martedì 22 luglio 2014

Riforme, Napolitano: “Discussione libera nessun autoritarismo. E ora la giustizia”.

Giorgio Napolitano

Il presidente della Repubblica ha affrontato il tema durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, chiedendo di "superare l’estremizzazione dei contrasti". Il clima è ora maturo "per condurre a conclusione" la riforma della giustizia, ha detto il capo dello Stato facendo riferimento alle parole di elogio rivolte da Berlusconi ai magistrati dopo l'assoluzione nell'appello del processo Ruby. Grillo: "Napolitano-Renzi-ex Cav peggio di Mussolini".

Le riforme non si toccano. Il Colle blinda senza esitazione la Costituzione che verrà fuori dal processo di modifica della Carta avviato dal governo di Matteo Renzi. Nella tradizionale cerimonia del Ventaglio, Giorgio Napolitano si erge a scudo del lavoro dell’esecutivo contro “spettri di insidie e macchinazione di autoritarismo” e così facendo suggella la rilevanza del patto del Nazareno stretto dal premier con Silvio Berlusconi. Proprio nel solco di quest’intesa, secondo Napolitano, dovrà essere finalmente avviata la riforma della giustizia. L’inquilino del Quirinale cita testualmente l’ex Cav per spiegare la molla che ha innescato il cambiamento: è arrivato “il riconoscimento espresso nei giorni scorsi da interlocutori significativi (Berlusconi, ndr) per ‘l’equilibrio e il rigore ammirevoli’ dei magistrati”. Le stesse parole usate dall’ex premier dopo l’assoluzione incassata nell’appello del processo Ruby.

Non si agitino spettri di insidie e macchinazione di autoritarismo” sulla riforma del Senato”, scandisce Napolitano, il cui appello fa seguito alle recenti prese di posizione di Matteo Renzi (durante l’ultimo incontro con il M5S) e del ministro Boschi (ieri in Senato) contro le critiche del Movimento 5 Stelle. E ancora: ”La discussione sulle riforme è stata libera, basta con i pregiudizi”, avverte il capo dello Stato. Il cammino intrapreso va portato a termine e ora la necessità è quella di “superare l’estremizzazione dei contrasti” nella “espressione del dissenso” sulle riforme, un’estremizzazione “ingiusta e rischiosa”. ”Le ostilità” alle riforme costituzionali, ha detto ancora Napolitano, sono “dettate da una pregiudiziale diffidenza e contestazione che pregiudicherebbero ancora una volta l’esito della riforma della seconda parte della Costituzione”.

La Carta va cambiata perché “il bicameralismo paritario va superato, è una anomalia tutta italiana, un’incongruenza costituzionale sempre più indifendibile e fonte di gravi distorsione del processo legislativo”, ma “paradossalmente ha finito nelle polemiche recenti per essere quasi idoleggiato come un perno del sistema di garanzie costituzionali”, ha aggiunto Napolitano. D’altra parte quello delle riforme “è un impegno di cui il governo Renzi si è fatto iniziatore su mandato dello stesso Parlamento” che si espresse “a schiacciante maggioranza” nel maggio 2013. Il lavoro sarà lungo: dopo Senato e Titolo V, il parlamento sarà chiamato a definire la futura legge elettorale e Napolitano invita le parti politiche a trovare un accordo per non incappare in problemi di costituzionalità: “Il testo varato in prima lettura dalla Camera sulla riforma elettorale è destinato ad essere ridiscusso con la massima attenzione per criteri ispiratori e verifiche di costituzionalitàche possono indurre a concordare significative modifiche”.
Ma all’orizzonte ci sono già altri obiettivi e Napolitano è ottimista: “Per condurre a conclusione” la riforma della giustizia ”si delineano forse le condizioni per una condivisione finora mancata”. Cosa è cambiato? “E’ arrivato “il riconoscimento espresso nei giorni scorsi da interlocutori significativi per ‘l’equilibrio e il rigore ammirevoli’ che caratterizzano il silenzioso ruolo della grande maggioranza dei magistrati”. L’interlocutore significativo è Silvio Berlusconi che, assolto dalla Corte d’Appello di Milano nel processo Ruby, ha espresso ”un pensiero di rispetto va poi alla Magistratura, che ha dato oggi una conferma di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e rigore ammirevoli“. 
Un passaggio del discorso ha riguardato anche la partita che il governo Renzi sta giocando in Europa: la nomina del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, al vertice della diplomazia di Bruxelles: “L’Italia si considera in grado di concorrere su una sua personalità” alla figura di Alto Rappresentante per la politica estera europea “. Napolitano ha fatto, poi, cenno anche alle voci che si rincorrono da tempo sulla fine anticipata del suo mandato. ”Vorrei potervi dissuadere dal gioco sterile delle ipotesi sull’ulteriore svolgimento delle mie funzioni da presidente – ha detto il capo dello Stato – è una valutazione che appartiene solo a me stesso, sulla base di dati obbiettivi che hanno a che vedere con la mia età, a voi ben nota. Ma, ve lo ripeto, non esercitatevi in premature e poco fondate ipotesi e previsioni. Sono concentrato sull’oggi. E ho innanzitutto ritenuto opportuno e necessario garantire la continuità ai vertici dello Stato nella fase così impegnativa nel semestre italiano di presidenza europea”.
Dura e immediata la replica del Movimento 5 Stelle: “Dalla vittoria alle politiche del 2013 del M5S stiamo assistendo a una Controriforma senza che vi sia stata una Riforma o un Martin Lutero – si legge in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo - neppure Mussolini ebbe la sfacciataggine del trio Napolitano-Renzie-Berlusconi, lui la dittatura la fece senza nascondersi dietro la parola “riforme” e la legge elettorale fascista Acerbo fu sicuramente più rappresentativa del corpo elettorale e rispettosa della democrazia del l’Italicum di Renzie e del noto pregiudicato”, scrive il leader del M5S.

