sabato 29 gennaio 2022

Quelle figuranti del capo leghista per la “carta rosa”. - Maddalena Oliva

 

È l’alba delle maratone tv. La giornata, nel suo epilogo, sembra avere dell’incredibile, ma sono ancora solo le 12. Un interrogativo avanza in diretta. Ci colleghiamo con Matteo Salvini, ha convocato alla Camera una conferenza stampa. “Ha accanto Erika Stefani e Laura Ravetto, non so se ci sia una ratio nelle posizioni…”, dicono da studio. “Nella stessa sala dove un altro Matteo aveva accanto due parlamentari di sesso femminile, ma almeno lì la presenza era dovuta al fatto che le due stavano per dimettersi da ministre. La presenza oggi di Ravetto e Stefani a cosa va attribuita?”. Già, a cosa andrà attribuita l’eccezionale presenza di due donne accanto al Segretario, se non “a sottolineare che è una candidatura femminile quella della presidente del Senato”? Donne come figuranti e pure in versione testimonial/supporter. E così, con tale premessa, tra i vari spettacoli che il grande gioco del Quirinale ci sta restituendo in questi giorni, abbiamo assistito anche a questo. Ovvero a un condensato di idiozie, arretratezze culturali, vittimizzazioni secondarie e stereotipi di genere, in formato conferenza stampa.

Salvini – Chi mi è vicino non è stato scelto a caso… (figurine sì, ma con ratio). Do la parola per un minuto a Laura Ravetto (in quanto capo io ti concedo, donna, il diritto di parlare, giusto per un minuto però) responsabile Pari opportunità e poi Erika Stefani, ministro alle disabilità (mistero del genere).

Ravetto – Sono orgogliosa di avere un leader che per primo nella storia (Ravetto, come predisposizione, deve essere rimasta ai tempi dell’adorazione di B.) propone il nome di una donna alla presidenza della Repubblica. Oggi c’è l’occasione di praticare davvero le pari opportunità (che vanno praticate, mi raccomando)… Avere una donna alla Presidenza della Repubblica permetterebbe di avere un’alleata ancora più forte (un uomo, no) sulle tematiche di questo settore (“settore”). Penso alle battaglie per un fondo per le giovani madri, al bonus bebè… (per chi avesse dubbi sul modello di donna del loro immaginario).

Stefani – Come ufficio della disabilità stiamo seguendo molti temi (ha esordito davvero così, ministra della Repubblica). C’è un Paese dove una parte di cittadini è stata dimenticata (per proprietà transitiva, l’equazione evidentemente è: disabile = soggetto debole; soggetto debole = donna; donna = disabile). Abbiamo previsto un fondo per l’autismo per interventi socio-assistenziali… E poi quello abbiamo fatto per l’accesso alle Ztl… La presidente Casellati ha dato prova di sensibilità sul tema, ha fatto visite… (attenta e caritatevole, come si vuole una donna).

Una conferenza stampa che mostra il livello della classe politica di un Paese, il nostro, in cui la questione della rappresentanza politica delle donne non è riuscita, almeno finora, a fare quel salto di “normalità” che altrove, invece, si è verificato. Tutto è eccezionale, se si parla di donne. Tutto è strumentale. Tutto diventa sminuente. Dietro i tanti appelli (più o meno retorici) per una donna al Colle – “Una donna al Quirinale” “E se fosse donna?” “Perché non una donna?” “Ipotesi donna” – c’è pure la stessa logica: la bandiera che diventa figurina. Basta che sia rosa, e che si possa scartare. Meglio senza nome (così è stato per giorni), e senza che si discuta del profilo. Essere donne non significa essere “categoria da proteggere” o “vittime”. Qualcuno a Salvini lo spieghi (e non solo a lui). E se alla fine, pur se per disperazione che convinzione, si arriverà a un Presidente della Repubblica dal profilo di Elisabetta Belloni o di Paola Severino, per i vari Matteo della nostra politica si chiuderà come per Riccardo III: disarcionati dal proprio destriero, a terra. “Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/29/quelle-figuranti-del-capo-leghista-per-la-carta-rosa/6472727/

Quelli che… - Marco Travaglio

 

Quelli che votano scheda bianca per non sporcare, oh yeah (Enzo Jannacci).

