martedì 31 agosto 2010

Spatuzza e l'ultima tentazione dei Graviano.

di Anna Petrozzi - 30 agosto 2010


La notizia che Gaspare Spatuzza abbia indicato il presidente del Senato Renato Schifani come uno dei personaggi di raccordo tra i fratelli Graviano e Marcello Dell’Utri spunta proprio mentre i suoi avvocati presentano il
ricorso al Tar per la mancata assegnazione del programma di protezione.

Come si ricorderà il collaboratore che ha consentito la riapertura delle indagini sulla strage di via D’Amelio è il primo nella storia ad aver incassato il parere favorevole di tre procure e di vedersi comunque escluso dallo speciale trattamento per i pentiti.
La questione, quella pretestuosa, è la cavillosa interpretazione dell’assurda legge sul limite dei 180 giorni, quella vera, è che Spatuzza ha avuto la pessima idea di confermare per l’ennesima volta il collegamento tra Berlusconi, Dell’Utri e Cosa Nostra e questo è altamente sconsigliabile se si immagina di poter ottenere i benefici che la legge prevede, come cercare di salvare la pelle.
A quanto pare Spatuzza, per quanto sia facile da denigrare e avvilire a causa dei gravissimi delitti di cui si è macchiato, deve proprio far paura. Al momento le sue rivelazioni riguardo a Schifani non sono che indiscrezioni giornalistiche e non se ne conoscono i dettagli, ma le manovre più o meno palesi per intralciarne la collaborazione, per screditarla, per renderla il più possibile innocua sono state a largo raggio.
Per esempio, l’altra eccezione rappresentata da questo nuovo incubo per gli amici del premier dal passato quanto meno ambiguo, è che i suoi capimafia di riferimento, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, spietati boss del mandamento di Brancaccio, stragisti e per questo ergastolani, non lo hanno assalito, vituperato e rinnegato, come tradizione vuole. Anzi, gli hanno confermato l’affetto e persino il rispetto per il cammino intrapreso. Addirittura il minore, Filippo ha parlato di un “percorso di legalità”, certo, alla sua maniera, ma è un dato rilevante, considerato il soggetto.
E Giuseppe, il più potente e riverito, tanto da essere chiamato “Madre Natura”, nel corso del processo Dell’Utri, si è avvalso della facoltà di non rispondere a causa della sua condizione di detenuto in isolamento lasciando intendere che non appena si fosse ripreso avrebbe volentieri risposto ai giudici.
La lunga storia dei sottili dialoghi tra mafia e stato ci insegna che il sottaciuto è persino più eloquente di quanto detto e soprattutto che la tempistica delle risposte silenziose non è un dettaglio da sottovalutare.
I fratelli Filippo e Giuseppe Graviano hanno accettato di rispondere alle domande dei magistrati di Firenze il 28 luglio 2009, lo stesso giorno in cui effettuano l’amichevole confronto con il traditore Spatuzza, e poi mantengono una certa disponibilità anche nel mese di agosto e di settembre.
Il 4 dicembre con una tensione mediatica paragonabile solo a quella del maxi processo, quando ha deposto Buscetta, i giudici sentono il pentito. Esattamente un mese prima perviene in Cancelleria l’istanza degli avvocati di Giuseppe Graviano che chiedono di revocare l’isolamento diurno che il boss sconta dal 24 ottobre 2001. Secondo quanto prevede la legge, la “separazione coattiva” può essere prorogata ogni sei mesi per un massimo di tre anni e riapplicata in caso di eventuale commissione di ulteriore reato. Il provvedimento per Graviano sarebbe quindi dovuto terminare il 23 ottobre 2004 ma, nonostante le richieste dei legali, è stato sempre prorogato. Invece il 17 dicembre 2009, una settimana dopo che Giuseppe Graviano ha lasciato intendere di mal tollerare la sua condizione e di essere disponibile a parlare, è stato prontamente accontentato.
Invano il suo avvocato, per ben cinque anni, aveva perorato la causa, sono bastate due parole non dette in mondo visione per far passare al temibile boss, depositario di chissà quanti segreti sulle stragi del ’93 di cui è stato regista e sui mandanti ancora occulti, quella pericolosa tentazione.
E se mai gli dovesse tornare, sarebbe interessante vedere fino a quanto può alzare la posta.
Quando si dice il potere del silenzio.


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Ecco perchè a Berlusconi piace tanto Gheddafi.


Diritti umani


La Libia è considerata da più parti come un regime autoritario, a causa della precarietà dei diritti umani nel Paese.

Secondo l'Organizzazione non governativa Freedom House, nel 2009 la Libia è considerata un paese non libero (sono possibili, secondo l'ong, tre varianti: libero, parzialmente libero enon libero).