Aids, il “vaccino” italiano scomparso. E l’investimento pubblico finisce ai privati. - Duccio Facchini

Aids, il “vaccino” italiano scomparso. E l’investimento pubblico finisce ai privati

Negli anni Novanta la grande promessa sulla sconfitta della malattia del secolo. Dopo 49 milioni di euro stanziati dallo Stato, resta solo un farmaco terapeutico ancora da sperimentare. Ma l'Istituto superiore della sanità "regala" il brevetto alla società privata guidata da chi ha condotto la ricerca: Barbara Ensoli. Poi ci ripensa. E lei reagisce male: "Si è cagato sotto".
Vaccino anti-Aids: l’Italia è prima”, “Aids, la nuova speranza del vaccino made in Italy”. Così l’informazione italiana fece eco a quella che dal 1998 è stata presentata come la ricetta del secolo: un vaccino tutto italiano contro l’Aids, fiore all’occhiello della ricerca da sostenere con uno stanziamento di 49 milioni di euro pubblici (tra ministero della Salute e dicastero degli Esteri). Del resto si era dinanzi a una “grande e autentica missione”, come ebbe a dire nel 2005 la ricercatrice che da almeno trent’anni è considerata all’interno dell’Istituto superiore di Sanità (ISS) la depositaria della svolta: Barbara Ensoli (nella foto), direttore del Centro nazionale Aids. Il punto però è che a 16 anni di distanza il “vero” vaccino, cioè quello preventivo, non si vede, mentre i gli unici risultati raggiunti con sforzi pubblici per la componente terapeutica -di fatto, un nuovo farmaco- rischiano di finire (sotto forma di brevetti) nelle mani di una piccola società chiamata Vaxxit, posseduta per oltre il 60% proprio da Ensoli. 


Che la sorte del vaccino preventivo fosse segnata l’aveva già predetto nel 1995 la comunità scientifica internazionale. Robert Gallo -virologo statunitense che nel 1983 contese a Luc Montagnier la scoperta del virus Hiv – diede conto degli effetti assolutamente modesti del “pezzo forte” della ricetta di Barbara Ensoli: la proteina Tat. Tra chi più si è speso per il vaccino c’è Gianni Letta, che il primo dicembre 2010 va al Tg1 per esprimenre parole di “gratitudine” all’indirizzo del team della ricercatrice. Il sostegno dei vertici dell’Iss -l’allora presidente è Enrico Garaci – è totale.
Ma la “parola di donna” spesa da Ensoli nel 2008 su l’Unità traballa. I risultati pubblicati ad aprile 2014 sulla tabella sullo “stato dell’arte delle sperimentazioni” messa a disposizione dall’Istituto superiore di Sanità sono magri. Il “vaccino terapeutico” (un ossimoro, secondo lo stesso Gallo) è entrato nella seconda fase di sperimentazione su 200 “partecipanti” in Sudafrica ed è attualmente “in corso”, mentre quello preventivo – ripartito dalla prima fase nel settembre 2011 e testato su 11 persone – è stato sospeso il 24 marzo 2014.
Il cammino del vaccino preventivo, dunque, si è di nuovo inceppato. La componente “terapeutica”, invece, ha imboccato la strada che parte dall’Istituto superiore della Sanità e porta a una società dal capitale sociale di 10mila euro costituita nel luglio del 2012: la Vaxxit Srl. Ed è la società cui, a seguito della richiesta della dottoressa Ensoli, è stato attribuito il brevetto del TatImmuneTM – la componente vaccinale in uso nella sperimentazione per il vaccino terapeutico-. Fino alla metà del marzo di quest’anno il 70% delle quote della società fa capo alla dottoressa Barbara Ensoli, cui si affianca, con il restante 30%, la 3 I Consulting Srl, amministrata da Giovan Battista Cozzone. Quest’ultimo è un esperto di brevetti che dal maggio del 2009 ha ricoperto l’incarico quadriennale di consulente dell’ISS in materia di “trasferimento tecnologico” (per un importo complessivo dichiarato di 393mila euro).
All’inizio del marzo di quest’anno il cda dell’Istituto superiore di sanità presieduto prima del commissariamento da Fabrizio Oleari (subentrato nel 2013 ad Enrico Garaci) dà il via libera, concedendo una “opzione di licenza esclusiva (della durata di 18 mesi) per l’utilizzo dei suddetti brevetti”: e cioè i brevetti Tat di proprietà (pubblica) dell’Iss. La decisione è assunta “all’unanimità”, e il ministero della Salute, ora guidato da Beatrice Lorenzin, tace. Del “vaccino preventivo” nessuna traccia ma il settore pubblico – l’Iss, il contribuente – posticipa addirittura ogni “negoziazione dei relativi accordi economici”.
La costituzione della Vaxxit è definita “coerente” con il disciplinare che regola gli spin-off dell’Istituto e il duo Ensoli-Cozzone inizia a cercare capitali (40 milioni di euro) sul mercato. E per farlo chiama nella compagine di Vaxxit otto nuovi soci. C’è il fratello di Ensoli, Fabrizio, l’ex marito e – tra gli altri – il più grande fondo di fondi canadese (Teralys capital) e una multinazionale del credito con domicilio nello Stato Usa a fiscalità agevolata del Delaware (la Ferghana Securities Inc).
A maggio, però, il mensile Altreconomia dà conto dell’operazione allora ancora sotto traccia e un’interrogazione parlamentare di Emilia De Biasi (Pd), presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, rompe il giocattolo. Il 10 giugno l’ISS è costretto a un passo indietro, ritrovandosi a dover dichiarare “non idonea” la delibera del 4 marzo con la quale aveva giudicatola costituzione della società Vaxxit  ”coerente” con il disciplinare dello spin off. Tocca ripartire da capo.
La retromarcia dell’ISS è mal digerita da Barbara Ensoli, che giunge a “diffidare” formalmente quell’ente che l’ha sempre sostenuta, definendolo ai primi di luglio un coacervo di “dinosauri” che al primo inciampo si è “cagato sotto”. “Sono l’anticristo”, aggiunge nel corso di una conferenza organizzata il 10 luglio a Bologna da Associazione Plus onlus, e “ho anche paura fisica”.
A chi le contesta l’ossimoro “vaccino terapeutico” il capo del Centro nazionale Aids ribatte nel 2014 con un “discorso filosofico” giudicato “sconvolgente” da Vittorio Agnoletto, medico, ricercatore, già fondatore e presidente della Lega italiana per lotta contro l’Aids (Lila) nonché autore del libro inchiesta “Aids, lo scandalo del vaccino italiano” (Feltrinelli 2012). “Si chiama preventivo perché va nel soggetto sano, si chiama terapeutico perché va nel soggetto già infettato -ha detto Ensoli-. Mica deve essere un prodotto vaccinale differente”. Quel che conta, secondo la ricercatrice, è il “concetto patogenetico”, indipendentemente dal fatto che il soggetto ricevente sia sano o infettato. “Dov’è la differenza?”. Semplice: avere un vaccino o non averlo del tutto. Un po’ come aver potuto contare su 30 milioni di euro circa di sostegno (e sforzo) pubblico o meno.

