Una nuova datazione delle costruzioni in pietra di Nan Madol, nell’isola di Pohnpei, suggerisce che l’antica città, costruita sulla barriera corallina in pieno Oceano Pacifico, sia stata la capitale della prima isola della Micronesia ad essere governata da un unico capo.
Secondo l’archeologo Mark D. McCoy, della Southern Methodist University (SMU) di Dallas, USA, che ha eseguito lo studio relativo, Nan Madol costituisce la chiave per studiare il passaggio delle antiche società da semplici in complesse. Utilizzando per la datazione il metodo uranio-torio, significativamente più preciso del metodo del radiocarbonio usato in precedenza, è stata calcolata l’età degli edifici in basalto del sito; in particolare, l’età di una tomba che è il primo esempio di sepoltura monumentale in quelle remote isole. Mc Coy, archeologo presso il Dipartimento di Antropologia della SMU, ha riportato i risultati della scoperta sulla rivista Quaternary Research.
Le costruzioni di Nan Madol rappresentano un mistero di ingegneria, come le piramidi d’Egitto. “Il confronto con le Piramidi è adeguato, perché la costruzione della tomba non è servita ad altri scopi se non ad accogliere il corpo di un defunto, come le Piramidi”, spiega McCoy. “E’ importante evidenziarlo, perché questa meraviglia architettonica indica che, oltre l’Egitto, un’altra antica popolazione si è impegnata nella costruzione di un monumento sepolcrale”.
Le strutture della città furono erette dalla Dinastia Saudeleur sopra 98 isolotti della barriera corallina, per lo più sommerse dal mare circostante per circa tre piedi, con pietre squadrate, i vuoti tra di esse riempiti di coralli schiacciati e doppi muri paralleli. Gli isolotti appaiono separati da canali e protetti dal mare da 12 dighe, per cui Nan Madol viene considerata la Venezia del Pacifico. La più grande ed elaborata struttura della città è la tomba del primo Saudeleur, che misura ben 80 metri per 60 (in pratica, le misure di un campo di calcio), un’altezza di 8 metri ed ha le pareti esterne di un metro e mezzo di spessore medio. Un labirinto di pareti interne protegge una cripta sotterranea ricoperta, a sua volta, di basalto. Si è giunti alla datazione con il metodo dell’uranio-torio, in base alla quantità degli isotopi torio-230 e uranio-234 presenti. La datazione con l’uranio offre una maggiore accuratezza, potendola usare sul corallo, con un’incertezza di pochi anni in più o in meno dalla morte del corallo, a differenza del radiocarbonio con cui l’intervallo di incertezza sale a 100 anni in più o in meno. “Se Nan Madol non fosse stata costruita con quel tipo di pietra e se gli antichi architetti non avessero usato il corallo, non saremmo stati in grado di fornire una datazione così precisa”, commenta McCoy.
Per l’archeologo, la ricerca futura dovrà essere indirizzata a capire cosa ci fosse realmente alla base di questa antica civiltà, così misteriosamente evoluta da essere in gradi di erigere edifici monumentali così imponenti.
Lastre di basalto |
Muri perimetrali |
Vista dall'alto |
Ingresso tomba |