venerdì 15 maggio 2009

Dieci domande alle quali il premier non potrà mai rispondere.

http://temi.repubblica.it/repubblicaspeciale-dieci-domande-a-berlusconi/

Domande per le quali non si riceverenno risposte o, se si riceveranno, saranno facilmente contestabili come le tante risposte del passato.
L'homo premier ha recitato così tante bugie che comincia a perdere colpi, farfuglia, ripete incoerenze.
Forse la Veronica tanti torti non li ha quando dice che il pubblico consorte non gode di ottima salute........mentale!

Filippo Facci condannato per diffamazione.

Il giudice Geo Orlandini del Tribunale civile di Brescia ha condannato per diffamazione la Società europea di edizioni (proprietaria del quotidiano Il Giornale) Maurizio Belpietro (all’epoca direttore) e Filippo Facci (autore della diffamazione) a 50 mila euro di risarcimento nei confronti di Alfredo Robledo, Sostituto procuratore al Tribunale di Milano.Nella sentenza si legge che il giudice “accerta la natura diffamatoria ai danni del dott. Alfredo Robledo, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano, dell’articolo a firma di Filippo Facci dal titolo “Gli ultimi saranno gli ultimi” pubblicato in data 18/02/2006 sul quotidiano Il giornale”.
Filippo Facci dovrà pagare a titolo di riparazione pecuniaria ex art. 12 legge 47/48 10 mila euro e in solido “con i convenuti a rifondere le spese processuali per 9.500 euro, oltre al rimborso forfettario ex art. 15 ed accessori di legge.Il giudice obbliga che la sentenza sia pubblicata una volta a caratteri doppi del normale, sulla pagina de “Il giornale” che ospita la cronaca giudiziaria, nonché sui quotidiani “La Repubblica” e “Corriere della sera” entro 60 giorni dalla comunicazione con addebito ai convenuti predetti delle relative spese.”La sentenza è stata emessa il 20 febbraio scorso. Il Corriere l’ha pubblicata oggi 14 maggio a pagina 38.
Non so se quei soldi li pagherà di tasca propria Filippo Facci o per lui Paolo Berlusconi, proprietario del Giornale. Certo è che anche negli anni 2000 diffamare o calunniare, come recitava uno degli
11 princìpi del propagandista nazista Joseph Goebbels degli anni ‘30 “qualcosa resterà.”Filippo Facci è uno di quelli che ha le spalle al muro. Per i suoi padroni risarcire i calunniati e i diffamati come Antonio Di Pietro è comunque un investimento. Soprattutto in campagna elettorale perché quel “qualcosa che resterà” è proprio la confusione che l’italiano medio televisionaro e disinformato ha, nell’associare tutti i personaggi della politica sullo stesso piano. Votando spesso i partiti di Berlusconi.Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale citati nell’articolo diffamatorio di Facci su commissione, erano i pm che avevano chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari nei confronti di David Mills, quest’ultimo guarda caso, condannato a 4 anni e mezzo di galera. Unico corrotto della storia giudiziaria mondiale che paga senza corruttore (Silvio Berlusconi isolato dal lodo alfano). Filippo Facci, nel suo “appunto” in prima pagina a libro paga di Berlusconi, aveva dipinto i 2 magistrati tipi di cui non fidarsi. Pensa un po’ che bufala!
Del resto le
frasi diffamatorie di Filippo Facci ai danni di persone incensurate o comunque oneste non si contano più. Tanto per ricordarne alcune, Filippo Facci è quello che sulle prime pagine del Giornale ha recentemente dato dell’animoso coglione a Marco Travaglio, dell’eccentrico pederasta a Gianni Vattimo ed è colui che ha intimato ai redattori di Wikipedia di oscurare la sua pagina personale sotto la minaccia di denunce.
Evidentemente troppo onesto e coerente il Facci. Lo stesso che da giovane cronista d’assalto attaccava i politici disinvolti - per non dire ladri - sulle colonne di un giornale locale. Un talento venduto all’ortodossia craxiana che nei primi anni ‘90, spinto da opportunismo e voglia di emergere, lo trasformarono in confidente habitué del latitante socialista nella sua villa di Hammamet. La sua mossa vincente assieme al dare addosso al pool di Mani pulite e a tutta la magistratura, perché resero il Filippo Facci odierno con le mèche l’attendente ideale da traghettare nello spoils system del piduista.Vita, notorietà e guadagni da quegli anni cambiarono per Facci. Dalla fame alle diffamazioni. Che progresso!


