Tutti contro Grillo. Grillo contro tutti. Non è un gioco di parole, ma un gioco al massacro che oggi il leader del Movimento 5 Stelle ribattezza “Il rito dell’Odio” ripescando un intero passaggio del libro “1984″ di George Orwell. Il comico genovese attacca, rievoca “gli anni di piombo”, squaderna sul suo blog gli epiteti che gli sono stati affibbiati negli ultimi tempi e punta il dito contro i media: “Istigazione a delinquere”. ”Il rito dell’Odio era cominciato. Come al solito, la faccia di Beppe Grillo, il Nemico del Popolo, era apparsa sullo schermo. S’udì qualche fischio, qua e là, fra i presenti. La donnetta dai capelli color sabbia diede in una sorta di gemito in cui erano mescolati paura e disgusto. Grillo era il rinnegato. Durante il suo secondo minuto, l’Odio arrivò fino al delirio…. “Porco! Porco! Porco! ” “Populista! Populista! Populista!” “Fascista! Fascista! Fascista!” “Assassino! Assassino! Assassino!” “Evasore! Evasore! Evasore!”… La cosa più terribile dei Due Minuti d’Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni”.
Dopo la prolungata lite a distanza con Pier Luigi Bersani oggi da due sponde diverse del giornalismo arrivano gli “attacchi”. L’Unità, quotidiano fondato da Antonio Gramsci e di area Pd, titola “Le balle di Grillo: l’Aids non esiste”, mentre Il Giornale, fondato da Indro Montanelli e appartenente alla famiglia Berlusconi. mette in prima pagina una sua foto di quando recitava. Un fotogramma estrapolato dal film di Dino Risi “Scemo di guerra” con l’allora giovane interprete che fa il saluto fascista; titolo dell’immagine “Quando Beppe Grillo era fascista”. Eppure a scorrere gli archivi non è la prima volta che Grillo diventa “bersaglio metaforico” come scrive oggi. Nei mesi e negli anni passati tanti hanno detto “male” di lui. Questa la definizione di Silvio Berlusconi: “Grillo è l’espressione peggiore della sinistra peggiore”, Valter Veltroni: “Grillo semina zizzania”, Eugenio Scalfari, fondatore ex direttore del quotidiano la Repubblica: “Peggiore Destra, quella populista, demagogica, qualunquista che cerca un capo in grado di de-responsabilizzarla”. E proprio sul quotidiano, diretto da Ezio Mauro, nelle pagine bolognesi si legge di “una guerra vera e propria. In Emilia Romagna” dove si starebbe allargando “la frattura tra la base e lo Staff del blogger” compreso un “esposto all’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) degli “epurati” contro la “Casaleggio e Associati”, che possiede il simbolo del Movimento 5 Stelle”. Ma Grillo proprio stamattina ha smentito: “Contrariamente a quanto riportano oggi i giornali il simbolo del Movimento 5 Stelle è registrato a mio nome e non della Casaleggio associati. Basterebbe una verifica per non fare figure di merda”.
E così a difesa, quasi a scudo, contro questa ondata, Grillo cita Orwell, autore della “rivoluzionaria” Fattoria degli animali, lanciando il suo anatema contro i media e contro gli avversari. ”Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al Movimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente – argomenta -. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo”, prosegue accusando i critici perché “non discutono mai nel merito, ad esempio del Programma del M5S, insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere”. “E dopo? Cosa verrà dopo?”, si domanda Grillo che passa a fornire anche uno scenario: “Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere, come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere”.
Sostituendo il suo al nome dell’Emmanuel Goldstein creato dalla penna del scrittore britannico, Grillo ripercorre quel “rito dell’Odio” per poi fare la sua chiusa riprendendo il riadattamento della citazione: “E tutto un tratto afferrò un pesante dizionario di Neolingua della Casta e lo scaraventò sullo schermo. Questo andò a colpir diritto il naso di Grillo e poi ricadde a terra: la voce continuava inesorabile. Tutti strillavano e battevano furiosamente i tacchi contro il piolo della sedia. La cosa più terribile dei Due Minuti d’Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni”.
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