Quelli che prendono la scheda dall’urna e se la passano di mano in mano e sono otto e poi la sera devono pure raccontarlo in famiglia.

Quelli che facevano i portaborse e si vergognavano, poi li hanno promossi a portaborsette della Casellati e si bagnano tutti.

Quelli che vedrete, lei piacerà a tutti, anche se sta sulle palle pure a se stessa.

Quella che, siccome è sicuro che mi eleggono presidente della Repubblica, me ne sto lì in aula per assistere al mio trionfo in diretta tv e faccio una figura di merda in mondovisione.

Quella che la presidenza del Senato le stava stretta e infatti, se avesse una faccia, avrebbe perso pure quella.

Quelli che gli scatoloni delle foto non erano di Mattarella, ma della Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare.

Quelli che si credevano il kingmaker di Berlusconi, Frattini, Cassese, Nordio, Massolo e altri dodici, invece erano il serial killer che li ha centrati tutti al primo colpo.

Quelli che si credevano il kingmaker e poi sono morti di dolore come king Lear, pensando che fosse il marito di Amanda.

Quelli che invece i kingmaker sono Di Maio e Renzi con i parenti stretti.

Quelli che vogliono rieleggere Mattarella un po’ alla volta, così non se ne accorge.

Quelli che, se uno vota Mattarella, allora vuole Draghi (e lo manda Di Maio).

Quelli che, se uno vuole Draghi (e lo manda Di Maio), allora vota Mattarella.

Quelli che sono di sinistra e quindi “il mio ruolo è proteggere Draghi” perché me l’ha detto mio zio.

Quelli che “chiudiamoci in una stanza a pane e acqua”, ma non sanno cosa dire, a parte il menu.

Quelli che loro al Quirinale non ci tengono, poi chiamano tutti, persino Salvini, e si fanno beccare con lui in via Veneto.

Quelli che la sconfitta della politica sarebbe non eleggere un banchiere, mentre la vittoria della politica è eleggere un banchiere.

Quelli che siccome vogliamo vincere tutti, allora facciamo perdere l’Italia, rifilandole Draghi e lasciandola senza governo con 400 morti Covid al giorno.

Quelli che vanno alle maratone tv e non capiscono neanche quello che dicono loro.

Quelli che “voglio una donnaaa!” (Ciccio Ingrassia, Amarcord).

Quelli che purtroppo Draghi è maschio.

Quelli che, secondo me, Draghi ha un che di femminile.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/29/quelli-che-2/6472699/

Stalker arrestato e subito liberato. Il pm a Cartabia: “Norma da rifare”. - Antonella Mascali

 

La ministra della Giustizia Marta Cartabia appena il mese scorso aveva elogiato le misure per proteggere e mettere in sicurezza le donne vittime di violenza, aveva citato in particolare la legge che ha introdotto l’arresto in flagranza per chi viola il divieto di avvicinamento, facendo finta di nulla rispetto alle preoccupazioni, pure segnalate, dalle procure italiane, che questa legge non si può applicare. Un caso concreto successo ieri a Parma, che tra poco racconteremo, è la prova sul campo del cortocircuito normativo di cui fanno le spese le vittime. La legge entrata in vigore a ottobre scorso (articolo 387 bis del codice penale) non si può eseguire perché non è stata fatta una cosa tanto semplice quanto essenziale: la modifica di un articolo del codice penale collegato. Ed ecco che un uomo è stato sì arrestato a Parma mentre bussava alla porta di casa della sua ex compagna , violando un ordine di non avvicinamento, ma è tornato subito dopo in libertà. Il procuratore Alfonso D’Avino ha evidenziato le incongruenze della legge al ministero della Giustizia, senza ricevere alcuna risposta. Dopo il caso di ieri ha spiegato cosa accade: da un lato “la polizia giudiziaria è obbligata all’arresto ma, dall’altro, il pm, al quale viene trasmesso il verbale di arresto per la convalida, non può richiedere nessuna misura coercitiva, ma deve disporne la liberazione”.

