domenica 1 dicembre 2019

LE DIECI RAGIONI PER CUI FRANCESCO ERSPAMER (docente alla Harvard University) VOTA M5S

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1) Perché approvo il reddito di cittadinanza, la riforma della prescrizione, lo spazzacorrotti, il decreto dignità, il salario minimo.
2) Perché voglio che siano impediti i conflitti di interesse, l’immigrazione illegale, l’apertura illimitata dei negozi, la svendita dell’economia italiana agli stranieri, i tagli allo stato sociale al grido di “lo vuole l’Europa!”.
3) Perché comunque dopo settant’anni di dominio democristiano/liberista (o vi siete scordati che anche Prodi e Renzi sono democristiani doc?) è opportuno dare una chance al primo governo che non è diretta espressione della Casta.
4) Perché il populismo pentastellato è oggi l’unico argine in grado di contenere la destra populista.
5) Perché senza il M5S il partito liberista avrebbe smantellato la Costituzione, proseguito nel programma di liberalizzazioni e di deregolamentazione, rafforzato il potere delle lobby, resi intoccabili corrotti e corruttori.
6) Perché il M5S è molto meno liberista ed europeista di tutti gli altri partiti, incluse la Lega e la sinistra liberal e uguale; in attesa che si costituisca un nuovo partito nazionale popolare e magari comunista, i pentastellati rappresentano il più valido ostacolo alle privatizzazioni e all’americanizzazione del Paese. Infatti le multinazionali, il New York Times, le mafie, i benpensanti e i vincenti o aspiranti tali li detestano e combattono con ogni mezzo.
7) Perché ha avuto il coraggio di dire no alle Olimpiadi a Roma.
8) Perché ha contro tutti i giornali e chi li possiede: ossia personaggi che chiunque sia loro nemico è mio amico.
9) Perché ha contro l’intellighenzia radical chic e terzomondista, gente come Saviano, Murgia, Sgarbi, Strada, i Wu Ming.
10) Perché smetterà di far sovvenzionare dallo Stato italiano la propaganda antistatalista e anti-italiana di Radio radicale.


Da fb postato da Viviana Vivarelli.

sabato 30 novembre 2019

Matteo Renzi: assunto, candidato e pensionato in undici giorni. - di Marco Lillo | 27 MARZO 2013

