Inchiesta a Pordenone, trasferiti in Cina 150 milioni.
Le Fiamme gialle hanno scoperto una frode fiscale di 300 milioni euro e il trasferimento occulto in Cina di 150 milioni.
ANSA
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Le Fiamme gialle hanno scoperto una frode fiscale di 300 milioni euro e il trasferimento occulto in Cina di 150 milioni.
ANSA
"Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo.
Torna, faremo come ci dirai tu". Sarebbe il testo di un sms 'trappola' che Nazia Shaheen avrebbe scritto alla figlia Saman Abbas quando quest'ultima era in comunità protetta per indurla a tornare a casa. Lo riporta oggi la Gazzetta di Reggio.
Il messaggio, secondo il quotidiano locale, risale al periodo in cui la ragazza si trovava nella comunità protetta dopo aver denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio combinato. L'sms avrebbe tratto in inganno la diciottenne, scomparsa da oltre un mese da Novellara (Reggio Emilia) e che si presume sia stata uccisa dalla famiglia, tornata a casa dalla comunità protetta il 22 aprile.
La madre della ragazza è indagata assieme al padre Shabbar - entrambi latitanti, si troverebbero in Pakistan - per omicidio premeditato in concorso insieme allo zio Danish Hasnain, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, e ai cugini Nomanulhaq (latitante, si presume in Europa, con lo zio) e Ikram Ijaz, ora in carcere a Reggio Emilia, unico arrestato dopo essere stato fermato in Francia il 28 maggio scorso mentre tentava di raggiungere la Spagna.
(Nella foto ANSA La fuga dei genitori di Saman da Malpensa per il Pakistan)
ANSA
Accade ciclicamente di dimenticarsi cos’è la “destra” italiana. Poi per fortuna provvede essa stessa a ricordarcelo. Per solennizzare il ventennale dalla morte di Indro Montanelli, la famiglia Berlusconi ha nominato il nuovo direttore del Giornale. Dal 1994 all’altroieri aveva cercato quanto di più lontano dal fondatore, in un crescendo rossiniano all’incontrario partito da Feltri e giunto fino a Sallusti. Di peggio, si pensava, era difficile scovare. Ma, da quelle parti, mai disperare: infatti il nuovo direttore è Augusto Minzolini, che al Tg1 nascondeva le notizie e, quando proprio non poteva farne a meno, le taroccava (memorabile la prescrizione dell’avvocato Mills spacciata per assoluzione). Poi concluse in bellezza la sua carriera in Rai con una condanna per peculato perché rubava sulle note spese. Il che gli valse la promozione a senatore di FI, salvo poi dover lasciare il Senato per la legge Severino. Ora, non potendo più mettere piede in Parlamento, l’hanno piazzato al Giornale.
A Napoli, il candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca, pm in aspettativa nella stessa città, dichiara: “Il Paese ha ancora bisogno di Berlusconi. Servono persone come lui in prima linea a Napoli. Io sono un costituzionalista convinto (sic, ndr) e la Costituzione ci impone il principio di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato. Credo che il presidente Berlusconi abbia una sola condanna passata in giudicato” (segue supercazzola sulla Corte europea). Il sillogismo non fa una grinza: tutti sono innocenti fino a condanna definitiva; B. ha una condanna definitiva; dunque è innocente. E questo – è bene ripeterlo – è un pm che faceva le indagini fino all’altroieri e tornerà a farle da ottobre se sarà trombato. Il che pone ai napoletani un bel dilemma etico: votarlo perché faccia danni a Napoli ma smetta di farne alla giustizia, o non votarlo perché torni a far danni alla giustizia ma non cominci a farne a Napoli? Fino a un anno fa, a parte gli addetti ai lavori, nessuno sapeva chi fosse. Poi Massimo Giletti, che sta al giornalismo come Maresca alla toga, cominciò a invitarlo a “Non è l’Arena, è Salvini” per sostenere che le centinaia di boss usciti per il Covid (che poi erano tre) non li avevano scarcerati i giudici, ma il ministro Bonafede (che non ha mai scarcerato né incarcerato nessuno). Maresca non parlava ancora da “costituzionalista”, ma – diceva lui – da “tecnico”. Ora si candida col partito rappresentato a Napoli da Giggino ’a Purpetta, indagato per camorra con tre fratelli arrestati. Ma, da tecnico, da costituzionalista e da pm anticamorra in aspettativa, assicura che con Giggino sul palco non ci sale. Ha la moralità delle demi-vierges, convinte che la verginità sia questione di millimetri.
