mercoledì 25 gennaio 2012

Precisazioni.



Ci tengo a ricordare a tutti quelli che si ostinano a condannare Monti, che sull'orlo del baratro ci hanno portato le politiche che si sono succedute al governo prima dell'avvento di Monti e che non è facile salvare una nazione in due mesi dopo che è stata depredata per decenni. 


Prendetevela con Berlusconi, con Bersanetor, con tutti quelli che hanno preceduto Monti e che, invece di governare il paese, hanno solo curato i loro interessi e lavorato per restare al potere vita natural durante.


Questa gentaglia si è preoccupata e si preoccupa solo di apparentarsi con chiunque pur di restare attaccata alle seggiole che hanno occupato "abusivamente" con una legge fatta ad hoc che ci ha, di fatto, esautorato definitivamente di ogni diritto.

Scosse di terremoto nel nord Italia Magnitudo 4.9, epicentro in Emilia

 Terremoti , paura al Nord /   Vd 1   -   2    Scossa 4.9  in Emilia     Fotoracconto


Sciame sismico dall'1 di notte (nel Veronese, 4.2) con la massima scossa registrata alle 9,06 nell'area Parma, Mantova e Reggio Emilia. Centinaia di chiamate al 118. L'ondata avvertita distintamente anche a Milano, Torino, Verona e Genova. Protezione civile: non risultano danni a persone o a cose.


ROMA - Il nord Italia ha tremato. Una serie di scosse sismiche sono partite nella notte e continuate fino a questa mattina. La prima di magnitudo 4.2 era stata registrata a 00,54 in provincia di Verona, una più forte è arrivata alle 9,06 con epicentro nell'area di Parma 1, Mantova e Reggio Emilia e magnitudo 4.9. Poi una replica più lieve alle 9,24 con magnitudo 2.3 (stesso epicentro). Secondo quanto accertato dall'Istituto di geofisica, i comuni più vicini all'epicentro sono Poviglio, Brescello e Castelnovo di Sotto. Una scossa di magnitudo 2.4 è stata registrata poi alle 10,04 in provincia di Foggia con epicentro nel capoluogo dauno. Lievi tremori anche a Rignano Garganico e San Marco in Lamis. Non ci sono feriti e non si registrano danni. Ma secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia le scosse avvertite a Verona e Reggio Emilia sono fenomeni distinti. Appartengono cioè a due zone sismogenetiche, due faglie, diverse.
Il terremoto è stato avvertito distintamente anche a Milano 2Torino 3Genova 4Verona 5 e Pavia, dove sono state evacuate alcune scuole e gli uffici della Regione. La gente è uscita dai palazzi e dai condomini ed è rimasta fuori, sui maciapiedi. Molti si sono rivolti a internet per avere notizie. Sempre in rete sono stati pubblicati video e foto dell'evento. "I feriti che ci sono stati segnalati, per fortuna limitati, sono dovuti a panico, quindi sono situazioni indirette" rispetto al terremoto. Lo ha detto il responsabile della Protezione civile dell'Emilia-Romagna, Denetrio Egidi. "Difficilmente - ha aggiunto - ci saranno scosse superiori, perchè la zona è a bassa sismicità". L'ingegner Egidi ha ribadito la decisione precauzionale di chiudere le scuole nella zona dell'epicentro. Per quanto riguarda i primi danni, "non sono significativi".

Alle verifiche effettuate dalla sala situazione Italia del dipartimento della Protezione civile non risultano al momento danni a persone e cose. I vigili del fuoco di Milano hanno riferito a TMNews di non aver ricevuto alcuna segnalazione, anche se il sisma ha provocato l'evacuazione a scopo precauzionale di diversi uffici e aziende nel capoluogo lombardo. Gli impiegati sono stati fatti uscire dagli addetti alla sicurezza e hanno stazionato in strada per diversi minuti. Nella notte la circolazione ferroviaria nel nodo di Verona è stata sospesa per verifiche ma è ripresa regolarmente a partire dalle 5. Gli istituti superiori della città e della provincia sono state chiuse e si deciderà in mattinata l'eventuale chiusura delle altre scuole. In alcuni istituti è comunque scattato il piano di evacuazione. Alcune scuole hanno segnalato la comparsa di crepe sui muri. Chiusi gli istituti anche nel bergamasco, a Varese, Como e Lecco, a Cremona e Genova.

Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma nel Veronese ha avuto ipocentro a 10,3 km di profondità e epicentro in prossimità dei comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant'Anna d'Alfaedo. Sono state quattro in totale le scosse registrate nella zona delle prealpi venete da ieri sera: le prime due, di magnitudo 2.7 e 2.1, alle 20,41 e alle 20,49. 

Scosse Verona e Reggio Emilia, fenomeni distinti. 
Le scosse avvertite a Verona e Reggio Emilia sono fenomeni distinti. Appartengono cioè, spiega l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, a due zone sismogenetiche, due faglie, diverse. In provincia di Verona l'evento è stato registrato alle 00,54 mentre quello di Reggio Emilia alle 9,10 circa. La scossa di Reggio Emilia è avvenuta a una profondità di 30 chilometri e per questo motivo, è stata avvertita anche nel resto del nord d'Italia perché eventi di questo tipo hanno un'area di risentimento ampia. Le due scosse quindi non sono all'interno di una sequenza sismica individuata e determinata comune. La magnidudo 4,9 in un'area che è costruita rispettando le leggi, non provoca alcun tipo di danno. Di norma, dopo scosse di questo tipo, cioè quella di Reggio Emilia, aggiunge l'Ingv, se ne registrano altre ma non si possono fare previsioni. La stessa mancanza di correlazione tra le scosse è stata ribadita dal centro sismologico di Udine. 

Manager e banchieri, gli stipendi d'oro



L'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo (Ansa)
L'amministratore delegato di Unicredit 
Alessandro Profumo (Ansa)

Dai 40 milioni di Profumo a 1,5 di Malacarne. Stretta sulla trasparenza: da quest'anno in vigore le nuove misure Consob.

MILANO - La polemica sulla bolla degli stipendi d'oro dei manager è uno di quegli argomenti ciclici che anche in Italia tende ad accendere gli animi per poi scomparire dalle agende fino al nuovo giro di boa. La prossima, peraltro, si avvicina: le società quotate hanno l'obbligo di comunicare le politiche di remunerazione dei vertici nei bilanci e così tra marzo e inizio aprile, con la pubblicazione dei bilanci 2011, si alzerà il sipario su emolumenti e premi dell'anno appena chiuso. Rispetto alla classifica 2010, quella degli ultimi dati disponibili, le novità non mancheranno. Un anno fa Alessandro Profumo con 40,59 milioni doppiava ampiamente tutti i colleghi alla guida di grandi aziende in virtù della liquidazione monstre da 38 milioni ricevuta in uscita da Unicredit il 20 settembre 2010. In seconda posizione, per dire così, figurava Luca Cordero di Montezemolo con 8,713 milioni, ma anche qui nel 2010 si è chiuso il pluriennale legame con la Fiat che ha presieduto fino al 21 aprile. A seguire figuravano Marco Tronchetti Provera con 5,95 milioni, Cesare Geronzi con 5,088,Paolo Scaroni con 4,42 e Pier Francesco Guarguaglinicon 4,314 milioni. Con la pubblicazione dei nuovi bilanci si scoprirà inoltre la liquidazione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che nel corso del 2011 ha lasciato la guida di Intesa Sanpaolo. Il manager, nel 2010, aveva percepito 3,5 milioni tra emolumenti, bonus e altri incentivi, oltre a 311 mila euro di benefit non monetari. 
IL GAP - Insomma, alcune pedine si sposteranno visto il valzer di poltrone realizzatosi nel frattempo, anche se a non cambiare sarà la sostanza. E in tempi di austerity per tutti e di messa in discussione dello stesso sistema capitalistico-finanziario occidentale questo dovrebbe spingere ad affrontare in un'ottica più strutturale il dibattito sui tetti agli stipendi d'oro. Quando basta? E quando è «immorale», termine démodé ma efficace, una busta paga faraonica con un multiplo astrale tra il capoazienda e il suo dipendente tipo? Proprio nel 2011 dentro il frullatore del dibattito era finito Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, non perché fosse il caso «peggiore» ma perché il gruppo era in piena ristrutturazione. Nel 2010 il manager ha guadagnato 3,473 milioni ma mettendo in fila le sue buste paga dall'arrivo alla guida del Lingotto fino all'ultimo dato disponibile era stato calcolato che il suo stipendio medio giornaliero lordo (15.500 euro) poteva essere confrontato con quello annuale di un metalmeccanico di fascia media. Il che corrisponde a un multiplo tra il capoazienda e l'operaio, considerando anche bonus e premi (ma non stock option), pari a circa 365. Eccessivo anche per chi è famoso per il superlavoro. Peraltro Marchionne scivolò su un'infelice battuta il cui senso era: un operaio non farebbe a cambio, visto la vita che faccio.
TRASPARENZA - Qualche cambiamento è in arrivo: da quest'anno con le nuove regole Consob le società dovranno pubblicare più ampi dettagli sui guadagni dei top manager. Un esempio è l'oggettività degli obiettivi con il clawback (con la restituzione dei super-gettoni se un anno dopo gli obiettivi che sembravano raggiunti in realtà non lo sono). Almeno, un pizzico di trasparenza in più.
Certo la bolla delle buste paga dei vertici non è una specificità italiana. Non a caso se ne discute in Inghilterra come a livello europeo. Anzi, il fenomeno è occidentale: l'industria delle banche d'affari Usa ha scritto pagine vergognose nel «pre» ma anche nel «post» crac-Lehman. Basterebbe leggere il best seller «Too Big To Fail», del giornalista del New York Times , Andrew Ross Sorkin. Per ora a prevalere resta il diffuso malinteso tra liberismo e assenza totale di regole.

