Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 2 agosto 2011
spazzatura norvegia.AVI
URLA: Sono Incazzato Nero e Tutto Questo non lo accetterò più !
Intercettazioni, il ministro Nitto Palma: "Si dovrà intervenire su talune anomalie".
lunedì 1 agosto 2011
Il punto su: Palermo e la baraccopoli di via Messina Montagne. - di Giusy Chiello
Dal maggio 2010 su Facebook esiste una pagina: Insieme alla Petyx per le famiglie dei containers. Si tratta di una pagina dedicata ai baraccati palermitani che vivono nei containers di via Messina Montagne. Questo spazio, da quanto si legge, è stato creato per aggiornare costantemente la situazione delle famiglie che vivono in condizioni da “terzo mondo”. Purtroppo, però, su questa pagina a loro dedicata, le notizie terminano il 14 dicembre 2010.
Ma cosa è successo?
Noi più volte abbiamo avuto un occhio di riguardo per queste persone abbandonate nel “villaggio delle baracche” e per la loro tragica situazione. Abbiamo iniziato la nostra analisi della situazione, realizzando un reportage da dove si evinceva la loro degradante situazione. Abbiamo verificato, in quell’occasione, che questa gente che, per diversi motivi, quali sfratto e perdita del lavoro, è stata cacciata dalla loro casa per poi essere catapultata in una realtà crudele e per niente dignitosa per un essere umano. Questo lo scenario quotidiano: fogne a cielo aperto, insetti velenosi, zecche e ratti che passeggiano nei vialetti dove giocano i bambini. L’acqua delle fogne stracolme, che va a finire sotto i containers e arriva dentro le case, creando umidità e muffa, causa di malattie continue per anziani e bambini. Le promesse dall’amministrazione comunale fino ad ora sono state tante: gli abitanti delle case-containers avrebbero dovuto avere il loro alloggio già da tempo. Per questo motivo, a fine febbraio abbiamo seguito i nostri “amici baraccati” durante uno sciopero da loro organizzato per chiedere il diritto della casa popolare, da tempo promessa. Gli amministratori allora avevano risposto alla loro protesta dicendo che in un paio di mesi tutto si sarebbe risolto, ma siamo già ai primi di maggio e ancora tutto tace e le famiglie sono ancora lì in attesa di una casa.
Segnaliamo a voi lettori questa pagina di Facebook in modo da dare un contributo anche morale per sostenere gli animi di queste persone. Anche la nostra redazione è pronta ad accogliere i vostri commenti, le vostre idee o le info che vorrete darci o ricevere sull’argomento.
Speriamo di essere davvero di sostegno a questa gente che sembra ormai abbandonata dal mondo.
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Campania, il Pdl prepara il blitz per aumentare il numero di assessori regionali. - di Vincenzo Iurillo.
Fra trolley e valigie per il mare già pronti, il Consiglio regionale ha infilato nell’ordine del giorno dell’ultima seduta prima della chiusura estiva, il disegno di legge a iniziativa del gruppo Pdl per far lievitare la giunta sino a 14 componenti. Nel ddl prevista la possibilità per il governatore di nominare anche due sottosegretari.
Insaziabile, la Casta campana. Gli attuali dodici assessori al fianco del governatore berlusconianoStefano Caldoro non sono sufficienti. Ne vogliono quattordici. E come se non bastasse, il ddl prevede l’introduzione di una figura sconosciuta a tutti gli Statuti regionali del Paese: i sottosegretari. Il governatore potrà nominarne due: con la facoltà di partecipare ai lavori della giunta.
Nella proposta è scritto che le indennità di funzione e le forme di previdenza dei nuovi membri dell’esecutivo “non comportano oneri di spesi aggiuntivi da sono dedotti dalle indennità degli attuali componenti della giunta regionale”. Traduzione: secondo i proponenti, il monte stipendi e contributi riservato a dodici assessori, retribuiti con 11.200 euro mensili e destinatari anche essi di una pensione a fine carriera grazie a una riforma dell’ex governatore Pd Antonio Bassolino, verrebbe ‘spalmato’ su quattordici assessori. E la legge risulterebbe a costo zero per la collettività. Ovviamente non è così. A dirlo è l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Giancane, che a marzo ha inviato in commissione consiliare un’integrazione alla proposta del Pdl con la quale rileva che la crescita della giunta potrebbe “comportare nuove spese”. Secondo Giancane, l’eventuale approvazione del ddl Nugnes “comporterà sicuramente un aumento dei costi di funzionamento della struttura (segreteria, auto di servizio)” e necessiterà di una ulteriore copertura finanziaria.
