Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 4 giugno 2012
L'ITALIA NELLE MANI DEL BILDERBERG E SOCI. - Ida Magli
Siamo stretti alla gola, immobilizzati, ridotti alla paralisi davanti a un suicidio al giorno, perché ci troviamo nelle mani di banchieri che non sono soltanto banchieri ma anche membri della Commissione Trilaterale, del Club Bilderberg, dell’Aspen Institute, associazioni massoniche che gestiscono in Europa il potere ai massimi livelli e che non lavorano per noi ma per realizzare il Governo mondiale. L’Italia ne dipende in assoluto perché sono sempre appartenuti a qualcuna di queste associazioni i massimi esponenti dei partiti di sinistra.
Nel suo prezioso “angolo” del “Giornale” Paolo Granzotto elenca fra i nomi dei possibili candidati alla presidenza della Repubblica quelli di Giuliano Amato, Romano Prodi, Mario Monti, tutti importantissimi membri del Bilderberg, dell’Aspen Institut, della Trilateral Commission e operatori del governo mondiale. È il motivo principale per il quale bisognerebbe realizzare la proposta del Pdl di far eleggere il presidente della repubblica dai cittadini, unico sistema per sfuggire al nostro eterno destino di avere un presidente scelto da queste associazioni. Sarebbe necessario, però, lasciare intatta la forma costituzionale dei suoi poteri, visto che tutto l’assetto politico italiano andrebbe cambiato e non è possibile farlo in breve tempo, mentre si dovrebbe affiancare alla proposta di elezione diretta del presidente della repubblica un’iniziativa d’azione concreta per affrontare i problemi urgentissimi della sopravvivenza economica.
Nessun partito, oggi, può permettersi di non parlare della realtà fallimentare in cui ci troviamo a vivere, praticamente “alla giornata”, guardando gli indici di borsa o lo spread, aspettando le elezioni in Grecia o il fallimento delle banche spagnole, con un governo di emergenza che ha trasformato l’emergenza in lungo, luttuoso stato di normalità, inventando ogni giorno una tassa e inducendo i governati alla disperazione. Non si può sopportare più neanche un suicidio senza addebitarlo alla volontà di distruggere la nazione italiana (o alla incapacità di governarla) e senza pretendere dai politici ancora in carica di scuotersi dalla comoda inerzia nella quale si sono adagiati. Il problema è la moneta? Ebbene il Pdl come gli altri partiti dicano esplicitamente cosa vogliono fare della moneta perché è di questo che ha parlato Grillo ed è per questo che ha realizzato il suo movimento attraverso il web. Nel web si discute appassionatamente ormai da anni dei problemi della sovranità monetaria, di come i politici abbiano ceduto ai banchieri il diritto di battere moneta, così come basta un clic per trovare i nomi di tutte le associazioni che lavorano alla realizzazione del governo mondiale e i nomi dei loro membri, inclusi quelli italiani. Nel web sono presenti e a disposizione dei lettori centinaia di ipotesi e di simulazioni eseguite da famosi economisti sul futuro dell’euro, vantaggi e svantaggi del rimanere nella moneta unica.
Non conviene a nessuno, ma soprattutto non conviene ai politici mantenere il silenzio sulle due direzioni antitetiche che ormai si contendono la politica sia a livello dei singoli stati che a livello mondiale: quella che vuole conservare le nazioni e l’indipendenza dei popoli e quella che vuole eliminare il più possibile le differenze fra i popoli e fra gli stati per giungere alla totale uguaglianza e a un governo globale. La crisi dell’Europa obbliga tutti a prendere posizione pro o contro la globalizzazione perché l’unificazione europea non è un fine in se stessa ma il passo determinante verso il governo mondiale. La sinistra sta dove stava, ma sembra vincente perché è stata sempre mondialista, mentre quei partiti di centro destra che, contrariamente a quanto è stato fatto in Francia e in Germania, non hanno detto con chiarezza quali fossero le loro intenzioni, sono diventati all’improvviso debolissimi come è successo in Italia. Se non vogliono morire debbono uscire allo scoperto e decidere in quale direzione andare.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10377
Montezemolo, Santanchè, Saviano & C. Liste “civiche” stampella dei partiti in crisi. - Fabrizio d'Esposito
I sondaggi danno le formazioni tradizionali in picchiata, così nel mondo della politica si muovono personalità esterne al tradizionale sistema partitico. Anche per contrastare il boom dei 5 Stelle. Così, oltre al tormentone Montezemolo, si moltiplicano le voci di un impegno del giornalista campano in supporto al Pd, a quello di una formazione capitanata dal ministro Passera. C'è poi l'operazione restyling Pdl, che i rumor vorrebero affidata a un gruppo di donne-simbolo dell'ultimo decennio di Berlusconi.