Come mai? D’Avino ha parlato di una “situazione paradossale” che si è venuta a creare dopo che è stato introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza per questo reato, “non è stata modificata la norma che prevede i casi nei quali il pm può chiedere la misura coercitiva. La conseguenza è che – come nel caso in questione – all’arresto obbligatorio da parte della polizia giudiziaria deve seguire l’immediata liberazione da parte del pm”. Il riferimento del procuratore è alla mancata modifica dell’articolo del codice penale, il 381, che elenca i reati per i quali in caso di flagranza può avvenire l’arresto pur non prevedendo il reato una pena superiore a 3 anni come – appunto – il reato di violazione di divieto di avvicinamento che, in base al codice Rosso, varato durante il governo precedente, prevede dai 6 mesi a 3 anni di pena. Bastava aggiungerlo a quell’elenco e l’arrestato di ieri non sarebbe tornato in libertà. Invece, abbiamo letto in una circolare interna, di novembre, della procura di Torino, la legge così com’è “rischia non solo di limitare di molto le finalità di tutela che il legislatore si proponeva di realizzare, ma anche di complicare la gestione dei procedimenti che da tali arresti potranno scaturire”. E infatti così è stato.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/28/stalker-arrestato-e-subito-liberato-il-pm-a-cartabia-norma-da-rifare/6471363/?utm_content=marcotravaglio&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR2DGR_oAoMTuX6_Bwo8YKYXemyineQpdwF0jzNQSLDLZm-YcW10pBv3Hss#Echobox=1643356747

venerdì 28 gennaio 2022

Quelli che... - Rino Ingarozza (28/01/2022)

 

Quelli che...

Berlusconi è il migliore. Ma come, un puttaniere, pregiudicato, finanziatore della mafia? Correggiamo....Berlusconi era quasi il migliore.

Quelli che...

Il migliore Presidente possibile, in effetti, è Letizia Moratti. Ma come, quella che è stata condannata dalla Corte dei conti a versare nelle casse del comune di Milano, 600 mila euro per retribuzioni alquanto onerose (circa 3 milioni) a dirigenti esterni e addetti stampa?

Quelli che.....
Stavamo scherzando (per vedere l'effetto che faceva). Il miglior Presidente della Repubblica è Sabino Cassese?
Ma come, quello che disse che i DPCM fatti da Conte erano incostituzionali? E la Corte costituzionale lo ha smentito?
Quelli che.....
Ok, ecco, ho trovato. Ecco il nome che unisce. Maria Elisabetta Alberti Casellati. Su di lei garantisce Berlusconi.
Ma come, quella che ha asserito che a Berlusconi avevano detto che Ruby era la nipote di Mubarak? Quella che è andata fuori il tribunale di Milano a gridare contro i giudici che avevano osato indagare il suo capo? Quella che prende l'aereo di Stato anche per andare a pisciare?
Ma siete incontentabili. Sti grillini prima mi dicevano no, quando ero al Governo con loro, ora dicono di no su tutti i nomi che il centro destra propone.
Caro Salvini non è che il Movimento ti dice di no per antipatia. Non sei antipatico, sei persino simpatico per le cazzate che dici ogni giorno. Se si votasse per entrare nel programma Zelig, voteremmo tutti per te.
Tutti uniti.
Il problema è che si vota per la più alta carica dello Stato. E voi proponete tutta gente che, non è che abbia degli scheletri nell'armadio, ha un intero ossario.
Capisci?
Capisco che per entrare nei vostri partiti non è condizione essenziale, ma uno incensurato o che non si debba vergognare del proprio comportamento, non ce l'avete?
Uno normale, diciamo.
E poi mi dici per quale motivo si debbano accettare i nomi che proponi tu?
Quale divinità ti ha incensato?
Se hai i voti, eleggi chi vuoi tu ....(come mai in questa tornata non avete pensato a Vittorio Feltri, come la scorsa volta?) ma visto che i voti non ce li hai, te lo posso proporre io un nome?
Ernesto Che Guevara.
Me lo voti?

