mercoledì 10 agosto 2016

Buzzi e Boschi, telefonate misteriose. - Ivan Cimmarusti

1401N_A-_WEB

Prima della cena elettorale del Pd contatti tra il ministro e il ras di Mafia Capitale "Le abbiamo dato una lettera per Matteo". Alla fondazione di Renzi 15mila euro.

«Abbiamo consegnato alla Boschi la lettera per Matteo». Sono le 22:05 del 7 novembre 2014, giorno della cena elettorale del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il ras delle coop di Mafia Capitale, Salvatore Buzzi, ha partecipato a quella raccolta fondi. Ne parla con una sua amica e racconta dei presunti rapporti che avrebbe avuto con il ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento. La telefonata è contenuta nell’incartamento giudiziario della Procura della Repubblica di Roma, depositato al maxi processo contro la presunta cupola mafiosa capitolina.

Gli atti, dunque, svelano retroscena finora inediti. Tutti legati a quella cena di novembre del 2014 per finanziare il Partito democratico e Matteo Renzi. Un particolare di cui parla anche con Michele Nacamulli, esponente romano del Pd: «Se becchi Renzi gli ricordi che abbiamo finanziato la Leopolda e oggi gli abbiamo dato 15mila euro. Potevamo dirlo alla Boschi cazzo». «Ok», risponde Nacamulli, «la Boschi è qui». C’è da dire che, stando a fonti difensive, i tabulati telefonici nasconderebbero anche altre conversazioni avute tra il ministro Boschi e Buzzi. Conversazioni che non hanno alcun profilo penale ma che si riferiscono a un periodo precedente alla cena di novembre. Tra settembre e ottobre, infatti, Buzzi sembra dialogare col ministro per avere informazioni sulla cena. È pronto a partecipare versando un proprio contributo. D’altronde l’imprenditore era stato per anni il fiore all’occhiello delle coop vicine alla vecchia sinistra di Roma. E con l’arrivo di Renzi intendeva riposizionarsi politicamente e, magari, fare un salto di qualità.

L’obiettivo era di arrivare a incassare appalti sempre più ampi per ingrassare le casse delle cooperative legate a doppio filo al presunto boss, Massimo Carminati. Nei suoi interrogatori, infatti, Buzzi ha precisato che finanziando le campagne elettorali «ti fai un’assicurazione sulla vita, sul futuro». «Ma perché - ha aggiunto - me chiama Renzi a cena, 15mila euro a Renzi (...) ci hanno chiamato i finanziatori». Dai tabulati telefonici, però, risulterebbero suoi contatti direttamente con la Boschi. Un’ennesima grana per il ministro, dopo lo scandalo della Banca Etruria. Stando a quanto emerso, alla cena di autofinanziamento del Partito democratico Buzzi avrebbe pagato la somma pattuita versando il denaro che sarebbe finito nelle casse della Fondazione Open, gestita dall’intimo amico del premier, l’imprenditore Marco Carrai, recentemente tra i papabili a gestire la cybersecurity italiana. D’altronde, nella stessa Fondazione Open risulta esserci la stessa Boschi. 
Le intercettazioni del 6 novembre 2014 sull’utenza di Buzzi confermano il pagamento per la cena elettorale. Al telefono ci sono il ras delle coop e il suo stretto collaboratore Carlo Guarany. I due discutono della cena e decidono di informarsi meglio con Lionello Cosentino, ex segretario del Pd di Roma che a dicembre 2014 è stato commissariato da Matteo Orfini. I giorni successivi alla cena Buzzi continua a discutere della candidatura di Renzi con l’allora direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon. Racconta di aver fatto due versamenti (uno da 15mila euro per la cena e un altro da 5mila per la Leopolda).

lunedì 8 agosto 2016

Renzi alle Olimpiadi di Rio 2016, campione di presenzialismo (e menefreghismo). - Pia Staracae

Renzi alle Olimpiadi di Rio 2016, campione di presenzialismo (e menefreghismo)

