venerdì 22 gennaio 2021

La “Pesciarola” Giorgia, donna alfa a destra. - Antonio Padellaro

 

Ha buon gioco, la Giorgia Meloni che si mostra sui social con una cassetta di gamberi e orate (“pesce fresco, avvicinatevi, ottimi prezzi”), orgogliosa per essere stata chiamata “pesciarola” dopo l’intervento parlamentare assai gridato contro il premier Giuseppe Conte. Un assist fornitogli da coloro che disprezza come radical-chic (“schifano la gente comune”) subito sfruttato per la gioia dell’elettorato in impetuosa crescita (tendenza 17%, dal 4% in un triennio), che per lei “donna del popolo” stravede. Se i suoi critici girassero per i mercati rionali, o salissero sui mezzi pubblici di Giorge Meloni incazzate ne troverebbero a frotte. Difatti la leader di FdI, cresciuta alla Garbatella, sa identificarsi con quelle persone “del popolo” di cui non fa fatica ad assumere atteggiamenti e linguaggio. Strilla contro il governo esattamente come strillerebbe il ristoratore con la serranda abbassata o la precaria del call center che non vive più neppure di precariato. E accende l’indignazione della “gente comune” agitando lo schifosissimo termine “poltrona” in tutte le sue varianti, fino alla declinazione più oltraggiosa da scagliare sulla faccia della svergognata maggioranza: “Pensano solo alle poltrone”.

Siamo sicuramente nel solco dell’invettiva comiziante (di cui era maestro il suo maestro Giorgio Almirante), ma trovate voi un’altra parola che sappia arrivare come un cazzotto nella pancia (vuota) degli italiani devastati dalla pandemia. Sintesi contundente di quel qualunquismo dell’antipolitica figliato dall’archetipo: è tutto un magna magna. È un blocco di consensi motivato e compatto quello della Meloni che tuttavia necessiterebbe di essere investito quanto prima sul tavolo elettorale, considerata l’estrema volatilità del voto, la stessa che un anno e mezzo fa ridimensionò Matteo Salvini e i suoi “pieni poteri”. Per una donna alfa come Giorgia, il problema sono proprio i due maschi beta con i quali è costretta ad accompagnarsi. Infatti, mentre lei non schioda dal grido “elezioni elezioni”, il capo leghista appare indeciso a tutto, ondeggiante “fra momentanee aperture al dialogo con il governo ‘per il bene del Paese’ e fantomatiche possibilità di varare un esecutivo di centrodestra” (Marco Tarchi). Quanto al povero Silvio, piuttosto affaticato dai problemi di salute oltre che dai forzisti in fuga verso Conte, non sembra motivatissimo a farsi asfaltare nelle urne. Visto che poi il complottino fiorentino contro il detestato presidente del Consiglio non ha dato l’esito sperato, la “pescivendola” rischia di dover tenere a lungo i voti nel frigorifero della storia sperando che non si ammoscino. Come i gamberi di cui sopra.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/22/la-pesciarola-giorgia-donna-alfa-a-destra/6074551/

Balle vaganti. - Marco Travaglio

 

La crisi di governo, sventata o rinviata, ha lasciato nell’aria uno sciame di balle volanti che rimbalzano nei talk e sui giornali come verità di fede. Due, fra le tante.

Recovery. “Bisogna ringraziare Renzi per aver migliorato il Recovery Plan, che nella prima bozza scritta di nascosto da Conte era una ciofeca”. La prima bozza erano le linee guida sui capitoli di spesa, scritte non da Conte di nascosto ma da Gualtieri e Amendola in 19 riunioni con i rappresentanti di tutti i ministri, inclusi quelli di Iv. Che avrebbero potuto migliorarla prima, se la ritenevano una ciofeca. Invece la approvarono tutti, Iv inclusa, il 15 ottobre in Parlamento. Ma era solo una bozza da sottoporre ai partiti di maggioranza per riempirla di contenuti e stenderne una seconda più dettagliata, anch’essa da votare in Parlamento e da discutere poi con le parti sociali nella versione definitiva, da approvare alle Camere e poi consegnare all’Ue a marzo-aprile. Il premier a dicembre ha convocato un vertice alla bisogna, che però è slittato di un mese per i bombardamenti renziani alla “cabina di regia”. Che non era il parto della fantasia malata e autoritaria di Conte, ma una richiesta Ue per monitorare i bandi e poi i cantieri evitando sprechi, ritardi e ruberie. Quando finalmente i giallorosa hanno potuto riparlarne, ogni partito ha proposto modifiche. In gran parte migliorative, tranne quelle di Iv, perlopiù peggiorative: meno soldi a “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (da 74,3 a 66,59 miliardi, con tagli all’efficientamento energetico degli edifici), più soldi all’alta velocità (+5 miliardi) e alle imprese (+3 miliardi ai soliti noti). Nulla di cui ringraziare.

