Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 7 settembre 2009
Dittatura democratica. - di Peter Gomez
Dimenticatevi la cronica debolezza dell'opposizione.
Scordate il ferreo controllo di Silvio Berlusconi sulle televisioni. Lasciate perdere i cento deputati in più che il centro-destra ha alla camera rispetto al centro-sinistra. Intanto il motivo per cui il Cavaliere è ancora saldamente alla guida del governo e minaccia di restarci a lungo, impermeabile a ogni scandalo e ogni insuccesso, non è questo. O meglio non è solo questo. La forza che Berlusconi dimostra in questi giorni, ribattendo colpo su colpo e con ogni mezzo a tutti gli attacchi, ha un'origine diversa e precisa: la legge elettorale.
In altri tempi un premier screditato in tutto il mondo sarebbe stato prima o poi sostituito dalla sua stessa maggioranza. Oggi no. I parlamentari del centro-destra, tra i quali è pure possibile registrare un malumore crescente per lo scontro evidente con il Vaticano e per quello (latente) con gli Usa di Barack Obama, sanno di non poter nemmeno pensare di remare contro il capo. Chi alza la testa, infatti, verrà punito. Come? Con la mancata nomina a parlamentare nella successiva legislatura.
Di fatto, insomma, Berlusconi ha già modificato la tradizionale tripartizione del potere caratteristica di tutte le democrazie liberali. Alla faccia di Montesquieu in Italia potere esecutivo e potere legislativo sono più o meno la stessa cosa. Quello giudiziario - o almeno ciò che ne resta - verrà invece sistemato nei prossimi mesi. Questa evoluzione, anzi questa involuzione, dovrebbe spingere a qualche riflessione sul concetto stesso di democrazia. Basta cioè andare alle urne ogni cinque anni perché un paese possa definirsi democratico?
O invece la democrazia è qualcosa di più complesso: qualcosa che ha a che fare non solo con il modo con cui si sceglie chi sta al potere (il voto), ma anche con quello con cui si controlla chi sta al potere?
Il punto, a ben vedere, è tutto qui. E anche se è ovvio che prima o poi il regime berlusconiano finirà (magari con una ben poco democratica congiura di palazzo), è difficile non pensarla come Veronica, la futura ex moglie del presidente del Consiglio, che già in maggio diceva: «Mio marito insegue lo spirito di Napoleone, non quello del dittatore. Il vero pericolo è che in questo paese la dittatura arrivi dopo di lui, se muore la politica, come temo stia accadendo».
(Vignetta di Bertolotti e De Pirro).
domenica 6 settembre 2009
Lettera aperta a Dino Boffo - Daniele Martinelli
Insomma, avrai capito che ti ha fatto cacciare Vittorio Feltri, primatista italiano delle montature, ingaggiato con 15 milioni di euro dal puttaniere a dirigere il Giornale di suo fratello Paolo Berlusconi, oltre ai 3 milioni di euro annui che percepisce per screditare chi scrive o dice una sola verità sul suo editore, che è anche presidente del consiglio dei piduisti.
Ti ha fatto cacciare, dicevo, perché ha scritto a tutta pagina che nel 2002 sei stato condannato dal tribunale civile di Terni per stalking ai danni della moglie del tuo ex amante.
Mi spiace che sia bastato così poco per farti fuori. Davvero! Soprattutto da colui che di stalking in redazione se ne intende!
Se ben ricordi quando Feltri già dirigeva il Giornale, a metà anni ‘90, incaricò il suo vice Renato Farina (alias agente Betulla) di corrompere il collega di giudiziaria Vittorio Locatelli per fargli scrivere un pezzo bugiardo e infamante ai danni di Piercamillo Davigo, il magistrato di Mani pulite che stava processando alcuni stilisti che avevano pagato tangenti alla Guardia di finanza per ammorbidire i controlli fiscali. La stessa Finanza che fu corrotta dall’attuale corruttore presidente del consiglio - nel mirino delle tue salaci critiche - lo stesso che non dormiva la notte in attesa del relativo processo alle porte.Ecco, Vittorio Locatelli si rifiutò di calunniare Davigo e per questo fu destituito dall’incarico in giudiziaria per essere destinato ad altri compiti.
