Dove era arrivato Luigi de Magistris nell'agosto 2008, dove è arrivata la Procura di Catanzaro a novembre 2009
Il primo personaggio ad invocare provvedimenti disciplinari a carico di Luigi de Magistris fu l'allora Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione, Mario Delli Priscoli. Ed ecco qualche interessante notizia, ammesso che ce ne fosse bisogno. Mario Delli Priscoli – ricostruiscono i giudici di Salerno sulla base delle dichiarazioni rese da De Magistris - è padre di Francesco Delli Priscoli, professore universitario già consulente del Consiglio dei Ministri (governo D’Alema); già interessato alle licenze Umts – il sistema che unisce telefonini a servizi internet – per le quali si era scatenata una vera e propria “guerra di lobby” oggetto di investigazione dell’inchiesta Why Not e in parte anche di Toghe Lucane; già professore di informatica, settore sempre al centro del procedimento Why Not e, secondo quanto riportato su internet, presente all’interno di stage insieme alla suddetta CM sistemi, riconducibile alla Bruno Bossio e Antonino Saladino. Tutti e tre, Adamo compreso, indagati da De Magistris. Interrogato dai giudici di Salerno è lo stesso De Magistris a ricordare di aver letto, sempre navigando su internet, “di accertamenti che furono fatti, con riguardo all’omicidio di Simonetta Cesaroni in Roma alla via Poma, anche nei riguardi di Francesco Delli Priscoli. Ho potuto leggere – spiega – che uno dei magistrati che si occupò della vicenda pare (non so quanto letto corrisponda al vero) sia stato il dott. Settembrino Nebbioso (attuale capo di Gabinetto del ministro della Giustizia Alfano e in rapporti stretti con Saladino), che ha poi ricoperto per tanti anni un ruolo apicale all’interno del Ministero della Giustizia e che risulta avere contatti d’interesse con magistrati con riferimento all’inchiesta Toghe Lucane e che se non vado errato, risulta anche tra i nominativi delle persone rinvenute nelle perquisizioni all’indagato Antonio Saladino”. Da accertamenti risulterebbe ancora che l’Università La Sapienza di Roma, presso la quale il prof. Delli Priscoli insegna, ha ottenuto “grazie al suo contributo”, “ingenti finanziamenti pubblici, anche da parte dell’Unione Europea per oltre 8 miliardi di lire”. “Taluni di tali progetti – spiegava ancora De Magistris – mi consta siano stati svolti anche in collaborazione con la società Alenia del gruppo Finmeccanica (nel cui Consiglio di Amministrazione vi era anche Franco Bonferroni, indagato per gravi reati nelle inchieste Poseidone e Why Not)”. Ancora, Delli Priscoli avrebbe insegnato nell’ambito di corsi organizzati dallo stato maggiore della difesa in convenzione con il Cnr (istituto nel quale era impiegato il fratello di Romano Prodi, già indagato in Why Not) e lavorato su progetti in collaborazione con la Deutsche Telecom, società per la quale presta servizio Maurizio Poerio, anche lui personaggio di primo piano nelle inchieste Poseidone e Why Not. Non solo. Il Delli Priscoli avrebbe anche lavorato “presso la società Telespazio, del gruppo Finmeccanica (“una delle principali fonti di finanziamento della società Global Media, il polmone finanziario (anche di illecita natura) dell’Udc”, che partecipa “al progetto Galileo al quale era interessato anche Maurizio Poerio”. Tornando alla telefonia, Francesco Delli Priscoli, era fra i consulenti del Governo (Primo Ministro Giuliano Amato) per la valutazione dei partecipanti alla gara per l'assegnazione delle licenze UMTS. Gara da cui venne “prematuramente” escluso il Consorzio Anthill e che vide l'altrettanto inopportuna ritirata della BLU s.p.a. in cui un ruolo di spicco (all'epoca) era rivestito da Giancarlo Elia Valori. Il ritiro della BLU comportò l'immediata fine dell'asta al rialzo ed un conseguente “mancato introito” per lo Stato Italiano stimato fra i 15 ed i 20 mila miliardi di lire. Proprio dalla dichiarazione di fallimento del Consorzio Anthill per un “imprecisato residuo debito” (così recita la sentenza del Tribunale di Matera – Presidente del Collegio la D.ssa Iside Granese) nasce la denuncia/querela da cui scaturirà l'inchiesta “Toghe Lucane”. Si scoprirà che la D.ssa Granese non poteva “occuparsi” del Consorzio Anthill, la D.ssa Rosa Bia (relatrice) era stata “messa in mora” dal CSM e non poteva occuparsi di Cause Civili a Matera, il Dr. Attilio Caruso (Presidente del Consorzio Anthill e Presidente della Banca Popolare del Materano) aveva avviato trattative per vendere il Consorzio Anthill alla Telecom Italia mentre era in corso la Gara Umts (operazione illegittima ed illecita costituente turbativa d'asta). Risulta sempre più evidente che su “Toghe Lucane” si gioca la partita più importante della storia repubblicana. I diciannove procedimenti penali a carico di alcuni magistrati materani, incardinati presso la Procura di Catanzaro chiariranno molti interrogativi e, forse, qualche antico delitto.
http://toghelucane.blogspot.com/2009/11/dove-era-arrivato-luigi-de-magistris.html
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 22 novembre 2009
Bastardi senza gloria.