Covid. “L’Italia non è un modello, anzi è il Paese peggiore: vedi il record di morti, il doppio della Germania”. I morti, come spiegano Galli e tutti gli esperti, non c’entrano nulla con i governi: dipendono dal periodo più lungo di pandemia (11 mesi in Italia, 6-7 mesi in Germania: oggi il nostro tasso di letalità è identico a quello tedesco), dal diverso calcolo delle vittime con e per Covid, dalla medicina territoriale e dalle terapie intensive nella prima ondata, dal numero di anziani (l’Italia ha la popolazione più vecchia del mondo dopo il Giappone) e dall’organizzazione sociale che favorisce i contagi in famiglia (in Italia il 20% degli over 65 vivono coi figli, altrettanti nella stessa città o nello stesso stabile, il 50% in comuni limitrofi). Dal governo (e dalle Regioni) dipendono il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale. E lì, con le tanto contestate Regioni a colori, i nostri contagi e ricoveri sono in calo, mentre esplodono nel resto d’Europa; e siamo primi per vaccini fatti. Non va tutto bene, ma neppure tutto male.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/22/balle-vaganti/6074525/

L' ITALIA CHE VORREBBERO. - Rino Ingarozza

 

C'è una canzone di Laura Pausini, credo ( non l'ascolto abitualmente, anzi mai. Ho altri gusti) ma anche di Vasco che si intitola "il mondo che vorrei".
Vorrei trasferire questa cosa a loro, a Selfieman, all'Alouatta de Roma, al pregiudicato e a Mr. Bean 2, con tutti i loro sottoposti e cioè colleghi di partito e pennivendoli in cerca di "crocchette e croccantini" per cercare di capire quale mondo vorrebbero, quale Italia vorrebbero.
Non inventerò nulla, mi basero' sulle loro dichiarazioni, sulle loro proposte e sulle loro azioni e persino sui titoli dei loro giornali.
Vorrebbero un'Italia di solo italiani, si forse qualche svizzero o norvegese o qualche badante ucraina (rigorosamente di pelle bianca. Carlo Conti rischierebbe l'espulsione), diciamo un paio ogni due milioni di autoctoni. (La nuova razza ariana).
Un'Italia di soli cattolici che la domenica vadano a messa e che gli altri giorni bacino il crocifisso, prendendo esempio da uno di loro. Magari poi tornare a casa e prendere a calci un mendicante e togliere loro le coperte. E, ovviamente, dopo la funzione religiosa, i preti sono obbligati a fare comizi politici contro i loro avversari. (I nuovi comici...
pardon ....preti).
Un'Italia in cui i suoi governanti fanno il tifo e sotengono un candidato alle elezioni americane (per esempio Trump) o per qualsiasi altro e poi pazienza se vince il suo rivale e, con questo, ci devi dialogare.
Magari gli diranno che hanno messo la mascherina di quell'altro, per portagli sfiga.
Un'Italia che insulti la Merkel e tutta la nuova, disponibile Europa e poi pretenda gli aiuti da essa e dall'Europa delle banche.
(Dicevamo così per dire. Era una battuta.....mica lo pensavamo davvero).
Un'Italia delle nomine. Primari ignoranti (basta avere il camice pulito). Dirigenti amici (salutami a soreta). Amministratori (questo tocca a me .....non è che puoi sistemare solo i tuoi).
Un'Italia il cui Parlamento, debba somigliare più ad un "postribolo delle offese" che ad un luogo di discussione e confronto. ("Quanto me dai ....bello").
Un'Italia col ponte sullo stretto e con ancora le diligenze per arrivare in certi luoghi. (Si accettano candidature per il ruolo di sceriffo. Sempreché riesca a raggiungere i luoghi interessati).
