mercoledì 14 settembre 2016

Referendum, gli apocalittici che mettono in guardia contro il No: da Confindustria a Goldman Sachs, da Fitch a Marchionne. - Marco Pasciuti

Referendum, gli apocalittici che mettono in guardia contro il No: da Confindustria a Goldman Sachs, da Fitch a Marchionne

L'endorsement sul referendum costituzionale firmato dall'ambasciatore Usa in Italia, John Phillips, sorprende ma non troppo: numi tutelari della politica e vertici della finanza nostrana e mondiale si sono a più riprese espressi a favore delle riforme del governo Renzi. Il più delle volte con toni da day after, prefigurando 'caos politico', recessione e tracolli dell'occupazione.

In principio fu Jp Morgan. Hanno costituzioni “influenzate da idee socialiste”, “esecutivi deboli”, tutele dei diritti dei lavoratori”, ma anche “la licenza di protestare contro modifiche sgradite dello status quo”, si legge in un report di 16 pagine, datato 28 maggio 2013. La banca d’affari annoverata tra le protagoniste della finanza creativa, e quindi della crisi dei subprime che dal 2008 ha inceppato l’economia mondiale, giudicava così i “sistemi politici dei paesi europei del Sud e in particolare le loro costituzioni”, definendole “inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”. In questo contesto l’endorsement sul referendum costituzionale firmato dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia,John Phillips, sorprende ma non troppo: numi tutelari della politica e vertici della finanza nostrana e mondiale si sono a più riprese espressi a favore di riforme di respiro liberista come quelle del governo Renzi.
I toni si fanno spesso apocalittici, degni del più cupo dei day after gli scenari prefigurati in caso di fallimento: la vittoria del “No” al referendum, rilevava il 1° luglio l’ufficio studi di Confindustria, causerebbe un “caos politico” e lo scenario economico interno “sarebbe caratterizzato da cinque eventi ciascuno dei quali foriero di recessione“. Tradotto in numeri: “L’effetto complessivo della vittoria del “No” è stato quantificato per il triennio 2017-2019: il Pil cala dello 0,7% nel 2017 e dell’1,2% nel 2018, salendo dello 0,2%nel 2019. In totale si riduce dell’1,7%“. E il Pil pro capite, “una misura di benessere, calerebbe di 589 euro. Ciò porterebbe a un aumento di 430mila persone in condizione di povertà“. Senza contare la perdita di posti di lavoro: “L’occupazione diminuisce complessivamente di 258mila unità, mentre altrimenti salirebbe di 319mila”. “Noi siamo per il sì – ribadiva quindi il 20 luglio al Meeting di Rimini il presidente Vincenzo Boccia, eletto il 25 maggio – perché riteniamo che la governabilità e la stabilità siano la precondizione per una politica economica di lungo termine”.
Apocalittici anche i toni usati da Fitch, che esprimeva il proprio parere nelle stesse ore in cui Phillips spiegava che una vittoria del “No” sarebbe un “passo indietro” per attrarre gli investimenti stranieri in Italia: “Ogni turbolenza politica o problemi nel settore bancario – ha spiegato il responsabile rating sovrani per Europa Medio Oriente Edward Parker – che si possano ripercuotere sull’economia reale o sul debito pubblico, potrebbe portare a un intervento negativo sul rating dell’Italia. Se ci fosse un voto per il No, lo vedremmo come uno shock negativo per l’economia e il merito di credito italiano”. Più o meno lo scenario delineato anche da Goldman Sachsche in un rapporto di 14 pagine mette in rilievo i rischi che un fallimento del referendum comporterebbe per le banche: “Una fase di turbolenza politica e uno stop al percorso riformista ridurrebbe le probabilità di arrivare a una soluzione di mercato per le banche in difficoltà, aumentando per contro quelle di un intervento del governo”.
Lassù, tra le nubi che circondano i resti di quello che fu Olimpo della grande industria italiana, le riforme piacciono anche a Sergio Marchionne, che con Matteo Renzi ha dimostrato di avere un feeling particolare: “Quello che interessa a noi come azienda è la stabilità del sistema”, spiegava il 27 agosto a margine di un convegno alla Luiss l’amministratore delegato di Fca, dicendosi ”a livello personale per il sì” al referendum. ”Non voglio – tentava quindi un distinguo – prendere una posizione. Ma personalmente condivido alcune delle scelte che sono state fatte per cercare di alleggerire il costo di gestione di questo Paese. Non voglio giudicare se la soluzione è perfetta, ma è una mossa che va nella direzione giusta”.
Più in basso, nella Castalia della politica nostrana, il nome che spicca per qualità e quantità degli interventi in favore delle riforme è quello di Giorgio Napolitano: “Sosterrò la conferma della legge di riforma approvata dal Parlamento e mi auguro che le opposte parti politiche si confrontino sul referendum nella sua oggettività”, rompeva gli indugi il presidente emerito in un’intervista al Corriere della Sera il 6 gennaio, per poi esprimere il 5 luglio un invito direttamente agli italiani: “Auspico che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia finire nel nulla gli sforzi messi in atto in questi due anni in Parlamento”, fino all’ultimo appello, datato 10 settembre: “Bocciare la revisione della Carta sarebbe un’occasione mancata“. Difficile, comunque, quantificare le occasioni in cui l’ex capo dello Stato ha sponsorizzato le riforme firmate da Maria Elena Boschi, ampiamente ricambiato con l’iscrizione a caratteri cubitali (secondo i maligni, un epitaffio) che il premier ha scolpito loro in calce: “Portano la sua firma“. Con tutte le conseguenze che in termini di giudizio storico da questa affermazione potrebbero discendere.
Per un certo periodo, più o meno corrispondente alla durata del patto del Nazareno, le riforme hanno riscosso successo anche negli ambienti berlusconiani: “In un Paese che ha bisogno di riforme – argomentava il 2 luglio 2014 Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, alla presentazione dei palinsesti autunnali – come italiano e come imprenditore io tifo per Renzi, e chi non lo farebbe con chi ha preso il 40% (alle elezioni europee di quell’anno, ndr)? Abbiamo bisogno innanzitutto di stabilità e in secondo luogo di riforme che facciano ripartire l’economia“. Perché è “indispensabile” intervenire su “giustizia, lavoro, tasse”. Poi però, sottolineava il delfino, “è importante vedere come sono le riforme, perché vanno fatte bene, e con chi si fanno”. Renzi le avrebbe fatte con suo padre Silvio, fino a che quest’ultimo, scottato dall’inversione a “U” fatta dal premier in occasione dell’elezione di Sergio Mattarella al Colle, non aveva fatto crollare il patto. Passando quindi l’ideale staffetta a Denis Verdini. Ma questa è un’altra storia.
La lista degli insospettabili tifosi delle riforme arriva fino a Jyrki Katainen, implacabile fustigatore delle mollezze amministrative di Atene. Il 15 gennaio 2015, nella prima tappa a Roma del suo tour per lanciare il fondo Juncker per gli investimenti, il vicepresidente della Commissione europea parlava di un “programma di riforme coraggioso”, promuovendo a pieno voti il Jobs Act: “Aiuterà soprattutto i giovani a trovare un impiego”, assicurava il falco finlandese la cui affabilità nei confronti di un’Italia che chiedeva flessibilità era giustificata dalla necessità di Bruxelles di dare un segnale di distensione a quei Paesi che rischiavano di essere attratti come mosche dal miele dalle ricette greche di Syriza. Che prometteva ai greci, prima di auto-normalizzarsi, un’Unione Europea meno ostaggio del partito dell’austerity.

