Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 6 gennaio 2011
Ristoratori padovani contro Zaia: "Basta cene al ristorante cinese"
"Con perplessità e discutibilità abbiamo mal digerito la foto apparsa sul mattino che ritrae il governatore Zaia con l'amico Marco Hu Lishuang nella serata di Capodanno al ristorante Wok-sushi - spiegano i ristoratori in una lettera inviata al mattino che domani sarà pubblicata integralmente dal giornale - Con quale soddisfazione il governatore si batte in difesa dei saporiti prodotti veneti?".
Qualità, attenzione al territorio, accoglienza del cliente: tutte caratteristiche che i cuochi padovani rivendicano dalla loro parte contro la concorrenza dei ristoranti cinesi. "I prezzi che pratichiamo sono lo specchio dell'equità e dell'onesta - spiegano - E siamo soggetti agli studi di settore con dei parametri ben definiti per i giusti ricarichi".
"Invitiamo poi il Governatore Luca Zaia a frequentare pure i nostri locali - concludono i ristoratori - Assieme al calore familiare e a eleganti tavoli (non striminziti e non self service) il governatore troverà e degusterà vini e cibi con prodotti della nostra meravigliosa agricoltura, di quella terra che è anche la sua, con accattivanti ricette non di importazione".
La lettera di protesta, con nomi e cognomi e indirizzi dei ristoranti, è stata inviata anche al presidente Zaia e all'Appe, l'associazione che tutela i pubblici esercizi (leggi l'intervento). Si tratta del "Cancelletto" di Camin, delle trattorie Berton e Ai Porteghi di Padova, del ristorante Palestro29, della trattoria Tunnel di Busa di Vigonza, del ristorante Bastione di Bastia di Rovolon, dell'antica trattorio da Dorio di Vigodarzere e del "Di...vino" di Villatora di Saonara.
Il governatore veneto ha deciso di rispondere a stretto giro di posta con un'altra lettera. "Mi pare che ciò che mi state chiedendo è di giustificare un mio spazio familiare, nel quale ho accettato l'invito di un gruppo di amici che, non per il veglione di Capodanno, ma il giorno dopo, per cena, mi avevano chiesto di partecipare ad un momento conviviale - scrive Zaia ai ristoratori - Ero stato da Marco quattro anni e mezzo fa, per l'inaugurazione del suo locale. Nel frattempo, e ve lo dico solo di sfuggita, diverse volte a settimana frequento ristoranti che hanno fatto della cucina veneta il proprio point of difference, giusto per utilizzare il gergo delle agenzie di pubblicità. E come ministro ho applicato la "tolleranza zero" contro i prodotti etnici arrivati in Italia per minacciare la salute dei consumatori".
mercoledì 5 gennaio 2011
Il nuovo brevetto di Chicco Testa Lo spot atomico finto-neutrale.
Campagna da 6 milioni di euro pagata dalla lobby delle centrali. Il forum per l'informazione obiettiva sul nucleare, guidato da uomini di Enel e Edf
Gli antinuclearisti hanno reagito rabbiosamente. Altro che spot neutrale, protestano. Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano, ironizza sulle critiche attirate dalla massiccia campagna pubblicitaria per una discussione senza pregiudizi sull’energia atomica: “Qualcuno sostiene che aver dato gli scacchi bianchi al filonucleare comunica in modo subliminale che quella è la parte migliore”. Testa ha ragione. E’ inutile analizzare i contenuti visivi e testuali di uno spot televisivo per capire da che parte tira. Si fa molto prima a guardare chi lo paga. E così si scopre che, in un Paese dove l’opposizione è accusata di ostacolare la regolare attività di governo, qualcuno considera normale che la lobby nucleare si tassi per affidare a se stessa l’informazione equilibrata da dare al popolo.
Testa conosce l’argomento. L’E-nel l’ha scelto per sanare i danni gravissimi da lui stesso prodotti alla cultura nucleare nazionale negli anni ‘80, quando guidava le manifestazioni per fermare le centrali. E’ lui che il 9 novembre 1987, deputato comunista, così commentava l’esito del referendum nucleare: “Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo”. Adesso evidentemente non ci sono più interessi in campo. Forse i 6 milioni stanziati per la campagna pubblicitaria sono disinteressati. E così, con la mente libera di spaziare senza pregiudizi nelle ampie praterie della conoscenza, l’ex leader antinucleare inonda tv e giornali con lo spot che invita a informarsi in modo serio, senza stare a sentire le assurdità propalate dai suoi successori di Legambiente e simili.
