sabato 1 settembre 2012

teniamoli d'occhio sti ragazzini moderni che son tremendiiiiiiiiiiiiiiiii


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Grillo a Piazzapulita: “Non vi parlo, non siete il mio media”.



Intenzionato a non parlare con i giornalisti presenti ieri alla festa dei Cinque stelle di Brescia, Beppe Grillo taglia corto: “Non siete i miei media”, si limita a dire all’inviato di Piazzapulita Gaetano Pecoraro. Il giornalista del programma di Corrado Formigli obietta che selezionare i media ai quali rispondere non è propriamente un comportamento democratico. “Invece io il mio media me lo scelgo”, continua il leader del Movimento cinque stelle, “ho il mio blog e quello che dovremo dire lo scriveremo online”. E ribadisce: “Non voglio passare attraverso i vostri media”, secondo una strategia che non accenna a ripensamenti. Grillo ha invece parlato alle persone, qualche centinaio, presenti alla festa bresciana. “Se andremo in Parlamento”, ha promesso, “ci batteremo perché l’Europa sia una scelta, espressa dalla gente con un referendum”. Grillo ha ricordato che a Parma la procura ha appena bloccato e sequestrato l’inceneritore: “Gli abbiamo rotto il giochino”. E poi ancora debito: “Lo hanno fatto dei criminali”, ha spiegato, “il presidente dell’Ecuador si rifiuta di pagarlo, ma il Sud America sta facendo quadrato intorno al paese, contro le pressioni del Fondo Monetario internazionale. Ma queste”, aggiunge, “sono cose che da noi non fanno notizia”.
di Franz Baraggino

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/01/grillo-piazzapulita-siete-media/204172/

Senza commento.



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Lui può, noi non può...



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D'ALEMA (PD): ASSE CON SEL E UDC. DOPO LE ELEZIONI GOVERNEREMO INSIEME.



"Le alleanze si facciano dopo il voto", nessuna riedizione della grande coalizione che "sarebbe una prospettiva di ingessamento che indebolirebbe le istituzioni" e il Pd che "sarà il pilastro del nuovo governo" dirà subito che "vogliamo governare con Sel e Udc" ma "si torni a votare per i partiti". Massimo D'Alema oggi in una intervista al 'Messaggero' ribadisce la linea del polo della speranza. No alla grande coalizione con Berlusconi, "per noi una collaborazione con Berlusconi è esclusa e non è auspicabile. Il Paese deve essere governato". La politica deve evitare il rischio di "restare stretta nella morsa tra tecnocrazia e populismo dice D'alema che si scaglia contro la tecnocrazia europea. Le decisioni reali sono demandate a livello europeo - dice D'Alema - e lì vengono prese senza effettivo controllo democratico, con una deriva tecnocratica sempre più accentuata. La politica invece si svolge a livello nazionale ma quando la facoltà di prendere decisioni reali è inibita si scivola verso il populismo". 

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/8/8/25273-dalema-pd-asse-con-sel-e-udc-dopo-le-elezioni-governeremo/

A questo punto ci sarebbe da chiedersi che differenza c'è tra il partito di Berlusconi e quello di D'Alema.
Entrambi sono da sempre i capi carismatici dei due partiti che dovrebbero rappresentare la destra e la sinistra, entrambi sono adusi ad allearsi con chiunque - anche con chi non ha le stesse ideologie politiche - possa loro garantire stabilità al governo, entrambi non hanno a cuore il governo democratico del paese, ma il loro profitto ed interesse personale. 
Cui prodest dargli fiducia?

Uccide stambecco con licenza scaduta, denunciato presidente parco dello Stelvio.


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Il presidente della Provincia autonoma Luis Durnwalder lo aveva autorizzato ad abbattere uno stambecco, ma Ferruccio Tommasi aveva la licenza scaduta da anni. Ecco perché per lui è scattata la denuncia. La difesa: "Non sono stato io a sparare, ma un amico che però è morto durante una battuta".
Porto abusivo d’armi per una battuta di cacciaautorizzata. Non è la storia di un ordinario cittadino, ma del presidente del parco dello StelvioFerruccio Tomasi. La vicenda nasce quando il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, pubblica l’elenco dei cacciatori autorizzati a cacciare nella riserva provinciale di Brennero. Tra i nomi compare il “cavalier” Ferruccio Tomasi, persona autorizzata a «prelevare» unostambecco, poi effettivamente cacciato il 20 settembre del 2011. Gli abbattimenti selettivi sono stati sospesi da una pronuncia del Tar circa due settimane dopo.
Solo da un controllo dell’ispettorato forestale emerge però che il presidente del parco dello Stelvio,Ferruccio Tomasi, ha la licenza di caccia scaduta da diversi anni. Scatta quindi d’ufficio la denuncia per porto abusivo d’armi. «Sono stato un cacciatore lo ammetto – spiega il presidente Tomasi – ma in quell’occasione non sono stato io a sparare. Ho una maculopatia all’occhio e non sono più in grado di prendere la mira: non sparo da 10 anni. Volevo solo fare un favore a un amico, il professor Tosi. È stato lui — dice Tomasi — ad abbattere lo stambecco offerto da Durnwalder. Purtroppo non può confermarlo perché ha perso la vita durante una battuta di caccia nel dicembre dello scorso anno».
Il regolamento prevede che il cacciatore sia accompagnato da un forestale che, stando alle dinamiche, rischia di essere incriminato per falsa testimonianza oltre alla perdita del posto di lavoro. Inoltre le autorizzazioni sono nominali e non sono cedibili a terze persone. Ora il giudice dovrà stabilire se a sparare secondo quanto sostiene Ferruccio Tomasi è stato il defunto professor Tosi o se a sparare sia stato realmente il presidente del parco dello Stelvio. L’episodio avviene nel bel mezzo del braccio di ferro tra istituzioni centrali con l’appoggio degli ambientalisti e la provincia autonoma di Bolzano che spinge per provincializzare il parco dello Stelvio. 