domenica 11 settembre 2016

"Nessuno" smaschera Renzi - La Gabbia


COUNTERPUNCH: L’AMERICA HA IMPARATO AD AMARE LA GUERRA AL TERRORE. - SAINT SIMON

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(La realtà che ci viene raccontata è quella decisa dalle elite al potere, tra manipolazioni e sinistre analogie col mondo descritto da Orwell in 1984. Questo è quel che lascia la lettura dell’articolo, ironicamente leggero e sottilmente disturbante, di C.J. Hopkins, autore satirico americano, sul deciso “cambio di narrazione” avvenuto in tutto il globo con l’attentato delle Torri Gemelle – dalla Guerra al Comunismo alla Guerra al Terrore. Da Countepunch, in occasione del quindicesimo anniversario delle Torri Gemelle.)
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La “guerra al terrorismo”, che l’ex presidente George W. Bush ha lanciato ufficialmente alla fine di settembre del 2001, e che il presidente Obama ha ufficialmente rinominato  “la serie di persistenti sforzi mirati a smantellare specifiche reti di estremisti violenti che minacciano l’America” nel maggio 2013 , a questo punto (cioè dopo quindici anni che ci siamo dentro), è diventata la nostra realtà consensuale ufficiale … o in altre parole, “è come stanno le cose”. Un’intera generazione ha raggiunto la maggiore età nel corso dello “Stato di Emergenza Nazionale rispetto ad Alcuni Attacchi Terroristici “, che il presidente Obama ha recentemente esteso. Per la maggior parte di questa generazione sfortunata (che alcuni chiamano “Generazione Patria”), la vista di soldati in armatura, coi fucili tenuti anteriormente a tracolla pronti per l’uso, che pattugliano le strade delle loro cittadine o città, le assurde “procedure di sicurezza” all’aeroporto, l’isteria pompata dai media mainstream, la commemorazione bigotta di qualsiasi cosa anche lontanamente collegata ad “Alcuni Attacchi Terroristici” in questione, e tutto il resto, è del tutto normale, il modo in cui il loro mondo è sempre stato.
Naturalmente, questa è anche la prima generazione per la quale gli attentati di New York e Washington dell’11 settembre 2001 non sono altro che vaghi ricordi d’infanzia, o eventi storici che hanno imparato a conoscere a scuola, o in televisione o su Internet. E’ probabile che ciò che hanno imparato su di essi è che “l’America” quel giorno è stata attaccata da un gruppo di terroristi fondamentalisti islamici, per nessuna ragione logica apparente che non sia “odiano la nostra libertà”. E’ anche probabile che abbiano imparato che le invasioni di Iraq e Afghanistan da parte degli Stati Uniti, il bombardamento e la destabilizzazione di numerosi altri paesi (ad esempio Libia, Pakistan, Siria, Yemen, e gli eventuali altri che ho dimenticato di menzionare), le detenzioni indefinite, gli omicidi, le torture, la sorveglianza illegale di massa, la militarizzazione della società in generale, e tutte le altre caratteristiche familiari dello “stato di emergenza” che è stato in vigore tanto a lungo quanto chiunque di quella età riesce a ricordare… che tutto questo abbia qualcosa a che fare con il “proteggere gli americani” o gli “interessi dell’America “.
Il mio cuore va a questa generazione … o almeno a tutti coloro da poco ventenni che sono stati bombardati con questa versione ufficiale da più o meno il giorno in cui sono nati, eppure in qualche modo sono riusciti a mantenere la loro sanità mentale (e che continuano a lottare giornalmente per riconoscere, analizzare, scomporre, e comunque respingere l’incessante fuoco di fila di stronzate ideologiche puntate alla loro testa). Resistere alla forza della narrazione ufficiale è faticoso, e di solito poco gratificante, almeno in termini professionali e finanziari (a meno che, naturalmente, piaccia essere emarginati). E’ molto più facile fare come il re della Parabola del Re e del Pozzo Avvelenato, bere il Kool-Aid, e abbracciare la follia. Non importa che la narrazione ufficiale in realtà non abbia molto senso, o non abbia a che fare con… be’… la storia… o i fatti, o altre cose del genere.
Secondo questa versione ufficiale, questi terroristi islamici che odiano la nostra libertà stanno conducendo una sorta di guerra santa fanatica, il cui scopo è quello di distruggere l’Occidente, prendere il controllo di tutto il mondo, e imporre la sharia a tutti. Hanno lanciato questa guerra il 9/11. Lo hanno fatto con l’invio di un gruppo di quindici terroristi sauditi (e quattro altri provenienti da Egitto, Emirati e Libano) per dirottare aerei con taglierini da tre dollari e pilotarli contro degli edifici emblematici, uccidendo il maggior numero di persone possibile. Questi attacchi avevano lo scopo di provocare l'”America”, e presumibilmente il resto degli infedeli occidentali, per far bombardare il Medio Oriente fino all’oblio, e radunare i musulmani in tutto il mondo, cosa che avrebbe innescato una sorta di jihad globale che avrebbe spazzato via la civiltà occidentale, e a quel punto i terroristi si sarebbero riversati fuori dai loro buchi nascosti e avrebbero preso il controllo di tutto.
Secondo questa stessa versione ufficiale, questi terroristi islamici che odiano la nostra libertà sono apparsi magicamente dal nulla, più o meno completamente formati, appena prima del 2001. Tutta la storia moderna del Medio Oriente, la caduta dell’impero ottomano, il colonialismo occidentale, due guerre mondiali, il gioco a scacchi della Guerra Fredda, e la fine della stessa, per non parlare della diffusione ormai senza ostacoli del capitalismo globale in tutto il mondo … niente di tutto questo ha a che fare con qualcosa. No, secondo la nostra versione ufficiale, questi terroristi si sono materializzati dall’etere. Hanno dato uno sguardo, hanno visto l’America seduta tranquillamente che badava ai propri affari, mentre godeva dei suoi cari valori, e così, sono stati sopraffatti da un odio fanatico, e hanno iniziato a legarsi addosso le loro cinture esplosive.
L’unico modo per impedire a questi terroristi (la maggior parte dei quali erano sauditi, ricordo) di conquistare il mondo intero è stato quello di invadere accidentalmente l’Iraq, che non aveva nulla a che fare con niente, e uccidere e torturare un sacco di iracheni, e smantellare tutto il suo esercito, in modo che potesse formare gruppi terroristici che avrebbero terrorizzato l’intera regione, e la Francia, e aiutato a destabilizzare la Siria, che a quel punto potevamo anche bombardare. Inoltre, avevamo bisogno di invadere l’Afghanistan, perché i terroristi avevano i loro buchi nascosti lì, così potevamo avere una sorta di mezza giustificazione per l’Iraq. Oh, e la Libia. Avevamo bisogno anche di bombardare la Libia, di farla finita con il malvagio Gheddafi, perché… uh… non ricordo bene. Aveva qualcosa a che fare con la primavera araba, che aveva qualcosa a che con Al Qaeda, o l’ISIS… o qualunque cosa… penso che abbiate afferrato il messaggio.
Ora, prima che i miei amici complottisti diventino tutti entusiasti per dove sto andando a parare, non sto suggerendo che gli attacchi del 9/11 sono stati una sorta di complotto del governo degli Stati Uniti, o un complotto di rettiliani extraterrestri, o che qualunque attacco terroristico che è seguito – gli attacchi terroristici reali, cioè non quelli fatti da individui squilibrati che giuravano fedeltà all’ISIS su Facebook – non si è verificato più o meno come riportato. (Francamente, non importa come sia andata. L’effetto complessivo rimane lo stesso). Quella che sto mettendo in discussione, o esaminando, o ridicolizzando, è la narrazione ideologica che circonda questi attacchi, e il Terrorismo, e la Guerra al Terrore, o in qualunque modo la stiamo chiamando questa settimana, e l’ipocrisia che circonda questo racconto, con il quale la “Generazione Patria” è cresciuta.
Quelli di noi che sono un po’ più grandi (va bene, ammettiamolo, un bel po’ più vecchi, e si, mi riferisco ai “baby boomer”, la generazione della quale tecnicamente faccio parte, avendo appena compiuto 55 anni lo scorso mese) sono stati indottrinati con una narrazione diversa. La “realtà” in cui siamo nati, e che ci è stata spinta giù per le nostre gole a scuola quando eravamo bambini, e poi rafforzata da praticamente ogni aspetto della nostra vita da adulti, è stata il Comunismo contro la Democrazia. E’ andato in modo un po’ simile…
L’America, il paese che aveva recentemente salvato il mondo dai nazisti e dall’Impero giapponese, è stata impegnata in una lotta eterna contro i Comunisti, e i simpatizzanti Comunisti, che volevano conquistare l’intero pianeta, e … in fondo, portarci via tutte le nostre cose. Questa lotta eterna, o stallo orwelliano, era destinata ad andare avanti o per sempre o fino a quando i comunisti avrebbero lanciato le loro armi nucleari, o fino a che non l’avremmo fatto noi, cosa che si sarebbe risolta nella fine di tutto. Poi avremmo passato il tempo con Gesù (noi americani, cioè… non i comunisti). Nel corso di questa lotta eterna (che l’ex presidente Ronald Reagan concluse definitivamente, nel 1987, ordinando a Gorbaciov di “abbattere questo muro”), l’America e i suoi alleati amanti della libertà, e i Comunisti senza Dio e loro spietati gregari, sterminarono milioni e milioni di persone, per lo più in luoghi lontani ed esotici (ad esempio, l’Indocina, la Corea, il Vietnam, la Birmania, l’Algeria, Nicaragua, El Salvador, Honduras, la Palestina… e l’elenco potrebbe continuare).
Quindi nulla è realmente cambiato più di tanto, in termini di tutti che sterminano tutti. Quella che è cambiata, tuttavia, è la nostra narrazione ufficiale (cioè la realtà consensuale). Quelli di noi che sono abbastanza vecchi da ricordare la “realtà” pre-9/11 hanno guardato questo cambio del racconto ufficiale più o meno come il protagonista di Orwell, Winston, in 1984, guarda l’Ingsoc effettuare il passaggio dalla guerra con l’Eurasia alla guerra con l’Estasia proprio nel bel mezzo del raduno di quella Settimana dell’Odio … va bene, non è successo proprio così bruscamente. Tuttavia, vederlo è stato abbastanza impressionante. Nei quindici anni dal 9/11 (che non è un periodo così lungo per i tempi storici) lo Spettro del Comunismo è stato sostituito senza soluzione di continuità con lo Spettro del Terrorismo Islamico, e la Guerra Fredda soppiantata dalla Guerra al Terrore.
Dopo il crollo dell’URSS nel 1991, era inevitabile. Il Capitalismo (non l'”America”), dopo aver vinto, o essere sopravvissuto a, il suo unico e solo avversario (cioè il Dispotismo, non il “Comunismo” o “Socialismo”), è stato finalmente libero di ristrutturare, privatizzare e sfruttare quei mercati che gli erano stati negati durante tutti i 50 anni di stallo della Guerra Fredda. Le classi dirigenti capitaliste globali (che non hanno alcuna reale fedeltà a nessuna nazione) adesso erano libere di iniziare ad eliminare gli ornamenti di Socialismo che avevano mantenuto in Occidente per evitare che i lavoratori occidentali diventassero sempre più insoddisfatti di passare tutta la loro vita a lavorare di modo che non dovessero farlo le classi dirigenti capitaliste. Questa Privatizzazione di Praticamente Tutto, anche se si sta verificando più gradualmente in Europa Occidentale (a parte l’eccezione controcorrente della Grecia, naturalmente), sta avendo un successo strepitoso negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che sono più o meno totali plutocrazie a questo punto. Come lo è la Russia, e gli ex paesi del blocco orientale, e la Cina, e la maggior parte del resto del mondo.
E poi c’è il Medio Oriente… che, dopo la fine della situazione di stallo della guerra fredda stava giusto seduto là, vulnerabile, nuotando nel petrolio e irradiando importanza strategica, e mercati potenziali, e investimenti, e così via. L’unico piccolo problema erano i baathisti in Iraq e Siria, e Gheddafi, e il suo marchio di nazionalismo arabo, e quei Wahabiti che gli Stati Uniti avevano sostenuto per resistere all’occupazione sovietica dell’Afghanistan, e tutti gli altri che non giocavano come noi.
Così le classi dirigenti capitaliste globali avevano bisogno di arrivare lì e ristrutturare tutto, che è quello a cui stiamo assistendo dalla fine della guerra fredda… ma questa non è una buona narrazione ufficiale. Per prima cosa, è troppo complicata, e queste narrazioni ufficiali devono essere semplici. Inoltre, non c’era nessun avversario malvagio, cosa che, nel business dei racconti, è un grave problema. Si deve avere un avversario malvagio. In quale altro modo si potrà ingannare le masse per inviare i loro figli a combattere le vostre guerre, o a sciamare sul National Mall a Washington, e in Times Square, sventolando bandiere e gridando fanaticamente “USA! USA!” quando le vostre squadre speciali Seal uccidono qualche spauracchio terrorista?
Fortunatamente per le classi dirigenti capitaliste globali, i terroristi islamici si sono fatti avanti esattamente in quel momento e hanno assunto il ruolo di avversario malvagio. Non c’era davvero nessun altro per farlo. Con la scomparsa della minaccia comunista, loro (cioè le classi dirigenti capitaliste globali) avevano perso il loro ultimo nemico esterno. Quello di cui avevano bisogno, e hanno ottenuto, è stato un nemico interno, un nemico interno che non può mai essere sconfitto.
Il terrorismo è quel nemico. Nella nostra coraggiosa nuova era unipolare (un’epoca in cui il capitalismo transnazionale, e non l'”America”, o la Russia o la Cina, o qualsiasi altro Stato nazionale, domina l’intero pianeta e determina ciò che è e non è “realtà”), non ci possono più essere nemici esterni, perché non c’è più alcun “fuori”. Siamo qua dentro tutti insieme, adesso… nella nostra realtà consensuale del capitalismo globale, per accettare e adeguarsi alla quale la maggior parte delle persone in tutto il mondo sta facendo del suo meglio.
Il problema con questi terroristi islamici (e con tutti gli altri fanatici religiosi, fanatici socialisti, fanatici ambientalisti, e qualsiasi altro tipo di persone che ha o che sposa “punti di vista estremisti”) è che non hanno ancora accettato questa “realtà”. Io stesso ho problemi a farlo, come presumo sia abbastanza ovvio a questo punto. Da quello che ho capito, però, l’industria farmaceutica offre una varietà di rimedi per questo… o forse sarebbe d’aiuto se facessi un pellegrinaggio a New York per pregare nel Santo Reliquiario dei Martiri dell’11 settembre, e prendessi uno di quei cappelli-souvenir, o le bottiglie d’acqua del NYPD, e cercassi di dimenticare tutta questa roba folle della realtà consensuale e della storia.

sabato 10 settembre 2016

Selciato del gigante - Giant's Causeway



Il Selciato del gigante (in inglese Giant's Causeway, in gaelico irlandese Clochán an Aifir o Clochán na bhFomhórach, in Ulster Scots tha Giant's Causey) è un affioramento roccioso naturale situato sulla costa nord est irlandese a circa 3 km a nord della cittadina di Bushmills, nella contea di Antrim in Irlanda del Nord.