Un'Italia senza Report, Il fatto quotidiano e La notizia. Bastano i loro giornali ad informare. Rafforzare Mediaset e cambiare i direttori dei TG (non è che questi di adesso non vadano bene, ma vuoi mettere.....)
TG1: Nicola Porro
TG2: Mario Giordano
TG3: Paolo Del Debbio
RAI NEWS: Paolo Liguori
PRESIDENTE DELLA RAI: Marcello Luigi Foa (riconfermatissimo) che è uno dei pochi stranieri (ha la cittadinanza Svizzera) ad essere ammessi sul territorio (come sopra scritto). ...E lo so .....il Movimento poteva opporsi (a suo tempo) ma, ingenuamente ha lasciato la Rai nella mani di Selfieman, accontentandosi della nomina del Presidente dell'INPS (con la stupida idea di mettere uno onesto ..... ma questi sono proprio fissati..)
Questo per garantire la pluralità .... e che caxxo.
Un'Italia con ripristino del finanziamento pubblico ai giornali, magari con raddoppiamento ai loro.
(Vanno ringraziati per il lavoro svolto).
Un'Italia in cui non ci se deve difendere dalle accuse, in tribunale,
ma devi fare in modo di arrivare alla prescrizione. Quindi andra', necessariamente, accorciata.
E se proprio ti chiamano in udienza ...
ci sono sempre le malattie improvvise.
Un'Italia che, nel caso in cui dovesse scoppiare un'epidemia (è solo un esempio) lascerebbe tutti i cittadini liberi di andare in discoteca, a sciare, ai cenoni di Natale e ai veglioni di capodanno e liberi di riversarsi nei centri commerciali, con il solo obbligo di spendere tanti soldi .......e nel caso in cui si dovesse scoprire il vaccino, inizierebbe la vaccinazione in ordine di conto in banca. In fila per sei, cinque, quattro, tre ...milioni.
E ancora (e questa e' fantastica) che la Regione Lombardia chieda la cassa integrazione per i lavoratori (quindi loro stessi) della sede della Lega. (Prima gli italiani). Giuro ...è vera (fonte Danilo Toninelli, ma basta andare sul sito della Regione).
Un'Italia dei Robin Hood al contrario.
Togliere ai poveri il reddito di cittadinanza, per dare quelle risorse ai ricchi e cioè agli imprenditori, meglio se hanno la sede della loro impresa all'estero o, almeno, se finanziano la fondazione Open.
Un'Italia con ripristino del numero dei parlamentari, anzi con un aumento consistente, affinché si possano sistemare tutte le olgettine
del bunga bunga e gli artefici della "bestia" Salvi-meloniana. Meglio se commercialisti.
Un'Italia che tolga i nuovi banchi della scuola (a rotelle e non) e rimetta quelli di prima, quelli di quarant'anni fa (più sono antichi e più acquistano valore).
Un'Italia del nuovo con Berlusconi, Salvini, Meloni, La Russa, Gasparri, Tajani, Bossi e Brunetta. Con l'appoggio esterno della Bonini, di Casini e di Cesa (tanto dimostrera' sicuramente che non c'entra niente con la 'ndrangheta. Che è tutta un'invenzione di quella toga rossa di Gratteri).
E, infine, un'Italia dell'educazione, dell'amore per il diverso, della cortesia e della simpatia, capeggiata da Meloni, Sgarbi, Feltri, Borghi, Senaldi, Sallusti, Belpietro.
VIVA L'ITALIA .....L'ITALIA DERUBATA E COLPITA AL CUORE (F. De Gregori)

giovedì 21 gennaio 2021

Sondaggi, con il partito di Conte testa a testa alle elezioni tra giallorossi e centrodestra. La sua lista vale il 16%.

 

La rilevazione è stata condotta da Swg per La7 .Il bacino potenziale di voti del premier deriva per un terzo dagli indecisi/astenuti, il 5% proviene dal Movimento 5 stelle, il 4% dal Pd, lo 0,7% dal centrodestra e l'1% da altri partiti. Italia viva, che si è chiamata fuori dalla coalizione, è ferma al 2,8%: con l'attuale legge elettorale sarebbe fuori dal Parlamento.

