di Marco Travaglio
da Signornò - l'Espresso in edicola.
da Signornò - l'Espresso in edicola.
Appena deflagrò lo scandalo delle ragazze a tassametro chez Berlusconi, si cominciò a scommettere su quale leader del Pd si sarebbe precipitato questa volta in soccorso del Cavaliere. Pochi, in ossequio al principio dell'alternanza, puntavano sul solito D'Alema, che già aveva dato tanto alla causa berlusconiana (i 20 milioni in nero presi da un imprenditore malavitoso, la 'merchant bank' del caso Telecom, la Bicamerale, le bombe sulla Serbia, il pellegrinaggio a Mediaset "grande risorsa del Paese", il ribaltone anti-Prodi). Invece, con una prontezza inversamente proporzionale alla fantasia, l'ottimo Max s'è confermato una garanzia. Per il centrodestra. La cena elettorale a Bari pagata dal pappone ufficiale di Palazzo Grazioli, Giampi Tarantini, e il viaggetto sulla di lui barca non sono paragonabili a quanto emerge sul conto del premier. Ma consentono agli house organ azzurri di intonare il 'così fan tutti'. E dire che era stato proprio il Tafazzi baffuto, con l'aria di chi la sa lunga, ad anticipare in tv lo scandalo barese con la famosa 'scossa'annunciata all'Annunziata.
Una mossa machiavellica, visto quel che si è scoperto dopo: una sorta di Bicamerale a ore, un giro di squillo che nei giorni pari prestavano servizio a casa Berlusconi e, in quelli dispari, in un appartamentino affittato dal dalemiano Sandro Frisullo, allora vicepresidente della giunta Vendola. Dopo giorni passati a negare ("Mai conosciuto Tarantini") e a insinuare ("È un'inchiesta di cui non si capisce granché"), quando s'è capito fin troppo, D'Alema ha dovuto ammettere che qualcosa nella sua regione non ha funzionato. Ma battendo il mea culpa sul petto altrui: di Frisullo e degli altri 'amici' beccati a "frequentare gli stessi amici di Berlusconi". Poi, alla festa della Giovine Italia, se n'è uscito con un imbarazzante sexy-calcolo: Berlusconi 18 incontri con 30 ragazze, noi molto meno. Cioè: lui è peggio di noi. Elettori in delirio.
Ora, la prima qualità di un leader è quella di sapersi scegliere i collaboratori. D'Alema ne azzecca pochini. Il suo braccio destro è Nicola Latorre, quello che passava i pizzini al berlusconiano Bocchino in diretta tv, quello sorpreso nel 2005 dai giudici di Milano a trescare al telefono non solo con Giovanni Consorte, ma anche con Stefano Ricucci, quello che il 4 agosto proclamava sul 'Corriere' "in Puglia nessuna questione morale". Un'altra celebre scoperta del talent scout di Gallipoli è Claudio Velardi, già portavoce a Palazzo Chigi, poi lobbista dai multiformi clienti, infine assessore di Bassolino e 'curatore dell'immagine' di Alfredo Romeo, arrestato per tangenti a Napoli. E l'assessore pugliese alla Sanità Alberto Ted
Nessun commento:
Posta un commento