Il nostro Premier è un campione di presenzialismo ai grandi eventi sportivi. A lui la medaglia d’oro del chissenefrega del groviglio di criticità in piena ebollizione in Italia se ci si può dileguare dall’altra parte del mondo con una “ragione di Stato” che legittima spese pubbliche e divertimento privato. Perché avere titubanze? Bisogna sventolare forte la bandiera dell’Italia (sebbene un’Italia scassata e visceralmente corrotta), come se lui – peraltro mai investito da una formale elezione – la rappresentasse davvero, tanto più ora che, perdendo miseramente le Amministrative, ha toccato con mano il distacco del paese.
L’occasione di fare lo spot non va assolutamente persa! Bisogna avanzare con forza la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, passando sulle teste dell’attuale amministrazione romana che non ritiene affatto prioritario questo impegno a fronte di un impegno più concreto e stringente su questioni di ordinaria vivibilità cittadina che reclama no soluzioni da tempo immemorabile.
Chissenefrega della minaccia esplosiva del terrorismochissenefrega della concessione delle basi aeree agli americani, chissenefrega del dilagante malcontento generato dalla “Buona scuola”, chissenefrega se scarseggia il lavoro e la gente non arriva a fine mese, chissenefrega del sempre rinviato problema delle pensioni e dei privilegi dei vitalizi, chissenefrega se il Pd è profondamente diviso e che la maggioranza stia vacillando, chissenefrega che la paventata riforma costituzionale stia per sovvertire alcuni meccanismi democratici in favore di posizioni egemoniche.
Non importa, è tutto rinviabile, è tutto accantonabile di fronte alla impellenza di esserci, lì a Rio, dove Phelps, Usain Bolt, Federica Pellegrini e altri grandissimi atleti lo faranno sognare! E vai con le foto gongolanti, vai con le pacche sulle spalle, vai con i discorsi propagandistici sulla magnificenza italiana, vai con la straordinaria vacanza di famiglia! Dove il  contesto è entusiasmante e l’occasione unica (e forse irripetibile): lì Renzi c’è e nutre bulimicamente la sua vanagloria! Una tentazione alla quale non può resistere.
Del resto, cosa potevamo aspettarci da uno che senza esitazioni ha usato un volo di Stato per essere a New York alla finale tutta italiana degli US Open nel settembre scorso, a farsi un selfie abbracciato alla Pennetta e alla Vinci, fregandosene altamente dell’appuntamento con i problemi dell’agricoltura e del lavoro del Mezzogiorno che era lì ad attenderlo speranzoso, alla Fiera del Levante?

domenica 7 agosto 2016

Basta Ladri - George Middleton.



https://plus.google.com/u/0/photos/103855151699411631686/albums/6315610863959565825?sqi=107723243502104294085&sqsi=497480ec-3f56-4d42-9e7b-8122950a13c0

Deviazioni, smottamenti e semafori Primo weekend di agosto, tutti i cantieri nelle strade e autostrade siciliane. - Silvia Iacono

