martedì 27 settembre 2022

Extraprofitti e rinnovabili, perché l’Italia è così arretrata? - Andrea Cerasi

 

Uno studio calcola gli extraguadagni e gli effetti positivi dell’Italia se solo si sfruttassero le energie alternative: perché si resta fermi?

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Net Zero E-conomy 2050 è lo studio analizzato dall’Enel Foundation e dall’Europena House – Ambrosetti, riguardante lo sfruttamento delle fonti alternative del nostro Paese. Se si sfruttassero tutte le risorse energetiche green e alternative, l’Italia generebbe introiti per 328 miliardi di euro, dando lavoro a circa 2 milioni di lavoratori.

In tutto questo, si avrebbe un risparmio di più di 600 miliardi di euro in ambito sanitario e produttivo, tagliando la spesa fossile di 2 miliardi di euro entro il 2050. Dai dati forniti, emerge la dipendenza dell’Italia dal gas e dall’energia estere. Siamo ancora troppo legati all’energia fossile, sia nostrana che estera. Una scelta politica che stiamo pagando con bollette sempre più care.

Energie rinnovabili: Italia lontana dagli obiettivi.

Purtroppo, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi prefissati e resta ferma, indietro rispetto agli altri Paesi europei. Dato il forte rallentamento degli ultimi anni, l’Italia non riuscirà a ridurre lo spreco di energie fossili entro il 2030, e non riuscirà a produrre totale energia pulita entro il 2050. Occorrono soluzioni efficaci, ma le scelte politiche sembrano contrastare con questo processo di svolta green.

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La transizione ecologica è rallentata da molteplici fattori: un legame troppo forte con le risorse fossili, la dipendenza dai Paesi esteri, una politica tradizionalista, la mentalità vecchia e, naturalmente, le poche risorse messe a disposizione. La guerra in Ucraina ha stravolto gli scenari, cambiando tutti i progetti previsti per il mercato energetico.

Il risultato, non a caso, sono stati nuovi accordi presi con altri Paesi, riguardo le forniture di energie fossili provenienti da lontano. Accordi con Nazioni dell’Eurasia, dell’Africa o con gli Stati Uniti per la produzione di gas, di carbone o di petrolio, non sono certo la soluzione migliore. Tra l’altro, si parla già di riattivare la produzione interna di giacimenti di metano e di carbone per far fronte alla crisi energetica.

Si sta tornando indietro, al posto di andare avanti. L’Italia non stanzia finanziamenti per le energie pulite, come sta facendo, ad esempio, la Germania, che ha da poco stanziato 200 miliardi di euro da investire entro il 2026 sulle energie rinnovabili. Motori elettrici, impianti di idrogeno, fotovoltaico ed eolico, ma non solo, perché la crisi energetica ha portato a nazionalizzare le fonti energetiche.

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La Germania ha nazionalizzato Uniper, principale fornitore di gas per i tedeschi, e così controlla la società quasi al 100%. Uniper è dunque diventata pubblica e offre maggiore sicurezze per gli approvvigionamenti energetici tedeschi. Sulla stessa linea si sta muovendo la Francia, nazionalizzando la EDF. E l’Italia? Noi siamo fermi, e intanto le bollette rincarano sempre di più.

https://www.orizzontenergia.it/2022/09/26/extraprofitti-energie-rinnovabili-italia-arretrata/

sabato 24 settembre 2022

POLITICHE 2022/ROSATELLUM INCOSTITUZIONALE. SI PUÒ DIRE ANCHE AL SEGGIO. - ANDREA FABOZZI

 

Legge elettorale. C’è un modulo pronto che si può scaricare e stampare. Gli elettori possono presentare un reclamo contro il sistema di voto che non lascia liberi di scegliere. Presidente e segretario devono raccogliere le loro proteste che arriveranno alle giunte parlamentari. E, spera l’avvocato Besostri, alla Corte Costituzionale.

Non vi piace la legge elettorale? Pensate che il Rosatellum sia persino incostituzionale? Adesso siete in discreta compagnia, visto che più di un partito – anche tra quelli che questa legge hanno voluto, votato e imposto con la fiducia – ultimamente la trova pessima. Ma forse non sapete che c’è la possibilità di reclamare formalmente contro il Rosatellum, nel momento in cui si va al seggio a votare. Come fare lo spiega – naturalmente – Felice Besostri, avvocato già due volte vittorioso davanti ai giudici delle leggi contro i sistemi elettorali incostituzionali, Porcellum e Italicum.

