venerdì 19 luglio 2013

Non è una bufala, è tutto vero!



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Microspia nell’ufficio dove si giudica il Cav. - Augusto Parboni


È stata trovata nella stanza dove si riuniranno i magistrati di Cassazione per la sentenza Mediaset.

Mancano undici giorni. E il mondo politico sta aspettando che arrivi l’ora «X» già da dieci giorni. In primis l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si è sempre dichiarato fiducioso e tranquillo. Al centro di tanta attesa la sentenza della Corte di Cassazione nei confronti del Cavaliere sul processo Mediaset: il prossimo 30 luglio i giudici entreranno infatti in camera di consiglio.
Da ieri però non ci sono più soltanto le affermazioni di politici pro o contro Berlusconi, ma nella vicenda sono entrati a far parte anche i carabinieri della Capitale. E al centro degli accertamenti dell’Arma, un apparecchio elettronico scoperto negli uffici dei Supremi Giudici che tra pochi giorni si dovranno pronunciare sulla sentenza dell’ex premier.
Erano le 14 di ieri quando un’impiegata ha dato l’allarme alle forze dell’ordine dopo aver scoperto in terra negli uffici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione un circuito elettrico prestampato che servirebbe per registrare o intercettare le conversazioni.
Il ritrovamento è avvenuto proprio negli uffici degli «ermellini» che dovranno esaminare il ricorso di Berlusconi relativo ai diritti televisivi Mediaset. Immediatamente i militari hanno informato anche il primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce, nominato dal Consiglio superiore della magistratura lo scorso maggio dopo aver guidato per cinque anni la Corte di appello di Roma.
Gli stessi carabinieri, dopo aver ascoltato l’impiegata, che ha indicato agli investigatori dove ha trovato l’oggetto elettronico (che al momento del ritrovamento era senza batterie) hanno avviato rilievi scientifici negli stessi uffici e portato via l’apparecchio scoperto dalla donna ieri pomeriggio.
Il compito degli inquirenti, adesso, è quello di tentare di capire chi possa aver lasciato in quegli uffici il circuito quadrato di bachelite, proprio nelle stanze dove lavorano i giudici che tra undici giorni dovranno stabilire se confermare o meno la pena inflitta dalla Corte d’appello nei confronti di Silvio Berlusconi, pari a quattro anni di reclusione per frode fiscale e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
Insieme all’ex premier sono imputati il produttore cinematografico egiziano Frank Agrama e i due ex manager Mediaset, Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. In questo procedimento giudiziario l’Agenzia delle Entrate si è costituita parte civile: l’udienza sarà pubblica e il ricorso è contro il verdetto che è stato emesso dalla Corte di appello di Milano lo scorso 8 maggio.
Al centro delle polemiche politiche riguardo al processo Mediaset, sia la rapidità con la quale i Supremi Giudici hanno fissato l’udienza per il 30 luglio, sia la possibilità di una prescrizione intermedia. Al riguardo, pochi giorni fa, uno degli avvocati di Berlusconi, il professor Franco Coppi, ha dichiarato: «Sono esterrefatto, non si è mai vista una cosa del genere, che determina un aggravio delle possibilità di difesa perché contavamo di avere più tempo per svolgere i nostri approfondimenti e ora dovremo fare in venti giorni quello che contavamo di fare con maggior respiro».
Quanto alla possibilità che al «Palazzaccio» di piazza Cavour il processo sia stato calendarizzato, in tempi stretti, proprio per l’ipotesi di una prescrizione intermedia, ossia riguardante una parte del reato contestato a Berlusconi, che scatterebbe il prossimo settembre, il penalista ha affermato: «In Cassazione di casi di prescrizione intermedia se ne vedono abitualmente e spesso sono gli stessi giudici a rideterminare la pena». E il legale Coppi ha poi concluso: «Ci batteremo comunque per ottenere l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna inflitta a Silvio Berlusconi».

giovedì 18 luglio 2013

Infiniti mondi paralleli. La teoria del fisico Brian Greene.