anas, autostrade siciliane, esodo, vacanze estive, Sicilia, Cronaca

PALERMO. Nel primo week-end di agosto gli automobilisti in viaggio per le strade e autostrade siciliane saranno alle prese con diversi cantieri. Sono pochi quelli che creano vere e proprie chiusure, ma in diversi punti ci sono restringimenti di carreggiata con doppio senso di circolazione e conseguenti ripercussioni sul traffico.
Sulla A19 in corrispondenza dell’imbocco est della galleria “Fortolese”,tra gli svincoli di Enna e Caltanissetta, sono in corso lavori da metà luglio e il traffico è attualmente deviato, nei due sensi di marcia, su un’unica carreggiata. Il bando di gara è stato assegnato dall’Anas per il ripristino del calcestruzzo e la sistemazione idraulica, per un importo di 750 mila euro.
Sempre sulla Palermo-Catania, da dieci giorni, hanno avuto inizio i lavori di manutenzione straordinaria del viadotto Morello, ancora tra gli svincoli di Caltanissetta ed Enna. Fino al 10 dicembre la carreggiata in direzione Catania sarà interessata dalla prima fase dei lavori. Sarà pertanto chiuso il traffico per una lunghezza complessiva di circa sei chilometri, con deviazione sulla carreggiata opposta ed è stato predisposto il doppio senso di circolazione. I lavori prevedono il ripristino statico e la riqualificazione del viadotto, che si sviluppa a carreggiate separate dal chilometro 106,825 al chilometro 112,400 ed è costituito da una successione di 125 campate per ciascuna carreggiata. Secondo l’Anas: “L’intervento risulta necessario in quanto dall’anno della sua realizzazione, avvenuta a cavallo tra il 1969 e il 1970, il viadotto è stato oggetto soltanto di interventi di manutenzione straordinaria di tipo localizzato”.
Restando sulla stessa arteria autostradale, il traffico in direzione Catania continua ad essere deviato sul bypass in corrispondenza delviadotto Himera, aperto al traffico il 16 novembre, allo svincolo di Scillato con rientro in autostrada allo svincolo di Tremonzelli. Sono stati inoltre installati sistemi di monitoraggio sia per le strutture del viadotto che per il versante montuoso interessato dal movimento franoso. Il viadotto in direzione Catania sarà realizzato e reso fruibile nel 2018.
Lavori di raddoppio in corso anche nella strada statale 640 “Degli Scrittori”, che collega Caltanissetta ad Agrigento. Questi lavori la trasformeranno in strada extraurbana principale, a carreggiate separate con due corsie per senso di marcia oltre la corsia di emergenza. I lavori, per un investimento complessivo pari a 1,5 miliardi di euro, sono suddivisi in due lotti. L’Anas informa che: “Il primo lotto, dal km 9,880 al km 44,400 della statale, sarà ultimato a dicembre dell’anno in corso mentre l’ultimazione del secondo lotto, dal km 44,400 alla connessione con l’autostrada A19 Palermo-Catania, è fissata a gennaio 2018”.
Sulla strada statale 189 "della Valle del Platani" Palermo-Agrigento sono in corso lavori nel tratto Palermo-Lercara Friddi, con termine del cantiere previsto entro la fine del 2017. In alcuni tratti è stato istituito il senso unico alternato regolato da nuovi semafori. Due si trovano vicino  al comune di Mezzojuso e sono stati sincronizzati alla fine del mese di luglio.
L’Anas ha istituito una serie di investimenti per un valore complessivo di 105 milioni di euro finalizzati alla riapertura di 20 strade chiuse in tutto il territorio nazionale di cui sette in Sicilia. In questo programma rientra l’avvio dei lavori per la messa in sicurezza della strada statale 113 “Settentrionale Sicula” a Gioiosa Marea, in provincia di Messina, chiusa dal 25 marzo scorso nel tratto compreso tra il km 86,700 e il km 87,900, in seguito ad una frana avvenuta al km 87,650. Il termine dei lavori è previsto nei primi giorni del 2017,  ma con la possibilità di riaprire al traffico, con limitazioni, prima della definitiva conclusione dei lavori.
Sono in corso i lavori di consolidamento del ponte “Cinque Archi” nella statale 121 “Catanese”, vicino a Santa Caterina Villarmosa. I lavori riguardano la sistemazione idraulica del fiume Salso. Saranno ultimati, rispettivamente, a febbraio e maggio 2017, per un investimento complessivo di 5,5 milioni.
Lavori in corso anche sul viadotto “Ridotto” della A18 sulla Messina-Catania per l’assestamento statico e sismico che prevede un restringimento di carreggiata. Il cantiere definitivo con la chiusura totale è previsto dopo l’estate.  Sempre sulla Messina-Catania c’è ancora un restringimento di carreggiata all’altezza della frana di Letojanni. Dal Cas (Consorzio Autostrade Siciliane) precisano: “Il progetto per i lavori di consolidamento della strada è pronto, si attende il via libera della Regione Sicilia e della Protezione Civile”.

BANCHE ITALIANE IN CRISI: IN GIOCO RENZI E LA FINANZA EUROPEA. - GIULIETTO CHIESA

Monete euro e la bandiera italiana


Per descrivere le cause della crisi bancaria italiana c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: é colpevole il governo in carica?; oppure sono colpevoli le banche?; oppure il colpevole è l’Europa? Con ogni probabilità tutti e tre, insieme all’eredità del passato, che nessuno ha mai voluto affrontare.

Intanto i numeri disegnano un quadro allarmante: 630 miliardi di "non performing loans", in termini accessibili all'uomo della strada, "carta straccia o quasi". Per capire le dimensioni relative si tratta del 18% di tutti i prestiti bancari, ed esso è pari a 1/5 del PIL italiano. Se l'Italia fosse l'America, o la Gran Bretagna, potrebbe fare quello che entrambe fecero tra il 2008 e il 2010: cioè ricapitalizzando le loro banche con l'iniezione poderosa di oltre 10 trilioni di dollari, inventati dalle rispettive banche centrali.

