mercoledì 3 marzo 2021

Nuovo Dpcm in vigore fino a Pasquetta. Variante inglese la più diffusa, contagia i giovani.


Variante brasiliana molto diffusa in Centro Italia. Gelmini: 'Sostegno di 200 milioni per i congedi parentali'. Speranza: 'Fase da non sottovalutare, valuteremo la curva'.

Il "Dpcm è stato firmato dal presidente del Consiglio pochi minuti fa ed è in vigore dal 6 di marzo al 6 di aprile". Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Il principio guida del nuovo dpcm, adottato dopo confronto ampio con Parlamento e Regioni, è la tutela della salute come questione fondamentale e faro, linea guida essenziale. Per ricostruire il Paese, per lo sviluppo del Paese, bisogna vincere la pandemia.

La curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e risalita e facciamo i conti con alcune varianti temibili del virus come la variante inglese, ma anche variante sudafricana e sudamericana". Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il Dpcm "prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali che sono vigenti. Viene confermato il modello di divisioni del nostro Paese di aree che corrispondono a colori". Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Noi riteniamo che differenziare i territori sia la strada giusta perché ci permette di dare la risposta più idonea ad ogni segmento" del Paese, spiega.

"Sulla necessità di dare un ristoro economico, è chiaro che l'impegno del governo è dare risposte. Siamo consapevoli dei sacrifici delle persone" costrette a interrompere le proprie attività "e il governo vuole essere vicino con atti concreti. Ma questi sacrifici sono indispensabili ed è chiaro che l'intervento economico è indispensabile e siamo impegnati nei prossimi giorni a lavorare in questa direzione". Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza.

"La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in Dad, così come nei territori dove il tasso di incidenza" del virus "è pari o superiore a 250 ogni 100mila abitanti". Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi. " Sono colori che ormai gli italiani hanno imparato a conoscere: le zone rosse, che sono quelle a più alta diffusione del virus, e poi arancioni, gialle e da ultimo la zona bianca con il minor tasso di rischio", spiega Speranza rilevando che " in queste ore sono in corso interventi da parte di molti presidenti di Regione volti a costruire un modello che riesce a delimitare con ancora maggiore dettaglio su specifici ambiti sub-regionali. Riteniamo sia una linea che va nella direzione giusta perché produce un effetto ancora più significativo".

TUTTE LE MISURE DEL DPCM, DALLE ZONE A COLORI ALLE SCUOLE.

"Abbiamo assunto un'altra proposta delle Regioni, quella di un tavolo per valutare i 21 parametri. Sarà un tavolo tecnico, ma sarà un momento in cui bilanciare i criteri e valutare se sarà necessario un cambiamento". Lo dice il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "I tempi sono fondamentali per non arrecare nuovi disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì e siamo in grado stasera di completare il dpcm Covid. C'è un cambio nel metodo, perché il dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa alle Regioni, province, comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori: abbiamo accolto alcune proposte come la partenza delle misure restrittive dal lunedì". Lo dice il ministro degli Affari regionali Maria Stella Gelmini in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

"Nel decreto sostegno abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro" per supporto alle famiglie sul tema dei congedi parentali. Lo dice il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Non parlerei di chiusura delle scuole: l'intendimento è tenerle aperte, tutti le vogliamo aprire. C'è la volontà di giocare la partita dalla parte della scuola, ma è chiaro che c'è un problema legato alle varianti che non si acuisce nei bambini ma crea una problematica nel contagio. Laddove strettamente necessario per le varianti si impone la sospensione dell'attività in presenza" precisa la ministra Gelmini.  "La scuola è una funzione essenziale del Paese, faremo di tutto per garantirne il funzionamento. La scuola a distanza è un'estrema ratio" precisa Speranza.

A proposito delle notizie di stampa riguardanti la disciplina delle "attività dei servizi di ristorazione", il ministero della Salute precisa che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice ATECO 56.3) dopo le 18.00. Viene consentito ora l'asporto solo fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto.

