giovedì 12 aprile 2012

Da Berlusconi versamenti a Minetti e gemelle De Vivo testimoni nel caso Ruby. - di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella

Il consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti (Ansa)

Pochi mesi fa sborsati 127 mila euro


MILANO - L'imputato che paga 127mila euro a tre testimoni del suo processo solleva sospetti in qualunque dibattimento: ma diventa un caso se il processo è quello di Ruby e del bunga-bunga, se l'imputato generoso è l'ex premier Silvio Berlusconi (appena prosciolto per prescrizione dall'accusa di aver corrotto in un'altra vicenda il testimone David Mills), se i quattro bonifici sono di appena pochi mesi fa e cadono nel pieno delle udienze. E soprattutto se le beneficiate sono tre importanti testi del suo processo: le gemelle Eleonora e Imma De Vivo, e la consigliere regionale lombarda pdl Nicole Minetti (che è invece imputata nell'altro processo con Lele Mora e Emilio Fede).
La storia, che si stenterebbe a credere se non esistessero le contabili bancarie acquisite dalla Procura dopo la segnalazione dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d'Italia, affiora mercoledì dalle «indagini suppletive» notificate a sorpresa dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano sia ai difensori di Berlusconi, nel processo dove l'ex premier (prossima udienza lunedì) è imputato di prostituzione minorile per i rapporti con la minorenne marocchina Karima «Ruby» el Mahroug e di concussione per le pressioni sulla Questura milanese la notte del 27 maggio 2010, sia ai legali di Minetti-Mora-Fede nel processo (prossima udienza domani) dove l'ex igienista dentale, l'impresario di starlette tv e l'ex direttore del Tg4 sono imputati di favoreggiamento della prostituzione nelle «cene eleganti» ad Arcore.
Il 14 ottobre 2011 Minetti, cioè la persona accusata di aver gestito gli aspetti logistici delle notti di Berlusconi (reclutamento, affitti in via Olgettina, bollette), sul conto in Banca Intesa San Paolo incassa 15.000 euro inviatigli come «prestito infruttifero» da Silvio Berlusconi, che un mese dopo gliene spedisce altri 40.000 senza causale descrittiva. Ma già il primo luglio 2011 Berlusconi, sempre dal proprio conto personale presso il Monte dei Paschi di Siena, con la causale «regalìa» bonifica 42.000 al conto personale di Enzo De Vivo presso l'agenzia napoletana della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, che il 7 ottobre 2011 incassa dal premier altri 30.000 euro.
Interrogato il 5 aprile scorso dal pm Boccassini, Enzo De Vivo, titolare di un impianto di carburanti, conferma di aver ricevuto sul proprio conto (anziché su quello delle figlie «per evitare pettegolezzi») i 72.000 euro da una persona mai conosciuta, appunto Berlusconi, ma che le sue figlie gli avevano anticipato avrebbe dato loro un aiuto finanziario: Eleonora e Imma De Vivo, le gemelle dell' Isola dei Famosi 2008, inserite dai pm tra i testi del processo all'ex premier e tra le «persone offese» del processo a Minetti-Mora-Fede in quanto assidue ospiti delle serate di Arcore, inquiline di un trilocale messo loro a disposizione in via Olgettina, protagoniste di intercettazioni-cult (Berlusconi «lo trovo un po' out, ingrassato, imbruttito: deve sganciare. Speriamo sia più generoso, io non gli regalo un c...»), definite «un amuleto» dal premier che le invitava a margine dei Consigli dei ministri a Napoli nell'emergenza rifiuti, e così evocate il 15 gennaio 2011 da una ballerina testimone delle notti di Arcore, Maria Makdoum: «Finita la cena il presidente disse: "E ora facciamo il bunga-bunga" e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale (...) le De Vivo in mutande e reggiseno, il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parti intime». Il 14 gennaio 2011, giorno dell'invito a comparire a Berlusconi e delle perquisizioni alle ragazze, Eleonora De Vivo era stata trovata in possesso di una copia del proprio verbale datato 26 ottobre 2010 come «indagini difensive» dei legali del premier, che poi avevano ritenuto di non depositarlo.

mercoledì 11 aprile 2012

Maroni: "qualcuno ha approfittato della buona fede di Umberto Bossi".



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Indonesia: esperto, Tsumani scongiurato perche' sisma orizzontale.