Esso è composto da circa 40.000 colonne basaltiche, formatesi da una eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, generalmente a base esagonale, ma non ne mancano anche a quattro, cinque, sette o otto lati. Le più alte raggiungono i 12 metri d'altezza, ma alcune, essendo situate su delle scogliere, si innalzano anche per 28 metri. Le formazioni visibili a occhio nudo sulla costa sono solo una parte del complesso, che prosegue anche nel fondale marino adiacente.

Il Selciato del gigante è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1986 ed è una riserva naturale nazionale dal 1987; attualmente è di proprietà del National Trust, che lo gestisce. 


continua qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Selciato_del_gigante

Processo Menarini, condannati i vertici: pene fino a 10 anni. Disposta confisca da un miliardo.


Firenze, maxi condanna per frode ai vertici dell'azienda Menarini
I fratelli Aleotti, entrambi condannati.

Offshore create con il solo scopo di maggiorare il prezzo delle materie prime per poi giustificare davanti alle autorità sanitarie i costi “gonfiati” e mettere sul mercato medicinali a prezzi più elevati. Era questo il cuore del processo sui vertici dell'azienda farmaceutica finita nelle bufera giudiziaria nel 2011 per una frode durata vent’anni con 860 milioni di euro di danni provocati al Servizio sanitario nazionale.

Offshore create con il solo scopo di maggiorare il prezzo delle materie prime per poi giustificare davanti alle autorità sanitarie i costi “gonfiati” e mettere sul mercato medicinali a prezzi più elevati. Era questo il cuore del processo sui vertici dell’azienda farmaceutica Menarini finita nelle bufera giudiziaria nel 2011 per una mega truffa durata vent’anni con 860 milioni di euro di danni provocati al Servizio sanitario nazionale come contestato dagli inquirenti. Oggi il tribunale di Firenze ha condannato a 10 anni e sei mesi Lucia Aleotti, presidente della società, e a 7 anni e sei mesi il fratello Alberto Giovanni, vicepresidente, a conclusione del dibattimento che li vedeva a giudizio per accuse, a vario titolo, di evasione fiscale, riciclaggio e corruzione. Lucia e Alberto Giovanni sono i figli di Alberto Aleotti, patron della azienda farmaceutica Menarini, morto nel 2014. Disposta la confisca agli imputati di oltre un miliardo di euro.
Interdizione per gli imputati e risarcimento per presidenza del Consiglio
I fratelli Aleotti sono stati interdetti per sempre dai pubblici ufficie la sola Lucia Aleotti dall’intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione per tre anni. I giudici hanno invece assolto tutti gli altri imputati compresa la madre dei due fratelli, Massimiliana Landini. Gli altri imputati assolti sono Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini. I due imputati principali sono stati comunque assolti dall’accusa di truffa con la formula della vecchia insufficienza di prove e di conseguenza non è stato disposto nessun risarcimento per le altre parti civili tra cui varie Asl italiane e la Regione la Toscana. Mentre Lucia Aleotti dovrà risarcire la presidenza del Consiglio dei ministri che si era costituita parte civile nei suoi confronti con 100mila euro.
Frode durata 20 anni: danno da 860 milioni
Secondo gli inquirenti dal 1984 al 2010 Alberto Aleotti avrebbe usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi, con lo scopo di far aumentare il prezzo finale dei farmacigrazie ad una serie di false fatturazioni truffando così il Sistema sanitario nazionale, che ha rimborsato medicinali con prezzi gonfiati. Il danno per lo Stato sarebbe stato di 860 milioni di euro. Il pm aveva chiesto nove anni e mezzo per Lucia Aleotti e otto anni per Giovanni Aleotti. “C’erano elementi seri per ritenere che i reati contestati non fossero sostenibili” dichiara Sandro Traversi, difensore di Lucia e Giovanni Aleotti che ha annunciato ricorso in appello.
Il pm: “Una delle frodi più grandi commesse in Italia”
“Questo processo si occupa del grande affare, il grande imbroglio, un misto di corruzione e di truffa, una delle frodi più grandi –  aveva detto il pm Ettore Squillace Greco durante la requisitoria – che siano state commesse nel nostro Paese, un imbroglio che per anni ha alterato il mercato dei farmaci”. L’accusa aveva chiesto ai giudici di confiscare un miliardo e 200mila euro risassumento gli elementi emersi nel corso delle indagini dei carabinieri del Nas di Firenze: “Un miliardo e 200 milioni di euro al nero, la contabilità occulta e parallela a
Lugano e poi, quando si è scoperti, il pagamento, per impedire il commissariamento, di quasi 400 milioni di euro”, quelli dell’accordo fra la casa farmaceutica e l’Agenzia delle entrate. “Tutto comincia negli anni Ottanta – aveva ricostruito il pm – quando Aleotti paga Poggiolini (Duilio, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità) e gli altri funzionari che determinavano il prezzo dei farmaci, che così non guardavano nemmeno le carte”. Le grandi multinazionali del farmaco, aveva aggiunto il pm, “avevano interesse a fare accordi con Aleotti, perché lui riusciva a ottenere per i farmaci, su questo mercato, prezzi nettamente più alti rispetto a quelli che sarebbero riusciti a spuntare loro”.
La difesa: “Sentenza complessa faremo appello”
“Si tratta di una sentenza complessa, che ha giudicato insussistente il filone relativo alla presunta truffa e all’ipotesi di riciclaggio, ritenendo invece sussistente quello della frode fiscale” spiega all’Adnkronos Salute Mario Casellato, componente del collegio difensivo dell’azienda. “Presenteremo ricorso in appello, siamo certi di avere la documentazione che ci darà ragione e permetterà di escludere la frode fiscale”, aggiunge Casellato. L’ipotesi della truffa ai danni del sistema sanitario nazionale, portata avanti dalla procura di Firenze, “è dunque stata ritenuta insussistente”, insiste il legale. Diverso il filone della frode fiscale, relativa a somme all’estero “fatta oggetto di scudi” e sanatorie dal patron di Menarini, Alberto Sergio Aleotti, scomparso due anni fa. “Tutto, anche il sequestro della somma, è sospeso in attesa dell’appello e della Cassazione”, precisa il legale, ribadendo la certezza che i documenti chiariranno le posizioni dei suoi clienti anche relativamente al filone della frode fiscale.
Le pressioni e le relazioni con la politica
Prima di elencare le richieste di pena, il pm  LucaTurco (titolare dell’inchiesta con Squillace Greco ora procuratore capo a Livorno) aveva ricordato anche la “serrata attività di pressione” della famiglia Aleotti “su esponenti politici, negli anni 2008-2009″, per contrastare l’operato di alcune Regioni, che “avevano adottato delibere a favore di farmaci generici”. Il pm ha parlato di “pressioni”, anche attraverso lettere, sull’ex premier Silvio Berlusconi e sull’ex ministro Claudio Scajola, di interventi sull’allora assessore toscano alla salute, e oggi presidente della Regione, Enrico Rossi, e su altri esponenti politici, fra i quali Gianni Letta e vari ex sottosegretari. Su questo tipo di attività, come sul ruolo di ‘mediatrice’ svolto per Aleotti dalla signora Maria Girani Angiolillo (moglie di Poggiolini, ndr), la procura non ha però mosso alcun rilievo penale. Diverso il caso del senatore Cesare Cursi, che era accusato di corruzione: la sua posizione è stata archiviata dopo la decisione del Senato di negare l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardavano.
Più vicine nel tempo e anche queste, senza alcun rilievo penale, le relazioni della Menarini con l’attuale premier prima da presidente della Provincia e poi da sindaco di Firenze. Con Matteo Renzi a Palazzo Medici l’azienda firmò un protocollo e regalò oltre 600 computer a scuole e associazioni di volontariato. Il gruppo farmaceutico nel luglio 2013 aveva annunciato la ristrutturazione di 10 case popolari come sponsor. E i primi alloggi erano stati consegnati già nel gennaio del 2014. Nell’aprile del 2014 Lucia Aleotti aveva elogiato l’azione di governo di Matteo Renzi: “Le iniziative che sta portando avanti Renzi non le ha fatte nessuno. Il sistema delle sue riforme può piacere o non piacere, però è una scossa importantissima per il paese. Da questo si può partire e ripartire, guardando al futuro. Non si può rimanere in un Paese bloccato”. L’anno scorso Renzi era stato in visita a Berlino nella sede della Berlin Chemie, controllata del gruppo italiano Menarini, subito prima del bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Il presidente Renzi è venuto a trovarci in una giornata tra l’altro molto densa di impegni, e questo ci onora doppiamente” aveva detto la Aleotti. Che il 30 novembre scorso insieme ad altri imprenditori era in prima fila alla Leopolda mentre il sottosegretario Luca Lotti di piccole e medie imprese.