LE VARIANTI -"La variante inglese ha una prevalenza stimata intorno al 54%, al 18 febbraio, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più altro. E' la variante dominante come avevamo previsto". Lo dice il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più: ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione", sottolinea. "Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese" è più trasmissibile "nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni" nelle quali "vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più grave". Lo dice il presidente del Css Franco Locatelli in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, restano fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi", spiega Locatelli. "Il secondo dato importante è che nel nostro territorio c'è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche. E' un dato particolarmente preoccupante ma queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto ad aumentata trasmissibilità che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria: aumentata la trasmissibilità e la potenziale capacità di ridurre la protezione. Sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili. Le regioni che hanno avuto questi focolai stanno adottando tempestivamente le zone rosse. La variante sudafricana è allo 0,4%, in particolare in alcune zone del Sudtirolo". Lo dice Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Per la variante brasiliana la sfida è il contenimento: bisogna intervenire chirurgicamente ed evitare che si diffonda in altri contesti. Questa doppia strategia si dovrà accompagnare a un monitoraggio stretto anche delle incidenze e un forte supporto alle vaccinazioni". Importante anche la variante nigeriana isolata a Brescia. Brusaferro:'Il virus muta continuamente. Man mano che si diffondono acquisiamo anche nuovi dati sulla trasmissibilità'. Per Brusaferro le tre mosse importanti sono: 1 monitoraggio continuo dell'epidemia; 2 capacità sempre più potente di sequenziamento; 3 vaccinazione. 

I VACCINI - "Per quanto riguarda i soggetti che sono stati già infettati in passato da Sars-Covid 2 domani verrà diffusa una circolare del dipartimento generale della prevenzione" del ministero della Salute, "per la quale c'è stato un parere sia dell'Aifa sia del Css, in cui per i soggetti già infettati ci sarà una sola dose di vaccino in quanto l'infezione svolge di fatto un ruolo di "priming". Questo con la sola eccezione dei soggetti immunodepressi". Lo dice il presidente del Css Franco Locatelli in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "E' stato approvato dal Parlamento nell'ultima risoluzione sulle mie ultime comunicazioni un orientamento per il vaccino bene pubblico globale, non come privilegio di pochi. Da parte delle aziende l'atteggiamento è finora di comprensione per la sfida che non affronta solo un Paese, ma l'Europa e l'intera comunità mondiale". Sulla proposta di passaporto vaccinale, per discuterne "il luogo giusto è la riunione di tutti i Paesi europei", secondo il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Non siamo ancora a un livello tale di vaccinazioni per prendere una decisione definitiva, ma in ogni caso l'Italia si muoverà in sintonia con gli altri Paesi e con la Commissione Ue", ha aggiunto.

martedì 2 marzo 2021

La mossa di Mattarella è politica (verso destra). - Tomaso Montanari


Ora che il “governo del Presidente” è tutto sotto i nostri occhi, è possibile criticare il Presidente? I manuali di Diritto costituzionale spiegano che non si è mai stabilito un divieto legale di criticare il presidente della Repubblica perché lo scopo della tacita regola per cui il capo dello Stato non si critica è quello di indurlo ad agire in modo da non ricevere critiche. Se l’attività del Presidente diventasse insindacabile, verrebbe meno la garanzia che questi non faccia un uso politico dei suoi poteri.

Ora, la decisione di non sciogliere le Camere è stata frutto di una valutazione dello stato del Paese: come tale, quintessenzialmente politica. La scelta di non comunicare questa decisione al presidente del Consiglio Conte, che aveva appena ricevuto la fiducia dal Parlamento, è stata politica. La decisione di incaricare Mario Draghi senza ricavarne il nome da un ulteriore giro di consultazioni, e mettendo i partiti davanti a un fatto compiuto, è un’altra scelta politica di Sergio Mattarella. Tutto nei limiti formali della Costituzione, sia chiaro, ma, come ha osservato Gustavo Zagrebelsky, fuori dalle consolidate convenzioni che circondando l’attuazione della Carta. E con la chiara volontà politica di uscire dalla crisi “dall’alto”, e non “dal basso”. Verso l’oligarchia, non verso la democrazia parlamentare. Coerentemente, Mattarella si è assunto davanti al Paese la responsabilità dell’identità del nuovo esecutivo: “Di alto profilo” e “che non deve identificarsi in nessuna formula politica”.

Come mentore e garante di un “governo del Presidente di alto profilo”, Mattarella ha assunto su di sé (ancor più di quanto non preveda l’articolo 92 della Costituzione) la responsabilità della scelta dei ministri, e quindi dei sottosegretari: ben sapendo, tra l’altro, che il Consiglio dei ministri è organo collegiale il cui presidente è solo un primo tra pari. Ora, come pensare che la credibilità della Presidenza non sia intaccata dalla qualità infima, in molti casi disdicevole fino al rigetto, della compagine ministeriale? Da cittadino, sono francamente sconcertato che il Presidente, dopo aver promesso al Paese l’“alto profilo”, abbia firmato i decreti di nomina di ministri come Stefani o Gelmini, e di sottosegretari come Molteni o Sisto. Borgonzoni alla Cultura e Sasso all’Istruzione, poi, sono veri e propri schiaffi alle parti più sensibili del progetto costituzionale.