TMNews CNN

(AGI) - Parigi, 11 apr. - Il terremoto di magnitudo 8,6 che ha investito la provincia indonesiama di Aceh, a Sumatra, e le successive scosse di assestamento non hanno provocato il temutissimo tsunami. Lo spiega la sismologa francese Susanne Sargeant, che collabora con il Centro di Controllo Geologico del Regno Unito. Secondo l'esperta, il terremoto e' stato 'a scivolamento', vale a dire con un movimento in senso laterale e non verticale. Per questo non sembra esservi stato alcun significativo spostamento del fondale marino capace di produrre gigantesche onde anomale (al massimo si sono registrate onde di un metro). "Si verifica lo strofinamento di due blocchi, ed e' chiamato terremoto a scivolamento", spiega la Sargeant. "Questo significa che non si e' verificato uno spostamento del fondale.
  Anche se un terremoto di tale magnitudo possiede il potenziale per causare un grande tsunami - prosegue - il fatto che non ci sia stato un sommovimento del fondale, vale a dire quello che genera l'onda, indica una bassa possibilita' di genesi di uno tsunami". Il relativo allarme e' comunque stato diramato non solo in Indonesia, ma anche in Thailandia, Malaysia e Singapore, persino in India, nello Sri Lanka e alle Maldive, e da ultimo addirittura sull'isola francese della Riunione, a est del Madagascar. Alle 15, poi, il centro americano di monitoraggio dello tsunami e quello geofisico dell'Indonesia hanno revocato l'allarme: "I livelli indicano che la minaccia si e' ridotta per gran parte delle aree interessate". L'area dove e' stato localizzato l'epicentro del terremoto principale, 431 chilometri a sud-ovest della citta' di Banda Aceh e a una profondita' di 33 chilometri, e' all'incirca la stessa dell'epicentro del terremoto di magnitudo 9,1 che il 26 dicembre 2004 scateno' un'onda anomala di proporzioni colossali, in grado di seminare morte e distruzione lungo l'intero Oceano Indiano, fino alle coste dell'Africa orientale.



http://www.agi.it/dalla-redazione/notizie/201204111626-cro-rt10212-indonesia_esperto_tsumani_scongiurato_perche_sisma_orizzontale

INDONESIA 11 04 2012 TERREMOTO Banda Aceh allarme tsunami earthquake



Un violento terremoto ha colpito l'Indonesia al largo della provincia nord-occidentale di Banda Aceh, sull'isola di Sumatra. Dopo la scossa di magnitudo 8.7 al largo dell'isola indonesiana di Sumatra è stata registrata una scossa di assestamento di magnitudo 8.8



Corruzione, il Consiglio d’Europa boccia il finanziamento pubblico ai partiti in Italia






Secondo il rapporto di 'Greco', braccio anti-corruzione dell’organizzazione paneuropea, il sistema dei controlli è inefficace. Dal 1997 al 2009 sono ben 91 le formazioni politiche che hanno presentato rendicontazioni false o incomplete. Eppure hanno ricevuto dallo Stato fino al 400% delle spese sostenute.

Controlli e sanzioni inefficienti sui bilanci irregolari dei partiti, e corruzione soggetta a tempi di prescrizione troppo brevi. Il risultato? Dal 1997 al 2009 sono ben 91 le formazioni politiche, nate e morte nel corso di quegli anni, che hanno presentato rendicontazioni false o incomplete. Eppure hanno ricevuto dallo Stato fino al 400% delle spese sostenute. La commissione Greco (Groupe d’Etats Contre la Corruptione), braccio anti-corruzione del Consiglio d’Europa in cui l’Italia è entrata solo nel 2007, ha bocciato il nostro sistema di finanziamento ai partiti. E ha richiamato l’urgenza di norme più stringenti contro il reato di corruzione a garanzia di un maggiore controllo. L’analisi effettuata si basa sui dati forniti dalla Corte dei Conti ma non riporta i nomi dei partiti sanzionati o coinvolti nei procedimenti giudiziari.

In Italia la normativa presenta “carenze “importanti”, controlli “inefficienti” e sanzioni “inefficaci”. Una situazione a cui, secondo Strasburgo, è “urgente” porre rimedio. E alla luce delle inchieste giudiziarie che hanno travolto la Lega Nord e la Margheritaanche i leader di Pd, Pdl e Udc hanno sollecitato l’introduzione di nuove norme per garantire la supervisione sui bilanci. I dati del rapporto fanno luce su un sistema complesso e opaco dal quale emerge che tra il 1994 e il 2008 i partiti politici hanno speso in totale 570 milioni di euro, ma i rimborsi ricevuti per le campagne elettorali sono stati 2,25 miliardi di euro. Perché in Italia l’erogazione dei fondi è legata al numero di voti ottenuti e non alle spese sostenute.

