venerdì 8 giugno 2018

Canada, al via il G7. Conte d'accordo con Trump: Russia torni nel G8.


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Dazi, Iran, clima e rapporti con Mosca al centro del vertice. Per il premier italiano primi bilaterali: espressa a Tusk e Juncker "insoddisfazione per le proposte in tema di immigrazione". E concorda con il tycoon: "Russia dovrebbe rientrare nel G8".

In Canada prende il via il G7 (COS'È) di Charlevoix. I grandi del pianeta si ritrovano per discutere di dazi, Iran, clima e rapporti con la Russia. "Sono d'accordo con il presidente Donald Trump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8", dice da Twitter il premier Giuseppe Conte, al suo esordio internazionale tra i big della Terra. E sui dazi, probabile terreno di scontro, ha annunciato una "posizione moderata" dell'Italia. Conte ha anche preso parte al suo primo incontro bilaterale con i vertici dell'Unione Europea, Jean Claude Juncker e Donald Tusk, a cui ha espresso sul tema dell'immigrazione "totale insoddisfazione dell'Italia per le proposte attualmente discusse" sulle modifiche al regolamento di Dublino. Previsto anche un colloquio di Conte con Angela Merkel.

Conte sui dazi: "Italia porterà posizione moderata".
Negli incontri con Tusk e Juncker,  dopo aver espresso le proprie perplessità sulle modifiche al regolamento di Dublino, Conte ha detto: "L'Italia è stata lasciata sola in questi anni nella gestione dei flussi migratori e questo è inaccettabile. Noi vogliamo un'Europa più forte ma anche più solidale". Mentre sul tema dei dazi il presidente del Consiglio ha spiegato: "Saremo portatori di una posizione moderata, cercheremo di capire le ragioni che portano ad assumere certe posizioni e ci comporteremo di conseguenza".

Conte e l'incontro con Tusk e Juncker.
Sulla Russia, Tusk ha spiegato di essere "convinto che i Paesi europei del G7 avranno la stessa posizione", "magari non nei dettagli ma sulla linea generale". "Non ci sono divergenze divergenze tra Italia e Europa", ha aggiunto, spiegando che con Conte ha avuto un "buon bilaterale, amichevole". Anche il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker ha parlato di un buon incontro con il premier italiano e ha spiegato che il nostro Paese ha "un ruolo fondamentale in Europa".

Trump e Conte concordano: Russia dovrebbe rientrare nel G8.
Per quanto riguarda la questione russa, il dibattito è partito da Trump. "Dovrebbe esserle permesso di tornare nel G8", ha detto il tycoon, incassando l'appoggio di Conte che ha spiegato: il ritorno di Mosca nel G8 "è nell'interesse di tutti". Nel frattempo, Putin è volato in Cina dove si tiene una sorta di “anti summit” a Qingdao, con Rohani e forse lo stesso Kim Jong-un. Il presidente americano, invece, lascerà il vertice in anticipo, sabato mattina, per preparare l'incontro con Kim a Singapore. Lo stesso Trump, a poche ore dall'inizio dell'incontro, si è poi detto impaziente di "raddrizzare gli ingiusti accordi commerciali con i Paesi del G7. Se non ci riusciamo - ha aggiunto il tycoon - tanto meglio per noi!". In previsione di uno scontro proprio con il presidente Usa, Macron ha chiesto un incontro a Merkel, May e Conte prima del vertice. L'inquilino dell'Eliseo ha detto che la postura degli Usa impone di "riforgiare il fronte europeo". 

G7 blindato con 10.000 agenti.
Il vertice si tiene in un resort di lusso in stile castello francese sulla riva di un fiume a La Malbaie, nella regione di Charlevoix. Sono già in corso proteste e per questo è stato predisposto uno schieramento di 10mila tra poliziotti e soldati (FOTO). Solo due le first lady presenti dopo il forfait di Melania Trump: ci sono la premiere dame di Francia, Brigitte, e la consorte del premier giapponese Shinzo Abe, Akie. Insieme a loro i mariti di Angela Merkel e di Theresa May.