Bastardi senza gloria, ma con tanta buona musica
David Bowie ed Ennio Morricone, ma anche chicche e inediti nella esplosiva colonna sonora di Inglourious Basterds di Quentin Tarantino.
“In Bastardi senza gloria ci sono rarità nel classico stile Tarantino, che nemmeno gli archivi della casa discografica conservano più. Poiché la trama è incentrata su un cinema, la colonna sonora racchiude brani insensati da commedie tedesche dell’era nazista, oltre a fantastici tagli musicali , scelti in maniera meticolosa, tratti da film di cui molto probabilmente non avete mai sentito parlare, ma che vorrete subito andare a cercare su Internet."
A parlare così è Mary Ramos, da parecchio tempo music director di Quentin Tarantino. E come nella saga Kill Bill, anche questa volta il soundtrack gioca un ruolo da protagonista nell’evolversi della vicenda. La musica si trasforma quindi una sorta di “bastardo” aggiunto alla compagnia di soldati ebrei a caccia di nazisti.
E in omaggio al gusto pulp e postmoderno caro a Quentin, il film trabocca di pezzi gia usati in altre pellicole che qui assumono però una risonanza e un significato completamente diverso.
Da "Cat People" di David Bowie che sottolineava la natura felina di Nastasia Kinsky in Il bacio della pantera a Rabbia e Tarantella di Ennio Morricone che sanciva il tradimento di Mastroianni nei confronti della causa. rivoluzionaria in Allonsanfan dei fratelli Taviani, la colonna sonora del film gioca a sorprendere lo spettatore con scelte ardite e non convenzionali
E se non mancano le canzoni d’epoca come "Davon Geht Die Welt Nicht Unter” cantata da Zarah Leander nel film propagandistico Un grande amore di Rolf Hansen e i consueti omaggi a Morricone (presente con brani tratti dai film Revolver, La resa dei conti e dal già citato Allonsanfan) ad aprire Bastardi senza gloria è l'armonica di La battaglia di Alamo con John Wayne.
Ecco la track list ufficiale con un assaggio dei brani
1 The Green Leaves of Summer – Nick Perito
2 The Verdict (Dopo la Condanna) – Ennio Morricone
3 White Lightning (Main Title) – Charles Bernstein
4 Slaughter – Billy Preston
5 The Surrender (La Resa) – Ennio Morricone
6 One Silver Dollar (Un Dollaro Bucato) – The Film Studio Orchestra
7 Davon Geht Die Welt Nicht Unter – Zarah Leander
8 The Man With The Big Sombrero – Samantha Shelton and Michael Andrew
9 Ich Wollt Ich Waer Ein Huhn – Lilian Harvey and Willy Fritsch
10 Main Theme From Dark Of The Sun – Jacques Loussier
11 Cat People (Putting Out The Fire) – David Bowie
12 Tiger Tank – Lalo Schifrin
13 Un Amico – Ennio Morricone
14 Rabbia e Tarantella – Ennio Morricone.
http://mag.sky.it/mag/musica/2009/10/02/bastardi_senza_gloria_colonna_sonora_soundtrack.html
venerdì 20 novembre 2009
Influenza A: industrie «immunizzate» contro eventuali danni da vaccino
Ci sono già segnalazioni di sospette reazioni avverse, alcune gravi: ma sarà lo Stato a garantire eventuali indennizzi. Come in altri Paesi
(Ansa)MILANO - Finora sono 374 le persone che, in Italia hanno lamentato sospette reazioni alla vaccinazione anti-influenza A, su un totale di 334 mila dosi somministrate. Per lo più si tratta di reazioni non gravi (nell’84 per cento dei casi), ma, secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che raccoglie le segnalazioni sul suo sito, nel 10 per cento dei casi la gravità non è stata definita, mentre le rimanenti (che per sottrazione risultano essere il 6 per cento) sono state considerate gravi. Ribadiamo: sono soltanto sospetti e la relazione diretta di causa-effetto fra vaccino (il Focetria, l’unico disponibile in Italia) e disturbi segnalati è tutta da dimostrare. Ma non è escluso che esista. E aggiungiamo: se queste reazioni dovessero essere messe in relazione al vaccino e comportare danni permanenti, chi dovrà risponderne non sarà l’industria produttrice del vaccino.
LE RESPONSABILITÀ - Perché il contratto fra il Ministero della Salute e la multinazionale Novartis, produttrice del vaccino Focetria, prevede l’esonero per quest’ultima da ogni responsabilità per eventuali danni da vaccinazione anche imprevedibili e inattesi. Eccetto ovviamente quelli che potrebbero derivare da omessi controlli sulla sua preparazione. Lo Stato si assume completamente il rischio da vaccini, giustificato dall’emergenza pandemia e l’Italia è allineata con una cinquantina di altri Paesi il cui governi hanno firmato lo stesso tipo di accordo. Anche gli Stati Uniti hanno seguito questa strada con i loro fornitori di vaccini anti-pandemia: dal 15 giugno scorso le industrie farmaceutiche americane godono di un’immunità giuridica contro eventuali cause per danni da parte dei vaccinati contro l’influenza da H1N1. In quella data infatti, il Governo americano ha introdotto un emendamento alla legge sulle urgenze pubbliche (il PREP Act) che , in definitiva, protegge le aziende dalla minaccia di cause legali e da richiesta di indennizzi.