Nel documento elaborato dalla commissione si sottolinea che “la maggiore debolezza” del sistema sta nei controlli e anche il ruolo che i cittadini possono svolgere è “molto limitato”. Non va meglio per quello esercitato dalle autorità pubbliche, che risulta “molto frammentato, più formale che sostanziale”. Non solo: dai dati emerge che dal 1997 al 2009, sono 91 partiti politici hanno presentato rendicontazioni irregolari. Eppure “soltanto sei di loro sono stati sanzionati con la sospensione dei rimborsi elettorali di cui erano ancora beneficiari, visto che avevano comunque accumulato i fondi annuali dopo la notifica delle irregolarità”. Ragione per cui sono entrati in possesso dei fondi soltanto dopo la piena regolarizzazione dei loro bilanci. Gli altri 85 invece, “avendo ricevuto la notifica dopo la completa ricezione del denaro (ovvero la quinta e ultima tranche della legislatura) non sono stati soggetti alla sospensione”. E hanno ricevuto regolarmente i soldi pubblici che in Italia rappresentano l’82% delle risorse economiche per i partiti, a fronte del 16,5% elargito da privati l’1,5% con fondi di altra natura che provengono da eventi e attività promosse dagli stessi partiti.

Per quanto riguarda la violazione delle norme sulle dichiarazioni, “nel 2009 sono stati conclusi 4 procedimenti giudiziari e tre sono ancora pendenti. E per il finanziamento illecito nel 2009 soltanto un procedimento è stato concluso, a fronte di cinque sospesi”.

Greco analizza i dati della “Corte dei Conti che dal 1996 ha iniziato 7 procedimenti amministrativi dovute a bilanci non corretti. A seguito della presentazione della documentazione, ai 6 partiti sono stati di nuovo elargiti i fondi pubblici. Verso i partiti che invece non avevano diritto alle risorse pubbliche sono stati avviati 17 procedimenti e soltanto 9 si sono conclusi con l’effettiva applicazione della sanzione, per una multa complessiva di 51.645,70 euro. Un procedimento è stato invece intrapreso contro un partito che non aveva dichiarato la provenienza dei fondi nel rendiconto finale e si è risolto con una multa di 5.164,57 euro”.

La commissione del Consiglio d’Europa ha rilevato che “a seguito dello scandalo di Tangentopoli i partiti hanno avvertito la necessità di formulare nuove norme per garantire la trasparenza nei controlli dei bilanci” ma la normativa è ancora insufficiente. Per questo Greco suggerisce l’introduzione di regole che definiscano in primis lo “status legale” dei movimenti. Cruciale anche l’introduzione del divieto generale di donazioni provenienti da soggetti anonimi e l’abbassamento della relativa soglia, che oggi è fissata a 20mila euro per i singoli candidati e a 50mila euro per i partiti. Da pubblicare anche i bilanci delle sezioni territoriali, che devono esser consultabili in maniera trasparente e chiara. E rimodellare il sistema al fine di garantire che le sanzioni siano proporzionate alle irregolarità commesse e, soprattutto, applicate.

Nel panorama che emerge dai dati, un migliore sistema di controllo deve affiancarsi alla revisione dei tempi di prescrizione per il reato di corruzione, considerati “tropo brevi”. Un fattore determinante che mette a rischio il lavoro dei giudici. “Nonostante tutte le lacune rilevate – si legge nel documento – in Italia sono stati comunque perseguiti un numero considerevole di casi di corruzione. Questo è stato possibile grazie al lavoro proattivo dei giudici che hanno acquisito una vasta esperienza e hanno giocato un ruolo nello sviluppare la giurisprudenza in quest’area”. E Il Consiglio d’Europa guarda con “preoccupazione” alle sanzioni previste per il reato di corruzione perché, nella pratica, non si rivelano “proporzionate, dissuasive ed efficaci”.

Cosa pensava Bossi di Silvio Berlusconi.



Ecco che cosa diceva Bossi dei partiti politici e di Berlusconi.


Ma poi si è alleato con Berlusconi, ha accettato tutti i compromessi propostigli dai partiti, ha avallato leggi anticostituzionali, ha salvato delinquenti suoi pari dalla galera, ha permesso che i suoi figli, sua moglie, i suoi più stretti collaboratori, si appropriassero di soldi pubblici, lui stesso ha campato a sbafo senza aver mai lavorato.
Questo è Bossi, un mistificatore, un truffatore, imbroglione, ciarlatano, impostore.
Riuscì anche ad imbrogliare la moglie facendole credere di essere un medico quando medico non era.