Gentiloni: "L'Italia faccia l'Italia, rompere alleanze è pericoloso".
L'Italia prende parte ai lavori con il dossier predisposto dall'ufficio diplomatico del predecessore di Conte, Paolo Gentiloni. In un'intervista rilasciata a La Repubblica, l'ex premier ha avvertito: "L'Italia faccia l'Italia", perché "l'ultima cosa che possiamo permetterci è presentarsi come un'Italia che tradisce i suoi fondamenti, la sua politica estera e la sua vocazione internazionale. Faccia il presidente del Consiglio dell'Italia che abbiamo sempre avuto in questi decenni a livello internazionale. Se questo Governo pensa di rompere il nostro fondamentale delle alleanze si fa una cosa molto pericolosa".


giovedì 7 giugno 2018

Bilderberg torna dopo 14 anni in Italia, meeting a Torino.

Bilderberg a Torino: accessi chiusi al Lingotto e 8Gallery © ANSA
Bilderberg a Torino: accessi chiusi al Lingotto e 8Gallery

Obbligo silenzio tra partecipanti. Portavoce, ma nessun complotto.


S'incontrano ogni anno, in un Paese sempre diverso, per scambiarsi conoscenze e opinioni sui più importanti temi d'attualità. La politica, l'industria e l'economia, ma anche l'innovazione e la tecnologia, dall'intelligenza artificiale al computer quantistico. I 'potenti della Terra' si ritrovano a Torino, da domani a domenica, per il tradizionale meeting del Bilderberg, l'esclusivo club fondato da Rockfeller nel 1954. Per i fautori della cospirazione è qui che si mettono a punto le trame del nuovo ordine mondiale; a parlare con chi da anni segue i suoi lavori, invece, dietro la riservatezza c'è soltanto l'intenzione di consentire ai partecipanti di "esprimersi liberamente per meglio comprendere questioni complesse".

"E' come un'intervista 'off-the-record', quelle in cui i commenti tendono ad essere più chiari e, quindi, più preziosi che in una conferenza stampa ufficiale", spiega all'ANSA un portavoce del Bilderberg Meeting, che torna dopo 14 anni in Italia. Vi partecipano oltre 120 personalità provenienti da più di venti Paesi. Europa, Stati Uniti e Canada, perché scopo del club è quello di promuovere il dialogo tra queste aree del mondo.

"Il Bilderberg si occupa di acquisire conoscenze, promuovere la comprensione e facilitare lo scambio di opinioni sui problemi principali che affliggono il mondo. Una discussione aperta su questioni di reciproco interesse, un forum per discussioni informali e pronte per l'uso", spiega un portavoce nelle stesse ore in cui i partecipanti al summit stanno arrivando a Torino, dove stasera è in programma la cena inaugurale del 66esimo meeting. 

Tra gli italiani John Elkann, il presidente di Fca e di Exor che da torinese fa gli onori di casa; con lui il direttore generale di Banca d'Italia Salvatore Rossi, il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, la giornalista de La7 Lilli Gruber, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, il ceo di Vodafone Vittorio Colao e gli accademici Alberto Alesina (Harvard), Elena Cattaneo (Università di Milano) e Marina Mazzuccato (Londra).

I preparativi fervono da giorni, con imponenti misure di sicurezza per scongiurare eventuali contestazioni. Con l'elenco dei partecipanti è noto anche l'ordine del giorno. Dodici punti a cominciare dal populismo in Europa, tema evidentemente caro al Bilderberg anche alla luce del risultato delle recenti elezioni in Italia, agli Stati Uniti prima delle elezioni di medio termine; dalla Russia, all'Arabia Saudita e all'Iran. "Le riunioni si svolgono secondo la regola di Chatam House: i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni ricevute, ma l'identità del relatore non può essere rivelata. Creiamo la situazione giusta per parlare apertamente", spiega un portavoce.

Con buona pace dei complottisti.


http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2018/06/06/bilderberg-torna-dopo-14-anni-in-italia-meeting-a-torino_696a2842-29ab-4569-83a2-4123fef4ffc7.html

Vitalizi, Di Maio: 'Li tagliamo, la delibera è pronta'.