Rino Ingarozza Fb

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Vergogna l’è morta. “Quanto costa curare un No Vax. Solo in Piemonte il conto dei ricoveri in rianimazione arriva a quasi 500 mila euro al giorno” (Stampa, 20.1). Vergognarsi mai, eh?

Gli oracoli di Delfi. “L’operazione Scoiattolo è finita, ora il Cavaliere indichi lui Mario Draghi” (Vittorio Sgarbi, deputato FI, 20.1). “Berlusconi, voci di un passo indietro, con indicazione per Draghi” (Francesco Verderami, Corriere della sera, 21.1). “Il Cav. punta su Draghi” (Claudia Fusani, Riformista, 21.1). A questi Nostradamus gli fa una pippa.

Adotta un nonno. “O sul Colle o a Palazzo Chigi, l’Italia non può rinunciare a Draghi” (Mario Ajello, Messaggero, 21.1). “I rischi di non avere Draghi né al Quirinale né a Palazzo Chigi” (rag. Cerasa, Foglio, 18.1). “Attenti a non sprecare Draghi” (Lilli Gruber, Sette-Corriere, 21.1). “Draghi va tutelato: non averlo al Colle né al governo sarebbe una rovina” (Andrea Romano, deputato Pd, Riformista, 21.1). “Per i mercati Draghi deve restare da qualche parte” (Libero, 23.1). Ma infatti: c’è sempre l’Abi, o la Federcaccia.

Suicidio assistito. “Tandem Letta-Di Maio in pressing su Conte: il nome giusto è Draghi” (manifesto, 20.1). Come alternativa alla classica clinica svizzera.

Autopressing. “Csm, Cartabia in pressing: ‘Riforme non più rinviabili’” (Stampa, 22.1). La riforma del Csm fu varata da Bonafede e licenziata in Consiglio dei ministri dal Conte 2 nell’agosto 2020. Ora, dopo che ci ha messo le mani la Cartabia, è di nuovo bloccata da sei mesi dal governo Draghi: infatti la Cartabia ce l’ha con noi.

Muri. “Ministra Cartabia, sul carcere ora rompa quel muro di gomma” (Dubbio, 15.1). Purchè non rompa quelli di cemento armato.

Mani.“Mattarella e Cartabia bandiera bianca: la giustizia resta in mano ai pm” (Piero Sansonetti, Riformista, 20.1). Per darla in mano agli imputati bisogna attendere la prossima riforma.

Senti chi parla/1. “Archivio Genchi, Berlusconi: ‘Intercettazioni, presto ci sarà un’enorme scandalo’” (Giornale, 25.1.2009). “Si sgonfia la bufala dell’‘archivio Genchi’” (Giornale, 18.1.2022). Indovinate chi l’aveva fabbricata.

Senti chi parla/2. “Grave la sfiducia a giallorossa a Fuortes. I 5Stelle quale idea hanno mai avuto della televisione pubblica?” (Claudio Petruccioli, Pd, ex presidente Rai, Riformista, 18.1). Lui invece un’idea ce l’aveva: quella di Mediaset.

Facce da Mef. “Il cashback contro l’evasione è stato uno spreco di soldi, dice il Mef” (Foglio, 18.1). Infatti, contro l’evasione fiscale, il Mef ha fatto un bel condono fiscale.

Segretissimo. “Renzi pensa a Gentiloni. È la sua carta segreta” (Libero, 17.1). Talmente segreta che la sa persino Libero.

Chi è Stato. “Andreotti grande statista, ma dello Stato Vaticano” (Corriere della sera, 18.1). Capitale: Palermo.