PREP ACT AMERICANO - Lo stesso PREP Act autorizza il Ministero della Sanità a istituire un fondo per indennizzare eventuali vittime degli effetti indesiderati da vaccini. Gli Stati Uniti hanno già dovuto affrontare, in passato, decine di cause in seguito alla vaccinazione di massa, voluta nel 1976 dal Presidente Gerald Ford, per fronteggiare un’epidemia di virus H1N1. All’epoca la minaccia di una nuova influenza spagnola aveva fatto paura e l’amministrazione aveva dato il via libera alla campagna di vaccinazione che non solo era risultata poi inutile (perché l’epidemia non c’è stata) , ma aveva provocato 532 casi di sindrome di Guillain Barrè, una forma di paralisi, reversibile nella maggior parte dei casi se curata adeguatamente e 25 morti da vaccino su 48 milioni di persone cui era stato somministrato. «In Italia – precisa Gaetano Maria Fara igienista all’Università di Roma La Sapienza – esiste una legge sui danni da vaccini. Oggi non esistono più vaccinazioni obbligatorie per legge, ma quando lo Stato fornisce attivamente e gratuitamente la vaccinazione e in qualche modo la incoraggia, garantisce poi, attraverso questa legge, il risarcimento dei danni civili. Non di quelli penali ovviamente, attribuibili, per esempio, a omessi controlli, e che rimangono di competenza dell’azienda produttrice».
CONSENSO INFORMATO - A chi vuole sottoporsi alla vaccinazione viene comunque richiesto un consenso informato: in altre parole il cittadino prende atto anche degli eventuali danni che gli possono derivare dalla vaccinazione e firma, accettando la procedura. «Questo consenso vale soprattutto per i danni minori – aggiunge Fara – ma esiste sempre l’imponderabile. E se è vero che le cure di eventuali danni sono assicurate dal sistema sanitario gratuitamente, rimangono pur sempre eventuali danni biologici o morali che possono costituire motivo di iniziativa legale».
http://www.corriere.it/salute/09_novembre_20/vaccino-danni-paga-stato_2a0b5006-d5eb-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
(Ansa)MILANO - Finora sono 374 le persone che, in Italia hanno lamentato sospette reazioni alla vaccinazione anti-influenza A, su un totale di 334 mila dosi somministrate. Per lo più si tratta di reazioni non gravi (nell’84 per cento dei casi), ma, secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che raccoglie le segnalazioni sul suo sito, nel 10 per cento dei casi la gravità non è stata definita, mentre le rimanenti (che per sottrazione risultano essere il 6 per cento) sono state considerate gravi. Ribadiamo: sono soltanto sospetti e la relazione diretta di causa-effetto fra vaccino (il Focetria, l’unico disponibile in Italia) e disturbi segnalati è tutta da dimostrare. Ma non è escluso che esista. E aggiungiamo: se queste reazioni dovessero essere messe in relazione al vaccino e comportare danni permanenti, chi dovrà risponderne non sarà l’industria produttrice del vaccino.
LE RESPONSABILITÀ - Perché il contratto fra il Ministero della Salute e la multinazionale Novartis, produttrice del vaccino Focetria, prevede l’esonero per quest’ultima da ogni responsabilità per eventuali danni da vaccinazione anche imprevedibili e inattesi. Eccetto ovviamente quelli che potrebbero derivare da omessi controlli sulla sua preparazione. Lo Stato si assume completamente il rischio da vaccini, giustificato dall’emergenza pandemia e l’Italia è allineata con una cinquantina di altri Paesi il cui governi hanno firmato lo stesso tipo di accordo. Anche gli Stati Uniti hanno seguito questa strada con i loro fornitori di vaccini anti-pandemia: dal 15 giugno scorso le industrie farmaceutiche americane godono di un’immunità giuridica contro eventuali cause per danni da parte dei vaccinati contro l’influenza da H1N1. In quella data infatti, il Governo americano ha introdotto un emendamento alla legge sulle urgenze pubbliche (il PREP Act) che , in definitiva, protegge le aziende dalla minaccia di cause legali e da richiesta di indennizzi.
PREP ACT AMERICANO - Lo stesso PREP Act autorizza il Ministero della Sanità a istituire un fondo per indennizzare eventuali vittime degli effetti indesiderati da vaccini. Gli Stati Uniti hanno già dovuto affrontare, in passato, decine di cause in seguito alla vaccinazione di massa, voluta nel 1976 dal Presidente Gerald Ford, per fronteggiare un’epidemia di virus H1N1. All’epoca la minaccia di una nuova influenza spagnola aveva fatto paura e l’amministrazione aveva dato il via libera alla campagna di vaccinazione che non solo era risultata poi inutile (perché l’epidemia non c’è stata) , ma aveva provocato 532 casi di sindrome di Guillain Barrè, una forma di paralisi, reversibile nella maggior parte dei casi se curata adeguatamente e 25 morti da vaccino su 48 milioni di persone cui era stato somministrato. «In Italia – precisa Gaetano Maria Fara igienista all’Università di Roma La Sapienza – esiste una legge sui danni da vaccini. Oggi non esistono più vaccinazioni obbligatorie per legge, ma quando lo Stato fornisce attivamente e gratuitamente la vaccinazione e in qualche modo la incoraggia, garantisce poi, attraverso questa legge, il risarcimento dei danni civili. Non di quelli penali ovviamente, attribuibili, per esempio, a omessi controlli, e che rimangono di competenza dell’azienda produttrice».
