Legge elettorale. C’è un modulo pronto che si può scaricare e stampare. Gli elettori possono presentare un reclamo contro il sistema di voto che non lascia liberi di scegliere. Presidente e segretario devono raccogliere le loro proteste che arriveranno alle giunte parlamentari. E, spera l’avvocato Besostri, alla Corte Costituzionale.
Non vi piace la legge elettorale? Pensate che il Rosatellum sia persino incostituzionale? Adesso siete in discreta compagnia, visto che più di un partito – anche tra quelli che questa legge hanno voluto, votato e imposto con la fiducia – ultimamente la trova pessima. Ma forse non sapete che c’è la possibilità di reclamare formalmente contro il Rosatellum, nel momento in cui si va al seggio a votare. Come fare lo spiega – naturalmente – Felice Besostri, avvocato già due volte vittorioso davanti ai giudici delle leggi contro i sistemi elettorali incostituzionali, Porcellum e Italicum.
È pronto infatti un modello di reclamo con diversi argomenti prestampati per cui l’elettore può segnalare la sua protesta contro il Rosatellum: le liste bloccate che non consentono la scelta, il divieto di voto disgiunto, il fatto che alcune liste siano state discriminate avendo dovuto raccogliere le firme. C’è anche uno spazio bianco per aggiungere altri motivi, volendo. Quando si va a votare – in teoria anche quando si va al seggio ma non si vuole votare segnalando la propria astensione (è un po’ più difficile) – l’elettore può consegnare al presidente il modulo riempito con i propri dati e firmato. Il presidente o il segretario saranno indubbiamente un po’ sorpresi ma devono accoglierlo per una precisa disposizione di legge. L’articolo 74 del testo unico delle leggi per l’elezione della camera dei deputati dice infatti che «nel verbale deve farsi menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati». Questi reclami arriveranno alle giunte parlamentari per le elezioni, dice infatti ancora la stessa legge all’articolo 87 che la camera «pronuncia giudizio definitivo sulle contestazioni, le proteste e, in generale, su tutti i reclami presentati agli Uffici delle singole sezioni elettorali». Quello che è previsto per la camera vale anche per il senato e il tentativo è quello di convincere le giunte a non convalidare l’elezione di uno o più candidati e sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale.
C’è anche un precedente, del 2009. Allora furono alcuni elettori di Roma a presentare un reclamo simile contro il Porcellum e i reclami arrivarono alla giunta della camera, che però decise di respingerli perché non riguardavano voti espressi (gli elettori avevano restituito le schede senza deporle nelle urne) e decise di non sollevare i quesiti di costituzionalità davanti alla Corte costituzionale. Il Porcellum arrivò ugualmente, com’è noto, davanti ai giudici della Consulta, ma quattro anni dopo e fu bocciato. Ci arrivò passando dal tribunale ordinario e poi dalla Cassazione.
Dopo le elezioni Besostri tenterà anche questa vecchia strada, con nuovi ricorsi contro questa legge elettorale che è diventata all’improvviso impopolare. Anzi, ci ha già tentato assieme ad altri avvocati in almeno sei tribunali, finora invano. Ma intanto spera nell’aiuto di qualche elettore nei seggi, i moduli si trovano qui.
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