Twitter: @massimosideri
Massimo Sideri

il viceministro figlio di papà senza delege ma che sparla di sfigati laureati: Michel Martone



Definisce 'Sfigato' chi non si laurea entro i 28 anni. Ma lui è figlio di un potente amico di Previti. Raccomandato da Sacconi, Brunetta e Montezemolo. Storia vera del rampante viceministro Michel Martone.

Giovane, preparato, ben introdotto, maniacale promotore di se stesso. Un Klaus Davi tendente Jaki Elkann, con posa all'Antonio Gramsci. Incarichi, docenze, consulenze, e libri, e convegni, e articoli, e tv. Persino un blog dove pubblica ogni suo intervento, consiglia di leggere Kavafis e di ascoltare Jimi Hendrix, mancino come lui.

Michel Martone - figlio di Antonio, di cui si dirà - Martone il giovane, giuslavorista, l'under 40 dell'esecutivo con un curriculum da paura, è entrato da viceministro al Lavoro con titoloni sui giornali. Dell'atteso exploit, però, non si ha traccia. E' scomparso. Non c'è armonia col ministro Elsa Fornero, si vocifera. A oggi non è nemmeno chiaro quali ambiti di competenza abbia. A Natale il governo ha approvato le sue deleghe, ma con la fumosa dizione "funzioni particolari". Mistero. Una sparizione sorprendente. Anche perché - raccontano - "è una vita che studia da ministro".

Eppure, addentrandosi tra biografia e rapporti ramificati, una chiave la si trova. Si capisce, per esempio, che 
Martone il giovane è in realtà un giovane-vecchio: il contrario di un outsider. Piuttosto, il pezzetto di un establishment non del tutto meritocratico.

Uno che ha saputo coniugare con secolare abilità l'autopromozione, la carriera accademica, e l'avere un ben introdotto papà (il giudice Martone, ex presidente dell'Authority scioperi, già assiduo dello studio Previti, da ultimo sulle cronache per aver partecipato a un pranzo della P3 a casa di Verdini).

L'abilità sta nell'amalgama: è impossibile distinguere un elemento dall'altro. Come dimostra, fra l'altro, ciò che accadde quando il Pd Pietro Ichino attaccò l'allora ministro Renato Brunetta, colpevole di aver dato a Martone junior una consulenza da 40 mila euro, avendo nominato Martone senior presidente della Civit (la Commissione "antifannulloni"). Sciocchezze, replicò Brunetta: "La consulenza è precedente alla nomina, semmai allora il figlio ha raccomandato il padre".

Eccolo l'amalgama: e tutto tiene, l'uovo e la gallina. E' invidiabile e oliata, del resto, la disinvoltura con la quale Martone racconta di fare oggi il viceministro dopo aver "solo mandato un curriculum" a Catricalà, o ricorda che ai tempi dell'università il professor Dell'Olio "mi propose di lavorare per il suo dipartimento" (all'ora fatale, Martone senior fece pubblicare per Dell'Olio un necrologio la cui metratura gli appassionati del ramo ancora ricordano). O la scioltezza con la quale ripercorre la fulminea sua carriera: a 23 anni dottorando, a 26 ricercatore (diventa anche avvocato), a 27 professore associato (a Teramo). A 29 anni - record - Martone è ordinario avendo ottenuto l'idoneità a Siena con il classico schema all'italiana (otto candidati, sei si ritirano, due vincono).