11 settembre - PERCHE' DUBITARE DELLA VERSIONE UFFICIALE CHE CI E' STATA RACCONTATA?


La versione ufficiale degli attentati dell'11 settembre 2001 in breve è questa:
L'11 settembre 2001, diciannove terroristi arabi suicidi pieni di un generico odio verso la libertà e la democrazia americana hanno dirottato (armati di taglierini) quattro aerei di linea (per la precisione due Boeing-757 e due Boeing-767 della American e della United Airlines) e ne hanno fatti schiantare due contro le Torri Gemelle del World Trade Center (WTC) di New York, che sono poi crollate in un modo che se davvero non ha impiegato esplosivi allora ha violato varie leggi fisiche, e un terzo contro il Pentagono, per mostrare la propria devozione ad Allah e punire il blasfemo impero capitalista americano.

Il quarto (il volo UA-93) a quanto ci è stato riferito si è schiantato al suolo nella Pennsylvania occidentale, dopo che i passeggeri hanno contrastato i terroristi, li hanno sopraffatti e in un gesto di eroismo si sono sacrificati schiantandosi in un campo deserto per evitare altre morti.

Poi, circa sette ore dopo il crollo delle Torri Gemelle, un terzo grattacielo, il WTC-7, ha deciso di crollare sulla propria pianta in sei secondi e mezzo, anche lui violando varie leggi fisiche (se davvero non sono stati usati esplosivi, altrimenti è stata una normale demolizione controllata).

Due giorni dopo questi avvenimenti, l'FBI ha tirato fuori dal cilindro, in modo tuttora imprecisato, i nomi e le identità dei 19 dirottatori e del mandante, tale Osama bin Laden, e da allora quell'uomo e quei diciannove volti sono per tutto il mondo i colpevoli del più grande attentato terroristico della storia (nonostante lui abbia sempre negato ogni coinvolgimento e si sappia da anni che in realtà molti dei cosiddetti dirottatori sono probabilmente ancora vivi e del tutto estranei alla vicenda).



Perché dubitare di questa versione?