È pronto infatti un modello di reclamo con diversi argomenti prestampati per cui l’elettore può segnalare la sua protesta contro il Rosatellum: le liste bloccate che non consentono la scelta, il divieto di voto disgiunto, il fatto che alcune liste siano state discriminate avendo dovuto raccogliere le firme. C’è anche uno spazio bianco per aggiungere altri motivi, volendo. Quando si va a votare – in teoria anche quando si va al seggio ma non si vuole votare segnalando la propria astensione (è un po’ più difficile) – l’elettore può consegnare al presidente il modulo riempito con i propri dati e firmato. Il presidente o il segretario saranno indubbiamente un po’ sorpresi ma devono accoglierlo per una precisa disposizione di legge. L’articolo 74 del testo unico delle leggi per l’elezione della camera dei deputati dice infatti che «nel verbale deve farsi menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati». Questi reclami arriveranno alle giunte parlamentari per le elezioni, dice infatti ancora la stessa legge all’articolo 87 che la camera «pronuncia giudizio definitivo sulle contestazioni, le proteste e, in generale, su tutti i reclami presentati agli Uffici delle singole sezioni elettorali». Quello che è previsto per la camera vale anche per il senato e il tentativo è quello di convincere le giunte a non convalidare l’elezione di uno o più candidati e sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale.

C’è anche un precedente, del 2009. Allora furono alcuni elettori di Roma a presentare un reclamo simile contro il Porcellum e i reclami arrivarono alla giunta della camera, che però decise di respingerli perché non riguardavano voti espressi (gli elettori avevano restituito le schede senza deporle nelle urne) e decise di non sollevare i quesiti di costituzionalità davanti alla Corte costituzionale. Il Porcellum arrivò ugualmente, com’è noto, davanti ai giudici della Consulta, ma quattro anni dopo e fu bocciato. Ci arrivò passando dal tribunale ordinario e poi dalla Cassazione.

Dopo le elezioni Besostri tenterà anche questa vecchia strada, con nuovi ricorsi contro questa legge elettorale che è diventata all’improvviso impopolare. Anzi, ci ha già tentato assieme ad altri avvocati in almeno sei tribunali, finora invano. Ma intanto spera nell’aiuto di qualche elettore nei seggi, i moduli si trovano qui.

http://www.libertaegiustizia.it/2022/09/21/politiche-2022rosatellum-incostituzionale-si-puo-dire-anche-al-seggio/

POLITICHE 2022/L’IMMATURITÀ DELLA DEMOCRAZIA. - GUSTAVO ZAGREBELSKY

 

In nessuna “democrazia matura” c’è stato, o c’è, un turbinio di leggi elettorali come in Italia. Ma, l’Italia è una democrazia matura? Se la maturità è il tempo della stabilità, della consapevolezza di sé, della fiducia che abbiamo in noi stessi e ispiriamo negli altri, dell’affidabilità e della serietà, c’è da dubitare. Le riforme elettorali, talora in prossimità delle elezioni, perfino imposte con il voto di fiducia di chi è momentaneamente al governo per restarci, sono segno di smarrimento della bussola o tentativi di truccare i risultati a proprio favore. Furbizie, non istituzioni.

In meno di venticinque anni, a partire dai referendum del 1991 e del 1993 contro “la proporzionale”, abbiamo avuto vari sistemi elettorali strampalati di cui ci facciamo beffe perfino nel gergo: mattarellum, porcellum, italicum (dichiarato incostituzionale prima ancora d’avere la possibilità d’essere applicato), rosatellum, salvo poi, in fine, da parte di molti che si erano dati da fare, auspicare il ritorno al punto di partenza: la proporzionale!

Il paradosso è che coloro che si sono prodigati, l’hanno sempre fatto, per l’appunto, con l’intento di farci ‘maturare’: cittadino-arbitro, scettro al principe, democrazia dell’alternanza e decidente, bipolarismo, governabilità e altre parole d’ordine piene di nobili intenzioni, guarnite dai suggerimenti tecnici degli esperti, volta a volta infatuati da questa o quella “esperienza” raccolta in giro per il mondo, dal Regno Unito a San Marino, passando per la Germania, la Francia e la Spagna, oppure compiaciuti per avere escogitato qualcosa di propriamente italiano che tutta Europa ci avrebbe invidiato.

E ora, attendendo il 25 settembre, tratteniamo il respiro: non perché tutti gli esperti di umori elettorali prevedono la vittoria di una parte che può piacere più, meno o nulla. Questi sono giudizi politici. Ma perché si prospetta l’eventualità che una coalizione elettorale, stimata intorno al 45 per cento dei votanti, in presenza di un altro 45 per cento di astenuti – dunque una esigua minoranza del totale ottenga in parlamento un numero di seggi abnorme che le permetterebbe di fare qualsiasi cosa, anche di cambiare da sola, volendo, la Costituzione.