A presiedere la commissione, il professor Persiani: quello che, anni prima, "mi aveva chiesto se volevo lavorare all'Università e la mattina alle 7 mi aveva convocato". Che fortuna. Ottimi, del resto, sono da sempre i rapporti tra Persiani e Martone Senior. "Secchioncello", si definisce. E che sia preparato anche i detrattori lo dicono. Ancora più bravo nel tenere insieme tutto.

Negli ultimi due anni, consulente di Brunetta ma anche collaboratore di Maurizio Sacconi (suo sponsor nella nomina a viceministro), Martone è riuscito a essere anche in Italiafutura, stimato senza riserve dall'antiberlusconiano Luca di Montezemolo. Se non fosse entrato al governo, aveva già pronta la nomina a presidente di FondInps: firmata da Sacconi, poche ore prima delle dimissioni di Berlusconi.

Il suo discorso per i dieci anni dalla morte di Bettino (perché è anche membro della Fondazione Craxi), cominciò così: "Molti si chiederanno che cosa ci faccio qui". Ecco, chiederselo non serve. E' cosa riuscirà a fare arrivato sin qui, e con una capacità di stare al mondo che sembra diventata un peso, la vera domanda.

Susanna Turco



http://isegretidellacasta.blogspot.com/2012/01/il-viceministro-figlio-di-papa-senza.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FBOqVu+%28I+segreti+della+casta+di+Montecitorio%29

martedì 24 gennaio 2012

Concordia, trovato un altro corpo. Partito il recupero carburante.

Ripescata un'anziana, sale a 16 il bilancio dei morti Identificata vittima siciliana. Si lavora per svuotare i serbatoi.


MILANO - Un altro corpo. Anche questa volta di una donna. I sommozzatori hanno ritrovato l'ultimo cadavere passando attraverso il varco aperto nel ponte 3 della nave Costa Concordia. Si tratterebbe di una persona anziana rinvenuta con il giubbotto salvagente legato intorno al tronco. Il bilancio dei morti sale così a 16. E, nel frattempo, poco dopo le 6 di mattina, è partita l'operazione di recupero del carburante dalla Costa Concordia. La chiatta allestita per fare da base alle operazioni di recupero delle quasi 2.400 tonnellate di combustibile stivate nei serbatoi della nave da crociera arenatasi sugli scogli dell'isola del Giglio ha lasciato il porto e si è ormeggiata accanto al Concordia. Fino a mercoledì sono previsti i rilievi subacquei preliminari, poi la ditta olandese Smit - coadiuvata dalla livornese Neri - dovrebbe iniziare l'estrazione vera e propria del combustibile. Per il capo della Protezione Civile e commissario dell'emergenza Franco Gabrielli, il pompaggio dovrebbe cominciare sabato. Tuttavia le ricerche dei dispersi non si fermeranno.
LA PROCEDURA - Il carburante nei 17 serbatoi sarà scaldato attraverso dell'aria calda che passa in una serpentina. Una volta reso più fluido, verrà tirato fuori, mentre nel serbatoio verrà pompata acqua. La durata prevista dell'intera operazione è di 28 giorni.
RICERCHE AL PONTE 3 - Mentre a poppa cominciavano le operazioni di recupero, i palombari del Comsubin - le forze speciali della Marina - hanno aperto un varco al ponte 3, a meno 20 metri di profondità, facendo esplodere delle microcariche, per consentire ai sommozzatori di Vigili del fuoco e Guardia di finanza di procedere con la ricerca dei 24 dispersi.
LA SPOSINA - E mentre continuano le ricerche, mercoledì arriverà a Corato, sua città natale, il feretro di Maria D'Introno, la sposina di Biella di 30 anni morta nel disastro della nave Costa Concordia. Il corpo di Maria era stato recuperato e identificato ufficialmente nei giorni scorsi.
IDENTIFICATA - Dopo Maria D'Introno, è stata identificata ufficialmente un'altra vittima del naufragio: è Luisa Virzì, 49 anni, originaria di Enna, il cui cadavere era è stato recuperato nella zona sommersa della nave nei giorni scorsi. La donna, a bordo della Costa Concordia assieme all'amica Maria Grazia Trecarico, ancora dispersa, e con la figlia di quest'ultima e il suo fidanzato, in un primo tempo era stata segnalata tra i naufraghi salvati per un equivoco. Solo quando la famiglia di Trecarico aveva ribadito di non avere più notizie delle due donne, era stata aggiunta alla lista dei dispersi.
LA CHIAZZA IN MARE - Martedì è scattato l'allarme per una chiazza da sversamento di circa 300 metri per 200, che si sta spostando con la corrente verso nord. Non si tratta di idrocarburi, bensì di olii alimentari, oli lubrificanti tensioattivi e detergenti. «Da un grande varco aperto ieri per facilitare le operazioni nella zona ristorante del ponte 4 è uscito di tutto», ha spiegato il sindaco Sergio Ortelli. Sono già entrati in azione i mezzi della Castalia, le unità antinquinamento del Ministero dell'ambiente, che stanno procedendo alla bonifica circoscrivendo la macchia con pannelli assorbenti.
GLI ESAMI TOSSICOLOGICI PER SCHETTINO - Intanto è stata fissata per il 26 gennaio, all'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica di Roma, l'analisi dei campioni biologici prelevati al comandante della Concordia, Francesco Schettino, il 17 gennaio scorso. Il consulente tecnico d'ufficio della Procura di Grosseto, professor Marcello Chiarotti, al quale la Procura ha chiesto di accertare se il comandante abbia preso stupefacenti prima del naufragio.
IL MAITRE - «Non c'erano assolutamente né chiacchiericci né donne» sulla plancia di comando al momento del naufragio. Lo ha spiegato il maître di bordo Antonello Tievoli: «Io c'ero, sono stato invitato in plancia, e stavo da una parte in rigoroso silenzio. Mio malgrado ero lì, il comandante era al comando della nave, e dava ordini al timoniere. Spero che quando verranno ascoltati la scatola nera e il Vdr, si capirà che in plancia c'erano questi ufficiali che facevano, purtroppo non l'hanno fatto bene fino in fondo, il loro dovere e che non c'erano assolutamente né chiacchiericci né donne. Non c'era nessuno».