lunedì 21 luglio 2014

Tempeste di Fulmini su Toscana e Trieste – Sfiorata la tragedia sul lago Trasimeno. - Leonardo Pietro Moliterni


Oltre 10mila saette registrate tra Firenze e Livorno. Sul lago Trasimeno sfiorata l’imbarcazione a vela di 5 quindicenni, che se la sono cavata con lievi ustioni.

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Oltre 10mila fulmini sono caduti nelle ultime sulla Toscana, secondo le registrazioni dei centri Enel di Firenze e Livorno, mentre su Trieste si è scatenata una vera e propria tempesta di fulmini.

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Sul lago Trasimeno, in provincia di Perugia, si è invece sfiorata la tragedia: una saetta ha sfiorato una barca a vela sulla quale si trovavano cinque 15enni, che se la sono cavata con qualche leggera ustione agli arti.

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http://www.periodicodaily.com/2014/07/21/tempeste-di-fulmini-su-toscana-e-trieste-sfiorata-la-tragedia-sul-lago-trasimeno/

Israele attacca Gaza. Missile su ospedale, Obama: basta vittime civili.

Fiamme sulla Striscia di Gaza (foto: EPA)

Nuovo bilancio: '514 morti e 3.150 feriti' secondo fonti palestinesi


Gli Stati Uniti sono "preoccupati" per il crescente numero di vittime palestinesi a Gaza per l'offensiva di Israele. Lo afferma il presidente americano, Barack Obama, sottolineando che "non vogliamo più vedere civili uccisi", per questo serve la fine delle ostilità. Il segretario di Stato, John Kerry, premerà - afferma Obama - per un cessate il fuoco immediato. Obama ribadisce il diritto di Israele a difendersi.

Tv canale 10, oggi sette soldati israeliani morti
 Sette militari israeliani sono morti oggi: lo ha detto la tv Canale 10 secondo cui quattro sono caduti nel Neghev occidentale e tre a Gaza. Il portavoce militare israeliano ha confermato la notizia precisando che nei combattimenti odierni altri tre soldati sono rimasti feriti in modo grave, otto hanno riportato ferite medie e altri 19 sono stati ricoverati in condizioni non gravi. Dall'inizio dei combattimenti sono rimasti uccisi complessivamente 25 fra ufficiali e soldati israeliani.