CONSENSO INFORMATO - A chi vuole sottoporsi alla vaccinazione viene comunque richiesto un consenso informato: in altre parole il cittadino prende atto anche degli eventuali danni che gli possono derivare dalla vaccinazione e firma, accettando la procedura. «Questo consenso vale soprattutto per i danni minori – aggiunge Fara – ma esiste sempre l’imponderabile. E se è vero che le cure di eventuali danni sono assicurate dal sistema sanitario gratuitamente, rimangono pur sempre eventuali danni biologici o morali che possono costituire motivo di iniziativa legale».
http://www.corriere.it/salute/09_novembre_20/vaccino-danni-paga-stato_2a0b5006-d5eb-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
Giornata internazionale sui diritti dell'infanzia.
Coerentemente con il modello SOS a livello internazionale, anche SOS Villaggi dei Bambini ha una politica di intervento centrata sul bambino. Questa politica è frutto di confronto interno con tutte le realtà SOS di accoglienza in Italia e a livello mondiale con tutte le organizzazioni SOS ed è coerente con i principi sanciti dalla Convenzione ONU dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
E’ periodicamente effettuato un monitoraggio del modello che coinvolge tutti gli stakeholders compresi i bambini e i giovani seguiti nei “Villaggi SOS”.
Questo modello è basato sul diritto di ogni minore a crescere nella propria famiglia e, quando ciò non è possibile, sul principio che per ogni bambino una famiglia accudente è il posto migliore in cui crescere:
“La famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività”. *
L’obiettivo principale degli interventi SOS è quindi quello di prevenire la separazione dei bambini dal nucleo d’origine. Solo quando questo è inevitabile si accoglie il bambino offrendogli un’accoglienza di tipo familiare.
Due i programmi di intervento:
•programmi di rafforzamento familiare
•programmi di accoglienza di tipo familiare suddivisi in programmi a breve termine e programmi a medio - lungo termine.
Se vuoi conoscere dove sono attivati in Italia questi progetti clicca qui
---------------
* Preambolo convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
http://www.sositalia.it/sos-in-italia/Pages/default.aspx?gclid=CNuEt-GumJ4CFVITzAodok-hlw
E’ periodicamente effettuato un monitoraggio del modello che coinvolge tutti gli stakeholders compresi i bambini e i giovani seguiti nei “Villaggi SOS”.
Questo modello è basato sul diritto di ogni minore a crescere nella propria famiglia e, quando ciò non è possibile, sul principio che per ogni bambino una famiglia accudente è il posto migliore in cui crescere:
“La famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività”. *
L’obiettivo principale degli interventi SOS è quindi quello di prevenire la separazione dei bambini dal nucleo d’origine. Solo quando questo è inevitabile si accoglie il bambino offrendogli un’accoglienza di tipo familiare.
Due i programmi di intervento:
•programmi di rafforzamento familiare
•programmi di accoglienza di tipo familiare suddivisi in programmi a breve termine e programmi a medio - lungo termine.
Se vuoi conoscere dove sono attivati in Italia questi progetti clicca qui
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* Preambolo convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
http://www.sositalia.it/sos-in-italia/Pages/default.aspx?gclid=CNuEt-GumJ4CFVITzAodok-hlw
Lettera ad un amico.
Lettera ad un amico italiano che vive fuori dall'Italia.
"Carissimo,
qui, in Italia siamo, purtroppo, al "punto di non ritorno".
Destra e sinistra, le più grosse coalizioni politiche, sono la medesima cosa.
L'unica dritta che posso darti è restare dove sei.
Io ho deciso di scappare dall'Italia: vendo tutto e me ne vado, con tutti i miei, voglio dare loro un futuro, una speranza di vita che qui è preclusa.
L'Italia è morta!
L'Italia è in mano a pazzi, stasera sai chi c'era per il PdL ad "annozero"? : Quagliarello!
Debbo dirti altro?
Amico, fratello, ascolta il mio consiglio: non tornare!
Nel Web c'è una foto di Brunetta, il deficiente associato al PdL, che dorme tranquillo.
Loro, gli "alieni", sono così, dormono tranquilli, hanno la mafia del "Capo cupola" che li protegge.
Scudo fiscale?
Perché lo hanno fatto?
Tu me ne hai mandato un esempio.
Con lo scudo fiscale i mafiosi stanno riacquistando i beni che la legge gli ha sottratto!
Li riacquisteranno pagando il 5% di quanto avrebbero dovuto pagare di tasse e nessuno ostacolerà le loro offerte perché pochi, o nessuno, naturalmente, possiede quei capitali.
Questo governo appoggia la mafia, su questo non ci piove.
Ed io, sono schifata, nauseata, più so, e più voglio dissociarmi dal "marasma" che sta imperversando sul mondo intero.
Forse, ma non è certo, tra qualche anno si potrà parlare di un'Italia libera, ma non è ancora tempo.
Ora non è ancora tempo: la sinistra l'ha ceduta, ed in maniera definitiva, alla destra "non" destra, ma mafiosa.
Buona notte, amico.
La patria è la nostra famiglia, non dimenticarlo, quella che abbiamo creato; la terra è quella che ci ospita e ci da nutrimento, il resto non conta.
Dissociarsi dalla falsa politica istituzionela, fa bene alla politica del vivere sociale.