Ma l'Italia non è né l'una né l'altra: non può inventarsi dal nulla l'occorrente perché non ne ha il potere. La Banca Centrale Europea è la padrona del denaro ed è indipendente dai singoli governi e anche dalla Commissione Europea. A complicare le cose quest'ultima ha reso ancora più rigide le condizioni per un intervento pubblico di salvataggio delle banche bollite (bail-out). Dal primo gennaio 2016 il governo è impedito a prendere ogni decisione in merito se i risparmiatori, cioè le imprese e i cittadini non si fanno carico di coprire, di tasca loro, fino all'8% degli assets della banca in cui hanno depositato i loro denari (bail-in).
Solo a questo punto può scattare l'operazione salvataggio. 
La rapina è evidente e non occorre molto tempo per capirlo. 
E viene dall'Europa. 
Ma Roma non è Berlino, per esempio. 
Gli italiani sono creditori verso le loro banche di circa 200 miliardi €. 
Dei quali è accertato che la grande parte (pari a circa 173 miliardi €) sono stati carpiti a clienti ignari del fatto che si trattava di investimenti ad alto o altissimo rischio. Cioè chi firmava quei contratti non veniva informato che, in caso di bancarotta o comunque di insolvenza, quei crediti non sarebbero stati rimborsati o comunque messi in coda, senza troppe speranze.
Qui è chiaro che si è trattato di una miriade di vere e proprie truffe, i cui responsabili sono il governo, gli istituti di controllo, le stesse banche. Naturalmente i ladri non processano i ladri, anche perché le leggi sono state fatte dai ladri. Solo che, a conti fatti, ora che la barca oscilla vistosamente, si scopre che i risparmiatori colpiti sarebbero oltre 100.000. E la crisi bancaria si trasforma in una crisi politica. 
Prima di tutto per Matteo Renzi, che deve affrontare, per giunta, un referendum in autunno (sulla sua riforma costituzionale e sulla legge elettorale) in cui è già in evidente difficoltà. In caso di sconfitta è in pericolo l'esistenza stessa del governo attuale.
Dunque cercherà di correre ai ripari. Ma occorre che la signora Merkel gli conceda qualche esenzione dalle regole che egli ha già accettato e firmato. E non è escluso che qualcosa s'inventeranno, per coprire l'inganno che, comunque hanno contribuito loro stessi a creare. 
Infatti anche il bail-out è una truffa, perché fa comunque pagare ai cittadini il costo del salvataggio dei disonesti e degl'incapaci.
Questa ipotesi "ottimistica" è effetto del "rischio contagio". Lo sapevano tutti (quelli che dovevano sapere) che l'Italia, dopo la Grecia, era a rischio: di diventare il detonatore dell'esplosione del sistema bancario europeo nel suo complesso. 
Infatti le banche francesi sono in testa tra i possibili danneggiati del crollo italiano con 250 miliardi € impregnati del debito italiano, seguita dalla Germania, che ha in pericolo 83,2 miliardi € (di cui la Deutsche Bank, già pericolante per conto proprio, ne ha in carico 11,8). Seguono Spagna, USA, UK, Giappone.
Adesso sono tutti in affanno e faranno il possibile per coprire di sabbia il disastro. Forse ci riusciranno, in attesa della prossima crisi e sperando di riuscire a inventare un altro modo per spogliare i cittadini dei loro averi. Intanto, in questo modo, scavando la fossa a ogni possibilità di ripresa dell'economia.

Giulietto Chiesa
Fonte: http://it.sputniknews.com
Link: http://it.sputniknews.com/italia/20160801/3219504/banche-italia-renzi.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16733

sabato 6 agosto 2016

DELLA MANIERA IN CUI I DEMOCRATICI HANNO TROVATO L'UOMO NERO NELLE E-MAIL DI HILLARY. - PAUL CRAIG ROBERTS




Bernie Sanders ha vinto la nomination presidenziale, ma è stato sbattuto fuori dal Democratic National Committee (DNC), il corpo operante del Partito Democratico. Il DNC ha aiutato Hillary a  vincere la nomination grazie alla combinazione di conteggi sbagliati e all'impegno da parte dei super delegati, che nessuno ha eletto, a votare per lei. 
Ha così ottenuto questa nomina illegittimamente.

Lo sanno tutti i sostenitori di Bernie Sanders. Si sono opposti a Hillary, ed è improbabile che molti di loro la voteranno. Quando si è venuti a conoscenza dello scandalo delle e-mail, il Comitato Nazionale Democratico, sperando di spostare la colpa altrove, ha chiesto: "Chi odiano di più gli americani rispetto ad Hillary?" e hanno risposto "i russi". Washington ha continuato a demonizzare i russi negli ultimi 3 - 4 anni.