Il voto potrebbe arrivare a un anno esatto dalla presentazione della proposta, protocollata il 28 luglio 2010. Da allora, il testo ha fatto avanti e indietro tra le commissioni consiliari, in attesa del momento propizio, e non senza qualche mal di pancia all’interno della stessa maggioranza. Tra i contrari, infatti, si è schierato a sorpresa anche il presidente del consiglio regionale, il Pdl Paolo Romano.
Se l’assemblea legislativa campana darà l’ok all’allargamento dell’esecutivo, Caldoro utilizzerà questa facoltà per rimpolpare la giunta di presenze femminili. Pochi giorni fa infatti il Consiglio di Stato ha ‘censurato’ la composizione della squadra di governo, quasi tutta al maschile, confermando l’illegittimità dell’ultima nomina di assessore, quella di Vito Amendolara, con delega all’Agricoltura, al posto del dimissionario Ernesto Sica. Per il massimo organo di giustizia amministrativa, Caldoro non ha pienamente rispettato l’articolo 46 comma 3 dello statuto regionale sulla “equilibrata presenza di donne e uomini”.
E l’opposizione di centrosinistra annuncia barricate contro l’aumento degli assessori. Parla di “risvolti paradossali” e di “scelta vergognosa” il segretario campano del Pd Enzo Amendola: “Caldoro presenta decisioni su sanità e trasporti usando lo slogan del rigore e dei tagli e poi prepara la nomina di due assessori in più e si inventa la figura dei sottosegretari. Uno schiaffo ai cittadini campani colpiti dalla crisi economica, a chi soffre quotidianamente la inazione della destra al governo”. Per il vice capogruppo Pd Umberto del Basso de Caro “l’allargamento della giunta offende la dignità dei cittadini campani”. E il segretario campano di Idv, Nello Formisano, aggiunge: “Una cosa del genere non farebbe altro che aumentare la distanza tra i cittadini e le istituzioni, determinando ulteriore sfiducia della gente verso certa politica, attenta piu’ ai propri interessi che a quelli della collettività”.
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Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: "Confronto basato su cinque punti". I rappresentanti di lavoratori e imprese vedranno anche le opposizioni.
Non sembra caduto nel vuoto dunque l’appello lanciato settimana scorso dalle parti sociali. Pur tra mille difficoltà, il dialogo sembra prossimo a una svolta. Ad avviare i contatti il segretario del PdlAngelino Alfano, che si è detto disponibile anche a un confronto con l’opposizione. Mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato di un confronto su cinque punti con le parti sociali. “La comune assunzione di responsabilità dia luogo a un tavolo operativo in modo da accelerare i cambiamenti che servono alla crescita. Tutti insieme – dice il responsabile del Welfare – possiamo superare le resistenze corporative anche con opportune compensazioni o gradualità. Ci attendiamo che diventi un tavolo facilitatore”.
Per prima cosa, spiega Sacconi, “occorre ridurre le tasse con il disegno di legge delega, sostenere l’ internazionalizzazione delle imprese attraverso l’integrazione tra struttura diplomatica e rete Ice, stimolare l’impiego dei giovani attraverso la norma sul forfait del 5% e infine avviare una stagione di liberalizzazioni e privatizzazioni”. Secondo punto, “occorre monitorare gli investimenti alle imprese” e “vanno superati tutti i colli di bottiglia che rallentano la realizzazione delle opere pubbliche”. Il terzo argomento, prosegue il ministro, “riguarda il ruolo delle banche e della finanza di impresa: bisogna esaminare quali fondi pubblico-privati sono stati avviati”. Il quarto punto in agenda “sono le relazioni industriali, e quindi gli ammortizzatori sociali e la gestione delle crisi, compreso lo statuto dei lavori. Un aspetto significativo – sottolinea Sacconi – riguarda anche il tema della tregua sociale e quindi come regoliamo lo sciopero in presenza di investimenti. Infine la detassazione e la decontribuzione della parte del salario espressa dalla contrattazione locale”. Il quinto tema del confronto, conclude, è “la sobrietà democratica”, ovvero il taglio dei costi della politica.