Se si votasse oggi, un ipotetico partito di Giuseppe Conte potrebbe contare sul 16% dei consensi, piazzandosi subito dopo la Lega tra gli schieramenti politici più votati. Lo rivela l’ultimo sondaggio condotto da Swg per La7 che certifica la popolarità del premier anche in questa fase di instabilità di governo dovuta alla crisi aperta da Italia viva. Il bacino potenziale di voti attinge per un terzo dagli indecisi/astenuti, il 5% arriva dal Movimento 5 stelle, il 4% dal Pd, lo 0,7% dal centrodestra e l’1% da altri partiti. La conseguenza è che quasi tutte le forze che compongono l’attuale maggioranza vedono ridursi il proprio elettorato: il Partito democratico, stabile nelle ultime settimane intorno al 20%, in questo scenario è dato al 15,4%. I pentastellati scendono addirittura a pochi passi dalla soglia psicologica del 10% (10,1), mentre rimane pressoché invariato il consenso per la sinistra di Leu (3,9%).

La somma dei loro voti, però, unita al 16% su cui al momento può contare il premier, garantirebbe ai giallorossi di giocarsi la partita per tornare a Palazzo Chigi. Messi insieme, i quattro partiti raggiungono il 45,4%. Il centrodestra, invece, è dato al 43,1%: la Lega resta primo partito, ma è in calo al 21,8%; Fratelli d’Italia si mantiene stabile al 15,9%, scavalcando il Pd in questo particolare scenario, mentre Forza Italia non va oltre il 5,4%. Lo scarto tra giallorossi e centrodestra, anche se risicato, è una novità rispetto a tutti i sondaggi elettorali condotti negli ultimi mesi: finora la coalizione di Lega-Fdi-Fi è sempre stata data per vincente con un ampio distacco di voti.

Ai margini dei due grandi schieramenti ci sono il partito di Carlo Calenda, Azione, che viene dato al 3,7%. Italia viva di Matteo Renzi, invece, paga lo scotto della crisi di governo ed è ferma al 2,8%, al di sotto della soglia di sbarramento prevista dall’attuale legge elettorale. Se si votasse oggi, quindi, il leader di Iv sarebbe fuori dal Parlamento. La somma di tutti gli altri partiti è data al 5%, mentre il 36% degli intervistati da Swg non si esprime. La rilevazione, fa sapere l’istituto, è stata condotta su un campione di 1.200 soggetti tra il 15 gennaio e il 19 gennaio 2021. Il margine di errore è del 2,8%.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/20/sondaggi-con-il-partito-di-conte-testa-a-testa-alle-elezioni-tra-giallorossi-e-centrodestra-la-sua-lista-vale-il-16/6073033/

Renzi voleva la crisi, fermato dai suoi: “Così non reggiamo”. - Tommaso Rodano

 

Iv si spacca.

Senato, 19 gennaio 2021. La maratona teatrale di 12 ore si risolve nel proscenio, nell’auletta del gruppo di Italia Viva. Matteo Renzi vorrebbe votare no e aprire la crisi, ma i suoi senatori gli fanno cambiare idea, sono pronti ad andarsene. Il resto è recita, una lunga serie di atti per lo più comici.

I – Ore 9.45 Giuseppe Conte entra in ritardo, parla poco più di un’ora, ripete in sostanza il discorso del giorno prima alla Camera. Riceve 31 applausi (blandi) e un’ovazione finale da Pd e 5Stelle. Parole definitive su Renzi: “Non si può cancellare quello che è accaduto”.

II – 11.00 Il senatore Tommaso Cerno, già renziano, antirenziano, dem e antidem, annuncia gaudioso ai giornalisti: “Torno al Pd e voto molto convintamente la fiducia a Conte”

III – 12.45 Si affacciano a Palazzo Madama Scilipoti e Razzi. Il primo: “È l’ora dei responsabili”. Il secondo: “Alla fine non cambia mai niente, ognuno si fa i cazzi suoi”.