E veniamo alla formula politica: che, in realtà, esiste eccome. Anzi, quella larghissima formula fino a ieri impensabile potrebbe essere la base per la rielezione dello stesso Mattarella al Quirinale: in un cortocircuito che avrebbe implicazioni inedite. Ancor più se questo secondo mandato, di cui si inizia a sentir parlare, avesse termine precoce: magari proprio per permettere l’ascesa di un successore (lo stesso Mario Draghi) che sarebbe così in qualche modo un erede designato, in una torsione dal sapore monarchico. E inoltre: la scelta di portare la Lega in un governo del Presidente comporta un’assunzione di responsabilità politica per nulla neutrale, visti i molti nodi irrisolti nei rapporti di quel partito con i neofascismi e il suo sostanziale rigetto di gran parte dei principi fondamentali della Carta. E anche la scelta di affidare l’opposizione a un solo partito, ancor più compromesso col neofascismo, è gravida di conseguenze politiche (a mio avviso, nefastissime). In Cecità di Saramago (libro che, a rileggerlo oggi, mette i brividi) la radio finalmente trovata, diffonde “notizie non confortanti: correva voce che fosse prevista a breve scadenza la formazione di un governo di unità e di salvezza nazionale”. Credo che anche oggi, nell’Italia resa politicamente cieca dalla pandemia, la notizia più sconfortante sia proprio questa. La resa della politica; la teorizzazione, dal più alto colle della Repubblica, che di fronte all’emergenza si debba abbandonare qualsiasi “formula politica”. E non per il presunto commissariamento da parte dei tecnici (che sembrano in verità assai poco autorevoli), quanto proprio per la dimensione dirompentemente antipolitica del messaggio che ne scaturisce. Tutti i partiti insieme, a correre sulla monorotaia imposta dal mercato e dalle banche (Draghi): a far capire che davvero There Is No Alternative, nessuna scelta è possibile. E cioè di fatto affermando che è inutile (oggi e domani) votare, perché comunque le scelte sono obbligate, e prese in alto: per il bene dello Stato.

Come dimostrano le prime mosse di Draghi (dalla scelta dell’ultraliberista Giavazzi alla incomprensibile opposizione, in sede europea, alla donazione dei vaccini per il personale sanitario africano proposta da Francia e Germania), la formula politica c’è: l’asse della politica italiana si è ulteriormente spostato a destra. E non per un voto, ma per una decisione politica del presidente della Repubblica.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/02/la-mossa-di-mattarella-e-politica-verso-destra/6118313/


Io credo che Mattarella si sia consultato con Napolitano prima di decidere, ed ha deciso seguendo il consiglio ricevuto, senza commettere, però, lo stesso errore fatto da Napolitano quando nominò Renzi a capo del consiglio per le sue doti di yesman, (bravo soldatino), ma che, alla fine , è risultato poco adatto, poichè ammalato di protagonismo ed egocentrismo. Draghi è stato scelto per le sue doti di "mago della finanza" e, quindi, a disposizione del mondo della finanza, mondo nel quale si muove benissimo. Naturalmente essendo un drago, farà gli interessi di chi conta, non certo i nostri.

Ancora una volta, la politica ci ha dimostrato che ciò che chiamano democrazia è solo un'utopia, il nostro voto non ha alcun valore, andare a votare o non farlo produce lo stesso effetto, se votiamo chi vogliamo noi il governo cade, se votiamo chi vogliono loro il governo prosegue fino alla scadenza naturale. 

Mattarella mi ha molto deluso, pensavo fosse un buono, ma credo di aver confuso la sua bontà con una forma di debolezza, di mancanza di carattere.

Cetta.