Matteo Renzi

Il sindaco è stato assunto dall'azienda di famiglia, la Chil srl, il 27 ottobre 2003, otto mesi prima dell'elezione in Provincia e undici giorni prima che l'Ulivo lo candidasse. E così, da nove anni, i contributi per la sua pensione da dirigente li paga la collettività. Lo staff lo difende: "L'accostamento è sbagliato perché lavorava lì da molti anni".
Matteo Renzi è stato assunto come dirigente dalla società di famiglia, la Chil Srl, undici giorni prima che l’Ulivo lo candidasse a presidente della Provincia di Firenze nel 2004Ieri abbiamo raccontato che grazie all’assunzione da dirigente (messo in aspettativa dopo l’elezione) da quasi 9 anni i contributi della pensione del dirigente-sindaco sono versati dalla collettività. Oggi si scoprono nuovi particolari sulle manovre che hanno preceduto e seguito l’assunzione. I consiglieri comunali che hanno fatto scoppiare il caso con la loro interrogazione, Francesco Torselli (Fratelli d’Italia) e Marco Semplici (Lista Galli), non sono soddisfatti della risposta del vice-sindaco di Firenze Stefania Saccardi pubblicata ieri dal Fatto. “Oggi presenteremo una nuova interrogazione – annuncia il consigliere Torselli – per sapere a quanto ammonta esattamente la cifra pagata dalla collettività, prima dalla Provincia e ora dal Comune, per la pensione del sindaco”. La risposta alla prima interrogazione spiegava solo che “alla società presso cui risulta dipendente in aspettativa il dottor Renzi sono erogati i contributi previsti all’art. 86 comma 3 del Testo unico sugli enti locali”, senza cifre.
IL COMUNE di Firenze e prima la Provincia, hanno versato alla società di famiglia i contributi previdenziali per Matteo Renzi, nel rispetto del Testo Unico Enti locali che prevede il rimborso dei contributi alla società presso la quale lavora l’amministratore pubblico collocato in aspettativa non retribuita. Quando l’assunzione è molto vicina alla candidatura però sorge il dubbio che sia motivata più dall’ottenimento del rimborso dei contributi che dalla reale necessità dell’azienda di disporre di un dirigente distratto dalla politica. Nicola Zingaretti a Roma è finito nell’occhio del ciclone perché è stato assunto da un Comitato legato al Pd il giorno prima dell’annuncio della sua candidatura a presidente della Provincia. Ora si scopre che Renzi è stato assunto – non uno ma undici giorni prima dell’annuncio della sua candidatura – dalla società della sua famiglia. Il sindaco è inquadrato dal 27 ottobre 2003 nella Eventi 6 che oggi è intestata alle sorelle Matilde e Benedetta Renzi (36 per cento a testa), alla mamma Laura Bovoli (8 per cento) e al fratello del cognato, Alessandro Conticini, 20 per cento. Come spiega il vice-sindaco Saccardi nella sua risposta all’interrogazione: “Renzi ha avuto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa fino al 24 ottobre 2003 presso la Chil srl. Dal 27 ottobre 2003 è stato inquadrato come dirigente”. Ecco la cronologia degli eventi di nove anni fa, ricostruita sulla base dei documenti camerali: il 17 ottobre 2003 il “libero professionista” Matteo Renzi e la sorella Benedetta cedono le quote della Chil Srl ai genitori; il 27 ottobre 2003, dieci giorni dopo avere ceduto il suo 40 per cento, Renzi diventa dirigente della stessa Chil Srl, amministrata dalla mamma; il 7 novembre 2003, solo 11 giorni dopo l’assunzione, l’Ulivo comunica ufficialmente la candidatura del dirigente alla Provincia; il 13 giugno 2004 Renzi viene eletto presidente e di lì a poco la Chil gli concede l’aspettativa. Da allora Provincia e Comune versano alla società di famiglia una somma pari al rimborso dei suoi contributi. Se Renzi non avesse ceduto le sue quote nel 2004, sarebbe stata una società a lui intestata per il 40 per cento a incassare il rimborso: una situazione ancora più imbarazzante di quella attuale, con le quote intestate a sorelle e mamma.
LA CHIL è una società fondata da papà Tiziano che si occupa di distribuzione di giornali e di campagne pubblicitarie. Dal 1999 al 2004 è intestata a Matteo e alla sorella. Poi, come visto, subentrano i genitori. Nel 2006 Tizia-no Renzi vende il suo 50 per cento alle figlie Matilde e Benedetta. Chil arriva a fatturare 7 milioni di euro nel 2007. Poi cambia nome in Chil Post Srl e nell’ottobre del 2010 cede il suo ramo d’azienda a un’altra società creata dalla famiglia: la Eventi 6 Srl. La vecchia Chil, ormai svuotata, finisce a un imprenditore genovese e fallisce. Mentre la Eventi 6 decolla dai 2,7 milioni di fatturato del 2009 ai 4 milioni di euro del 2011. Dopo il suo collocamento in aspettativa, il dirigente Matteo Renzi segue il destino del ramo d’azienda e oggi è collocato nella Eventi 6, di Rignano sull’Arno, sede storica della famiglia.
Le fonti vicine a Renzi precisano: “L’indicazione della candidatura alla Provincia venne anticipata a novembre per sbloccare la candidatura del sindaco Domenici ma era condizionata all’accordo sui sindaci che si chiuse solo ad aprile. L’accostamento ad altre situazioni ben diverse è sbagliato perché Matteo Renzi lavorava davvero in Chil da molti anni”.

Opere false spacciate per vere, indagato Vittorio Sgarbi: scandalo alla fondazione "Gino De Dominicis". - Michela Allegri



Opere d’arte false, ma fatte passare per autentiche. È lo scandalo che ruota attorno alla fondazione Archivio Gino De Dominicis, di Roma, che ha portato a quattro misure cautelari e a 23 iscrizioni sul registro degli indagati. Sotto inchiesta, anche Vittorio Sgarbi, presidente della fondazione. Le contestazioni, a seconda delle posizioni, sono di associazione per delinquere, contraffazione di opere d'arte e ricettazione.