La Terza Repubblica sarà l’Apocalisse dei partiti? L’ultimo, devastante sondaggio dell’Ipsos a Ballarò ha fornito dati eloquenti. Il 55 per cento del campione considera esaurita la spinta propulsiva dei “partiti tradizionali”, anche se dovessero presentare le fatidiche “facce nuove”. Per quanto riguarda poi il prossimo inquilino di Palazzo Chigi, il 31 per cento vorrebbe “un nuovo rappresentante della società civile”. Monti e il resto si trovano ben sotto: appena il 14 per cento per l’attuale premier, mentre i segretari dei due partiti maggiori, Pd e Pdl, assommano addirittura il 18 per cento: 10 per Bersani e 8 per Alfano. Un disastro accentuato dalla crescita continua delMovimento 5 Stelle: 19,8 per cento a fronte del 25,6 del Pd e del 16,8 del Pdl. Per tentare di arginare il boom del grillismo (che ha di fatto già ribaltato il tavolo dell’inciucio o della Grande Coalizione), anche nei partiti è cominciata la rincorsa alle liste civiche, antica idea di Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega. La scorsa settimana, il dibattito ha quasi distrutto quel che resta del Pdl: la nomenklatura ex forzista ed ex An contro lo spacchettamento a favore di una rete di liste capeggiata da Daniela Santanchè. E lo stesso Berlusconi ha ammesso pubblicamente l’ipotesi di un centrodestra civico. Adesso è il turno del Pd sotto schiaffo del giornale-partito di Repubblica. L’idea di una lista Saviano voluta da De Benedetti, Scalfari e Mauro sta causando una rivolta tra i democrat. Lo stesso Saviano ha smentito una sua candidatura ma non il progetto. Il centro, poi. Tra il tecnico Passera e l’eterno indeciso Montezemolo (che ha smentito come Saviano: no alla candidatura ma sì alle liste) passa il futuro dei moderati, che disperatamente Berlusconi vorrebbe riunire in una confederazione. Tutto però dipenderà dal nuovo sistema elettorale, se cambierà. E non è escluso che anche il Porcellum veda in campo coalizioni fatte soprattutto di liste civiche.
TECNICI – Passera e i (vari) passerotti
In origine sono stati Mario Monti e Corrado Passera soprattutto. Quando, all’inizio dell’anno, l’esecutivo tecnico era ancora in luna di miele con il Paese, la corte al premier e al suo superministro dello Sviluppo economico è stata serratissima. Attorno a loro sono stati disegnati scenari di una Grande Coalizione permanente e in parte civica che oggi stanno svanendo. A sopravvivere però sono le ambizioni del banchiere Passera, cui la politica e il governo degli affari correnti piacciono sempre di più. Passera e il suo collega Andrea Riccardi, titolare della Cooperazione internazionale, potrebbero essere tasselli importanti di una lista da integrare con il Partito della Nazione alias Udc di Pier Ferdinando Casini. Le prove generali di questa civica moderata potrebbero avvenire prima delle politiche del 2013: un voto anticipato in Sicilia favorirebbe l’aggregazione di un polo attorno a Pietro Grasso, procuratore nazionale dell’Antimafia.