Vogliamo i generali. - Marco Travaglio

 

Mancava giusto un bel generale, per far capire anche ai più duri di cervice il senso dell’Operazione Draghi. E il generale, anzi supergenerale Figliuolo, è puntualmente arrivato subito dopo il superbanchiere, i supertecnici e il superpoliziotto Gabrielli. Il generalissimo si occuperà di vaccini e di tutti gli altri acquisti anti-Covid al posto di Arcuri (troppo efficiente e soprattutto sprovvisto di uniformi, stivaloni, mostrine e codici Nato). Il poliziottissimo controllerà i servizi segreti dopo averli guidati al Sisde e all’Aisi, con la stessa logica che fa dell’avvocato di B. il sottosegretario alla Giustizia. Naturalmente il dittatore era Conte, che affidava le forniture a un manager pubblico esperto del ramo e il controllo degli 007 all’autorità politica. Ora, con la giunta bancario-tecnico-poliziesco-militare, basteranno un presentat’arm, un fianco destr, un avanti marsch, un “fermo o sparo!” e un paio di missili terra-aria con le colonne sonore di Full Metal Jacket e 007-Dalla Russia con Sputnik per far piovere una marea di vaccini e piegare alla resa i cattivoni di Big Pharma. L’esultanza delle destre – Lega, FI, Iv e financo FdI – è sacrosanta: erano loro, con giornali e talk al seguito, a chiedere la testa di Arcuri, pur non sospettando di essere scavalcati a destra con l’avvento di un militare. Troppa grazia.

Resta da capire che ci stiano a fare lì M5S, Pd e LeU, che avevano chiesto la conferma di Arcuri per l’ottima partenza delle vaccinazioni (fino al taglio delle dosi) e ieri hanno appreso dai tg che era saltato. Come già sui ministeri-chiave e sul cambio della guardia alla Protezione civile, noto a Lega e FI ma non a loro, relegati al ruolo di spettatori e donatori di sangue. Per l’angolo del buonumore, ci sovviene il monito di Mattarella: “Non si cambiano i generali in piena guerra”, intesi come Conte, Speranza, Gualtieri, Arcuri, Borrelli &C. Non n’è rimasto neppure uno, a parte Speranza, che apprende dalle agenzie la decimazione dei suoi bracci operativi. Ma in fondo di “generali” prima non ce n’erano: adesso sì. Intanto, mentre ci distraggono con le grandi manovre in alta uniforme, i 32 miliardi dei Ristori attendono il decreto da due mesi. Le task force, onta e disdoro di Conte, diventano orgoglio e vanto di Draghi, che ne ha fatte 8 in una settimana (ne ha una pure Brunetta). E il Recovery Plan? A novembre era già “in ritardo” sul 30 aprile e il tiranno Conte voleva “accentrarlo bypassando il Parlamento” fra gli alti lai dei partiti e dei Cassese. Ora Repubblica informa che Draghi “ha fretta” e “se lo riscrive da solo”, con l’ausilio di tali “Franco, Giavazzi e D’Alberti”, mai visti né sentiti in Parlamento. È, citiamo sempre Rep, il “ritorno della Costituzione”, che avanza a passo di marcia. Anzi, marcetta.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/02/vogliamo-i-generali/6118275/

La stampa estera su Renzi: “Una figura imbarazzante.” - Gianluca Roselli

 

Soldi insanguinati - E la Casa Bianca minaccia sanzioni al principe MbS.

Sarebbe scoppiato uno scandalo in qualsiasi Paese europeo. E si sarebbero chieste a Matteo Renzi giustificazioni sul suo operato e su quali siano i suoi rapporti politici ed economici con l’Arabia Saudita. Così i giornalisti stranieri che lavorano in Italia vedono il caso Renzi. Ovvero il viaggio a Riyad di fine gennaio e l’intervista a Bin Salman da parte dell’ex premier. Il tutto condito dagli 80 mila euro annui che il fondo saudita FII elargisce al leader Iv. Sabato pomeriggio l’ex premier si è difeso con una e-news in cui non ha sciolto i principali nodi, ribadendo di essere nel giusto. Tra l’altro proprio ieri gli Stati Uniti hanno fatto sapere di “riservarsi il diritto di imporre sanzioni contro Mohammed bin Salman”, per l’operazione che ha portato all’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, come rivelato due giorni fa dall’intelligence Usa.