Nel corso delle attività di perquisizione, su richiesta della pm Laura Condemi, sono state sequestrate 250 opere contraffatte, alcune già acquistate da collezionisti e altre ancora da vendere, per un controvalore di 30 milioni di euro. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno eseguito quattro misure cautelari. Due persone sono state arrestate ai domiciliari, mentre per altre due è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dall'attività professionale.

Il vicepresidente della Fondazione e il presunto falsario sono ai domiciliari. La misura interdittiva, invece, è scattata per due galleristi che, per l’accusa, farebbero parte dell'associazione a delinquere.


https://www.ilmessaggero.it/italia/vittorio_sgarbi_truffa_fondazione_de_dominicis-4140183.html?fbclid=IwAR1ygUk2Vl52aLQh4M-EtzUQRfSeIjii2DlLt4nnHtPr_ftIz7OV4hxjlgQ

Tangenti Anas Catania, altri 9 arresti. -

Tangenti Anas Catania, altri 9 arresti

Si allarga l’inchiesta “Buche d’oro” su corruzione e manutenzione delle strade: scoperto controllo di appalti per 4 milioni di euro. Il pm: “Molta amarezza, nessuno ha denunciato”.

CATANIA – Nove persone (quattro funzionari Anas e cinque imprenditori) sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Catania con l’accusa di corruzione perpetrata nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati all’Anas Spa (Area Compartimentale di Catania), nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione del verde lungo le stesse arterie. Il Gip ha disposto il carcere per sei persone e i domiciliari per altre tre.