Tv Israele, 150 'terroristi' uccisi da forze terra
 Dall'inizio delle operazioni terrestri a Gaza le forze di terra israeliane hanno ucciso "150 terroristi" palestinesi: lo riferisce la tv commerciale Canale 2, basandosi su fonti militari. I militari impegnati a Gaza hanno portato alla luce 45 ingressi di 16 tunnel offensivi scavati fino sotto al territorio israeliano.
4 morti nell'ospedale colpito
Sarebbero almeno quattro i morti nell'ospedale di Al-Aqsa nella parte centrale della Striscia colpito da Israele. Lo dicono i media israeliani citando il portavoce del ministero della Sanità a Gaza.
L'ospedale colpito e' quello dedicato ai 'Martiri di al-Aqsa' (l'ala militare di al-Fatah), costruito una decina di anni fa dall'Autorita' nazionale palestinese. Secondo testimoni il razzo ha colpito il piano superiore dell'edificio, provocando gravi danni. 
Otto palestinesi, tra cui 4 bambini, sono rimasti uccisi in un bombardamento israeliano nel centro di Gaza City. Lo hanno riferito i servizi d'emergenza locali.
E' salito a 514 il numero complessivo dei palestinesi rimasti uccisi a Gaza nel conflitto in corso con Israele. I feriti sono almeno 3.150. Lo scrive l'agenzia di stampa al-Ray, vicina al movimento Hamas. 
L'esercito israeliano ha sventato l'infiltrazione di un commando di Hamas attraverso un tunnel nel sud di Israele. Lo ha detto la Radio militare, secondo la quale sono stati uccisi sei "terroristi" mentre altri tre si sarebbero dileguati.
Hamas ha detto di aver lanciato quattro razzi M75 - quelli a lunga gittata - su Tel Aviv. Lo riporta il sito israeliano Ynet.
Tunnel palestinesi a Gaza

Ambasciatore Israele: "Per pace serve distacco fra Anp e Hamas""Vogliamo un processo di pace con l'Autorità palestinese, con l'auspicio che ci possa essere una interruzione fra l'Autorità palestinese e l'organizzazione terroristica Hamas. In questo modo potremo ritornare al tavolo negoziale". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, alla trasmissione Radio anch'io su Rai Radio1. "Da una parte abbiamo Abu Mazen - ha proseguito Gilon - col quale abbiamo avviato un processo di pace, finché non ha deciso di formare un governo di unità con Hamas. Un governo che ha posto grossi problemi quando Abu Mazen ha cercato di porre fine all'attacco a Israele e non c'è stata risposta da parte di Hamas". Per Gilon "Hamas è un'organizzazione terroristica che vuole la distruzione di Israele e l'uccisione degli ebrei" e con questa "al massimo si può arrivare a una tregua... Non sono partner, come l'Isis".
Risuonano le sirene d'allarme a Tel Aviv
Nella città si sono udite quattro forti esplosioni, probabilmente dovute all'intercettamento dei razzi sparati da Gaza da parte del sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome che ha intercettato due razzi lanciati da Gaza sopra l'area metropolitana. Per il portavoce militare, c'e' stato una vera e propria salva di razzi scagliata verso la parte sud e centro di Israele. L'allarme e' risuonato anche ad Ashdod e Ashkelon, nel sud, e a Beit Shemesh le colline ad ovest di Gerusalemme, nel centro.
Ministro Yaalon: "Operazione continua fino a calma"
''L'operazione continuera' finche' non sara' riportata la calma'' nel sud del paese. Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Moshe' Yaalon, che non ha escluso il richiamo di altri riservisti ''se sara' necessario''. Yaalon ha detto che finora sono stati colpiti piu' di 2.700 obiettivi nella Striscia.
E ad orrore si somma orrore: almeno nove palestinesi, tra i quali sette bambini, sono rimasti uccisi in un raid aereo israeliano a Rafah, nel sud della striscia di Gaza. Le vittime appartenevano tutte alla stessa famiglia, che risiedeva nella casa colpita dall'attacco.
Gli israeliani morti sono tredici. Israele ha smentito il rapimento di un soldato da parte di Hamas. 
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha espresso la sua "grave preoccupazione davanti al numero crescente delle vittime" del conflitto a Gaza, reiterando il suo appello per una "fine immediata delle ostilità". In una dichiarazione letta dal presidente del Consiglio, l'ambasciatore ruandese Eugène-Richard Gasana, 15 paesi membri chiedono un "ritorno all'accordo di cessate il fuoco del novembre 2012" tra Israele e Hamas. Il Consiglio di sicurezza chiede inoltre "il rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili" e sottolinea "la necessità di migliorare la situazione umanitaria" nella Striscia di Gaza.
Ma il ministro della difesa israeliano Moshe' Yaalon ha detto che ''L'operazione continuera' finche' non sara' riportata la calma'' nel sud del paese" e non ha escluso il richiamo di altri riservisti ''se sara' necessario''. Yaalon ha detto che finora sono stati colpiti piu' di 2.700 obiettivi nella Striscia.
Piazze europee contro la guerra, "Israele si fermi". Il punto sulla crisi
Continua nelle strade delle capitali europee la protesta contro l'offensiva israeliana nella striscia di Gaza che chiede a gran voce che 'Israele si fermi', dopo che già ieri migliaia di persone erano scese in piazza, a partire da Londra, scandendo slogan pro-palestinesi e chiedendo la fine del massacro. Oggi cortei pacifici si sono tenuti da Amsterdam a Vienna, mentre in Francia, alle porte di Parigi, sono tornati a registrarsi tensioni e incidenti. Come era accaduto anche ieri, i divieti ai cortei imposti dalle autorità francesi non sono stati sufficienti a fermare la protesta e una nuova manifestazione contro l'incursione israeliana nella Striscia di Gaza organizzata vicino Parigi è degenerata in disordini con auto in fiamme e cassonetti rovesciati per strada. Centinaia di simpatizzanti filo-palestinesi si sono radunati nei pressi della stazione ferroviaria della banlieue di Garges-Sarcelles, a nord della capitale francese, facendo scattare il massiccio dispositivo di sicurezza delle forze dell'ordine. Dopo le prime resistenze i manifestanti, pur denunciando il divieto imposto dalle autorità al raduno, hanno invitato alla calma. Il corteo è andato così scemando fino a sciogliersi, con l'eccezione tuttavia di alcuni dimostranti che hanno acceso petardi e fumogeni: due automobili sono state incendiate e altri veicoli sono stati danneggiati. Non è un caso che le tensioni siano esplose proprio a Sarcelles che è nota come la "piccola Gerusalemme" per la numerosa comunità ebraica sefardita che la abita. Gli agenti hanno creato un cordone di sicurezza vicino alla sinagoga, mentre davanti al tempio una trentina di giovani filo-israeliani agitava bandiere dello Stato ebraico ma anche sbarre di ferro.
Continua così la polemica in Francia per quel divieto, criticato trasversalmente, che rischia di surriscaldare ancora di più gli animi proprio mentre la crisi non sembra diretta verso una soluzione, dopo che sono sfumate le speranze per una tregua a anche la diplomazia internazionale al lavoro, condanne e slogan a parte, è lontana da svolte concrete mentre oggi si parla di una nuova strage, a Sajaya un sobborgo di Gaza City, con numerose donne e bambini tra le vittime. La protesta arriva anche in Marocco: diverse migliaia di persone hanno manifestato oggi a Rabat per esprimere la loro "solidarietà" ai palestinesi. Il corteo è partito dal quartiere di Diour Jama, nel centro della capitale marocchina, per dirigersi verso il Parlamento. Molti i simpatizzanti islamici che hanno preso parte alla manifestazione, come anche militanti del movimento pro-riforme del 20 Febbraio, nato durante la Primavera araba, insieme con alcuni rappresentanti del governo. Le autorità marocchine hanno condannato fin dall'inizio di luglio "l'escalation militare ingiustificata ed inammissibile" di Israele e il re Mohammed VI ha annunciato lo sblocco di un "aiuto umanitario urgente" di cinque milioni di dollari per la popolazione.