Ci eravamo appena ripresi dall’essere stati cacciati dal centro dell’universo per diventare gli abitanti di un pianeta periferico di una delle moltissime galassie che lo popolano, quand’ecco un altro colpo al nostro orgoglio. Ad essere messo ai margini questa volta è l’universo stesso che potrebbe essere solo uno fra tanti.
La realtà potrebbe consistere di moltissimi, forse infiniti, universi paralleli e separati tra loro di cui nulla sappiamo, ma nei quali condurrebbero la loro esistenza copie di noi stessi, diverse tra loro magari solo per qualche dettaglio.
Non è la mente di un romanziere visionario a partorire questa idea, ma il rigoroso pensiero di un fisico americano: Brian Greene. Greene insegna alla Columbia university di New York ed è l’autore di un best seller uscito una decina d’anni fa: L’universo elegante. Nel 2011 ha scritto un altro libro, uscito in Italia con il titolo La realtà nascosta, (Einaudi 2012), grazie al quale in questi giorni ha vinto il premio letterario Merck.
Greene vi descrive ben 9 versioni di universi paralleli, o multiversi come li chiama lui. A seconda della teoria della fisica che prendiamo in esame, dice Greene, si genera un certo tipo di multiverso: c’è quello patchwork, quello inflazionario, quello a brane, quello ciclico, quello quantistico e via discorrendo.
Ognuno di essi viene reso con una metafora appropriata e sapiente: gli universi potrebbero essere come le pezze della coperta patchwork che si ripetono identiche ogni tanto, oppure come i buchi nel groviera separati dal formaggio, o come le bolle in una infinita vasca da bagno piena di bagnoschiuma che si infilano una dentro l’altra.
“Molti differenti approcci della fisica prima o poi si imbattono nell’idea del multiverso, quindi, benché sia un’idea controversa, deve essere valutata seriamente”, ci spiega lo scienziato americano durante una chiacchierata in una soleggiata mattina di luglio davanti a una tazza di tè caldo corretto al latte di soia.
Mentre parliamo, sembra di essere catapultati in un libro dello scrittore giapponese più à la page del momento, Haruki Murakami, in cui giovani assassine, scendendo una scala, entrano in un universo parallelo e simile all’originale.
Ma Greene ci rassicura: “E’ virtualmente impossibile per una persona muoversi volontariamente da un universo all’altro”. In ogni caso, l’idea che ci siano altre dimensioni nelle quali si aggirano le nostre copie imperfette è un po’ inquietante e non solo per noi profani: “Alcuni dei primi ricercatori che hanno elaborato questa idea l’hanno definita deprimente e sconvolgente.
Secondo loro ci depredava della nostra individualità. Io non la penso così. Al contrario, sono pieno di stupore e meraviglia per la visione più ampia della realtà che emerge dall’indagine matematica”, Già perché di tutto questo è colpevole la matematica: è per soddisfare alcune equazioni che siamo incappati nell’idea di multiverso.
Ma la matematica non è una creazione della nostra mente? “Questo è un vero enigma. Abbiamo inventato noi la matematica per decifrare il disegno che è dietro a ciò che percepiamo con i nostri sensi? Oppure la matematica è cucita nella stoffa della realtà? Ci sono diversi punti di vista al riguardo. Un giorno potrebbero arrivare sulla Terra degli alieni e dirci: ma guardatevi, siete ancora intrappolati nel mondo della matematica!
Tuttavia al momento faccio fatica a pensare a qualcosa di diverso per decifrare il mondo”. Ammettiamo che l’ipotesi dei multiversi sia vera, il ruolo del caso nel nostro universo aumenterebbe: non c’è nessun motivo per cui l’universo che conosciamo è fatto così com’è, tant’è vero che ce ne sono molti altri. “Sì è così. Però ci dovremmo essere abituati.
Sogni e Deja Vù: una sbirciatina negli universi paralleli?
La vita stessa è un fenomeno transitorio e raro, anche se fosse vero il multiverso. Dovremmo essere ben contenti della finestrella di opportunità che ci è stata data, anche perché in termini cosmici si chiuderà presto”. In che senso? “I dati ci dicono che nel futuro le condizioni non saranno tali da sostenere la vita”.
Ci rimane solo da sperare che Leibniz avesse ragione quando diceva che il nostro è il migliore dei mondi possibili. Ma Greene non condivide del tutto questa opinione: “Se penso alla mia famiglia, sono d’accordo con lui: non posso immaginare niente di migliore. Ma se considero l’universo in cui vivo come parte di un multiverso, non vedo perché debba essere speciale”.
Mi viene un sospetto: in un altro universo potrebbero esserci una copia di me e una di Greene che stanno parlando in questo momento? “Anche se non possiamo dire “in questo momento” perché la nozione del tempo non è applicabile a tutti gli universi nello stesso modo, tuttavia potrebbe avvenire.
Naturalmente, se è compatibile con le leggi della fisica. Forse in quell’universo però lei sarebbe il fisico e io il giornalista”. Forse anche il tè sarebbe freddo invece che caldo. [Cristiana Pulcinelli su unita.it]

Ortaggi e frutta a Fukushima.


A distanza di due anni dal disastro, ecco come crescono frutta e ortaggi a Fukushima.

 Frutta e verdura di Fukushima - pomodori
Pomodori

Frutta e verdura di Fukushima - pesche
Pesche

Frutta e verdura di Fukushima - ciliegie
Ciliegie

Tasso barbasso di Fukushima
Tasso barbasso


Girasole


Sedano rapa


Mais


Cetriolo


Fiore.

Da vari siti:

http://acateringveg.wordpress.com/2013/07/17/da-fukushima-immagini-mostruose-di-fiori-frutti-ed-ortaggi-fotogallery/

http://blogeko.iljournal.it/da-fukushima-immagini-mostruose-di-fiori-frutti-ed-ortaggi-fotogallery/74732/soffione-di-fukushima

Fenicotteri rosa.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=600043460016102&set=a.444404262246690.96468.134877533199366&type=1&theater

Argema mittrei.



Maschio adulto Comet Moth (Argema mitteri). Parco Nazionale di Mantadia, East Madagascar.

http://www.saturnidi.it/schede/argema-mittrei/

Caso Shalabayeva, tutte le ignobili bugie di Alfano.