I provvedimenti di oggi riguardano la terza misura restrittiva adottata dall’Autorità Giudiziaria, nell’ambito dell’operazione ‘Buche d’Oro’, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania che aveva già portato all’emissione di 9 misure cautelari e al controllo di appalti per milioni di euro. Il terzo filone di oggi riguarda il controllo di appalti per 4 milioni di euro e l’individuazione di profitti criminali per 500 mila euro.
I nuovi fatti corruttivi riguardano persone già raggiunte da precedenti misure cautelari (per l’Anas Riccardo Carmelo Contino, Giuseppe Panzica e Giuseppe Romano già ai domiciliari, destinatari oggi di analoga misura; per le imprese corruttrici, vi è Pietro Matteo Iacuzzo, rappresentante legale della “Isap srl” di Termini Imerese, già ai domiciliari e, da oggi, ristretto in carcere), si registra il coinvolgimento di ulteriori responsabili di corruzioni perpetrate nell’ultimo biennio.
In carcere sono finiti: Giorgio Gugliotta, 45 anni, dipendente Anas, competente alla manutenzione delle seguenti strade statali 114 Orientale Sicula, 114 dir “Costa Saracena”, 194 (Ragusana, dal km 0,3 al km 11,7); Amedeo Perna, napoletano, 50 anni, dipendente della “Ifir, tecnologie stradali srl”, società che si occupa della “costruzione di strade, autostrade e piste aeroportuali”, con sede a Milano; Santo Orazio Torrisi, 62 anni, rappresentante legale della “Sicilverde srl”, impresa che si occupa della “cura e manutenzione del paesaggio, compresi parchi e giardini” con sede ad Aci S. Antonio (Ct); Giuseppe Ciriacono, 51 anni, padre del rappresentante legale della “Ital costruzioni group srl”, società che si occupa di “attività di costruzione e opere di ingegneria civile” con sede a Caltagirone (Ct); Vincenzo Baiamonte, 54 anni, già dipendente della “Safe Roads srl”, che si occupa dell’attività di “costruzioni di edifici residenziali e non residenziali” con sede a Misilmeri (Pa), e dal 2019, dipendente anche della “Truscelli Salvatore srl”, con sede a Caltanissetta, il cui rappresentante legale, Salvatore Truscelli lo scorso 18 ottobre è stato posto agli arresti domiciliari quale imprenditore corruttore sorpreso dai finanzieri a consegnare negli uffici dell’Anas una tangente di 10.000 euro in contanti.
Il faro della Procura sull’imprenditore Perna è stato acceso sui lavori di ‘manutenzione ordinaria delle opere di sicurezza lungo le strade statali 114 Orientale Sicula, 194 Ragusana, 114 dir Costa Saracena e 193 di Augusta per la sostituzione di barriere incidentate o inadeguate. Il lavoro era stato aggiudicato con un ribasso del 25% per 150 mila euro, iniziato nell’aprile 2018 e concluso nel febbraio 2019.
Nella circostanza, i funzionari Anas corrotti favorivano la registrazione in contabilità della sostituzione di barriere mai avvenuta. Questo, secondo quanto ricostruito dagli stessi pubblici ufficiali, alcuni dei quali stanno collaborando, poteva avvenire in quanto vi sarebbero state barriere di sicurezza in buone condizioni che non andavano sostituite. Il risparmio di costi a vantaggio dell’azienda aggiudicatrice era di circa 90.000 euro che avrebbero fruttato ai 3 funzionari una ‘tangente’ di 30.000 euro.
L’accordo però, per difficoltà dell’impresa coinvolta, non si concretizzava nella sua interezza, ma con il solo pagamento di 5.000 euro. A ‘garanzia’ della Ifir sarebbe intervenuto un altro imprenditore per ‘assicurare’ ai funzionari Anas l’integrale versamento della ‘mazzetta’. Quest’intervento permetteva all’impresa corruttrice di portare fino al termine il suo progetto illecito pur non essendo poi in grado di assolvere all’impegno di pagare l’intera tangente pattuita di 30 mila euro.
“Vi è un retrogusto molto amaro. Non vi sono stati soggetti che hanno dall’interno segnalato i fatti nonostante le leggi che consentono l’anonimato, non vi sono state stazioni appaltanti che dovevano controllare che abbiano esercitato questi controllo”, ha commentato il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.
“Non vi è dubbio che al di là della sistematica violazione da parte di tutti i vertici dell’area compartimentale di Catania – aggiunge il procuratore – vi è anche una maggiore responsabilità delle stazioni appaltanti perché, quantomeno, l’anomalia dei ribassi avrebbe dovuto indurre a dei maggiori controlli”.
“Questi episodi hanno fatto in modo che Anas sia intervenuta in maniera decisa: bonificando e azzerando l’area dei vertici dell’area compartimentale di Catania – continua Zuccaro -. Li hanno sistematicamente sostituiti con persone che in gran parte vengono da fuori così come noi auspicavamo e che sembrano in grado di poter iniziare un nuovo corso a Catania”.
“Amarezza tanta – ha sottolineato Zuccaro – ma la constatazione che c’è la volontà di cambiare. Il Paese non può più tollerare questa sistematica spoliazione delle poche risorse pubbliche per avere dei lavori che non soltanto sono fatti male, ma che espongono al rischio la sicurezza degli utenti”.

Il drone che si divide in quattro e apre una rete per salvare le persone dagli incendi.

Il drone che si divide in quattro e apre una rete per salvare le persone dagli incendi

Il progetto arriva dalla Cina e ha tutte le caratteristiche per essere davvero rivoluzionario: NetGuard è un drone che si divide in quattro e apre una rete capace di salvare le persone in fuga da un grattacielo in fiamme. Una volta ricevuta la richiesta di soccorso, il drone utilizza il GPS per individuare l'esatta posizione del luogo da raggiungere e lo fa viaggiando ad alta quota in modo da evitare il traffico ed essere più rapido possibile. Una volta raggiunto il luogo dell'incendio, il drone si divide in quattro parti con una rete di sicurezza al centro. Grazie a quattro eliche riesce a viaggiare in quota e ad afferare una persona a mezz'aria. La rete è costituita da uno strato quadruplo di poliuretano, abbastanza resistente da poter contenere il peso di un adulto medio: inoltre gli appositi sensori tengono traccia della persona mentre salta sulla rete, posizionando il drone in modo da afferrarla. Progettato da un gruppo di sei studenti a Quangzhou, in Cina, questo drone è candidato a vincere 13mila dollari al concept design Golden Pin di Taiwan. (FOTO©Ferrari Press/IBERPRESS News)

https://www.tgcom24.mediaset.it/magazine/foto/il-drone-che-si-divide-in-quattro-e-apre-una-rete-per-salvare-le-persone-dagli-incendi_3093095-2018.shtml?fbclid=IwAR0sixHw4MsyPtRxWJoYA0T6sgu5kphwolsr6ZqRAEU2hHto9Lv1jIMDAz8

Le orribili scelte di Renzi, uno degli italiani peggiori. - Viviana Vivarelli.




