Tornando a Renzi, dal punto di vista prettamente legale avrebbe potuto tenere la stessa condotta anche in altri Paesi. “In Inghilterra non c’è alcuna legge che vieta ai parlamentari di prendere soldi per attività esterne alla politica, a patto che tutto venga dichiarato e ci sia la massima trasparenza”, spiega Philip Willan, giornalista britannico del Times e del Sunday Herald. “Credo però che una legge per vietare questo genere di prestazioni economiche sarebbe sacrosanta, soprattutto in Italia dove i politici sono molto ben pagati. Così si eviterebbero figure imbarazzanti come quella di Renzi e si eliminerebbe qualsiasi sospetto di conflitto d’interessi”, aggiunge Willan. Che poi pensa a Tony Blair. “La sua immagine di ex premier che si è arricchito facendo conferenze ha offuscato la sua immagine. Per Renzi è diverso, visto che, non solo è senatore in carica, ma è uno dei principali protagonisti della scena italiana”. “Di sicuro il leader di Italia Viva ha sbagliato il timing. È andato a Riyad a intervistare Bin Salman proprio nei giorni cruciali della crisi del governo Conte-2, quando aveva tutti i riflettori addosso”, nota il cronista francese Dominique Dunglas, collaboratore del settimanale Challenges e di Tribune de Genève. Secondo Dunglas, “l’ex premier ha commesso un grave errore politico, perché un parlamentare dovrebbe stare attento ai Paesi con cui intrattiene relazioni economiche”. E il timing, aggiunge, “si è rivelato beffardo anche per la sopraggiunta notizia sull’omicidio Khashoggi”. Peggio non gli poteva andare.

“Anche in Germania non è vietato ai politici prendere soldi da lavori extra, tipo conferenze o attività di lobby per aziende, ma bisogna dichiararlo fin nei minimi particolari ed è vietato a ministri o membri del governo. Nel nostro Paese, però, c’è anche un’opinione pubblica molto sensibile su questi temi, con una soglia di attenzione più alta sui rapporti con Paesi autocratici dove vengono negati i diritti umani”, sostiene Tobias Piller, cronista economico del Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il fatto che la vicenda riguardi l’Arabia ha molta importanza per la giornalista finlandese Liisa Liimatainen. “È una monarchia assoluta dove l’unica legge vigente è la sharia. E dove molte persone non hanno diritti e si uccidono oppositori e giornalisti. Ora i loro rapporti con gli Usa si sono incrinati e sono alla ricerca di nuovi interlocutori in Europa”, spiega Liimatainen. Che sul regno ha scritto anche un libro: L’Arabia Saudita. Uno stato islamico contro le donne e i diritti, pubblicato nel 2016 da Castelvecchi. “Prendere soldi da una potenza straniera per un politico è sempre pericoloso. Sarebbe necessaria una legge che lo vieti. Così si taglia la testa al toro…”, aggiunge la cronista.

“In Spagna il caso Renzi avrebbe fatto molto clamore, perché l’Arabia per noi è un tallone d’Achille, vista l’inchiesta sulle tangenti prese dall’ex re Juan Carlos. Per il resto, la vicenda avrebbe creato lo stesso sconcerto che sto vedendo in questi giorni in Italia. Ma senza finte ipocrisie o eccessivi moralismi: si sa che i politici spesso non vivono solo di quello”, sostiene infine lo spagnolo Dario Menor Torres, cronista per il quotidiano basco El Correo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/02/la-stampa-estera-su-renzi-una-figura-imbarazzante/6118299/

Draghi nomina il gen. Figliuolo nuovo commissario per l'emergenza Covid.

Il generale Francesco Paolo Figliuolo.

 A Domenico Arcuri il ringraziamento del governo per l'impegno e la dedizione.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato il Generale di Corpo d'Armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. A Domenico Arcuri i ringraziamenti del governo per l'impegno e lo spirito di dedizione con cui ha svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese.

Arcuri, onorato di aver servito il Paese  - "Oggi si è conclusa la mia esperienza da Commissario per l'Emergenza Covid 19.

E' stato un anno straordinario e sono riconoscente a chi mi ha dato la possibilità di occuparmi della più grande emergenza che la storia recente ricordi. Sono onorato di aver potuto servire il mio Paese in una stagione così drammatica. Auguro al generale Francesco Paolo Figliuolo buon lavoro, certo che saprà affrontare con competenza il compito cui è stato chiamato". Così l'ex Commissario per l'Emergenza, Domenico Arcuri.

Figliuolo dal 2018 è comandante logistico esercito - Il generale Francesco Paolo Figliuolo, nominato da Draghi nuovo commissario all'emergenza Covid, è originario di Potenza, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nella Forza Armata dell'Esercito, interforze e internazionale. Ha ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, dal 7 novembre 2018 è Comandante Logistico dell'Esercito. In ambito internazionale ha maturato esperienza come Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell'ambito dell'operazione ISAF e come Comandante delle Forze Nato in Kosovo (settembre 2014 - agosto 2015). Il generale Figliuolo è stato insignito di numerose onorificenze. Tra le più significative la decorazione di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, la Croce d'Oro ed una Croce d'Argento al Merito dell'Esercito e Nato Meritorius Service Medal.