ILFQ
Una nuova datazione delle costruzioni in pietra di Nan Madol, nell’isola di Pohnpei, suggerisce che l’antica città, costruita sulla barriera corallina in pieno Oceano Pacifico, sia stata la capitale della prima isola della Micronesia ad essere governata da un unico capo.
Secondo l’archeologo Mark D. McCoy, della Southern Methodist University (SMU) di Dallas, USA, che ha eseguito lo studio relativo, Nan Madol costituisce la chiave per studiare il passaggio delle antiche società da semplici in complesse. Utilizzando per la datazione il metodo uranio-torio, significativamente più preciso del metodo del radiocarbonio usato in precedenza, è stata calcolata l’età degli edifici in basalto del sito; in particolare, l’età di una tomba che è il primo esempio di sepoltura monumentale in quelle remote isole. Mc Coy, archeologo presso il Dipartimento di Antropologia della SMU, ha riportato i risultati della scoperta sulla rivista Quaternary Research.
Le costruzioni di Nan Madol rappresentano un mistero di ingegneria, come le piramidi d’Egitto. “Il confronto con le Piramidi è adeguato, perché la costruzione della tomba non è servita ad altri scopi se non ad accogliere il corpo di un defunto, come le Piramidi”, spiega McCoy. “E’ importante evidenziarlo, perché questa meraviglia architettonica indica che, oltre l’Egitto, un’altra antica popolazione si è impegnata nella costruzione di un monumento sepolcrale”.
Le strutture della città furono erette dalla Dinastia Saudeleur sopra 98 isolotti della barriera corallina, per lo più sommerse dal mare circostante per circa tre piedi, con pietre squadrate, i vuoti tra di esse riempiti di coralli schiacciati e doppi muri paralleli. Gli isolotti appaiono separati da canali e protetti dal mare da 12 dighe, per cui Nan Madol viene considerata la Venezia del Pacifico. La più grande ed elaborata struttura della città è la tomba del primo Saudeleur, che misura ben 80 metri per 60 (in pratica, le misure di un campo di calcio), un’altezza di 8 metri ed ha le pareti esterne di un metro e mezzo di spessore medio. Un labirinto di pareti interne protegge una cripta sotterranea ricoperta, a sua volta, di basalto. Si è giunti alla datazione con il metodo dell’uranio-torio, in base alla quantità degli isotopi torio-230 e uranio-234 presenti. La datazione con l’uranio offre una maggiore accuratezza, potendola usare sul corallo, con un’incertezza di pochi anni in più o in meno dalla morte del corallo, a differenza del radiocarbonio con cui l’intervallo di incertezza sale a 100 anni in più o in meno. “Se Nan Madol non fosse stata costruita con quel tipo di pietra e se gli antichi architetti non avessero usato il corallo, non saremmo stati in grado di fornire una datazione così precisa”, commenta McCoy.
Per l’archeologo, la ricerca futura dovrà essere indirizzata a capire cosa ci fosse realmente alla base di questa antica civiltà, così misteriosamente evoluta da essere in gradi di erigere edifici monumentali così imponenti.
