domenica 2 luglio 2023

In Gabon Il reattore nucleare vecchio due miliardi di anni.

 

Il reattore nucleare vecchio due miliardi di anni

Lo chiamavano il ‘mostro atomico‘. In tutto il pianeta non è mai esistito un generatore di energia così grande e così efficiente: pareti ad angolo inclinato, isolamento per i residui nucleari e il miglior sistema di raffreddamento che l’ingegneria abbia mai potuto sviluppare. Ma questo reattore nucleare è vecchio di due miliardi di anni.

Il reattore nucleare della Repubblica del Gabon ha una struttura talmente ben progettata che avrebbe potuto funzionare per sempre. C’è chi dice che sia appartenuto a un’antica civiltà super avanzata, citando la suggestiva teoria che vede la storia umana come un susseguirsi di estinzioni di massa e ritorno della civiltà. Dopo il periodo della ‘grande distruzione’, molte civiltà successive avrebbero provato ad approfittare dei resti del ‘mostro’, per ritornare ai tempi di gloria.

Nel corso degli anni, la struttura del reattore originale potrebbe essere divenuta troppo traballante e il sistema di riciclaggio dell’uranio potrebbe aver smesso di funzionare. Alla fine, con il passare dei millenni, le pareti e i canali di raffreddamento, arrugginiti, avrebbero finito per confondersi con la montagna che un tempo li aveva ospitati. Miliardi di anni dopo, l’unico resto di quel possibile sito ‘tecnologico’ era l’uranio impoverito: il resto del reattore era irriconoscibile.

Questo scenario fittizio potrebbe non esser molto lontano da quello reale, se teniamo in considerazione che per molti scienziati l’esistenza del ‘reattore nucleare del Gabon’ ‒ un gigantesco deposito di uranio scoperto in Africa nei primi anni 70 ‒ è un fenomeno che non si sarebbe mai potuto verificare naturalmente. Con un’età approssimativa di due miliardi di anni, le miniere di Oklo, nella Repubblica del Gabon, sono state scoperte quando i tecnici di una società francese si sono accorti che l’uranio del luogo era già stato estratto e utilizzato.

Dopo aver analizzato i campioni della miniera, i tecnici della Centrale Nucleare di Tricastin si sono resi conto che il minerale non poteva essere utilizzato a fini industriali. Sospettando una possibile frode da parte della società che lo esportava, i responsabili della centrale di Tricastin hanno deciso di indagare sul motivo per cui, mentre i normali campioni di uranio possedevano circa lo 0,7 per cento di materiale utilizzabile, quelli di Oklo ne avevano solo lo 0,3 per cento. Una volta confermato che il materiale era quel che rimaneva di una vecchia reazione nucleare, i ricercatori di tutto il mondo sono accorsi sul luogo per studiare il fenomeno.

Dopo approfondite analisi chimiche e geologiche, la comunità scientifica arriva a una sorprendente conclusione unanime: la miniera di uranio del Gabon era stata un reattore di 35 mila chilometri quadrati, entrato in funzione 2 miliardi di anni fa e rimasta funzionante per 500 mila anni.

Queste enormi cifre hanno spinto molti specialisti a impegnarsi per trovare una spiegazione plausibile. Ma ancora oggi il caso del Gabon suscita gli stessi e scomodi interrogativi di quaranta anni fa. Cosa o chi aveva usato il nucleare prima che qualsiasi civiltà mettesse piede sulla Terra? Come riuscirono a progettare un complesso di reattori così grandi? Come hanno potuto mantenerlo in funzione per cosi tanto tempo?

LA SPIEGAZIONE IMPROBABILE

Nel tentativo di spiegare l’origine del reattore, gli scienziati si sono rivolti a una vecchia teoria del chimico giapponese Kazuo Kuroda, che anni prima era stato ridicolizzato dopo averla divulgata.