domenica 20 luglio 2014

Aereo abbattuto, Usa contro i filorussi: Obama: “Serve subito il cessate il fuoco”.



Le vittime sono 298 tra cui 80 bambini e 189 olandesi. Il presidente americano: «Pronti ad altre sanzioni». Mosca respinge le responsabilità, 4 giorni di tregua.


Sono i separatisti filorussi i principali indiziati per il disastro del boeing malese abbattuto ieri con 298 persone a bordo sui cieli dell’Ucraina orientale da un missile terra-aria. Lo denunciano gli americani, sostenendo che il razzo è partito da un’area controllata dai filorussi, e confortati da intercettazioni telefoniche in cui gli stessi separatisti si attribuiscono la responsabilità dell’accaduto. 
La Russia, sotto assedio per il suo sostegno alla causa separatista, mantiene un profilo basso invocando la pace, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede un’inchiesta internazionale indipendente. 

LE VITTIME  
Il bilancio è spaventoso: 298 morti tra cui 80 bambini. Decine di passeggeri erano diretti a Melbourne per il convegno mondiale sull’Aids. A bordo vi erano 189 olandesi. La Farnesina ha confermato che c’ era un cittadino con doppio passaporto italiano e olandese, con il figlio. Il ministero degli Esteri ha aggiunto che «continuano comunque le verifiche con gli altri partners per escludere la presenza di altri italiani a bordo del velivolo». La Malaysian airlines ha riferito che a bordo vi erano 283 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio, tutti di nazionalità malese. Fra i passeggeri, oltre agli olandesi, viene confermata la presenza di 29 malesi, 27 australiani, 12 indonesiani, nove britannici, quattro tedeschi, tre filippini e un canadese. Obama ha confermato anche la presenza di uno statunitense. 

LE ACCUSE  
Intanto si stringe il cerchio intorno ai filorussi, che da mesi combattono una guerra civile contro Kiev nell’Ucraina orientale. L’intelligence americana, in particolare, rileva che il velivolo della Malaysia Airlines è stato certamente abbattuto da un missile terra-aria lanciato dal territorio in mano ai separatisti, e «molto probabilmente» sono stati loro. Concetto ribadito dal presidente Barack Obama, che poi punta il dito contro la Russia. Pur sollecitando un’indagine internazionale «credibile» e «imparziale» e «senza dare retta alle speculazioni», Obama rileva come Mosca continui a sostenere i separatisti, fornendo loro armi pesanti e artiglieria antiaerea, e quindi chiede a Putin di «concordare con i filorussi un immediato cessate il fuoco», anche perché «la Russia finora non ha fatto nulla per imboccare la strada della pace». Altrimenti, ammonisce Obama, le sanzioni aumenteranno. 

IL CASO ALL’ONU  
Da Mosca si registra un’attenuazione dei toni rispetto alle ore immediatamente successive all’accaduto. Il presidente russo Vladimir Putin, che ieri aveva addossato la responsabilità a Kiev per aver ripreso le attività militari contro i ribelli, si limita ad auspicare un’indagine imparziale ed oggettiva. Successivamente, il leader del Cremlino fa sapere di essere «in costante contatto» con il collega ucraino Poroshenko per trovare una «soluzione pacifica duratura» alla crisi tra Mosca e Kiev. Il disastro aereo finisce anche sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che in una riunione d’emergenza sollecita «un’inchiesta internazionale completa e indipendente». A Palazzo di Vetro, tra l’altro, l’ambasciatore ucraino porta la `pistola fumante´ che per Kiev inchioderebbe i filorussi: delle intercettazioni telefoniche tra miliziani di Donetsk e intelligence russa in cui i primi affermano di «aver buttato giù» un aereo civile. 