ANTIPOLITICA A DESTRA – Il casting della Santanchè
La sincera ammirazione per il metodo grillino, combinata con una forte insofferenza per le facce vecchie del Pdl, ha spinto Silvio Berlusconi, nelle sue cene del lunedì ad Arcore, a cavalcare da destra il nuovo vento civico. L’ipotesi è spacchettare o svuotare il Pdl con una rete di liste movimentiste a tema, con a capo, per esempio, Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla. Dalla cerchia berlusconiana viene anche confermata una selezione in corso per trovare “facce nuove” e “facce giovani” da lanciare alle prossime elezioni. È stato scritto che questo casting sarebbe curato da Guido Bertolaso, amico della cricca del G8 e della Protezione civile. A tutto questo, il Pdl di Angelino Alfano sta reagendo debolmente, impantanandosi in un surreale dibattito sul “direttorio” da affiancare al segretario. In pratica ex ministri come Fitto, la Gelmini e la Meloni.
MOVIMENTO 5 STELLE – Il ciclone Grillo in orbita
In un’intervista su Sette, il magazine del Corriere della Sera, Beppe Grillo vede così il futuro della prossima legislatura: “Noi vogliamo che cambi la società intera. Probabilmente saremo l’unica opposizione a un governo con dentro tutti. Banchieri, finanzieri, Confindustria, vecchi partiti, Montezemolo”. Quanti saranno i grillini in Parlamento? Il sondaggio Ipsos dà in pratica il Movimento 5 Stelle già al 20 per cento: secondo partito del Paese quando mancano almeno dieci mesi alle elezioni del 2013. Il vento grillino è diventato impetuoso alle amministrative di maggio con la conquista di quattro sindaci, tra cui quello di Parma (Federico Pizzarotti al 60,22 per cento nel ballottaggio con il candidato di centrosinistra), e due sconfitte sul filo di lana, Budrio e Garbagnate. Il M5S è diventato l’incubo dei partiti tradizionali, a partire dal garante dell’inciucio ABC: Napolitano. Il Quirinale prima ha paragonato Grillo all’Uomo Qualunque di Giannini poi ha negato il boom elettorale del suo movimento.
SAVIANO E REPUBBLICA - In prima fila Zagrebelsky e De Gregorio
Non solo Saviano, che ieri però ha smentito. Ma anche Concita De Gregorio e Gustavo Zagrebelsky. Sono questi i tre nomi che da giorni circolano per il listone di Repubblica che potrebbe allearsi con il Pd alle politiche. La discussione sta squassando il partito di Bersani (nonché di D’Alema e Veltroni) e ancora non è chiaro il punto di arrivo. Secondo una parte del Pd, il listone Savia-no potrebbe ridurre il peso della foto di Vasto con Idv di Antonio Di Pietro e Sel di Nichi Vendola. Per un’altra corrente di pensiero, invece, il Partito dovrebbe inglobare i candidati della società civile, sull’antico modello degli indipendenti di sinistra. Bersani rimanda tutto al cambiamento della legge elettorale, ma anche un bambino sa che il Porcellum dei nominati non nega la possibilità di una coalizione fatta di partiti e liste civiche. Resta il nodo del candidato premier. Bersani non farà passi indietro, ma Renzi è pronto a contrastarlo e lo stesso partito di Repubblica, a partire dall’Ingegnere, giudica il segretario del Pd una figura debole.
ITALIA FUTURA E ALTRA ITALIA - Montezemolo l’eterno tormentone
Al Fatto, Luca di Montezemolo ha smentito l’ipotesi di candidarsi a capo della sua associazione “Italia Futura”. Ormai quello del presidente della Ferrari è un tormentone senza scadenza, che va avanti da anni. In ogni caso le liste civiche di IF dovrebbero essere pronte per il 2013. In questa direzione, il lavoro alla sede di Roma, nel quartiere Prati, è quotidiano. Lì opera il direttore di IF, l’ex dalemiano Andrea Romano. Anche il senatore Nicola Rossi è un ex dalemiano e dà sostanza alla parte economica del programma elettorale di IF insieme con Irene Tinagli. L’associazione di Montezemolo debutterà come lista civica con una convention a metà luglio ed è trasversale. Accanto a ex ds ci sono ex leghisti (Cè) ed ex berlusconiani (Scalpelli). Montezemolo (che ieri ha visto Fini) potrebbe anche essere il capo di un nuovo centrodestra, secondo un’opzione di Berlusconi. E ieri è nato un gruppo parlamentare di berlusconiani-montezemoliani, “Altra Italia” comprendente Stracquadanio, Pecorella e la Bertolini.