Bossi è questo:
http://www.leggo.it/news/politica/bossi_e_la_casa_ereditata_a_milano_donata_da_una_militante_e_mai_dichiarata/notizie/175219.shtml


Bossi è anche questo:

Procedimenti giudiziari

Il 5 gennaio 1994, al processo ENIMONT[58], Umberto Bossi ha riconosciuto la colpevolezza dell'amministratore del movimento Alessandro Patelli[59] relativamente ad un finanziamento illecito ricevuto dallo stesso da parte di Carlo Sama[60] della Montedison. Dopo aver restituito integralmente la somma di 200.000.000 di lire, raccolta dagli stessi militanti leghisti, e dopo l'allontanamento dal partito di Patelli, Umberto Bossi è stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, condanna definitiva [61].
Umberto Bossi è stato in seguito condannato in contumacia, un anno e quattro mesi di reclusione, per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla in più occasioni, il 26 luglio e il 14 settembre1997, pubblicamente offesa usando, nella prima occasione la frase Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo, nel secondo caso, rivolto ad una signora che esponeva il tricolore, Il tricolore lo metta al cesso, signora, nonché di aver chiosato Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore [62]. Il Tribunale di Como concede all'imputato Umberto Bossi, il beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale [63]. . Il 15 giugno 2007 la Prima sezione penale della Cassazione, respingendo il ricorso presentato dalla difesa, lo ha condannato in via definitiva[64].
Per il secondo evento si è ricorso alla Camera, nel gennaio 2002, che non ha concesso l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bossi, allora ministro delle Riforme per l'accusa di vilipendio alla bandiera, ma la Consulta ha annullato la delibera di insindacabilità parlamentare, nella sentenza 249 del 28 giugno 2006[65].
All'inizio del 2006 la pena prevista per il reato di opinione è stata modificata, dall'originaria detentiva, che prevedeva fino a tre anni di reclusione, ad una pecuniaria, multa fino al massimo di 5.000 euro. Bossi ha chiesto poi che anche la multa gli venisse tolta, in quanto europarlamentare, ma la Cassazione ha rigettato il ricorso confermando la condanna a pagare 3.000 euro di multa. (wikipedia)

Vita privata

Il 31 agosto 1975 Bossi si sposa con Gigliola Guidali, commessa di Gallarate, sua compagna da cinque anni. Bossi ha 34 anni e non ha, all'epoca, un lavoro fisso. È iscritto alla Facoltà di Medicina dell'Università di Pavia. Nel 1979 i coniugi Bossi hanno un figlio, Riccardo. La moglie dà al marito un ultimatum: un lavoro stabile è necessario per portare avanti la famiglia. Nel 1982, Gigliola Guidali chiede e ottiene la separazione. Più tardi, in un'intervista, raccontò di aver chiesto la separazione dopo aver scoperto che Umberto usciva tutte le mattine di casa con la valigetta del dottore, dicendole «ciao amore, vado in ospedale», senza essersi però mai laureato;[66][67] al marito mancano infatti sei esami.[68] Nel 1994 Bossi si è sposato in seconde nozze con Manuela Marrone, di origini siciliane[69], cofondatrice della Lega Lombarda, dalla quale ha avuto tre figli: Renzo (1988) detto, suo malgrado, Il Trota da quando suo padre lo definì così nel 2008 in risposta a chi gli chiedeva se fosse il suo delfino[70], Roberto Libertà (1990)[71] ed Eridano Sirio (1995)[72]. Dal primogenito ha avuto nel 2004, la sua prima nipote.
Numerose polemiche hanno, negli ultimi anni, interessato i familiari di Umberto Bossi. A partire dalla moglie Manuela Marrone titolare, come denunciato da Mario Giordano nel suo libro Sanguisughe, edito da Mondadori nel 2011 di una baby pensione dall'età di 39 anni, un fatto ricordato da Gianfranco Fini in televisione il 25 ottobre 2011[73]. Al fratello Franco Bossi che, pur se in possesso solo del diploma di licenza media inferiore,[74] ha lavorato dal 2004 al 2009 come assistente parlamentare dell'eurodeputato leghista Matteo Salvini[75] con la retribuzione di 12.750 euro al mese.
Da ultimo Renzo Bossi (1988) che a gennaio 2009 è stato nominato membro dell'Osservatorio sulla trasparenza e l'efficacia del sistema fieristico lombardo, organismo istituito su iniziativa della Lega.[76][77] La nomina solleva un ampio dibattito e aspre polemiche; Vittorio Zucconi su Repubblica definì la nomina nepotista.[78] La polemica più aspra è legata al suo stipendio di 12.000 euro mensili, notizia in seguito smentita dal presidente del consiglio regionale della Lombardia Davide Boni[79] e dal capogruppo della Lega Nord alla Camera Roberto Cota.[80]
Renzo Bossi, a 21 anni e sei mesi, con 12.893 voti, è il più giovane consigliere regionale mai eletto in Lombardia. Nelle elezioni regionali del 2010 infatti venne, infine, candidato nella provincia di Brescia ed eletto nelle liste della "Lega Lombarda - Lega Nord - Padania". Attualmente è componente sia della Commissione I Programmazione e Bilancio sia della Commissione II Affari Istituzionali[81]e percepisce un trattamento economico netto mensile tra 9.831 e 11.4970 euro.[82]
Il 2 aprile 2012, Roberto, terzogenito di Umberto Bossi, viene condannato dal giudice di pace a versare un risarcimento di 3800 euro in favore di un esponente di Rifondazione Comunista per un fatto risalente a marzo 2010; assieme ad un amico, aveva preso di mira il militante di sinistra dapprima con offese, ed infine lanciandogli contro un gavettone di candeggina.(wikipedia)

