Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 11 marzo 2013
Giovanni Favia non lascia più: "Resta nel gruppo consiliare del Movimento come indipendente"
Aveva detto di volersene andare e invece niente dimissioni - e niente gruppo misto - per Giovanni Favia, l'ex grillino trombato alle elezioni con la lista di Ingroia, che nonostante l'esclusione da parte del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ha deciso di rimanere nel gruppo consiliare dei grillini come consigliere regionale per l'Emilia-Romagna. Una decisione che ha colto di sopresa il collega Andrea Defranceschi che, con un post sul suo profilo Facebook, rende noto il suo pensiero: "Ha deciso di non passare al gruppo misto, ma di restare all’interno. E’ una scelta che non condivido assolutamente, ma che rientra tra le possibilità che gli strumenti legislativi gli consentono". Poi prosegue: "Dopo numerosi incontri con la Direzione generale dell’Assemblea Legislativa, è risultato infatti evidente che non ho alcuna possibilità di oppormi o modificare la situazione".
Situazione imbarazzante - La decisione di Favia non dovrebbe avere grosse ripercussioni sulla gestione delle attività che, in quanto capogruppo, resteranno nei poteri di Defranceschi insieme alla responsabilità amministrativa e penale del budget assegnato per il personale, al funzionamento del gruppo consiliare e agli strumenti necessari allo svolgimento delle attività del gruppo. Il personale tecnico invece costituirà la base d'appoggio per entrambi i consiglieri, ad eccezione dell'ufficio stampa, che risponderà unicamente a Defranceschi: "Tutti gli atti politici prodotti (interrogazioni, risoluzioni, progetti di legge) su carta intestata del Movimento 5 Stelle, riporteranno unicamente la mia firma, fatta ovviamente salva la possibilità per qualunque altro consigliere dell’assemblea legislativa di aggiungere successivamente la propria firma, se li riterrà condivisibili".
http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1200456/Giovanni-Favia-non-lascia-piu---Resta-nel-gruppo-consiliare-del-Movimento-come-indipendente-.htmlSituazione imbarazzante - La decisione di Favia non dovrebbe avere grosse ripercussioni sulla gestione delle attività che, in quanto capogruppo, resteranno nei poteri di Defranceschi insieme alla responsabilità amministrativa e penale del budget assegnato per il personale, al funzionamento del gruppo consiliare e agli strumenti necessari allo svolgimento delle attività del gruppo. Il personale tecnico invece costituirà la base d'appoggio per entrambi i consiglieri, ad eccezione dell'ufficio stampa, che risponderà unicamente a Defranceschi: "Tutti gli atti politici prodotti (interrogazioni, risoluzioni, progetti di legge) su carta intestata del Movimento 5 Stelle, riporteranno unicamente la mia firma, fatta ovviamente salva la possibilità per qualunque altro consigliere dell’assemblea legislativa di aggiungere successivamente la propria firma, se li riterrà condivisibili".
S'era capito che non aveva molto in comune con il m5s, per lui, infatti, è dura lasciare la poltrona. Trombato alle elezioni, decide, contrariamente a quanto aveva affermato, di restare come indipendente...
L'ex ministro Giulio Tremonti indagato per finanziamento illecito. - Domenico Lusi
Tremonti è indagato a Roma per finanziamento illecito insieme al suo ex consigliere Marco Milanese e ad Angelo Proietti, titolare della Edil Ars. La vicenda giudiziaria, al vaglio del pm Angelo Ielo, si riferisce ai 250mila euro di lavori di ristrutturazione pagati da Proietti tra il 2008 e il 2009 per l'appartamento in via Campo Marzio 24 a Roma dove abitava il ministro.
La storia salta fuori nell'estate del 2011, nell'ambito dell'inchiesta di Napoli sulla P4. Si scopre che nell'appartamento, affittato da Milanese per 8.500 euro al mese dal Pio Sodalizio dei Piceni nel 2009, abita l'allora ministro dell'Economia. Che dichiara prima pubblicamente e poi ai pm di avere utilizzato l'abitazione come appoggio temporaneo, visto che nella casera romana della Gdf dove era solito dormire temeva di potere essere spiato.