Lastre di basalto |
Muri perimetrali |
Vista dall'alto |
Ingresso tomba |
Ancora oggi la ricerca archeologica ed antropologica si interroga su alcune ciclopiche costruzioni realizzate con tecnologie primitive da uomini di antiche civiltà. Ma non solo le piramidi o Stonehenge o le mura megalitiche precolombiane hanno da sempre catturato l’attenzione dei ricercatori.
Esiste una città santa, semisommersa, sul margine sud orientale di un isola della Micronesia Occidentale (Temwen al largo di Pohnpei - arcipelago delle Caroline) che presenta tutte le caratteristiche per alimentare l’affascinante mistero. Possenti piattaforme poggiate direttamente sulla barriera corallina creano la base per un insieme architettonico gravante su decine di isolotti collegati da canali. Il materiale da costruzione è costituito da basalto colonnare dalla tipica forma esagonale od ottagonale dovuta ai processi di raffreddamento di lontane eruzioni vulcaniche, in grande disponibilità nell’isola maggiore.
Strati sovrapposti di questo ideale materiale edificano mura ed ogni altra costruzione, per un totale di migliaia di tonnellate di pietra movimentate, i cui singoli blocchi arrivano a pesare molte decine di tonnellate. Questa misteriosa realtà, come altre similari, ha solo trovato ipotesi di spiegazione e ancora oggi si alimenta del mito legato ai suoi fondatori, i fratelli Olisihpa e Olosohpa capaci di far levitare le pietre con l’aiuto di un essere sovrannaturale.
Le costruzioni megalitiche di Nan Madol.
Da uno dei fratelli ebbe origine la dinastia di regnanti chiamata Saudeleur che rimase attiva sino al XVI secolo periodo dal quale iniziò la decadenza del luogo. Con questa dinastia si definisce un tipico esempio, originale nell’area pacifica, di società fortemente stratificata con un potere accentrato gerarchicamente, testimoniato dalla difformità di ampiezza dei palazzi e delle abitazioni.
Al sovrano erano destinati i frutti del mare e della terra raccolti altrove e donati da una popolazione devota e sottomessa. La mappa della città comprende, oltre alle mura megalitiche, strade, templi, altari, palazzi destinati ai sacerdoti e alla nobiltà, magazzini e cripte funerarie, su una superficie di circa 20 kilometri quadrati.
Ma la sua estensione sembra ampliarsi in profondità marine difficilmente raggiungibili come testimoniato da ricercatori subacquei. Interessante l’uso dei molteplici canali artificiali che oltre a facilitare la circolazione dovevano consentire l’ingresso nella città dell’ anguilla sacra (Nan Samwhol) tramite tra gli uomini e gli dei, cui erano periodicamente destinati i sacrifici di grosse testuggini marine.
Questo unicum architettonico ha riproposto nella fantasia di ricercatori non ortodossi il mito di civiltà scomparse sul tipo di Atlantide, Lemuria o Mu di cui forse non si verrà ma a capo. Il sito, patrimonio dell’umanità Unesco dal 2016, è stato oggetto di ricerche archeologiche che hanno consentito di rintracciare presenze umane sin dal 200 a.C. e risulta ormai disabitato da parecchi secoli stante anche la non auspicabile fama di città maledetta.
Nautica Report
Sono al momento quattro i vaccini che hanno ottenuto le autorizzazioni d’uso dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, il vaccino Moderna, il vaccino Comirnaty di Pfizer-BioNTech ed il vaccino Janssen (Johnson & Johnson). I vaccini Comirnaty e Moderna utilizzano la tecnologia a RNA messaggero (mRNA), mentre Vaxzevria e Janssen si basano sull’utilizzo della piattaforma a vettori virali. Ad oggi, solo il vaccino Comirnarty è stato approvato anche per l’utilizzo sui minori, ovvero negli adolescenti dai 12 ai 15 anni. Pfizer è autorizzato dai 12 anni. Vaxzevria, Johnson & Johnson e Moderna sono autorizzati dall’Ema sopra i 18 anni. Ma dopo l’ultimo parere del Cts il governo ha preso altre decisioni.