Martini, monsignor Colombo: “Morte strumentalizzata per squallidi fini”. - Giovanna Trinchella


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Il sacerdote, bioeticista e docente universitario, a Radio Vaticana spiega che il rifiuto del cardinale all'accanimento terapeutico "è stato paragonato ad altri episodi, in particolare quelli che hanno riguardato Eluana Englaro e Piergiorgio Welby. Ma si tratta di un paragone del tutto arbitrario e per nulla fondato, né medicalmente, né moralmente”.
Radio Vaticana non ci sta. La voce della Santa Sede non ha apprezzato il laico coro di elogi, da Mina Welby a Beppino Englaro e i tanti commenti anche su Twitter, per la scelta del cardinal Carlo Maria Martini di non essere sottoposto ad accanimento terapeutico e intervista monsignor Roberto Colombo che parla di una “strumentalizzazione per fini squallidi” della morte del cardinale. ”Un paragone del tutto arbitrario e per nulla fondato, né medicalmente né moralmente” quello tra il cardinale Carlo Maria Martini e i casi di Eluana Englaro e Piergiorgio Welby ragiona il sacerdote docente alla Facoltà di Medicina dell’Ospedale Gemelli di Roma. Il genetista e bioeticista commenta così il grande rilievo dato da stampa e tv sul rifiuto del cardinale, a metà agosto, di essere alimentato tramite sondino dopo che l’ultima crisi l’aveva reso non più in grado di deglutire cibi, né solidi né liquidi. Una scelta determinata dall’avvicinarsi ormai imminente della morte di cui Martini, 85 anni, malato del morbo di Parkinson da sedici anni, era pienamente cosciente.
“Ci pare che la morte di una grande figura, come il cardinale Martini, sia stata strumentalizzata per fini diversi che possiamo immaginare, ma che vogliamo giudicare come davvero squallidi. Il cardinale Martini soffriva da oltre dieci anni di una malattia neurodegenerativa, il morbo di Parkinson, che vede la comparsa periodica di crisi che, con il tempo, tendono ad aggravarsi – spiega -. Da quanto ha dichiarato il suo medico personale, il professor Gianni Pezzoli, si è verificata un’ultima crisi particolarmente grave a metà agosto, e il cardinale non è stato più in grado di deglutire cibi, né solidi né liquidi. Si è allora prospettata l’eventualità di una alimentazione per via enterale, attraverso un sondino. Il cardinale ha scelto di non farsi praticare questo trattamento considerato l’avvicinarsi ormai imminente del termine della sua vita. Questo – prosegue – è stato paragonato ad altri episodi, in particolare quelli che hanno riguardato Eluana Englaro e Piergiorgio Welby. Ma si tratta di un paragone del tutto arbitrario e per nulla fondato, né medicalmente, né moralmente”.
Illustrando le differenze tra i vari casi, secondo mons. Colombo dice “dobbiamo dire, innanzi tutto, che l’accanimento terapeutico si configura come un intervento medico non più adeguato alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionato ai risultati che si potrebbero sperare, oppure perché appare troppo gravoso per le sue condizioni. Invece, nel caso della giovane Eluana, essa versava in una situazione clinica che era del tutto differente; non era in agonia, né stava per entrarvi, e per il suo stato clinico, la nutrizione enterale era perfettamente appropriata. Anche nel caso di Piergiorgio Welby, su richiesta dello stesso paziente, il respiratore gli venne staccato ben 45 anni dopo l’inizio della patologia; anche in questo caso, Welby, non si trovava in prossimità della morte. Si è dunque trattato di un’eutanasia volontaria”. Secondo la Dottrina della Chiesa, ricorda ancora Colombo, “la rinuncia all’accanimento terapeutico non vuol dire procurarsi la morte o procurare la morte ad una persona. Si accetta semplicemente di non poterla impedire. Spetta al paziente, se ne è cosciente, in dialogo con il proprio medico e con le persone che lo assistono, decidere quando e come sospendere determinati trattamenti o non iniziarne altri all’approssimarsi del termine della propria esistenza terrena”. “Da quanto sappiamo – conclude il bioeticista - il cardinale Martini ha voluto sempre essere informato, in modo pieno e completo, sulla propria condizione di salute per poter prendere delle decisioni che fossero coerenti con la sua visione profonda ed evangelica della vita, e anche di fronte all’ultimo istante di essa, alla sua morte”.