La legge elettorale vigente (a differenza di quelle precedenti) non parla di “premi di maggioranza”; tuttavia consente una tale distorsione della rappresentanza da fare impallidire le leggi precedenti che li prevedevano. Questa legge non è piovuta dal cielo ma è stata imposta addirittura con voti di fiducia, ed è comprensibile che venga ora la l’allarme da parte di chi l’ha ereditata per evitare o limitare un disastro democratico (ma è meno comprensibile se proviene da coloro che ne hanno determinato le premesse).

Dicono: votate per noi se, quel guaio che si prospetta a causa della legge che noi stessi abbiamo fatto, volete evitarlo. Abbiamo stabilito che tanti seggi siano attribuiti ai candidati che prevalgono anche solo per un voto in ciascun collegio e non immaginavamo ciò che ora le previsioni mettono davanti agli occhi: che quasi tutti, così, saranno appannaggio di candidati del raggruppamento avverso. Siamo pifferi di montagna venuti per suonare e rischiamo d’essere suonati.

Non basta. La legge con la quale voteremo è conforme alla Costituzione? La Corte costituzionale si è pronunciata più volte sulla genuinità e libertà dell’esercizio del diritto di voto, caposaldo di democrazia. Ora, la legge che abbiamo è un ibrido o meglio, un mostro, un ircocervo in parte capro e in parte cervo. Mette insieme due logiche antitetiche. È maggioritaria per 1/3 e proporzionale per 2/3. Sebbene dal 1993 con diversi dosaggi sia stato così, ciò non impedisce di vedere che il mostro ha due teste che pensano l’una all’opposto dell’altra. La testa maggioritaria dice agli elettori: a chi farete prevalere sugli altri, anche per pochi voti, darò la vittoria e agli altri toccherà la sconfitta.

La testa proporzionale, invece, non promette vittorie, né minaccia sconfitte, ma dice benevolmente: otterrete in seggi quanto avrete ottenuto in voti, sia pure in miniatura. Sono due concezioni politiche che hanno, ciascuna, una loro logica, ma sono logiche che si escludono, non si sommano.

Non si può volere vittoria e sconfitta e, al tempo stesso, né vittorie né sconfitte ma “a ciascuno il suo”. Sono in gioco due alternativi atteggiamenti psicologici degli eletti e, prima ancora, degli elettori. L’elettore consapevole del meccanismo duplice che è chiamato a far funzionare si trova facilmente nel dubbio: voto per “vincere” o voto per “rappresentare”? Questo elettore resta poi sbalordito quando viene a sapere che, sebbene gli si chieda di partecipare a due consultazioni, l’una per la quota maggioritaria e l’altra per quella proporzionale, gli si dà in mano un solo voto che vale per l’una e per l’altra parte.

Un voto che vale due: se scegli una lista per la parte proporzionale ciò vale automaticamente per il candidato per la parte maggioritaria, e viceversa. In breve: i partiti manipolano il 50 per cento della libertà del tuo voto e lo fanno per assicurarsi i posti per i candidati che interessa a loro che siano eletti. La sacrosanta libertà elettorale è così platealmente violata. L’elettore consapevole avverte d’essere strumentalizzato. Tanto più, poi, in quanto nella quota proporzionale si presentano “liste bloccate” e l’elettore non può fare scelte di preferenza tra i candidati. In sostanza, crede di essere libero ma, in buona parte, è un prigioniero di scelte altrui: se gli piace un certo candidato nella quota maggioritaria, il suo voto trascina la lista nella quota proporzionale, anche se non gli piace affatto; se gli piace la lista proporzionale, il suo voto trascina il candidato nella quota maggioritaria, anche se ne farebbe volentieri a meno. In più, non può far valere alcuna scelta sulla quota proporzionale perché i candidati sono predisposti in un ordine ch’ egli non può modificare.

I partiti già non godono di molto credito, ma possiamo pensare che un sistema elettorale come questo li avvicini ai cittadini, come dovrebbe accadere in ogni occasione in cui li si convoca al voto, e non invece li allontani? Le leggi elettorali non dovrebbero essere fatte per i partiti e per i candidati, ma per i cittadini. In Italia, da troppi anni non è così. Dovrebbero, più di tutte le altre, essere stabili e semplici. Invece, quando ci si riesce, le si cambia in prossimità delle elezioni e si guarda ai vantaggi che si spera di trarne nell’immediato. Dovrebbero essere ispirate a un solo e chiaro principio fondamentale di giustizia elettorale nel quale l’elettore possa capirci qualcosa. Le leggi elettorali dovrebbero essere le più istituzionali tra tutte le leggi ordinarie, ed invece sono tra le più occasionali.