L’ultima circolare del ministero della Salute di “aggiornamento” del parere del CTS sui vaccini indica che il vaccino Vaxzevria «viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni” (ciclo completo di vaccinazione, ovvero prima e seconda dose). Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, è l’indicazione del ministero, «il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose». Questo vaccino si basa sulla tecnologia del vettore virale: viene cioè utilizzato un virus simile a SarsCov2 ma non aggressivo (un adenovirus da scimpanzè) cui vengono aggiunte le informazioni genetiche che allertano la risposta immunitaria dell’ organismo. In questo caso, l’adenovirus trasporta la proteina Spike di SarsCov2, che è l’artiglio molecolare utilizzato dal virus per agganciare le cellule sane e invaderle. Previste due dosi a 8-12 settimane.
È un vaccino monodose e viene raccomandato per soggetti di età superiore ai 60 anni. «Qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni - ha però precisato il Comitato tecnico scientifico - il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente». Come quello di AstraZeneca è un vaccino a vettore virale, composto da un vettore ricombinante basato su adenovirus umano, opportunamente modificato per contenere il gene della proteina Spike del virus.
È autorizzato per i soggetti a partire dai 16 anni, e più recentemente è stato autorizzato da Ema e Aifa anche per gli adolescenti da 12 a 15 anni. Prevede due dosi e utilizza una tecnologia innovativa, quella dell’RNA messaggero. Questa tecnica consiste nell’utilizzare la sequenza del materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna), che rappresenta il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. L’obiettivo è somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario. In questo caso la proteina è la Spike.
Il vaccino Moderna è autorizzato per i soggetti a partire dai 18 anni e utilizza anch’esso la tecnologia a RNA messaggero. Lo scorso 7 giugno anche l'azienda Moderna ha richiesto all’Ema l’autorizzazione all’uso per gli adolescenti da 12 a 18 anni per il suo vaccino anti-Covid.
IlSole24Ore
Good news/1. “Un milione cambia il vaccino. Svolta nella campagna. Gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca dovranno fare la seconda con Pfizer” (Repubblica, 11.6). È il loro modo di parlare del governo e del commissario Figliuolo quando fanno una figura di merda.
Good news/2. “Addio Afghanistan. Si torna a casa. I nostri soldati si ritirano dopo 20 anni. Persa la guerra, ma n’è valsa la pena” (Renato Farina, Libero, 9.6). Sono soddisfazioni.
E la luna Rousseau. “Casaleggio, schiaffo a Conte: ‘Governo e Figliuolo egregi’” (Giornale, 13.6). La Piattaforma Leccò.
Avanti c’è posto. “La Lega è il partito di Draghi” (Lorenzo Fontana, vicesegretario Lega, Foglio, 10.6). “Il governo Draghi è casa nostra” (Enrico Letta, segretario Pd, Messaggero, 12.6). Dev’essere in multiproprietà.
Fate la carità. “Il mio vitalizio è una vittoria del diritto, nessuno deve morire di stenti” (Roberto Formigoni, pregiudicato per corruzione, Le Iene, Italia1, 1.6). Ah sì? E chi l’ha detto?
Bei tempi. “Sì, la politica ora si ribella ai pm: ma una rivoluzione ha bisogno di leader veri…” (Fabrizio Cicchitto, Dubbio, 10.6). Tipo Licio Gelli.
Mercato ortofrutticolo. “Ecco l’ultimo post di De Vito dei 5 Stelle, arrestato oggi per corruzione. Arance…” (Maurizio Gasparri, senatore FI, Facebook, 20 marzo 2019). “Siamo lieti dell’adesione in Forza Italia di Marcello De Vito, questo ci rafforza in vista della prossima sfida elettorale a Roma. È una fase nuova della vita politica italiana” (Gasparri, 7.6). Dalle arance alle banane.