http://www.danielemartinelli.it/2009/05/14/filippo-facci-condannato-per-diffamazione/

giovedì 14 maggio 2009

Dedicato ad Ed, un carissimo amico.

Mi sintonizzo con Beppe che fa Real Politik e conta quei pelini che le ideologie del mondo POLITICO hanno distrattamente dimenticato
Non siamo mai usciti dalla condizione di **Paese Liberato ma dipendente dalle Grandi Potenze e nessuna forza politica, Roma Docet, ha mai giocato pulito
Lo stesso TERMINE..politico, e' ripugnante e siamo di fronte ad una Casta Bizantina con privilegi Medioevali..comprata, affittata ed in mano a tutti quelli che si presentano con la BUSTONA..
Il popolo ha perso sonoramente nel dare fiducia ad un carrozzone a cui gente come il De Magistris ed altri, stanno dando meritati scossoni (non spallate alla Vile Nano..diede la spallata al Paese...e danni incalcolabili collo sfruttare il DISASTRO AMBIENTALE in Campania..Disastro che coll'accordo di tutti, venne usato per BECERI FINI ELETTORALI)
Credo si sia ad una svolta..e chi ha **partecipato** potra', come allora, cambiar colore alla camicia..dubito che ci riusciranno anche se la tentazione di chi tiene al GUINZAGLIO il Nano...e' forte
E grazie ad un comico, il Beppe...queste pentole di malaffare vengono fuori..come fu per Craxi allora..chi ha il potere di scrivere..si faccia sentire..assieme al mondo dello Spettacolo (ipnotizzato ed al guinzaglio)..in fondo c'e' gente pagata dal contribuente che SISTEMATICAMENTE DORME..o scrive orrori..od OMERTA
ci sono, a mio avviso CASTE e CASTEDa noi e' molto marcato l'aspetto feudale e bizantino che e' nella Storia del Paese, molto radicato, da prima dell'Unita' del Paese
C'e' un intero mondo semi-nascosto di FINTI conti, marchesi, caratteri con sette nomi (e sette passaporti...sempre pronti alla fuga)
Anche i Savoia vennero (dal NANO-MALEFICO) autorizzati a tornare in Italia...e dalla cloaca piu' profonda lanciano i loro strali pieni di veleno...anche in Rete
Ed . Commentatore certificato 20*03*09 21:51

Liberamente tratto dal blog di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2009/05/lo_strabismo_di_maroni.html

Posto anche alcuni link da tradurre, sempre forniti dall'amico Ed. relativi alle fonti energetiche alternative.
http://www.marineturbines.com/21/technology/32/seagen_video/
http://www.hammerfeststrom.com/content/view/45/72/lang,en/
http://www.lunarenergy.co.uk/

mercoledì 13 maggio 2009

Calogero Vizzini. - Storie siciliane.