LA POSIZIONE RUSSA  
L’ambasciatore russo, da parte sua, accusa il governo ucraino di non aver chiuso lo spazio aereo sopra la zona degli scontri e chiede di non fare pressioni sull’inchiesta con «ipotesi e insinuazioni». Come prova di buona fede, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov fa sapere che Mosca non prenderà in consegna la scatola nera del velivolo, che si trova nelle mani dei separatisti e che dovrà essere analizzata dagli esperti internazionali. 
Sul terreno, i leader dell’autoproclamata “Repubblica di Donetsk” respingono la richiesta di cessate il fuoco avanzata da Washington e Bruxelles, ma concedono l’ingresso agli ispettori dell’Osce - arrivati in serata - nell’area del disastro. E nell’incandescente regione la violenza continua. A Lugansk, una delle roccaforti ribelli, le autorità comunali denunciano l’uccisione di una ventina di civili da parte dei militari di Kiev. Oggi però i riflettori restano puntati sulla tragedia dei cieli sul volo Amsterdam-Kuala Lumpur della Malaysia Airlines: «I corpi cadevano dal cielo», raccontano alcuni abitanti dei villaggi vicini alla zona dove il Boeing 777 è precipitato. Altri riferiscono di aver trovato pezzi di fusoliera nei propri cortili. 

http://www.lastampa.it/2014/07/18/esteri/ucraina-un-missile-fa-strage-di-turisti-ritrovate-le-due-scatole-nere-Ij9E8j2KWjbx0Gozl47iAI/pagina.html

Chiudete la bocca a questo guerrafondaio!
Altro che premio Nobel per la Pace! Questo è un servo dei potenti!

Peggio di lui solo Bush...
Ma poi parla lui, presidente di una multinazionale di nazioni che hanno messo le mani su mezzo mondo e ne hanno l'egemonia! 
Dove c'è da speculare e guadagnare ci sono loro, come cavallette!

sabato 19 luglio 2014

ABBATTIMENTO (?) - FANTASCIENZA? - HS

malasian



Abbattimento?

Ciao Davide,
Ho letto attentamente l'intervista a Giulietto Chiesa sull'"incidente dell'aereo della compagnia malese in Ucraina. Volevo fare una domanda a tutti voi: ma siete veramente sicuri che si tratta di un impatto provocato da un missile?
Non può essere stato collocato un ordigno  esplosivo - prima - in modo da farlo esplodere proprio sui cieli sopra a Donetsk?
La mia è solo una supposizione certo non fondata su prove e fatti certi e acclarati, ma non è degna di essere considerata e verificata ?

Non sono un esperto di tecnologia criminale e tecnica esplosivistica ma penso sia possibile condurre un'operazione del genere con l'utilizzo di più risorse militari in grado di monitorare l'aereo e colpire al momento ritenuto più opportuno con un comando a distanza...
Secondo me bisognerebbe quindi capire qual è stata la dinamica dell'"incidente" chiedendo a chi era sul posto - se è possibile -, verificare se, nell'ambito della tecnica e delle conoscenze esplosivistiche e pirotecniche è possibile - in teoria e in pratica - gestire un'operazione militare e terroristica del genere e, poi, cosa è successo all'aereo dalla sua partenza ad Amsterdam ? E quasi sicuramente che si tratti di un aereo di linea della stessa compagnia di quello scomparso mesi fa non è troppo casuale...
E' certo che sia americani e che russi hanno una "panoramica" di quanto è successo... In linea generale sono d'accordo con Giulietto Chiesa sulla tesi di una grande provocazione allestita a bell'e posta...
Bisognerebbe contattare Giulietto e chiedergli cosa ne pensa della tesi dell'ordigno esplosivo...
Grazie per il tempo concessomi, Davide
P.S.
Secondo me sia gli americani che i russi hanno "registrato" il momento dell'esplosione... Se - e sottolineo se - la tesi della bomba - o, comunque dell'ordigno piazzato sul Boeing - è quella giusta, ne sono a conoscenza e, allora, bisognerebbe capire perchè si lascia circolare invece la versione del "missile".
Vorrei ricordare che ieri Obama e Putin si sono sentiti proprio sulla questione ucraina e, nel merito, sulle sanzioni economiche che USA e UE vogliono imporre alla Russia per la presunta assistenza militare a favore dei ribelli - mentre è noto che americano ed europei foraggiano e appoggiano Kiev senza problemi -. Anzi, pare che l'incidente sia accaduto proprio nel momento in cui i due leader interloquivano. Coincidenza ? Mah !!!
Beh ! Se certi scenari verranno confermati, allora è possibile fare certe deduzioni...
P.P.S

Ultima questione: com'era prevedibile sul mercato borsistico le azioni delle compagnie aeree hanno avuto un calo immediato dopo l'"incidente". Ricordi quel che accadde con l'11/9, le speculazioni che furono compiute da chi - certamente - o sapeva o era implicato. Non siamo a quel livello, ma su quel versante forse si scoprirebbe che qualche operazioncella speculativa qualcuno l'ha fatta...
 
Marco




Fantascienza?


Ciao Davide,
ho potuto leggere le opinioni espresse in merito alla mia tesi e constato come siano tutte molte interessanti e degne di approfondimento. In particolare pare quasi assodato che quell'aereo non doveva seguire quella rotta e, pertanto, qualcuno deve dare spiegazioni sul motivo di questa "imprudenza". Certo le autorità di Kiev - che controllano lo spazio aereo - qualcosa dovrebbero pur dire...