Libertà di lingua. “Cesara Buonamici: ‘Mi volevano Rai e La7. Ma la libertà è al Tg5’. Pier Silvio: ‘Credibili dal ’92’” (Libero, 13.1). Siccome non glielo dice nessuno, se lo dicono da soli.

Raggieri. “Gualtieri: ‘Alla Capitale arrivano pochi fondi’” (Repubblica, 21.1). Sembra di sentire la Raggi quando chiedeva i fondi a Gualtieri.

La quinta Evangelista. “Doppia morale da M5S sulle questioni giudiziarie. Non potevo più restare” (Elvira Evangelista, senatrice eletta con i 5Stelle e passata a Italia Viva, Messaggero, 21.1). Molto meglio l’unica morale renziana.

Reato grillino. “Grillo vittima del grillismo. Sotto inchiesta per traffico d’influenze, il reato ‘preferito’ dal M5S” (Giornale, 19.1), “La nemesi di Beppe: nei guai per il reato più amato dai grillini” (Dubbio, 19.1). “Grillo indagato per traffico d’influenze, il reato che al M5S piace tanto condannare” (Foglio, 19.1). “L’accusa: traffico d’influenze. Il reato grillino colpisce Grillo” (Aldo Torchiaro, Riformista, 19.1). Talmente grillino che ce l’ha tutta Europa e in Italia lo portò il governo Monti con la legge Severino, quando i grillini non erano neppure in Parlamento.

Chi può e chi no. “Ucraina, aperto il primo fronte: gli Usa contro le fake news russe” (Stampa, 21.1). In attesa che qualcuno apra il secondo fronte contro le fake news americane.

Il consulente incompreso. “In otto giorni fuori dalla pandemia se facciamo il test a tutti” (Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Repubblica, 21.1). È un peccato che nessuno gli dia mai retta, sennò il Covid manco arrivava.

Il titolo della settimana/1. “Camici: Fontana verso l’archiviazione. Respinte dalla Svizzera le rogatorie italiane. Sbugiardato Travaglio” (Libero, 23.1). Uahahahahah.

Il titolo della settimana/2. “Conte untore Covid in Europa” (Giornale, 22.1). “Il virus si è diffuso in tutto il mondo a causa dei ritardi del governo Conte” (Franco Battaglia, Verità, 23.1). In Europa, in tutto il mondo, ma soprattutto nella galassia.

24 gennaio, 2022

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/24/ma-mi-faccia-il-piacere-254/6466120/

No, tu no, però forse anche sì: il nome flambé. - Antonio Padellaro

 

Di Elisabetta Belloni parlano bene in tanti. Da Mario Draghi, che l’ha voluta alla guida dell’Intelligence (entrambi allievi dei gesuiti all’Istituto Massimo). A Luigi Di Maio, che assai l’apprezzò come segretario generale della Farnesina (“è mia sorella”, bum). Per non parlare di Giuseppe Conte, tra i primi a candidarla. Dovrebbe piacere a Enrico Letta (che però tiene la bocca chiusa nella consueta modalità subacquea). Mentre (udite udite) non dispiacerebbe affatto a Giorgia Meloni. Dunque è tutto fatto, sarà lei la prima donna al Quirinale in un clima di ritrovata stabilità di governo, e dunque con buona pace del premier che più facilmente manderebbe giù il rospo della mancata elezione? Manco per niente, perché almeno a sentire ieri sera gli aruspici di Montecitorio che compulsano in presa diretta i cattivi umori di Montecitorio, “la Belloni sta tramontando”.