Tir: Travolto un manifestante, rischio scaffali vuoti.


Ad Asti arrestata la camionista tedesca che ha investito il collega 46enne. Ordinanza del Prefetto di Roma: 'Stop sit in ai caselli'.


Un manifestante morto, le aziende della Fiat chiuse, blocchi e disagi non solo alla circolazione (che comunque è in via di miglioramento, fa sapere Viabilità Italia) ma anche agli approvvigionamenti di merci e benzina: è questa al momento la situazione su gran parte del paese a causa dello sciopero dei tir; protesta che continua a registrare presidi e che ha visto anche momenti di tensione con le forze dell'ordine. L'episodio mortale è avvenuto all'alba sulla statale 10 ad Asti: un camionista 46/enne, Massimo Crepaldi, che stava manifestando è stato investito da una collega tedesca di 52 anni, che dopo due ore di interrogatorio è stata arrestata per omicidio colposo. La donna alla guida del camion, nel tentativo di aprirsi un varco tra i mezzi, avrebbe investito accidentalmente l'uomo. A causa dei blocchi, gli stabilimenti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e Sevel sono rimasti chiusi, nel primo e nel secondo turno.
"E' una situazione intollerabile" per il presidente dell'Authority di garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse. L'Italia - dice Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea - "deve garantire la libera circolazione delle merci". Presidi e blocchi alla circolazione si stanno tenendo un po' in tutta Italia. Sarebbero ancora 5 i caselli autostradali ancora chiusi; sulla A14 Bologna-Taranto sono chiuse, solo per i veicoli merci, le entrate di Poggio Imperiale, San Severo, Andria e Foggia. Sulla A7 Serravalle-Genova è chiusa l'uscita di Serravalle Scrivia. L'intervento delle forze dell'ordine ha permesso la riapertura del traffico sulla A1, al casello di Napoli Nord. Resta obbligatoria l'uscita a S. Maria Capua Vetere per chi proviene da Roma ed a Pomiglia d' Arco per chi proviene da Sud. Tensione anche nel Salernitano tra i manifestanti e la polizia alla barriera di Mercato San Severino (Salerno), sull' autostrada A30, per rimuovere il blocco di decine di autoarticolati; poi la circolazione è ripresa. Un centinaio di tir sta creando problemi nell'area portuale di Livorno; tutti i mezzi pesanti vengono bloccati mentre le auto circolano su una sola corsia creando incolonnamenti al traffico. Traffico in difficoltà sulla A21 Torino-Piacenza per i blocchi che si sono accentuati dopo l'incidente mortale ad Asti.
Sulla tangenziale torinese, carreggiata per l'Emilia, ci sono chilometri di auto e Tir incolonnati che cercano di raggiungere l'uscita obbligatoria di Santena. 200 camion sono fermi nelle aree di sosta degli imbarcaderi per la Sicilia di Villa San Giovanni; i manifestanti stanno impedendo il traghettamento dei mezzi pesanti e questo allunga la fila dei camion in attesa. Disagi anche alla frontiera con la Francia, a Ventimiglia, dove la circolazione è consentita ma rallentata. A Napoli manca già la benzina, i distributori sono chiusi; corsa al rifornimento in Puglia. Si teme per la distribuzione delle scorte alimentari in Calabria; mentre stamattina a Roma nei mercati rionali frutta e verdura a prezzi d'oro.
Un manifestante è rimasto lievemente ferito a Fidenza (Parma) durante il presidio al casello sull'A1 organizzato dagli autotrasportatori. A quanto si apprende l'uomo sarebbe caduto mentre cercava di impedire il passaggio ad un camion che non voleva partecipare allo stop. L'uomo avrebbe riportato ferite molto lievi, medicate all'ospedale di Vaio a Fidenza.
GOVERNO ASSICURA L'UE: FERMEREMO I BLOCCHI - "Il ministro italiano degli Interni, Anna Maria Cancellieri, ha assicurato al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, in una telefonata, che il governo italiano intraprenderà tutte le misure necessarie per porre fine ai blocchi", causati dallo sciopero dei Tir. E' quanto si legge in una nota della commissione. "In una conversazione telefonica con il ministro Cancellieri - si legge in una nota - Antonio Tajani ha espresso la sua preoccupazione per la possibile interferenza dei blocchi con la libera circolazione delle merci nell'Unione europea, dato che molti camion degli altri stati membri usano le strade italiane".