Calogero Vizzini , soprannominato Don Calò, (Villalba, 24 luglio 1877Villalba, 12 luglio 1954) è stato un criminale italiano, boss della Mafia siciliana. È considerato un capo della mafia siciliana il cui agire si ricollega soprattutto al periodo dell'occupazione della Sicilia da parte delle truppe alleate.
Nacque a Villalba, in provincia di Caltanissetta. Il padre era un agricoltore mentre i suoi fratelli, Giovanni e Giuseppe, diventarono entrambi preti. Diversamente dai fratelli, Calogero non completò le elementari rimanendo un semi-analfabeta. Rimase a lungo sotto la protezione di Francesco Paolo Varsallona, considerato un uomo d'onore con qualche conto in sospeso con la giustizia. Quando Varsallona fu arrestato nel 1903, il giovane Calogero era già molto conosciuto "nel giro" e fu, dopo poco, condannato a 20 anni per frode, corruzione e diversi omicidi ma scagionato grazie all'intervento di alcuni amici che gli offrirono solidi alibi.
Nel
1931, durante il regime fascista, fu inviato lontano dalla Sicilia perché si sospettava avesse legami strettissimi con la mafia e fece ritorno nella sua terra solo nel 1937. Temuto da tutti, fu imposto come sindaco di Villalba dall'AMGOT, il governo militare statunitense dei territori occupati, probabilmente per l'aiuto che la Mafia siciliana, e Don Calò in particolare, aveva dato alla cacciata dei tedeschi dall'isola. A tal proposito Michele Pantaleone racconterà in un suo libro, un episodio, di un foulard lanciato da un aereo da Lucky Luciano in cui annunciava, a don Calò, l'imminente invasione della Sicilia da parte degli alleati. Per la sua 'amicizia' con gli Alleati, poté permettersi di dominare il florido mercato nero, tanto da essere considerato il re di quello sfrenato mercato.
Alla fine della guerra molti boss mafiosi incarcerati, od al confino, furono rimessi in libertà, anche con il suo interessamento, don Calò diede quindi un contributo importantissimo alla rinascita della nuova mafia.
Creò a
Palermo la «Fabbrica di confetti e dolciumi» in società con Lucky Luciano. La fabbrica, tuttavia, venne chiusa nottetempo a causa di un articolo comparso su un giornale del 1954 in cui si sottolineava l'assai plausibile possibilità che piccole quantità di eroina potessero prendere il posto della mandorla.Bad 'e Carros «Don Calò» è morto di vecchiaia all'età di 77 anni, ed ha lasciato un patrimonio valutato alcuni miliardi, accumulati in meno di dieci anni.

http://it.wikipedia.org/wiki/Calogero_Vizzini

350.000 firme in un cassetto.





Sabato 9 maggio 2009: Vizzini, avvisato della mia discesa a Roma come Pittima davanti al Parlamento, mi telefona. Mi chiede di incontrarlo martedì per informarmi sull'iter della proposta di legge popolare "Parlamento Pulito". Vizzini premette che l'incontro può essere filmato e pubblicato in Rete.11 maggio 2009: Vizzini dal suo blog:"Sono pronto e disponibile ad incontrare Beppe Grillo in rappresentanza del comitato che ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare, in materia elettorale, all'esame del Senato. Nei prossimi giorni porterò all'esame dell'ufficio di presidenza della commissione l'ipotesi e la data di audizione di una delegazione del comitato promotore. In questo modo il provvedimento, il cui esame in commissione è già iniziato con la relazione del senatore Malan, potrà essere portato avanti con la discussione generale."11 maggio 2009: Mi reco davanti al Parlamento per esigere il mio credito di democrazia e di altri 350.000 firmatari. Nessun deputato esce da Montecitorio. Si presentano le forze dell'ordine in assetto anti sommossa. Mi sposto davanti al Senato seguito dalla Polizia. Mi fanno ancora allontanare. Nessuna traccia di senatori.12 maggio 2009: mi telefona Vizzini per cancellare l'appuntamento. Ero rimasto a Roma con i miei collaboratori solo per incontrarlo.Un'altra lezione di democrazia da parte dei nostri dipendenti. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.



Carlo Vizzini.Nasce come esponente del PSDI, coinvolto nello scandalo mani pulite - tangentopoli, è costretto a dimettersi. Aderisce in FI, dove, per i meriti acquisiti sul campo, viene nominato componente della Commissione parlamentare Antimafia.
Qualche piccolo neo sono le tengenti Enimont e qualche mazzetta ricevuta quando rivestiva la carica di ministro delle poste e telecomunicazioni.
Il curriculum è al culmine della gloria quando viene indicato dal figlio di Cinacimino come il riciclatore del danaro proveniente dagli affari illeciti del padre.
Naturalmente, vuoi che sia giunta una decorrenza dei termini per un reato, vuoi un'assoluzione del tribunale dei Ministri per un altro reato, vuoi che il figlio di Ciancimino ricusi le accuse per sopraggiunta querela, il suo resta sempre un curriculum di tutto rispetto.