INTELLETTUALI ANTI-GRILLINI - Un’altra Alba della sinistra
Si chiama Alba e significa Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente. La prima assemblea nazionale si è tenuta al Palamandela di Firenze alla fine di aprile. Migliaia le firme per un manifesto che chiede un’altra politica “nelle forme e nelle passioni”, dopo l’incapacità dei partiti di autoriformarsi. Il nuovo soggetto politico, che farà liste civiche nel 2013, è stato battezzato dallo storico Paul Ginsborg, già girotondino. Con lui: Stefano Rodotà, Luciano Gallino, Ugo Mattei, Marco Revelli, Paolo Cacciari, Chiara Giunti, Nicoletta Pirotta e Alberto Lucarelli. Alba sta crescendo su tutto il territorio nazionale e vanta almeno 80 gruppi locali. È una civica anti-grillina da sinistra, come ha spiegato Ginsborg: “Vorremmo porci come un’alternativa a Beppe Grillo perché ci sono molte persone che chiedono un rinnovamento ma non si riconoscono nel grillismo. Alba non esclude l’ipotesi di un’alleanza con il Pd, ma è più probabile che alla fine vada da sola alle politiche
LA CREATURA DI EMILIANO - I sindaci e “il trio perfetto”
Sul Mattino di ieri, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si è mantenuto largo sul neo-partito dei sindaci che nello scorso inverno sembrava invece cosa fatta: “Voglio fare la rivoluzione da sindaco”. Detto questo, da “uomo di sinistra” ha precisato che non si possono affidare a Grillo le istanze di cambiamento. Il sogno è quello di mettere insieme i primi cittadini di sinistra, ultimo arrivato Leoluca Orlando, e appellarsi a Bersani, Di Pietro, Vendola e Ferrero. Oltre a De Magistris e Orlando, entrambi dell’Italia dei Valori, la griglia della potenziale creatura include Zedda (Cagliari), Pisapia (Milano) ed Emiliano (Bari). A marzo, proprio De Magistris disse che questa lista valeva almeno il 20 per cento. Poi è arrivato il boom Grillo e nel frattempo Emiliano a Bari è stato alle prese con l’inchiesta delle cozze pelose. Il progetto è, o era, di fare la sinistra del centrosinistra. Come disse lo stesso Emiliano: “Io, Luigi e Nichi siamo il trio perfetto”.
MANIFESTO OPERAIO - La Fiom tentata dal Parlamento
La tentazione c’è: una lista Fiom alle prossime elezioni sui temi del lavoro e dell’articolo 18. Tutto si deciderà il 9 giugno, quando il gruppo dirigente delle tute blu della Cgil, guidato da Maurizio Landini, incontrerà i leader della foto di Vasto, i movimenti, i sindaci progressisti. Il manifesto dell’impegno politico è in queste parole di Giorgio Airaudo, numero due della Fiom, all’ultimo comitato centrale del sindacato dei metalmeccanici: “In questi anni abbiamo fatto una battaglia per difendere i diritti, e per questo sempre inseguiti dall’accusa di fare politica. Da oggi in poi, visto che le nostre battaglie non hanno trovato sponda, dobbiamo puntare a inserire i diritti e il lavoro nell’agenda della politica. Dobbiamo fare politica, quindi, a viso aperto, perché il sindacato e i lavoratori non restino più soli”. Se alla fine la Fiom dovesse battersi alle prossime elezioni con una propria lista sarebbe un’altra rivoluzione, dopo il boom delle liste civiche. Ma Landini punta a un accordo col Pd.