"Antonio Tajani ha ringraziato Anna Maria Cancellieri, ministro italiano degli interni, per averlo rassicurato sul porre termine ai blocchi. Quando si verificano tali ostacoli, gli Stati membri dovrebbero adottare misure necessarie e proporzionate in modo che la libera circolazione delle merci sia garantita nel territorio dello Stato membro".
GARANTE: SITUAZIONE INTOLLERABILE - "E' una situazione intollerabile per una moderna società civile". Così Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia degli scioperi, ha commentato a '24 Mattino' su Radio 24 lo sciopero degli autotrasportatori. "La protesta degli autotrasportatori - ha detto Alesse, secondo quanto riferisce una nota - ha comportato una vera e propria lesione alla libertà di circolazione dei cittadini. Chi vuole scioperare può farlo, è un diritto sacrosanto, ma deve rispettare la legge. In tempi di profonda crisi economica e sociale è più che legittimo rivendicare i propri diritti ma in una cornice di legalità e di rispetto di diritti altrui". Alesse ha inoltre confermato che l'Autorità ha aperto un procedimento di valutazione nei confronti dell'associazione degli autotrasportatori siciliani "che - ha detto - non hanno rispettato il codice di autoregolamentazione del trasporto merci che prevede che non ci siano assolutamente blocchi stradali". Quanto all'eventuale precettazione Alesse ha confermato di aver scritto ai ministri di Interno e infrastrutture "per verificare se sussistano le condizioni giuridiche", perché "noi abbiamo un forte potere di segnalazione, ma poi il potere di adottare i provvedimenti non è nostro. A questo proposito ho chiesto al governo di valutare la possibilità di incrementare i poteri di precettazione in capo all'Autorità". Per quanto riguarda i tassisti, Alesse ha detto che l'Autorità sta valutando sanzioni: "Ci siamo trovati di fronte a forme di scioperi selvaggi, astensioni collettive non preannunciate, non comunicate all'Autorità, comportamenti assolutamente vietati dalla legge. Accerteremo eventuali responsabilità e su questo non si transige". Appare scongiurato, infine, lo sciopero di dieci giorni dei benzinai: "Abbiamo detto loro che l'astensione non si può protrarre per più di tre giorni consecutivi. Loro si sono adeguati".
PREFETTO ROMA, STOP SIT IN AI CASELLI - Stop agli assembramenti di tir presso i caselli autostradali all'entrata della Capitale. Lo ha deciso in un'ordinanza il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro sottolineando che "possono creare impedimenti alla circolazione stradale, comprometterne la sicurezza e interrompere un servizio pubblico". L'ordinanza, valida da oggi a venerdì, vieta inoltre all'interno del Grande Raccordo Anulare e lungo tutte le strade di accesso alla Capitale la circolazione degli automezzi adibiti al trasporto di merci che non siano destinati alla distribuzione nella Capitale o nella Provincia. Il provvedimento, precisa una nota della Prefettura, "si è reso necessario a seguito delle proteste della categoria che stanno avendo ripercussioni su tutto il territorio nazionale e che, come noto, stanno compromettendo il regolare approvvigionamento di beni primari per i cittadini e per le attività produttive". L'inosservanza dell'ordinanza prefettizia comporterà una sanzione amministrativa pari a circa 200 euro, il ritiro della patente, della carta di circolazione ed il fermo amministrativo del mezzo.