Kuroda aveva sostenuto che una reazione nucleare potesse aver luogo anche senza l’intervento dell’uomo, se esistevano in natura un certo numero di condizioni essenziali: un deposito di uranio della giusta dimensione, un minerale con un’alta percentuale di uranio fissile, un elemento che agisse come moderatore, e l’assenza di particelle disciolte, poiché ostacolano la reazione.

Nonostante ben tre di queste condizioni fossero altamente improbabili, ancora più difficile da spiegare era come una reazione nucleare naturale potesse essersi mantenuta in equilibrio senza che il nucleo di uranio scomparisse o si fondesse durante un periodo stimato di 500 mila anni. Per questo motivo, gli scienziati hanno aggiunto all’ipotesi di Kuroda un ultimo fattore: un sistema geologico casuale che permetteva l’entrata di acqua nei depositi e l’uscita del vapore di reazione.

Si stima che milioni di anni fa, la percentuale di uranio fissile presente in natura fosse molto più alta (circa il 3 per cento del minerale), un fatto chiave perché la supposta reazione potesse avvenire. In base a questo fattore, gli scienziati proposero che ogni tre ore i depositi di uranio potevano essersi attivati spontaneamente quando venivano inondati dall’acqua filtrata dalle fessure, generando calore e raffreddandosi, quando l’acqua, che funzionava da moderatore, evaporava completamente.

Tuttavia, secondo la teoria di Kuroda, l’acqua doveva avere una buona percentuale di deuterio (acqua pesante), e doveva essere priva di qualsiasi particella che potesse impedire ai neutroni di innescare la reazione. Poteva l’acqua filtrata dalla rocce avere caratteristiche così eccezionali? Potrebbe esistere in natura un liquido che anche oggi richiede un così elaborato processo produttivo?

INGEGNERIA ESTREMA

Dopo una serie di analisi geologiche, i ricercatori hanno scoperto che il reattore di Oklo conservava ancora un’ultima sorpresa: i ‘depositi’ dei rifiuti erano disposti in una maniera tale da far rilevare ancora radioattività nella miniera, nonostante fossero passati milioni di anni. Infatti, è stato stimato che l’impatto termico di quei reattori a Oklo non superasse il raggio d’azione di 40 metri. Gli scienziati riconoscono l’impossibilità di emulare un sistema di smaltimento così efficiente, e il reattore ancora viene studiato al fine di progettare nuove tecnologie basate sulla sua struttura.

In poche parole, il reattore gigante nel Gabon era progettato meglio di qualsiasi altro reattore moderno.

Pertanto, anche se la teoria dei ‘reattori naturali’ è oggi la più diffusa a livello accademico, sul sito di Oklo molte domande devono ancora ricevere una risposta. Perché l’uranio è stato rinvenuto in depositi ben definiti e non sparsi in tutto il territorio? Può una reazione avvenire spontaneamente e in forma indipendente in venti luoghi distinti di tutto il giacimento? Perché questo fenomeno è accaduto esclusivamente in Africa e non anche in altre parti del mondo? Possono le pareti di una miniera formare casualmente un disegno tale che non permetta alla radioattività di fuoriuscire? Ma soprattutto, che cosa è accaduto esattamente in Gabon due miliardi di anni fa?

https://www.universo7p.it/in-gabon-il-reattore-nucleare-vecchio-due-miliardi-di-anni/misteri/?fbclid=IwAR1vD4w35BzPOHQSg2t0qq5FhvY2fjAJKZ7iN30yw93vtxthIJq2gFBWdag

Ma che ti aspetti da Sgarbi? - Massimo Erbetti

 

“Conta delle donne” e volgarità: Sgarbi-show con Morgan sul palco del Maxxi e i dipendenti del museo protestano con il direttore Giuli
(F. Q. 1 luglio 2023)

Sgarbi al Maxxi fra volgarità e parolacce, dipendenti in rivolta
(ANSA 1 luglio 2023)

Eh no! Adesso basta, perché se Sgarbi e come lui, tanti altri, si possono permettere di dire e fare quello che vogliono…anzi se è proprio quello che dicono e fanno a dargli tanto potere e successo…è anche perché noi li tolleriamo per quello che sono.