Buona vita, amico mio.
Ovunque tu viva.
"Carissimo,
qui, in Italia siamo, purtroppo, al "punto di non ritorno".
Destra e sinistra, le più grosse coalizioni politiche, sono la medesima cosa.
L'unica dritta che posso darti è restare dove sei.
Io ho deciso di scappare dall'Italia: vendo tutto e me ne vado, con tutti i miei, voglio dare loro un futuro, una speranza di vita che qui è preclusa.
L'Italia è morta!
L'Italia è in mano a pazzi, stasera sai chi c'era per il PdL ad "annozero"? : Quagliarello!
Debbo dirti altro?
Amico, fratello, ascolta il mio consiglio: non tornare!
Nel Web c'è una foto di Brunetta, il deficiente associato al PdL, che dorme tranquillo.
Loro, gli "alieni", sono così, dormono tranquilli, hanno la mafia del "Capo cupola" che li protegge.
Scudo fiscale?
Perché lo hanno fatto?
Tu me ne hai mandato un esempio.
Con lo scudo fiscale i mafiosi stanno riacquistando i beni che la legge gli ha sottratto!
Li riacquisteranno pagando il 5% di quanto avrebbero dovuto pagare di tasse e nessuno ostacolerà le loro offerte perché pochi, o nessuno, naturalmente, possiede quei capitali.
Questo governo appoggia la mafia, su questo non ci piove.
Ed io, sono schifata, nauseata, più so, e più voglio dissociarmi dal "marasma" che sta imperversando sul mondo intero.
Forse, ma non è certo, tra qualche anno si potrà parlare di un'Italia libera, ma non è ancora tempo.
Ora non è ancora tempo: la sinistra l'ha ceduta, ed in maniera definitiva, alla destra "non" destra, ma mafiosa.
Buona notte, amico.
La patria è la nostra famiglia, non dimenticarlo, quella che abbiamo creato; la terra è quella che ci ospita e ci da nutrimento, il resto non conta.
Dissociarsi dalla falsa politica istituzionela, fa bene alla politica del vivere sociale.
Buona vita, amico mio.
Ovunque tu viva.
giovedì 19 novembre 2009
Cicli e ri-cicli nel Pdl sull'orlo della crisi
Fini: "Riforme condivise e non a maggioranza". Scontro tra Feltri e Bocchino: "I finiani si sono scoperti formalisti e adoratori delle norme, pur di non dare una mano al premier", scrive il direttore de Il Giornale. " Basta con le 'ghedinate' da prendere o lasciare" replica Il vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. Sullo sfondo le inchieste di Report e il processo di Palermo
Resta alta la temperatura sul tema riforma della giustizia non soltanto tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno del Pdl. Due i filoni da analizzare per comprendere il perché di tanta tensione. Da una parte c'è il nodo politico, che vede i "finiani" nel mirino dei cosiddetti "falchi". Dall'altra ci sono le indagini e i nodi giudiziari che, a vario titolo, coinvolgono il premier.
Sul versante politico, anche oggi dunque, lo scontro interno alla maggioranza non si placa. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è tornato spiegare che non è nelle intenzioni del governo procedere spontaneamente alla riproposizione del cosiddetto lodo Alfano con legge costituzionale, ma che "coloro che hanno a cuore il bene del Paese possono farlo, noi non abbiamo nulla in contrario e lo valutiamo con favore". Intanto il direttore de Il Giornale torna a scagliarsi contro il presidente della Camera: "La magistratura è un partito, ed è ovvio che Berlusconi se ne difenda con il suo partito, il Pdl. Peccato che alcuni alleati del Cavaliere non abbiano capito il concetto o facciano orecchie da mercante. I finiani si sono scoperti formalisti e adoratori delle norme, pur di non dare una mano al premier", scrive Vittorio Feltri.
Netta la replica di Italo Bocchino, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera: "I falchi berlusconiani devono farla finita di parlare di complotto contro Berlusconi. Basta con le 'ghedinate' da prendere o lasciare. Il premier deve guardarsi da quei suoi consiglieri che lo hanno portato in un vicolo cieco. Procediamo con la riforma costituzionale del lodo Alfano e del ripristino dell'immunità parlamentare; così com'è oggi, il processo breve è destinato a sbattere contro il muro dell'incostituzionalità".
Negli ultimi giorni Berlusconi si tiene ai margini della diatriba. In pubblico preferisce tacere, ma sono in molti a dire che, nelle conversazioni private, il premier è "un fiume in piena" e non nasconde la sua ira.
A preoccuparlo è il versante giudiziario. Il timore del Cavaliere è che da Palermo gli arrivi un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Il passaggio cruciale sarà la data della testimonianza di Spatuzza nel processo di secondo grado contro Dell'Utri, già condannato a nove anni in primo grado. Poi ci sono altri due capitoli aperti: quello della procura di Caltanisetta, che indaga sugli attentati a Falcone e Borsellini nel '92: e l'inchiesta di Firenze sui mandanti esterni delle stragi del '93.
A tutto questo si aggiunge l'inchiesta milanese sull'Arnerbank (oggetto della puntata di domenica sera di Report) che i procuratori milanesi sospettano sia una sorta di lavanderia per il denaro sporco che arriva fino a Marina e Piersilvio Berlusconi. Sull'Arnerbank poi hanno messo gli occhi anche i pm di Palermo Scarpinato e Ingroia che si occupano di riciclaggio di soldi della mafia.