Riprendiamo dall’inizio, dal bisogno di maturità della nostra democrazia. Gli “statisti” dimostrerebbero d’essere tali se non si facessero travolgere dagli argomenti di convenienza, e i “costituzionalisti” dimostrerebbero d’essere tali se non si facessero coinvolgere, con le loro competenze, nelle croci e nelle delizie di politici che statisti non sono.

http://www.libertaegiustizia.it/2022/09/19/politiche-2022limmaturita-della-democrazia/

venerdì 23 settembre 2022

Così il virus dell’herpes può sconfiggere il cancro: i risultati promettenti nello studio clinico in fase iniziale.

 

Nonostante i test sull’uomo siano cominciati da poco i tassi di risposta sono eccezionalmente positivi. 

Arriva dal Regno Unito la notizia di nuovo tipo di terapia contro il cancro. Quest’ultima si avvarrebbe di una forma indebolita del virus dell’herpes labiale, l’herpes simplex, per infettare e distruggere le cellule dannose. Nonostante saranno necessari studi più ampi e più lunghi, la Bbc parla di risultati molto promettenti nei primi test sull’uomo: il cancro di un paziente è scomparso, mentre altri hanno visto i loro tumori ridursi. Il 39enne Krzysztof Wojkowski, a cui nel 2017 era stato diagnosticato un cancro alle ghiandole salivari, ha per esempio deciso di prendere parte allo studio di fase uno sulla sicurezza in corso, condotto dall’Institute of Cancer Research presso il Royal Marsden NHS Foundation Trust. Un breve ciclo di terapia del virus, a base di iniezioni ogni due settimane, sembra aver eliminato il suo cancro.

Risultati promettenti.

Le iniezioni, praticate direttamente nel tumore, agirebbero in due modi: invadendo le cellule cancerose e facendole scoppiare, e attivando parallelamente il sistema immunitario. Circa 40 pazienti hanno provato il trattamento come parte dello studio. Ad alcuni è stata somministrata l’iniezione del virus, chiamata RP2, da sola. Altri hanno anche ricevuto un altro farmaco antitumorale, chiamato nivolumab. I risultati mostrano che 3 pazienti su 9 trattati solo con RP2, incluso Krzysztof, hanno visto i loro tumori ridursi. Anche sette su 30 che avevano ricevuto un trattamento combinato sembravano trarne beneficio. Gli effetti collaterali, come la stanchezza, sono stati generalmente lievi. «È raro vedere tassi di risposta così buoni negli studi clinici in fase iniziale», ha dichiarato il professor Kevin Harrington, a capo della ricerca.

https://www.open.online/2022/09/23/regno-unito-studio-herpes-cancro/

giovedì 22 settembre 2022

Ma il cielo è sempre più blu. - Mino Reitano

 


Chi vive in baracca, chi suda il salario
Chi ama l'amore e i sogni di gloria
Chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio
Chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo
Chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno
Chi ama la zia, chi va a Porta Pia
Chi trova scontato, chi come ha trovato
Na na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu
Ma il cielo è sempre più blu
Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo
Chi gioca coi fili chi ha fatto l'indiano
Chi fa il contadino, chi spazza i cortili
Chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia
Na na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu
Il cielo è sempre più blu
Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca
Chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori
Chi legge la mano, chi regna sovrano
Chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
Chi gli manca la casa, chi vive da solo
Chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
Chi vive in Calabria, chi vive d'amore
Chi ha fatto la guerra, chi prende il sessanta
Chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
Na na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu
Il cielo è sempre più blu
(Ma il cielo è sempre più blu)
Chi è assicurato, chi è stato multato
Chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia
Chi è morto di invidia o di gelosia
Chi ha torto o ragione, chi è Napoleone
Chi grida "al ladro!", chi ha l'antifurto
Chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri
Chi reagisce d'istinto, chi ha perso, chi ha vinto
Chi mangia una volta, chi vuole l'aumento
Chi cambia la barca, felice e contento
Chi come ha trovato, chi tutto sommato
Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo
Chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo
Chi è stato multato, chi odia i terroni
Chi canta Prévert, chi copia Baglioni
Chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
Chi è morto d'invidia o di gelosia
Chi legge la mano, chi vende amuleti
Chi scrive poesie, chi tira le reti
Chi mangia patate, chi beve un bicchiere
Chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
Na na na na na na na na na na


domenica 18 settembre 2022

Impianto fotovoltaico, è questa la durata media dei pannelli. - Paola Ferraro

 

Gli impianti fotovoltaici sono un’importante innovazione tecnologica ormai consolidata, ma quale è la loro durata nel tempo? Andiamo a scoprirlo.