CONFCOMMERCIO,RISCHIO SPESA PROSSIME ORE - Se la protesta dei Tir non si interromperà "é serio il rischio che l'interruzione di forniture importanti per le imprese e la mancata distribuzione di prodotti di largo e generale consumo alimentare possa impedire alle famiglie di poter fare la spesa regolarmente già dalle prossime ore". Lo afferma la Confcommercio in una nota. "La protesta dell'autotrasporto, anche se legata ad una parte minoritaria di questo mondo - dice la Confcommercio in una nota - sta producendo danni ingenti all'intero sistema della distribuzione: il primo è già in atto ed è un danno alle famiglie e ai consumatori per l'inevitabile tensione sui prezzi dell'ortofrutta; il secondo è che, se la protesta non si interromperà, avremo in alcune aree del Paese forti criticità sull'approvvigionamento delle materie prime che già si incominciano a registrare". L'organizzazione dei commercianti ritiene, dunque, "indispensabile che la protesta rientri per evitare l'aggravarsi della situazione".
TRASPORTO UNITO, PROSEGUIAMO MA STOP BLOCCO - "Abbiamo deciso di proseguire con la protesta ma il nostro appello è: basta forzature, tensioni, blocchi". Lo ha detto il segretario generale di Trasporto Unito, Maurizio Longo, nel corso di una conferenza stampa che l'organizzazione sindacale ha indetto dopo il dramma di Asti. Oggi "la riunione del nostro esecutivo si è fatta tra le lacrime - ha aggiunto Longo -, il nostro collega era lì per difendere il suo lavoro". "Chi vuole circolare, circoli, tenteremo di rappresentare anche loro - ha precisato Longo - ma non possiamo tirarci indietro". "La nostra protesta è regolare" ha ribadito Longo, sottolineando che "non si tratta di uno sciopero selvaggio. E' stato annunciato e autorizzato nei tempi di legge fin dal 27 dicembre scorso". Il segretario generale di Trasporto Unito ha tenuto a precisare che "alcuni presidi, dove la tensione era molto alta, li abbiamo costretti a sciogliersi. La nostra protesta vuole essere civile, ma vogliamo ritrovare dignità presso la committenza". Il nostro appello, ribadisce Longo, è "liberiamo tutti coloro che vogliono proseguire nei viaggi. Tenteremo di rappresentare anche loro, ma non possiamo tirarci indietro". Longo ha poi aggiunto: "A me non risultano blocchi totali e dove serviva li abbiamo fatti rimuovere. Inoltre, tutti i presidi sono registrati in questura con il nome del responsabile".
COLDIRETTI: A RISCHIO 50 MLN EURO AL GIORNO - "Sono a rischio 50 milioni di euro di prodotti alimentari deperibili al giorno, tra latte, fiori, frutta e verdura che quotidianamente dalle aziende agricole e le stalle raggiungono i mercati e le industrie di trasformazione per arrivare sugli scaffali di negozi e supermercati". E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dello sciopero dei Tir che sta provocando blocchi e rallentamenti alla circolazione in tutta Italia, dove l'86% delle merci circola su strada.
Oltre al danno economico, precisa la confederazione agricola, va aggiunta "la perdita di credibilità con la grande distribuzione europea pronta a sostituire il prodotto Made in Italy con quello proveniente da paesi come la Spagna nell'ortofrutta o dall'Olanda per i fiori". "La situazione di difficoltà dell'economia è reale, a partire dal caro gasolio che è costato solo alle aziende agricole 400 milioni di euro in un anno, ma - sottolinea Coldiretti - la crisi in queste condizioni rischia di aggravarsi e occorre far ripartire al più presto la circolazione".
La confederazione agricola spiega che "ogni giorno viaggiano su camion e tir circa 525 mila tonnellate di prodotti agricoli e alimentari, dei quali poco meno del 10% sono deperibili. I produttori agricoli - conclude - sono costretti a smaltire a proprie spese il prodotto che marcisce o a svenderlo mentre i consumatori fanno i conti con gli scaffali vuoti e il rischio di effetti speculativi sui prezzi che cominciano a farsi sentire sugli ortaggi".
TAXI: E' TREGUA, A ROMA SERVIZIO REGOLARE - Taxi regolarmente in servizio oggi a Roma, dopo lo sciopero di ieri che non ha visto circolare auto bianche dalle 8 alle 22. Alle 13.30 i sindacati dei tassisti incontreranno esponenti del Pd, dopo di che, potrebbe riunirsi il parlamentino per decidere il da farsi. La categoria è spaccata sulla proposta di scioglimento dei
turni, voluta dall'Unica Cgil e appoggiata dall'Ugl ma osteggiata dal leader di Uritaxi Loreno Bittarelli. 