Dimmi un po’ tu che razza di iena è Feltri! Ciambellano di corte assieme al già ricordato Renato Farina (ora anche deputato), nel calderone dei burattini che scimmiottano il giornalismo di inchiesta. Sputtanatori di brava gente, calunniatori e bugiardi che in un paese normale sarebbero a fare i lavavetri abusivi ai semafori. In un paese normale, non in Italia! dove invece, dopo aver venduto la propria dignità e la propria credibilità di uomini, prima che di giornalisti, sono sempre e ancora lì. Arricchiti per scrivere qualunque malignità, vera o presunta, ma sempre su commissione, per far fuori “gli avversari“. Termine che Feltri ha usato ancora pochi giorni fa sulla prima pagina del Giornale per motivare lo sputtanamento ai tuoi danni, dimenticandosi che il giornalista non ha avversari politici. Dovrebbe attenersi soltanto ai fatti.Beffarda ma tristemente vera la frase di Roberto Benigni, che ieri dal palco della festa del Pd di Genova ha detto che Berlusconi ha fatto l’affare dell’anno vendendo Kakà e comprandosi Feltri.
Del resto tu sai bene che Chiesa e Berlusconi, Berlusconi e Pdl, Pdl e Comunione e Liberazione sono un corpo unico a forma di serpente. Una sola bocca che mangia e un solo culo che evacua. Tu sai bene che i parlamentari di CL non voteranno mai contro il loro puttaniere che li paga. E’ proprio grazie a questa maggioranza senza precedenti se il corruttore fa il vandalo nei confronti della chiesa mandando al patibolo piccoli servitori come te.
Converrai con me che se il papa proprio ieri ha detto che “Dio persegue le colpe e tuttavia protegge chi sbaglia purché costoro siano pronti a un radicale cambiamento di vita“, ti è voluto venire incontro giustificando in qualche modo il fatto che Feltri, nella sua cattiveria, è protetto da Dio. Tu sai quale. Anche noi qui sul blog sappiamo quale.
Sei finito sull’Economist, sul New York times come “ultima vittima” del puttaniere e sputtanato primo ministro italiano. Lo stesso che teme di perdere consensi fra i cattolici e che ancora oggi ti mastica come oggetto da “bugie sui giornali“.Persino la sinistra ti sta strumentalizzando. Con tutti i problemi che abbiamo in Italia, L’Unità, il Riformista, ma soprattutto Repubblica sbattono ormai da giorni in prima pagina editoriali chilometrici al sapore di finti piagnistei sul tuo caso. I D’Avanzo, i Prosperi e i Giannini fanno tutti il gioco del corruttore dipingendoti come vittima. E’ incredibile come tu, caro Dino, sia oggetto di quella “bassa macelleria giornalistica” che denunciano proprio quei colleghi che non spendono una sola riga sul concetto di privacy.
Nessuno che abbia ancora contrastato le fesserie in merito del garante di “quale privacy” Rodotà, che appena ieri ha tuonato “violazione della privacy” nei tuoi confronti! Ma tu sai, e tutti noi giornalisti dovremmo saperlo, che non c’è stata alcuna violazione di privacy nei tuoi confronti ma soltanto sproporzione sull’entità della condanna e la sua nulla rilevanza nella vita pubblica italiana. Che, scusa la modestia, è ben diversa da quella che può avere un malato e delirante Silvio Berlusconi e la sua incredibile sequela di reati prescritti e auto derubricati a norma di leggi incostituzionali.
Corriere, Repubblica e a rimorchio le televisioni di Raiset. Sono stati loro i carnefici che amplificando le porcherie di Feltri ti hanno portato sulla bocca di tutti. Persino su quella di Clemente Mastella, che alla festa dell’Udeur ha avuto il coraggio di rivederti “nella sua vicenda giudiziaria” (!!) Lui però è stato rinviato a giudizio assieme alla moglie per almeno 7 reati penali e, in attesa di sentenza, catapultato al parlamento europeo per lamentarsi dei 7 mila e “scarsi” euro al mese che percepisce.