"e vabbè, ma che ti aspetti da Sgarbi?"... "il solito Sgarbi"..."ma chi Sgarbi?"...eh no cari miei, la colpa è nostra…ci abituiamo, ci adattiamo, tolleriamo, sopportiamo in silenzio, subiamo, ingoiamo…siamo ormai rassegnati, permettiamo, accettiamo… consentiamo che tutto ciò accada, e alla fine perdoniamo…lasciamo correre…siamo addirittura indulgenti…ma si dai…cosa ti aspetti da uno così…

E intanto "uno così" può permettersi di tutto e ogni volta si permette di più…e alza il tiro…e stuzzica…e alza la voce…e insulta…e sproloquia…e noi? "e vabbè ma è Sgarbi"...e allora? E chissenefrega se è il solito Sgarbi…indignamoci, alziamo la voce…quando lo vediamo cambiamo canale…

E invece no, non lo facciamo…siamo presi dal voyerismo…ci piace guardarlo…come se tutto ciò ci provocasse un certo eccitamento…lo guardiamo per vedere "cosa farà stavolta"...e lui ci accontenta…ogni volta si spinge oltre…ogni volta stupisce…e noi ogni volta diciamo la stessa identica cosa "e vabbè ma è Sgarbi".

Sembra quasi che non voglia deluderci…e se proviamo a criticarlo, lui gira la frittata…attacca chi lo attacca…cone se fosse in diritto di farlo…e forse diciamocelo francamente lo è proprio perché noi da lui ce lo aspettiamo…anche perché se non lo facesse, non sarebbe Sgarbi, no?

Il problema è culturale…da una parte ci scandalizzano e dall'altra ci piace poter criticare, ma senza far nulla di concreto affinché tutto questo finisca…beh ma cosa ci aspettiamo da una società in cui tutto è concesso? Anzi dove più si va oltre e più si è "qualcuno"?

I modelli da seguire sono sempre peggiori…urla, insulti, provocazioni…senza di loro sei il nulla cosmico…per aver ragione devi aggridire il tuo interlocutore…se non gli urli in faccia hai perso…se non provochi nessuno parlerà di te…e se non parlano di te, non sei niente.

"oh c'è quel folle che dice che la terra è piatta…andiamo a sentire che dice"...e il folle diventa famoso…mentre chi veramente dovrebbe esserlo, non lo diventerà mai.

Non consideriamo più il merito…non serve…basta sconvolgere…non serve più informarsi, conoscere…perché poi alla fine fama e ricchezza arrivano da altro.

Ma che ti aspetti da Sgarbi?...Beh da lui non mi aspetto niente…mi aspetterei molto da noi…ma noi siamo quelli che hanno creato il fenomeno Sgarbi…e il problema è proprio questo.

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sabato 1 luglio 2023

Un mio caro amico mi chiede se io abbia o meno informazioni relative al fallimento economico della Russia. - Giuseppe Salamone

 