Insomma, altro che la continua guerriglia di Gianfranco Fini: oltre ai processo Mills e Mediaset, ad agitare veramente i sonni di Berlusconi sono le incredibili bombe giudiziarie, che potrebbero essere sganciate su Palazzo Chigi per devastare la credibilità del premier. Al quale, se arrivasse da una di queste procure un avviso di garanzia, non resterebbe che la strada delle elezioni anticipate per dire al Paese: ecco il "fango" che monta e che vuole destabilizzare un premier eletto dal popolo.
Ma andiamo con ordine:
A Palermo, il pentito di mafia Gaspare Spatuzza, accusa Dell'Utri e chiama in causa il premier come nuovi referenti politici di Cosa Nostra nel '93 al termine della sanguinosa campagna stragista a Roma, Firenze e Milano. Intanto, la trasmissione Report di Milena Gabanelli andata in onda domenica sera su Rai Tre rivela: nella sede milanese della svizzera Banca Arner la famiglia Berlusconi ha quattro conti correnti per un totale di 60 milioni di euro, di cui uno intestato direttamente al presidente del Consiglio per dieci milioni e altri tre per 50 milioni a capo delle holding italiane Seconda, Ottava e Quinta, amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Tra i clienti della banca ci sarebbero anche Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum, e Stefano Previti figlio di Cesare".
La notizia- bomba arriva verso la fine della puntata dedicata in gran parte al fenomeno dell'esportazione illegale dei capitali e alla nuova versione dello scudo fiscale che - secondo la testimonianza del consulente delle Procure Giangaetano Bellavia, "con le modifiche del 3 ottobre è allargato alle dichiarazioni fraudolente, alle fatture false e alla distruzione delle scritture contabili".
L'inviato di Report Paolo Mondani ricostruisce la storia della Banca Arner, fondata nel 1994 da Paolo Del Bue ("uomo di fiducia di Berlusconi"), Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Nel 2003 viene aperta la sede Milanese e negli anni successivi scattano una serie di disavventure giudiziarie. Il 7 maggio del 2008 Bravetti viene messo per due settimane agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo con l'accusa di intestazione fittizia di beni avendo aperto un conto di 13 milioni di euro a favore di Teresa Macaluso nascondendo il vero proprietario e cioè il marito e costruttore siciliano Francesco Zummo, collegato al clan Ciancimino, indagato per mafia ma assolto in appello. I beni di Zummo - valutati tra i 500 milioni e il miliardo di euro - sono stati messi sotto sequestro.
Non si sa se Del Bue, che ha lasciato la carica di amministratore nel 2005 è ancora tra i soci, ma era di certo in Arner quando, secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti dall'ex presidente del Torino Gianmauro Borsano, la società panamense New Amsterdam, amministrata fiduciariamente da Arner, versò in nero 10 miliardi di lire al Torino per il passaggio del calciatore Gianluigi Lentini al Milan.
Eppure l'importanza di Del Bue si capisce solo dalle carte del processo Mills, l'avvocato inglese condannato in appello per essersi fatto corrompere da Berlusconi per testimoniare il falso nei processi del premier. Nelle motivazioni della condanna il tribunale spiega che Mills si fece pagare per nascondere ai giudici italiani che le società offshore Century One e Universal One erano riconducibili non ai manager della Fininvest, ma "direttamente a Silvio Berlusconi". I conti esteri di quelle due società erano gestiti proprio da Del Bue, che da quei conti prelevava anche ingenti somme in contanti: 100 miliardi di vecchie lire in tre anni.
Sempre secondo la ricostruzione di Report a mettere in contatto Bravetti con Zummo sarebbe stato l'avvocato Paolo Sciumè. Il noto professionista, racconta Mondani con voce fuori campo, è nei consigli di amministrazione di molte società tra cui Parmalat dove è finito sotto processo per bancarotta ma assolto in primo grado. Nel 1996 entra nel cda di Mediolanum e nel 2003 in quello di Banca Mediolanum.
La Banca Arner, il 17 aprile del 2008, viene messa sotto torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d'Italia che riscontrano "gravi irregolarità a causa delle carenze delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio".
A questo punto Berlusconi deve risolvere la questione dei processi in corso (Mills e Mediaset) per i quali ha bisogno dell'approvazione del ddl sul processo breve. Il ddl redatto allo scopo da Ghedini è riuscito nella titanica impresa di indegnare tutti: dalle opposizioni a numerosi esponenti della stessa maggioranza. Bisogna riscriverlo, blindarlo e farlo approvare. Tre cose che richiedono tempo.
Una boccata d'ossigeno arriva dai giudici di Milano che riconoscono al premier imputato i "legittimi impedimenti per impegni istituzionali precedentemente assunti" e fanno slittare di due mesi (si riparte il 18 gennaio) il processo Mediaste.
Basteranno due mesi per sciogliere il nodo sul processo breve? Basteranno le modifiche alle quali sta lavorando il ministro della Giustizia?
Il premier non si fida: anche il lodo Alfano era stato modificato per soddisfare le riserve del Quirinale, eppure l'Alta Corte lo ha bocciato.