Salvini: 'Rimosso Arcuri. Grazie Draghi, missione compiuta' - "Rimosso il Commissario #Arcuri, al suo posto designato il Generale di corpo d'armata Francesco Paolo Figliuolo. Grazie presidente Draghi. Missione compiuta!". Lo scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini.

Tajani: 'Draghi ci ha ascoltato, bene Figliuolo' -  "Il governo ha recepito le proposte di Forza Italia a favore di un concreto cambio di passo e della nomina di un nuovo commissario per l'emergenza  Covid 19. Un successo politico che va nella direzione dell'interesse nazionale. Buon lavoro al generale Figliuolo!". Lo afferma Antonio Tajani, Coordinatore nazionale di Forza Italia.

Renzi: 'Scelta Figliuolo va in direzione chiesta da Iv' - "La scelta del Presidente Draghi di sostituire il commissario Arcuri con il generale Paolo Figliuolo, responsabile logistico dell'Esercito, va finalmente nella direzione che Italia Viva chiede da mesi. Bene! Servizi segreti, vaccini, Recovery plan: buon lavoro al Governo Draghi". Così Matteo Renzi su Fb.

Meloni: 'Bene rimozione Arcuri, Fdi la chiese per prima' - "Bene ha fatto il presidente Draghi a rimuovere Domenico Arcuri da commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. Come Fratelli d'Italia siamo stati tra i primi a chiedere di dare un netto segnale di discontinuità sulla pessima gestione del governo precedente". Lo dice la leader di Fdi Giorgia Meloni. "Lo abbiamo detto chiaramente già durante le consultazioni, quando abbiamo consegnato al presidente Draghi un dossier con tutte le anomalie e zone d'ombra della gestione commissariale. Buon lavoro al generale Francesco Paolo Figliuolo per questo importante e delicato incarico. Le nostre idee, le nostre proposte e il nostro contributo in Parlamento sono a sua disposizione", conclude.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/03/01/draghi-nomina-il-generale-figliuolo-nuovo-commissario-covid_fd10c515-225e-4620-a484-89b48979f47f.html

lunedì 1 marzo 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Arabia Viva/1. “Domanda: È giusto intrattenere rapporti con un Paese come l’Arabia Saudita?”. “Risposta: Sì. Non solo è giusto, ma è anche necessario. L’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico… Non dimentichiamo che, fino a cinque anni fa, in Arabia Saudita – per fare un esempio – le donne non potevano nemmeno guidare la macchina. Le esecuzioni capitali stanno scendendo da 184, nel 2019, a 27 nel 2020” (Matteo Renzi, segretario Iv, intervista Matteo Renzi, segretario Iv, enews, 27.2). Com’è umano, bin Salman.

Arabia Viva/2. “Biden ha chiesto giustamente di fare di più. Soprattutto sulla questione del rispetto dei giornalisti. Difendere la libertà dei giornalisti è un dovere, ovunque, dall’Arabia Saudita all’Iran, dalla Russia alla Turchia, dal Venezuela a Cuba, alla Cina” (Renzi, ibidem). Fuorchè in Italia.

Arabia Viva/3. “Oggi è una giornata bellissima, con il sole che scalda il cuore. Non è il giorno giusto per fare polemica o per arrabbiarsi. È sempre il giorno giusto, invece, per citare in giudizio Marco Travaglio e il Fatto” (Renzi, Instagram, 28.2). Sta cercando disperatamente dei soldi puliti.

Chi offre di più? “Vaccinazioni, il piano Draghi per salire a 200 mila al giorno” (Repubblica, 28.2). “Draghi, piano con la Protezione civile: ‘Oltre 600 mila dosi al giorno’” (Corriere, 28.2). Fosse per noi, pure 10 milioni al giorno. Ma forse è il caso di sincronizzare le lingue.

Punt e Mes. “L’Italia prenda i soldi del Mes” (Carlo Cottarelli, Agi, 3.6.2020). “Il Mes non è essenziale” (Cottarelli, Verità, 22.2.2021). Ma tu guarda.