IV – 14.17 Lezione di memoria e ironia di Sandra Lonardo, per i detrattori Lady Mastella: “Mai avrei immaginato di fare l’elogio della responsabilità di Salvini, che ruppe il patto con Forza Italia e Fratelli d’Italia e fece da costruttore per l’alleanza con gli odiati 5Stelle”. E poi “Meloni ieri ha parlato con disprezzo di una linea aerea della famiglia Mastella. Proprio lei che utilizzò il confortevole aereo Scilipoti per conservare il posticino di ministro nel governo Berlusconi”.

V – 17.35 Un idealista in cravatta verde di nome Matteo Renzi: “Conte mi ha offerto un incarico all’estero, ma ho detto no. Perderemo tutto? Forse sì. Per noi la politica non è cambiare idea per tenersi le poltrone”. Dietro le quinte si gioca tutto. Renzi riunisce i suoi, dopo aver parlato al telefono con Salvini e con Forza Italia. Ha deciso di schiacciare il tasto dell’atomica: votare no e giocarsi tutte le fiches sul ribaltamento di Conte. C’è un problema: i suoi senatori non gli vanno dietro, il gruppo rischia di spaccarsi. Renzi ripiega: alla prima chiama non si vota e si fiuta l’aria, alla seconda sarà astensione.

VI – 18.50 Parentesi lisergica del grillino Andrea Cioffi: “Lì, sulla superficie della foglia, nasce l’amore. Quando l’anidride carbonica entra nel verde e, ballando sotto i raggi del sole, ebbra del suo calore, si divide, lasciando l’ossigeno libero di volare e il carbonio libero di riunirsi, insieme agli altri convitati alla festa, per definire una meravigliosa collana”.

VII – 19.30 Un altro idealista di nome Matteo, con una sciccosa mascherina della Lega, cita una frase di Beppe Grillo: “I senatori a vita non muoiono mai, o muoiono troppo tardi”. Liliana Segre ringrazia.

VIII – 21.21 Doppio colpo di scena nella prima chiama: votano sì i forzisti Andrea Causin e Mariarosaria Rossi, un tempo nota come “la Badante” (di Berlusconi). L’ex grillino Mario Michele Giarrusso, eroe dell’antimafia e delle braciate di carne, vota no, nonostante le parole di Conte su Borsellino pare fossero dedicate a lui.

IX – 22.15 Casellati chiude la seconda votazione, ma – teatro – restano fuori, arrivati in ritardo, i senatori Riccardo Nencini (renziano, ultimo custode del socialismo italiano) e Alfonso Ciampolillo detto Lello (ex grillino, candidato sindaco a Bari nel 2009: 767 voti). Che fine avevano fatto? Qualcuno giura che si fossero attardati per parlare con Conte in persona. Specie Ciampolillo desta preoccupazione: il suo sì era dato come acquisito. Gli ex colleghi grillini lo insultano nelle chat: dove cazzo sta? I due riemergono e vogliono votare. Con sprezzo del ridicolo, Palazzo Madama inaugura il Var: la presidente Casellati studia i video della seduta con i questori. La richiesta è arrivata alle 22.14 – sostiene –, un minuto prima del triplice fischio. Nencini e Ciampolillo votano la fiducia. Il pallottoliere si aggiorna: 156 sì, 140 no, 16 astenuti. Dal Senato per ora è tutto.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/21/renzi-voleva-la-crisi-fermato-dai-suoi-cosi-non-reggiamo/6073144/

Cuneo, acquisite le mail di Renzi sr. - Marco Grasso

 

Laura Bovoli imputata. La madre di matteo accusata di bancarotta. Ieri l’udienza.

Il Tribunale di Cuneo ha acquisito alcuni scambi di email che collegano i genitori di Matteo Renzi alla Direkta srl, impresa al centro di un crac da quasi 2 milioni di euro. Direkta per diversi anni è stata subappaltante della Eventi 6, amministrata da Laura Bovoli, madre dell’ex premier, indagata per concorso in bancarotta fraudolenta. La corrispondenza è stata trasmessa alla Procura di Firenze, che indaga su altri fallimenti di aziende satellite dei Renzi. Il processo di Cuneo è entrato nel vivo e ieri i giudici hanno sentito alcuni testimoni ritenuti centrali: Mirko Provenzano, ex amministratore della Direkta, e la compagna Erika Conterno, entrambi già condannati e sentiti come testimoni assistiti. Al centro dell’attenzione dei giudici ci sono fatture che mostrano come le campagne pubblicitarie affidate alla Direkta, fossero “gonfiate”: “Fino al 70%” dei volantini stampati – ammette Provenzano – finivano al macero”. La sua azienda, in altre parole, “veniva pagata per 100, ma distribuiva 30”. Pratiche che, dice, erano “note ai clienti” (tra quelli citati Ipercoop Liguria). Sul perché accettassero tale pratica, l’imprenditore invita a chiedere altrove: “A questo non so rispondere”.