Sinceramente mi trovo spiazzato e non saprei cosa rispondere visto che da oltre un anno a questa parte economisti, intelletuali e politici affetti da atlantismo complusivo, ci dicono che anche oggi Mosca fallirà domani o al massimo entro due giorni. Però posso rispondere con uno studio fresco fresco effettuato e pubblicato da AstraRicerche. Questo studio dice che il 50% degli italiani ha serie difficoltà nel fare la spesa. Il rincaro dei prezzi energetici e l'inflazione hanno duramente colpito la capacità economica degli italiani mettendoli spalle al muro.
Qui non parliamo di non potersi permettere le scarpe griffate o l'ultimo modello di smartphone, qui si parla di problemi nel fare la spesa per poter mettere assieme il pranzo con la cena. Immaginatevi anche cosa succede quando qualcuno che ha questo tipo di problema, deve affrontare una spesa imprevista importante tipo la rottura della caldaia, un guasto all'auto che serve per andare a lavoro, una visita medica importante o deve recarsi in cartoleria per comprare il materiale scolastico per i propri figli.
Immaginatevi anche cose succede a chi ha un mutuo a tasso variabile, non sapere di quanto aumenterà la rata nei mesi a venire a causa del rialzo dei tassi. Tutto questo è figlio sempre della stessa cosa, ovvero una politica guerrafondaia che sta affamando interi popoli al solo scopo di compiacere i burattinai che hanno investito sulla distruzione economica e sociale del continente europeo. Non ci sono soldi per le spese sociali ma trovano miliardi per mandare armi al regime di Kiev. Non c'è volontà per aiutare la povera gente ma sono arrivati con dedizione all'undicesimo pacchetto di sanzioni suicide.
A fronte di tutto ciò, se ne fregano della fame dei popoli e continuano a cercare e trovare nemici da combattere. Se ne fregano di mettere la parola fine a un conflitto nel cuore dell'Europa e lavorano sodo per prolungarlo. La gente muore di fame e loro giocano alla guerra. L'importante che però ci siano i soldi per Zelensky, il quale, senza alcuna vergogna, continua a chiederci sempre più sacrifici. Come è senza vergogna la Von der Leyen che batte cassa ogni giorno per stanziare soldi da buttare sul campo di guerra.
E Come è senza vergogna Giorgia Meloni che davanti a tutto questo si piega senza pudore e rincara la dose eliminando i sussidi, tagliando sul welfare, sulla sanità e precarizzando il lavoro. Per lei, come le è stato imposto, i soldi servono per aumentare le spese militari e riempire le tasche del regime di Kiev. Questi sono i fatti, il resto è propaganda e anche di basso livello.

venerdì 30 giugno 2023

Un bassorilievo assiro mostra un subacqueo che respira da un otre gonfio d’aria. - Riccardo Bottazzo

 

https://www.dailynautica.com/rubriche/gli-urinatores-i-primi-subacquei-della-storia-e-gli-scherzi-di-cleopatra/attachment/un-subacqueo-assiro/

LA SCRITTURA ILLEGIBILE.

 

Nel 1886, l'archeologo britannico Arthur Evans, un esperto di civiltà dell’Egeo, iniziò a raccogliere frammenti di ceramica a Creta che erano coperti da una misteriosa scrittura scritta. Potete vedere uno di questi testi nella foto del post. Siamo del 2023 e nessuno è stato ancora in grado di tradurre questa scrittura.

Evans scoprì che questa scrittura faceva parte di un sistema lineare - distinto dai geroglifici pittorici dell'antico Egitto o dai testi cuneiformi della Mesopotamia - collegato alla civiltà minoica. Ricordiamo che la civiltà minoica “saltò letteralmente in aria” a causa dell’esplosione del mega-vulcano Santorini, o Thera, verso il 1.600 a.C.

Tra l’altro, sembra che alcuni “segni” delle Dieci Piaghe d’Egitto siano state dovute proprio a questa tremenda esplosione, una delle più grandi esplosioni vulcaniche della storia umana. (Ad esempio, il giorno che diventa notte a causa delle ceneri vulcaniche, la pioggia di lapilli incandescenti, il Nilo che diventa rosso a causa dello smottamento dei depositi di argilla, gli sciami di insetti e animali che fuggono, e via discorrendo, interpretati come “piaghe” dagli egiziani prima, e dagli ebrei dopo).

Cosa ci fosse prima che il vulcano Santorini distruggesse completamente questa civiltà, ancora non lo sappiamo. Sappiamo solo, dai resti ritrovati, che era una civiltà estremamente avanzata dal punto di vista culturale, forse addirittura più avanzata degli stessi egizi. Per questo alcuni studiosi fanno coincidere, almeno in parte, la civiltà minoica con Atlantide. Ma secondo Platone, la storia di Atlantide sarebbe più antica di migliaia di anni.