Fini adesso suggerisce di affiancare al ddl sul processo breve la via costituzionale del Lodo Alfano, e l'immunità di stampo europeo. Ma come "precondizione"' la terza carica dello Stato chiede lo stanziamento di risorse per gli operatori della giustizia, perché solo così si possono evitare i tempi biblici dei processi. "Riscrivere le regole deve necessariamente comportare l'impegno per una riscrittura che sia quanto più possibile condivisa, perchè le regole riguardano tutti, perchè le istituzioni della Repubblica sono le istituzioni di ogni italiano", insiste la terza carica dello Stato. "Sarebbe certamente un momento difficile per il nostro Paese quello in cui dovesse affermarsi il principio che, in una democrazia dell'alternanza, ogni maggioranza modifica a proprio piacimento quelle che sono le regole del vivere civile".
Berlusconi ha il sospetto qualcuno gli stia preparando una trappola, vuole capire se alla fine, in Parlamento, a spingere veramente per approvare questo ddl è tutta la maggioranza o ci sarà chi rema contro. In questo clima, anche le dichiarazioni fatte ieri da Fini nel corso della trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata, non lo hanno tranquillizzato. A cominciare da quella frase con la quale l'ex leader di An ha scongiurato le elezioni anticipate che sarebbero la fine non solo della legislatura, ma anche del Pdl. "E chi lo ha detto? - è la replica dei suoi falchi -: Il Pdl può vivere e vincere le elezioni anche senza Fini".
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Resta alta la temperatura sul tema riforma della giustizia non soltanto tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno del Pdl. Due i filoni da analizzare per comprendere il perché di tanta tensione. Da una parte c'è il nodo politico, che vede i "finiani" nel mirino dei cosiddetti "falchi". Dall'altra ci sono le indagini e i nodi giudiziari che, a vario titolo, coinvolgono il premier.
Sul versante politico, anche oggi dunque, lo scontro interno alla maggioranza non si placa. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è tornato spiegare che non è nelle intenzioni del governo procedere spontaneamente alla riproposizione del cosiddetto lodo Alfano con legge costituzionale, ma che "coloro che hanno a cuore il bene del Paese possono farlo, noi non abbiamo nulla in contrario e lo valutiamo con favore". Intanto il direttore de Il Giornale torna a scagliarsi contro il presidente della Camera: "La magistratura è un partito, ed è ovvio che Berlusconi se ne difenda con il suo partito, il Pdl. Peccato che alcuni alleati del Cavaliere non abbiano capito il concetto o facciano orecchie da mercante. I finiani si sono scoperti formalisti e adoratori delle norme, pur di non dare una mano al premier", scrive Vittorio Feltri.
Netta la replica di Italo Bocchino, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera: "I falchi berlusconiani devono farla finita di parlare di complotto contro Berlusconi. Basta con le 'ghedinate' da prendere o lasciare. Il premier deve guardarsi da quei suoi consiglieri che lo hanno portato in un vicolo cieco. Procediamo con la riforma costituzionale del lodo Alfano e del ripristino dell'immunità parlamentare; così com'è oggi, il processo breve è destinato a sbattere contro il muro dell'incostituzionalità".
Negli ultimi giorni Berlusconi si tiene ai margini della diatriba. In pubblico preferisce tacere, ma sono in molti a dire che, nelle conversazioni private, il premier è "un fiume in piena" e non nasconde la sua ira.
A preoccuparlo è il versante giudiziario. Il timore del Cavaliere è che da Palermo gli arrivi un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Il passaggio cruciale sarà la data della testimonianza di Spatuzza nel processo di secondo grado contro Dell'Utri, già condannato a nove anni in primo grado. Poi ci sono altri due capitoli aperti: quello della procura di Caltanisetta, che indaga sugli attentati a Falcone e Borsellini nel '92: e l'inchiesta di Firenze sui mandanti esterni delle stragi del '93.
A tutto questo si aggiunge l'inchiesta milanese sull'Arnerbank (oggetto della puntata di domenica sera di Report) che i procuratori milanesi sospettano sia una sorta di lavanderia per il denaro sporco che arriva fino a Marina e Piersilvio Berlusconi. Sull'Arnerbank poi hanno messo gli occhi anche i pm di Palermo Scarpinato e Ingroia che si occupano di riciclaggio di soldi della mafia.
Insomma, altro che la continua guerriglia di Gianfranco Fini: oltre ai processo Mills e Mediaset, ad agitare veramente i sonni di Berlusconi sono le incredibili bombe giudiziarie, che potrebbero essere sganciate su Palazzo Chigi per devastare la credibilità del premier. Al quale, se arrivasse da una di queste procure un avviso di garanzia, non resterebbe che la strada delle elezioni anticipate per dire al Paese: ecco il "fango" che monta e che vuole destabilizzare un premier eletto dal popolo.
Ma andiamo con ordine:
A Palermo, il pentito di mafia Gaspare Spatuzza, accusa Dell'Utri e chiama in causa il premier come nuovi referenti politici di Cosa Nostra nel '93 al termine della sanguinosa campagna stragista a Roma, Firenze e Milano. Intanto, la trasmissione Report di Milena Gabanelli andata in onda domenica sera su Rai Tre rivela: nella sede milanese della svizzera Banca Arner la famiglia Berlusconi ha quattro conti correnti per un totale di 60 milioni di euro, di cui uno intestato direttamente al presidente del Consiglio per dieci milioni e altri tre per 50 milioni a capo delle holding italiane Seconda, Ottava e Quinta, amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Tra i clienti della banca ci sarebbero anche Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum, e Stefano Previti figlio di Cesare".