Così agli americani è stato consigliato di disprezzare i russi. Ecco perché il DNC e le puttane dei media (presstitute) accusano Putin del rilascio, da parte di WikiLeaks, delle e-mail che hanno dimostrato che i democratici stavano barando estromettendo Sanders dalla nomina presidenziale. Il problema è diventato Putin, non Hillary. 
Hillary è una truffatrice sotto molti aspetti. Ma è sfuggita al processo, perché è troppo utile agli oligarchi. Così hanno scaricato tutta la colpa su Putin, dicendo che si tratta di un piano russo per far sì che venga eletto Donald Trump. Io non credo che saranno in grado di ingannare molte persone. Solo gli stupidi. Funzionerà sui media, perché i media non sono onesti e nemmeno indipendenti.

I media americani sono come i vecchi media sovietici - si deve rispondere al Capo e non si possono raccontare i fatti in maniera indipendente. Affermare che tutto questo scandalo delle e-mail è un piano di Putin, non ingannerà gli americani. I Democratici sono alla ricerca di un uomo nero, di qualcuno da incolpare per le loro azioni. Non si rendono nemmeno conto che tali accuse fanno sembrare la Russia una superpotenza informatica.
Ebbene, la Russia può esserlo, ma sappiamo tutti che le e-mail della Clinton non hanno raggiunto WikiLeaks grazie alla Russia. 
E 'solo qualcosa che è stato creato da chi lavora per la Clinton. I media hanno semplicemente assecondato la cosa, riportandola senza investigarla. Penso che non siano in molti a credere che ci sia Putin dietro la soffiata delle e-mail compromettenti di Hillary. Ciò fa semplicemente sembrare il Democratic National Committee ancor più ridicolo.

Il DNC ruba un'elezione al candidato voluto dalla gente e cerca di dare la colpa a Putin.
Quando Bernie Sanders ha sostenuto la Clinton alla convention democratica, si è screditato e ha  demoralizzato tutti i suoi sostenitori che, di conseguenza, si sono opposti anche a lui. 

Questo episodio fa sì che Sanders non possa più essere riconosciuto come un leader. Ha distrutto questa possibilità con le sue stesse mani. Se fosse andato alla convention dicendo: "Mi hai rubato la nomina presidenziale! Io sono il vincitore!", in questi giorni sarebbe stato l'americano più popolare. Avrebbe potuto correre come candidato indipendente e ottenere la vittoria. Ma non ha avuto il coraggio di farlo. Ha rinunciato, si è arreso.
Gli oligarchi sono abituati a persone che si arrendono. Essi pensano che Putin si arrenderà. E che la Cina si arrenderà. E l'Iran. Bernie Sanders non ha il sostegno degli oligarchi. Il complesso militare della sicurezza, di Wall Street, e la lobby israeliana non gli stanno dietro. Non è il loro agente. E' stato sostenuto dagli  elettori democratici. Quindi non ha il potere di prevalere, a meno che non ingaggi una vera battaglia contro Hillary. 
Ma non è stato disposto a rischiare.

Bernie Sanders è considerato un outsider dagli oligarchi. Non hanno finanziato la sua campagna. Il suo appoggio a Hillary lo ha distrutto come leader politico, ed ha segnato anche la fine della possibilità di vederlo come un potenziale leader. Hillary ha scelto un generale guerrafondaio come suo vice-presidente. 

I media americani, assetati di guerra, sosterranno la Clinton e attaccheranno Trump. Ma i media hanno mentito così tanto da aver perso la loro credibilità. 

Molte meno persone vengono influenzate dai media perché questi hanno mentito troppo e troppo a lungo.

E' molto più importante vedere come si muoverà Trump. Se continua a dire che non vuole un conflitto con la Russia, che la NATO è un problema e non una soluzione, e continua a denunciare la delocalizzazione di posti di lavoro americani, che ha distrutto la classe media, Trump vincerà le elezioni presidenziali indipendentemente dall'opposizione degli oligarchi e dei media. 

