Pochi mesi fa sborsati 127 mila euro
MILANO - L'imputato che paga 127mila euro a tre testimoni del suo processo solleva sospetti in qualunque dibattimento: ma diventa un caso se il processo è quello di Ruby e del bunga-bunga, se l'imputato generoso è l'ex premier Silvio Berlusconi (appena prosciolto per prescrizione dall'accusa di aver corrotto in un'altra vicenda il testimone David Mills), se i quattro bonifici sono di appena pochi mesi fa e cadono nel pieno delle udienze. E soprattutto se le beneficiate sono tre importanti testi del suo processo: le gemelle Eleonora e Imma De Vivo, e la consigliere regionale lombarda pdl Nicole Minetti (che è invece imputata nell'altro processo con Lele Mora e Emilio Fede).
La storia, che si stenterebbe a credere se non esistessero le contabili bancarie acquisite dalla Procura dopo la segnalazione dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d'Italia, affiora mercoledì dalle «indagini suppletive» notificate a sorpresa dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano sia ai difensori di Berlusconi, nel processo dove l'ex premier (prossima udienza lunedì) è imputato di prostituzione minorile per i rapporti con la minorenne marocchina Karima «Ruby» el Mahroug e di concussione per le pressioni sulla Questura milanese la notte del 27 maggio 2010, sia ai legali di Minetti-Mora-Fede nel processo (prossima udienza domani) dove l'ex igienista dentale, l'impresario di starlette tv e l'ex direttore del Tg4 sono imputati di favoreggiamento della prostituzione nelle «cene eleganti» ad Arcore.
Il 14 ottobre 2011 Minetti, cioè la persona accusata di aver gestito gli aspetti logistici delle notti di Berlusconi (reclutamento, affitti in via Olgettina, bollette), sul conto in Banca Intesa San Paolo incassa 15.000 euro inviatigli come «prestito infruttifero» da Silvio Berlusconi, che un mese dopo gliene spedisce altri 40.000 senza causale descrittiva. Ma già il primo luglio 2011 Berlusconi, sempre dal proprio conto personale presso il Monte dei Paschi di Siena, con la causale «regalìa» bonifica 42.000 al conto personale di Enzo De Vivo presso l'agenzia napoletana della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, che il 7 ottobre 2011 incassa dal premier altri 30.000 euro.
Interrogato il 5 aprile scorso dal pm Boccassini, Enzo De Vivo, titolare di un impianto di carburanti, conferma di aver ricevuto sul proprio conto (anziché su quello delle figlie «per evitare pettegolezzi») i 72.000 euro da una persona mai conosciuta, appunto Berlusconi, ma che le sue figlie gli avevano anticipato avrebbe dato loro un aiuto finanziario: Eleonora e Imma De Vivo, le gemelle dell' Isola dei Famosi 2008, inserite dai pm tra i testi del processo all'ex premier e tra le «persone offese» del processo a Minetti-Mora-Fede in quanto assidue ospiti delle serate di Arcore, inquiline di un trilocale messo loro a disposizione in via Olgettina, protagoniste di intercettazioni-cult (Berlusconi «lo trovo un po' out, ingrassato, imbruttito: deve sganciare. Speriamo sia più generoso, io non gli regalo un c...»), definite «un amuleto» dal premier che le invitava a margine dei Consigli dei ministri a Napoli nell'emergenza rifiuti, e così evocate il 15 gennaio 2011 da una ballerina testimone delle notti di Arcore, Maria Makdoum: «Finita la cena il presidente disse: "E ora facciamo il bunga-bunga" e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale (...) le De Vivo in mutande e reggiseno, il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parti intime». Il 14 gennaio 2011, giorno dell'invito a comparire a Berlusconi e delle perquisizioni alle ragazze, Eleonora De Vivo era stata trovata in possesso di una copia del proprio verbale datato 26 ottobre 2010 come «indagini difensive» dei legali del premier, che poi avevano ritenuto di non depositarlo.
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