Luigi Di Maio a Marina di Ragusa © ANSA
Luigi Di Maio a Marina di Ragusa

"Toglieremo privilegi a ex parlamentari, facciano pure ricorso".

"Cambierò i vertici dei miei ministeri. E' giusto che ci sia lo spoil system perché dopo 5 anni si creano delle incrostazioni. Magari qualcuno in qualche casella del ministero resterà ma il cambiamento parte anche dalla macchina burocratica": così Luigi Di Maio parlando a Marina di Ragusa in piazza Malta in un comizio a sostegno della candidatura di Antonio Tringali a sindaco della città. "C'è una grande voglia di far bene - ha aggiunto - e dopo il rinnovamento nella squadra di governo anche la macchina burocratica va adeguata".
"Via i vitalizi. La delibera è già pronta ed è sul tavolo del presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico". "Lo abbiamo promesso in campagna elettorale e lo faremo subito togliendo i privilegi agli ex parlamentari - ha aggiunto il vice premier - Poi loro facciano tutti i ricorsi che vogliono ma il provvedimento verrà fatto e Fico ci lavora già da due mesi".
"Faremo dei provvedimenti per aiutare i cittadini che sono in povertà - ha detto ancora Di Maio - e pertanto non possiamo prescindere dal reddito di cittadinanza e dalla pensione di cittadinanza. Saranno i due provvedimenti che porterò al più presto all'esame del Parlamento".

Governo, dalle pensioni alla pace fiscale ai centri per l’impiego: ecco i primi provvedimenti estivi. - Marco Mobili e Marco Rogari

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Resta alto il pressing della maggioranza per varare subito un primo pacchetto di misure urgenti. Ma il cantiere del possibile decreto legge di mezza estate non potrà aprire i battenti prima che non sia stata completamente dipanata l’intricata matassa dei viceministri e sottosegretari e quella, non meno complessa, delle deleghe da assegnare ai vari ministeri. Con il trascorrere delle ore l’ipotesi di un provvedimento da varare già a fine giugno, circolata nei giorni scorsi, sta perdendo quota in favore di un’operazione da far scattare attorno alla metà di luglio, quando tutti i ministri avranno approfondito i dossier.

Due gli interventi in rampa di lancio: la cosiddetta pace fiscale, cara alla Lega, e la riforma dei centri per l’impiego, prima tappa del percorso per arrivare al reddito di cittadinanza, su cui punta forte il Movimento Cinque stelle. Probabile anche un capitolo immigrazione, con un primo parziale restyling del piano Minniti: più centri per i rimpatri e le espulsioni.Dovranno essere sciolti due nodi: l’inserimento nel decreto di un primo assaggio di misure previdenziali (ripristino “opzione donna” e eventuale stop all’Ape social) per aprire la strada al superamento, con la manovra autunnale, della legge Fornero; l’introduzione di un meccanismo per arginare il fenomeno della delocalizzazione delle imprese.
A premere sulla pace fiscale è Matteo Salvini. I tecnici sono già al lavoro. Anche perché il percorso non si presenta affatto in discesa. Anzitutto per la necessità di garantire una parte delle risorse necessarie per l’estensione della flat tax alle partite Iva. Tutta da verificare poi la compatibilità della nuova maxi-rottamazione dei ruoli con le definizioni agevolate delle cartelle ex Equitalia ancora in corso.
Quasi certo è l’avvio della riforma dei centri per l’impiego che, secondo i calcoli dei Cinquestelle, a regime costerà 2,1 miliardi. Nella prima fase sarebbero però sufficienti alcune centinaia di milioni che verrebbero pescate nelle pieghe del bilancio 2018 (da uno dei maxi-fondi ancora non a secco). In autunno con la legge di bilancio scatterebbe il rafforzamento della dote del reddito di inclusione da trasformare in reddito di cittadinanza.
Sempre la manovra dovrebbe provvedere alla sterilizzazione delle “clausole fiscali”. Questo obiettivo sarà indicato chiaramente nelle risoluzioni M5S-Lega al Def che saranno votate dalle Aule delle Camere il 20 giugno. La nuova tabella di marcia sarà ufficializzata oggi dalle Conferenze dei capigruppo di Camera e Senato. Anche in questo caso la maggioranza gialloverde potrebbe trovarsi a scegliere tra due opzioni: risoluzione “light” o maggiormente articolata con i punti principali del “contratto” (al momento è l’ipotesi più gettonata).
Non prima della prossima settimana dovrebbe essere trovata la quadratura del cerchio sulle nomine di viceministri e sottosegretari. Già nel Consiglio di oggi, invece, potrebbe essere affrontata la questione delle deleghe di alcuni ministeri, con l’attribuzione del made in Italy all’Agricoltura e l’assegnazione di quella sulle Riforme oltre a servizi segreti e Tlc.
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Delrio a casa di De Benedetti.