E-cat: cloni alla riscossa, ma la fusione fredda di Rossi è già a quota 50.000 pre-ordini.





defkalion

E-Cat, dai greci della Defkalion a Chan, è una corsa al clone del catalizzatore basato sullafusione fredda. La creazione di Andrea Rossi sembra non dar pace agli appassionati e ai concorrenti, ex collaboratori come nel caso dei greci. I rivali di Rossi però puntano ad aprire al pubblico le proprie conoscenze ed i progressi fatti con le loro ricerche.
Ieri è stata la volta di Chan, una nostra vecchia conoscenza, che sta tentando ormai da mesi di replicare il funzionamento dell'E-Cat. A novembre l'utente rese note su Buildecat.com le modalità e i risultati raggiunti con il suo esperimento, la cosiddetta Formula Chan. Si tratterebbe di una sorta di clone dell'E-Cat ma in versione open source, se vogliamo, visto che il misterioso Chan avrebbe reso nota la sua ricetta per l'E-Cat fai-da-te sul web. Adesso, alla sua prima formula, il giapponese avrebbe aggiunto nuovi dettagli.
Alla prima formularisalente al 21 novembre scorso, il giapponese avrebbe aggiunto nuovi dettagli utili per realizzare un dispositivo in grado di produrre 10 MW di energia. Cosa occorre? Secondo quanto si riportato da EcatWorld e su Chan Fusion Power, servirebbero: un contenitore di acciaio riempito di olio, riscaldato elettricamente a 100 C con 10 piatti impilati, che fungerebbe da nocciolo del reattore, 10 cartucce da 1000 kW alloggiate all'interno del contenitore, acqua a temperatura ambiente poi riscaldata fino a 100 C.
Ma, come dicevamo, non è l'unico a voler proporre una propria versione dell'E-Cat. Che per i greci, ex alleati di Rossi si chiama Hyperion. E anche nella vicina Grecia, le cose sembrano aver preso la piega giusta (o forse una brutta piega per Rossi). In un comunicato, la Praxen Defkalion Green Technologies (PDGT) ha annunciato di essere pronta per consentire ulteriormente a terze parti di valutare la sua tecnologia di base.
E i greci giocano duro. Già in un precedente comunicato, risalente alla fine di novembre, la Defkalion si era detta pronta a commercializzare il proprio E-cat entro il 2012. Oltre alla vendita dell'Hyperion, neanche due mesi fa, erano seguite altre tre promesse:
  1. Accordi con aziende per la concessione di licenze esclusive a seconda del paese/territorio.
  2. Test effettuati da terze parti indipendenti per scopi scientifici.
  3. Joint venture con nuove aziende per il mercato di nicchia.
Sembra dunque che alle parole la Defkalion sia pronta a far seguire i fatti. E Rossi? Preoccupato della forte concorrenza? Non sembra, visto che sul Journal, rispondendo alla richiesta di un utente, fornisce alcune cifre sulle prenotazioni dell'E-Cat: “Finora abbiamo ricevuto circa 50.000 pre-ordini che non è male per un prodotto che deve ancora essere descritto in dettaglio. Il nostro obiettivo di 10.000 è stato bruciato rapidamente”. Meglio del previsto.
E l'ingegnere fa sapere che per evadere tutti gli ordini ci vorranno 18 mesi a partire da adesso.
Francesca Mancuso

http://www.greenme.it/informarsi/energie-rinnovabili/6774-e-cat-fusione-fredda-