Ha ragione Don Sciortino dire che il tuo caso è una “nuova pagina triste della democrazia“. E’ triste perché è finita in prima pagina al posto del lodo alfano, che di chiasso non ne ha assolutamente fatto (a parte qui in rete) nemmeno da parte del cortigiano Vittorio Feltri. E’ una pagina triste della democrazia perché l’italiano medio che si sciroppa il telegiornali minchiolini non potrà dare il giusto peso a quello che è realmente accaduto perché le televisioni hanno mistificato tutto. Non ci sono santi né miracoli che tengano caro Dino, in una videocrazia dedita all’applauso in cui un alleato della mafia fa il capo del governo!
Del resto potevi prevederlo. La “ferocia squadrista” denunciata da Massimo D’Alema è l’unica che sta facendo gioco in questo sciagurato quindicennio di sultanato berlusconiano, che contrappone potentati compromessi di scaglie marce. Come quello della chiesa, che tramite il cardinale Ruini ha commesso la svista di nominarti direttore della tivù satellitare dei vescovi e ti ha ingaggiato per dirigere il loro quotidiano, su cui moralizzare il premier in prima pagina secondo la loro parola. Quei maledetti vescovi che, denudandoti di qualunque forma di privacy sul loro “Avvenire“, ti hanno reso beffardo e galeotto quel nome.
Ora che sei a spasso con qualche milioncino sul conto corrente fattene una ragione! Evidentemente stavi sulle scatole a qualcuno dentro lo stesso Vaticano. D’ora in avanti se ti innamorerai ancora senza essere ricambiato, evita il ruolo di pretendente eroe che tormenta il partner della fiamma. Sii prudente perché purtroppo tu non ti chiami Vittorio Feltri, e nemmeno Silvio Berlusconi detto il puttaniere. Ti chiami Dino Boffo, colui del quale i vescovi, una volta usato, si sono fatti un baffo. Col culo del serpente.
http://www.danielemartinelli.it/
venerdì 4 settembre 2009
Vaccino.
Influenza suina: spunta una lettera del governo ai neurologi. Dopo il vaccino aumento della Guillain-BarrèE’ un articolo del 29 Luglio sul Daily Mail. Lo trovate qui:
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1206807/Swine-flu-jab-link-killer-nerve-disease-Leaked-letter-reveals-concern-neurologists-25-deaths-America.html
I reporter inglesi (che salvo i casi delle testate gossippare sono veramente reporter, non come in Italia) hanno intercettato una lettera riservata dal ministero della salute inglese indirizzata ad oltre 600 neurologi.
Nella comunicazione si invitano tutti i medici a prestare attenzione perchè a seguito della indiscriminata campagna vaccinatoria degli ultimi tempi, si è potuto constatare un aumento vertiginoso dei casi di sindrome da Guillain Barrè.
Avevo già parlato di questo possibile effetto collaterale dei vaccini odierni, ma questa volta è addirittura un governo a mettere in allarme la comunità medica, ovviamente in sordina e cercando di non fare troppo chiasso.
Fortunatamente questa sindrome nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente nel giro di pochi mesi, o un anno circa, lasciando pochi strascichi, ma… Sapete che cosa vuol dire cuccarsi questa sindrome?
Dunque:
si inizia con strane sensazioni agli arti e alle dita, poi con dolori veri e propri. La malattia colpisce tutti i nervi periferici e si può arrivare a tetraplegia completa, nel giro di pochissimo tempo. Immaginatevi di svegliarvi alla mattina con una strana sensazione alle estremità, poi di avvertire verso sera dei dolori acuti e improvvisi in zone assurde del corpo. Sono i vostri nervi che mandano messaggi strampalati al cervello ma a voi questo non dice nulla. L’unica cosa di cui vi accorgete sono i dolori e la progressiva perdita di funzionalità degli arti.
In pochi giorni potreste ritrovarvi su una sedia a rotelle oppure sdraiati su un letto e intubati, perchè la GBS porta ad arresti respiratori e cardiocircolatori improvvisi.