Perché è assurdo, contraddittorio, illogico o proprio impossibile:
  1. Che l'FBI sia stata in grado di identificare tutti e diciannove gli attentatori (cosiddetti "suicidi" ma in realtà mica tanto) in meno di 48 ore, fornendo tanto di fotografia per ciascuno (per alcuni addirittura due), nonostante almeno la metà di loro fosse del tutto sconosciuta alla autorità stesse, al momento degli attentati, per loro stessa ammissione.
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  2. Che Osama bin Laden abbia ordito questa macchinazione infernale, la cui preparazione sarebbe durata cinque anni,
        a) puntando tutto sulla totale inesperienza dei suoi piloti/dirottatori,
        b) nonostante non avesse nessun vero motivo per farlo (a parte un imprecisato "odio per la democrazia americana"),
        c) non abbia infatti mai rivendicato gli attentati,
        d) chi ne ha tratto ogni vantaggio sia stata la stessa amministrazione che lui voleva colpire, per quanto ne conoscesse alla perfezione progetti geopolitici e interessi specifici.
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  3. Che le autorità americane, che hanno voluto mostrare infinite volte l'impatto degli aerei nelle Torri, non abbiano mai presentato al pubblico una sola immagine dell'aereo che si avvicinava al Pentagono (a parte questo e questo ridicoli filmatini che mostrano tutto tranne un boeing 757), quando:
        a) oltre 80 telecamere avrebbero dovuto filmarlo (e almeno 4 da distanza ravvicinata),
        b) si sa per certo che di almeno due di questi nastri siano stati sequestrati dall' FBI (fonte), e che 80 vengono tenuti segreti senza essere rilasciati con la scusa che "tanto non mostrano nulla".
        c) l'estrema scarsità di rottami del 757 (vedi quiquiqui e qui) sia forse l'elemento principale su cui si fondano tutte le accuse rivolte all'amministrazione.
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  4. Che parimenti non abbiano saputo mostrare nessuna immagine di video-security dei dirottatori all'imbarco dei rispettivi voli (ma solo sfocate immagini dei giorni precedenti), quando i dubbi sulle loro identità sono forse il secondo punto debole dell'intera versione ufficiale.
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  5. Che Mohamed Atta e Aziz Alomari, dopo anni di accurata preparazione, abbiano rischiato di vanificare la loro intera missione, andando a cercarsi - senza motivo apparente - una coincidenza aerea talmente stretta, che ha nel frattempo permesso agli investigatori di venire in possesso di preziosi elementi per l'indagine.
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  6. Che un dirottatore in procinto di morire spedisca alla propria fidanzata - con la quale sta da 5 anni - una lettera-testamento in cui si autoaccusa, dei manuali di volo (?!) e una copia del Corano (?!), sbagliando il suo indirizzo, ma si ricordi in compenso di mettere l'indirizzo del motel in cui alloggia, così che in caso di disguido postale il pacco possa ritornare al mittente (come poi è avvenuto, e gli investigatori ne sono entrati in possesso e lo hanno usato come prova: che fortuna! Fonti: Guardian e BBC). E in genere che un po' tutti i dirottatori, attenti e precisi come dovevano essere, abbiano saputo disseminare lungo il loro percorso soltanto copie del corano, carte di credito, documenti con le istruzioni per i morituri e manuali di volo in quantità industriali (fonte: CNN). Il ministro tedesco Von Bulow riassume bene questa ridicola situazione.
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  7. Che i suddetti dirottatori siano stati inoltre tanto irresponsabili da ubriacarsi la sera prima degli attentati (tanto un Boeing si pilota anche senza mani, no?), nonostante non potessero bere alcool in quanto musulmani, e da scordarsi, guarda un po' il caso, una copia del Corano nello strip bar in cui erano andati. Quindi abbiamo dei musulmani, per giunta estremisti, misogini e puritani all'ennesima potenza, che si ubriacano (!) in uno strip bar (!!) e poi si scordano lì il loro libro sacro - per cui sono pronti a suicidarsi - come se non avesse la minima importanza (!!!). (Fonte)
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  8. Che ben quattro piloti dilettanti, nemmeno tutti provvisti di licenza, con una pessima reputazione alle scuole di volo (tra l'altro per piccoli aerei da turismo e non per grandi aerei commerciali), e che non si erano mai seduti prima ai comandi di un 757 o di un 767, siano stati perfettamente in grado di prenderne possesso in quota, di guidarli con sicurezza senza commettere il minimo errore, di orientarsi in cieli in cui non hanno mai volato (alcuni di loro non avevano mai volato del tutto), di trovare bersagli a centinaia di miglia di distanza e di centrarli con freddezza e precisione. Il tutto evitando la contraerea statunitense per più di un'ora e mezza in totale.
    Uno di loro in particolare, Hani Hanjour, avrebbe fatto tutto questo compiendo alla fine una spettacolare cabrata di cui è capace solo un caccia militare, e poi una manovra di approccio (al Pentagono) tanto illogica quanto aerodinamicamente impossibile (vedi qui) per aerei di quelle dimensioni.
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  9. Che di otto piloti su otto - due piloti e copiloti della American, altrettanti della United - nemmeno uno abbia fatto in tempo ad azionare il segnale di emergenza che indica a terra un dirottamento in corso. Corrisponde al pulsante che gli impiegati di banca hanno sempre a portata di mano per segnalare alla polizia un'eventuale rapina. Questa mancata segnalazione ha permesso alle autorità di allungare considerevolmente il periodo di tempo in cui possono sostenere di "non aver capito" che si trattasse di dirottamenti e giustificare così l'inattività dell'aviazione. Ma in realtà, dopo il primo dirottamento accertato, avrebbero dovuto comunque reagire immediatamente allo spegnimento del transponder (fra l'altro inspiegabile anch'esso) negli altri tre. La cosa invece non è avvenuta.
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  10. Che 19 dirottatori, che volano a centinaia di miglia di distanza l'uno dall'altro senza essere diretti da una regia esterna, siano in grado di compiere una determinata manovra in perfetta coordinazione con quella di un altro (nel preciso in cui uno si schiantava, l'altro spegneva il transponder), pur essendo partiti da scali diversi, in orari diversi da quelli previsti, ed essendo impossibilitati a comunicare direttamente (cellulari e ricetrasmittenti non funzionano a quella quota e a quella velocità).
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  11. Che abbiano scelto in primo luogo una strategia così assurda, attendendo che ciascuno colpisse il suo bersaglio prima che l'altro entrasse in azione, con due di loro (vedi qui e qui) che si sono addirittura allontanati di 300 miglia dal bersaglio che già avevano a portata di mano. Una strategia che avrebbe potuto funzionare solo nel caso di un improvviso quanto improbabile stallo totale della difesa aerea americana. Che poi è "miracolosamente" avvenuto.
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  12. Che la difesa aerea più sofisticata del mondo sia andata così convenientemente in stallo proprio in quelle due ore cruciali, non riuscendo in nessun modo a fermare, o anche solo ad abbordare, neanche uno dei 4 aerei.
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  13. Che altrettanto convenientemente fossero in corso, proprio in quelle ore e in quei cieli, molte esercitazioni militari assolutamente identiche a ciò che stava davvero avvenendo ai quattro aerei dirottati. Questo infatti ha contribuito non poco ad aumentare il già notevole disorientamento dei controllori, civili e militari, causato da una serie di ordini contraddittori di cui non si è mai conosciuta l'origine. (Fonte)
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  14. Che di questo imbarazzante stallo non sia stata mai fornita nessuna spiegazione, nè risulti che sia stato punito o individuato un solo responsabile per quanto avvenuto. (Di solito, in situazioni come questa, avviene l'esatto contrario: si trova d'urgenza un capro espiatorio da dare al più presto in pasto ai media.) Anzi, assurdamente è avvenuto proprio il contrario: i maggiori responsabili di una tale negligenza sono stati tutti promossi, dopo l'11 settembre 2001, come se il loro lavoro lo avessero fatto alla perfezione (e forse è proprio così, in un certo senso)!