Lo spot
Creato dalla Saatchi & Saatchi così velocemente da andare in onda prima che il Forum nominasse il comitato scientifico che doveva approvarlo, rappresenta una partita a scacchi tra un favorevole e un contrario al nucleare, che sono poi la stessa persona, a rappresentare il dubbio che è in noi. Il dubbioso ha il nero, però muove per primo: “Sono contrario all’energia nucleare perché mi preoccupo per i miei figli”. Apertura generica. Il bianco replica mostrando conoscenze specifiche: “Sono favorevole perché tra cinquant’anni non potranno contare solo sui combustibili fossili”. E con i combustibili fossili, che tutti i telespettatori hanno imparato a enumerare fin dalle elementari, i figli sono sistemati.
Lo spaesato ci riprova: “Ci sono dei dubbi sulle centrali”. E’ ancora generico e disinformato, e il granitico lo infilza di nuovo: “Ma non ce ne sono sulla sicurezza”. E passa la paura. Terzo tentativo: “Il nucleare è una mossa azzardata per il Paese”, ci riprova l’ignorante. “O forse è una grande mossa”, insinua l’ottimista con il tono di chi sa a chi chiedere le dritte per vincere in Borsa. La voce neutrale dell’arbitro chiude lo spot: “E tu sei a favore o contro l’energia nucleare? O non hai ancora una posizione?”. Inutile qui ricordare i commenti diffusi nella Rete sui gradi angolari della posizione che lo spot suggerisce (subliminalmente) al cittadino.
Il caso
Lo spot finto neutrale solleva un problema più generale. L’informazione equilibrata e obiettiva sul nucleare, gestita dal Forum di Chicco Testa, è finanziata (fino a oggi per 7 milioni, mentre il budget 2011 è ancora in fase di definizione) dalle seguenti aziende, in ordine alfabetico: Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, Stratinvest Ru, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse. Tra i soci del Forum ci sono anche Cisl e Uil di categoria, più alcune Università italiane.
I dirigenti del Forum sono, oltre a Chicco Testa, Bruno D’Onghia (capo in Italia dell’Edf, gigante elettrico nucleare francese), Karen Daifuku (nota lobbista internazionale del settore), e tre dirigenti Enel: Giancarlo Aquilanti, Paolo Iammatteo e Federico Colosi. L’associazione è fondata sul “supportoorganizzativoestrategico” della Hill & Knowlton, multinazionale della comunicazione. Testa, che non disdegna mai la polemica, replica alle critiche degli antinuclearisti con una provocazione: “Mi diano sui loro siti lo stesso spazio che noi diamo a loro sul nostro Forum”.
da Il Fatto Quotidiano del 5 gennaio 2011
Testa conosce l’argomento. L’E-nel l’ha scelto per sanare i danni gravissimi da lui stesso prodotti alla cultura nucleare nazionale negli anni ‘80, quando guidava le manifestazioni per fermare le centrali. E’ lui che il 9 novembre 1987, deputato comunista, così commentava l’esito del referendum nucleare: “Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo”. Adesso evidentemente non ci sono più interessi in campo. Forse i 6 milioni stanziati per la campagna pubblicitaria sono disinteressati. E così, con la mente libera di spaziare senza pregiudizi nelle ampie praterie della conoscenza, l’ex leader antinucleare inonda tv e giornali con lo spot che invita a informarsi in modo serio, senza stare a sentire le assurdità propalate dai suoi successori di Legambiente e simili.
Lo spot
Creato dalla Saatchi & Saatchi così velocemente da andare in onda prima che il Forum nominasse il comitato scientifico che doveva approvarlo, rappresenta una partita a scacchi tra un favorevole e un contrario al nucleare, che sono poi la stessa persona, a rappresentare il dubbio che è in noi. Il dubbioso ha il nero, però muove per primo: “Sono contrario all’energia nucleare perché mi preoccupo per i miei figli”. Apertura generica. Il bianco replica mostrando conoscenze specifiche: “Sono favorevole perché tra cinquant’anni non potranno contare solo sui combustibili fossili”. E con i combustibili fossili, che tutti i telespettatori hanno imparato a enumerare fin dalle elementari, i figli sono sistemati.