Slurp. “La M nella firma di Draghi è un segno di forza interiore e intelligenza. In quello che scrive si nota una persona che ha come tratto distintivo il non farsi sommergere dal ruolo che ha, che è un tratto tipico dell’educazione gesuita” (Gabriele Albertini, ex sindaco FI di Milano, Un Giorno da Pecora, Radio1, 23.2). Un po’ come la M di “Ma va a ciapà i ratt”.

Casa dolce casa. “La mole di lavoro un po’ mi spaventa. Non sono abituato, a quasi 69 anni, a vivere lontano da casa tutta la settimana” (Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, Repubblica, 15.2). Ma infatti, potresti sempre tornarci.

Freud dove sei? “Contagi con prudenza, in 25 anni di Porta a Porta abbiamo avuto almeno 4 miliardi di spettatori” (Bruno Vespa, Twitter, beccato da @nonleggerlo, 18.2). Peggio di peste nera, colera, spagnola, aviaria, suina e Covid-19 messi insieme.

Per dimenticare. “Ora dobbiamo concentrarci sul rilancio del Pci” (Nicola Zingaretti, segretario Pd, a Radio Immagina, web radio del partito, 14.2). “@carmelitadurso in un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone. Ce n’è bisogno! #noneladurso” (Zingaretti, Twitter, 24.2). Tutto pur di non parlare del Pd.

La mosca cocchiera. “Manca solo la firma del governatore e poi la Virginia sarà il primo stato nel Sud degli Usa ad abolire la pena di morte. Siamo il paese di Beccaria, questa vittoria un po’ ci appartiene” (Ivan Scalfarotto, sottosegretario Iv, Twitter, 23.2). Ecco, ora raccontalo a Bin Salman.

Il Cazzaro vero. “Il Ponte sullo Stretto? Parecchi ingegneri dicono che non sta in piedi. E il 90% delle ferrovie in Sicilia è a binario unico e la metà dei treni va a gasolio. Non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando sia in Sicilia sia in Calabria non ci sono i treni. Aveva ragione Renzi quando era un altro Renzi, nella vita precedente, che diceva: quei soldi usiamoli per sistemare le scuole. Sono d’accordo col Renzi vero e non col Renzi falso” (Matteo Salvini, segretario Lega, L’aria che tira, La7, 1.10.2016). “Il Ponte sullo Stretto sarebbe un salto nel futuro, un gemellaggio tra i sindaci di Genova e Reggio Calabria” (Salvini, 22.6.20). ”Nessun via libera di Salvini al Ponte sullo Stretto. Opinioni diverse attribuite al segretario della Lega Nord sono destituite da ogni fondamento. Più volte Salvini ha espresso profonde criticità sull’opera” (nota della Lega, 23.6.20). “Il Ponte sullo Stretto? Io ci credo. Potrebbe chiamarsi Ponte Draghi” (Salvini, 18.2.21). Non ho detto ciò che ho detto e, se l’ho detto, mi sono frainteso.

Senti chi pirla. “La proposta di Matteo Salvini sui ristoranti aperti anche a cena è ragionevole” (Stefano Bonaccini, presidente Pd Emilia Romagna, 23.2). “Stiamo affrontando l’inizio della terza ondata: non possiamo mollare ora. Nell’area bolognese i positivi stanno crescendo a un tasso quasi 3 volte superiore alla media nazionale soprattutto tra giovani e giovanissimi. I ricoveri crescono. Le nuove misure sono indispensabili” (Bonaccini, annunciando l’ordinanza che include tutti i comuni del Bolognese in zona arancione scura, 26.2). Ehi, dici a noi?

Il titolo della settimana/1. “Flop del Reddito: lavora 1 su 200” (Messaggero, 16.2). In effetti, se lavorassero tutti, non avrebbero bisogno del Reddito.

Il titolo della settimana/2. “La lingua nuova del premier è il realismo” (Andrea Cangini, senatore FI, Giornale, 22.2). Cangini invece lecca con quella vecchia.