Man mano che scaviamo in giro per il mondo, si trovano sempre più segni di antiche civiltà spazzate via da enormi cataclismi. Sicuramente la civiltà micenea era fra queste.

Quali sono state le altre civiltà a scomparire?

L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

Puoi trovare una copia del libro a questo link
https://www.amazon.it/dp/B0BLYBDF69 

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Tentativi di negoziato: Kiev li rifiuta, la stampa li censura. - Giuseppe Salamone

 

Se la situazione fosse a parti invertite, avremmo stampa, politica e intellettuali da strapazzo indignati a reti unificate. Invece vige un silenzio tombale e la "censura democratica" occidentale continua a fare egregiamente il proprio lavoro.

C'è il cardinale Zuppi che per conto del Papa continua a fare la spola tra Kiev e Mosca. L'intento è quello di portare avanti una mediazione con lo scopo di una risoluzione diplomatica al conflitto. È un evento molto importante perché il Vaticano, non essendosi schierato, potrebbe seriamente avvicinare le due parti per raggiungere un risultato che converrebbe a tutti. La pace!

Evidentemente qualcuno da dietro le quinte continua a lavorare per sabotare ogni iniziativa che non preveda armi, esattamente come fatto per gli accordi di Istanbul stracciati senza pudore da Zelensky su ordini dei "buoni e democratici occidentali". A parte che queste visite da parte di Zuppi non ricevono la giusta attenzione e diffusione da parte della stampa, infatti sono relegate a eventi di second'ordine e nel peggiore dei casi sottoposte a censure, c'è anche da dire che le dichiarazioni delle parti in causa sono nette e non lasciano spazio a interpretazioni.

Andriy Yermak, capo ufficio presidenziale Ucraino è netto, lo dice senza giri di parole e senza un minimo di vergogna: "Non abbiamo bisogno di mediazioni". Questo succede perché si sentono forti del sostegno occidentale e quindi si arrogano il diritto di portare per le lunghe una guerra che sta sventrando l'Ucraina sia in termini materiali, economici che umani. Per loro evidentemente l'importante è che arrivino miliardi, alla fine al fronte ci mandano la carne da cannone, mica ci vanno loro. Dall'altra parte invece, Peskov che è il portavoce del Cremlino, si pronuncia dicendo che la Russia esprime "alto apprezzamento per le iniziative del Papa per la soluzione del conflitto".

Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro anche perché dovrebbe essere assai evidente chi apre al corso diplomatico e chi, nettamente, sbatte la porta. Poi ci vengono a dire che quelli che sbattono la porta vogliono la pace, mentre chi la porta la apre è a prescindere un brutto e cattivo che fa di tutto per non avviare dei seri negoziati. La situazione è abbastanza evidente; chi si ostina a voltarsi dall'altra parte e non vuole capirla o è in malafede, oppure ha veramente bisogno di un bravo medico. Che non sia Atlantista complusivo però...

T.me/GiuseppeSalamone 

www.osservatoriosullalegalita.org

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giovedì 29 giugno 2023

CHI È VERAMENTE FLAVIO BRIATORE? - Andrea Scanzi

 