Lo spaesato ci riprova: “Ci sono dei dubbi sulle centrali”. E’ ancora generico e disinformato, e il granitico lo infilza di nuovo: “Ma non ce ne sono sulla sicurezza”. E passa la paura. Terzo tentativo: “Il nucleare è una mossa azzardata per il Paese”, ci riprova l’ignorante. “O forse è una grande mossa”, insinua l’ottimista con il tono di chi sa a chi chiedere le dritte per vincere in Borsa. La voce neutrale dell’arbitro chiude lo spot: “E tu sei a favore o contro l’energia nucleare? O non hai ancora una posizione?”. Inutile qui ricordare i commenti diffusi nella Rete sui gradi angolari della posizione che lo spot suggerisce (subliminalmente) al cittadino.
Il caso
Lo spot finto neutrale solleva un problema più generale. L’informazione equilibrata e obiettiva sul nucleare, gestita dal Forum di Chicco Testa, è finanziata (fino a oggi per 7 milioni, mentre il budget 2011 è ancora in fase di definizione) dalle seguenti aziende, in ordine alfabetico: Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, Stratinvest Ru, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse. Tra i soci del Forum ci sono anche Cisl e Uil di categoria, più alcune Università italiane.
I dirigenti del Forum sono, oltre a Chicco Testa, Bruno D’Onghia (capo in Italia dell’Edf, gigante elettrico nucleare francese), Karen Daifuku (nota lobbista internazionale del settore), e tre dirigenti Enel: Giancarlo Aquilanti, Paolo Iammatteo e Federico Colosi. L’associazione è fondata sul “supportoorganizzativoestrategico” della Hill & Knowlton, multinazionale della comunicazione. Testa, che non disdegna mai la polemica, replica alle critiche degli antinuclearisti con una provocazione: “Mi diano sui loro siti lo stesso spazio che noi diamo a loro sul nostro Forum”.
da Il Fatto Quotidiano del 5 gennaio 2011
Western Union: fermate le commissioni predatorie!
Nonostante l'appello della Banca mondiale a mantenere le commissioni sotto il 5%, Western Union non ha mai dovuto fronteggiare una denuncia pubblica contro i loro guadagni vergognosi. Se alziamo le nostre voci con forza ora per contrastare le commissioni predatorie, potremo costringerli a fermarsi.
Firma ora e fai il passaparola con i tuoi amici: consegneremo la petizione al consiglio di amministrazione della compagnia, molto sensibile alla sua immagine, non appena raggiungeremo le 250.000 firme.
martedì 4 gennaio 2011
Blocco informatica, allarme dei magistrati "Senza assistenza rischiamo la paralisi"
Dal primo gennaio scorso è stata interrotta l'assistenza agli uffici giudiziari. L'Anm parla di "colpo finale" del governo a una "macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento". In arrivo proteste "clamorose". E il ministero ammette: "Hanno ragione"
Il Palazzo di Giustizia a Roma
"Altro che riforme punitive, qui c'è il rischio che i tribunali chiudano. Da tempo chiediamo una seria politica che razionalizzi i costi ed eroghi risorse umane e materiali tali da consentire un efficace funzionamento della gisutizia" insiste il presidente del'Anm Luca Palamara.
Il grido d'allarme dell'assocaizione trova conferma nelle parole del capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia Luigi Birritteri, che ammette le difficoltà. Un intervento (in un lungo messaggio sulla mailing-list dell'Anm) fatto dopo la riunione di ieri sulla questione al ministero di via Arenula, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti del Viminale per verificare le "possibile ricadute sull'attività di polizia". "L'allarme è più che giustificato", scrive Birritteri. "Voglio, tuttavia, rassicurare tutti sull'impegno del Ministro per la soluzione del problema in tempi assai brevi".
Ma le toghe che annunciano la mobilitazione. "Magistratura democratica è pronta ad una forte mobilitazione con forme di protesta anche clamorose", dice il segretario Piergiorgio Morosini, gip a Palermo, che denuncia: "La politica del governo fatta di annunci e conferenze stampa mostra scarsa percezione dei veri problemi della giustizia. Il ministro non può parlare di processo breve e poi negare le risorse minime per i sistemi informativi automatizzati".
"Senza un provvedimento immediato di ripristino della assistenza informatica - avverte il leader di Md - torniamo indietro di vent'anni, con danni irreparabili alle indagini, ai rapporti tra polizia e procure e ai processi civili; diventa impossibile la ragionevole durata dei processi. A pagare il prezzo di tutto questo sono i cittadini. Senza rimedi urgenti sarebbe un fallimento per il paese".
Per Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd e Cinzia Capano, responsabile giustizia civile, il blocco è "inaccettabile", mentre per Antonio Di Pietro dell'Idv 'Il governo si riempie la bocca con promesse di modernizzazione della pubblica amministrazione e allo stesso tempo taglia i fondi sui servizi informatici"
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