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  15. Che molti passeggeri abbiano compiuto telefonate in volo coi loro cellulari, quando questo si è dimostrato tecnicamente impossibile.
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  16. Che di un aereo schiantatosi al suolo, e ufficialmente non abbattuto in aria (UA-93), si possano trovare rottami e resti per un raggio di circa 8 miglia (13 Km) ma nessun rottame sul luogo dello schianto.
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  17. Che le autorità americane e il NIST, l'organo che ha svolto le indagini scientifiche ufficiali, abbiano sostenuto - e continuino a sostenere - che il WTC-7 sia crollato per conto proprio, a causa del calore degli scarsi incendi che si erano sviluppati, quando sono state smentite dallo stesso padrone del WTC Plaza, Larry Silverstein (che sembra averne ammesso pubblicamente la demolizione controllata, quando ancora nessuno dubitava della versione ufficiale), e da molti esperti di demolizioni. Senza contare le innumerevoli prove che indicano che non può fisicamente essere stato un crollo spontaneo, e che deve per forza essere stata una demolizione deliberata.
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  18. Che le stesse autorità sostengano che le Torri Gemelle siano crollate per il solo impatto degli aerei e per i conseguenti incendi, quando:
        a) il progetto prevedeva chiaramente che avrebbero potuto assorbire l'impatto di più di un grosso jet commerciale, come spiega in un'intervista lo stesso manager del progetto, Frank de Martini,
        b) per spiegarne il crollo spontaneo verticale e simmetrico sia necessario violentare oltre ogni limite le leggi della fisica e ignorare le proprietà di dispersione del calore dell'acciaio,
        c) i reperti visivi e le testimonianze dirette degli stessi pompieri siano pesantemente a favore della demolizione controllata, così come le molte analisi ingegneristiche (vedi ad esempio qui e qui),
        d) i crolli delle Torri Gemelle e del WTC-7 presentano tutte le caratteristiche delle demolizioni controllate e nessuna dei crolli spontanei, e
        e) sono state ritrovate tracce di nano-thermite nelle macerie, una sostanza incendiaria talmente avanzata da richiedere l'uso di nanotecnologia per essere creata e che non può essersi formata da sola.
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  19. Che ulteriori leggi della fisica siano state sospese, permettendo a dei passaporti di normale cartoncino di sopravvivere a una esplosione a circa 800 gradi centigradi, e che questi passaporti appartenessero proprio a dei dirottatori e siano stati trovati casualmente proprio da agenti dell'FBI. Cosa che, oltre che al WTC, è successa anche per il volo UA-93, nel qual caso sono state trovate moltissime cose appartenenti ai dirottatori in condizioni incredibilmente buone, ma, stranamente, nessun rottame riconoscibile di aereo. Guardate una foto ad alta definizione del magico passaporto trovato al WTC: il mio è in condizioni peggiori, e non si è trovato in mezzo allo schianto di un aereo contro un grattacielo.
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  20. Che il Pentagono sia stato colpito da un Boeing 757 (pesante circa 100 tonnellate, lungo 47 metri e largo 38) carico di passeggeri e carburante (circa 20 tonnellate di kerosene), nonostante:
        a) alcune fotografie, la cui autenticità è fuori dubbio (perché usate anche dal Pentagono stesso come prova), mostrino in maniera disarmante la quasi totale assenza dei suoi resti.
        b) sulla facciata ancora integra del Pentagono risulti solo un foro di entrata di non più di 6-7 metri x 12-13 (basta tenere conto che le finestre sono alte circa 1,8 metri),
        c) molte finestre di quella facciata avessero ancora i vetri intatti, dopo l'impatto,
        d) esista un foro d'uscita, di circa 3 metri, all'interno del terzo anello del Pentagono, la cui origine non è mai stata spiegata da nessuno, e che rimane a tutt'oggi assolutamente incomprensibile, e
        e) perfino delle valutazioni professionali di ingegneri meccanici affermano la completa incompatibilità dei danni sulla facciata con lo schianto di un Boeing 757..
  21. Che nonostante la quasi totale scomparsa dell'aereo sia stato possibile recuperare e identificare i resti di quasi tutti i passeggeri, compresi quelli dei dirottatori. Ovvero che acciaio e alluminio brucino, ma la carne umana no.
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  22. Che già neanche 15 minuti dopo che il secondo aereo aveva colpito il WTC veniva indicato il nome di Bin Laden quale mandante degli attentati, e senza presentare alcuna prova (che tuttora non è stata presentata, a parte i video-confessione già ampiamente smentiti).
    Un tempo davvero record per la risoluzione delle indagini: mai nella storia delle investigazioni su questioni di terrorismo internazionale c'è stata una soluzione del caso nell'ordine di minuti, doppiamente incredibile se unita all'ammissione ufficiale delle autorità investigative Usa secondo cui fino al momento degli attentati si sarebbero fatte trovare completamente all'oscuro ed ignare di tutta la trama pluriennale del complotto.
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  23. Che le parole di Van Romero (uno dei massimi esperti in materia, vice-presidente del New Mexico Tech Institute, già direttore del "Energetic Materials Research and Testing Center" che studia gli effetti delle esplosioni controllate degli edifici), pronunciate poche ore dopo gli attentati: "La mia opinione è che dopo l'impatto degli aerei con le Torri ci siano state alcune cariche esplosive piazzate all'interno degli edifici che hanno provocato il collasso delle Torri", siano completamente false, e che abbia mentito per qualche motivo, pur non avendo nulla da guadagnare (e tutto da perdere, anzi) contraddicendo la versione ufficiale del governo USA.
    Questa ipotesi è inoltre avvalorata dai dati sismografici (vedi ad esempio quelli della Columbia University qui e qui). Sono state infatti registrate due scosse di magnitudine 2.1 e 2.3 (di gran lunga troppo elevate per semplici crolli spontanei) al momento esatto dell'inizio dei crolli delle due torri, PRIMA che i primi blocchi e le prime macerie impattassero a terra. Questo sembra indicare l'impiego di potenti esplosivi appena prima del crollo delle Torri.
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  24. Che sia solo un'incredibile coincidenza che i militari americani stessero predisponendo piani di guerra contro l'Afghanistan già da mesi prima degli attentati dell'11 settembre. Forse stavano cercando qualche evento che spingesse il pubblico americano, generalmente disinteressato, verso una guerra, come avvenuto in passato (vedi precedenti storici all'11 settembre) e come progettavano di fare anche negli anni '60?
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  25. Che documenti cartacei e passaporti che incriminavano Bin Laden e i suoi 19 dirottatori siano stati ritrovati intatti presso le rovine del WTC e di UA-93, mentre le scatole nere degli aerei delle Torri - progettate appositamente per resistere ad ogni tipo di incidente - erano danneggiate al punto da risultare inutilizzabili. Dovrebbero costruirle dello stesso materiale dei passaporti arabi.
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  26. Che anche a distanza di giorni e persino di settimane dagli attentati al WTC agli operatori video sia stato proibito di riprendere o fotografare le macerie da determinate angolazioni, così come lamentato dal corrispondente della CBS Lou Young, il quale ha chiesto: "Cos'hanno paura che vediamo?"
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  27. Che un piano terroristico così sofisticato, che ha implicato sicuramente molte persone e una preparazione di almeno cinque anni, sia riuscito a sfuggire a tutti i servizi di intelligence, in particolare CIA ed FBI. E che invece di destituire i responsabili di questo fallimento li abbiano promossi, e invece di ristrutturare completamente queste agenzie abbiano raddoppiato il loro budget.