Sua Altezza. “Ho un rapporto molto forte con la mia dimensione alta” (Giorgia Meloni, leader FdI, Stasera Italia, Rete4, 8.6). Mai però quanto Brunetta.
Mulino Bianco. “Barilla: ‘Ragazzi, rinunciate ai sussidi e mettetevi in gioco’” (Stampa, 11.6). Cercatevi un padre miliardario che vi lasci in eredità l’azienda e il gioco è fatto.
Mai dire mai. “Io non ho mai fatto una campagna contro gli immigrati” (Matteo Salvini, segretario Lega, In mezz’ora in più, Rai3, 6.6). In effetti una no.
Come si cambia. “Conte non sa ancora parlare da leader politico. È dura cambiare M5S” (Emilio Carelli, deputato M5S, poi fondatore di Centro – Popolari Italiani, ora approvato a Coraggio Italia, Libero, 10.6). Lui, nell’attesa, ha cambiato tre partiti in sei mesi.
Nardelloni. “Da Forza Italia a Leu, ecco l’altra federazione” (Dario Nardella, sindaco Pd di Firenze, Foglio, 10.6). E CasaPound niente?
Vendoloni. “Penso che la guerra dei trent’anni fra potere politico e potere giudiziario abbia fatto male alla nostra democrazia, diventando l’alibi che ha di fatto impedito una seria riforma della politica e della giustizia” (Nichi Vendola, ex Rifondazione Comunista, ex Sel, ex presidente Puglia, condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi per concussione al processo Ilva di Taranto, Giornale, 12.6). Cavaliere, è lei?
Lucanoni. “Mimmo Lucano riabilita Berlusconi: ‘Perseguitato come me’” (Giornale, 10.6). Casomai servisse la prova decisiva della sua colpevolezza.
Cappellate. “… una omologa dell’Estetista, solo che invece di vendere creme fa l’editorialista” (Stefano Cappellini di Repubblica, riferito a Selvaggia Lucarelli, Twitter, 12.6). Parola di un editorialista talmente noto che, se vendesse creme, non le comprerebbe neanche lui.
Caput che? “Tornare Caput Mundi con competenza e visione” (Maurizio Michetti, candidato a sindaco di Roma per il centrodestra, Messaggero, 10.6). Primo caso al mondo di un candidato che invita a votare per qualcun altro.
Voce del verbo. “Vogliono mettere in cella l’uomo che ha travolto la mafia” (a proposito del generale Mario Mori, Riformista, 8.6). Primo caso al mondo di un generale che, per travolgere la mafia, trattava con la mafia.
La parola all’esperta. “Cybersecurity, fatto: un altro punto per Draghi” (Claudia Fusani, Riformista, 11.6). Questa deve aver rifatto una seduta spiritica con Pio Pompa.
La parola all’esperto. “Vacciniamo i giovani in discoteca” (Flavio Briatore, Verità, 7.6). È il famoso consenso informato.
Il titolo della settimana/1. “Il Pd e la continuità dei governi Conte. Per l’ex premier, con Salvini o con i dem è stato uguale. Imbarazzo a sinistra” (Foglio, 11.6). La sinistra è talmente imbarazzata che ora governa con Salvini, con Berlusconi e con i 5Stelle insieme.
Il titolo della settimana/2. “A Milano Sala perde anche contro mister X. Secondo Tecnè il centrodestra, ancora senza un candidato, è in vantaggio sul sindaco uscente” (Libero, 9.6). Sala riuscirebbe a perdere anche contro un paracarro. Quindi il segreto per batterlo è non candidare nessuno.
Il titolo della settimana/3. “Se passa il ddl Zan i preti finiscono in galera. Con leggi simili in Inghilterra le infermiere perdono il posto e le ragazze col ciclo sono costrette a usare i bagni dei maschi” (Libero, 1.6). Uahahahahahah.
ILFQ