Ma la cosa più grave è che Bossi è stato ministro della Repubblica Italiana!




Orgoglio padano! - Rita Pani




Sarà pure la serata del vostro orgoglio, legaioli, ma è un orgoglio di merda. Così ha fatto maroni: ha preso in mano una palletta di merda e l’ha rimpastata, tentando di far uscire un fiore. Merda era e merda rimane, del vostro cerchio magico del vostro sognar da barbari e del vostro orgoglio.

Vi fa saltare ai ritmi da stadio e ancora promette, di meritocrazia, di soldi padani ai padani. Di largo ai giovani. E voi saltate così come corrono i criceti dentro la ruota. Perché vi hanno ammaestrato, perché vi sono bastate le aiuole fiorite, le camicie verdi, il fazzolettino nella tasca e la caccia ai negri che vi reggono in piedi, lavorando da schiavi, sfruttati di giorno e cacciati di notte.

Patetici, pagati per inneggiare a bossi, come se non fosse il padre del figlio scemo che ha, e che alla fine si è dimostrato assai più intelligente di tutti voi.

Se solo foste in grado di scendere dalla ruota di plastica dentro la gabbia che vi hanno costruito intorno, pensereste per un attimo a quel che ha detto ieri: “mio figlio da qualche mese mi diceva che in Regione non si trovava.” Voi legaioli che avete figli disoccupati, o sottopagati, sfruttati dai padroni padani in padania, avreste potuto provare anche voi, il benefico influsso dell’orgoglio vero. L’orgoglio che vi avrebbe dovuto spingere a cacciarli a calci nel culo. Come spesso vi hanno esortato a fare ai negri che sfruttate.

I vostri giovani, come tutti i giovani italiani, si impegna nello studio, si impegna a crescere, si impegna per tentare di avere un futuro, sapendo che non lo avrà, mentre un idiota, una testa di cazzo inutile, poteva anche “non trovarsi” col culo al caldo, a guadagnare una decina di migliaia di euro al mese, più i benefit della razzia dei soldi pubblici.

È proprio un orgoglio di merda, il vostro. Un orgoglio che vi hanno insegnato, ma ve lo hanno insegnato sbagliato. Roma ladrona, vi hanno insegnato, mentre rubavano anche 50 euro alla stregua di borseggiatori, scippatori, ladruncoli o criminali comuni. Qual è l’orgoglio che rivendicate oggi? Quello del vostro capo supremo, che proprio come craxi o il suo ultimo complice il tizio assai più delinquente di voi, grida al complotto, al giudice comunista, e alle classiche boiate che per anni ci hanno frantumato l’anima?

Vedo ora quell’essere amorfo del capo dei barbari sognanti con una scopa in mano, per fare pulizia. Mi viene da ridere, perché se è di questo che è fatto il vostro orgoglio, allora è assai peggio della merda. Le vostre urla, davanti ad una farsa patetica come chi la rappresenta sono un oltraggio verso il genere umano pensante.

Sì, se è questo il vostro orgoglio, allora vi auguro ancora tanta padania. Non vi è ancora bastato.

- Rita Pani - smile



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