Secondo il rapporto annuale dell'Organizzazione non governativa Human Rights Watch il ministero libico della giustizia e i tribunali libici non "ricercano la giustizia e la verità".

Inoltre si registrano violazioni e discriminazioni ai danni delle tribù meridionali Tuareg e Tebu.

Lo stato libico ricorre alla pena di morte.

Il 7 giugno 2010 la Libia ha chiuso l'Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR). In Libia non è possibile chiedere asilo politico, e fino al 10 giugno l'Ufficio delle Nazioni unite sopperiva a questa mancanza. La decisione libica non è stata accompagnata da spiegazioni. Il ministro degli esteri della dittatura nordafricana ha dichiarato che l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati svolge un'attività illecita.

Protesta a Parolario contro Dell'Utri Parte-3


Queste si che sono soddisfazioni!





lunedì 30 agosto 2010

PETER GOMEZ COMMENTA L'INTERVENTO DI BEPPE GRILLO DEL 1986




E nella sala calò il silenzio........

La verità non si può dire




Postato da un commentatore


Questi paladini dell'Europa giudaico-cristiana, questi legionari della croce, consentono a un burino beduino, a un fanfarone addobbato da pagliaccio, un imbecille strafatto d'oppio, un satrapo artefice di un regime di aguzzini, sicari e spie, un chiavacammelli in visita ufficiale e solenne per la celebrazione del trattato di amicizia italo-libico di pronunciare, nella città del papa e del vaticano, nella Roma eterna, caput mundi, un auspicio e un appello alla conversione di tutta l'Europa alla fede di maometto, di bin laden e del povero saddam.

Che dico'consentono'..gli hanno fatto autostrade.
E gli procurano anche una platea di 400 belle fiche e mignotte tutte arrapate per la grande occasione e impegnate nelle interviste a dar sfoggio, col Corano sottobraccio, della propria defilippiana demenza.

Italianiiii! Sono le vostre figlie, le vostre sorelle! (la mia no, sta a casa, se no la meno)
Già che ci siamo facciamogliene montare qualcuna dagli stalloni berberi, nel bel mezzo del carosello dell'Arma dei Carabinieri.
Magari apprezza l'illustre ospite. Gradisca, Colonnello!

Oppure immoliamogliele.Vergini e martiri convertite e consacrate ad Allah.
E non rompa le palle la Fanghiglia cristiana.
I piccioli so' piccioli.Bissinissi.
Lo vedi come ci sa fare l'Uomo del fare, l'Imprenditore puro, il self merde man nazionale?
E' la politica estera delle pacche sul culo e dei lupanare.
Su cui se la intendono alla grande i due maialoni di stato.

Ad officiarla in pompa magna, a far le infamie di casa, splen-demente nel sorriso radioso, Frattini , il Grande Eunuco della Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia.
Quello che disse alla stampa estera parlando in generale che in Italia che un 73enne fotta una 15enne non è mica reato.

E i Pera, Ferrara, La Russa, Gasparri...e tutta la schiera dei cattosionisti nostrali?
Ci ha pensato Geronzi.
"Zitti e Mosca, stronzi!"


Scritto da un commentatore su:

http://www.beppegrillo.it/2010/08/castelli_di_sab/index.html#scrivi


Lo riporto perchè mi ha colpito e ne condivido in pieno il contenuto


venerdì 27 agosto 2010

Il fronte anti-Mondadori è sul web


Parte dal web la campagna di sensibilizzazione e boicottaggio contro la casa editrice di Segrate. Grazie a una legge “ad aziendam” varata dal Parlamento, la Mondadori potrà estinguere un antico contenzioso con il fisco pagando il 5% della somma dovuta, arrivando a risparmiare 350 milioni di euro. L’animatore della campagna è Gianfranco Mascia, uno che se ci fossero gli oscar dell’antiberlusconismo, meriterebbe una menzione d’onore. Il coordinatore dei comitati BO.BI, Boicotta il biscione, ha lanciato attraverso il sito www.mondadorinograzie.org una petizione online attraverso cui sarà possibile scrivere ai propri autori preferiti che lavorano con la Mondadori di non pubblicare più per la casa editrice. Attraverso un form online sarà possibile esprimere il proprio disappunto direttamente ai vari Carlo Lucarelli, Roberto Saviano, Vittorio Zucconi e a tutta la scuderia di scrittori che, nonostante abbiano il cuore a sinistra, continuano a scrivere per l’azienda di Marina Berlusconi.
A partire da settembre la campagna dal web si sposterà nelle piazze. Il comitato ha infatti intenzione di organizzare manifestazioni e volantinaggi davanti alle librerie per sensibilizzare l’opinione pubblica a non comprare libri Mondadori.