La notizia- bomba arriva verso la fine della puntata dedicata in gran parte al fenomeno dell'esportazione illegale dei capitali e alla nuova versione dello scudo fiscale che - secondo la testimonianza del consulente delle Procure Giangaetano Bellavia, "con le modifiche del 3 ottobre è allargato alle dichiarazioni fraudolente, alle fatture false e alla distruzione delle scritture contabili".
L'inviato di Report Paolo Mondani ricostruisce la storia della Banca Arner, fondata nel 1994 da Paolo Del Bue ("uomo di fiducia di Berlusconi"), Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Nel 2003 viene aperta la sede Milanese e negli anni successivi scattano una serie di disavventure giudiziarie. Il 7 maggio del 2008 Bravetti viene messo per due settimane agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo con l'accusa di intestazione fittizia di beni avendo aperto un conto di 13 milioni di euro a favore di Teresa Macaluso nascondendo il vero proprietario e cioè il marito e costruttore siciliano Francesco Zummo, collegato al clan Ciancimino, indagato per mafia ma assolto in appello. I beni di Zummo - valutati tra i 500 milioni e il miliardo di euro - sono stati messi sotto sequestro.
Non si sa se Del Bue, che ha lasciato la carica di amministratore nel 2005 è ancora tra i soci, ma era di certo in Arner quando, secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti dall'ex presidente del Torino Gianmauro Borsano, la società panamense New Amsterdam, amministrata fiduciariamente da Arner, versò in nero 10 miliardi di lire al Torino per il passaggio del calciatore Gianluigi Lentini al Milan.
Eppure l'importanza di Del Bue si capisce solo dalle carte del processo Mills, l'avvocato inglese condannato in appello per essersi fatto corrompere da Berlusconi per testimoniare il falso nei processi del premier. Nelle motivazioni della condanna il tribunale spiega che Mills si fece pagare per nascondere ai giudici italiani che le società offshore Century One e Universal One erano riconducibili non ai manager della Fininvest, ma "direttamente a Silvio Berlusconi". I conti esteri di quelle due società erano gestiti proprio da Del Bue, che da quei conti prelevava anche ingenti somme in contanti: 100 miliardi di vecchie lire in tre anni.
Sempre secondo la ricostruzione di Report a mettere in contatto Bravetti con Zummo sarebbe stato l'avvocato Paolo Sciumè. Il noto professionista, racconta Mondani con voce fuori campo, è nei consigli di amministrazione di molte società tra cui Parmalat dove è finito sotto processo per bancarotta ma assolto in primo grado. Nel 1996 entra nel cda di Mediolanum e nel 2003 in quello di Banca Mediolanum.
La Banca Arner, il 17 aprile del 2008, viene messa sotto torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d'Italia che riscontrano "gravi irregolarità a causa delle carenze delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio".
A questo punto Berlusconi deve risolvere la questione dei processi in corso (Mills e Mediaset) per i quali ha bisogno dell'approvazione del ddl sul processo breve. Il ddl redatto allo scopo da Ghedini è riuscito nella titanica impresa di indegnare tutti: dalle opposizioni a numerosi esponenti della stessa maggioranza. Bisogna riscriverlo, blindarlo e farlo approvare. Tre cose che richiedono tempo.
Una boccata d'ossigeno arriva dai giudici di Milano che riconoscono al premier imputato i "legittimi impedimenti per impegni istituzionali precedentemente assunti" e fanno slittare di due mesi (si riparte il 18 gennaio) il processo Mediaste.
Basteranno due mesi per sciogliere il nodo sul processo breve? Basteranno le modifiche alle quali sta lavorando il ministro della Giustizia?
Il premier non si fida: anche il lodo Alfano era stato modificato per soddisfare le riserve del Quirinale, eppure l'Alta Corte lo ha bocciato.
Fini adesso suggerisce di affiancare al ddl sul processo breve la via costituzionale del Lodo Alfano, e l'immunità di stampo europeo. Ma come "precondizione"' la terza carica dello Stato chiede lo stanziamento di risorse per gli operatori della giustizia, perché solo così si possono evitare i tempi biblici dei processi. "Riscrivere le regole deve necessariamente comportare l'impegno per una riscrittura che sia quanto più possibile condivisa, perchè le regole riguardano tutti, perchè le istituzioni della Repubblica sono le istituzioni di ogni italiano", insiste la terza carica dello Stato. "Sarebbe certamente un momento difficile per il nostro Paese quello in cui dovesse affermarsi il principio che, in una democrazia dell'alternanza, ogni maggioranza modifica a proprio piacimento quelle che sono le regole del vivere civile".
Berlusconi ha il sospetto qualcuno gli stia preparando una trappola, vuole capire se alla fine, in Parlamento, a spingere veramente per approvare questo ddl è tutta la maggioranza o ci sarà chi rema contro. In questo clima, anche le dichiarazioni fatte ieri da Fini nel corso della trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata, non lo hanno tranquillizzato. A cominciare da quella frase con la quale l'ex leader di An ha scongiurato le elezioni anticipate che sarebbero la fine non solo della legislatura, ma anche del Pdl. "E chi lo ha detto? - è la replica dei suoi falchi -: Il Pdl può vivere e vincere le elezioni anche senza Fini".
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