Dalla mancata distribuzione c’era ancora modo di ricavare qualcosa. “I soldi ottenuti dalla vendita al macero – domanda il pm Pier Attilio Spea – che fine facevano?”. La versione di Provenzano è che quel denaro veniva incamerato da Direkta. È a questo punto che il magistrato produce la corrispondenza: “Io ho mail che dicono il contrario”. La prima è datata 28 agosto 2013 e firmata da Bovoli: “Ti ricordo che questo è il quarto bilico di carta e non ci è stato riconosciuto ancora nulla”. In quello stesso periodo le fatture certificano carta consegnata al macero lombardo gestito dalla Maresca srl. Direkta (il cui fallimento è rappresentato dall’avvocato Vittorio Sommacal) versa già in grave condizioni, non riesce più a pagare le cooperative che distribuiscono i volantini che a loro volta salteranno in aria. L’11 settembre Erika Conterno propone ai Renzi di mettersi in diretto contatto con la Maresca srl. Le risponde Tiziano Renzi: “Per la carta preferiamo non apparire, per quanto riguarda il passato. Per il futuro, se non ritenete di continuare, provvederemo in altra maniera”.

Laura Bovoli è imputata per quello che agli occhi dell’accusa è un “favore” che al momento non trova spiegazione: su richiesta di Provenzano avrebbe modificato a posteriori le note di accompagnamento di alcune fatture, 80mila euro, trasformando costi concordati in penali per lavori svolti male. Una contestazione che avrebbe consentito a sua volta a Provenzano di ribaltare le accuse sulle cooperative. Il 3 febbraio saranno sentiti gli imputati. Laura Bovoli ha già fatto sapere che non ci sarà.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/21/cuneo-acquisite-le-mail-di-renzi-sr/6073174/#

‘Ndrangheta, maxi operazione: 48 arresti. Indagato anche il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa: perquisita la sua casa a Roma. - Lucio Musolino


L'operazione, denominata 'Basso profilo', è coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro. Impiegati oltre 370 agenti tra polizia, carabinieri e militari. Oltre alle misure cautelari, la procura ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni dopo aver accertato movimentazioni illecite per oltre 300 milioni di euro. Il politico: "Estraneo ai fatti, mi dimetto da segretario di partito".

Una maxi operazione contro la ‘ndrangheta su tutto il territorio nazionale, coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro, è in corso dalle prime luci dell’alba. In arresto 48 persone tra boss mafiosi, imprenditori e funzionari pubblici. Numerose misure di custodie cautelari sono state disposte nei confronti dei maggiori esponenti delle ‘ndrine più importanti di CrotoneIsola Capo Rizzuto e Cutro, tra cui ‘Bonaventura’ ‘Aracri’, ‘Arena’ e ‘Grande Aracri’. L’operazione, denominata ‘Basso profilo’, vede impegnati 370 uomini e donne delle forze dell’ordine: 200 militari della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) e 170 tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, più il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero.

Nell’inchiesta è indagato anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc. La casa romana del politico è stata perquisita. “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”, dice Cesa. L’assessore regionale al Bilancio, Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc, è invece ai domiciliari.

Tra gli arrestati ci sono anche imprenditori di spessore e funzionari della pubblica amministrazione accusati di essere collusi con le organizzazioni criminali. Oltre alle misure cautelari, la Procura di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, automobili, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata anche accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre 300 milioni di euro. Maggiori dettagli sull’operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella tarda mattinata di oggi presso la sede della Corte d’Appello, a cui parteciperanno il procuratore capo Nicola Gratteri, e il direttore della Dia, Maurizio Vallone.

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