Impianto fotovoltaico è sinonimo di risparmio energetico e di energia pulita. Si è rivelato una delle risposte più significative ai problemi contestuali al nostro ultimo periodo storico relativi all’aumento indiscriminato dei prezzi di luce e gas. Mentre rispondeva già da tempo al problema annoso della salute del nostro pianeta.

Non essendo una completa novità nel panorama delle energie rinnovabili, il fotovoltaico ora inizia ad avere qualche anno ed è lecito farsi qualche domanda rispetto alla sua durata di efficienza nel tempo. Alcuni impianti sono stati installati anche un paio di decenni fa e funzionano a pieno regime continuativamente. Quale è il loro ciclo di vita?

Che l’installazione di un impianto fotovoltaico consenta di ottenere notevoli risparmi sui costi energetici è un dato di fatto incontrovertibile. Anche se è necessario attendere i tempi per ammortizzare l’investimento iniziale, ormai molto più contenuto, ma sempre cospicuo. L’altro aspetto da valutare attentamente è la durata dei pannelli solari rispetto al loro utilizzo.

In media un sistema fotovoltaico è garantito per una durata di circa 25 anni. Longevità superiore dunque a qualsiasi altro tipo di generatore di energia rinnovabile e non. Ciclo di vita importante che rende davvero conveniente l’installazione di questi straordinari gioielli del panorama delle energie rinnovabili.

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La lunga durata consente l’ammortamento dei costi sostenuti inizialmente per la posa, senza contare i benefici per l’ambiente. Il contributo che si pone in essere si inserisce nel circolo virtuoso della produzione di energia pulita e perché no nel rendersi totalmente indipendenti dai fornitori.

Gli esempi di longevità di impianti fotovoltaici sono numerosi. Il primo è stato quello installato sull’isola di Vulcano alle Eolie. L’impianto di circa 30 anni fa è ancora attivo con un rendimento soddisfacente per il fabbisogno elettrico dell’isola. La produzione energetica aveva avuto un calo del solo 6% dopo i primi 20 anni di vita a pieno regime.

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Occorre fare una precisazione quando ci riferiamo alla durata dei pannelli con il termine “vita utile”. Poichè la durata di produzione di energia per i pannelli è notevolmente lunga, ma bisogna tenere conto in modo specifico del periodo in cui è conveniente il sistema lasciato in funzione. Vale a dire l’arco temporale in cui energia prodotta e risparmio collegato coprono i costi di esercizio e manutenzione.

La manutenzione è importantissima per la corretta funzionalità dei pannelli fotovoltaici. La pulizia periodica dalla sporcizia e dalle polveri sottili che inevitabilmente si depositano sui moduli è raccomandata per salvaguardare efficienza e ridurre il deterioramento, garantendo la durata nel tempo ottimale.

https://www.orizzontenergia.it/2022/09/15/impianto-fotovoltaico-durata-media-pannelli/

Attentato contro i separatisti nel Lugansk, bomba sulla procura: uccisi il procuratore generale e la sua vice. - Michela Morsa

 

Leonid Psechnik, capo dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk, ha accusato Kiev di aver organizzato l’attacco: «È uno Stato terrorista»

 L’edificio della procura generale dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk, nella regione filorussa del Donbass, è stato colpito da una bomba. Secondo quanto si apprende dalle agenzie russe Interfax e Tass, l’esplosione sarebbe avvenuta proprio in prossimità o all’interno dell’ufficio del procuratore generale Sergei Gorenko, rimasto ucciso insieme alla sua vice Yekaterina Steglenko. L’attacco, secondo la milizia della Rpl citata da alcuni canali Telegram, sarebbe avvenuto nella tarda mattinata ora locale. I danni all’edificio, situato nel centro della città, sono visibili al livello del terzo piano. Il personale è stato evacuato. I funzionari del ministero delle Emergenze, la polizia e gli artificieri stanno lavorando sul posto. Lo riporta la Tass. Leonid Psechnik, capo dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, ha accusato Kiev di avere organizzato l’attentato dinamitardo. L’attacco, ha detto sul suo canale Telegram, «prova che l’Ucraina, sotto la guida dell’attuale leadership, è uno Stato terrorista».

https://www.open.online/2022/09/16/ucraina-donbass-lugansk-bomba-procura/