Come mai e perché? Mistero assoluto, a meno che non stia pesando sul futuro delle istituzioni il giudizio pallonaro di Clemente Mastella: “È come se un portiere volesse fare il centravanti” (il brasiliano Ceni con 120 gol in carriera e il paraguaiano Chilavert con 60, stanno a dimostrare che è possibile). Insomma, in quattro giorni di votazioni e quattro scrutini la politica dei partiti, così ansiosa di riacquistare ruolo e centralità contro l’invadenza dei maledetti tecnici, si è distinta esclusivamente nella nobile arte di bruciare i candidati altrui. Draghi no, perché il M5S, Salvini e una parte del Pd preferiscono lasciarlo dove sta. Casini no, perché Berlusconi non dimentica i tradimenti del passato e perché, dice Salvini, ha in tasca la tessera del Pd. Cassese no, perché i grillini non dimenticano come sparò contro i Dpcm di Conte e contro Conte medesimo. Cartabia no, perché i grillini non dimenticano la “schiforma” della Giustizia. Il trio Moratti, Pera, Nordio no, perché nel frattempo si sono dimenticati di loro. Amato no, perché la destra ne diffida (e pure i grillini). La Casellati no, perché ne diffidano in troppi, trasversalmente. Mattarella bis no, perché è lui a diffidare di chi lo sta votando. Nel generale impallinamento, gli aruspici di Palazzo sostengono che, attenzione, anche chi è stato carbonizzato dai veti incrociati potrebbe tornare a essere commestibile per il Colle. Avremo un presidente flambé?

https://ilfat.to/3r7MkH7

Ho visto cose… - Marco Travaglio

 

Ho visto cose che voi umani… avete visto tutti, salvo i fortunati che non guardano la tv e i giornaloni.

Ho visto il presidente del Consiglio fare le consultazioni per scegliersi il presidente della Repubblica e minacciare, tramite indiscrezioni mai smentite alla stampa amica, di prendere cappello e andarsene se non fosse eletto lui o chi piace a lui.

Ho visto Salvini rientrare al Papeete (gli porta buono) e lanciare per aria tre candidati all’ora come frisbee e scordarseli subito dopo mentre ne lancia altri (tra cui Cassese che lo dipingeva come un troglodita “fuori dalla legalità costituzionale”), confondendo il kingmaker con King Kong.

Ho visto il centrodestra candidare a capi dello Stato Berlusconi, Pera, Moratti e Nordio e poi smettere per non soffocare dal ridere, su consiglio del prof. Zangrillo.

Ho visto il terrore negli occhi dei forzisti alla sola idea che la forzista Casellati prenda voti, certamente non da loro.

Ho visto grandi elettori a forma di poltrona votare Mattarella per dire che va bene tutto tranne Draghi e grandi giornalisti a forma di lingua che li spacciavano per fan di Draghi in incognito.

Ho visto Di Maio lanciare l’ultimo sombrero sulla Belloni al grido di “lei è mia sorella”, dopo aver fatto trapelare parentele strettissime con tutti i quirinabili su piazza (una sessantina) e senza spiegare come possa un avellinese di 35 anni avere una sorella romana di 63, cosa mai vista prima se non nella famiglia Mubarak. E comunque Draghi è suo nipote.

Ho visto Letta e Renzi insieme (bella battuta già questa) inventare candidati inesistenti, Frattini e Casellati, per fingere di stopparli con la sola forza del pensiero.

Ho visto bocciare Frattini per l’unica cosa che non ha, le idee: “Non è atlantista”, infatti da ministro degli Esteri disertava i vertici europei per starsene su un atollo delle Maldive, sull’oceano sbagliato. Dunque è indianista.

Ho visto due giovani vedove di SuperMario – il rag. Cerasa e Feltri jr. – strillare e flagellarsi come prefiche per il “Draghicidio” e “l’omicidio politico alla baby gang” sol perché qualcuno minaccia di lasciare il premier a fare il premier, malgrado lo scarso rendimento fin qui dimostrato.

Ho visto il sessantaseienne Casini postare su Instagram una sua foto di diciannovenne già democristiano e rivendicare la sua “passione per la politica”, come se questo potesse giovargli.

Ho visto le migliori firme del Paese manifestare sincero stupore per avere scoperto all’improvviso che quell’affabile compagnone di Draghi, pur così empatico, non è amatissimo dai parlamentari, almeno da quelli italiani.

Non ho ancora visto il nuovo presidente della Repubblica, ma questo è un dettaglio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/28/ho-visto-cose-3/6471327/