Il fatto che le aziende abbiano trasferito all'estero i posti di lavoro della classe media ferisce gli americani e l'economia americana. Trump non vuole tensioni con la Russia. Si rende conto che la NATO non è necesaaria.
E gli americani lo stanno sostenendo per questi motivi. Se Trump si focalizzerà su questi problemi: vincerà, a meno che l'elezione non venga truccata. Ma la domanda è: cosa potrebbe raggiungere, se ottenesse la carica? Potrebbe ammettere che non è in grado di farci niente, ma è l'unica speranza che abbiamo. Trump saprà chi nominare per raggiungere i suoi scopi, o il suo governo verrà nominato dall'establishment che lo “consiglierà” e di conseguenza lo contollerà?
Se una vittoria Trump sembrerà alle porte, i democratici cercheranno di truccare le elezioni riprogrammando le macchine per il voto elettronico, che non lasciano traccia cartacea. Sarà uno di questi programmi a determinare l'esito delle votazioni. E nessuno saprà mai che si è verificato un broglio. A meno che Trump non si faccia aiutare da degli esperti, in grado di garantire che le macchine per il voto siano programmate correttamente, ho il sospetto che le macchine verranno programmate per votare Hillary. Trump non può fidarsi dell' establishment politico repubblicano, perché gli si oppone.
Se Trump farà affidamento su di loro, questi collaboreranno con il gruppo di Hillary, riprogrammando le macchine affinché sia lei a vincere. Non ci saranno schede cartacee da riconteggiare. Questo è il modo in cui negli ultimi anni, negli USA, sono state truccate un sacco di elezioni. L'establishment americano è l'incarnazione del male e non accetterà un outsider come presidente. E se Hillary divenisse presidente, la violenza americana contro gli altri popoli aumenterà.

(Dr. Paul Craig Roberts è stato Assistente Segretario del Tesoro per la Politica economica e editore associato del Wall Street Journal. E 'stato editorialista di Business Week, Scripps Howard News Service, e Creators Syndicate. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti universitari. Le sue colonne su internet hanno attirato lettorri da tutto il mondo. I suoi ultimi libri sono : The Failure of Laissez Faire Capitalism and Economic Dissolution of the West , How America Was Lost, e The Neoconservative Threat to World Order.)


Fonte: www.paulcraigroberts.org
Link: http://www.paulcraigroberts.org/2016/08/01/american-horror-story-how-democrats-found-a-russian-boogeyman-in-hillarys-e-mails/
1.08.2016

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da DESASTRADO

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16745

Hiroshima ricorda i 71 anni dalla bomba atomica. In 50mila alla cerimonia.

Hiroshima ricorda i 71 anni dalla bomba atomica. In 50mila alla cerimonia


Otre cinquantamila persone hanno partecipato alla cerimonia in ricordo delle 140mila vittime della bomba atomica che gli Stati Uniti sganciarono su Hiroshima il 6 agosto del 1945, nei giorni finali della Seconda guerra mondiale. 
Un minuto di silenzio è stato osservato al Peace Memorial Park, costruito nei pressi del punto in cui cadde la bomba, soprannominata Little Boy, sganciata alle 8.15 ora locale di 71 anni fa dal bombardiere B-29 Enola Gay.
"Oggi, rinnoviamo la nostra offerta di sincera consolazione alle anime delle vittime della bomba atomica e rinnoviamo il nostro impegno a fare tutto quanto in nostro potere per abolire le armi nucleari e costruire una pace nel mondo che sia duratura", ha detto il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui. Che ha poi rievocato le parole pronunciate il 27 maggio scorso dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel corso della sua storica visita nella città giapponese, rivolgendo un appello ai Paesi che hanno armi nucleari nei loro arsenali ad "avere il coraggio di sottrarsi alla logica della pace e a perseguire un mondo senza" armi nucleari.


Quindi, il sindaco di Hiroshima, diretto al premier Shinzo Abe presente alla cerimonia, ha sottolineato come "un mondo libero dalle armi nucleari esprimerebbe il nobile pacifismo della costituzione giapponese". Costituzione che il primo ministro vorrebbe cambiare, eliminando la rinuncia al pacifismo iscritta nell'articolo 9 della carta.
La bomba atomica su Hiroshima - la prima mai sganciata - rase al suolo la città, provocando la morte entro la fine del 1945 di 140mila persone, senza contare le decine di migliaia decedute negli anni successivi in conseguenza delle radiazioni. Tre giorni dopo, il 9 agosto, un secondo ordigno, noto come 'Fat Man', venne sganciato su Nagasaki.