mercoledì 18 maggio 2011

Camera, governo battuto cinque volte.



ALFANO: «SOLO UNA NORMALE RILASSATEZZA POST-VOTO». VOTO SUL BIOTESTAMENTO RINVIATO.


Sotto sulle mozioni di Fli, Pd ed Idv su cui aveva espresso parere negativo. Molti assenti tra i Responsabili


MILANO - Rientro amaro in Parlamento per il governo alla ripresa dei lavori parlamentari dopo le amministrative. Infatti la maggioranza è stata battuta in Aula alla Camera nel corso delle votazioni delle mozioni sulla situazione delle carceri. L'esecutivo è andato sotto cinque volte. Quattro al mattino sui documenti presentati da Fli, dal Pd e da Idv su cui aveva espresso parere negativo e che invece sono stati approvati dall'Assemblea di Montecitorio, poi sul testo, respinto, presentato dalla maggioranza su cui il parere era positivo. La quinta volta nel pomeriggio, sconfitto per tre voti su un ordine del giorno di Augusto Di Stanislao dell'Idv alla ratifica della Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo. Il testo, su cui c'era il no del governo, è passato con 267 sì e 264 no.

LE MOZIONI - In precedenza è passata in aula prima una mozione del Fli su cui il governo aveva dato parere contrario con 264 sì e 254 no. Poi in altre tre votazioni il governo è andato sotto. La prima su una parte della mozione del Pd, approvata nonostante l'esecutivo fosse contrario; la seconda sul una parte della mozione del Pdl, bocciata anche se il governo era favorevole; la terza su una parte della mozione dell'Idv, approvata con il no del governo. In questi ultimi tre casi l'opposizione si è imposta con uno scarto di almeno 12 voti. A questo punto l'esame in Aula alla Camera del disegno di legge sul biotestamento è stato rinviato a data da destinarsi. La Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha accolto l'orientamento della maggior parte dei gruppi, anche di opposizione, di rimandare la discussione certamente almeno a dopo i ballottaggi.

GLI ASSENTI - Intanto i Responsabili «delusi» si fanno sentire. È tra le file del neogruppo nato a sostegno del governo Berlusconi che si registrano le assenze più evidenti che hanno portato il governo ad andare sotto nella prima votazione a Montecitorio dopo la pausa elettorale. Oggetto del voto, le mozioni delle opposizioni sulle carceri, in particolare quella di Fli, nulla di grave dunque, ma nel gruppo di Scilipoti&co. gli assenti sono stati ben 12 su 29, tra i quali spiccano Francesco Pionati e Maria Grazia Siliquini che attendono ancora una nomina da sottosegretario. Assenti anche il neoministro Saverio Romano e Arturo Iannacone, il neoconsigliere economico del premier, Massimo Calearo e poi tra i neofiti della maggioranza si segnalano assenti anche Luca Barbareschi e Italo Tanoni. Non hanno partecipato al voto - che si è concluso con 264 sì per la mozione firmata dal finiano Della Vedova, e 254 no, 4 astenuti tra i quali i Pdl Luigi Vitali e Marcello De Angelis - anche 16 deputati del Pdl, tra i quali il vicecapogruppo Massimo Corsaro e Nicola Cosentino, e 2 dell'Mpa. Assenti anche due deputati della Lega.

ALFANO - Cerca di smorzare l'importanza dell'infortunio parlamentare il ministro della Giustizia, Angelino Alfano che definisce i quattro voti contrari al parere del governo sulle mozioni delle opposizioni sulle carceri un «normale ritardo post voto, normale rilassatezza post competizione elettorale». In riferimento alla materia Alfano ha poi osservato: «non si tratta di leggi ma di mozioni. Ho letto con attenzione il contenuto degli emendamenti e compatibilmente con le disponibilità di bilancio farò di tutto per adempiervi».

LE ALTRE REAZIONI - «Si vedono i primi effetti dello Tsunami di domenica e lunedì: dopo la botta elettorale la maggioranza evapora anche in Parlamento. Si capisce che tira una brutta aria dalle parti del centrodestra. Tira una brutta aria e lo si capisce dall'assenza in Aula dei sottosegretari dei cosiddetti Responsabili» afferma invece il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. «Maggioranza battuta al primo voto in aula dopo le elezioni... Non male» scrive il capogruppo alla Camera del Pd Dario Franceschini, su Twitter e Facebook. «Non c'è nessun motivo politico», risponde il vicepresidente dei deputati Pdl Massimo Corsaro. «C'è gente in giro, c'è gente distratta dalla campagna elettorale per i ballottaggi», minimizza Corsaro, conversando con i giornalisti.

http://www.corriere.it/politica/11_maggio_18/governo-battuto-camera_d1ce655e-8138-11e0-ab0f-f30ae62858c8.shtml


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