Tremonti lascia subito l'appartamento, ma le indagini vanno avanti. Se ne occupa, per competenza Roma. Che iscrive nel registro degli indagati Tremonti, Milanese e Proietti. L'imprenditore avrebbe pagato i lavori di ristrutturazione per ingraziarsi il ministro e alimentare il feeling che lo lega a Milanese: grazie a tale rapporto, secondo i pm, la Edil Ars di Proietti tra il 2002 e il 2010 si è guadagnata dalla Sogei (controllata di via XX settembre) appalti per ben 31 milioni.
Dalle indagini è emerso che Tremonti in realtà ha abitato per 2 anni e mezzo nell'appartamento di via Campo Marzio. I vicini di casa hanno testimoniato che in quel periodo lo hanno visto entrare e uscire quotidianamente. E' inoltre emerso che Tremonti, prima di abbandonare l'appartamento dopo l'esplosione del caso sui giornali, aveva ordinato personalmente divani e libreria dal falegname. La storia sarebbe stata confermata, prima dello scorso Natale, anche da Milanese, in un interrogatorio davanti al pm Paolo Ielo.
La storia salta fuori nell'estate del 2011, nell'ambito dell'inchiesta di Napoli sulla P4. Si scopre che nell'appartamento, affittato da Milanese per 8.500 euro al mese dal Pio Sodalizio dei Piceni nel 2009, abita l'allora ministro dell'Economia. Che dichiara prima pubblicamente e poi ai pm di avere utilizzato l'abitazione come appoggio temporaneo, visto che nella casera romana della Gdf dove era solito dormire temeva di potere essere spiato.
Tremonti lascia subito l'appartamento, ma le indagini vanno avanti. Se ne occupa, per competenza Roma. Che iscrive nel registro degli indagati Tremonti, Milanese e Proietti. L'imprenditore avrebbe pagato i lavori di ristrutturazione per ingraziarsi il ministro e alimentare il feeling che lo lega a Milanese: grazie a tale rapporto, secondo i pm, la Edil Ars di Proietti tra il 2002 e il 2010 si è guadagnata dalla Sogei (controllata di via XX settembre) appalti per ben 31 milioni.
Dalle indagini è emerso che Tremonti in realtà ha abitato per 2 anni e mezzo nell'appartamento di via Campo Marzio. I vicini di casa hanno testimoniato che in quel periodo lo hanno visto entrare e uscire quotidianamente. E' inoltre emerso che Tremonti, prima di abbandonare l'appartamento dopo l'esplosione del caso sui giornali, aveva ordinato personalmente divani e libreria dal falegname. La storia sarebbe stata confermata, prima dello scorso Natale, anche da Milanese, in un interrogatorio davanti al pm Paolo Ielo.
Beppe Grillo al Pd: “Bersani rinunci come il Movimento 5 Stelle ai rimborsi elettorali”.
Pier Luigi Bersani rinunci ai rimborsi elettorali. E’ l’appello fatto su twitter da Beppe Grillo, che ha chiesto al leader del Partito Democratico di non accettare i 48,8 milioni di euro dei rimborsi. Il capo del Movimento 5 Stelle ha pubblicato sul social network la foto di un documento per la rinuncia con l’invito a Bersani a sottoscriverlo. “Per facilitare il compito ho preparato il documento che Bersani può firmare per ufficializzare il rifiuto”, ha avvertito. “Bersani, firma qui! Meno parole e più fatti”.
“Il M5S li rifiuta esattamente come per le elezioni amministrative”, ha precisato Grillo. “Le spese per la campagna elettorale sono state integralmente sostenute grazie ai contributi volontari raccolti e verranno comunque rendicontate, il mio auspicio è che tutte le forze politiche seguano il nostro esempio, in particolare il ‘pdmenoelle’ al quale spetta la quota più rilevante: oltre 45 milioni di euro (al Pdl ‘solo’ 38 milioni). Non è necessaria una legge, è sufficiente che Bersani dichiari su carta intestata, come ha fatto il M5S, la volontà di rifiutare i rimborsi elettorali con una firma”.