Pensieri e riflessioni in tutta sincerità.

Per evitare le massicce dosi di fughe dai paesi d'origine, causate dalla povertà e dalle lotte intestine, create ad hoc dai paesi occidentali del Karl Menger, bisognerebbe cominciare a lavorare tenacemente e alacremente per avviare in loco uno sviluppo dell'economia.
Fatto sta che i cosiddetti paesi occidentali, sempre quelli del Karl Menger, si adoperino, invece per depredare questi siti delle loro ricchezze, lasciando le popolazioni ivi residenti nella povertà più completa e, quindi, in lotta contro il potere economico locale.
Sono da considerare loro extracomunitari quando approdano sulle nostre coste o, piuttosto noi "predatori" degli altrui beni e fautori di malessere e povertà?

Ieri a "ballarò" si è parlato della politica del fare, del fatto, del da fare.Il risultato che ne è venuto fuori è che sia per il fare, che per il da fare, e per il fatto, il rapporto tra politica e risultati è pressochè impressionante, insostenibile: costi esorbitanti per risultati pressocchè inesistenti.
In altri termini si è arrivati alla determinazione che la politica costa "troppo" ed è inefficiente.............
Abolirla?
Sarebbe auspicabile! Di solito il ciarpame lo eliminiamo dalle nostre case quando diventa inutilizzabile ed ingombrante.........
Facciamo la stessa cosa con i politici-ciarpame!

dal blog di Beppe Grillo.

Cettina posta alle 18.31 di IERI*************************************
Pochi?
Per me erano anche troppi, con Beppe, davanti al Parlamento.
Bastava Beppe da solo, vestito da Pittima.
Lui è il leader, lui è la mente, lui sa quel che fa.
Lui sa toccare i tasti giusti, ha il coraggio di un leone, è l'unica vera opposizione al governo.
Beppe ha le idee chiare, sa essere incisivo, dice solo la verità, nessuno può contestargli ciò che dice, parla di ciò che si può e si deve fare per migliorare l'ecosistema, la situazione sociale, per vivere una dimensione più umana.
Beppe è un profeta in terra dissacrata.
Beppe fa paura, ma solo a chi ha la coscienza sporca.
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Condivido in gran parte l'intervento di Cettina
Grillo non e' cambiato, caso del tutto RARO nel mondo dei Camaleonti del Mondo Sociale e dello Spettacolo, dai tempi del suo attaccare i GROSSI Dinosauri del Mondo Bizantino Italiano
Quel mondi impreparato a rappresentare un Paese uscito a pezzi da una serie di Guerre, le piu' recenti, di portata non comune
I Nonni e le Nonne che abbracciarono spontaneamente la Resistenza al Male, sono state deluse da chi, al POTERE a Roma, calo' le braghe ed altro ai Piani dei Liberatori
Anni di vere sofferenze, distruzioni, morti, prove di coraggio ed onore che solo un buon CITTADINO possiede, vennero barattate per un branco di promesse e tessere e colori da FURBASTRI che si GENUFLESSERO senza condizioni a chi pianifico' oltre il liberarci
Beppe vide e vede questo..
Con rispetto per chi in quel periodo genuinamente venne in nostro aiuto da tanti Paesi, esisteva anche chi l'affare lo cercava ed offri' a deboli Uomini di Stato polpette avvelenate, dall'aspetto smagliante (polpetta smagliante.oouch)
Tutt'ora deboli, questi Uomini, ed incapaci, sono del tutto alienati dal Paese che non conoscono
Uomini indottrinati (Vizzini) sul cosa fare, non si rendono conto del danno, o forse, veramente NON POSSONO FARE poi molto.adesso
Giovanni P. 13.05.09 01:26