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  28. Che la Torre Sud del WTC sia crollata per prima quando era meno danneggiata della Torre Nord, che era stata colpita in pieno ed è bruciata per molto più tempo prima di crollare.
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  29. Che i molti testimoni che affermano di aver sentito ulteriori esplosioni all'interno degli edifici del WTC stiano tutti mentendo per qualche strano motivo. E perché la distruzione delle Torri è sembrata più una implosione controllata che un cedimento spontaneo (vedi qui per le molte ed evidenti differenze tra un crollo spontaneo e una demolizione controllata, spiegate nel dettaglio anche da molti ingegneri)?
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  30. Che anche il Ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita e i vari giornali che hanno pubblicato la notizia abbiano mentito, quando hanno comunicato che alcuni dei presunti dirottatori non si trovavano a bordo degli aerei dirottati e di fatto sono tuttora in vita. Perché questi nomi si trovano ancora sulla lista dell'FBI? E perchè, se come hanno sostenuto alcuni si tratta di casi di omonimia, hanno anche le stesse facce, gli stessi dati anagrafici, gli stessi titoli di studio e gli stessi lavori dei presunti dirottatori? Sono tutti sosia perfetti e contemporaneamente anche omonimi, con in più una vita identica a quella dei dirottatori? C'è la stessa probabilità di vincere cento volte di fila alla lotteria. Senza comprare il biglietto.
    Se invece i veri dirottatori hanno rubato nomi e identità a quei 19 uomini, allora non si capisce perché l'FBI continui ancora oggi ad indicare quei 19 uomini innocenti come colpevoli, perché continui a ripetere una versione dei fatti falsa, e soprattutto perché non abbia fatto niente per trovare i veri colpevoli.
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  31. Che, con tutte le scuole di volo presenti in America, subito dopo gli attentati gli agenti dell'FBI siano andati precisamente in quelle dove si sarebbero addestrati i dirottatori, a colpo sicuro, e abbiano indovinato quali scuole fossero "per pura fortuna" (parole loro: "we got lucky").
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  32. Che uno dei dirottatori citati si sia portato un bagaglio per un volo suicida e lo abbia poi lasciato nella sua macchina all'aeroporto assieme ad una lettera che lo indicava come colpevole, ai soliti manuali di volo e alla solita copia del Corano.
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  33. Che l'America abbia bombardato l'Afghanistan e l'Iraq quando i dirottatori non erano né afghani né iraqeni, ma arabi provenienti da vari paesi mediorientali. E' come se la Francia facesse un attentato alla Russia ed essa per tutta risposta bombardasse l'Italia. Non ha senso, a meno che l'attentato non sia solo un pretesto per attuare piani che erano pronti già da molto prima e per poter attaccare chiunque e dovunque, a prescindere dalla sua nazionalità, solo in virtù del sospetto che si tratti di terroristi o di gente che favorisce dei terroristi.
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  34. Che i terroristi siano riusciti a ottenere i segretissimi codici e segnali della Casa Bianca e dell' Air Force One - pretesto per sballottare il Presidente Bush per tutto il paese l'11 settembre, mente intanto Cheney prendeva in mano la situazione e faceva i suoi comodi (dettagli e fonti).
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  35. Che i testimoni che hanno parlato di un secondo aereo non identificato che seguiva il volo UA-93 (quello che sarebbe precipitato al suolo in Pennsylvania per una coraggiosa ribellione dei passeggeri) e di palle di fuoco esplose in aria stiano tutti mentendo per qualche misterioso motivo, e che un aereo che si schianta al suolo spedisca rottami fino a 13 Km di distanza e faccia solo una buca di una quindicina di metri al suolo, non lasciando inoltre nessun rottame riconoscibile all'interno di essa o nelle sue vicinanze.
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  36. Che i notiziari abbiano descritto alcuni passeggeri del volo UA-93 mutilati e con la gola tagliata con dei taglierini (fonte), mentre la rivista "Time" del 24 settembre 2001 ha riportato che uno dei passeggeri ha chiamato a casa col cellulare per riferire: "Siamo stati dirottati, ma ci stanno trattando gentilmente".
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  37. Che gli occasionali messaggi video di Osama bin Laden siano stati dichiarati completamente e sicuramente FALSI da un istituto svizzero che si occupa di autenticare materiale audiovisivo, ma che continuino a venire comunque considerati prova della colpevolezza di Bin Laden e vengano usati come motivazione per invadere e depredare qualunque nazione gli USA vogliano, nonostante Bin Laden abbia negato più volte di aver avuto qualcosa a che fare con gli attacchi dell'11 settembre 2001 (e non si è mai visto un terrorista che prima fa un attacco e poi non lo rivendica. Di solito avviene il contrario: molti gruppi terroristici cercano di prendersis il "merito" di ogni attentato, e le forze dell'ordine hanno un bel daffare a distinguere la vera rivendicazione da quelle false).
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  38. Che, nonostante i crolli perfettamente verticali e simmetrici di edifici siano un evento talmente difficile da realizzare che solo poche compagnie di demolizioni controllate al mondo ci provano, e sia una cosa che comunque richiede sempre settimane o mesi di accurata pianificazione, l'11 settembre 2001 siano avvenuti ben tre crolli verticali e simmetrici del tutto spontanei, tutti lo stesso giorno e allo stesso identico modo, cosa che è stata più volte e dichiarata IMPOSSIBILE dal punto di vista matematico e fisico da centinaia di ingegneri e architetti.
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  39. Che le tracce di nano-thermite ancora attiva ritrovate nelle macerie delle Torri Gemelle, una sostanza incendiaria in grado di sviluppare oltre 2.500 °C (l'acciaio fonde a 1.538 °C) e che è talmente avanzata da richiedere l'impiego di nanotecnologia per essere creata, sia comparsa da sola per magia durante i crolli, nonostante lo scienziato che l'ha ritrovata, Niels Harrit, affermi che una cosa del genere è del tutto impossibile, e che la nano-thermite non avesse alcun motivo di trovarsi negli edifici a meno di non essere stata usata per demolirli.
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  40. Che le migliaia di scienziati, ingegneri, fisici, studiosi e professionisti di ogni tipo che si sono riuniti in varie associazioni contrarie alla versione ufficiale si sbaglino tutti quanti nel ritenerla fisicamente impossibile, e che le migliaia di studi, analisi, testimonianze e prove raccolte in questi anni da queste associazioni siano tutte false o errate. (E' disponibile una playlist Youtube con videointerviste ad alcuni di questi esperti in cui spiegano perché non credono alla versione ufficiale dell'11 settembre).
Tutti questi punti elencati (tratti da luogocomune.net, da disinformazione.it e in alcuni casi aggiunti da me) sono assurdi, illogici, contraddittori o semplicemente impossibili.
Queste incredibili incongruenze risultano molto sospette, soprattutto considerando che ad oggi non è stata fornita al mondo una sola prova autentica che leghi bin Laden o la sua presunta organizzazione agli attentati di quel giorno, e che diversi personaggi al vertice dell'amministrazione (John Ashcroft, Ministro di Giustizia, Theodore Olson, Procuratore Generale, Donald Rumsfeld, Ministro della Difesa) hanno ripetutamente dichiarato che è assolutamente lecito, per un governo, mentire al mondo intero - nemici e amici - pur di raggiungere i propri fini.
Ricordiamo inoltre che in questi anni nessuno ha mai saputo rispondere alle 12 DOMANDE che abbiamo rivolto ai sostenitori della versione ufficiale. Perché, se i nostri dubbi sono davvero privi di senso come dicono?


