverso le immagini dei funghi atomici", in sostegno alla guerra in quel paese.

La storia si è poi rivelata un’assoluta sciocchezza, ma aveva contribuito a spianare la strada all'invasione statunitense. Gordon era riuscito a sfuggire al biasimo, per aver scritto quell’articolo, mentre la Miller, del tutto screditata, fu mandata via.

Ora i politici ed i media stanno provandoci ancora … stanno cercando di far crescere la cosiddetta “febbre di guerra”, per portare l’opinione pubblica sulle loro posizioni, verso un altro intervento di sangue. Solo che, questa volta, il bersaglio non è davvero il popolo americano, ma quello europeo.
Il vero obiettivo è quello di generare un suficiente consenso sia per imporre ulteriori sanzioni economiche, che per dispiegare le forze NATO al confine occidentale della Russia. Washington vuol sabotare una maggiore integrazione economica tra l'UE e la Russia, per controllare il flusso di risorse vitali verso l'UE, per far crollare l'economia russa e per porre un casello (autostradale) tra i due continenti.
Fa tutto parte della strategia di Washington (il Pivot Asiatico, ndt), fondamentale per mantenere anche nel 21° secolo l'egemonia nel mondo. Dal “The New York Times”:

"I funzionari americani sperano che questa tragedia possa confermare (se gli investigatori accerteranno che l’aereo della Malaysia Airlines è stato abbattuto da un missile terra-aria sparato dai ribelli filo-russi, che lo avevano scambiato per un aereo militare) che Mosca ha deliberatamente violato la sovranità ucraina. Nonostante il Signor Obama avesse imposto solo il giorno prima delle nuove sanzioni contro la Russia, gli europei avevano rifiutato l’adozione di misure rigorose, per paura di compromettere i legami economici ....
L'Amministrazione ha già preparato ulteriori sanzioni, se il Signor Obama dovesse decidere di adottarle. Un alto funzionario dell'Amministrazione Obama, che ha insistito per l'anonimato per poter parlare più apertamente, ha sostenuto che: “la domanda è: sarà sufficiente tutto questo per far passare gli europei attraverso quella soglia? Non lo so con certezza, ma come potrebbe non esserlo?"

I funzionari europei sono stati cauti nelle loro prime reazioni – alla ricerca, prima di saltare alle possibili conseguenze, di tempo ed informazioni – ed erano riluttanti ad assegnare la colpa. Ma la maggior parte dei passeggeri era europea. La maggior parte di questi, 154 in tutto, era dei Paesi Bassi (Olanda), dove il volo ha avuto origine. 
Questo fatto potrebbe aumentare la pressione sui governi europei perché rispondano in modo adeguato .... alcuni analisti hanno detto che il disastro dovrebbe portare, inevitabilmente, ad una rivisitazione dell'approccio europeo verso la Russia.

"Si tratta, in definitiva, di far pressione sull’Europa perché faccia quello che avrebbe dovuto fare già da molto tempo –  ha dichiarato John E. Herbst, ex Ambasciatore americano in Ucraina, ora al Consiglio Atlantico di Washington – Ma la resistenza di chi si oppone, ovvero di chi è favorevole a che si proceda con passi di piombo, resta molto forte, e quindi non si andrà avanti. La loro posizione, però, ha appena ricevuto un colpo notevole, che dovrebbe portare ad un più forte pacchetto di sanzioni da parte dell’Europa" ...

Se è pur vero che il Signor Obama non ha espresso questa posizione, il suo ex Segretario di Stato, Hillary Clinton, ha però reso pubblico quello che i funzionari dell'Amministrazione dicevano in privato ... "Sono gli europei, e non noi, a dover prendere l'iniziativa sulla questione. E' stato abbattuto un aereo del volo Amsterdam-Kuala Lumpur sul territorio europeo. Ci dovrebbe essere indignazione, nelle capitali europee".

Vi rendete conto di quello che sta succedendo? Washington non si preoccupa dei fatti. Ciò che conta, per Obama e Co., è di far salire gli europei a bordo ("far aumentare la pressione all'interno dell'Europa"), per farli cadere nella trappola delle sanzioni, per interrompere le forniture di gas russo (privando Putin di una vitale fonte di reddito), e per avviare negoziati in Eurasia, volti all’insediamento di basi NATO.

Il fatto che le Agenzie d’Intelligence statunitensi siano coinvolte o meno nell’attacco missilistico, non cambia la sostanza della questione, Washington sta chiaramente traendo un vantaggio dalla tragedia.

Tenete a mente che la ragione per cui Putin non ha inviato truppe russe per fermare la violenza nell’Ucraina Orientale, è che l'UE è il suo più grande partner commerciale, ed egli non vuol far niente che possa mettere la parola “fine” ai loro rapporti d'affari.
La Russia ha bisogno dell'Europa, come l'Europa ha bisogno della Russia. 

Hanno una perfetta complementarità, ed è questo il motivo per cui Washington ha architettato questo ridicolo piano … per mettere il bastone fra le ruote.
Il fatto è che Washington vuole essere il Kingfish (slang americano, poliziotto prepotente e spietato che non rispetta le leggi ed è capace di tutto, anche di uccidere, ndt) dell’Eurasia, e controllare allo stesso tempo sia le risorse dei due continenti che la crescita delle economie regionali.


Per raggiungere l’obiettivo, ha bisogno di convincere i leaders ed i popoli dell'Unione Europea che Putin è uno spericolato aggressore, senza alcuna attendibilità. Ecco perché Kiev ha lanciato una provocazione dietro l'altra, da quando il legittimo governo ucraino (quello di Viktor Yanukovich) è stato estromesso, a fine Febbraio, e sostituito da un governo dittatoriale appoggiato dagli Usa.