L'ipotesi del dirottamento elettronico - poi - non mi sembra così assurda e la "scomparsa" di un aereo di linea dello stesso modello e della stessa compagnia può essere anche la chiave per chiarire i punti oscuri dell'incidente sui cieli dell'Ucraina. Con il volo 777 diretto a Pechino si è forse tentato un esperimento utile per operazioni future... Mmmmm...

Peraltro questo scenario è tutt'altro che incompatibile con l'ipotesi dell'ordigno fatto deflagrare nell'apparecchio. Ipoteticamente una squadra munita di idoneo congegno radiocomandato, assume il controllo dell'aereo indirizzandolo sulla rotta prestabilita. Successivamente quando il velivolo giunge a "destinazione", la prima squadra lancia il segnale alla seconda che lo fa deflagrare. Due o tre squadre: quella che "dirotta" e pilota, quella che segue la rotta e quella che è incaricata di disintegrare l'aereo.
Fantascienza ?
Ti faccio presente che la stessa Internet - progetto Arpanet - è nata più di quarant'anni fa e ciò significa che la tecnologia militare ha raggiunto un livello di sofisticazione e di efficienza che non possiamo immaginare.
P.S.
La dinamica e la tempistica dell'incidente occorso al Boeing malese sono talmente precise da essere molto più che sospette. Ma - come ogni giallo che si rispetti - c'è il movente, un movente grosso come una casa... Cosa potrebbero volere gli autori del disastro? La guerra su larga scala e a livello internazionale ? A mio parere no e ti spiego perchè...
Ora, è innegabile che gli USA - e l'UE di rincalzo, che è come sarebbe dire NATO - hanno promosso e appoggiato un "golpe" all'apparenza morbido per sottrarre un pezzo pregiato nell'orbita russa. I motivi sono certo di ordine geopolitico e strategico militare (indebolire il colosso russo e accerchiarlo) e di ordine economico ed energetico (colpire il ruolo che Mosca si è ritagliata come grande potenza energetica da cui anche l'Europa dipende per una certa misura ed esportare la tecnologia del crack oil, ecc...).
Naturalmente, secondo me, la Russia ha risposto come ha potuto, nei limiti delle sue capacità, assecondando il processo di indipendenza della Crimea e fornendo una limitata assistenza ai separatisti di Donetsk e Lugansk - limitata, dico, rispetto all'assistenza economica, politica, diplomatica e militare che USA e UE riservano al governo di Kiev e al suo esercito. Per quanto lo si voglia giudicare, secondo me Putin non è disposto ad imbarcarsi in una guerra che non può sostenere perchè il divario con le forze della NATO è schiacciante !!! La NATO - ma qua vorrei riferirmi soprattutto a alla grande struttura bellica allestita dagli americani - è un sistema globale e integrato di tecnologie e risorse militari e civili, strutture di intelligence e informative, strumenti di sorveglianza e controllo, dispositivi di gestione della sicurezza e dell'ordine urbano, mezzi di guerra di propaganda, psicologica, culturale, massmediatica, ecc...
Basi militari e siti bellici targati USA e NATO sono disseminate in tutto il pianeta per costi esorbitanti e incalcolabili - che qualcuno si degnerà pure di quantificare e definire le fonti di finanziamento -. Orbene Putin e la Russia sono i soli che possono sostenere la resistenza degli elementi russi e russofoni ucraini che, nel disegno di Kiev e alleati, ostacolano i piani previsti per quel settore geostrategico. Ma Putin non può affrontare una macchina bellica tanto mostruosa e micidiale...
Cosa succede ? La coalizione occidentale - se così vogliamo chiamarla - vuole costringere la Russia ad abbandonare la scena e, quindi, a lasciare i ribelli al loro destino procedendo a una "pulizia" della parte russa. La sanzioni economiche non bastano...
Occorre il colpetto ad effetto che possa consentire di presentare i ribelli filorussi come pericolosi terroristi dinnanzi all'opinione pubblica mondiale. Se tutto è andato come noi riteniamo, allora Obama & c. hanno ottenuto una preziosa vittoria in questa guerra che è anche psicologica e terroristica. Detto e fatto: i mass media occidentali dipingono sistematicamente i ribelli come terroristi pericolosi in grado di colpire anche chi è estraneo al conflitto.
Putin sa, conosce i retroscena di quanto è successo, ma non reagisce, perchè militarmente e politicamente non gli conviene. Probabilmente ritirerà quell'assistenza militare che fin qui era stata fornita e forse in cambio otterrà qualcosa - ritiro delle sanzioni ? -. Nel frattempo i "terroristi" - e son sempre tali perchè tali sono definiti dalla solita parte molto civile e democratica - sono ormai soli contro una comunità internazionale che si muove quasi a comando e che, nel caso di Gaza, mostra la solita, vergognosa, calcolata inerzia...
Perchè ? Perchè Israele ha sempre avuto le spalle coperte dagli States - e non importa che i presidenti fossero repubblicani o democratici -. Lo ribadisce Obama: "Israele ha il diritto di difendersi." Non stupiamoci se fra i consiglieri diplomatici e militari inviati a Kiev troveremo poi anche gli israeliani. Perchè ? Anche loro sono parte di quel sistema militare globale e integrato...
Marco

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13666

Allarme lavoro, nel 2014 rischiano di perdere il posto quasi 140mila italiani.