Non capisco come si possa ritenere competente uno che è stato inadeguato e discutibile Presidente del Consiglio come Matteo Renzi.
Per ottenere un posto a tavola alla Casa Bianca, ha trascinato il governo italiano nella campagna elettorale statunitense, sostenendo la candidata sconfitta e rischiando di compromettere i rapporti col nuovo presidente americano.
Si era schierato contro il referendum greco sull’austerity e il popolo greco ha votato l’esatto contrario.
Ha difeso il Remain in Inghilterra e ha vinto la Brexit.
Ha acconsentito alle sanzioni alla Russia, danneggiando per miliardi l’economia delle nostre imprese e creando tensioni inutili tra l’Italia e la Russia stessa.
Si presentò al Forum di San Pietroburgo per la conferenza stampa con Putin, dove sarà ricordato per avere passato il tempo a chattare con il suo smartphone, mentre il presidente della seconda potenza – militare – al mondo parlava dell’Italia.
Qualche mese dopo, decise di schierargli militari italiani contro, al confine con la Lettonia.
Votò il trattato UE-Tunisia, che danneggia il nostro olio, facendo entrare olio tunisino nel nostro mercato.
Ha sostenuto a spada tratta il TTIP, pur sapendo che avrebbe distrutto la nostra economia per favorire le multinazionali americane e, invece di staccare la spina a questo trattato scellerato, per proteggere la nostra economia, si è piegato alle lobby che lo sostenevano.
Ha fatto una riforma costituzionale sotto dettato delle banche d’affari americane per stroncare la democrazia nel nostro Paese, invece di difenderla.
Si è comportato in modo ridicolo in Europa votando sì a 134 risoluzione europee che ci uccidevano, poi finse di fare il broncio a fece togliere la bandiera europea.
Ha usato i soldi per la lotta al terrorismo e il terremoto per le sue mancette elettorali.
Ha aumentato di 120 miliardi il debito pubblico con tasse che colpivano soprattutto i lavoratori dipendenti.
Ha sprecato 16 miliardi di euro delle nostre tasse nel Jobs Act che ha prodotto decine di migliaia di licenziamenti in più.
Ha utilizzato 10 miliardi di euro per un bonus di 80 euro che non ha rilanciato l’economia e, per averci sopra il consenso europeo, ha venduto i nostri porti come unici porti aperti ai flussi migratori dal mare, aprendo il contenzioso di un Patto di Dublino da cui non sappiamo più come uscire.
I cittadini italiani hanno speso gli 80 euro per pagare le tasse locali che nel frattempo lui aveva aumentato.
Ha regalato 150 miliardi alle banche punendo non i malfattori ma i correntisti. In cambio ha tagliato lo stato sociale e si era ripromesso di azzerarlo del tutto, fregandosene dei poveri.
Ha probabilmente avuto rapporti con la massoneria, visto che ne aveva il padre con Carboni a cui chiedeva consiglio.
Ha tentato di stuprare la democrazia parlamentare italiana trasformando il sistema in presidenziale e ha imposto un sistema elettorale incostituzionale e ha tentato di fare l'ennesina riforma orrenda della Costituzione.
Ha gravato il Paese spese inaccettabili come il suo Air bus, mai usato, lusso superfluo che è costato 26 volte il suo valore.
Ha fatto danni enormi con la buona scuola, sistema dittatoriale col preside.sceriffo.
La sua è una famiglia di truffatori e lui stesso si è circondato di un Giglio magico pieno di truffatori e corrotti che sono caduti a uno a uno sotto i colpi della Magistratura.
Ha depenalizzato 120 reati, tra cui lo stalking e la corruzione di minore, dimezzando i tempi della prescrizione per liberare più in fretta i corrotti, mandando al macero migliaia di processi e ha eliminato il carcere per le pene inferiori ai 4 anni.