mercoledì 6 giugno 2018

Taglio indennità parlamentari, alla Camera via libera al testo unificato: da 5.000 euro netti a 5.000 lordi al mese. - Antonio Pitoni

Taglio indennità parlamentari, alla Camera via libera al testo unificato: da 5.000 euro netti a 5.000 lordi al mese

In commissione Affari costituzionali adottata la proposta della relatrice Roberta Lombardi (M5S). Prevista una sforbiciata anche ai rimborsi di soggiorno nella capitale. Che non saranno più corrisposti ai parlamentari residenti a Roma. Tutte le spese, da quelle di viaggio a quelle per l’esercizio del mandato, dovranno essere documentate. Previste nuove norme per la trasparenza. Il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula entro ottobre. La deputata M5S: “L’abolizione dei privilegi della Casta torna al centro del dibattito”.


Riduzione dell’indennità parlamentare, sforbiciata ai rimborsi per le spese di alloggio (la cosiddetta diaria), di viaggio e per l’esercizio del mandato. Persino una stretta sul Tfr di onorevoli e senatori. Sono i temi affrontati dal testo unificato (relatrice Roberta Lombardi del M5S) adottato alla Camera in commissione Affari costituzionali, con i soli voti del Movimento 5 Stelle (tutti gli altri si sono astenuti), per riscrivere le norme che regolano il trattamento economico dei rappresentanti del popolo. Un provvedimento, atteso in Aula entro ottobre, che ha dovuto fare i conti con l’ostacolo insormontabile della Costituzione. Per la precisione con l’articolo 69: “I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge”. Con il risultato che, delle varie voci e relativi ammennicoli che concorrono a formare la retribuzione complessiva di deputati e senatori, solo l’indennità parlamentare (in pratica lo stipendio base) e le spettanze ad essa collegate possono essere oggetto di modifica legislativa.

AUTODICHIA OFF LIMIT – Su tutto il resto, invece, la legge non può intervenire. In base al principio dell’autodichia, vale a dire l’autonomia del Parlamento da qualsiasi ingerenza esterna, ulteriori modifiche possono essere introdotte solo dalle due Camere nell’esercizio del loro potere autoregolamentare. Una situazione della quale l’Ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, guidata da Andrea Mazziotti di Scelta civica, non ha potuto che prendere atto. Invitando, la settimana scorsa, i proponenti delle diverse proposte di legge a riformulare i rispettivi testi, limitandone i contenuti alla sola materia delle indennità parlamentari, alla diaria – la somma riconosciuta a deputati e senatori a titolo di rimborso delle spese di soggiorno nella capitale – e al relativo trattamento fiscale. E ieri, sempre in commissione, con i soli voti del Movimento 5 Stelle (tutti gli altri gruppi si sono astenuti) è stato approvato il testo unificato della relatrice Roberta Lombardi. La deputata pentastellata era stata la prima a presentare una pdl sulla materia, cui erano poi seguite quelle di Guglielmo Vaccaro(gruppo Misto), Donata Lenzi e Sesa Amici (Partito democratico), Roberto Capelli (Democrazia solidale-Centro democratico) e Paolo Vitelli (Scelta civica).