La maggior parte delle provocazioni non sono state documentate dai media occidentali, anche se erano accompagnate da violazioni sistematiche delle Leggi internazionali e da crimini contro l'umanità … come ad esempio l’uso di ordigni incendiari al "fosforo" a Slavyansk, il 12 Giugno (phosphorous), o il bombardamento di una scuola materna nella stessa città (kindergarten in Slavyansk), o il deliberato  bombardamento degli ospedali dell’Ucraina Orientale (hospitals), o l'uccisione di alcuni giornalisti (killing of journalists ), o i colpi di mortaio lungo il confine con la Russia (across the border), o il massacro di Odessa, dove 42 persone sono morte carbonizzate nell’incendio del Palazzo dei Sindacati, appiccato dagli hooligans e dai neo-nazisti favorevoli alla “giunta”.

Nessuno di questi eventi è stato riportato dai media occidentali, dove la copertura degli eventi è tagliata su misura per far avanzare l'agenda dello stato-corporativo (palese il riferimento al modello corporativo proposto dal Fascismo, ndt).

Tutti questi incidenti sono stati concepiti avendo in mente un solo obiettivo: provocare Putin per indurlo ad inviare i carri armati, per poterlo successivamente definire come il nuovo Hitler.


Putin ha saggiamente evitato questa trappola decidendo, al contrario, di lavorare in collaborazione con i leaders europei (Merkel e Hollande), per cercare di convincere il Presidente ucraino, Petro Poroshenko, a fermare il bombardamento ad est, e ad accettare un immediato “cessate il fuoco”.
Poroshenko, che prende ordini da Washington, ha tuttavia rifiutato di porre fine alla violenza. Lunedì scorso il "re del cioccolato" ha lanciato un massiccio attacco alla città di Donetsk, che ospita quasi un milione di cittadini. Ecco il breve estratto di un report della RT di Lunedì 21 Luglio:

"E’ in corso un pesante scontro a fuoco in alcuni settori della città di Donetsk, con cannoneggiamenti che si sono ben sentiti dal centro della città. Le forze di auto-difesa hanno parlato di veicoli blindati (e di fanteria) pro-Kiev che cercano di infrangere le difese del terminal ferroviario centrale" - (“Kiev forces attack city of Donetsk, civilian casualties reported“, RT).

Un funzionario dell’auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Sergey Kavtaradze, ha informato la Reuters che le truppe ucraine, dotate di carri armati e veicoli blindati, stanno cercando di infrangere le difese di Donetsk - (“Kiev forces attack city of Donetsk, civilian casualties reported“, RT)
Poroshenko non ha alcuna intenzione di rispettare un “cessate il fuoco”, perché in questo modo non verrebbe raggiunto l'obiettivo dell'Amministrazione Obama, che è quello di attirare Putin in una guerriglia lunga e sanguinosa. Questo è ciò che rende l'abbattimento dello MH17 così sospetto … potrebbe benissimo trattarsi di un’operazione “false flag”, destinata a gettar fango su Putin.
La questione dello MH17, in ogni caso, non resterà segreta ancora a lungo. Il giornalista Pepe Escobar ha sottolineato, in un recente articolo su Asia Times, di come l'Intelligence russa abbia raccolto tonnellate di dati, che aiuteranno a collegare fra loro i puntini. Ecco l’estratto di un recente articolo di Escobar, dal titolo "E' stato davvero un missile di Putin?":

"L’Intelligence russa sorveglia/traccia tutto ciò che accade in Ucraina dal 24 Luglio. Nelle prossime 72 ore, dopo aver studiato una montagna di dati, ottenuti utilizzando la telemetria, i radars e la localizzazione satellitare, saprà che tipo di missile è stato usato e da dove è stato lanciato. Potrà produrre persino le comunicazioni della “batteria” che ha agito. E tutto ciò avrà la forza di una prova di tipo forense”. - (“Quel missile era di Putin ?” Pepe Escobar, Asia Times)

Così, in un modo o nell'altro, verremo a sapere cosa è successo. Gli Stati Uniti e la Russia hanno i tutti i dati necessari a capire da dove il missile è stato lanciato, e chi è che lo ha fatto. Probabilmente hanno anche le registrazioni delle comunicazioni tra la “Air Traffic Tower” (ucraina) e l'aereo. Sanno tutto, ma devono essere cauti sia su quello che rivelano, sia su quando possono farlo.
La mia ipotesi è che Putin stia “trascinando i piedi” per essere sicuro che l'indagine sia completa, trasparente ed imparziale, e che non si tratti di un falso, utile a screditarlo agli occhi dei suoi partners commerciali.
Il team di Obama, chiaramente, vede tutto questo come un'opportunità per danneggiare Putin, in modo da indurlo ad usare prove false, come le foto sgranate che son saltate fuori sul “New York Times”, alcuni mesi fa, che avrebbero dovuto dimostrare di come gli esperti militari russi abbiano segretamente diretto la ribellione dell'Ucraina Orientale (le foto erano dei falsi).
Se il team di Obama cerca di fare un’altra bravata di questo tipo, questa volta Putin sarà pronto. E se dovesse avere una prova veramente solida sul fatto che l'aereo sia stato fatto saltare dai seguaci di Poroshenko, allora potrebbe esserci un autentico inferno da pagare. Potrebbe portare la “guerra per procura” di Obama ad una brusca frenata. 

Si può solo sperare.


Fonte: http://www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2014/07/22/what-putin-knows/
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCO

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13690