Ecco perchè moltissima gente, come potete vedere nell'immagine qui sotto, dubita della versione ufficiale che ci hanno raccontato a proposito dell'11 settembre. Ed ecco perchè bisogna farsi parecchie domande.


Buzzi: "Abbiamo finanziato tutti, Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti e anche Renzi".

buzzi marino nieri

LA LETTERA. Dal carcere di Nuoro il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi, scrive a due sue collaboratrici. Nella missiva lo sfogo: "Noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente".


"Il vero scopo di questa inchiesta è costringermi a cedere raccontando la corruzione a Roma nell'ultimo decennio ma io non posso inventarmi le cose che non so, perché noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi: tutti contributi dichiarati in bilancio".
Lo scrive il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi, durante la detenzione nel carcere di Nuoro, a due sue collaboratrici. La missiva, del dicembre 2014, e' negli atti allegati all'inchiesta bis su 'Mafia Capitale'.

"L'inchiesta e' colma di lacune, di imprecisioni, priva dei piu' elementari riscontri. Penso che molte carte non sono state lette o, peggio, lette e non capite - continua nella missiva Salvatore Buzzi che coglie l'occasione per sfogarsi "contro le tante inesattezze scritte contenute nelle migliaia di pagine di intercettazioni e relazioni prodotte dai Ros", inesattezze che, a suo dire, avrebbero "fuorviato" il lavoro della procura.

Poi un lungo passo della lettera e' dedicato all'ex Nar, Massimo Carminati, ritenuto l'altro capo del sodalizio criminoso: "Lo conosco da oltre 30 anni e ho iniziato a frequentarlo nella seconda meta' del 2012, quando non aveva nessuna pendenza con la giustizia. Lui ha collaborato con la cooperativa, diventandone anche socio, in maniera del tutto legittima e legale: aveva in gran conto il lavoro che noi tutti della '29 giugno' facevamo per favorire l'integrazione sociale di tante persone, di cui ben 300 detenuti ed ex detenuti".

Buzzi difende poi la sua cooperativa: "La '29 giugno' e' stata criminalizzata del tutto ingiustamente, facendo un danno enorme non solo alla cooperativa ma a tutta la cooperazione sociale italiana, ma anche qui sarebbe bastato poco per scoprire che tutta la 'frenetica attivita'' svolta era in funzione della crescita e del rafforzamento di una cooperativa dove al 2 dicembre lavoravano 1254 persone, in gran parte svantaggiate con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Un gruppo con un fatturato di 60 milioni di euro, 4 di utili e 20 di patrimonio reale".

"La mia legittima attivita' di lobbing - scrive ancora Buzzi - e' stata denigrata con aggettivi dispregiativi sparsi qua e la': noi viviamo in uno Stato di diritto e non in uno Stato etico. Sono molto addolorato perche' trent'anni di duro lavoro sono andati in frantumi, la mia reputazione perduta". Infine, lamentandosi della sua detenzione in Sardegna ("sono stato deportato"), il presidente della cooperativa '29 giugno' saluta il pm, al quale attribuisce "un atteggiamento guascone", con una battuta :"Ti piace vincere facile? ".


buzzi versamenti

Alcuni dei benficiari dei versamenti in chiaro e relative cifre corrisposte da Salvatore Buzzi tra febbraio 2008 e gennaio 2015.