AVANTI SI TAGLIA – Ma cosa prevede il nuovo impianto normativo che, conclusi i lavori della commissione, dovrebbe arrivare entro ottobre all’esame dell’Aula di Montecitorio? Innanzitutto la riduzione dell’indennità parlamentare a 5.000 euro lordi al mese. Una sforbiciata consistente rispetto ai circa 5.000 euro netti (pari a un lordo di 10.435 euro) che intascano attualmente deputati e senatori. Ai membri del Parlamento è, inoltre, riconosciuto “un rimborso delle spese documentate di soggiorno (la diaria, ndre di viaggio entro il limite massimo di euro 3.500 mensili”. Una voce considerevolmente ridotta rispetto alle attuali spettanze se si considera che, ad oggi, ad ogni rappresentante del popolo spettano 3.500 euro solo a titolo di diaria. Mentre le spese di viaggio sono conteggiate a parte: altri3.323,70 euro a trimestre, per il deputato che deve percorrere fino a 100 chilometri per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, che salgono a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore. Ma non è tutto. “Il rimborso delle spese di alloggio non è riconosciuto”, a differenza di quanto avviene oggi, “ai membri del Parlamento che risiedono nel comune di Roma”. Confermata, invece, la “decurtazione” della diaria, la cui entità deve essere determinata dagli Uffici di presidenza delle due Camere, “per ogni giorno di assenza del parlamentare dalle sedute dell’Assemblea, delle Giunte o delle Commissioni in cui si siano svolte votazioni”. Poi ci sono i rimborsi delle spese sostenute per l’esercizio del mandato che il testo unificato della Lombardi fissa a 3.690 euro mensili. Estendendo, in pratica, l’attuale limite previsto a Montecitorio anche a Palazzo Madama dove, invece, si può arrivare ad un massimo di 4.180 euro al mese. Cifre, in entrambe le Camere, oggi forfettarie per il 50% e soggette a rendicontazione periodica solo per il restante 50%.

BENEDETTA TRASPARENZA – Poi c’è l’indennità di fine mandato. Il testo unificato prevede che ai membri del Parlamento non rieletti spetti un assegno “il cui importo è commisurato” all’indennità parlamentare (5.000 euro lordi al mese) e “alla durata complessiva del mandato”, calcolato “secondo la disciplina prevista dall’articolo 2120 del codice civile”. Quello che regola, cioè, il trattamento di fine rapporto per i comuni lavoratori. In pratica, mentre la disciplina vigente ne fissa l’importo, tanto alla Camera che al Senato, nella misura dell’80% dell’indennità lorda per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore a sei mesi), con la nuova normativa verrebbe calcolato dividendo per 13,5 la retribuzione lorda annua e moltiplicando la cifra ottenuta per il numero degli anni di mandato. Infine, la trasparenza. Il testo messo a punto dalla Lombardi prevede che gli Uffici di presidenza delle due Camere assicurino la pubblicazione di tutte le indennità riconosciute al singolo parlamentare; del “numero dei giorni per i quali il membro del Parlamento è risultato presente alle sedute dell’Assemblea e delle Commissioni e ha ottenuto il riconoscimento del rimborso delle spese di soggiorno e di viaggio”; la “rendicontazione” di tutte le spese rimborsate (viaggio, soggiorno ed esercizio del mandato).

PRIVILEGI NEL MIRINO – “Il testo unificato ha fatto propri due principi che, sul trattamento economico dei Parlamentari, il M5S considera irrinunciabili – spiega a ilfattoquotidiano.it la relatrice Roberta Lombardi –. Primo: abbassare l’importo dell’indennità. Secondo: rendere più incisivi gli obblighi di trasparenza imponendo la rendicontazione su tutte le spese i cui rimborsi cessano di essere, come avviene con l’attuale disciplina, almeno in parte forfetari”. Altra questione, invece, concerne la concreta possibilità di arrivare all’approvazione della legge. “Quel che è certo è che noi non arretreremo di un centimetro – conclude la deputata del M5S –. E consideriamo già un successo aver rimesso al centro del dibattito parlamentare il tema dell’abolizione dei privilegi della Casta”.

domenica 3 giugno 2018

Germania, Merkel presenta riforma per l'Ue. Sui migranti Italia lasciata sola -



In un'intervista parla di sicurezza delle frontiere, migranti e politiche di asilo e dice: "Sono la vera questione esistenziale per l'Europa". Presentata, per la prima volta una proposta di riforma dell'Unione.