Si è arricchito con mezzi dubbi probabilmente illeciti, girando il mondo per conferenze sospette e riscuotendo mazzette per affari fatti soprattutto con le armi e soprattutto con Paesi arabi. Ha dichiarato di avere in banca 15.000 euro e contemporaneamente ha comprato una villa da 1,4 milioni di euro senza che si capisca con quali soldi abbia potuto farlo, trovando sempre banche compiacenti e mutui facilissimi. E ora è sotto indagine per i fondi neri ricevuti da Open, la fondazione che finanzia la Leopolda e accusato, tramite questa, di riciclaggio, traffico di influenze illecite e finanziamento illecito ai partiti.
Ha distrutto il Partito democratico, rinnegando e svendendo tutti i suoi valori e le sue battaglie e piegandolo a un liberismo truce e spietato come nemmeno i neocon americani. Dopo averne distrutto l'immagine, se ne è andato per fondare un partito di centro che sta raccogliendo il peggio del peggio della destra, mentre flirta con Berlusconi e cerca costantemente di sabotare il governo di cui formalmente fa parte a cui è chiaramente nemico. Il programma del suo partito è vago ma come primi punti chiede un aumento della spesa in armi e la riunione di Finmeccanica con Fincantieri.
Il suo liberismo sfacciato gli ha meritato l'invito del Bilderberg.
Le sue leggi finanziarie non hanno mai azzeccato una previsione e sono siate puntualmente smentite a fine anno dai dati reali.
Il suo atteggiamento arrogante e supponente non solo ha allontanato tanti cittadini italiani dalle istituzioni, ma ha causato anche scissioni e lacerazioni nel Pd, che oggi ha più correnti che elettori e ha spaccato il Paese.
Ha congegnato un sistema elettorale perverso per bloccare l'ascesa del M5S e lo ha costruito assieme a Berlusconi e Salvini, si immagina per andarci al potere insieme e ha sempre votato i peggiori orrori assieme alla Lega.
Ha fatto una riforma per mettere i suoi fedelissimi nella TV di Stato. Ha deciso tutto lui: direttori generali, presidente, e amministratore delegato. E oggi lui stesso si lamenta delle persone che ha scelto, che stanno portando la nostra televisione pubblica al declino. Malgrado questo, sta brigando per ottenere il controllo di Rai1.
Ha scelto motu proprio 500 docenti universitari per metterli ai propri ordini.
Ora finge di essere contro quello stesso sistema fallimentare che lui ha creato, cadendo nel grottesco.
Tutti possiamo sbagliare, per carità, ma chi sbaglia deve essere in buona fede. Matteo Renzi è sempre dalla parte sbagliata della storia, perché dall’altra parte ci sono i cittadini, e lui non ha scelto mai di stare con loro.


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Ma che vi ha fatto Gianroberto Casaleggio? - Marco Travaglio

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“Lui non voleva far partecipare i cittadini alle istituzioni, voleva farli vincere, farli andare al governo.
All’inizio gli ridevano dietro, lo prendevano in giro. Poi, quando si è capito che la cosa poteva essere possibile, le risate sono diventate insulti.
Ormai sono parecchi anni che seguo la politica. Ecco, io non ricordo un leader politico così insultato e così calunniato. Tra l’altro incensurato.
Forse è un aggravante nella politica italiana. Non ricordo pregiudicati così insultati come l’incensurato Casaleggio.
Ma alla fine di tutto che ha fatto? Ha creato gli esodati? Ha abolito l’articolo 18? Ha per caso rubato soldi alla collettività? Ha fatto favori alle banche? Ha introdotto norme che aiutano le banche a espropriare casa vostra? Ha per caso aiutato petrolieri che inquinano vicino casa vostra? Si può sapere cosa cavolo vi ha fatto?
Ha portato delle persone incensurate dentro le istituzioni. Ed io la trovo una cosa bellissima.”


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