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Garavini (Pd): “Troppi amici dei re delle slot in Parlamento: ora basta”. - Ferruccio Sansa.
La deputata democratica, dopo la denuncia del Fatto sul maxisconto fiscale dello Stato ai concessionari, ha attaccato le connivenze tra politica e personalità del settore giochi e sottolineato i danni devastanti per la società.
“Il Partito Democratico farà di tutto per evitare che i concessionari delle slot ottengano 285 milioni dallo Stato. Mi impegno personalmente e come partito”. Laura Garavini, capogruppo Pd nella Commissione Antimafia, promette battaglia. Non è l’unica. Anche Elio Lanutti, senatore Idv e presidente Adusbef attacca: “E’ una vergogna e correggeremo quelle norme”. Potrebbe nascere un caso politico nella maggioranza, con il centrodestra da sempre schierato a difesa dei concessionari e recentemente già autore di un emendamento “clamoroso” a favore dei padroni delle slot. Emendamento, peraltro, sposato dal governo Monti.
Onorevole Garavini, non ci sono soldi per i terremotati dell’Emilia e invece per i signori delle slot lo Stato ne trova. Possibile?E’ una norma priva di senso. Contraddittoria. Si prevede che in caso di aumento dei guadagni diminuisca la tassazione. Dovrebbe essere il contrario: più introiti, più prelievo. Ma adesso pretenderemo chiarezza dal Governo. Quei soldi devono restare allo Stato. E devono essere utilizzati altrimenti, magari proprio per aiutare i terremotati che di certo hanno più bisogno delle concessionarie delle slot.
Facile a dirsi. Ma a quanto pare i signori delle slot hanno ancora tanti amici in Parlamento…Purtroppo è così. Mesi fa avevamo proposto una norma che prevedeva il divieto di partecipazione alle gare per il rilascio, il rinnovo e il mantenimento delle concessioni a condannati, imputati o indagati. Il divieto era allargato a chi aveva coniugi, parenti o affini entro il terzo grado indagati o condannati.
Com’è finita?Il centrodestra ha presentato un emendamento che di fatto riduceva drasticamente i limiti e facilitava alle famiglie di indagati e pregiudicati l’ottenimento della concessione.
E il governo Monti come si è comportato?Purtroppo il governo ha dato un parere favorevole che a noi è parso quantomeno infelice. Non so se sia stata un’incredibile leggerezza o una disattenzione. Grazie al via libera del governo alla Camera e al Senato è passata una norma che di fatto spalanca la strada a società concessionarie che hanno legami con persone condannate o indagate. Un emendamento che sembra un chiaro favore a una nota famiglia cui è riconducibile una delle principali società che operano sul mercato.
C’è poi la mega-penale da 2,5 miliardi che per la Corte dei Conti i concessionari dovrebbero pagare allo Stato…E pensare che in origine dovevano essere 90 miliardi…
C’è chi propone di ricorrere al meccanismo della compensazione dei debiti e dei crediti tra Stato e concessionarie. E’ d’accordo?Non scherziamo. Deve essere il contrario: le concessionarie devono pagare i miliardi di penale. E non devono avere i 285 milioni di cui avete parlato voi.
Ma uno Stato ‘biscazziere’, con tanti politici amici dei concessionari, saprà essere così severo?Già, il problema è che lo Stato incassa soldi dalle scommesse. Ma nessuno si rende conto che i danni che derivano dalla diffusione delle slot sono molto maggiori.
Quali danni?Danni devastanti. Le macchinette ormai hanno una diffusione capillare, sono alla portata di tanti soggetti indifesi, come giovani e anziani. C’è chi perde tutti i risparmi. E c’è il rischio della dipendenza, la ludopatia, che è una vera e propria malattia.
Secondo i pm antimafia ogni macchinetta rende fino a 15mila euro al giorno alla criminalità…Decine di inchieste hanno dimostrato le infiltrazioni delle mafie in questo mondo. La criminalità guadagna con il riciclaggio, l’evasione fiscale e perfino l’estorsione a danno degli esercenti.