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Conte dice sì: “Nuovo Movimento aperto, accogliente, intransigente”. - Luca De Carolis e Paola Zanca

 

L’avvocato ha detto sì: a Beppe Grillo, arrivato a Roma con un casco da astronauta, e a tutti i maggiorenti del Movimento. Ma è un sì con riserva, e alle sue condizioni. Perché l’ex premier vuole cambiare quasi tutto, e avere mano libera. Altrimenti “amici come prima” come scandisce con cortese fermezza nel vertice che dovrebbe valere come una svolta. Davanti al Garante e ai big del M5S in agonia, Giuseppe Conte non annuncia l’iscrizione al Movimento che pure l’aveva portato a palazzo Chigi. Piuttosto, chiede e ottiene “alcune settimane” per scrivere un “progetto rifondativo”, con cui cambiare la struttura e soprattutto le regole dei 5Stelle; troppe e astruse, a suo avviso.
Un piano per spalancare le porte del Movimento “alla società civile”, renderlo “accogliente” e trasformarlo. Al punto che nell’incontro Conte la butta lì: “Potremmo valutare anche un cambio del nome”. E i presenti si mostrano disponibili. Perché è a lui che devono aggrapparsi, all’ex premier che per accettare vuole il consenso di tutte le anime del M5S. E se lo avrà, a gestire sarà di fatto lui: da capo politico, segretario o formula similare.

Di sicuro ha chiesto e ottenuto di potersi scegliere la segreteria che lo aiuterà a “rifondare” il Movimento. Verbo centrale anche nella nota di riepilogo dei 5Stelle. E d’altronde di “rifondazione” avevano parlato la settimana scorsa sul Fatto Alfonso Bonafede e Paola Taverna. Sempre invocando Conte. Non può stupire che sia il senso della riunione con l’ex premier, fortissimamente voluta da Grillo, a cui in tarda mattinata partecipano tutti i pesi massimi: da Luigi Di Maio, Roberto Fico e gli stessi Bonafede e Taverna, per passare al reggente Vito Crimi, a Stefano Patuanelli e Riccardo Fraccaro e ai capigruppo in Parlamento. Manca solo Davide Casaleggio, che ha respinto l’invito del Garante. Tutti gli altri in una giornata primaverile si ritrovano nell’hotel Forum. L’usuale base del Garante nelle sue trasferte romane, scelta come piano b dopo la fuga di notizie sulla sede originaria del vertice, la sua villa al mare in Toscana. E all’albergo con vista sui Fori, Grillo va con uno scafandro da primo uomo sulla Luna, che pare ricordare un suo recente post (“I 5Stelle non sono più marziani”). Ma non c’è tempo per scherzare con Conte, in giacca e camicia blu. Anche perché l’ondata di ricorsi degli espulsi potrebbe rappresentare una bella grana per il nuovo capo politico, e l’avvocato Conte lo sa. Così spiega che dovrà “studiare bene” Statuto e regolamenti. E capire se è necessaria una nuova associazione giuridica, magari con un nuovo nome, oppure se si può procedere con quella attuale, cambiando lo Statuto. Crimi gli chiede di far votare comunque il comitato a cinque, già approvato dagli iscritti. Ma Conte vuole sceglierla, la segreteria. Tenendo dentro big come Di Maio, a cui ha già chiesto la disponibilità: da capo. Ma è meglio non definirlo così, almeno non ora, dicono. Perché i big notano le parole dell’ex ministro Vincenzo Spadafora, a Mezz’ora in più: “Non va fatta un’immissione a freddo di Conte, ma serve un percorso con modalità di partecipazione concrete”. Soprattutto, Spadafora sostiene: “Il M5s vive sempre di piccoli cerchi temporanei in cui si decidono le cose, ora vanno create regole democratiche e chiare”. Ergo, il timore ai piani alti è che monti l’insurrezione interna contro un nuovo leader calato dall’alto. Per questo fonti vicine all’ex premier precisano: “Conte non ha voluto alcun incarico formale, lavorerà al progetto e solo se verrà condiviso da tutti si impegnerà a realizzarlo con gli iscritti”. Un altro modo per dire che l’avvocato vuole un diffuso consenso. “Sentirò tutti” fa sapere. E potrebbe cercare anche il big che si è fatto di lato, Alessandro Di Battista. Ma a pesare ci sono anche i temi dentro “il progetto”, riassunti così: “Conte ha raccolto l’invito a elaborare un progetto rifondativo con il Movimento, per farne la forza trainante della transizione ecologica e digitale”. L’obiettivo principale, con la “lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze, delle rendite di posizione e dei privilegi”.

Grillo già esulta sul suo blog: “Ora è arrivato il momento di andare lontano!”. E Di Maio assicura: “Questa è la strada, sono anni che ci danno per morti ma il M5S scriverà il futuro”. Prima però bisogna aspettare Conte. L’indispensabile.

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