<p>INFOPHOTO</p>

I sei anni di crisi, 2008-2013, sono costati al Paese circa 900 mila posti di lavoro di cui 490mila, il 58,9%, nel Sud, solo lo scorso anno. E nel 2014 non andrà meglio: sono a rischio quasi 140 mila posti (per la precisione 136.616 unità), 13.486 in più rispetto alle previsioni del 2013 mentre i livelli produttivi sono quasi fermi. E' quanto emerge dal XI rapporto Industria della Cisl.
In costante aumento, di conseguenza, anche l'utilizzo di ammortizzatori sociali cresciuti, fra il 2010 ed il 2013, del 66,5% e pari a 2milioni 186mila358 interventi di sostegno nel solo 2013. A registrare l'impennata maggiore i lavoratori in mobilità con il +81,8%, un mini esercito di 217.597 persone solo nello scorso anno. Aspi e miniAspi, entrati in funzione nel 2013, hanno assorbito quasi interamente i vecchi trattamenti di disoccupazione e sono stati di gran lunga gli interventi dominanti:1.330.828 quelli per Aspi e 479.199 per mini Aspi.
Livelli record anche per la Cig che nel 2013 ha superato il miliardo di ore autorizzate, coinvolgendo almeno 300.000 persone in base al "tiraggio" effettivo.
E a dare il polso della situazione in cui versano le imprese soprattutto il fatto che ormai, spiega ancora la Cisl, la cig straordinaria e la cassa in deroga, indicative di crisi lunghe e ristrutturazioni aziendali, coprono ormai circa il 70% delle ore erogate.
In un panorama di costante riduzione del lavoro, inoltre, stima ancora la Cisl, a crescere solo quello a tempo parziale, +10% nel 2012 e +2,8% nel 2013, "ampiamente utilizzate per evitare i licenziamenti".
Il lavoro indipendente, poi, è diminuito più di quello dipendente; il -2,5% contro il -2%, "segno di falcidia e di difficoltà per i piccoli imprenditori". A farne le spese sopratutto l'industria manifatturiera del Mezzogiorno con -7,5% e il settore delle costruzioni con -5,6%.
L'uscita dal tunnel è lontana - Quadro in nero anche per quanto riguarda l'economia. Nel 2013 il Pil è in calo dell'1,9% mentre nei primi mesi di quest'anno i dati sulla produzione industriale hanno deluso le aspettative, seppur modeste di crescita. Ciò dopo sei anni di crisi che hanno provocato una caduta drammatica dell'attività produttiva: rispetto alla fase più alta del ciclo precedente (2007-2008), la produzione industriale si è contratta di un quarto, la capacità produttiva intorno al 15%, i consumi delle famiglie di circa l'8%, gli investimenti del 26%.
La crisi ha colpito soprattutto l'industria manifatturiera e le costruzioni, che hanno subito complessivamente (2008-2013) circa l'89% della diminuzione totale degli occupati, rispettivamente con 482 mila e 396 mila occupati in meno. Nei settori industriali c'è un mix di ripresa e recessione. Se infatti recuperano terreno la metallurgia, i mezzi di trasporto, gli articoli in gomma e plastica, i prodotti chimici, quelli farmaceutici, i prodotti tessili, e gli alimentari ne perdono consistentemente invece il settore energetico, la produzione di apparecchi elettrici, quelli petroliferi, il settore macchinari e tutto il comparto computer, prodotti elettronica.
Forte anche il gap territoriale, dove il Sud perde il 4% di Pil nel 2013 contro lo 0,6% del Nord. Giù anche i consumi interni 2014, -2,2%, che certificano l'ansia e l'incertezza delle famiglie, e gli investimenti del 4,7%, sempre meno dell'anno precedente ma ancora a livelli pesanti.
Unica 'exit strategy' per l'Italia, l'export, che risulta una carta "vincente" per il Paese, anche se tra il 2011 ed il 2013 sono state appena 1/5 (il 18%), le aziende che hanno aumentato il proprio fatturato sia in Italia che all'estero mentre quelle "perdenti", le imprese in ripiegamento, sono raddoppiate; il 35% hanno registrato un fatturato in calo sia in Italia che all'estero.
Bonanni - "Basta con le chiacchiere e le ricette fumose. Senza l'impegno di tutti non si va da nessuna parte. Purtroppo siamo ancora ben lontani dall'uscita della crisi economica e sociale", tuona il leader della Cisl, Raffaele Bonanni che al governo Renzi propone "una via di crescita" alternativa, da "affrontare con il confronto e la collaborazione di tutti i soggetti responsabili che devono assumere impegni reciproci di carattere politico, imprenditoriale e sindacale". Una agenda, in sostanza, con cui "pensare all'oggi e al medio periodo" grazie alla quale "rivitalizzare la domanda interna, i consumi e soprattutto gli investimenti, drammaticamente crollati negli ultimi anni". Un Progetto "Italia 2020", come lo definisce, "orientato allo sviluppo e alla domanda d'innovazione dei territori, alla qualità della vita e dell'ambiente, alla progettualità, alle reti d'investimento private e pubbliche, all'energia e alle infrastrutture". In una parola, serve sostenere progetti d'investimento territoriali validi e remunerativi, con "nuovi canali finanziari, a partire da una potenziata Cassa Depositi e Prestiti, che mobilitino il risparmio nazionale e attraggano investitori dall'estero".