Rimedi?Il Pd ha presentato molte proposte. Primo, il divieto assoluto di sponsorizzazione dei giochi. Poi il riconoscimento della ludopatia come malattia. Ancora: la tassazione delle vincite. Infine sanzioni molto più pesanti e soprattutto l’obbligo per chi gioca di utilizzare la tessera sanitaria o il codice fiscale. Così si impedisce ai minori di finire nel gorgo delle slot.
Ce la farete?Ce la mettiamo tutta. Ma i concessionari, è vero, hanno ancora molti amici anche in Parlamento.
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Al mare con l'auto di servizio Arrestato dirigente Forestale.
3 giugno 2012 -
Ad eseguire l’arresto gli uomini del nucleo di polizia giudiziaria della stessa forestale sia di Palermo e di Trapani che da alcune settimane seguivano gli spostamenti del dirigente. Il funzionario che da un anno e mezzo ricopriva la carica aveva trascorso la mattinata al mare ad Alcamo Marina e poi sembre a bordo della Fiat Brava della Forestale si era recato al ristorante a Castellammare del Golfo. Gli agenti della forestale all’interno della vettura hanno trovato sedie a sdraio, teli mare e ombrelloni.
domenica 3 giugno 2012
5 Euro di commissione bancaria per bonifici solidarieta’ terremoto.
C’è rimasto male il dottor Francesco Baldisserotto. Non più giovanissimo ma sempre in gamba, si è fatto ieri una bella camminata per andare a versare la sua donazione per il terremoto dell’Emilia sul conto Mediafriends- Intesa San Paolo.
Per farlo aveva scelto una banca di cui non è nemmeno correntista, la banca più vicina, tre chilometri da casa sua: la Cassa di Risparmio del Veneto in via Romea, 90 a Legnaro. Non gli abbiamo chiesto la cifra che avrebbe voluto versare, poco o tanto non importa. Importa invece che lui abbia rinunciato a versare la donazione. O, meglio, che sia stato costretto a rinunciare alla donazione dopo essersi sentito chiedere dall’impiegato allo sportello una commissione bancaria di cinque-euro-cinque per il bonifico.
(…) Le banche, specie se non sono la banca di riferimento, cioè se non si tratta della banca in cui il donatore ha un conto corrente, non fanno alcuna distinzione e applicano alla lettera i loro balzelli e le loro commissioni di bonifico.
In altre parole non interessa affatto alla banca che sulla causale del bonifico ci sia scritto: terremotati o una qualsiasi altra parola che evochi generosità e solidarietà. Provate dunque a immaginare in queste ore quante persone, migliaia di persone si stanno prodigando a versare piccoli o grandi gruzzoli, e vengono puntualmente tartassate arricchendo le banche dove si recano a fare il loro bravo bonifico.
(…) Davvero – abbiamo chiesto a tre funzionari di tre banche differenti – sarebbe così difficile togliere l’odiosa commissione sui versamenti di beneficenza? «Ci vorrebbe una disposizione ufficiale, una normativa ben precisa per uniformare il comportamento di tutte le banche in questo tipo di situazioni: commissione zero o infinitesimali per donazioni di qualsiasi importo», è stata la risposta univoca.
Potrebbe pensarci l’Abi,suggeriamo timidamente noi. Quella stessa Abi tanto solerte a prendere provvedimenti come quello di dar «mandato al Comitato di presidenza e al direttore generale affinché vengano al più presto messi in atto interventi finanziari a sostegno delle famiglie e delle imprese così duramente provate dal terremoto di questi giorni, grazie al coinvolgimento delle banche che operano nei territori colpiti dal sisma».
Generosità disinteressata ovviamente, confermata dal fatto che già venerdì scorso, dopo il primo terribile sisma, funzionari dell’Abi avevano incontrato a Bologna il presidente della Regione, Vasco Errani per confermargli che le banche «hanno già messo a disposizione un plafond di 800 milioni per finanziamenti a condizioni di favore, alla quale si aggiunge un moratoria delle rate dei mutui».
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