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Max Stirner , 02.09.09 01:35
Grillo168 - Terra Reloaded
http://www.francescoamato.com/blog/2009/09/01/influenza-suina-spunta-una-lettera-del-governo-ai-neurologi-dopo-il-vaccino-aumento-della-guillain-barre/#ixzz0PtxbX9XA
http://www.meetup.com/grilli-del-parco-sud/it/messages/boards/thread/6117661/10#29584585
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1206807/Swine-flu-jab-link-killer-nerve-disease-Leaked-letter-reveals-concern-neurologists-25-deaths-America.html
http://www.meetup.com/grilli-del-parco-sud/it/messages/boards/thread/6117661/10#29548296
mercoledì 2 settembre 2009
La mafia come spettacolo per non parlare della mafia vera
Molte “fiction” finiscono per essere, si spera senza volerlo, una specie di propaganda di Cosa Nostra. Mafiosi superuomini, improbabili investigatori, e silenzio quasi assoluto - ma si potrebbe anche dire omertà - sui livelli alti del sistema di potere mafioso, quello vero. Anche la mafia, oggi, conosce perfet tamente l’importanza del mezzo televisi vo: se il figlio di Ciancimino dice il vero, Provenzano chiese con una lettera a Berlusconi la disponibili tà, o perlome no i favori, di una rete Mediaset. La tv è un’arma, non crea soltanto l’immagine, ma la scolpisce nelle menti dei telespet tatori, al di là di ogni oggettiva contesta zione. La grande maggioranza degli ita liani, quella che non legge libri e giorna li, si fa oggi della mafia l’idea suggerita dagli sceneggiati televisivi e dai film. È un’idea che naturalmente, fin dai tempi de “Il padrino” o de “Il giorno della ci vetta” esce sempre, volontaria mente o involontariamente, “edulco rata” dal ba gno nella natura fantastica dello sceneg giato e del film, che – per ragioni di cas setta e al contrario dei documentari e dei reportage giornali stici – non permette di rispecchiare compiutamente la verità nuda e cruda. Ora, tuttavia, con questo governo, si ha la sensazione che il rap porto ma fia-tv-cinema sia entrato in una nuova fase, diversa da quella cui appar tengono il Padrino e la Piovra. Non ci sono le prove, ma è possibile che gli uo mini della mafia riescano a influenzare direttamente i contenuti degli sceneggiati e dei film, imponendo un “filtro ideologico” al prodotto, un filtro studiato per spingere lo spettatore a identificarsi con i protagonisti di Cosa Nostra, a difenderne i valori e le scelte, a guardare al mondo della criminalità organizzata come a un fenomeno legittimo e, per certi versi, condivisibile. A Berlusconi e Dell’Utri, che prima delle ultime elezioni definirono “un eroe” il mafioso Mangano, rischiano di unirsi, ad esempio, i telespettatori della fiction televisiva “Il capo dei capi”, dedicata a Totò Riina.Se la lotta alla mafia è prima di tutto un problema culturale, l’abdicare da parte degli autori e dei registi di questi prodotti d’intrattenimento a un ruolo di spietata denuncia del fenomeno mafioso è particolarmente grave, al punto che tre magistrati, impegnati sul fronte della criminalità organizzata (Roberto Scarpinato e Antonio Ingroia della procura di Palermo, Raffaele Marino di quella di Torre Annunziata) hanno sentito la necessità di prendere posizione contro questa deriva culturale con un intervento sul prossimo numero della rivista “I Duellanti”, che dedica uno “speciale” al rapporto tra film, fiction e mafia.I magistrati si chiedono: perché questi sceneggiati non rappresentano «i retroscena del potere mafioso, invece della sua dimensione più colorita e folcloristica»?È solo distrazione? È omertà? Come per i film sui nazisti, che per certi versi finiscono per esaltare la potenza del Terzo Reich, come per la trasposizione cinematografica e televisiva di “Romanzo Criminale”, che accentuando la linea estetizzante del mezzo espressivo, spinge quasi a simpatizzare per i componenti della Banda della Magliana, così i più recenti film e sceneggiati sulla mafia e sulla camorra (“Gomorra” a parte) ottengono il solo risultato di ammorbidire il problema mafioso, di renderlo accettabile, di predisporre lo spettatore a una non troppo scomoda convivenza. E in qualche caso si può parlare di vera e propria propaganda.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/18986/48/