03 giugno 2018 La Cancelliera tedesca Angela Merkel fa il punto sull'Unione Europea e in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung parla di sicurezza delle frontiere, di migranti e politiche di asilo e dice: "Sono la vera questione esistenziale per l'Europa" affermando che serve unificare il sistema, e sottolineando che parte dell'insicurezza in Italia sia nata dalla solitudine nell'emergenza profughi. 

"Parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti". La Cancelliera ha, inoltre, presentato per la prima volta la sua proposta di riforma dell'Unione europea in cui si prevede una quota di bilancio per gli  investimenti da diversi miliardi di euro per compensare le differenze fra le economie dei paesi della zona euro, una quota introdotta gradualmente e con una valutazione puntuale dei risultati, un fondo per il credito, e forze militari di intervento. 

Nell'intervista, la cancelliera non ha precisato se la quota destinata agli investimenti farà parte del normale bilancio dell'Ue o, come chiede il presidente francese Emmanuel Macron, sarà invece uno strumento in mano ai ministri delle Finanze dell'Eurozona.  Nella stessa intervista "La sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell'esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l'Europa". Lo dice Angela Merkel alla Fas, affermando che serve unificare il sistema, e sottolineando che parte dell'insicurezza in Italia sia nata dalla solitudine nell'emergenza profughi. 

"Parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti". Secondo la cancelliera tedesca, il Fondo monetario europeo dovrebbe nascere dal Meccanismo di stabilità creato durante la crisi, che dovrà aiutare con crediti a breve i paesi in difficoltà, "in cambio di restrizioni naturalmente, in quantità limitata e con un rimborso completo". 

Quanto alla proposta per il bilancio Ue 2021-2027, Merkel sottolinea l'importanza di definirlo prima delle elezioni per il Parlamento Ue del 2019. 

La proposta di Angela Merkel, dovuta da tempo al presidente Macron, arriva a ridosso dell'insediamento del nuovo governo italiano Lega-M5S.  "Abbiamo bisogno di una maggiore convergenza economica fra paesi membri in seno alla zona euro", ha affermato Merkel, dicendosi "favorevole" a un bilancio per gli investimenti. Ma "la solidarietà fra partner della zona euro non dovrà mai portare a una unione dell'indebitamento", ha aggiunto. "Vogliamo renderci un po' più indipendenti dal Fmi. 

Se l'eurozona è in pericolo, deve poter erogare crediti di lungo periodo per aiutare i paesi", continua Merkel nell'intervista. "Si tratta di crediti della durata di 30 anni, collegati a riforme strutturali - precisa -. Inoltre posso immaginare una linea di credito che abbia una durata più breve, ad esempio 5 anni. Così si potrebbe andare in soccorso a Paesi che, per cause esterne, finiscono in difficoltà". In cambio, i paesi interessati devono accettare che tale Fondo abbia diritto di controllo e di intervento nelle politiche nazionali, come oggi il Fondo monetario impone misure di austerità in cambio dei prestiti. Il Fondo europeo avrà il compito di "valutare la solvibilità degli Stati membri" e l'uso di "strumenti adeguati" per "ripristinare" questa solvibilità, qualora non fosse assicurata. La cancelliera parla inoltre di un budget dell'eurozona per gli investimenti, che potrebbe ammontare ad una "somma miliardaria a due cifre", non è ancora chiaro, aggiunge accennando al lavoro in corso con Macron, se debba essere incluso nel budget Ue oppure no. Infine, Merkel ha nuovamente escluso "una Unione del debito" nella zona euro. 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Germania-Merkel-presenta-la-sua-proposta-di-riforma-per-Ue-45c1db25-54b0-4c74-bfbd-6a4d89e4b9e1.html