L’Espresso se lo chiese in questo articolo del 2010 a firma Mauro Munafò. Briatore ha sempre negato tale ricostruzione, mentre gli autori del libro “Il signor Billionaire" hanno sempre confermato. Ognuno legga bene l’articolo, non poco inquietante, e faccia (civilmente) le sue valutazioni.
“Le vittorie in Formula 1, il matrimonio con la Gregoraci e i flirt con le top model, lo yatch da sogno e il Billionaire, la discoteca dei ricchi in Sardegna. Quando si parla di Flavio Briatore, sono queste le parole d'ordine della cronaca nazionale, gossippara e non. Eppure nel passato del manager di Cuneo ci sono zone d'ombra che stonano con la vita super-pubblica che conduce adesso.
Sono gli anni '70 e '80, passati tra Cuneo e Milano, in cui un giovane assicuratore inizia a costruire quello che poi sarà Mr Billionaire. E nella sua cerchia non mancano i personaggi discutibili, il gioco d'azzardo, le truffe, la latitanza all'estero e le morti sospette. Una scalata al successo partita dal basso e dalla provincia che non si legge però nella biografia ufficiale di Briatore, che a quegli anni dedica qualche riga generica e poco convincente.
A scavare nella vita del manager ci hanno pensato Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma, tre giovani giornalisti autori di "Il signor Billionaire; ascesa, segreti, misteri e coincidenze", appena pubblicato da Aliberti Editore. I tre sono partiti da una serie di articoli di Gianni Barbacetto del '99 per approfondire i misteri del passato di Briatore. Un lavoro fatto alla vecchia maniera, cercando tutti i vecchi soci, i vecchi amici, le fidanzate e i conoscenti del rampante Flavio. E trovandosi spesso davanti un muro di omertà e di consigli a lasciar perdere questa storia, di non chiedere oltre perché ci sono verità "che fanno morti e feriti".
La storia di Briatore sembra il sogno americano, coniugato però alla realtà italiana. Figlio di maestri elementari, si diploma geometra, fa l'assicuratore e apre un ristorante (il Tribula) che chiuderà dopo poco per debiti. Ma la svolta arriva nei primi anni '70, quando lavora con Attilio Dutto, un costruttore locale che rileva la Paramatti Vernici. Nel frattempo Briatore si occupa per alcuni casinò (gestiti dalla malavita) di portare clienti ai tavoli, intascandosi una parte delle loro perdite. Al giro lo introduce Ilario Legnaro che con il boss catanese Gaetano Corallo (vicino al clan Santapaola) si occupa proprio di questo. Tra i clienti portati ai casinò da Briatore c'è proprio Dutto che perderà parecchie decine di milioni nelle sale di Nizza e della Costa Azzurra.
Nel 1979 Attilio Dutto salta in aria con la sua auto: un delitto che non ha mai trovato un responsabile. Dalle testimonianze raccolte nel libro si configura però la mano della mafia. Pare inoltre che lo stesso Dutto volesse "rovinare" Briatore per le truffe che gli aveva giocato. Di sicuro con Dutto scompare anche un capitale stimato in almeno 30 miliardi di lire, che non si sa dove vanno a finire.
Con la fine degli anni '70 e la morte di Dutto, Briatore si trasferisce nella nascente 'Milano da bere', dove conosce la sua prima moglie (fino a oggi tenuta quasi nascosta) e frequenta la gente che conta del capoluogo meneghino, non ultimo Bettino Craxi. Organizza feste e si mette in affari con il conte Achille Caproni, della cui moglie è nel frattempo amante. Con l'amico Emilio Fede, secondo gli autori del libro, organizzerebbe truffe ai tavoli verdi, finché la polizia non lo scopre e lui deve fuggire a St.Thomas, nelle isole Vergini, con moglie al seguito.
Latitante e costretto a rimanere fuori dall'Italia fino all'amnistia del 1990, Briatore si consola nella sua vita da sogno alle isole Vergini e apre e gestisce una rete di negozi per Benetton, un locale notturno e una gelateria. Da lì ci saranno la Formula 1, i mondiali con Schumacher e...mister Billionaire. Il "self made man" di Verzuolo in provincia di Cuneo ormai ce l'ha fatta: è diventato qualcuno, è famoso nel mondo, ricco e invidiato.
"E' il personaggio simbolo di un'intera classe dirigente", spiega Andrea Sceresini, uno degli autori. "La sua immagine pubblica non risente affatto del suo passato. Molte di queste storie sono state scritte anche dai giornali negli anni '70 e '80 e basta una ricerca in archivio per tirarle fuori. I media però si limitano a riportare quello che dice lui e la sua versione della storia".
Una versione che da copione prevede poche righe di biografia ufficiale e qualche risposta evasiva a chi gli chiede conto del passato. Una storia tutta italiana”.

(da "L'Espresso" dell''8 novembre 2010: https://bit.ly/2EE1y0t)