Sul finanziamento pubblico ai partiti è intervenuto nei giorni scorsi anche Matteo Renzi, proponendo di “rinunciare al rimborso immediatamente, da queste elezioni” e utilizzare questi soldi per “una risposta concreta all’emergenza abitativa”. Mentre il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, intervistato dall’Unità ha sottolineato che i rimborsi elettorali ai partiti ammontano allo 0,01 per cento della spesa pubblica, ovvero 91 milioni annui, precisando però che “non siamo qui a difendere un fortino e siamo quindi pronti a ragionare sul finanziamento”. Commentando la posizione del Movimento 5 Stelle, Misani ha detto che “avere rinunciato ai rimborsi è senza dubbio una scelta molto popolare, ma in realtà Grillo ha rinunciato a una cosa a cui non ha diritto. La legge a riguardo è molto chiara: accedono ai contributi pubblici solo le forze che si danno uno Statuto democratico e questo non è il caso del M5S.
Contemporaneamente Roberta Lombardi, capogruppo in pectore alla Camera per il M5S, ha “escluso categoricamente” l’accordo sulla fiducia, avvertendo che “se c’è chi deciderà di farlo sarà fuori dal movimento“, confermando la posizione tenuta ieri alla conferenza stampa che si è svolta al termine della riunione degli eletti all’Eur. I capigruppo del M5S Vito Crimi e Roberta Lombardi avevano infatti ribadito con chiarezza che “l’unico governo che siamo pronti a sostenere è quello del Movimento 5 Stelle”, promettendo tagli agli stipendi e altre “sforbiciate” che tocchino le indennità spettanti ai parlamentari.
Lombardi ha però assicurato oggi che il Movimento 5 Stelle è aperto a un dialogo con il Pd purché sia alla luce del sole. “Se il dialogo è in trasparenza, assolutamente sì”, ha detto ai cronisti che a Montecitorio le chiedevano se il Movimento sia disponibile a un confronto istituzionale con il Pd. “Non vedo perché non dovremmo ascoltare”, ha insistito, “ma no ad accordi del tipo ‘tu mi dai una poltrona io ti do un sottosegretario’. Per il resto, se loro lo vogliono per noi non c’è problema. Diremo cosa ci aspettiamo come prima forza politica della Camera. Spetta a loro dare un senso al voto degli italiani”.
Il capogruppo in pectore alla Camera per il M5S ha poi definito un “gesto di straordinaria ricchezza per il Movimento” le dichiarazioni di Grillo e Gianroberto Casaleggio, che hanno minacciato il passo indietro dal Movimento se mai si dovesse cedere ad accordi con altre forze politiche. “Ho visto un gesto di straordinaria ricchezza”, ha detto, che prova come il leader e il guru del M5S ”non siano deus ex machina ma due persone della rete come noi”. Per Lombardi, “Grillo e Casaleggio hanno dato tanto al Movimento e noi siamo ben contenti che siano con noi”. Ma le posizioni espresse in questi giorni dai due comprovano che “il Movimento ha una sua vita, siamo in rete ma liberi cittadini”.
Vogliamo ricordarli così.
Vogliamo ricordarli così: tirati a lucido in pose plastiche (esempio unico fra tutti, la Santanchè!). Trattasi di razza in via di estinzione, appartenente alla specie "lecchinis proprium interessum", che di rado si può trovare nei pressi di qualche tribunale a sbraitare rumori incomprensibili di cui stiamo per fortuna perdendo il significato.
Massimiliano Sapienza
Il Pdl contro la Magistratura.
Sfilano in corteo contro il Tribunale di Milano per difendere un pregiudicato ...
Sono loro la nostra vera vergogna!!!
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